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#E I GAY VINCONO
klausbens · 6 months
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Un Professore 2.09 · Leibniz: Rimorsi e Rimpianti
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inkyself · 5 months
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Vabe rega’ io ci ho provato a fare i sideblog separati per ognuna delle mie hyperfixations ma, come si è reso evidente, nun li sacc’ gesti’ e quindi niente vi beccherete molti scleri su mare fuori, prevedo, e qualcuno su Interview with the Vampire (andate a vedervelo lì i gay vincono giuro e sono anche toxic boyfriends e poi toxic exes e toxic bisexuals un sogno bellissimo)
Però giuro che Sanremo qua ve lo risparmio quello è too much lo so
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lamilanomagazine · 1 year
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Trapani: al Trapani Film Festival vincono i produttori Matranga e Minafò con "Ciuré"
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Trapani: al Trapani Film Festival vincono i produttori Matranga e Minafò con "Ciuré". Non solo attori e fondatori di una scuola di comicità tutta made in Sicilia, ma anche produttori impegnati di un film drammatico e incentrato sui diritti sociali e che coinvolge in pieno il tema Lgbtq+. La visione del senso dell’arte e dello spettacolo a 360 gradi ha permesso al duo di attori palermitani Matranga e Minafò di contribuire alla vittoria al Trapani film Festival di “Ciurè”, il film drammatico diretto dal regista Giampiero Pumo e che hanno contributo a fare venire alla luce attraverso la loro casa di produzione Sicilia Social Star. Una vittoria per Tony Matranga ed Emanuele Minafò, che corrobora la loro idea totale di cinema, in vista dell’arrivo di “Gli attassati”, il loro secondo film da protagonisti, questa volta dai toni divertenti, prodotto per Amazon e che sarà disponibile sulla piattaforma Prime video da fine agosto. “Ciurè” è ambientato in una delle tante periferie dimenticate di Palermo. Qui Salvo, il protagonista, vive in una casa popolare insieme a suo ­figlio di 6 anni, dopo che la madre è stata allontanata per problemi di eroina. A corto di soldi, Salvo decide di invischiarsi in un vecchio giro di recupero crediti fra i piccoli spacciatori e strozzini della zona gestito dal suo ex cognato. Una sera, durante un “giro” Salvo viene aggredito e rapinato da tre uomini che lo lasciano a terra in una maschera di sangue. In suo soccorso arriva Ciurè, una ragazza transessuale che lavora come ballerina in un club gay friendly. Con soli tre giorni di tempo per restituire i soldi, a Salvo non resta che accettare l’invito di Ciurè ed esibirsi al locale, eliminando i propri pregiudizi. Protagonisti di “Ciurè” sono: il regista e attore Giampiero Pumo, Marilu Pipitone, Vivian Belina, Lucio Calabrese Falcone, Maurizio Bologna, Ernesto -Tomasini, Antonello Russo, Tonia De Micco, Raffaele Taddei e Rosario Maggiore.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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omarfor-orchestra · 2 years
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Vabbè raga al museo avrebbero dovuto baciarsi "Monica e Aureliano" invece a noi hanno dato qualsiasi cosa fosse quella mezza roba tra Simone e Manuel, incredibile
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likarotarublogger · 2 years
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Sanremo 2022, Mahmood e Blanco vincono con la canzone «Brividi», storia della loro collaborazione.
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I favoriti della vigilia trionfano all'ultima manche. Per Mahmood è la terza volta, dopo aver vinto tra i Giovani e poi tra i Campioni nel 2019. Sono Mahmood e Blanco con Brividi i vincitori della 72esima edizione del Festival di Sanremo. Seconda Elisa con O forse sei tu, terzo Gianni Morandi con Apri tutte le porte. Per Mahmood è la terza volta, dopo la vittoria a Sanremo Giovani nel 2018 con Gioventù bruciata seguita da quella del 2019, tra i Campioni, con Soldi. Mahmood e Blanco si guadagnano anche la partecipazione all'Eurovision Song Contest in progamma a Torino dal 10 al 14 maggio.
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Elisa conquista il secondo posto a 21 anni dalla vittoria con Luce. Per Gianni Morandi invece si tratta della seconda vittoria all'Ariston dopo quella del 1987, insieme a Umberto Tozzi e Enrico Ruggeri con Si può dare di più. Ma Morandi è stato anche conduttore del Festival, nel 2011 e nel 2012.
A Massimo Ranieri e alla sua Lettera al di là del mare (ottava nella classifica generale) va il premio della Critica "Mia Martini" assegnato dalla sala stampa. Gianni Morandi si aggiudica anche il premio "Lucio Dalla" della sala stampa radio-tv-web. Il Premio "Sergio Bardotti" per il miglior testo va a Fabrizio Moro con Sei tu, infine il Premio "Giancarlo Bigazzi" per la migliore composizione musicale viene assegnato a Elisa e alla sua O forse si tu.
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Sanremo 2022, gli abiti più belli della finale: da Emma a Sabrina Ferilli.
Trionfo di eleganza e stile italiano per l'ultima serata della kermesse ligure. Gli artisti in gara e gli ospiti speciali brillano sotto le luci del Teatro Ariston.
Amadeus sceglie il blu brillante per la serata finale e la giacca del suo smoking prezioso Gai Mattiolo è tempestata di cristalli tono su tono.
Sabrina Ferilli a caccia di un tema
«Facevo delle piccole riunioni in famiglia dicendo: vabbè ci saranno dei temi». Sabrina Ferilli, con la sua classica verve, scherza ma dice la sua sulla difficoltà di scegliere tra i temi civili e sociali che circolano maggiormente nei dibattiti quotidiani. «Diventava difficile fare una scaletta», spiega, sottolineando l’importanza. «Allora dici vabbè parliamo di famiglie. Un tema importante che riguarda tutti. Di donne che fanno tanto per mandarle avanti, hanno figli, lavorano, rientrano a casa ed educano, è roba articolata il ruolo della donna. Poi mi sono detta: io figli non ce li ho, sono un’attrice avviata, ho pure un marito benestante… forse non è il caso parlare di questo».
https://aforismi.meglio.it/aforisma.htm?id=854c
Il festival resta una passerella e come tutte le passerelle ti offre tre minuti per fare un discorso che normalmente fai in uno spettacolo di due ore. Così devi trovare un sistema. Da parte mia, ho scelto la strada del paradosso un po' alla Carmelo Bene.
Rino Gaetano
Articolo di @elenarodicarotaru-blog @likarotarufashion
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pointlessfrog · 3 years
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se vince ermal piango se vincono francesca e fedez evado il canone rai per i prossimi 3 anni se vincono i maneskin organizzo un gay pride nel mio salotto
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alessandro54-plus · 3 years
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Svizzera, vincono i sì al referendum sui matrimoni gay
Svizzera, vincono i sì al referendum sui matrimoni gay
articolo: Svizzera, vincono i sì al referendum sui matrimoni gay – la Repubblica Bocciata l’iniziativa contraria dei partiti confessionali e dei sovranisti. La legge elvetica consentirà la celebrazione delle nozze anche di stranieri non residenti  “È una emozione enorme. Questa è una giornata storica per la Svizzera che, finalmente, entra in un mondo moderno, liberale, fatto di rispetto e di…
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paoloxl · 3 years
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femminismo proletario rivoluzionario: La lotta paga: in Argentina vincono le donne, approvata la legalizzazione dell'aborto
Dopo il sì della Camera, arriva il via libera anche dal Senato: 38 voti a favore, 29 contrari. L'interruzione della gravidanza sarà permessa fino alla quattordicesima settimana di gestazione
Aborto libero e sicuro. L’Argentina incassa una legge storica a le donne raggiungono un traguardo di civiltà. Con 38 voti a favore, 29 contrari e una astensione, il Senato approva il disegno di legge di riforma che consente l’interruzione di gravidanza fino a 14 settimane. Viene così sepolta la contestata norma in vigore sin dal 1921 che lo considerava un delitto, con due eccezioni: la violenza sessuale e il rischio di vita per la madre. La notizia, incerta e attesa con ansia, è accolta da un boato di grida, canti, balli, slogan e una marea di fazzoletti verdi agitati da migliaia di donne, e di uomini, che da oltre 24 ore sostavano nella parte nord della piazza che si affaccia davanti al Parlamento.
 
“L’abbiamo conquistata. È legge!”, urlano, raggianti, queste giovani e meno giovani donne che per nove volte hanno inseguito un sogno ogni volta infranto. Era accaduto anche nel 2018 quando su iniziativa di alcune deputate e con l’assenso neutrale dell’allora presidente Mauricio Macri un progetto di riforma era stato presentato e approvato alla Camera dei Deputati; le speranze subito accese nel Paese si erano poi spente con il voto decisivo del Senato che lo aveva bocciato. La dimostrazione di quanto ancora fosse diffuso in Argentina il rifiuto di uno dei più discussi e sentiti diritti civili.
 
Pioniere di tante atre battaglie e di principi di civiltà raggiunti come il matrimonio gay e il riconoscimento di genere, il grande Paese sudamericano faticava a riconoscere legalmente l’aborto. Lo considerava un vero tabù che nemmeno Cristina Kirchner, donna e presidente di idee progressiste, era riuscito a infrangere. Solo la figlia Florence, attivista femminile, l’aveva convinta negli ultimi mesi. Restavano, dominanti, il peso del fronte conservatore e le influenze della Chiesa contrari a una liberalizzazione, nonostante la presenza a Roma di un Papa argentino che in questi anni ha dimostrato più volte le sue aperture sui grandi temi dei diritti sociali e civili.
Con la nuova legge, l’Argentina spicca in testa alla piccola lista dei Paesi dell'America Latina che consentono alle donne di decidere sul loro corpo e sul desiderio di essere o meno madri. Lo hanno già fatto Uruguay, Cuba, Guyana e lo Stato di Città del Messico. Negli altri restano restrizioni e condizioni. In alcuni, come il Nicaragua, Repubblica Dominicana e Salvador è vietato in ogni caso e il semplice sospetto di aver interrotto volontariamente una gravidanza è punito con una condanna fino a 30 anni di carcere. Ci sono decine di donne, spesso ragazzine, in galera perché hanno abortito dopo essere state violentate da qualche parente o solo perché hanno perso il feto ma i Tribunali le hanno accusate di averlo provocato.
 
Il provvedimento approvato prevede che ogni gestante possa abortire entro le prime 14 settimane dopo aver sottoscritto il consenso. Indica anche dieci giorni di tempo tra la volontà esplicitamente espressa e l’intervento per evitare ogni tipo di pressione e manovra che spinga la madre a un ripensamento. Non si tratta di limitazione della libertà. Si vogliono evitare quegli odiosi ricatti e sensi di colpa che rendono atroce una scelta già dolorosa e difficile. La vittoria del sì è stata lunga e contrastata. La chiesa argentina, quella di Papa Francesco, ha ancora un largo seguito. Lavora assieme allo Stato nell’assistenza ai più poveri, con centinaia di mense che ogni giorno sfamavo chi non ha neanche più da mangiare. 
 
Ma con l’arrivo di Alberto Fernández, legato al Pontefice con cui condivide molte posizioni, le cose sono cambiate. Il presidente si era impegnato sin dalla campagna elettorale sul tema dell’aborto e quando è stato eletto lo ha ribadito. È stato lui a sollecitare i deputati del suo partito a presentare l’ennesimo disegno di legge che poi è stato approvato alla Camera. Restava lo scoglio del Senato, più conservatore. Qui lo scontro è stato più aspro e l’esito incerto. Nel dibattito sono sati usati toni drammatici. “Gli occhi di Dio stanno guardando ogni cuore in questo emiciclo”, ha tuonato María Belén Tapia. “Ci pongono di fronte a una scelta che segnerà il futuro del nostro Paese. Saremo benedetti se valorizziamo la vita, saremo maledetti se autorizzeremo a uccidere innocenti. Non lo dico io, lo dice la Bibbia sulla quale ho giurato”.
 
Le ha risposto un’altra deputata che guidava il fronte del si. “Quando siamo nate non potevamo votare, non ereditavamo, non potevamo studiare all’università. Quando io sono nata le donne non erano nulla. Provo una grande emozione per la lotta che stanno portando avanti tutte quelle donne che sono là fuori”. Ed è stata proprio lei, la senatrice Silvia Sapag, quando mancavano ancora quattro ore di dibattito, a segnare il punto di svolta. “Per tutte loro”, ha concluso, “che questo disegno diventi legge”.
 
All’inizio della sessione erano 33 i voti a favore e 32 i contrari. Cinque chi ancora si asteneva. Sedici ore di confronto hanno spostato, e di molto, l’equilibrio. Tre dei cinque incerti hanno dichiarato il loro sì, tre dei no erano assenti per gravi motivi di salute. Il verdetto finale è stato una sorpresa anche per lo scarto dei voti. All’esterno, la marea azzurra del movimento per la vita si è disperata con canti e braccia alzate al cielo insieme ai crocefissi e le Bibbie strette nelle mani. Sul lato opposto iniziava una festa che è continuata per ore.
 
L’Argentina entra a pieno titolo nell’Olimpo dei paesi più avanzati nei diritti sociali. Ma soprattutto spezza quella catena di morti tra le donne che abortivano in modo clandestino e le disperate che dovevano ricorrere agli ospedali per le conseguenze di un’operazione fatta di nascosto e in condizioni precarie. Solo quest’anno 38 ragazze sono rimaste vittime di questa barbarie e 39 mila sono state ricoverate nei nosocomi. Tantissime altre, in silenzio, si erano rivolte alle cliniche private. Per abortire bastava avere soldi. 
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don-vito-rap · 4 years
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Polenta funghi porcini,aggiungi due patate e da Piemonte Lombardia 🇮🇹 diventa Germania 🇩🇪 aggiungi un cetriolo e diventa araba e barese🐓 ,aggiungi cacio e pepe mezzo barattolo e diventa romana, prima di ultime uscite visto che solo se destra vincono sette a zero a regionali verrà attenuato castigo Covid-19 altrimenti verrà aumentato xche votate atei gay comunisti e pedofili nudisti che sono tutt’uno con satana come io tutt’uno con chi mi ha mandato!! #lockdown #covid19 #halloween #natale #capodanno la strage x i soldi.,.,mettere economia prima di salute è sputare in faccia a Dio e egli sputa più di voi!! (presso Don Vito's Cats Bar Home) https://www.instagram.com/p/CFYEwCRpb0r/?igshid=o78uoxrw0uvn
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theoldbookwormsnest · 6 years
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La lettrice che partì inseguendo un lieto fine, Katarina Bivald
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Scheda del libro
Titolo originale Läsarna i Broken Wheel rekommenderar
Titolo italiano La lettrice che partì inseguendo un lieto fine
Autore Katarina Bivald
1ª ed. originale 21 Agosto 2013
1ª ed. italiana 2 settembre 2014
Editore Sperling & Kupfer
Pagine 408
Genere Narrativa Rosa
Lingua originale Swedish
Sinossi Se la vita fosse un romanzo, quella di Sara non sarebbe certo una storia d'avventura. In ventotto anni non ha mai lasciato la Svezia e nessun incontro del destino le ha scompigliato l'esistenza. Timida e insicura, si sente a suo agio soltanto in compagnia di un buon libro e i suoi migliori amici sono i personaggi nati dalla fantasia degli scrittori, che le fanno vivere indirettamente sogni, viaggi e passioni. Fino al giorno in cui riceve una lettera da una piccola città dal nome bizzarro, sperduta in mezzo all'Iowa: Broken Wheel. A scriverla è una certa Amy, sessantacinquenne americana che le invia – dalla propria vastissima biblioteca personale – un romanzo richiesto da Sara su un sito web. È così che inizia tra loro una corrispondenza affettuosa e sincera, che apre a Sara una finestra sulla vita: Amy le dimostra che è possibile amare la lettura senza per questo isolarsi dal mondo, perché è bello condividere ogni piccolo momento prezioso, anche se si tratta di un romanzo. E dopo un fitto scambio di lettere e libri durato due anni, Sara stessa trova finalmente il coraggio di attraversare l'oceano per incontrare l'amica lettrice. Tuttavia, come in un inatteso capovolgimento di trama, non c'è Amy ad attenderla: il suo finale, purtroppo, è giunto prima del previsto. Ci sono però tutti gli eccentrici abitanti di cui Amy le ha tanto parlato. E mentre loro si prendono cura della spaurita turista (la prima nella storia di Broken Wheel), Sara decide di ricambiare la gentilezza iniziandoli al piacere sconosciuto della lettura. Proprio lei, che ha sempre preferito i libri alle persone, in quella città di poche anime ma dal cuore grande troverà amicizia, amore ed emozioni da vivere sulla pelle: finalmente da vera protagonista della propria vita.
Dettagli
Inizio lettura: 27 Maggio
Fine lettura: 3 Giugno
Tempo di lettura: 11h x 181 p/m
Rating: ★★★★½
I say...
Questo è un libro che ti prende piano piano, che ti cresce addosso. E’ difficile riuscire a criticare un libro così bello.
Più che una storia d’amore tra due persone, è la storia di diversi tipi di amore. L’amore per la propria città, per i libri, per le proprie radici, per sé stessi, per i tuoi amici, per Dio, e perfino per una sconosciuta. L’amore che supera tutti gli ostacoli contro l’amore che ha avuto paura di sbocciare. Mi sono piaciuti tutti i personaggi, cosa assurda, e ho amato ciascuno di loro, con i loro pregi e i loro difetti.
I miei preferiti sono stati Caroline e Josh, e George. Ho adorato la loro storia.
E poi, non è carino che da “Cordiali saluti, Amy Harris” si arriva a “Cordiali saluti, Amy”?
Citazioni
Di nuovo sua madre: «Sara! Perché non rispondi alle nostre chiamate? Amy è una serial killer? So bene come vanno le cose negli Stati Uniti. Cerca di non farti squartare, non te lo perdonerei mai. Se non ti fai sentire immediatamente, telefono alla CIA». La voce del padre borbottò qualcosa in sottofondo. «FBI. Fa lo stesso.»
«La mamma ha tentato di tutto per farsi benvolere. Ci hai mai provato?» Sara ci pensò sopra prima di rispondere. «Non lo so», disse, anche se supponeva che tutti ci avessero provato, prima o poi. «Tanto è inutile», commentò Grace. «Se segui le loro regole, ti battono sempre. Come si dice: mai discutere con un idiota, ti trascina al suo livello e ti batte con l’esperienza. Lo stesso vale per il modo in cui uno decide di vivere la propria vita.» Spense il mozzicone nel posacenere già stracolmo. «Mai vivere la propria vita seguendo le regole fatte dagli idioti. Ti trascinano al loro livello, vincono loro e tu hai vissuto un’esistenza noiosissima.»
Quando ero più giovane, ero convinta che tutti gli anziani avessero alle spalle un’esistenza drammatica. Forse la pensavo così perché sono cresciuta in campagna. Qui ogni famiglia sembra avere dei segreti, gravidanze inspiegabili ed episodi spiacevoli con il trattore o la mietitrebbiatrice.
Gertrude fumava come una turca. E beveva pure. Né questo né la sua cucina (era un’appassionata di alimenti sottaceto, preferibilmente grassi) erano riusciti a ucciderla, con grande disappunto dei suoi due ex mariti. Fino a quando l’alimentazione e il fumo passivo avevano invece ammazzato loro. Era vedova. «Funerale», continuò Gertrude. «È durante un funerale che una cittadina dà il meglio di sé. È sempre bello quando succede qualcosa.»
«Non andavo a vedere la scuola da dieci anni», le rivelò con un sorriso, che lei ricambiò. Era bello aver condiviso insieme quel momento. «Be’», aggiunse continuando con voce allegra, «soprattutto per via del laboratorio di metanfetamine che c’era sul retro. Brutta gente, chi le produceva e chi le comprava.»
Ho patito qualche dolore, certo, ma mai più grande di quanto fossi in grado di tollerare. A volte sono convinta che non sia la dimensione della sofferenza a essere determinante, ma la forza con cui ci attanaglia. Forse ci sono persone più ricettive di altre, ma tutti lo diventiamo a periodi.
Non riconosceva più le costellazioni. Una sensazione liberatoria. Era tragico che la gente fosse così ossessionata dai modelli da cercare di soggiogare persino le stelle. Come il Grande Carro, per esempio: da piccola le sembrava magico, il cocchio trainato da quattro cavalli, scintillante e ricoperto di gioielli come in una fiaba; quando però aveva imparato a distinguerlo, le era parso più un banale carrello della spesa. Sette stelle che si trovavano a milioni di chilometri l’una dall’altra, costrette dagli umani a diventare un carrello della spesa. O una carrozzina a buon mercato.
Sara appoggiò il volume sul tavolino. «Jane Eyre». «Mi ero completamente dimenticata dell’intensità di quest’opera. Quando l’ho letta per la prima volta, sono rimasta sveglia quasi tutta la notte, rannicchiata per terra.» Tom diede un’occhiata alla copertina, che raffigurava una donna anonima, all’antica, di profilo. Grigia e noiosa. «È da sciocchi piangere quando si sa già che tutto andrà a finire bene. Ma è tristissimo quando lei scopre che lui è già sposato e che tiene la moglie segregata in soffitta, e lei si costringe a lasciarlo, e quell’idiota di suo cugino cerca di convincerla a sposarsi con lui, anche se non la ama e sa che lei non è abbastanza forte per lavorare nella missione. E l’argomento usato da quel cristiano ipocrita! Quando è soltanto l’ambizione a spingerlo e a volerla portare con sé in India a convertire la gente.» «L’importante è il lieto fine», commentò Tom senza riuscire a trattenere un sorriso. «Sì», replicò seria Sara. «Per lei, almeno. Il suo grande amore diventa cieco e perde una mano.» Tom si agitò sulla poltrona. «Ma felice», assicurò. «Lui poi ha avuto la sua Jane.» «Oddio», sussurrò Tom.
«Cosa state combinando voi due?» domandò George. Era iperprotettivo quando si trattava di Sara. «Vogliamo vedere per quanto tempo riesce a leggere senza fermarsi», rispose il più grande. «Non ci ha neanche notato», intervenne l’altro. George sbirciò incuriosito dentro il locale. «Da quant’è che siete qui?» «Un’ora.» «E non ha mai alzato gli occhi?» «No.» Il più giovane aggiunse: «Anche se le ho fatto le boccacce». George aggrottò la fronte, poi si allontanò dalla vetrina per paura che Sara lo vedesse proprio in quel momento e pensasse che fosse in combutta con quei due. «Rimarremo qui fino a quando non alzerà la testa», continuò spavaldo il ragazzino. «E cronometriamo il tempo, vero, Steven?»
«Chi cavolo ha voglia di starsene impalato a guardare una che legge?» commentò Grace sulla soglia della tavola calda. Si era accesa una sigaretta come scusa per poter spiare cosa stavano combinando. «E che altro c’è da fare?» replicò Steven. «In effetti…» concordò lei dopo un po’. «Avrete bisogno di cibo. Aiutami a portare fuori il grill. È nel cortile sul retro. Gli hamburger li offro io.»
«Ehi!» esclamò Steven quando Sara fece capolino dal negozio. «Fanno esattamente cinque ore e trentasette minuti.» Scoppiò un applauso generale.
Questo dimostra che forse ho ragione a proposito dei libri e degli esseri umani: i libri sono fantastici e trovano piena giustizia in una capanna in mezzo ai boschi, ma che divertimento si prova a leggere un’opera meravigliosa se non puoi consigliarla ad altri, parlarne e citarla? «La maggior parte di ciò che il mio vicino chiama bene, credo nella mia anima che sia male, e se c’è alcunché di cui mi pento, è molto probabilmente la mia buona condotta. Quale demone mi ha mai posseduto per farmi comportare così bene?» Non è una citazione meravigliosa? Mi piace in particolare l’idea che la buona condotta sia dovuta a qualche demone.
«Io non posso invitarlo a uscire», protestò lei. «Perché no?» «Credo mi ritenga…» «Sì?» disse Jen speranzosa. «Bella? Misteriosa? Interessante?» «Strana.»
«Ti ritengo personalmente responsabile delle conseguenze», disse Carl. «Mi darete parte degli incassi?» «Se prendi il mio posto, avrai metà del regno e il mio primo figlio maschio.» «Sei gay», gli ricordò Sara. «Possiamo adottare.» «Non voglio bambini.» «Il mio regno?» Sara rise. «Sì, chiamatemi regina Sara.»
Decise di leggere un capitolo, soltanto per capire di che cosa si trattasse. Avrebbe potuto giurare che il libro stesse ridendo di lei quando alla fine lo afferrò. «Se gli altri libri sono insolenti come te, non mi sorprende affatto che per secoli vi abbiano messi al rogo», sbottò ad alta voce. Quelle parole fecero ammutolire l’accusato.
Ma come si faceva a diventare una persona che aveva sogni e obiettivi nella vita? Sara temeva di essersi lasciata sfuggire il momento in cui l’esistenza avrebbe dovuto cominciare per davvero. L’aveva percorsa leggendo e, fino a quando tutti erano stati adolescenti, infelici e ridicoli, non c’erano stati problemi; ma di colpo gli altri erano cresciuti, mentre lei… lei aveva continuato a leggere.
«Ci credi a quelle cose lì? A quei romanzetti rosa tutto romanticismo e scemenze del genere?» Oppure: «Perché indossa dei vestiti così stupidi? Saresti mai andata a letto con uno che ha i capelli lunghi e porta una camicia di seta viola? Viola! Di seta! Oltretutto sbottonata!»
Josh lo tranquillizzò: «Posso assicurarti che Caroline non è innamorata di me». «Ah, no?» Andy parve deluso. «No», ripeté Josh. «Mi usa solo per il sesso.»
«Lo so!» sbottò Josh, dimenticandosi per un attimo di mostrarsi pentito. «Ma mi hanno provocato», si giustificò. «Non puoi prenderlo come un complimento?» azzardò. «La donna matura che tiene i giovani in pugno?…» Notando lo sguardo di Caroline, si fermò. «Forse no.» «Forse no», ripeté lei.
Gavin Jones sollevò gli occhi dai suoi appunti. Dall’altra parte del vetro divisorio a specchio, le persone nella sala d’aspetto non potevano vederlo. Non sapeva perché chi aveva costruito quel locale si fosse permesso certe stravaganze, ma quella in particolare gli diede l’opportunità di prendersi del tempo per osservarli. Sembrava un caso semplice, ma lì fuori c’era una folla di potenziali fuori di testa che lo riempivano di orrore. Aveva il forte presentimento che nulla fosse semplice, quando si trattava di Broken Wheel. […] «Da chi iniziamo?» si informò l’agente accanto a lui. «Dal fucile? Il parroco? Il penoso abito da sposa?» Sembrava trovare la faccenda divertente. «Siamo solo amici», rispose subito Caroline, anche se la sua voce tradì un briciolo di tristezza. «Eh no, maledizione!» Caroline si voltò verso Josh. Non era da lui essere così scortese. Le sue mani cominciarono a tremare e lei fu costretta a intrecciarle sul grembo per non darlo a vedere. «Siamo amici, no?…» tentò incerta. «Ti ho detto che ho cambiato idea», sbottò lui. Mi ha detto che ha cambiato idea, pensò lei. Non che non siamo amici. Josh continuò a fissarla e lei distolse lo sguardo. Si costrinse a deglutire e replicò con più calma possibile: «Naturalmente. Forse è meglio così». «Non ho intenzione di andare a Denver e lasciarti in pace solo per facilitarti la vita», riprese lui. «Non è questo il punto dell’amore? Rendere la vita più interessante?» Caroline abbozzò un sorrisetto suo malgrado. «Più interessante, certo», annuì. Josh la guardò irritato. Era molto attraente quando era arrabbiato. «Sarà complicato, sbagliato e strano! Che gli altri ridano pure, se vogliono. Significa solo che stiamo vivendo una vita più intensa della loro.» Caroline tentò di seguire l’evoluzione inaspettata di quel discorso, ma non ci riuscì e rimase in silenzio. «Al mondo esistono due tipi di persone, Caroline: quelle che vivono e quelle che deridono. E, per quanto tu cerchi di fingere di essere triste e noiosa, non lo sei. Devi solo imparare a convivere con l’idea di essere più tenace degli altri. L’unica cosa davvero codarda che ti ho visto fare è lasciarmi.» Il suo sguardo si fece combattivo. «E non ho intenzione di permetterlo. Mi rifiuto.» «Forse», mormorò Caroline con cautela. «Forse?» le fece eco. «Non no?» «Sì.» Caroline sorrise. «Non no.»
«Credo di averti amata sin dalla prima volta che mi hai detto di preferire i libri a me.» Tom ci pensò su. «O forse da quando ti sei offerta di lavare i piatti in cambio di una birra.» «Era una proposta ragionevole!» protestò lei.
E gran parte di quella felicità sembrava provenire dalla consapevolezza di essere riusciti a imbrogliare le autorità. Come ai bei vecchi tempi, aveva detto Grace, e Jen era parsa d’accordo. A essere sinceri, più che d’accordo: il suo sguardo compiaciuto pareva dire che, quando era lei a occuparsi dell’organizzazione, nemmeno una cosuccia da niente come le leggi statunitensi sull’immigrazione poteva mandare a monte i suoi piani.
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Uomini e donne tedeschi
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Uomini e donne tedeschi
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Invidia dell`italiano e involuzione sessuale ed estetica: 
una poco seria esposizione sui generi sessuali tedeschi e la storia
  Attenzione: contiene 2 parolacce e un paio di battute e allusioni politicamente scorrette
Quando un ometto tedesco si immagina un italiano, nei suoi occhi si accende subito un`impercettibile scintilla d`invidia. Perche` l`italiano e`, per definizione teutonica, un macho, un vero duro. E` bello anche se non alto, gira spavaldo e abbronzato, con i capelli pieni di gelatina e il pelo nero sul petto. L’ uomo italico mangia anche tanti spaghetti che gli servono da carburante per gli innumervoli amplessi con le femmine, numerose e tutte ai suoi piedi.
Ah, povero, povero ometto tedesco, come vorrebbe essere un uomo italiano, invece no, niente e` piu` lontano dal suo essere. In Germania infatti gli uomini si aggirano con sguardi da teneri o isterici coniglietti spaventati, e i veri uomini, quelli coi pantaloni, il pelo sul petto, gli spaghetti e gli innumerevoli amplessi, quelli sono le donne tedesche, si, le donnone crucche. Le donne tedesche sanno fare tutto, da montare una ruota di scorta a costruire una baita in legno lappone, da cucire una sciarpa per giraffe a cucinare giapponese. Le vedi al mattino in biciletta sotto la pioggia scrosciante con due bambini impermeabilizzati, uno dietro e uno davanti del peso complessivo di 70 chili, piu` una cassa di birra in equilibrio sul manubrio e il polpaccio nudo e gonfio che trionfa come un trofeo sul pedalino.Che spettacolo.
Le donne vincono. Non c` e` piu` il cancelliere, ma la cancelliera Angela, e il sindaco di Berlino, la capitale del Reich, e ` dichiaratamente Omosessuale. Evviva, Berlino e` la capitale dei Gay, ci sono piu` Gay che etero maschi oramai ma e` meglio cosi`, visto il processo di degenerazione dell`eterosessuale maschio tedesco.
Eppure io mi ricordo di tempi migliori, forse neanche troppo lontani (anche se molti fingono che siano passati secoli,chissa` perche`), i tempi d`oro dell`uomo tedesco: ah, come era bello!! Ariano, virile ginnico biondo stallone, pronto a conquistare il mondo diffondendo la sua razza a suon di mani tese verso l`alto e strillacci.
Che vi e` successo, bei barbaroni biondi, ohime`? Tutta colpa di quel bassettino austriaco invidioso della vostra bellezza chiamato Adolfo. Si sa che i belloni sono stupidi.
Cosi` Adolfo, isterico ma furbo,se ne e` arrivato e ha imbambolato i bamboloni e spediti al macello, come tenenti, soldati, Artiglieri, bombardieri. E cosi` mentre i belloni facevano la guerra, le donne tedesche imparavano a fare tutto da sole e dovevano, ecco la prima parolaccia, tirare fuori i coglioni.E cosi` ora capite la storia. I bamboloni son tornati dalla guerra sciancati, mutilati e depressi e traumatizzati. Non solo. Con il grande senso di colpa di avere combattuto dalla parte sbagliata, quella perdente, e quella degli stronzi (un`altra parolaccia, per dindirindina, ma in questo caso ci sta proprio).
E mentre le donne a Berlino frugavano tra le macerie e ricostruivano la citta`, gli uomini tedeschi si son beccati i complessi di inferiorita` statosferici, e sono diventati quello che sono oggi, fondamentalmente bevitori di birra.
E ora c` e` solo da sperare che la cancelliera spedisca le donne in qualche guerra falsa ( esistono guerre giuste?mm) cosi` gli uomini impareranno di nuovo a fare tutto da soli e tireranno di nuovo fuori i muscolazzi davanti alle amazzoni debilitate da nuovi sensi di colpa. Ma a che pro?
E poi, come sappiamo, la storia non si ripete mai uguale.
In Italia non tornerebbe mai per esempio una dittatura simile a quella mussoliniana, con un omettino megalomane che si prende tutto il potere.
Ahahahahah.
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stelashe · 6 years
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Oh my God I just saw a stupid post on my dash AGAIN and looked in the comments if people were still all dumb and sheep like(yes) and found out that all those notes are from people with 1 opinion. Why? Cause op deleted the few comments that didn't agree or were complaining...i love this website 🙃
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cento40battute · 6 years
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Chiunque tu sia, Rab è il posto giusto per te
All’orizzonte si scorge la costa, tante casupole in pietra bianca dai tetti color terra di Siena la lambiscono e poi … quattro campanili svettano nel cielo azzurro: siamo a Rab (o Arbe)
“Fiore” del turismo croato, da ormai quindici anni l’isola e la corrispondente città di Rab vincono annualmente premi nazionali e internazionali per la qualità della località e dell’accoglienza.
Rab si trova all’interno del golfo del Quarnero, a 105 km dalla città di Fiume (Rijeka). È raggiungibile innanzitutto per mezzo di traghetto, che parte da Stinica sulla terraferma a Misnjak sull’isola, e la traversata ha una frequenza giornaliera; altrettanto frequenti sono i viaggi da Fiume all’isola in catamarano. In aereo invece bisogna atterrare all’isola di Krk e da lì raggiungere Rab.
Rab città vecchia
Alloggiare è facile, e sono presenti soluzioni per tutte le esigenze: gli hotel sono diversi per dimensione e posizione, ma l’opzione consigliabile è quella di farsi ospitare dagli isolani, i quali sono noti per essere particolarmente accoglienti. In questo modo sarà più facile familiarizzare con la lingua e la cultura di Rab, avendo un contatto diretto con il suo stile di vita.
Reminiscenze del periodo medievale sono particolarmente forti in tutta la zona, soprattutto durante la Fiera di Rab – o Rabska Fjera. Questo evento si svolge nel mese di luglio e dura 14 giorni; fu originariamente organizzato in onore di Luigi il Grande, che liberò gli isolani dal dominio veneziano nel 1364. La città si trasforma: i balestrieri saggiano la loro abilità nelle suggestive gare, aprono botteghe in ogni angolo gli abili artigiani, la musica accompagna la festa con fervore e le giostre cavalleresche radunano folle.
Nonostante la ristretta superficie, non esiste un punto dell’isola che sia uguale a un altro. Il mare è tutto da godere: circumnavigare l’isola in canoa o in kayak offre la possibilità di esplorare tutti i suoi frastagliati angoli (e per farlo ci sono tanti centri noleggio), ma la crème de la crème è immergersi nell’Adriatico e scovare le sue bellezze sommerse. Ci sono quattro centri diving a disposizione degli amatori, oltre a corsi settimanali per i beginners.
Lopar – Rab
Tuttavia il luogo è ideale anche per il biking e per il trekking, grazie agli innumerevoli percorsi dedicati. Un percorso particolarmente impervio è quello per raggiungere Lopar da Misnjak, che passa per la cima più alta dell’isola – il Kamenjak; ma state tranquilli: a metà strada c’è un ristorante che apre una finestra su uno spettacolare panorama naturale, con la baia del Quarnero da un lato, e il monte Velebit dall’altro.
L’isola di Rab però non dimentica i giovani: mostra il suo volto queer-friendly con il Caffe Sanda, che già dagli anni ’80 vantava di essere uno dei primi gay bar della regione. Santos pure non lascia insoddisfatti, essendo uno dei più grandi open-air club dell’Adriatico. Ma guardare l’alba con l’Happy Island nella mano è un must, mentre il party non finisce mai con il Rab Music Festival, che a inizio agosto scuote l’intera isola con sinfonie internazionali e croate a ogni angolo, dalla città alla spiaggia.
I più saggi si avventurano nei dintorni della costa alla ricerca delle innumerevoli insenature, che offrono scorci paradisiaci e tuffi nelle acque cristalline dell’Adriatico. Le baie sono tante e offrono intimità a chi la cerca e relax a chi ne ha bisogno: le spiagge sono le tipiche sabbiose adriatiche, completamente attrezzate per garantire il divertimento.
Niente prenotazioni, nessun impegno, basta riempire il nécessaire e partire: Rab è pronta ad accogliere i passeggeri che attraccano da ogni dove.
Margherita Turdò
SOCIAL FB http://www.rab-visit.com/it
Ente per il turismo della citta di Arbe TRG MUNICIPIUM ARBA 8 - 51280 RAB e-mail: [email protected] tel. +385 (0)51 724-064 - fax. +385 (0)51 725-057
 #visitRab
Rab, l’isola felice dell’Adriatico Chiunque tu sia, Rab è il posto giusto per te All’orizzonte si scorge la costa, tante casupole in pietra bianca dai tetti color terra di Siena la lambiscono e poi … quattro campanili svettano nel cielo azzurro: siamo a…
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boogiestreet-blog1 · 6 years
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Accetto la sfida, anche se probabilmente la “pagherò” di persona. Ma quanto vale la libertà? Un prezzo inestimabile che - chi ha scelto di non essere sul libro paga di nessuno - si è sempre dichiarato disposto a pagare. Mi iscrivo al PD e m’impegno a darti una mano, se lo vorrai, e a lavorare sodo. Un giorno il presidente Fini mi disse che sono: “inesorabile come il destino”, forse soltanto ora ho compreso le sue parole. Per me lui continuerà ad essere un esempio da seguire, un giusto tra i pochi, un amico il cui coraggio è forse impareggiabile e continuerò a ritenere che la svolta per l’Italia potrebbe derivare da un Kadima italiano in grado di riunire le migliori menti e i cuori più sensibili della destra e della sinistra: un partito nuovo guidato proprio da lui. Ma al momento sono stanca di attendere il Moshiach. Questo è il momento di combattere soprattutto per ciò che più mi sta a cuore: un’Italia laica, democratica e giusta. Non ho altri posti in cui farlo, se non il PD. Perchè come bene ha scritto Ceronetti: “La paura, sotterraneamente risentita dopo il nobile, generoso e non generico discorso del Cairo di Obama, è di essere abbandonati dall’America di fronte all’inflessibile procedere dell’islamizzazione europea. E questa sta avvenendo con l’attiva collaborazione della Chiesa cattolica (per motivi bioetici, per orrore dell’avanzata laicista, per inaudito disperato progetto di una futura spartizione religiosa, tra monoteismi, dell’influenza sulle anime umane: cave vaticanum). Ma se l’Europa (singole nazioni o ectoplasma di Strasburgo che potrà addirittura un giorno farsi corpo di sostanza) pensa di contrastare l’islamizzazione appoggiandosi ai partiti di obbedienza tacita o aperta alla Chiesa cattolica, è bene sappia che sono cadute da un pezzo le mura di Vienna e spento il fuoco greco di Lepanto: la cupola di San Pietro nasconde una colonna di sabbia. In-sha-allah… Dagli ultimi due papi viene la consapevolezza che l’Islam è vincente. (Il papa Ratzinger si è arreso subito dopo il pallone-sonda di Ratisbona). Ci sono oscillazioni in questa certezza pessimistica, ma la determinazione politica mi pare segnata dal «salvare il salvabile». Si ripresenta la scelta tragica di Pio XII: meglio Hitler che Stalin. Per Benedetto XVI è: meglio l’Islam che il controllo delle nascite, che una Europa giacobina, che i matrimoni gay, che una sfrenata (siamo appena agli inizi) libertà e rivincita matriarcale delle donne. Se è messa in dubbio la patriarchìa, la Chiesa drizza muri e l’Islam fa guerra.” Non potrà mai esserci democrazia senza laicità. E non potrà mai esserci libertò, senza laicità. Su questo tema posso anche perdere antiche amicizie, ma non demordo. In questa fantastica italia - appositamente scritta in minuscolo - dove le veline vengono candidate al posto di parlamentari (e vincono), dove si straparla di meritocrazia ma poi i “prof”, quelli un po’ baroni con la P maiuscola, chiedono trattamenti di favore nei confronti dei figli dei loro amici con tanto di azienda, dove basta chiamare “papi” l’Imperatore per ottenere un servizio da star quando vai a votare, dove c’è chi denuncia stipendi da fame, ma va al mare con la barca, dove i figli delle persone comuni fanno fatica ad uscire dal precariato, dove tutti invocano sicurezza, ma alle forze dell’ordine si impongono tagli, dove il rispetto della persona è persino negato nel fine vita, dove a gran voce si chiedono le “preferenze”, ma poi quasi nessuno le ha esprime, dove tutti si lamentano che le cose vanno male, però circa il 40% delega agli altri il suo destino e non va a votare, dove un principe prende voti perchè sa danzare e un ex musulmano prende voti perchè si è convertito al cattolicesimo… ebbene, in questa fantastica italia - sempre con la “i” minuscola - c’è ancora chi si spende e chi si è speso per un ideale. Tu sei uno di questi e io non mi tiro indietro. Ci vediamo al Lingotto il 27, magari un po’ prima per un caffè! Shalom ve lehit’raot, Daniela.
Daniela Santus, in risposta a Ivan Scalfarotto.
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Consigli Utili (2?)
Per fare un ottimo esercito altamente distruttivo. Da dove nasce la violenza? Dalla vagina, mi pare ovvio. Nasce nei mesi di gestazione claustrofobica e nelle ore di travaglio per giungere al culmine nella fuoriuscita del tappo (perché è proprio come quei tappi dalla base larga inseriti in beccucci stretti). Poi inizia la violenza psicologica "sei stato nel mio utero per 9 mesi ora fai quello che voglio io, diciamo, per tutta la mia vita". Altre volte l'ho detto, ma le donne ti tirano fuori la violenza e poi manifestano contro di te. Per fare l'esempio pratico che serve sempre, è come quel tipo che continua a pressarti il dito sulla spalla alle tue spalle e quando ti giri incazzato ha già fondato una startup contro la violenza ingiustificata che s'intitola "non devi lasciare correre. Se qualcosa ti dà fastidio lo devi dire subito". "MA IO TI SPACCO LA FACCIA MALE! MA CHE COS'È UN TEST? MA IO TI SPACCO LA TESTA!". Poi prendi un bel respiro e tutto passa. La donna, ma anche l'uomo che la scimiotta che è sempre una donna ed è inutile specificarlo, è la goccia che erode la roccia nella caverna. La misoginia, ad esempio, esiste ancor prima dell'avvento della donna. Dio stesso odiava le donne e infatti le ha fabbricate così apposta. Io dico solo che se una si concia da mignotta e poi uno dice "ehi tu mignotta!" trovo non vi sia nulla di male e invece si pianta su tutto un casino dove finalmente si può sfogare la violenza (di cui scrivevamo qualche paragrafo fa) e finisce che ci si fa male. Faccio un altro esempio. Da ragazza andavo in un locale dove c'erano delle tipe che ballavano sui tavoli in modo altamente seduttivo. Di base il modus operandi si fondava sul ben noto "guardare e non toccare". Ed ecco che nei corpi maschili fermentava ancora di più la prepotenza e in un luogo ultraffollato (perché era tutto chiaramente un altro test psicologico atto a far rimanere i migliori in questo mondo ed è una risultanza che si vede e si nota tutti i giorni) bastava un gomitata e scappava il morto. Meglio! Un po' più di spazio per tutti. Allora forse in questo pianeta c'è spazio solo per i gay e le donne. E quindi le cazzate che dico sempre son vere. BASTA CON questa storia dei maschi alla naia. Ci voglion solo le femmine. E così si vincono le guerre. Che poi essendo naturalmente bisessuali si giocano anche la carta sesso, che basta girarla e torna la carta violenza, e tutti ci divertiamo un po' a vedere un bel porno lesbo nel fango e i capelli che si tirano sporchi di fango e si scivola, trame fitte ed estremamente variabili. A me pare una cosa giusta. Perché così c'è anche la strategia e c'hai dei soldati quasi invincibili. Io, per fare più in fretta, gli uomini eterosessuali li getterei direttamente nell'inceneritore a Parma. Perché poi lo sappiamo tutti come va e allora io lo scrivo. Aspetto provocante al massimo che si aspetta proprio di provocare. Poi uno dice la cosa che pensano tutti ad alta voce "Ehi, ciao, bel mignottone" e lei tutta stizzita si gira verso il suo burattino "hai sentito cosa mi ha detto?" e via giù botte. E poi le femministe creano delle pagine su Instagram "freecapezzoli!" e ci mettiamo tutti insieme a giocare a gira la moda nel dolce forno di miominipony. Che poi (ora chiudo), no, ai maschi si nega la figa se son brutti e non hanno soldi ma poi l'opinione pubblica deve accettare in modo liscio, quasi liquido scorrevole, un uomo brutto che ha deciso di diventare donna e tutti devono pensare che sia bello e possibilmente scopabile (che si sa che son sinonimi) e invece una donna brutta non se la farebbe nessuno ma magari se si gira di spalle e ha un bel culo... A proposito: il culo di Kim Kardashian sarà protagonista di un nuovo film sulla liberazione. E infatti tutta questa cosa del partigiano Jhonny (sottolineato, e stavolta me ne sbatto di dove si mette l'h che continua a cambiare posto come se fossero nomi diversi che si pronunciano alla stessa maniera), Gin (sottolineato uguale), Maggie e compagnia cantante... beh, tutto ciò dimostra ancor di più che la vera liberazione avvenne per mano degli americani (e della mafia).   
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Uomini e donne tedeschi
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Uomini e donne tedeschi
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Invidia dell`italiano e involuzione sessuale ed estetica: 
una poco seria esposizione sui generi sessuali tedeschi e la storia
  Attenzione: contiene 2 parolacce e un paio di battute e allusioni politicamente scorrette
Quando un ometto tedesco si immagina un italiano, nei suoi occhi si accende subito un`impercettibile scintilla d`invidia. Perche` l`italiano e`, per definizione teutonica, un macho, un vero duro. E` bello anche se non alto, gira spavaldo e abbronzato, con i capelli pieni di gelatina e il pelo nero sul petto. L’ uomo italico mangia anche tanti spaghetti che gli servono da carburante per gli innumervoli amplessi con le femmine, numerose e tutte ai suoi piedi.
Ah, povero, povero ometto tedesco, come vorrebbe essere un uomo italiano, invece no, niente e` piu` lontano dal suo essere. In Germania infatti gli uomini si aggirano con sguardi da teneri o isterici coniglietti spaventati, e i veri uomini, quelli coi pantaloni, il pelo sul petto, gli spaghetti e gli innumerevoli amplessi, quelli sono le donne tedesche, si, le donnone crucche. Le donne tedesche sanno fare tutto, da montare una ruota di scorta a costruire una baita in legno lappone, da cucire una sciarpa per giraffe a cucinare giapponese. Le vedi al mattino in biciletta sotto la pioggia scrosciante con due bambini impermeabilizzati, uno dietro e uno davanti del peso complessivo di 70 chili, piu` una cassa di birra in equilibrio sul manubrio e il polpaccio nudo e gonfio che trionfa come un trofeo sul pedalino.Che spettacolo.
Le donne vincono. Non c` e` piu` il cancelliere, ma la cancelliera Angela, e il sindaco di Berlino, la capitale del Reich, e ` dichiaratamente Omosessuale. Evviva, Berlino e` la capitale dei Gay, ci sono piu` Gay che etero maschi oramai ma e` meglio cosi`, visto il processo di degenerazione dell`eterosessuale maschio tedesco.
Eppure io mi ricordo di tempi migliori, forse neanche troppo lontani (anche se molti fingono che siano passati secoli,chissa` perche`), i tempi d`oro dell`uomo tedesco: ah, come era bello!! Ariano, virile ginnico biondo stallone, pronto a conquistare il mondo diffondendo la sua razza a suon di mani tese verso l`alto e strillacci.
Che vi e` successo, bei barbaroni biondi, ohime`? Tutta colpa di quel bassettino austriaco invidioso della vostra bellezza chiamato Adolfo. Si sa che i belloni sono stupidi.
Cosi` Adolfo, isterico ma furbo,se ne e` arrivato e ha imbambolato i bamboloni e spediti al macello, come tenenti, soldati, Artiglieri, bombardieri. E cosi` mentre i belloni facevano la guerra, le donne tedesche imparavano a fare tutto da sole e dovevano, ecco la prima parolaccia, tirare fuori i coglioni.E cosi` ora capite la storia. I bamboloni son tornati dalla guerra sciancati, mutilati e depressi e traumatizzati. Non solo. Con il grande senso di colpa di avere combattuto dalla parte sbagliata, quella perdente, e quella degli stronzi (un`altra parolaccia, per dindirindina, ma in questo caso ci sta proprio).
E mentre le donne a Berlino frugavano tra le macerie e ricostruivano la citta`, gli uomini tedeschi si son beccati i complessi di inferiorita` statosferici, e sono diventati quello che sono oggi, fondamentalmente bevitori di birra.
E ora c` e` solo da sperare che la cancelliera spedisca le donne in qualche guerra falsa ( esistono guerre giuste?mm) cosi` gli uomini impareranno di nuovo a fare tutto da soli e tireranno di nuovo fuori i muscolazzi davanti alle amazzoni debilitate da nuovi sensi di colpa. Ma a che pro?
E poi, come sappiamo, la storia non si ripete mai uguale.
In Italia non tornerebbe mai per esempio una dittatura simile a quella mussoliniana, con un omettino megalomane che si prende tutto il potere.
Ahahahahah.
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