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#Europeo-siberian
lestreghedifenix · 1 year
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Betulla Simbologia,uso magico Utilizzi e proprieta
È un ottimo depurante, sia per l'uomo che per il terreno.
La corteccia contiene catrame, ciò rende la betulla un legno buono da ardere anche quando è fresco.
Veniva usato in passato per ricoprire i tetti delle case.
I nativi Americani della tribù Ojibwa usavano la betulla per la costruzione dell'inipi (capanna sudatoria).
La corteccia è stata usata per costruire barche e canoe.
Contribuisce all'equilibrio delle acque nel terreno.
In ambito erboristico, l'infuso delle foglie giovani ha un effetto depurante sul corpo in quanto stimola la cistifellea, i reni, la vescica. È una bevanda depurativa, diuretica, antisettica, antiinfiammatoria, e leggermente sudorifera che può aiutare in caso di sindrome premestruale, calcolosi renale,insufficienza venosa, ipertensione arteriosa e edemi da insufficienza cardiaca.
Miti e curiosità
La Betulla ha una lunga storia nei miti e leggende delle diverse popolazioni eurasiatiche: per i Celti era anticamente il simbolo del sole nascente (Beth, "Betulla", è la prima lettera dell'alfabeto ogamico). Con il tempo però sarà il potere materno e la sua candida corteccia a far prevalere l'aspetto specificatamente materno su quello solare, rendendolo per le popolazioni europee, un'albero legato alla Grande Madre e alla Luna. Questo successe a molti popoli in passato che dimenticarono l'aspetto materno e femminile del Sole rendendolo, col passare del tempo, prettamente maschile.
Per le popolazioni siberiane, era l'albero che collegava i mondi dello Spirito: l'axis mundi, asse del mondo.
Gli sciamani siberiani usavano questo albero per accedere ai mondi superiori nello stato ampliato di coscienza.
Era usata anche nei riti di iniziazione, nei quali il novizio compieva il suo primo viaggio.
Il suo legno è usato da millenni per costruire i sacri Tamburi, oltre che per il Potere legato all'albero, anche per la sua capacità di modulare toni alti e bassi conferendo al tamburo una voce armonica e profonda.
Per questi motivi, i Siberiani consideravano la Betulla come l'albero sciamanico per eccellenza.
Nelle tradizioni popolari nordiche simboleggiava l'Albero Cosmico; "custode della porta", apriva allo sciamano la via del Cielo, permettendogli di passare da una regione cosmica all'altra, dalla Terra al Cielo o alla Terra agli Inferi, in un viaggio interiore che conduceva all'estasi.
La Betulla, è una pianta magica chiamata anche Betulla, Betula Alba L., Betula Pendula, Vituddu, Bedollo, Bedola, Gray Birch, White birch, Bouleau blanc, Betula verrucosa Ehrh, Betula pendula Roth, Betula pubescens Ehrh.
La Betulla è della Famiglia delle betullacee, è legata al Sole, agli elementi di Fuoco e Aria, al Pianeta Giove, alle Divinità di Thor e Giove e ai Segni Zodiacali del Leone e Ariete e più in generale tutti i segni di fuoco
Nel periodo di Aprile – Maggio l’aroma è maggiormente intenso e duraturo, i principi attivi della pianta sono molti: Betulina, Quercitina, Miricetina, Olia essenziale, Estere Butilico, Saponine, Acido nicotinico, Clorogenico, Caffeico, Acido Betulinico, Flavonoidi.
Il livello di tossicità è assente e l’unica Controindicazione è per i soggetti allergici all’aspirina e più in generale ai salicati.
Se la pianta viene usata assieme a Verga D’Oro, Spirea Olmaria, Pungitopo, Vite Rossa, Frassino Comune, Tarassaco, Ortica, Ribes Nero, Sambuco, Carciofo, Lespedeza, Levistico, Ononide, Lampone.
Uso Terapeutico: Capelli, colesterolo, colorito, cure di primavera (depurativi), dermatosi, efelidi, gotta, intossicazione, litiasi, obesità, pelle, piaghe, reumatismi, sudorazione, urea.
Nella magia la pianta ha un ruolo importante nelle tradizioni magiche dell’Est Europeo e paesi scandinavi, ad essa vengono associate caratteristiche di protezione ed esorcismo. La betulla viene usata sia per la fertilità che per la protezione, essa veniva piantata nei pressi della propria dimora durante il solstizio d’inverno. Nei paesi nordici si faceva liquore ricavato dalla resina di questa pianta che veniva consacrato, bevuto per favorire esiti positivi. In magia si usano le foglie polverizzate che vanno gettate nel fuoco come purificanti e scaccia-negativita. Le foglie essiccate sono difficili da polverizzare poiché la cellulosa le rende, piuttosto robuste, quindi se ne consiglia il trattamento con strumenti affilati.
Nella betulla viene utilizzata anche la parte bianca della corteccia che tende a staccarsi in modo abbondante dal tronco, specialmente durante l’inverno ad opera degli sbalzi termici. In nord europa spesso si sentono dei scricchiolii particolari provenienti dalle cortecce, le popolazioni rurali attribuiscono a questi rumori un significato soprannaturale. La corteccia, messa in acqua a bollire per circa 30-40 minuti, diventa morbida e perde la forma arrotolata.
Lasciandola asciugare sotto pressa, potrà costituire un supporto per la scrittura di invocazioni votive o da bruciare durante un rito.
Simbolismo celtico della betulla
crescita
rinnovo
stabilità
iniziazione
adattabilità
Associata con il sole, la betulla è un emblema di questa stella, facilità la passione, l'energia, così come la crescita; l'associazione con il simbolo solare và di pari passo con la comprensione che possiamo imparare a possedere come i druidi, che usavano la corteccia di questo albero per accendere il fuoco. La betulla serve come innesco perfetto che inizierà a bruciare anche quando altri saranno umidi, cosa che lo rende pregiato al fuoco perché ne è alimento sostanzioso e sicuro.
Anche in questa analogia la betulla chiede a chi la conosce di servire gli altri con il fuoco della passione nel cuore, ricordandoci che nonstante le vicissitudini della vita ci portino a perdere energia e voglia di agire, in un istante la scintilla dell'anima può ritornare ad ardere grazie alle passioni che ci spingono verso la nostra divinità interiore.
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paleogenetica · 3 years
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Cap 147 : Culturas de Rusia : Ancestros de Paleoindios : Mal'ta–Buret
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El Niño de Mal'ta del Capítulo anterior fue enterrado con Respeto y Amor y se le dió un hermoso Ajuar Funerario, costoso para su Epoca, hace 24000 Años. Ver en la segunda Imagen los Objetos acompañantes para el Viaje en el Otro Mundo.
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Primera Imagen : 
La Flecha Verde son los Ancestros de los Europeos, la Flecha lleva a muchos Pueblos incluídos los Yamnayas o Kurgans sobre el Mar Negro y Ancestros de los Pueblos Indo Europeos que incluyen a casi toda Europa.
La Flecha Verde pasa por una Bola Negra . En ese Círculo Negro se cruzan con la Flecha Roja que son los Asiáticos como los Chinos y Japoneses y se casan y fertilizan cruzando sexualmente sus Genes Europeos y Orientales.
Es demasiado Aventurado decir que ese fue el Sitio donde se cruzaron las dos Culturas y Etnias distintas. Me parece que eligieron un Sitio cercano a la Aldea de Mal'ta y el Lago Baikal por Facilismo, pero no deja de ser Especulación. No había Periodistas con Video Cámaras, ni Notarios cuando ocurrieron estos Coitos entres los Proto-Europeos y los Proto-Asiáticos ( o mejor Proto-Siberianos actuales ? ). Dejemos todo en la Duda Científica !.
El Cruce produce una Flecha Morada y Círculo Morado que va a Beringia a producir los Paleoindios o sea la primera Ola que llega a América desde Asia pasando por Beringia ( en color Verde ).
El Niño de Anzick en Montana USA de 12,600 Años de Antiguedad es otro Descubrimiento Genético sensacional gigantesco en la PaleoGenética y ArqueoGenética, y muestra que la Hipótesis Solutrean de Europeos llegando por el Atlántico va perdiendo Piso Día a Día.
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Para ver la Imagen mucho mas grande ábrala en una Pestaña nueva de Windows con el Mouse Botón derecho y la ve muy aumentada.
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El estudio de los restos de un joven de la aldea siberiana de Mal'ta, de 24.000 años de antigüedad, ha añadido una nueva raíz al árbol genealógico de los indígenas americanos. Mientras que algunos vienen claramente del este de Asia, el genoma del chico de Mal'ta (el humano moderno más antiguo) muestra que hasta un tercio de esa ascendencia es europea.
Los resultados muestran que las personas relacionadas con eurasiáticos occidentales se habían extendido más al este de lo que nadie había sospechado y vivieron en Siberia durante las partes más frías de la última Edad de Hielo.
"En algún momento en el pasado, una rama de los asiáticos orientales y una sucursal de eurasiáticos occidentales se conocieron y tuvieron relaciones sexuales", señala el paleontólogo Eske Willerslev. "Esta mezcla creó a los nativos americanos, en el sentido de que fueron los predecesores de las poblaciones que posteriormente llegaron a América, tanto al norte como al sur".
Cultura, Identidad y PatrimonioLos indígenas americanos tienen raíces europeas. Por Prensa ICL   21/11/13
http://institutoculturaldeleon.org.mx/icl/story/1095/Los-ind-genas-americanos-tienen-ra-ces-europeas#.YM_TMGgza1s
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Scientists have mapped the genome of a four-year-old boy who died in south-central Siberia 24,000 years ago.
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They suggest about a third of Native American ancestry came from an ancient population related to Europeans.
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The burial of an Upper Palaeolithic Siberian boy was discovered along with numerous artefacts in the 1920s by Russian archaeologists near the village of Mal'ta, along the Belaya river.
"With these remains of a young kid were all sorts of cultural items, one of which was a Venus figurine,".
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"When we sequenced this genome, something strange appeared," he explained. "Parts of the genome you find today in western Eurasians, other parts of the genome you find today in Native Americans - and are unique today to Native Americans."
DNA from the boy's Y chromosome and from the mitochondria (the cell's batteries) were of types found today in a region encompassing Europe, West and South Asia and North Africa, but rare or absent in Central Asia, East Asia and the Americas.
The researchers estimate that 14-38% of the ancestry of Native Americans traces to a population like the one living at Mal'ta 24,000 years ago.
But the most puzzling part of this finding was that the boy showed no clear affinities with East Asian populations such as the Chinese, Koreans or Japanese.
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Ancient DNA from Siberian boy links Europe and AmericaPublished20 November 2013
https://www.bbc.com/news/science-environment-25020958
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Of the 24,000 year-old skeleton that was Exhibit A, Willerslev was quoted in THE SIBERIAN TIMES, as saying, “His DNA shows close ties to those of today’s Native Americans. Yet he apparently descended not from East Asians, but from people who had lived in Europe or western Asia.” He added, “The finding suggests that about a third of the ancestry of today’s Native Americans can be traced to ‘western Eurasia.‘”
The 4-year-old boy, who died 24,000 years ago in a homeland previously assumed to account for all the Indians who crossed a theoretical Bering land-bridge and founded the First Americans, had a male Y-chromosomal haplogroup of R1b, the most common lineage in modern Europe, and a female mitochondrial lineage of U, the dominant prototype in pre-historic Europe. As it happens, I am the same combination, R1b for male and U for female, as are innumerable others in our in-house study on CHEROKEE DNA, published, lo, some five years ago.
Whereas previous “peopling of the Americas” stuff has clung to and recycled haplogroup studies (sex-lines), the new shock research relies on autosomal DNA, total genomic contributions from all ancestral lines, not just male-only, not just female-only descent. The title of a blog from Eurogenes rightly emphasizes this:  “Surprising aDNA [autosomal] results from Paleolithic Siberia (including Y DNA R).”
When we introduced the 18-MARKER ETHNIC PANEL as an enhancement for our main autosomal product, DNA Fingerprint Plus, lo, again, these five years now and counting, we presented a map of prehistoric human migrations showing without any equivocation that “Native Americans,” even as Cavalli-Sforza demonstrated two decades ago, were closer in genetic distance to Europeans than Asians. In fact, we claimed, on the basis of autosomal DNA, that having Native American I or Native American II was a result discrete and separate from East Asian, since Native Americans obtained frequencies of its occurrence as high as 80% and Asians were on the polar opposite of the scale, at the bottom for carrying it. Other methods frequently confused Native American and East Asian to the point of invalidity, particularly those products claiming to arrive at racial or ethnic percentages.
The moral is that autosomal DNA trumps Y chromosome and mitochondrial evidence, and only ancient autosomal DNA can truly explain modern DNA.
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Fuente : NATIVE AMERICANS HAVE DEEP ANCESTRY IN EUROPE - Shocking, Long Overdue Revision to American Indian Genetics
By Donald N. Yates -  October 2013
https://dnaconsultants.com/native-americans-deep-ancestry-europe-yes-official/
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Pintura de Frank Weir
Un Enterramiento de un miembro de la Tribu Paleoindia hace Miles de Años.  Un Shamán hace sonar Instrumentos de Ruido.  Puedes abrir la Imagen en una Pestaña nueva de Windows para verla mas en Detalle.
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Detalle de la Pintura Anterior : Un Miembro de la Tribu deposita con Amor y Respeto el Ajuar Funerario que acompaña al Muerto en el Otro Mundo.
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Some 11,000 years ago, the bodies of a man and a child were laid together in a shallow pit beneath the broad overhang of Horn Shelter.
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Horn Shelter - A Paleoindian Grave
https://www.texasbeyondhistory.net/horn/burials.html
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Después de sufrir mucho Frío, mucha Nieve y Hielo, los Paleoindios van hacia el Sur dentro de Norte América y llegan a un Sitio primaveral donde hay mucha Vegetación y Animales para cazar.
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cristinacori · 7 years
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Sei giorni di treno, il mio viaggio da Vladivostok a Ekaterinburg
Per il mio interminabile viaggio verso ovest mi tocca il posto 6 sul vagone 0 della peggiore delle platzkart.
Una sola presa funzionante, che tra l’altro si trova sul letto sotto al mio, cosicché chiunque volesse caricare un qualche dispositivo elettronico lo deve fare sulla testa del povero signore che dorme lì; rubinetto dell’acqua potabile vuoto: bisognerà bere quella bollente del samovar, il che non sarebbe poi così fastidioso se non fosse che l’aria condizionata è guasta e nel vagone fa un caldo micidiale.
La provodnitsa del turno di notte è una gnappetta cicciottella, di quelle che come dicono a Roma fai prima a saltarla che a girarle intorno, dai modi bruschi. L’altra, invece, è una magrissima signora gentile dai capelli rosso fuoco. Insieme sembrano Stanlio e Onlio, ma almeno i compagni di viaggio sono interessanti. Sotto di me ho una coppia di anziani signori. Lui, Vova, baffi neri e occhi grigi appesantiti dalla vecchiaia, ha enormi dita tonde ed è ricoperto di tatuaggi. Lei, Valya, capelli tagliati corti e viso solcato da lievi rughe, è una tipetta allegra e dalla parlantina nervosa. Sono diretti a Mosca, parlano solo russo e praticamente mi adottano.
Il treno parte e la signora tira fuori tovaglia, tazze di metallo e recipienti di plastica ripieni di tutto il cibo immaginabile. Mi offrono un po’ della loro cena: Valya infila nella mia zuppa liofilizzata pezzi di prosciutto affumicato e, sempre senza chiedermi nulla, mi sbuccia uova sode e mi porge il pane. Penso di aver risvegliato i suoi istinti materni, vuole nutrirmi a tutti i costi. Forse le faccio pena con i miei scarni panini vegetariani e le zuppe coreane del discount. Mi raccontano tante cose (chissà cosa) e mi chiamano “Kristin”, alla russa. Chiedo loro, nel mio strampalato russo, di dove sono: vengono da un posto che non è una città, ma uno scioglilingua, io però faccio finta di aver capito e non ho scelta perché continueranno a parlarmi come se davvero capissi quello che dicono, sommergendomi di domande cui si aspettano che io risponda.
Il giorno seguente il caldo non dà tregua e nel vagone la gente si sventola, grondante di sudore, con tutto ciò che gli capita per le mani. Per sopravvivere al caldo, l’uzbeko del posto 12 ha cominciato ad aprire tutti i finestrini del vagone, compreso quello che dà sul mio letto. Ci ha appoggiato una bottiglia di plastica piena di kvas (una bevanda russa ricavata dal pane nero fermentato) per assicurarsi che non si chiuda ed ha deciso che deve rimanere lì. Così mi tocca dormire con la bottiglia al lato del cuscino.
L’idea del finestrino aperto è buona per il giorno, ma non per la notte. Al calar del buio la fredda aria delle notti siberiane entra attraverso la finestra come una lama tagliente e mi sferza il volto senza pietà. Mi raggomitolo il più possibile nella coperta di cotone, ma non mi riesce di prendere sonno così mi alzo all’alba quando tutto il vagone ancora dorme. Mi preparo il tè e lo bevo guardando il paesaggio in movimento. Fuori piove. La fitta foresta di betulle filiformi è ricoperta da una rosea bruma mattutina attraverso la quale il sole luccica in una danza in cui insegue il treno, comparendo e scomparendo tra i tronchi bianchi degli alberi. Costeggiamo a lungo un ampio fiume limaccioso sul quale aleggia una leggiadra nebbia che come un lungo serpente nebuloso ne cela le sponde. Dopo qualche ora il panorama cambia e il treno si fa strada tra scure vallate ancora avvolte dalla nebbia e praterie ricoperte di alti fiori di un rosa acceso.
La pioggia continua a picchiettare sui vetri disturbata solo dal passaggio nel corridoio di una provodnitsa in carne che a malapena sta dentro la camicia tesissima dalla quale escono rivoli di ciccia. Ad annunciarla è l’allegra musica che esce dal carrello di snack che spinge. “Pirojki, kartochki…” propone a voce alta attraversando il vagone. L’uzbeko del posto 12 le fa una battuta, lei sta al gioco e gli dà una manata scherzosa. Tutti ridono, deve aver detto qualcosa di divertente. Una delle cose di cui mi dispiaccio, penso guardandoli mentre ridono, è di non parlare russo. Se ne fossi stata capace avrei chiacchierato con i miei compagni di viaggio, con le provodnitse. Chissà quante storie mi sono persa, quanti aneddoti e opinioni su questo o su quell’argomento. Perché tanto loro, i russi, hanno sempre qualcosa da dire: sono un popolo di gran chiacchieroni. Mi riesce difficile immaginarli come li descrive Kapuscinsky ai tempi dell’Urss. Il reporter polacco (anche lui reduce di viaggi in Transiberiana) scrive di loro che rimanevano silenziosi, diffidenti, evitavano di parlare e speravano che nessuno facesse domande. Era un altro periodo storico, plasmato dal sospetto verso l’altro, dalla paura di pronunciare una parola di troppo, di sembrare curiosi. Tutte caratteristiche pericolosissime all’epoca. “I fondamenti dell’impero sovietico sono sempre stati il regime di terrore e la paura. Solo la perestrojka e la glasnost’ introducono un cambiamento radicale. La gente comincia ad esprimere pubblicamente le sue opinioni ad avere idee proprie, a criticare e a chiedere. La cosa diventa un’esaltazione, un’ubriacatura generale […] dappertutto non fanno che parlare, parlare e parlare. […] tale sovrabbondanza verbale, tale logorrea oratoria è favorita dalla lingua russa, da quel fraseggiare ampio, disteso, sconfinato come la terra russa”.
Il terzo giorno di viaggio salgono sul treno alcuni giovanissimi soldati russi. Sono ragazzi diciottenni che stanno facendo il canonico anno di leva obbligatoria. In mezzo a loro io, la bizzarra italianka, sono una nota fuori dal coro e infatti tempo cinque minuti e mi sono tutti addosso. Di dove sono? Parlo russo? Che ci faccio in viaggio in Siberia? Viaggio da sola, veramente? E mi sommergono di foto. Tutti vogliono un selfie ricordo con questo essere esotico che viene dalla lontanissima Roma. Questa giovane “armata russa” non viaggia da sola: è accompagnata da un sottufficiale biondissimo che ai miei occhi pare più o meno coetaneo dei ragazzi di cui è responsabile. Parlando con loro scopro che la leva in Russia è obbligatoria. Ogni ragazzo al compimento del diciottesimo anno deve prestare un anno nell’esercito. A loro è andata bene, mi racconta Sergej, l’unico che parla una qualche parola di inglese, fino al 2008 gli anni di leva erano due. Mi sorride e mi offre una mela.
Il giorno seguente l’armata russa scende a Krasnoyarsk e salgono nuovi compagni di viaggio. Tra le nuove arrivate ci sono sei ragazze, ballerine di danza contemporanea. Una di loro è specializzata in hip pop. Mi fanno vedere i video sul cellulare e, anche se non capisco nulla di danza, mi sembrano veramente brave.
Mi raccontano che sono in viaggio per Ekaterinburg dove hanno un appuntamento al consolato statunitense per ritirare il visto per andare in California dove parteciperanno a un famosa competizione di danza. Sono un po’ preoccupate, mi dice Ekaterina, una di loro. Il visto per gli USA non è mera burocrazia per i cittadini russi: le ragazze dovranno prima sottoporsi a un colloquio con il console. Quelle tra loro che non sono sposate sono le più ansiose perché il governo statunitense non vede di buon occhio le russe nubili; il luogo comune vuole che le ragazze dell’Est europeo abbiano il fine di adescare un qualche americano per sposarlo ed ottenere così la cittadinanza statunitense.
Qualche centinaio di chilometri dopo Novosibirsk, la capitale della Siberia occidentale, arriviamo alla stazione di Barabinsk. I passeggeri prima di allontanarsi dal vagone consultano la tabella affissa alla porta dello scompartimento delle provodnitse, su cui sono riportati con precisione svizzera i tempi di sosta ad ogni stazione. In questo modo chi vuole scendere a comprare qualcosa da mangiare, o anche solo a sgranchirsi le gambe o a fumare, sa per quanto tempo il treno sarà fermo prima di ripartire.
Ekaterina mi invita a scendere con le sue amiche, mi vuole mostrare i venditori ambulanti di pesce semi secco affumicato che attendono i passeggeri sulla banchina. A quanto pare questo pesce è una specialità del posto molto richiesta data la foga con cui tutti si precipitano a comprare questa leccornia. Passeggiamo su e giù per la piattaforma a osservare i nostri compagni di viaggio scegliere con cura la loro cena, e un mercante di colbacchi impellicciati tenta inutilmente di convincermi a fare un affare acquistandone uno.
Arriva il momento di risalire a bordo e, tutti soddisfatti dei propri acquisti gastronomici, rientrano in treno. Nel vagone aleggia ora un’aria irrespirabile: un miscuglio di pesce affumicato e odore di chiuso unito a quello di circa una ventina di persone che non di fanno la doccia da giorni. Poco male, alla fine ci si fa l’abitudine, e poi il pesce è buono. Me lo fa assaggiare la signora bionda del posto 22, diretta a Mosca a trovare i nipotini. Una donna sulla cinquantina originaria di Norilsk, una cittadina siberiana molto a nord, dove le estati durano un mese e gli inverni, infiniti, registrano una temperatura che si aggira sui -35. Ekaterina mi traduce i racconti della signora che, mentre con le mani fa a pezzetti il pesce, si diverte a vedere la mia faccia incredula. Ai suoi occhi io, la turista italianka, sono un essere che viene dai tropici.
6 giorni di treno, il mio viaggio da Vladivostok a Ekaterinburg Sei giorni di treno, il mio viaggio da Vladivostok a Ekaterinburg Per il mio interminabile viaggio verso ovest mi tocca il posto 6 sul vagone 0 della peggiore delle platzkart.
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okmugello · 8 years
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Sleddog. Un mugellano campione europeo: Matteo Bartolini
Sleddog. Un mugellano campione europeo: Matteo Bartolini
Il Vicchiese Matteo Bartolini conquista il gradino più alto del podio a Inzell, in Germania, dove si sono svolti i Campionati Europei di Sleddog WSA, la corsa in slitta trainata da cani nordici.
Lo sleddog, poco conosciuto alle nostre latitudini, è la attività che vede impegnato un team di cani nordici (siberian huskie in questo caso), una slitta ed un musher (il conducente, se vogliamo…
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paleogenetica · 3 years
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Cap 146 : Cultura Blancos Mal'ta en Rusia es Ancestra de Paleoindios
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Nuevamente recordamos que se definen como Paleoindios solo la primera ola de Beringianos que llegó al Continente Americano y eran muy pocos según los Genetistas y sus Cálculos Matemáticos.
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En esta Aldea de Mal'ta junto al Lago Baikal en Rusia. Cerca queda la Cultura de Mal'ta–Buret'. Al examinar la Genética del Esqueleto de un Muchacho de hace 24,000 Años todo el Mundo quedó asombrado. Pues es Genética ancestral a los Nativos Americanos.
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Los Antiguos Norte Euroasiáticos ANE ( ver mas abajo ) dieron Genes a la Cultura Mal'ta pero también los dieron a la Cultura Yamnaya Milenios mas tarde. Yamnaya son los Proto Indo Europeos. Aquí vemos que la Aldea de Mal'ta es pegadita del Lago Baikal :
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Aquí vemos que este Yacimiento Arqueológico de Mal'ta queda muy lejos de la Tierra de Beringia y de Alaska.
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Los Antiguos Norte Euroasiáticos ANE
En arqueogenética, el término euroasiáticos nórdicos antiguos (ANE, por sus siglas en inglés) es el nombre dado al componente genético ancestral asociado con la cultura de Mal'ta-Buret o a poblaciones estrechamente emparentadas con ella (como Afontova Gora), y sus descendientes. Este componente genético ANE desciende parcialmente de los euroasiáticos orientales.
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El linaje ANE se ha definido por asociación con la composición genética del "chico de Mal'ta" (usualmente etiquetado como MA-1), un individuo que vivió hace 24000 años en Siberia, durante el Último Máximo Glacial, y que fue descubierto en la década de 1920. Las poblaciones genéticamente similares a MA-1 han contribuido significativamente a la composición genética de los americanos nativos, europeos, asiáticos centrales,, asiáticos del sur y algunos asiáticos del este, por orden de relevancia de dicha contribución.
Lazaridis et al. (2016:10) han notado "una clina de ascendencia ANE a lo largo de la dirección este-oeste de Eurasia". Flegontov et al. (2015) encontraron que el máximo global de ascendencia ANE corresponde con las poblaciones contemporáneas de los americanos nativos, kets y mansi. Además esta componente ha sido encontrada en culturas del Bronce antiguo como Yamnaya y Afanasevo.
El 42% de la ascendencia de los americanos nativos del sur tiene origen en los ANE5?, mientras que entre el 14% y 38% de la ascendencia americana nativa del norte tendría origen en el flijo genético de estas gentes de Mal'ta-Buret. Esta diferencia está causada por la posterior penetración en América de migraciones de origen siberiano, siendo el menor porcentaje de ascendencia ANE el encontrado en los esquimales y en los nativos Alaska, dado que estos grupos son el resultado de migraciones a América hace aproximadamente 5000 años. El resto de la composición genética de los americanos nativos parece tener origen en el este de Eurasia. La secuenciación genética de otras gentes siberianas sud-centrales (Afontova Gora-2) que datan de hace aproximadamente 17,000 años, revelados una composición autosomal similar a la del chico de Mal'ta-1, sugiriendo que la ocupación humana de esta región fue continua durante el Último Máximo Glacial.
Los estudios genéticos también indican que ANE fue introducido a Europa por medio de la cultura Yamna/Yamnaya, mucho tiempo después del Paleolítico. El componente genético ANE es visible en los análisis de los Yamnaya, y representa 50% de su ascendencia indirectamente. Este componente también se encuentra en los europoes contemporáneos (7%–25% de mezcla ANE), pero no en los europeos anteriores a la Edad de Bronce.
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Población antigua descendiente de ANE ( Antiguo Norte Euroasiáticos ) : Antiguos Beringianos/Ancestral Nativo Americano (AB/ANA)
Antiguos Beringianos/Ancestral Nativo Americano son abolengos arqueogenéticos concretos, basados en el genoma de un niño encontrado en el sitio de Upward Sun River (bautizado USR1), datado con una antig��edad 11,500 años.12? El linaje AB diverge del Nativoamericanos Ancestral (ANA) aproximadamente hace 20,000 años. El linaje de ANA fue formado 20,000 hace por una mezcla de Proto-Mongoloide y ANE (42-43%) compatible con el modelo del poblamiento de las Américas vía Beringia durante el Último Máximo Glacial.
Euroasiáticos del norte antiguos
https://es.wikipedia.org/wiki/Euroasi%C3%A1ticos_del_norte_antiguos
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Próxima Imagen : Los Ancient North Siberians fueron un Grupo Racial que contribuyá al Niño de Mal'ta y a la Cultura de Yana Rhinoceros Horn. ( ver Mapa ).
Los Antiguos Norte Siberianos y el Subgrupo de Asiáticos Este convergieron. Trazas de Humanos en Bluefish Caves en el Yukon ( Alaska ), y en el Lago E5, también en Norteamérica. sugieren que las dos Ramas Asiáticas ( con Flechas Rojas ) se juntaron en Asia o por lo menos en Beringia y no en Norteamérica.
Esta Convergencia creó dos Grupos cuyos Restos han sido encontrados y secuenciandos para el ADN : Los Antiguos Beringios se extinguieron, pero los Ancestrales Nativos Americanos poblaron el Nuevo Mundo.
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Este Mapa fue hecho por Daniel P. Huffman
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Fuente :
Genomes Reveal Humanity’s Journey into the Americas
https://ideahuntr.com/genomes-reveal-humanitys-journey-into-the-americas/
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INFOBAE La extraña conexión entre un niño de Siberia y los indígenas mexicanos 9 de Mayo de 2018
Estudios genéticos practicados a indígenas mexicanos muestran coincidencias con el llamado niño de Mal'ta que habitó en Siberia hace más de 23.000 años, determinó un estudio científico realizado por especialistas de distintas instituciones reconocidas en el país.
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Los restos del llamado Niño de Mal'ta fueron encontrados en 1958 cerca del lago Baikal en el este de Siberia. Murió entre los 3 y 4 años de edad. Aunque no quedaron restos de su piel o su cabello, el ADN reveló que pudo haber tenido ojos y cabello oscuros con pecas en la piel.
Estudios practicados en 2013 por científicos de Dinamarca revelaron que el ADN del niño coincidía con el de los europeos occidentales y con algunas razas de nativos americanos.
https://www.infobae.com/america/mexico/2018/05/09/la-extrana-conexion-entre-un-nino-de-siberia-y-los-indigenas-mexicanos/
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Antiguos Beringios
Este o Oeste ? : Los Investigadores no han determinado si los Ancestros de los Nativos Americanos se dividieron en dos Ramas después que llegaron a Alaska o si se partieron en Siberia y entraron en dos o mas Migraciones a Beringia.
Una de las dos Divisiones fueron llamados “Antiguos Beringios” por los Investigadores. Estos se extinguieron.
El Esqueleto de una Niña de seis Semanas fue encontrado en “Upward Sun River site” en Alaska. Esta Niña tenía una Genética nunca antes vista. Y su Población fue llamada “Antiguos Beringios. Esta Niña es Pariente de todos los Paleoindios ( la primera ola de Llegada a América ) pero su Genética es muy distinta y no se parece en forma cercana sinó a los Nativos Americanos.
Esta Niña murió hace 11,500 Años. Fue enterrada con Cornamentas y con Pinturas de Ocre Rojo, un entierro con Respeto y Cariño.  La Tumba nunca fue molestada hasta que llegaron los Arqueólogos.
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The Girl was just six weeks old when she died. Her body was buried on a bed of antler points and red ocher, and she lay undisturbed for 11,500 years.
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The researchers had luck with the Girl. Eventually, they managed to put together an accurate reconstruction of her entire genome. To analyze it, Dr. Willerslev and Dr. Potter collaborated with a number of geneticists and anthropologists.
The Girl they discovered, was more closely related to living Native Americans than to any other living people or to DNA extracted from other extinct lineages. But she belonged to neither the northern or southern branch of Native Americans.
Instead, the Girl was part of a previously unknown population that diverged genetically from the ancestors of Native Americans about 20,000 years ago, Dr. Willerslev and his colleagues concluded. They now call these people Ancient Beringians.
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Fuente : In the Bones of a Buried Child, Signs of a Massive Human Migration to the AmericasFebruary 19, 2018 Chris Gill
https://pitchstonewaters.com/in-the-bones-of-a-buried-child-signs-of-a-massive-human-migration-to-the-americas/
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Pintura de Frank Weir
Un Enterramiento de un miembro de la Tribu Paleoindia hace Miles de Años.  Un Shamán hace sonar Instrumentos de Ruido.  Puedes abrir la Imagen en una Pestaña nueva de Windows para verla mas en Detalle.
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