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#Giulia Baita
sesiondemadrugada · 2 years
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Giulia Baita.
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b-ja · 6 months
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In the International Jury of the 17th MIRA Mobile Prize.
I thank the MIRA Forum in Porto and Manuela Matos Monteiro for being part of the International Jury along with renowned artists and friends such as Mario Pires, Gina Costa, Giulia Baita and Joanne Carter.
Thank you.
"The mobile community has always been driven by a spirit of openness to the new, accepting the challenge of experimenting. It is this same spirit that leads us to dare to risk what provokes and unsettles us: Artificial Intelligence in photography. We were also encouraged by the fact that there are already many members of the mobile community presenting excellent work using AI. We dedicate this edition of MMP to Marian Seid Rubin, a pioneer of mobile photography and an active and supportive member of our community"  -- MIRA FORUM
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neweramuseum · 7 years
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NEM Streets 24 - Guest curation by Andrea Bigiarini​
FEATURED ARTISTS: Karen Axelrad, Epaminondas Moreira Do Vale Filho‎, Violet Martins, Marsha Estes, Christophe Bonicel, Dominique Torrent, Giulia Baita, Manuela Matos Monteiro, Patricia Clewell, Roger Guetta, Karen Divine, Eric L Raddatz, Patricia Januszkiewicz, Montse Abad, Erik Elferink‎, Tuba Korhan, Michel St-André.
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iphoneartgirl · 7 years
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“Attention is the Beginning of Devotion” was also included in the July 16th Showcase by the Mobile Art Group (MAG) on Instagram. Curated by Giulia Baita. 
See the whole showcase here: https://vimeo.com/225774999
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callmepad · 3 years
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A década ja começou com muitas reviravoltas. Mas antes do terrível escândalo, o jovem casal Otávio e Giovanna viviam muito bem, obrigada!
A chegada do primeiro filho trouxe ao casal uma grande felicidade, principalmente para o patriarca da família, afinal, ele ganhara o seu tão sonhado varão!
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Matteo deu a toda a família uma grande alegria. O pequeno virou a grande sensação nos almoços dominicais que a família realizava na asa da ilha. De certa modo o menino fora criada com carinho e dedicação extrema, o que acabou gerando consequências negativas em sua personalidade.
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Sendo filho único por muitos anos, Matteo sempre obteve a atenção dos pais em tempo integral e devido á algumas circunstâncias, o comportamento da família acabou mudando um pouco. A chegada de Teodora pegou o menino de surpresa, contudo os irmãos desenvolveram uma ótima relação. VIVA!
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Enquanto isso, Giovanna se dedicava a cuidar da casa, dos filhos e do marido. A vida de casada lhe caia muito bem, afinal ela fora criada para isso, certo? E embora tivesse outros sonhos, a jovem não reclamava, sua família era muito unida e temente a Deus.
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Na metade da década, Giovanna dá a luz á gêmeos. EITA! Que baita surpresa, né?! Bom, Otávio era irmão gêmeo de Elizabeth Roswell Ramos, ou seja, a genética poderia uma hora aparecer. No entanto, o que deveria ter sido uma grande festa, acabou se tornando um grande pesadelo na vida da família.
Na mesma época o filho bastardo de Otávio com uma meretriz,o pequeno Ricardo fora largado na porta da casa de Giovanna, não deixando outra escolha para a jovem: CRIAR O FILHO BASTARDO DO MARIDO. E assim o fez. Ricardo fora recebido como membro da família, amado por todos, ou melhor, por quase todos. Matteo não gostou muito da chegada do meio irmão e dos gêmeos: Giulia e Edgar.
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Para mais detalhes, clique aqui!
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criativaonline · 3 years
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Cantor Kauê lança seu primeiro single "Baita Mulher", com influenciadoras
Cantor Kauê lança seu primeiro single “Baita Mulher”, com influenciadoras
O cantor carioca Kauê acaba de lançar seu primeiro single “Baita Mulher”, com a participação de conhecidas influenciadoras como Janette Machado (Programa Conectados), Giulia Dantas e Kerene Salles, entre outras, além de contar com uma equipe que se disponibilizou a fazer o videoclipe acontecer. Artista independente, canta desde os 14 anos e sofreu influência de nomes como Jota Quest, Justin…
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sangha-scaramuccia · 4 years
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Sabato 25 luglio Fortezza-Rieti
Alla Baita dopo Marmore l'appuntamento è alle 10 e già si cerca l'ombra per bere il caffè aspettando gli amici arrampicatori che oggi suderanno con noi. Con Maria Giulia e i bambini, Principino, Fabrizio e i Mario’s orvietani: Maestro, Lea, Marco, ci avviamo al parcheggio sotto le falesie dove arrivano i romani – due belve: Silvia e Danila, Matteo e Valentina. Teo e Bea i cani. Alvise è a Ferentillo con gli allievi di una palestra di Roma.
Saliamo il sempre palloso sentiero di avvicinamento e costeggiando la fascia rocciosa fino lato estremo sinistro ci fermiamo per iniziare sulle vie più semplici che monteranno Fabrizio e Principino e che poi resteranno territorio di gioco-arrampicata per i piccoli fino allo smontaggio di Valentina, ovviamente! Altre due vie ancora a sinistra, una con strapiombo e traverso l'altra di placca e uscita dura, per poi proseguire con quelle centrali, dalle semplici e veloci a Zahma (6b?) impegnativa e divertente. 
Il caldo è pesante e anche se arrampicando lo si dimentica è quando ti rendi conto di aver finito l'acqua che capisci quanti liquidi hai sborsato! Si completa l’opera, ripercorrendo il sentiero sotto le pareti a ritroso, con un bel 6c all'angoletto ventilato che d'inverno raggela ma oggi è l'oasi dove ci rifugiamo un attimo prima di scendere nel torrido del fondo valle. 
Si va! Verso l'acqua della Fonte Cottorella e poi verso la birra di EWA dove rimaniamo all'aperto cercando ancora riparo dal Sole. Ci starebbe bene un bagno al fiume ma nei pressi non ce ne sono e nonostante le proteste dei piccoli ci avviamo verso casa.
La domenica a Ferentillo si cambia formazione ci sono anche Francesca, Veronica e Luca che rivediamo dopo la settimana francese, Irene Buffone che arrampicherà la prossima volta ma intanto ci fa compagnia, i giovanotti romani Simone, Matteo e Alessia; Daniela che riesce a dedicarsi una domenica su roccia, il nostro Toni, Delia da Perugia… A Mummie Sprint c'è anche Alvise con dei ragazzini principianti e che lascia qualche corda anche agli attempati. Per me il bottino è scarso che fa caldo anche se qualche velatura del Sole abbassa di poco la temperatura, ma riusciamo comunque a scalare con Matteo due belle vie come La mola del sacramento e Sun Flower, oltre a Latte B, e niente non è! Al fiume antizanzare e tanta birra per tutti. Si finisce in piazzetta con il caffè per gli autisti e gli accordi per la settimana.
Grazie Maestro!
Un saluto a tutti
D. Yoten
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freedomtripitaly · 5 years
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Ogni anno la domanda è sempre quella: cosa fare e dove andare a Capodanno? Spesso ci si ritrova al 31 di dicembre senza aver organizzato nulla. Il 1 gennaio 2020 cade di mercoledì dunque, prendendo qualche giorno di ferie in più, potrete allungare le vostre vacanze fino al ponte della Befana. Fuga d’amore alle terme o festa in casa di amici fino al mattino seguente? Se non sapete ancora come trascorrere l’ultima notte dell’anno, date un’occhiata al nostro articolo per trarre qualche spunto interessante per le vostre vacanze. Capodanno in montagna: saluta il 2019 con gli scii ai piedi Se siete alla ricerca delle migliori offerte e mete in montagna, siete sulla pagina giusta. La montagna è il luogo perfetto per festeggiare l’arrivo del nuovo anno: scopri la bellezza delle Dolomiti fra sport a tema e feste sulla neve! I panorami innevati faranno da magico contorno al tuo capodanno in montagna e potrai goderti un’atmosfera indimenticabile in mezzo ai paesaggi tipici. Il profumo di aria fresca che trasmette pace e serenità, i giochi sulla neve, la cioccolata calda e lo shopping: la montagna accontenta tutti e, se si trovano offerte convenienti, ancora meglio! Provate a immaginare di attendere l’arrivo del nuovo anno nell’intimità di una baita circondata dalla neve, con gli amici di sempre, dopo una giornata trascorsa sulle piste da sci. Oppure, potete scegliere di trascorrere il Capodanno sugli sci in Val Fassa o scalare immense pareti di ghiaccio. Per chi desidera un’atmosfera più tranquilla e all’insegna del benessere, invece, la SPA è l’ideale. Molte sono le strutture che, in vista del 31 dicembre, si attrezzano per poter offrire ai propri ospiti un’esperienza indimenticabile. Se deciderete di trascorrere il Capodanno 2020 in montagna, avrete la possibilità di sciare sulle piste innevate ad alta quota e di partecipare a feste ed aperitivi nei locali più alla moda delle località più famose d’Italia e non. La scelta della meta per capodanno 2020 influenza molto la spesa ed il modo di trascorrere la notte di San Silvestro: infatti, se si sceglie di trascorrere le ferie durante la settimana bianca, i prezzi saranno sicuramente più alti rispetto ad altri periodi dell’anno. Capodanno in montagna: le mete preferite dagli italiani Trascorrere il Capodanno in montagna è un’esperienza meravigliosa da provare almeno una volta nella vita. Trovare una località di montagna ad un buon prezzo dove festeggiare l’ultima notte dell’anno, però, non è così facile per via dei prezzi alle stelle e dell’alta richiesta. Se optate per un rifugio, i prezzi saranno sicuramente inferiori: sarà più facile che trovare hotel che organizzano cenoni e fiaccolate per celebrare l’arrivo del nuovo anno. Capodanno a Innsbruck Se desiderate trascorrere l’ultimo dell’anno sulla neve, una delle mete di montagna più gettonate dagli italiani è sicuramente Innsbruck: la capitale del Tirolo sorge sulle Alpi ed è da sempre una delle destinazioni preferite dagli amanti degli sport invernali, quali lo sci e tutte le discipline che si svolgono su neve e ghiaccio. Le piste, peraltro, si trovano a pochi passi dalla città ed è possibile percorrere itinerari alla scoperta delle bellezze culturali del luogo. Vi è inoltre la possibilità di salire a 1.900 metri di altitudine, sulla vetta del Seegrube per assaporare un panorama mozzafiato; per chi invece preferisce un’atmosfera più intima ed isolata, il rifugio Axamer Lizum è sicuramente la scelta migliore. Per un capodanno 2020 in montagna all’insegna della tradizione e dei costumi, il Trentino costituisce il luogo ideale. Qui, il Capodanno si festeggia in piazza, fra manifestazioni e fiaccolate lungo le strade principali dei centri città e nei rifugi con eventi speciali e cucina tradizionale. Capodanno in Slovenia Un’altra meta molto affascinante e non troppo distante per trascorrere il Capodanno è la Slovenia: confinante con il Friuli Venezia-Giulia, è un Paese caratterizzato lunghe piste imbiancate. Questo Paese, infatti, non offre solo bellissime spiagge, anche in inverno sono moltissime le cose da fare. Le montagne più famose sono le Alpi Giulie dove si trova anche la vetta più alta della Slovenia, il Triglav. A nord di questo suggestivo paesaggio si trova una delle aree sciistiche più famose di tutta la zona: Kranjska Gora. Questa zona è molto famosa per aver ospitato la Coppa del mondo di sci. Capodanno sulle Alpi italiane Se invece avete un budget limitato, ma non volete rinunciare alla bellezza della montagna, un buon compromesso potrebbe essere quello di celebrare l’ultima notte dell’anno a Bormio. Situata in provincia di Sondrio, nell’Alta Valtellina, è una nota località turistica, estiva ed invernale, che ha ospitato i campionati mondiali di sci alpino nel 1985 e nel 2005. Qui potrete godervi un bellissimo paesaggio innevato stando immersi nelle bellissime piscine delle terme di Bormio. Per gli amanti della neve e degli sport estremi ed invernali, Sella Nevea è la località giusta per trascorrere le vacanze invernali: piste da sci, da snowboard e da fondo dominano tutta la scena. Lungo l’Appennino, poi, vi sono molte località perfette per sciare, per fare ciaspolate e cenoni in rifugio. Non può mancare, fra le mete di montagna per festeggiare Capodanno, anche Livigno. È una delle destinazioni preferite per chi ama fare shopping, visto il regime fiscale vantaggioso di cui gode il territorio. Uno dei momenti migliori per vivere a pieno la città, è sicuramente la notte di Capodanno: moltissimi sono gli eventi e i dj set a cui partecipare per festeggiare l’arrivo del nuovo anno. Se siete alla ricerca di qualcosa di più chic per festeggiare il Capodanno, la vostra scelta non potrà che ricadere sulla famosa località di Courmayeur. Essa è nota sia come località sciistica d’eccellenza, sia per chi ama vivere un’esperienza raffinata. Anche San Candido, in Provincia di Bolzano, è una meta suggestiva per festeggiare il Capodanno in montagna. Questa località offre la possibilità di praticare sci notturno, tutt’altro che pericoloso ed inusuale. Al termine della risalita diurna, infatti, le piste vengono riaperte per tutti coloro che desiderano vivere qualcosa di indimenticabile ed irripetibile. Per ultima, ma non meno importante ricordiamo la località di Saint Moritz in Svizzera. Molto amata dagli italiani, risulta essere una delle mete preferite per festeggiare l’arrivo del nuovo anno. Essa è famosa soprattutto per il Glacier Express: “il treno rapido più lento del mondo”. Sette ore trascorse in paesaggi da sogno e, una volta arrivati, avrete tutto il tempo per godervi un’escursione serale o cenare in un tipico chalet. Il servizio offre anche pacchetti di viaggio e soggiorno a prezzi più che vantaggiosi per un capodanno in montagna indimenticabile. Potrete scegliere di pernottare in un hotel, in un rifugio ad alta quota o, più semplicemente, una baita per vivere tutta l’intimità del capodanno in famiglia. A Vigo Fassa, infatti, ci sono molte strutture a misura di bambino che propongono attività ludiche ogni giorno per i più piccoli e per tutta la famiglia. A Cortina d’Ampezzo il Capodanno è davvero stellare. Soleggiata per buona parte dell’anno, Cortina, è soprannominata la Perla delle Dolomiti ed ospita ogni anno migliaia di turisti da tutto il mondo, sia d’estate che d’inverno. Nel 2021 proprio qui si terranno i Campionati Mondiali di sci Alpino, aperti da novembre ad aprile. Immancabili, per un capodanno in montagna all’insegna dell’eleganza, sono le cene di gala al Rifugio Faloria accompagnate dallo spettacolo pirotecnico. Se avete il piacere di godervi una delle valli più belle ed incontaminate delle Dolomiti, Val Fiscalina è il posto che fa per voi. Il modo più suggestivo per vivere questa esperienza è stare avvolti in una coperta di lana, sopra una slitta a cielo aperto. Potrete così ammirare una valle incantata dalle come rosa. Capodanno sugli Appennini Un luogo perfetto per chi ama sciare, ma anche per chi preferisce una semplice ciaspolata per poi rilassarsi la sera fra ristoranti e locali della zona. Non da meno è la località di Abetone, in Provincia di Pistoia. Il centro è il cuore del comprensorio sciistico della zona, che incontra le diverse esigenze degli sciatori, a partire dai più esperti fino ad arrivare ai principianti che desiderano imparare in un ambiente più tranquillo. Questo è il posto ideale per trascorrere un indimenticabile capodanno in montagna, circondato da meravigliosi paesaggi. Un’altra località di montagna ideale per trascorrere il Capodanno, è Roccaraso. Si tratta di una delle destinazioni più raggiunte dalla spina dorsale italiana ed l’ideale per chi desidera godersi la montagna a prezzi più modici. Gli amanti dello sci possono contare su circa 110 km di piste, oltre che a splendidi luoghi per una ciaspolata nella natura. Capodanno in baita o chalet Per chi ricerca, invece, un’atmosfera più intima e privata, affittare uno chalet o una baita in montagna può risultare un’ottima idea. Qui potrete godere della più totale intimità, lo spettacolo della neve e tutto il romanticismo di una casa in legno. Si tratta di una soluzione perfetta per coppie e famiglie che desiderano trascorrere un capodanno in totale tranquillità senza però rinunciare a panorami mozzafiato. Trascorrere il Capodanno in montagna con i bambini potrebbe costituire un impegno non da poco: numerosi sono i pacchetti che includono cenone, skipass e lezioni di sci. Insomma, la montagna offre moltissimi scenari adattabili alle esigenze di tutti: non vi resta che navigare fra le offerte in montagna e scegliere il pacchetto più adatto a voi! https://ift.tt/33NGc8A Capodanno 2020 in montagna: le location consigliate Ogni anno la domanda è sempre quella: cosa fare e dove andare a Capodanno? Spesso ci si ritrova al 31 di dicembre senza aver organizzato nulla. Il 1 gennaio 2020 cade di mercoledì dunque, prendendo qualche giorno di ferie in più, potrete allungare le vostre vacanze fino al ponte della Befana. Fuga d’amore alle terme o festa in casa di amici fino al mattino seguente? Se non sapete ancora come trascorrere l’ultima notte dell’anno, date un’occhiata al nostro articolo per trarre qualche spunto interessante per le vostre vacanze. Capodanno in montagna: saluta il 2019 con gli scii ai piedi Se siete alla ricerca delle migliori offerte e mete in montagna, siete sulla pagina giusta. La montagna è il luogo perfetto per festeggiare l’arrivo del nuovo anno: scopri la bellezza delle Dolomiti fra sport a tema e feste sulla neve! I panorami innevati faranno da magico contorno al tuo capodanno in montagna e potrai goderti un’atmosfera indimenticabile in mezzo ai paesaggi tipici. Il profumo di aria fresca che trasmette pace e serenità, i giochi sulla neve, la cioccolata calda e lo shopping: la montagna accontenta tutti e, se si trovano offerte convenienti, ancora meglio! Provate a immaginare di attendere l’arrivo del nuovo anno nell’intimità di una baita circondata dalla neve, con gli amici di sempre, dopo una giornata trascorsa sulle piste da sci. Oppure, potete scegliere di trascorrere il Capodanno sugli sci in Val Fassa o scalare immense pareti di ghiaccio. Per chi desidera un’atmosfera più tranquilla e all’insegna del benessere, invece, la SPA è l’ideale. Molte sono le strutture che, in vista del 31 dicembre, si attrezzano per poter offrire ai propri ospiti un’esperienza indimenticabile. Se deciderete di trascorrere il Capodanno 2020 in montagna, avrete la possibilità di sciare sulle piste innevate ad alta quota e di partecipare a feste ed aperitivi nei locali più alla moda delle località più famose d’Italia e non. La scelta della meta per capodanno 2020 influenza molto la spesa ed il modo di trascorrere la notte di San Silvestro: infatti, se si sceglie di trascorrere le ferie durante la settimana bianca, i prezzi saranno sicuramente più alti rispetto ad altri periodi dell’anno. Capodanno in montagna: le mete preferite dagli italiani Trascorrere il Capodanno in montagna è un’esperienza meravigliosa da provare almeno una volta nella vita. Trovare una località di montagna ad un buon prezzo dove festeggiare l’ultima notte dell’anno, però, non è così facile per via dei prezzi alle stelle e dell’alta richiesta. Se optate per un rifugio, i prezzi saranno sicuramente inferiori: sarà più facile che trovare hotel che organizzano cenoni e fiaccolate per celebrare l’arrivo del nuovo anno. Capodanno a Innsbruck Se desiderate trascorrere l’ultimo dell’anno sulla neve, una delle mete di montagna più gettonate dagli italiani è sicuramente Innsbruck: la capitale del Tirolo sorge sulle Alpi ed è da sempre una delle destinazioni preferite dagli amanti degli sport invernali, quali lo sci e tutte le discipline che si svolgono su neve e ghiaccio. Le piste, peraltro, si trovano a pochi passi dalla città ed è possibile percorrere itinerari alla scoperta delle bellezze culturali del luogo. Vi è inoltre la possibilità di salire a 1.900 metri di altitudine, sulla vetta del Seegrube per assaporare un panorama mozzafiato; per chi invece preferisce un’atmosfera più intima ed isolata, il rifugio Axamer Lizum è sicuramente la scelta migliore. Per un capodanno 2020 in montagna all’insegna della tradizione e dei costumi, il Trentino costituisce il luogo ideale. Qui, il Capodanno si festeggia in piazza, fra manifestazioni e fiaccolate lungo le strade principali dei centri città e nei rifugi con eventi speciali e cucina tradizionale. Capodanno in Slovenia Un’altra meta molto affascinante e non troppo distante per trascorrere il Capodanno è la Slovenia: confinante con il Friuli Venezia-Giulia, è un Paese caratterizzato lunghe piste imbiancate. Questo Paese, infatti, non offre solo bellissime spiagge, anche in inverno sono moltissime le cose da fare. Le montagne più famose sono le Alpi Giulie dove si trova anche la vetta più alta della Slovenia, il Triglav. A nord di questo suggestivo paesaggio si trova una delle aree sciistiche più famose di tutta la zona: Kranjska Gora. Questa zona è molto famosa per aver ospitato la Coppa del mondo di sci. Capodanno sulle Alpi italiane Se invece avete un budget limitato, ma non volete rinunciare alla bellezza della montagna, un buon compromesso potrebbe essere quello di celebrare l’ultima notte dell’anno a Bormio. Situata in provincia di Sondrio, nell’Alta Valtellina, è una nota località turistica, estiva ed invernale, che ha ospitato i campionati mondiali di sci alpino nel 1985 e nel 2005. Qui potrete godervi un bellissimo paesaggio innevato stando immersi nelle bellissime piscine delle terme di Bormio. Per gli amanti della neve e degli sport estremi ed invernali, Sella Nevea è la località giusta per trascorrere le vacanze invernali: piste da sci, da snowboard e da fondo dominano tutta la scena. Lungo l’Appennino, poi, vi sono molte località perfette per sciare, per fare ciaspolate e cenoni in rifugio. Non può mancare, fra le mete di montagna per festeggiare Capodanno, anche Livigno. È una delle destinazioni preferite per chi ama fare shopping, visto il regime fiscale vantaggioso di cui gode il territorio. Uno dei momenti migliori per vivere a pieno la città, è sicuramente la notte di Capodanno: moltissimi sono gli eventi e i dj set a cui partecipare per festeggiare l’arrivo del nuovo anno. Se siete alla ricerca di qualcosa di più chic per festeggiare il Capodanno, la vostra scelta non potrà che ricadere sulla famosa località di Courmayeur. Essa è nota sia come località sciistica d’eccellenza, sia per chi ama vivere un’esperienza raffinata. Anche San Candido, in Provincia di Bolzano, è una meta suggestiva per festeggiare il Capodanno in montagna. Questa località offre la possibilità di praticare sci notturno, tutt’altro che pericoloso ed inusuale. Al termine della risalita diurna, infatti, le piste vengono riaperte per tutti coloro che desiderano vivere qualcosa di indimenticabile ed irripetibile. Per ultima, ma non meno importante ricordiamo la località di Saint Moritz in Svizzera. Molto amata dagli italiani, risulta essere una delle mete preferite per festeggiare l’arrivo del nuovo anno. Essa è famosa soprattutto per il Glacier Express: “il treno rapido più lento del mondo”. Sette ore trascorse in paesaggi da sogno e, una volta arrivati, avrete tutto il tempo per godervi un’escursione serale o cenare in un tipico chalet. Il servizio offre anche pacchetti di viaggio e soggiorno a prezzi più che vantaggiosi per un capodanno in montagna indimenticabile. Potrete scegliere di pernottare in un hotel, in un rifugio ad alta quota o, più semplicemente, una baita per vivere tutta l’intimità del capodanno in famiglia. A Vigo Fassa, infatti, ci sono molte strutture a misura di bambino che propongono attività ludiche ogni giorno per i più piccoli e per tutta la famiglia. A Cortina d’Ampezzo il Capodanno è davvero stellare. Soleggiata per buona parte dell’anno, Cortina, è soprannominata la Perla delle Dolomiti ed ospita ogni anno migliaia di turisti da tutto il mondo, sia d’estate che d’inverno. Nel 2021 proprio qui si terranno i Campionati Mondiali di sci Alpino, aperti da novembre ad aprile. Immancabili, per un capodanno in montagna all’insegna dell’eleganza, sono le cene di gala al Rifugio Faloria accompagnate dallo spettacolo pirotecnico. Se avete il piacere di godervi una delle valli più belle ed incontaminate delle Dolomiti, Val Fiscalina è il posto che fa per voi. Il modo più suggestivo per vivere questa esperienza è stare avvolti in una coperta di lana, sopra una slitta a cielo aperto. Potrete così ammirare una valle incantata dalle come rosa. Capodanno sugli Appennini Un luogo perfetto per chi ama sciare, ma anche per chi preferisce una semplice ciaspolata per poi rilassarsi la sera fra ristoranti e locali della zona. Non da meno è la località di Abetone, in Provincia di Pistoia. Il centro è il cuore del comprensorio sciistico della zona, che incontra le diverse esigenze degli sciatori, a partire dai più esperti fino ad arrivare ai principianti che desiderano imparare in un ambiente più tranquillo. Questo è il posto ideale per trascorrere un indimenticabile capodanno in montagna, circondato da meravigliosi paesaggi. Un’altra località di montagna ideale per trascorrere il Capodanno, è Roccaraso. Si tratta di una delle destinazioni più raggiunte dalla spina dorsale italiana ed l’ideale per chi desidera godersi la montagna a prezzi più modici. Gli amanti dello sci possono contare su circa 110 km di piste, oltre che a splendidi luoghi per una ciaspolata nella natura. Capodanno in baita o chalet Per chi ricerca, invece, un’atmosfera più intima e privata, affittare uno chalet o una baita in montagna può risultare un’ottima idea. Qui potrete godere della più totale intimità, lo spettacolo della neve e tutto il romanticismo di una casa in legno. Si tratta di una soluzione perfetta per coppie e famiglie che desiderano trascorrere un capodanno in totale tranquillità senza però rinunciare a panorami mozzafiato. Trascorrere il Capodanno in montagna con i bambini potrebbe costituire un impegno non da poco: numerosi sono i pacchetti che includono cenone, skipass e lezioni di sci. Insomma, la montagna offre moltissimi scenari adattabili alle esigenze di tutti: non vi resta che navigare fra le offerte in montagna e scegliere il pacchetto più adatto a voi! Scopri le mete più belle per trascorrere un indimenticabile Capodanno 2020 in montagna, tra chalet, piste da sci e panorami mozzafiato.
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sesiondemadrugada · 2 years
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Giulia Baita.
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b-ja · 2 years
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TuMobArt "Your dream is you" International Jury
I’m very proud and honored to be in the TuMobArt International Jury with great Visionaries and friends.
From left-top Giulia Baita, Joanne Carter, me, Manuela Matos monteiro, Peter Wilkin and Mehmet Omur.
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neweramuseum · 8 years
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NEM KARMA - ARTIST OF THE MONTH - 2016 Dec: Giulia Baita
As we know every month I select an artist to be the artist of the month. For December I chose Giulia Baita, because her beautiful way to portrait her lovely city of Cagliari in Sardinia.. you can feel the breeze form the beach, smell the flowers and hear the delicate sounds and voices of the cafes and restaurants ... and to finish my selection a portrait of her... what else we can ask for? So let's congratulate Giulia for the great work and vision. (Aldo Pacheco)
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abcucino · 8 years
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Vacanza nel Carso
Dove andiamo in vacanza? Non so andiamo in qualche parte in giro per l’Italia. In fondo quanti posti poco conosciuti e quante città mai visitate.
Raniero Gratto presidente del culto del Carso, una rubrica su 610 di Lillo e Greg, hanno dato il via alla nostra trasferta in giro per l’Italia.
I monti del Carso in Friuli Venzia Giulia, una zona di confine di contaminazioni italiane e nord Europee. Terra anticamente contesa dalla popolazione austriaca, slovena e italiana.
Voglio raccontarvi proprio la mia splendida esperienza di questa Vacanza del Carso.
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Prepotto è stato il nostro campo base. Una piccola frazione di San Pelagio a pochi km dal capoluogo di Trieste.
Una giovane azienda vinicola, agriturismo Lupinc.
Vigneti a confine con la Slovenia lì dove un tempo le trincee dominavano il paesaggio. Ci accoglie il papà del giovane propietario, Danilo. Una baita in stile carsico e una cantina piena di vino da assaporare. Cinque tipologie di vitigno una, in particolare, ci racconta Danilo coltivato da tre generazioni.  Il Terrano Doc fa da protagonista alle nostre giornate in giro per le diverse realtà della montagna. Prodotti tipici caseari e piatti creati da mani sapienti e gentili che ci hanno accolto con sorrisi e generosità.
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Sicuramente non siamo morti di fame!! In primavera in queste zone aprono le Osmize, locali dove si degustano prodotti tipici portati dagli allevatori e agricoltori del posto, per dare ristoro con merende infinite ai turisti ma soprattutto alla gente del posto.
Purtroppo siamo capitati a Dicembre. Ma non ci siamo fatti scoraggiare.
In una stradina verso le il confine un Agriturismo di sole donne il Radetic Sidonja. Donne forti ma dolcissime. Ci danno il benvenuto con bicchiere di assenzio strong e una spesa con ogni ben di Dio. La mattina seguente abbiamo imbandito con i loro prodotti una splendida colazione salata e dolce.
 Molti i posti dove potersi sentire a casa.
Al Sardoc, oltre ad aver mangiato uno dei caprioli più buoni della mia vita, il proprietario ci ha salutato regalandoci una bottiglia di liquore al Terrano.
Una bevanda dolce, pastosa con un profumo floreale, che ti lascia il palato dolce ed avvolgente.
 Se però, volete vedere una vera fattoria in stile carsica, l’Azienda Agricola Gruden Zbogar ti sorprende. Entrando nel loro shop basta avvicinarti ad una porta davanti al bancone, per renderti conto che sei nella stalla con le mucche e le capre.
Un modo perfetto per rendere l’idea del km 0. Comprare i loro prodotti con dietro le spalle la natura e la tradizione di allevatori ed agricoltori.
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Ma non solo cultura culinaria!! Il territorio è pieno di storia, arte e bellezza.
Una tappa veloce nella mattina assolata al Castello di Duino, dimora del Poeta Rainer Maria Rilke.
Una struttura fortificata a picco sul mare con una vista mozzafiato sul Golfo di Trieste, circondata da percorsi di trekking che dalla costa risalgono le montagne verso le cantine.
 Una sorpresa è stata il mare. Oltre le spiagge e spiaggette isolate dove balneare, abbiamo scoperto il borgo di Porto Piccolo a Sistiana. Un paese sul mare, quasi sull’acqua completamente nuovo. Una Capri Friulana davvero luxury, piena di attività nel periodo natalizio che ti offre la possibilità di vivere il mare ed il porto anche d’inverno.
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Ma non si può venire nel Carso senza visitare Trieste.
La città di Joyce e Svevo. Elegante, sobria, piena di storia ed esempio virtuoso della cultura Italiana. La conoscevo già perché una parte della mia famiglia abita a Muggia, uno piccolo borgo sul mare verso Capo D’Istria. Insieme a zio Giovanni, zia Pia e Rossella, mia cugina, diverse volte siamo andati in città. Con la voce di chi vive quella terra ho ascoltato le storie ed osservato i colori di Trieste. L’azzurro sicuramente è quello che più prevale.
Piazza dell’Unità, una delle pochissime piazze con vista sul mare, la sera dell’ultimo dell’anno si è accesa con fuochi d’artificio sull’acqua che hanno illuminato tutto il golfo.
Ma anche i sapori di Trieste. In un piccolo locale dietro la piazza, abbiamo degustato un piatto tipico Triestino. Il prosciutto cotto di Trieste DOP, cotto al naturale e servito con una grattugiata di Kren una radice simile allo zenzero. Il tutto accompagnato da un bel bicchiere di un altro vino del Carso, questa volta bianco, la Malvasia.
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Ma una cosa mi mancava, da buona forchetta e spasmodica curiosa di sapori.
Per fortuna adesso devo scriverlo, perché con i miei cugini è stata una lunga sofferenza insegnarmi la pronuncia. Il famoso Ćevapčići. Un piatto a base di carne, di tradizione balcanica che siamo andati però a degustare in Slovenia.
Una macelleria Gostilna Prunk a Lokev, vicino Lipiza, la terra dei cavalli bianchi.
L’agriturismo attaccato alla macelleria, ci ha servito un piatto di carne uno più buon dell’altro e concluso con un dolce tipico sloveno la gibanica. Un tripudio di sapori balcanici con noci mele e ricotta.
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Lo so. mi sono dilungata molto soprattutto con la parte dedicata alla pancia e la gola.
Non sono una viaggiatrice, mi muovo poco dalle Marche, ma credo che per scoprire un posto a pieno bisogna assaporarne la cultura, ed il cibo è cultura. P.S: Per organizzare un viaggio in questi splendidi luoghi vi consiglio di vistare la piattaforma:
http://joseph.land/
Utilissima risorsa per scoprire le terre del Carso.
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unisvers · 5 years
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#Mobil art e Contaminazioni from vittorio e.pisu on Vimeo.
NON SOLO MUSE. Arte al femminile Mostra di Cabras Anna Brundo e ciclo di incontri sull'Arte al Femminile presenta Mobil Art e Contaminazioni con Giulia Baita e Rosaria Straffalaci 29 ottobre 2019 ex I.S.O.L.A. Scalette Santa Croce Cagliari Castello a cura di Marta Cincotti e Simone Mereu Canepa Una trasmissione Sardonia Un film di Vittorio E. Pisu
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giancarlonicoli · 5 years
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17 NOV 2019 13:11
ARCHEO - I RICORDI (AL VETRIOLO) DI ANTONELLO FALQUI: “MIKE BONGIORNO ERA BRAVO MA ARIDO CON LE DONNE. RASCEL ERA PERFIDO: QUANDO SBAGLIAVA, DAVA LA COLPA AGLI ALTRI. CON NUREYEV VENIMMO QUASI ALLE MANI. ERA LEGGIADRO, MA AVEVA UN CULONE E DETESTAVA ESSERE RIPRESO DA DIETRO - QUANDO GUARDO LA TV DI OGGI MI INCAZZO. GLI AUTORI SONO PATETICI. I REGISTI NON SANNO NEANCHE DA DOVE SI COMINCI. MINA ODIAVA ANCHE ROMA. SOSTENEVA CHE I ROMANI FOSSERO VILLANI. BERLUSCONI, CON MEDIASET, HA INVOLGARITO TUTTO E LA TV DI ANTONIO RICCI È DOZZINALE. QUANDO LO BOCCIAI ALL'ESAME DA PRESENTATORE, BAUDO PARLAVA SICILIANO STRETTO, ERA CAFONE E VOLGARE”…
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Condivido in pieno:  Nella sua tv c'è un paradosso. Nasce a Milano, nella culla della moda, ed è provinciale.
Malcom Pagani per il "Fatto quotidiano" del 13 aprile 2014
I coltelli d'avorio sono chiusi nella teca: "Una mania di mio padre che li collezionava" perché le armi sono una tentazione: "Non bisognerebbe mai custodirle in casa" e rimandano sempre un sinistro riflesso: "Il regista Enzo Trapani, un caro amico, teneva in bella vista sulla parete le sue pistole. Un giorno più triste di altri ne prese una e si sparò".
A 88 anni, le memorie di chi inventò i varietà televisivi più moderni del ‘900 italiano sfumano in controluce. Dietro tende, libri e velluti, oltre un portone solido come la stretta di mano che concede indifferente al bastone, Antonello Falqui ha smesso di fare i conti con l'età: "Invecchiare disturba, ma avendo iniziato a riflettere sul senso della fine già un quarto di secolo fa, non mi farò sorprendere. Quando lavoravo non lasciavo molto spazio all'esitazione. Allora ero giovane, deciso e con le idee molto chiare. Oggi molto meno. Non mi ricordo i cognomi, i dubbi sono aumentati e i confini tra il bene e il male restano confusissimi".
Seduto su una poltrona, con le Muratti sul tavolo: "Ne fumo 15 pacchetti alla settimana" e una consapevole, impressionante somiglianza con Aldo Grasso: "Me l'hanno detto, non hanno torto", Falqui ritrova le costellazioni del suo passato solo a tarda notte. Quando: "La robaccia che propongono in tv evapora" e alle ore più improbabili, nel silenzio, sugli schermi clandestini dei canali tematici passano buchi neri e asteroidi, meteore, stelle e frammenti di Canzonissima, Studio Uno e Milleluci: "Le trasmettono di nascosto, alle 3 di mattina e li capisco.
Era un'altra tv. Un'altra civiltà. Un'altra cultura. Non vogliono avere raffronti". Pausa: "Altrimenti la gente penserebbe ‘ma si sono rincoglioniti?'". Pianeti lontani, figli di una Rai in cui lavoravano Flaiano e La Capria: "Come i suoi coetanei, Dudù venne via da Napoli perché lì non si può fare niente. La città è magnifica, ma in sincerità, che si combina a Napoli? A sud amano esagerare. Mettono al mondo 10 figli, poi la vettovaglia scarseggia e alla fine si trovano male. La filosofia è generosa, non troppo meditata".
A Roma: "Peggiorata, imbarbarita, ancora bellissima", in una famiglia "con qualche ristrettezza economica", da unico erede di sua madre "Alberta, casalinga e di Enrico, critico letterario" Falqui ha sempre abitato. "Se si esclude un lampo milanese all'inizio dei '50, non l'ho mai lasciata. Con i miei abitavo in Via Giulia, di fronte a Ponte Sisto. All'inizio di quei portici, vivevano Carlo e Mario Verdone, mio insegnante al Centro Sperimentale di Cinematografia. Era un uomo sapiente e buonissimo, promuoveva tutti".
Promosse anche lei.
Iniziai nel cinema. Aiuto regista di Curzio Malaparte e poi di Anton Giulio Majano nel primo orrendo film da attore di Mastroianni. Marcello era meraviglioso. Simpatico. Nelle pause ci raccontavamo l'infanzia.
Come arrivò in televisione?
Sandro Pugliese, il direttore dei programmi della Rai di allora, era molto amico di mio padre. Si lamentava: "Ho solo verbosa gente di teatro qui. Teorici e parolai. Non c'è nessuno che curi l'immagine". Non me lo feci ripetere e corsi a Milano per sperimentare. Firmai da regista la prima trasmissione in assoluto della tv di Stato. Si intitolava "Arrivi e partenze". L'esordio di Bongiorno. Mike intervistava personaggi celebri in partenza.
Era il gennaio del 1954.
Bongiorno nel mestiere era bravo, ma un po' arido con le donne. Non le trattava bene. Stava con un'attrice, Flora Lillo. Andavamo a sciare al Sestriere. Lui partiva per conto suo e la abbandonava nella baita, tristissima.
Che televisione era quella dell'epoca?
Non volevo alfabetizzare il Paese come il maestro Manzi, ma solo intrattenerlo con grazia ed eleganza. Così provai a trasformare la tv e spostai in quel contenitore il teatro di rivista, già declinante all'inizio degli anni '50. L'avanspettacolo lo conoscevo bene. Facevo sega a scuola per andare a vedere Rascel al Bernini. Era fantastico. Evadeva dalla classica corrente del comico. Accostava arditamente, osava, rischiava. Poi certo, come tutti i bassi e i brutti, era cattivo.
I bassi e i brutti sono cattivi?
Non è determinismo, è la verità. Prenda Brunetta, non è forse cattivissimo? Rascel, cresciuto nei teatrini felliniani, sui palchi della Barafonda in cui il pubblico era indisciplinato e se non gradiva il numero ti tirava addosso un gatto morto, era proprio perfido. Quando sbagliava, dava la colpa agli altri. Una volta con Garinei e Giovannini dimenticò la parte e invece di scusarsi se la prese con l'uomo che azionava le luci: "O lui o me" gridava.
A lei capitava di litigare?
Raramente. Con Nureyev però, faccia a faccia, venimmo quasi alle mani. Era leggiadro, ma aveva un culo molto grosso e detestava essere ripreso da dietro. Gli spiegai che seguire un ballerino che volteggia senza immortalare le terga era impossibile, ma quando si rivide, perse la testa, si incazzò e gettò un cappuccino caldo sul monitor. I cameraman commentarono ad alta voce: "Anvedi questo". Poi si avvicinarono truci. Lo volevano ammazzare. Io anche.
Lei aveva fama di decisionista.
Ero duretto, ma sapevo farmi voler bene. Ai miei tempi l'autore non entrava in studio. Che mettesse becco sulla scaletta poi, era impensabile. Mi occupavo di tutto. Scene, costumi, testi. Quando guardo la tv di oggi mi incazzo. Gli autori sono patetici. I registi non sanno neanche da dove si cominci. Fanno solo stacchi, per lo più sbagliati.
Lei con Mina non si sbagliò.
La conobbi per la prima volta nel Musichiere condotto da Riva. Un capitolo era dedicato agli urlatori. Lei e Celentano uscivano dalle ombre di un Juke-Box. Capii che c'era un talento insuperabile, una strada fantastica da percorrere insieme. Nessuno è stato o sarà mai più come lei.
Fu difficile incanalare il lampo?
La rassicuravo. Mina odiava il pubblico e la routine. Quando andava alla Bussola doveva passare attraverso un corridoio. Ai lati, due file gonfie di assalitori che la toccavano e allungavano le mani. In realtà odiava anche Roma. Sosteneva che i romani fossero villani e un po' aveva anche ragione. I paparazzi prendevano i numeri di targa, ci seguivano, rompevano le palle. All'epoca della nostra storia d'amore ci costrinsero a emigrare.
Mina non amava l'aereo.
In viaggio eravamo felici. Se ne fregava. Andammo in Jamaica. Da New York a Montego Bay. Poi, sbarcando da un volo minuscolo, atterrammo sulla punta estrema dell'isola. Al Frenchman's Hotel credevamo di essere soli. Ci fecero firmare il registro degli ospiti. Leggemmo il nome di 10 conoscenti. Eravamo affranti: "Non si può stare in pace neanche qui".
Ha amato molto in vita sua?
Ero un infedele, un convinto libertino, mia moglie ne ha passate di tutti i colori. Noi libertini ci riconoscevamo alla prima occhiata, eravamo quasi una setta, con i De Sica ci capivamo al volo. Il lavoro non mi aiutava a dimostrarmi retto. Si creavano situazioni imbarazzanti. Ai 2.000 metri del rifugio di Passo Pordoi, in una baita che è la metà della stanza in cui conversiamo adesso, io e Letizia Della Rovere, fedifraghi, pensavamo di essere al riparo. Entrammo e ci sorprese Pino Calvi, il maestro di musica: "Signori qual buon vento vi porta fino a qui?".
Anche Mina è stata un tuono. Finita la tempesta già non c'era più.
Ritirarsi a 35 anni, sulla soglia della maturità, al comparire della prima ruga per conservarsi bella fino all'ultimo istante, mi è sempre sembrato un peccato di vanità. Lo hanno fatto solo lei e Greta Garbo. Non ci sentiamo da 25 anni, siamo due timidi e forse non sapremmo neanche cosa dirci. Ma è meglio così. È bellissimo proteggere il ricordo delle persone amate. Riscoprirlo immutato. Mai avuto una discussione con lei. Uno screzio. Si fidava. Si faceva servire.
Si favoleggiò sulla sua rivalità con Raffaella Carrà.
Menzogne. Erano amiche. Mina metteva a proprio agio chiunque. La Carrà comunque è la donna più determinata che abbia mai visto. Una combattente mostruosa. In Milleluci, Mina era una diva senza pari, ma Raffaella riusciva ad avere lo stesso gradimento. Provava fino all'alba, era animata dal fuoco sacro. Alla prova dei fatti, non sbagliava una virgola.
Prima di Milleluci, ci fu Studio Uno, eredità di una trasvolata americana.
Mi nutrii del know-how americano, ma loro ricambiarono le attenzioni. Studio Uno era settimanale. A New York erano stupiti. Per fare una cosa del genere impiegavano un anno. Intuii che per creare straniamento bisognava rinunciare alle scenografie, immaginare uno studio vuoto in cui il fondale combaciasse con il movimento, esprimersi in un altro modo disegnando un'oasi di bianco che con gli attori vestiti di nero producesse un contrasto. Mettere luci e microfoni in scena. Con Garinei e Giovannini discutemmo. Venivano dalla rivista, dal Rugantino, da un'accozzaglia di scene, dai colori forti. Si guardavano intorno e non capivano: "Ma è vuoto".
Fatica e costi esorbitanti?
Balle. Le leggende fanno il loro corso, ma non hanno senso. Allo spettacolo lavoravamo 6 giorni alla settimana. La domenica era libera e le spese erano poco più alte della media. La differenza era nella qualità. Quando Mina canta la sigla della rubrica "È l'uomo per me" sull'aria della sua canzone, tra i pretendenti ci sono Mastroianni, Cervi e Gassman. Una cosa seria.
Con Gassman eravate in buoni rapporti?
Dopo Randone, era il più grande attore italiano di sempre. Aveva avuto 5 mogli, denaro, plauso critico e successo, ma era afflitto da preoccupazioni minime: "Non sono più come una volta, sto perdendo la memoria e decade anche il fisico". La chiamava depressione, ma io non riuscivo a spiegarmela con razionalità. Una sera per convincerlo che si trattava di sciocchezze tenemmo aperto un ristorante fino alle 5: "Tutti possono essere depressi tranne te" arringavo. "Sei alto, bello, intelligente. Andiamo, Vittorio mio, tu dalla vita hai ricevuto tutti i doni".
Le molte mogli erano anche il sintomo di un'inquietudine profonda?
Vittorio, almeno in parte, somigliava a Bruno Cortona, il suo personaggio del Sorpasso. Era duro e istintivo, ma buono. Mai come Chiari. Un pezzo di pane morto senza una lira perché i soldi preferiva darli agli altri. Non aveva alcun senso del denaro, Walter. Era un prìncipe. Una persona che sapeva conquistare Ava Gardner e rialzarsi dopo una caduta. Quando venne coinvolto in un'infondata storia di cocaina con Lelio Luttazzi, ne uscì benissimo. A Lelio, per dire, quella vicenda rovinò completamente l'esistenza. Non lo aiutò nessuno. Una vergogna.
Censure dell'età democristiana?
Neanche mezza. Ettore Bernabei, il più grande dirigente della tv pubblica di sempre, probabilmente l'unico, era un vero signore. Parco, sobrio, discreto. Mai una parola su calze a rete, gemelle Kessler, ospiti o sketch. E sì che Bernabei era un democristiano sfegatato.
Lei lavorò anche per Filiberto Guala, amministratore delegato della Rai del ‘54. L'uomo che si presentò con un limpido piano: "Chi sono io? Un moderno crociato chiamato a lottare per il sepolcro della pubblica coscienza e venuto a cacciare pederasti e comunisti".
Uno che a differenza di Bernabei mi i rompeva i coglioni su tutto. Dal Can-can alle luci peccaminose. Si è fatto frate, si immagini la testa che doveva avere. Mi divertivo con altre persone. Con Marchesi, Villaggio, Dino Risi e Fellini, giocavamo sempre al varietà della vita. Ce la godevamo. Quando veniva a trovarmi Federico erano subito mangiate surreali. Lui era sublime. Bugiardo come la peste. Glielo dice anche la Magnani in Roma: "A Federì, va a dormì". Lui le chiede se può farle una domanda e lei rapida: "No, nun me fido".
Fellini era amico di Andreotti. Lei si è mai interessato di politica?
Molto più oggi di ieri. Sono sempre stato socialista, mai votato Pci. Renzi mi sembra volenteroso, ma non so se potrà mantenere quel che ha promesso. Ha molti ostacoli. Grillo era meglio come attore. La politica della distruzione non mi affascina. Lei scrive per il Fatto?
Sì.
Per caso è comunista? Glielo chiedo per curiosità. Il mio rinnovato interesse per la politica prende il via dagli anni '90, dall'avvento di Berlusconi. Il suo arrivo ha radicalizzato i piani. In politica e in tv. Quarant'anni fa, la tv viaggiava in prima classe . Ora è diventata triviale. Berlusconi, con quella Mediaset lì, ha involgarito tutto.
L'ha mai conosciuto?
Per portarmi a Milano mi tenne a colloquio per 3 giorni in un palazzo a due passi dalla Rai. Entravo di nascosto e lo trovavo, preparatissimo, dall'altra parte del tavolo. Aveva studiato programmi, testi e persino inquadrature. Voleva gli spiegassi la tv.
Che impressione le fece?
Era un fenomeno nell'eloquio e aveva certamente un estro non comune. A parlare non lo fregava nessuno e d'altronde, se non avesse avuto talento non sarebbe mai arrivato a fare le puttanate che ha fatto. Detto questo, non avevo nessuna voglia di finire sotto padroncino perché la Rai ha molti difetti, ma almeno il padroncino non ce l'ha. Ha i Cda emanati dalla politica che sono un male, ma un male minore. Così rifiutai un miliardo di lire all'anno per tre stagioni. Era l'83. Berlusconi, incredulo, mi invitò a riflettere: "Porti l'assegno in bianco in Rai e veda cosa le dicono".
Lei lo portò?
Sissignore. Andai da Emanuele Milano, il direttore di Rai1 e lui sbiancò. Si mise le mani nei capelli. Balbettò: "No, aspetta, ora vediamo, adesso risolviamo, ti prometto che cambiamo il contratto". In effetti lo migliorarono, senza però sfiorare neanche lontanamente le cifre di Berlusconi. Nella sua tv c'è un paradosso. Nasce a Milano, nella culla della moda, ed è provinciale. Nel '60 in tv andava Gazzelloni. Oggi vanno le Veline.
Guardi che Antonio Ricci si arrabbia.
Mi dispiace, ma la sua tv è dozzinale e volgare. Non mi piace. Come, esclusa forse Non è la Rai, che almeno aveva l'idea delle ragazzine, non mi piace neanche la tv di Boncompagni. Non si può elevare il nulla a massimo sistema. Il nulla è solo il nulla. È vuoto.
Potrebbero ribattere che la sua è una visione filtrata dagli anni. Una visione che confligge con gli ascolti.
E io risponderei che non c'è prova che alla gente piaccia veramente quella robaccia come giurano i santoni di una certa dialettica molto in voga. Dicono: "Il pubblico vuole questo", ma è una bugia. Solo un espediente per scusarsi e giustificarsi. Il pubblico vuole altro. Basta darglielo. Ma il pubblico va anche allevato, quasi educato. Se gli dai l'immondizia si avvilisce. Si abbrutisce.
Perché ha smesso di lavorare per la tv relativamente presto?
Non c'erano più i miei dirigenti e non c'era più la mia Rai. Quella in cui per varcare il profilo del Cavallo si veniva sottoposti a un esame difficilissimo ed era richiesto il sapere. Oggi dominano incompetenza, cooptazioni politiche e raccomandati. Purtroppo si vede. Ed è un peccato. Sa cosa è stata la tv per gli italiani?
Cosa è stata?
Una manna. Un aiuto dal cielo. Li ha resi svelti, gli ha insegnato a leggere e a scrivere, gli ha aperto le teste. Ora gliele sta richiudendo.
Se le chiedessero aiuto per una nuova tv?
Li lascerei nel loro brodo. Non esistono più le categorie, è saltato tutto e io non sono un presenzialista come Freccero. Metto l'idea per farmela massacrare? No, l'idea non la metto. Lei mi chiede come si può pensare a una nuova forma televisiva, ma forse dovrebbe chiedersi prima con quali figure potrebbe nascere. Rifare la tv di ieri nel 2014 sarebbe impossibile. L'unico con cui, se gravemente minacciato, potrei pensare di collaborare è Fiorello.
Lo apprezza?
È il solo che si avvicini al nostro modello. A Walter Chiari. In più sa anche cantare. Purtroppo gli dipingono attorno durate eccessive. Il varietà dovrebbe durare un'ora, al massimo 75 minuti. Oltre si sbrodola. Si annoia e ci si annoia. In un'ora ci sono 40 idee. Ma in due ore e mezza, può star tranquillo, non ce ne saranno mai cento.
E di Fabio Fazio? Per qualcuno è il nuovo Baudo. Lei all'esame bocciò il presentatore.
Fazio non mi dispiace, quel che fa lo fa discretamente. Baudo racconta sempre l'episodio della sua bocciatura con la pretesa di ironizzare. Dice: "La lungimiranza di Falqui, figuratevi, mi respinse". Rivendico la scelta. Lo bocciai perché non bisogna pensare al Baudo di oggi. Parlava siciliano stretto, era cafone e volgare, nulla a che vedere con quello di oggi.
I rapporti tra voi?
Con Baudo non ho mai lavorato. Lui non si capacitava: "Hai lavorato con tutti e non con me" e io, calmissimo, senza emozione: "Perché io e te non abbiamo nulla da dirci".
Se pensa a domani?
Ci penso con la serenità di chi ha condotto un'esistenza felice. Cammino poco e presto compirò 90 anni. Ma ho fatto il lavoro che sognavo e ho tenuto più di 20 milioni di italiani di fronte a una tv che mi permette di guardarmi ancora in faccia. Poi vado ancora al cinema. Ho visto il film di Sorrentino. Bellissime immagini per carità, ma non le è sembrato un po' astruso?
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cento40battute · 5 years
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A Bussolengo (VR) c’è il posto più magico d’Italia: Villaggio di Natale Flover
Venerdì 8 novembre inaugura la ventitreesima edizione del Villaggio di Natale Flover. Un luogo magico per grandi e piccini, tra grotte, spettacoli, mercatini e buon cibo
Il Villaggio è aperto fino al 6 gennaio 2020, al Flover Garden Center – Bussolengo (VR).
Quest’anno Natale arriva in anticipo
Ci siamo quasi, sta per arrivare il Natale, la festa più amata dell’anno. Tutti amano la magia e il calore che questa giornata porta con sé, ecco perché, già dal mese di novembre, per grandi e piccini comincia il conto alla rovescia.
Ma quest’anno l’attesa è già finita. Venerdì 8 novembre inaugura il Villaggio di Natale Flover.
Giunto con successo alla sua ventitreesima edizione, ci accoglie in ben 15.000 metri quadrati (di cui 8.000 al coperto) di pura magia.
Sì, perché il Villaggio di Natale Flover si trova a Bussolengo (VR) ed è la “casa di Babbo Natale” più amata d’Italia
Un percorso emozionante per tutta la famiglia tra pupazzi di neve, gnomi, folletti, laboratori a tema, eventi, decorazioni, gastronomia e prodotti tipici. Insomma, ce n’è davvero per tutti i gusti. E per tutte le età.
Quest’anno sono davvero tantissime le novità. Partiamo dall’imponente Grotta dei Pupazzi di Neve fino ad arrivare alla pista di pattinaggio per veri campioni.
Ovviamente, però, non possono mancare le “certezze”: la magica Baita di Babbo Natale, il trenino Flover Express, la Cucina e la Dispensa di Mamma Natale, la Fabbrica dei Giocattoli.
Silvano Girelli, ideatore del fantastico progetto Villaggio di Natale Flover, racconta:
“Ogni anno ci impegniamo e lavoriamo per proporre un Villaggio di Natale sempre più sorprendente e coinvolgente. Nutriamo la speranza che i visitatori possano trovare spunti, idee ed emozioni per portare il Natale anche nelle loro case e vivere un periodo di armonia e serenità con i propri cari. Io ne sono convinto: se ci credi si avvera…”.
Scopriamo insieme il Villaggio di Natale Flover
La Grotta dei Pupazzi di neve: un percorso ghiacciato alla scoperta della vita segreta dei pupazzi e delle loro divertenti battaglie a palle di neve;
Una pista di pattinaggio su ghiaccio: ben 300 metri quadrati di scivoloso divertimento;
L’accensione dell’Albero di Natale gigante a palle di neve: ogni giorno all’imbrunire;
Un immenso albero luminoso con oltre 10.000 luci a led controllabili tramite smartphone. Uno spettacolo di luci e colori che accoglie i visitatori al loro arrivo;
Lo spettacolo ON ICE: tutte le domeniche alle ore 15.30;
Il racconto inedito “Incanto di Natale”: un libro che racconta il viaggio dei fratelli Nat e Joy insieme alla piccola luce M.A.G.I.A. alla ricerca dell’Incanto del Natale. L’incanto è immenso, forte, luminoso e prende forma ed energia da chi crede al Natale. Ecco perché bisogna cercarlo dentro il proprio cuore.
Il libro, disponibile in esclusiva solo da Flover, è scritto da Claudia Casamassa e illustrato da Giulia Bracesco.
Babbo Natale leggerà alcuni brani del libro nella sua Baita, così ogni bambino potrà farsi autografare una copia e scattare con lui una foto ricordo da inserire nel libro;
Il trenino Flover Express: tutti a bordo, grandi e piccini potranno fare un magico viaggio. Destinazione Flover Winter Wonderland;
Le Trend Room: cinque aree interamente dedicate al colore dove scoprire le tendenze del Natale 2019 per decorare e abbellire la propria casa.
Fantasy Castle, ispirato alla fiaba e al mondo della fantasia, dove il rosa viene presentato in un grande castello che svetta al centro della piazzetta del Villaggio; Crystal Palace, dedicato ad azzurro e tinte ghiaccio, per i quali l’abbinamento più elegante è con il bianco; Velvet Glam, viola, velluto e oro, il mood più prezioso e importante; Christmas Legend, rosso e verde della tradizione; e Champagne & Chic, l’area shabby dominata dal bianco e dai colori naturali.
Botanic Christmas: una grande serra con fiori artificiali dove esperte fioriste creeranno e personalizzeranno ghirlande, centritavola, alberi di natale e molto altro;
Il reparto presepi: spettacolari diorami realizzati da maestri presepisti, ambientati in alcuni degli scorci più caratteristici della città di Verona e della sua provincia;
La Piazzetta degli Elfi: un prezioso mercatino in cui gli artisti presentano le loro opere tra banchetti e performance live.
Dalle palline di vetro serigrafate alle creazioni in porcellana fredda, dall’incisione del legno con il fuoco ai biglietti e segnalibri realizzati con l’arte del fiore d’erbario. C’è davvero l’imbarazzo della scelta.
In esclusiva per questa edizione, per la prima volta in Italia, una collezione di sfere in vetro dalla Repubblica Ceca che verranno realizzate e personalizzate dal vivo;
Le golose proposte della Cucina del Villaggio e le prelibatezze della Dispensa di Mamma Natale: prodotti artigianali di alta qualità come dolci, salumi, confetture speciali e vino;
Eventi, spettacoli e animazioni per incantare adulti e bambini nella magica atmosfera del Natale (il programma su www.ilvillaggiodinatale.it);
Corsi e workshop per personalizzare e decorare la propria casa con gusto, ambientare presepi o villaggi di Natale;
Le postazioni fotografiche suddivise in diverse aree del Villaggio per avere una foto ricordo con Babbo Natale o personalizzare palline e magneti;
Il magico Bosco degli Gnomi (con gli alberi di Natale);
Le Luci d’Inverno (area dedicata a luci e illuminazione);
I Villaggi in Miniatura (i presepi americani);
Il Portico dei Presepi, la Fioreria del Villaggio, il Mondo di Carta (area cartoleria con fiocchi, carte da regalo, biglietti) e le Calde Idee (area dedicata a sciarpe, berretti, pantofole e tessuti per la casa).
Alessandra Borgonovo
Flover Garden Center, via Pastrengo 14 - Bussolengo (VR) - Italy Quando: fino al 6 gennaio, tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.30 orario continuato (chiuso il 25 dicembre e il 1° gennaio). Come: l’ingresso è libero sempre nei giorni feriali. Fino al 15.12 il sabato e la domenica ingresso a € 2 a persona. Non pagano i bambini al di sotto di 1 metro di altezza, i portatori di handicap e loro accompagnatori, capogruppo e autista pullman. Per i gruppi è richiesta la prenotazione attraverso il sito www.ilvillaggiodinatale.it Sito ufficiale: www.ilvillaggiodinatale.it Facebook: www.facebook.com/VillaggiodiNatale/ Instagram: www.instagram.com/floververona/
L’incanto del Natale al Villaggio Flover A Bussolengo (VR) c’è il posto più magico d’Italia: Villaggio di Natale Flover Venerdì 8 novembre inaugura la ventitreesima edizione del…
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oubliettemagazine · 6 years
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La rubrica “iSole aMare” si propone di intervistare isolani che della propria condizione reale e metaforica abbiano fatto cultura, arte e storia ponendosi in comunicazione con il mondo: nessun uomo è un’isola o forse lo siamo tutti, usando ponti levatoi? Oggi è il turno di Giulia Baita, insegnante cagliaritana appassionata di pittura, disegno e Mobile Art. Alcune delle sue foto sono state esposte in mostre internazionali; è fondatrice e amministratore di MAG MobileArtGroup su Facebook e della pagina MAG su Instagram.
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