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#Grotte Santo Stefano
siciliatv · 9 months
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Quali sono le scuole in provincia di Agrigento che spariranno il prossimo anno scolastico? Una anche a Favara
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Sono 75 gli Istituti scolastici che dal 1 settembre 2024 non saranno più autonome ma verranno accorpate. Un numero leggermente inferiore rispetto alle 93 previste in precedenza, frutto del recente decreto Milleproroghe che concede alle Regioni la possibilità di derogare fino al 2,5% rispetto al numero inizialmente pianificato di scuole da tagliare. In Sicilia, solo per l'anno scolastico 2024/2025, vengono così "graziate" 18 scuole, ovvero 15 istituti superiori e 3 istituti comprensivi. Ma l'anno seguente 2024/2025 se ne perderanno altre 23. Queste riduzioni comportano una perdita di autonomie scolastiche in diverse province. Nel contesto siciliano, i tagli previsti nel primo anno, come dicevamo, passeranno da 93 a 75 tra cui Agrigento che vedrà sparire dal 1 settembre 2024, 7 scuole anziché quelle previste nelle precedenti proiezioni. Sono adesso coinvolte scuole che in qualche maniera ricadono nei comuni di Favara, Raffadali, Cammarata, San Giovanni Gemini, Grotte, Comitini, Canicattì, Santo Stefano Quisquina, San Biagio Platani, Sciacca.   A Favara, l'I.C. "Gaetano Guarino" AGIC85900B della Dirigente Scolastica Gabriella Bruccoleri, sarà assorbito (il termine tecnico è "Aggregato") all'I.C. "Andrea Camilleri" (ex Bersagliere Urso-Mendola) AGIC85800G, dello stesso comune. A Raffadali l'IC "Garibaldi - Capuana" AGIC863009 viene aggregato all' IC "Galileo Galilei" AGIC805003, stesso comune. Il comune di Cammarata perde una scuola. L'IC "Giovanni XXIII" AGIC82700X, viene aggregato all'IC "G. Philippone" di San Giovanni Gemini AGIC818005 e diventa "IC L. Sciascia Racalmuto / Roncalli". Anche Grotte/Comitini perdono una scuola. L' IC "G.A. Roncalli" AGIC83200B, sarà assorbita dall'IC "L. Sciascia" di Racalmuto AGIC85100R, diventando "IC L. Sciascia  Racalmuto / Roncalli". I plessi "CD - DON BOSCO" e "Don Milani" del Circolo Didattico "Don Bosco" AGEE01100C di Canicattì saranno aggregati all'IC "S. Gangitano" AGIC81500N di Canicattì. I plessi "Sandro Pertini" e "La Lomia" del Circolo Didattico "Don Bosco" AGEE01100C di Canicattì saranno invece aggregati all'IC - "G.VERGA" AGIC83000Q di Canicattì. Si fondono in un'unica Istituzione Scolastica le scuole di Santo Stefano Quisquina e San Biagio Platani: IC "Maestro L.  Panepinto" AGIC813002, con l'IC "A. Manzoni" AGIC812006 di Alessandria della Rocca che assume la titolarità. A Sciacca, la D.D. Giovanni XXIII plesso "Agazzi" (AGAA03504X), il plesso "S.G. Bosco" (AGEE03406B) e il plesso "S.Francesco" dell’I.C. Inveges (AGEE84403T), verranno aggregati all'IC "DANTE ALIGHIERI" (AGIC84400N) sempre di Sciacca. E ancora sempre a Sciacca, la D.D. Giovanni XXIII plesso De Gasperi (AGAA034022), plesso Mazzini (AGAA034044),  plesso Mascagni (AGAA034033), plesso San Vito (AGAA034088) e il plesso Fazello (AGEE03407C), saranno aggregati all'I.C. "INVEGES" AGMM054009 dello stesso comune.   Tuttavia, se proprio vogliamo cercare di trovare il lato positivo alla vicenda, c'è da notare che, in Sicilia già dal prossimo 1 settembre (a.s. 2024/25) sarebbero dovute essere 93 e non 75 le scuola tagliate. Pertanto 18 scuole dell'isola, tra istituti superiori e comprensivi, godranno almeno di un rinvio, seppur temporaneo, da questi tagli. Read the full article
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cloudwine9 · 11 months
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Il Casaletto di Grotte Santo Stefano (VT) tra le migliori 36 trattorie d’Italia
Il Casaletto di Grotte Santo Stefano (VT) si conferma tra le migliori 36 trattorie d’Italia Il Casaletto di Grotte Santo Stefano (VT) è una delle 36 migliori trattorie d’Italia per il Gambero Rosso, lo conferma anche in questa edizione la Guida Ristoranti d’Italia con i Tre Gamberi. Convivialità, una carta dei vini ben studiata e un menu che mette nel piatto un dialogo avvincente fra cucina delle…
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Benvenuti tra i nostri Clienti, Amici di Sextantio!
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Benvenuti tra i nostri Clienti, Amici di Sextantio!
Resolvis è onorata di annunciare un nuovo ingresso nel novero dei suoi Clienti: è Sextantio, un’azienda a vocazione internazionale che vanta la creazione di due alberghi diffusi, noti in tutto il mondo. Santo Stefano di Sessanio (in Abruzzo) e Le Grotte della Civita (a Matera) sono due sorprendenti testimonianze di salvaguardia del patrimonio storico, artistico, architettonico e antropologico, e riscuotono il successo da parte di una clientela variegata proveniente da ogni dove. Non solo: dalla mente illuminata del fondatore di Sextantio, Daniele Kihlgren, affiancato da un nutrito gruppo di collaboratori, è nato recentemente un terzo progetto che riguarda un villaggio di capanne in Ruanda.
Le testate giornalistiche che si sono interessate alle storie di Sextantio sono tra le più importanti del pianeta: CNN, The New York Times, The Times, The Wall Street Journal, Condé Nast Traveller, Le Monde, El Pais – ma la lista è lunghissima e piena di preziose attestazioni.
Siamo felici di accogliere Sextantio tra i nostri Clienti, e faremo di tutto – com’è nostra abitudine – per contribuire all’oggettiva e meritata affermazione di un’incredibile e inconsueta visione culturale e imprenditoriale.
Resolvis. Il Marketing e la Comunicazione al servizio dei migliori affari.
Resolv.is
#Sextantio #AlberghiDiffusi #SalvaguardiaPatrimonio #SantoStefanoDiSessanio #LeGrotteDellaCivita #Matera #Ruanda #StorieDiSuccesso #TestateGiornalistiche #CNN #TheNewYorkTimes #TheTimes #TheWallStreetJournal #CondéNastTraveller #LeMonde #ElPais #Marketing #Comunicazione #Affari #Resolvis
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lpelo2000 · 2 years
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Album flickr settimana in paese
Album flickr settimana in paese
Ciao, a questo viaggio in paese ho portato la vecchia macchina fotografica compatta che avevo preso per il viaggio a Copenaghen nel lontano luglio 2013. La cara vecchia sony che non usavo dal 2020. Quasi da regalare. Comunque ho creato l’album su flickr con anche le foto fatte con l’iphone: alcune foto le ho inserite nel post di settimana scorsa. Ma ecco l’album: Tuscia Agosto – Settembre…
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freedomtripitaly · 4 years
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Taormina e il suo mare sono in assoluto una delle mete più ambite di tutta la Sicilia a livello internazionale. Il suo fascino, anche se in modo completamente diverso, può essere paragonato soltanto a Capri, a Positano, a Portofino oppure, al di fuori dei confini italiani, a Saint Tropez. L’antica Tauromenion greca è una vera e propria terrazza del monte Tauro affacciata sul mar Ionio, le cui acque furono solcate per la prima volta dai Greci, nel 735 a.C., e poi dagli altri antichi navigatori del Mediterraneo. Come per il resto della Sicilia, nel corso dei secoli Taormina ha visto sfilare popoli e culture, eserciti e potenti, commercianti e artisti provenienti da tutto il Mediterraneo e l’Europa intera. Dal 212 a.C. Roma, poi i Bizantini e gli Arabi per oltre un secolo; i Normanni e gli Svevi, gli Aragonesi, lo splendore rinascimentale e poi illuminista, fino ai Borboni e all’unità d’Italia. Per le sue bellezze storiche e naturali la fama turistica di Taormina, che sembra davvero sospesa tra rocce e mare, comincia con il Gran Tour settecentesco diventando ben presto meta privilegiata di letterati e intellettuali provenienti da tutta Europa: da Goethe a D.H. Lawrence, da Truman Capote a Jean Cocteau; da Salvatore Quasimodo, Freud ed Einstein ad Anna Achmatova, ad Ava Gardner, a Liz Taylor, a Greta Garbo. Partiamo dunque alla scoperta delle spiagge più belle di Taormina e dintorni, un viaggio che avrà necessariamente come tappa finale la visita delle meraviglie storiche di Taormina, con tutto il suo fascino mondano e al tempo stesso antico e marino. La spiaggia no stress di Mazzeo A nord di Taormina per cominciare si sviluppa una lunghissima baia che da capo dei Greci, dominato dall’imponente torrione cilindrico del castello di Sant’Alessio Siculo giunge alle spalle di Mazzarò, comprendendo le località di Fondaco Parrino, Mazzeo e Spisone. Qui la spiaggia è ghiaiosa, nonché facilmente raggiungibile sia da Letojanni che da Taormina, anche tramite un ottimo servizio di autobus. La spiaggia di Mazzeo, il tratto iniziale, è la spiaggia di solito meno affollata nei dintorni di Taormina ed è quindi ideale per chi evitare i lidi più affollati. Il fondale roccioso mantiene l’acqua trasparente, mentre l’arenile si mantiene ampio e regolare. Le rocce parlanti di Spisone A Spisone la baia tende invece a restringersi. La spiaggia si allunga sotto rocce a strapiombo, mentre dal mare emergono massi che sembrano vivi. Nel tratto finale della baia spuntano scogli e isolotti dai nomi curiosi, come l’isola delle Sirene, che ripara l’omonima e minuscola baia proprio sotto al promontorio roccioso di capo Mazzarò, oppure lo scoglio dello Zio Gennaro, poco più al largo davanti all’isolotto. La baia incantata di Mazzarò Questa spiaggia è la preferita dai taorminesi. Questa minuscola baia stretta tra capo Mazzarò e capo Sant’Andrea si raggiunge da Taormina prendendo la scenografica funicolare o scendendo i gradini della scalinata di via Castelluccio. Mazzarò, che un tempo non era che un piccolo borgo di pescatori, ospita oggi alcuni tra gli hotel più esclusivi e i ristoranti migliori di Taormina. La sua spiaggia è decisamente la più elegante di tutto questo tratto di costa messinese. Il fondale di ghiaia e sassolini è bagnato da acqua turchese e cristallina, in cui si celano grotte e suggestivi anfratti marini, da scoprire durante avventurose immersioni subacquee. Isola Bella: la spiaggia più famosa di tutta la Sicilia La più famosa, e anche la più fotografata, la spiaggia di Isola Bella si trova ai piedi del monte Tauro proprio di fronte a Taormina. Tutelata dal 1998 all’interno della riserva Naturale omonima. Questa baia racchiusa tra capo Taormina e capo Sant’Andrea è divisa al centro, proprio come fosse la punta centrale del tridente di Poseidone, dalla piccola e magnifica isola Bella. Per raggiungere l’isola bisogna scendere circa un centinaio di gradini, al termine dei quali la fatica viene senza dubbio ripagata da questa splendida spiaggia di ghiaia e ciottoli, in parte attrezzata e in parte libera, incorniciata dagli scogli e riparata dai due alti promontori. I fondali sono poco profondi, trasparenti e popolati da numerosi pesci di scogliere. Davanti all’isola si allunga un piccolo istmo di sabbia, raggiungibile con la bassa marea oppure guadando l’acqua, che rappresenta sicuramente il punto più ambito della baia dove distendersi a prendere il sole. Grazie al servizio di alcuni barcaroli è possibile inoltre fare il giro della baia e scoprire la grotta Azzurra di capo Sant’Andrea, all’interno della quale si possono ammirare cangianti giochi di luce che riverberano nell’acqua e sulle pareti di roccia viva. Villagonia: l’abbraccio eterno del mare Superato capo Taormina e la sua celebre grotta della Conchiglia si sviluppa la lunga baia di Villagonia con la sua ghiaia fine, meta ideale sia degli amanti sia della barca a vela, per le correnti e i venti che invitano a solcare dolcemente il mare, che della movida notturna. Qui infatti si trova Lido Panasia, una delle discoteche più frequentate di Taormina. La sabbia dorata di Giardini Naxos Oltre il porticciolo Saia e la sua piccola spiaggia di rocce laviche, situata sotto il profilo della chiesa di Santa Maria Raccomandata, comincia il litorale di sabbia dorata che contraddistingue Giardini Naxos, l’unica tra le spiagge di Taormina a non avere ne’ fondali ghiaiosi ne’ rocce o scogli. Anche qui i fondali sono poco profondi e quindi particolarmente adatti anche ai bambini. Il vivace lungomare di Naxos è inoltre pieno di bar, ristoranti e negozi. La baia di Naxos è chiusa a sud dal suggestivo capo Schisò, con il porto ma soprattutto la sede del parco e museo Archeologico di Naxos. Qui una scultura che riprende le forme della Nike di Samotracia ricorda che lo sbarco dei primi coloni greci sulle coste siciliane. Tra la rigogliosa macchia mediterranea e affascinanti memorie storiche si nasconde infine, proprio sotto al promontorio, un’altra magnifica spiaggia di sabbia fine. I palazzi medievali di Taormina, i resti romani e le mura arabe Taormina però non è soltanto spiagge. Il suo centro storico medievale vanta infatti uno straordinario patrimonio artistico e architettonico, a partire da corso Umberto I, arteria principale della cittadina. Il bellissimo palazzo Corvaia risale al X secolo, eretto originariamente dagli Arabi, e oggi ospita il museo delle Arti e Tradizioni. La splendida villa Comunale e i suoi giardini un tempo erano la residenza di Lady Florence Trevelyan, la nobildonna inglese cugina della regina Vittoria e amante del giardinaggio che trasformò l’isola Bella in un lussureggiante giardino botanico. Lungo le vie si incontrano inoltre numerosi edifici che evocano gli antichi splendori di Taormina. Il trecentesco palazzo Duchi di Santo Stefano, capolavoro assoluto dell’arte gotica siciliana e oggi sede della fondazione dedicata allo scultore messinese Giuseppe Mazzullo (1913-1988); la quattrocentesca casa Cipolla, mirabile esempio di rinascimento siciliano, e casa Cuseni, curiosamente decorata da motivi Arts and Crafts tipicamente anglosassoni. L’odeon romano e la coeva domus di San Pancrazio (I secolo a.C.), e poi i resti dell’antica cinta muraria, eretta dagli Arabi poco prima dell’anno Mille, entro la quale si possono ammirare ancora oggi le imponenti porta Messina e porta Catania. La chiesa di San Giuseppe e il Duomo di Taormina La duecentesca torre dell’Orologio si contende piazza IX Aprile, detta anche Piano di Sant’Agostino, con facciata bianco-rosata della barocca chiesa di San Giuseppe. Al suo interno sono da segnalare le lesene in pietra di Siracusa e di Taormina, che rivestono quasi interamente le pareti della chiesa, magnificamente scolpite con motivi floreali e teste di angeli alate, entro cui sono ospitati 8 dipinti con episodi tratti dalla Vita di Gesù e 12 piccoli affreschi con progetti e personaggi biblici. L’imponente castello Arabo, che domina la città dalla rocca del Tauro, un tempo corrispondeva all’acropoli inferiore di Tauromenion (la superiore si trova nell’odierna e vicina Castelmola). Le simboliche quattro Fontane barocche della città sono invece situate in piazza Duomo, dove appunto si erge la duecentesca chiesa di San Nicola, la chiesa principale di Taormina. La facciata in pietra viva del duomo è impreziosita da tre rosoni rinascimentali in pietra di Siracusa, mentre il portale barocco permette di accedere all’interno, dove è custodito, tra altre opere d’arte, il mirabile Polittico cinquecentesco di Antonello de Saliba, composto di sei tavole inserite in un retablo ligneo (una pala d’altare), che un tempo adornava l’altare dell’ex chiesa di Sant’Agostino. Il teatro Antico di Taormina Il monumento più antico di Taormina è, infine, anche quello più importante, quello che da solo vale la visita dell’intera cittadina. Lo straordinario teatro romano, di origine probabilmente greca e risalente al III secolo a.C. Una terrazza scavata nella roccia che ha come sfondo il mar Ionio e l’Etna e che un tempo poteva ospitare circa 10 mila spettatori. Durante il Medioevo alcune strutture del complesso vengono smantellate e utilizzate come materiale di recupero per altre costruzioni. A partire dagli artisti europei del Settecento, che giunsero qui seguendo l’itinerario del Grand Tour, la bellezza del teatro Antico di Taormina ha lasciato senza parole intere generazioni di fronte alla sua bellezza mozzafiato. Oggi il teatro è il fiore all’occhiello delle attività culturali della città e ogni anno ospita numerosi eventi come la cerimonia di premiazione del David di Donatello, concerti, opere liriche e il Taormina Film Fest. https://ift.tt/3dBaEbg Le spiagge migliori di Taormina e dintorni Taormina e il suo mare sono in assoluto una delle mete più ambite di tutta la Sicilia a livello internazionale. Il suo fascino, anche se in modo completamente diverso, può essere paragonato soltanto a Capri, a Positano, a Portofino oppure, al di fuori dei confini italiani, a Saint Tropez. L’antica Tauromenion greca è una vera e propria terrazza del monte Tauro affacciata sul mar Ionio, le cui acque furono solcate per la prima volta dai Greci, nel 735 a.C., e poi dagli altri antichi navigatori del Mediterraneo. Come per il resto della Sicilia, nel corso dei secoli Taormina ha visto sfilare popoli e culture, eserciti e potenti, commercianti e artisti provenienti da tutto il Mediterraneo e l’Europa intera. Dal 212 a.C. Roma, poi i Bizantini e gli Arabi per oltre un secolo; i Normanni e gli Svevi, gli Aragonesi, lo splendore rinascimentale e poi illuminista, fino ai Borboni e all’unità d’Italia. Per le sue bellezze storiche e naturali la fama turistica di Taormina, che sembra davvero sospesa tra rocce e mare, comincia con il Gran Tour settecentesco diventando ben presto meta privilegiata di letterati e intellettuali provenienti da tutta Europa: da Goethe a D.H. Lawrence, da Truman Capote a Jean Cocteau; da Salvatore Quasimodo, Freud ed Einstein ad Anna Achmatova, ad Ava Gardner, a Liz Taylor, a Greta Garbo. Partiamo dunque alla scoperta delle spiagge più belle di Taormina e dintorni, un viaggio che avrà necessariamente come tappa finale la visita delle meraviglie storiche di Taormina, con tutto il suo fascino mondano e al tempo stesso antico e marino. La spiaggia no stress di Mazzeo A nord di Taormina per cominciare si sviluppa una lunghissima baia che da capo dei Greci, dominato dall’imponente torrione cilindrico del castello di Sant’Alessio Siculo giunge alle spalle di Mazzarò, comprendendo le località di Fondaco Parrino, Mazzeo e Spisone. Qui la spiaggia è ghiaiosa, nonché facilmente raggiungibile sia da Letojanni che da Taormina, anche tramite un ottimo servizio di autobus. La spiaggia di Mazzeo, il tratto iniziale, è la spiaggia di solito meno affollata nei dintorni di Taormina ed è quindi ideale per chi evitare i lidi più affollati. Il fondale roccioso mantiene l’acqua trasparente, mentre l’arenile si mantiene ampio e regolare. Le rocce parlanti di Spisone A Spisone la baia tende invece a restringersi. La spiaggia si allunga sotto rocce a strapiombo, mentre dal mare emergono massi che sembrano vivi. Nel tratto finale della baia spuntano scogli e isolotti dai nomi curiosi, come l’isola delle Sirene, che ripara l’omonima e minuscola baia proprio sotto al promontorio roccioso di capo Mazzarò, oppure lo scoglio dello Zio Gennaro, poco più al largo davanti all’isolotto. La baia incantata di Mazzarò Questa spiaggia è la preferita dai taorminesi. Questa minuscola baia stretta tra capo Mazzarò e capo Sant’Andrea si raggiunge da Taormina prendendo la scenografica funicolare o scendendo i gradini della scalinata di via Castelluccio. Mazzarò, che un tempo non era che un piccolo borgo di pescatori, ospita oggi alcuni tra gli hotel più esclusivi e i ristoranti migliori di Taormina. La sua spiaggia è decisamente la più elegante di tutto questo tratto di costa messinese. Il fondale di ghiaia e sassolini è bagnato da acqua turchese e cristallina, in cui si celano grotte e suggestivi anfratti marini, da scoprire durante avventurose immersioni subacquee. Isola Bella: la spiaggia più famosa di tutta la Sicilia La più famosa, e anche la più fotografata, la spiaggia di Isola Bella si trova ai piedi del monte Tauro proprio di fronte a Taormina. Tutelata dal 1998 all’interno della riserva Naturale omonima. Questa baia racchiusa tra capo Taormina e capo Sant’Andrea è divisa al centro, proprio come fosse la punta centrale del tridente di Poseidone, dalla piccola e magnifica isola Bella. Per raggiungere l’isola bisogna scendere circa un centinaio di gradini, al termine dei quali la fatica viene senza dubbio ripagata da questa splendida spiaggia di ghiaia e ciottoli, in parte attrezzata e in parte libera, incorniciata dagli scogli e riparata dai due alti promontori. I fondali sono poco profondi, trasparenti e popolati da numerosi pesci di scogliere. Davanti all’isola si allunga un piccolo istmo di sabbia, raggiungibile con la bassa marea oppure guadando l’acqua, che rappresenta sicuramente il punto più ambito della baia dove distendersi a prendere il sole. Grazie al servizio di alcuni barcaroli è possibile inoltre fare il giro della baia e scoprire la grotta Azzurra di capo Sant’Andrea, all’interno della quale si possono ammirare cangianti giochi di luce che riverberano nell’acqua e sulle pareti di roccia viva. Villagonia: l’abbraccio eterno del mare Superato capo Taormina e la sua celebre grotta della Conchiglia si sviluppa la lunga baia di Villagonia con la sua ghiaia fine, meta ideale sia degli amanti sia della barca a vela, per le correnti e i venti che invitano a solcare dolcemente il mare, che della movida notturna. Qui infatti si trova Lido Panasia, una delle discoteche più frequentate di Taormina. La sabbia dorata di Giardini Naxos Oltre il porticciolo Saia e la sua piccola spiaggia di rocce laviche, situata sotto il profilo della chiesa di Santa Maria Raccomandata, comincia il litorale di sabbia dorata che contraddistingue Giardini Naxos, l’unica tra le spiagge di Taormina a non avere ne’ fondali ghiaiosi ne’ rocce o scogli. Anche qui i fondali sono poco profondi e quindi particolarmente adatti anche ai bambini. Il vivace lungomare di Naxos è inoltre pieno di bar, ristoranti e negozi. La baia di Naxos è chiusa a sud dal suggestivo capo Schisò, con il porto ma soprattutto la sede del parco e museo Archeologico di Naxos. Qui una scultura che riprende le forme della Nike di Samotracia ricorda che lo sbarco dei primi coloni greci sulle coste siciliane. Tra la rigogliosa macchia mediterranea e affascinanti memorie storiche si nasconde infine, proprio sotto al promontorio, un’altra magnifica spiaggia di sabbia fine. I palazzi medievali di Taormina, i resti romani e le mura arabe Taormina però non è soltanto spiagge. Il suo centro storico medievale vanta infatti uno straordinario patrimonio artistico e architettonico, a partire da corso Umberto I, arteria principale della cittadina. Il bellissimo palazzo Corvaia risale al X secolo, eretto originariamente dagli Arabi, e oggi ospita il museo delle Arti e Tradizioni. La splendida villa Comunale e i suoi giardini un tempo erano la residenza di Lady Florence Trevelyan, la nobildonna inglese cugina della regina Vittoria e amante del giardinaggio che trasformò l’isola Bella in un lussureggiante giardino botanico. Lungo le vie si incontrano inoltre numerosi edifici che evocano gli antichi splendori di Taormina. Il trecentesco palazzo Duchi di Santo Stefano, capolavoro assoluto dell’arte gotica siciliana e oggi sede della fondazione dedicata allo scultore messinese Giuseppe Mazzullo (1913-1988); la quattrocentesca casa Cipolla, mirabile esempio di rinascimento siciliano, e casa Cuseni, curiosamente decorata da motivi Arts and Crafts tipicamente anglosassoni. L’odeon romano e la coeva domus di San Pancrazio (I secolo a.C.), e poi i resti dell’antica cinta muraria, eretta dagli Arabi poco prima dell’anno Mille, entro la quale si possono ammirare ancora oggi le imponenti porta Messina e porta Catania. La chiesa di San Giuseppe e il Duomo di Taormina La duecentesca torre dell’Orologio si contende piazza IX Aprile, detta anche Piano di Sant’Agostino, con facciata bianco-rosata della barocca chiesa di San Giuseppe. Al suo interno sono da segnalare le lesene in pietra di Siracusa e di Taormina, che rivestono quasi interamente le pareti della chiesa, magnificamente scolpite con motivi floreali e teste di angeli alate, entro cui sono ospitati 8 dipinti con episodi tratti dalla Vita di Gesù e 12 piccoli affreschi con progetti e personaggi biblici. L’imponente castello Arabo, che domina la città dalla rocca del Tauro, un tempo corrispondeva all’acropoli inferiore di Tauromenion (la superiore si trova nell’odierna e vicina Castelmola). Le simboliche quattro Fontane barocche della città sono invece situate in piazza Duomo, dove appunto si erge la duecentesca chiesa di San Nicola, la chiesa principale di Taormina. La facciata in pietra viva del duomo è impreziosita da tre rosoni rinascimentali in pietra di Siracusa, mentre il portale barocco permette di accedere all’interno, dove è custodito, tra altre opere d’arte, il mirabile Polittico cinquecentesco di Antonello de Saliba, composto di sei tavole inserite in un retablo ligneo (una pala d’altare), che un tempo adornava l’altare dell’ex chiesa di Sant’Agostino. Il teatro Antico di Taormina Il monumento più antico di Taormina è, infine, anche quello più importante, quello che da solo vale la visita dell’intera cittadina. Lo straordinario teatro romano, di origine probabilmente greca e risalente al III secolo a.C. Una terrazza scavata nella roccia che ha come sfondo il mar Ionio e l’Etna e che un tempo poteva ospitare circa 10 mila spettatori. Durante il Medioevo alcune strutture del complesso vengono smantellate e utilizzate come materiale di recupero per altre costruzioni. A partire dagli artisti europei del Settecento, che giunsero qui seguendo l’itinerario del Grand Tour, la bellezza del teatro Antico di Taormina ha lasciato senza parole intere generazioni di fronte alla sua bellezza mozzafiato. Oggi il teatro è il fiore all’occhiello delle attività culturali della città e ogni anno ospita numerosi eventi come la cerimonia di premiazione del David di Donatello, concerti, opere liriche e il Taormina Film Fest. Taormina è un luogo ricchissimo di stora e bellezze tutte da scoprire, dal Teatro Antico alle meravigliose spiagge di Isola Bella e Giardini Naxos.
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foxpapa · 5 years
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Monopoli, Puglia - ITALY
Le grotte ipogee accessibili a tutti
Erano le piscine naturali dei monaci
Sono nascoste, si possono solo raggiungere via mare, e come tutte le cose belle devono meritarsi la conquista: le grotte ipogee nei pressi del castello di Santo Stefano a Monopoli hanno i piedi nell'acqua, e raccontano una storia affascinante. Pare infatti che in passato venissero usate dai monaci benedettini, che qui facevano bagni estivi lontano da occhi indiscreti. A testimoniare il loro passaggio, ora, ci sono resti di vasche e di un tavolo conviviale. Per i curiosi basta una nuotata per immergersi in questa rara meraviglia, testimoniata da queste immagini concesse dall'associazione Puglia Trek&food e dal suo fondatore Orazio Sansonetti: "Sono ad accesso libero - precisa - chiunque frequenta il lido Santo Stefano può farne una meta"
di ANNA PURICELLA
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diegomonfredini · 4 years
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Montecalvello, a pochi chilometri da Grotte Santo Stefano, è una piccola frazione di Viterbo che si affaccia sulle vallate della Teverina. Nel Seicento il castello era in proprietà di Donna Olimpia Maidalchini in Pamphili, cognata del papa Innocenzo X Giovanni Battista Pamphili, che diventò così feudataria dell’intero territorio, con l’inclusione di Grotte Santo Stefano e Vallebona. Nel 1970 il Castello di Montecalvello viene acquistato dal famoso pittore Balthus, nome d’arte di Balthasar Klossowski de Ròla, uno tra i più originali ed enigmatici maestri del Novecento: se non altro il primo pittore che ancora in vita ebbe il privilegio di vedere esposte le sue opere al Louvre. Balthusmorì nel 2001. Nel 2015 il castello è stato una delle località in cui è stato girato il film di Matteo Garrone Il racconto dei racconti. #tusciamonamour #montecalvello #balthus #bw #landscape #fountain lumix #travelphotography #architecturephotography #architectural #italy #castellodibalthus #ilraccontodeiracconti #viterbo #attigliano #roma #lazio (presso Montecalvello) https://www.instagram.com/p/CGKAUVHHhqW/?igshid=1xitxl181fbm7
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babivilla · 7 years
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OCCHIO, MALOCCHIO, FUNICELLE ALL'OCCHIO...SCIÒ SCIÒ CIUCCIUE'!
E venne il giorno in cui il suo proverbiale ottimismo fu duramente messo alla prova, ma andiamo con ordine: Nottata tra 4 guanciali, nel vero e proprio senso della parola...anzi ne ho anche tolti due, nel primo albergo Giordano davvero caldo (perfino troppo) tant'è che mi sono svegliata con un deciso cerchio alla testa, che a ben pensare potrebbe anche essere derivato dall'arietta allegra e frizzantina che soffiava ieri vicino al mare mentre aspettavo paziente il tramonto. Dalla mia terrazza comunque ho potuto godere nel silenzio rotto solo da qualche cinguettio, e dalle oche del ruscello con le carpe koi (che ancora devo capire cosa ci azzeccano sia con la Giordania che con la Svizzera) ,di Israele che lentamente appariva, come se uscisse da un acquerello, sulla riva di fronte, mano a mano che il sole si levava. Essendo una che ama seguire usi e tradizioni dei luoghi che visita, fin dal primo giorno mi sono adeguata alle abitudini alimentari locali, e cioè : -Una colazione stile "trangugia e divora" in versione salata con tanto di olivella spaccata (ma senza peperoncino ed aglio) formaggio primosale, ovetto...anzi per la precisione2, pomodori, cetrioli, pane Pita da condire con olio e spezie (funziona così: prendi del l'olio di oliva e lo aggiungi lentamente ad un preparato di origano, semi di sesamo, e saddio che altra roba, fino a creare una Malta verde con la quale ricopri abbondantemente il pane, l'uovo, tuo cugino...quello che vuoi, tanto è buono selvaggio e quindi sta bene su tutto) il tutto abbondantemente annaffiato con del tè . -Salto acrobatico del pranzo (durante il quale normale spazio temporale stai ancora digerendo le due ovette). -Cena sul presto con ogni ben diddio, anche perché non mangiando dalle 7 ti si spilla un appetito che divoreresti pure il cameriere se fosse condito con olio e sale! Ma stamattina, all'ingresso del ristorante, mi si è parato davanti un poutpourri di dolcezze internazionali in versione mignon, ed ho capitolato...e a ben pensarci deve essere stato quello che ha portato jella! Abbiamo ripreso la VIA DEI RE e dopo wadi immensi, improvvise sorgenti di acqua fumante, dighe e strade arrampicate sulle montagne, siamo arrivati a MAKAWI (o Mukawi, o Mekawi, scegliete voi che l'ho letto in ogni versione) nota ai più come la fortezza del Macheronte. Esatto, cari i miei ripetenti della cresima, il luogo dove Giovanni fu decapitato! Oggi, di quella che era la fortezza di Erode Antipa , da non confondersi col castello un paio di km prima, non resta che il basamento, qualche parte di muro a segnare le stanze più importanti e due colonne, che svettano sulla cima di una collina a punta traforata di grotte; ecco, su questa collina sferzata dal vento, da cui si vede il mar morto ed un paesaggio brullo ed aspro costellato di greggi e tende gitane, io mi sono inerpicata, fiduciosa della dolce salita che vedevo dalla guardiania del sito, senza sapere che esattamente girato il crinale, la salitella si trasformava in una arrampicata col 70% di pendenza, senza cordata e a 1000mt di altitudine! Sulla cima ho avuto la chiara visione di Salome' che danzava davanti Erode un pezzo di Jesus Christ, mentre Erodiade la guardava compiaciuta pregustando la vendetta come una gatta selvatica...sarà stata mancanza di ossigeno? Nel discendere mi sono invece soffermata a quella che dicono sia la grotta dove hanno giustiziato Giovanni, un posto strano di roccia a righe che sicuramente ha ospitato, tantissimi pastori di passaggio, ne sono la riprova i segni di fuliggine di fuochi e candele lasciati sul soffitto; e con questa siamo a tre, no dico TRE assoluzioni di tutti i miei peccati signore e signori, eh si perché con Betania, il monte Nebo e il Macheronte (dove appena ci sarà acqua a sufficienza apriranno addirittura una inquietante stanza di "depurazione" dai peccati) ho fatto l'en plein delle indulgenze plenarie, aggiungiamoci Santiago e posso organizzare un mini sterminio pensando seriamente di farla franca! Tra sali e scendi dai wadi (attraversato il secondo per grandezza del paese) , e perdendoci anche un attimino, eccoci a Um-ar-rasas, patrimonio dell'umanità, che altro non è che le rovine di una guarnigione romana a cui poi, trasformatasi in paese, venne aggiunta una chiesa in onore di Santo Stefano con tanto di mosaici spettacolari di epoca bizantina, con annessa torre di 15mt senza porte ne finestre che ancora oggi fa impazzire gli archeologi nel cercare di capire a cosa stracavolo potesse mai servire, ragazzi non dimentichiamoci dei simpaticissimi stiliti e anacoreti che imperversavano per la regione eh?! Prossima tappa: Karak per visitare un enorme castello crociato, con annex mamelucco ovviamente, cucine, servizi multipli, ponte levatoio e riscaldamento autonomo, unico problema il parcheggio, che vista la pioggia battente iniziata non e' stato esattamente un problema da poco! Ora, io capisco che un tempo da lupi ispiri una serie di pennichelle pre e post prandiali infinitamente più gradevoli dello stare dietro ad una finestrella a staccare biglietti, ma vedere il custode svegliarsi di soprassalto al mio "Good morning I have a Jordan pass" controbattere "how many?" "ONE!" "Ok..." E immediatamente riprendere sonno, mi è sembrata davvero una candid camera d'altri tempi! Complice la pioggia ho avuto il castello tutto per me per 30meravigliosi minuti durante i quali ho potuto esplorare cucine ed annessi, corridoi dei soldati e chiese cristiane alla luce della mia torcia, prima di uscire all'aperto e ritrovarmi attorniata dal mio incubo ricorrente: i giappi, che poi forse sono vietnamiti, o roba simile vabbè! Mi sono rituffata subito nelle segrete coi muri spessi 6mt e li ho seminati, ormai sono una professionista, spaventando però a morte nell'ordine: una gatta incinta ed Il mio driver che mi stava dando per dispersa nei cunicoli crociati. Il brutto tempo ha continuato a farci compagnia a sprazzi facendoci arrivare a Shobak giusto 10 minuti prima della chiusura e incrociare quel nullafacente del guardiano che si è rifiutato di aprirci il castello, "poco male...avrò qualcosa da vedere la prossima volta" ho detto a Sabbah che si era incupito di brutto, già dispiaciutissimo per il tempo ballerino, nemmeno fosse colpa sua! La temperatura intanto, dai 19 gradi lasciati sul Mar Morto alle 8, si era decisamente abbassata fino ad arrivare tra shobak e Petra a 0gradi, e la pioggia si è trasformata in NEVE! Direi che con questa in una settimana ho davvero provato di tutto: sono passata dalle immersioni a 18mt a galleggiare 450mt sotto il livello del mare, dagli alberghi a 5stelle alle rive del Giordano, dai castelli crociati alle rovine romane, e dal deserto alle montagne innevate del Trentino!!! La sfiga però ha continuato a seguirmi, proprio fino a Petra dove mi sono registrata con un giorno di anticipo per vederla di notte, e invece co sta pioggia e co sto vento il sik e' pericoloso e l'evento non si fa...vuoi vedere che me l'ha tirata quella merdaccia dell'albergo di Karak dove ho cancellato la prenotazione, nonostante gli abbia pagato la metà? Dev'essere così, mentre mi diceva amabilmente"però guarda che qui piove, a Petra nevica! Oh guarda no, piove soltanto!" Mi stava mandando una macumba beduina che nemmeno le tre assoluzioni sono riuscite a sciogliere!!! Faccio un ultimo tentativo, prima di dormire una strofinatina al granellone di sale che ieri il bagnino del mar morto mi ha regalato mentre con l'altra mano stringo il mio corno di corallo; comunque se invece siete stati voi (ed io un sospetto specifico pure ce l'avrei) non siete affatto carini, vi ricordo che io non gufo mai le vostre vacanze....e per quanto riguarda il padrone di casa risiedente ai piani altissimi: giovane, ti ricordo che io sarei una bella persona! Per domani....work in progress! Stay tuned, in un modo o nell'altro, ne vedrò delle belle! Mi sa che una manina di Fatima, quasi quasi...
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wdonnait · 5 years
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Putignano: Carnevale, cibo e tradizioni
Nuovo post pubblicato su https://www.wdonna.it/putignano-carnevale-cibo-e-tradizioni/107617?utm_source=TR&utm_medium=Tumblr&utm_campaign=107617
Putignano: Carnevale, cibo e tradizioni
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Putignano è un paese situato in provincia di Bari, noto per la presenza di una moltitudine di strutture religiose (risalenti a secoli fa) ma soprattutto per il Carnevale.
Infatti, durante questo periodo di festa, tantissima gente dei paesi limitrofi (ma anche dall’estero o di altre regioni italiane), scelgono di visitare Putignano sia per vivere dei momenti di svago, che per scoprire una serie di tradizioni, come ad esempio il cibo locale. Scopriamo di più!
Putignano luoghi religiosi
Come vi abbiamo accennato in precedenza, Putignano è abbastanza rinomata per il fatto che sia ricca luoghi di culto. Infatti, qui si possono trovare numerose chiese, come ad esempio:
Chiesa di San Pietro Apostolo
La Chiesa di San Pietro Apostolo risale al XII secolo e più precisamente al 1158. Nei secoli successivi (in particolar modo durante il periodo rinascimentale), la chiesa subì una serie di rinnovazioni stilistiche e architettoniche.
Infatti, si pensò di costruire un campanile molto più moderno e delle finestre che riprendono lo stile seicentesco. All’interno invece, si ha modo di trovare una serie di componenti del ‘700, come ad esempio l’organo, gli altari e i confessionali, realizzati in marmo e in legno.
Tra l’altro, la chiesa di San Pietro Apostolo, contiene numerose opere artistiche di un certo calibro, come ad esempio le opere di Stefano da Putignano, tra cui le statue di San Sebastiano e San Pietro.
E’ uno dei luogo di culto più importanti del paese, poiché qui si celebrano anche i Santi Giovanni Battista e Maria SS. Addolorata, i patroni di Putignano, rispettivamente il 24 giugno e la terza domenica di settembre.
Chiesa di Santa Maria La Greca
Un altro luogo religioso di tutto rispetto è certamente la Chiesa di Santa Maria La Greca.
A differenza della precedente, essa risale al 1522. Ciò che la rende importante è il fatto che all’interno conservi la reliquia del cranio di Santo Stefano, ossia il protettore di Putignano che si celebra per ben due volte nel corso di un anno.
Infatti, il 3 agosto c’è la festa patronale in onore al suo gesto di protezione verso Putignano contro la peste, mentre il 26 dicembre si fa omaggio al suo martirio e soprattutto l ‘arrivo della reliquia.
Oltre a questi due luoghi religiosi di molta importanza, a Putignano possiamo trovare le seguenti chiese (alcune di vecchia data e altre più recenti):
Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli
Chiesa Madonna del monte Carmelo ex Convento Grande delle Carmelitane scalze;
La Chiesa del purgatorio e dei Santi Medici
Chiesa Madonna dei suffragi e del purgatorio
Cappella di San Biagio Vescovo
Chiesa di Santa Chiara ex Convento piccolo delle clarisse
Ma anche:
Chiesa del Carmine (parrocchia);
La chiesa di San Domenico (costituita da parrocchia e Convento).
Chiesa di San Filippo (ossia una parrocchia retta dalla Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue)
Chiesa di Santo Stefano Piccolo
La chiesa rupestre della Madonna delle Grazie
Cappella di Pin Pen (situata in periferia)
Chiesa Madonna della Consolazione ex convento dei frati Cappuccini
Putignano cosa visitare
In questo borgo situato in provincia di Bari, si ha modo di visitare un posto in cui regnano storia e natura.
Stiamo parlando ovviamente della Grotta del Trullo che fu scoperta nel 1931, a seguito di alcuni scavi, effettuati per l’installazione di un tronco fognario. Proprio durante la sua esecuzione, venne alle luce una cavità dalle grandi dimensioni, piena di stalattiti e stalagmiti ma anche infiorescenze di calcite-aragonite.
Ciò che rende affascinante la Grotta del Trullo è certamente il gioco di luci che si crea all’interno, per via dell’acqua che entra in contatto con alcune pareti. Di conseguenza, si crea uno spettacolo della natura e le formazioni calcaree assumono un tripudio di colori, tendenti al rosso e al bianco.
Il fatto che si chiami trullo, fa riferimento alla struttura conica (contenente una scala a chiocciola) realizzata per facilitare le visite turistiche.
Putignano Carnevale
Come vi abbiamo detto in precedenza, Putignano è il paese del carnevale.
Diversi mesi prima (pensate sia dal periodo estivo) molti abitanti del posto si mobilitano per dar vita ad un’organizzazione ad hoc. Tra l’altro, rispetto alle altre località, qui il carnevale inizia subito dopo il Natale, con l’arrivo delle reliquie di Santo Stefano.
Oltre a questa occasione speciale, giorno 17 Gennaio si celebra la festa di Sant’Antonio Abate. E da qui si contano ben 7 giovedì dedicati a Carnevale: ognuno di essi è incentrato su una serie di categorie:
I Monsignori
I Preti
Le Monache
I vedovi e le vedove
I ragazzi celibi, detti “pazzi”
Le donne sposate
Gli uomini sposati
Ciò che rende caratteristico il Carnevale di Putignano sono i famosi “carri”, che sfilano per tradizione le domeniche e il martedì grasso, nelle vie principali del paese.
Inoltre, questa festa è famosa in quanto risulta essere una delle più antiche a livello europeo. Pensate che attualmente hanno celebrato ben 625 edizioni!
Putignano cucina
Visitando Putignano, avrete modo di assaggiare numerose specialità tipiche pugliesi. Tra le più significative, troviamo:
Le orecchiette con le cime di rapa
Patate, riso e cozze, un must di Bari
La farinella, piatto a base di farina di orzo e ceci
Il pane, in particolar modo quello di Altamura
La burrata e il fallone di Gravina di Puglia (tipico formaggio)
La pasta e cavoli
Le brasciole al sugo, ad esempio quelle di vitello
Le cartellate e gli sporcamuss (dei dolci simili a delle sfogliatine
La focaccia barese e il calzone di cipolle
I carciofi
Quest’ultimi, sono uno dei simboli culinari di Putignano. Infatti, qui avrete modo di assaggiare due tipologie di carciofi molto rare, ossia il verde e il violetto.
Purtroppo, trovarli diventa sempre più difficile, sia perché hanno un ciclo produttivo abbastanza breve, sia per una questione climatica. Tuttavia, essi sono molto utilizzati nella cucina locale e si possono cucinare secondo diverse varianti di cottura, ad esempio fritti (in pastella), al forno, o bolliti.
Putignano dintorni
Nel caso in cui doveste intrattenervi per diversi giorni a Putignano, sappiate che non molto distante da qui avrete la possibilità di visitare tantissime altre località pugliesi dalla bellezza paesaggistica indescrivibile.
A tal proposito, bisogna citare assolutamente la città di Bari ma anche i seguenti paesi: Monopoli, Alberobello, Castellana Grotte, Fasano.
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samuelevillini · 6 years
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Si chiama Anchusa Officinalis. Forse molti se la ricorderanno per averne succhiato il nettare. Ha il sapore dolce, il sapore di quando si giocava nei prati con la natura. (presso Grotte Santo Stefano, Lazio, Italy) https://www.instagram.com/chimicadelleparole/p/BvLrxQEjMG7/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=xq8d418w5idi
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siciliatv · 1 year
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Elezioni amministrative il 28 e 29 maggio 2023. I 14 comuni della provincia di Agrigento
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Domenica 28 e lunedì 29 maggio si andrà al voto per le Amministrative in 129 Comuni siciliani.  Il 28 maggio si voterà dalle 7 alle 23, mentre il giorno successivo dalle 7 alle 15. L’eventuale turno di ballottaggio nei Comuni più grandi si terrà l’11 e il 12 giugno. La tornata elettorale coinvolgerà quattro capoluoghi di provincia: Catania (con sei circoscrizioni di quartiere), Ragusa, Siracusa e Trapani. Dei 129 Comuni al voto, saranno 114 quelli nei quali si voterà col sistema maggioritario perché al di sotto dei 15mila abitanti, mentre sono 15 quelli al di sopra di questa soglia nei quali si voterà col proporzionale. Cinque Comuni sono attualmente gestiti da commissari straordinari di nomina regionale, mentre uno, quello di Barrafranca, nell’ennese, è amministrato da una commissione prefettizia perché sciolto per mafia. “Si tratta di una tornata elettorale molto importante per i 129 Comuni isolani – diche Messina -. I cittadini chiamati alle urne saranno, infatti, un terzo della popolazione siciliana. Questa volta le giornate in cui si voterà saranno due per via del recepimento della normativa nazionale. La scelta è ricaduta sul 28 e il 29 maggio perché, da un lato, abbiamo voluto tener conto del calendario scolastico, senza quindi penalizzare eccessivamente l’attività didattica, e, dall’altro, abbiamo evitato di sovrapporre la tornata elettorale a celebrazioni nazionali e religiose”.   I COMUNI AL VOTO IN PROVINCIA DI AGRIGENTO In provincia di Agrigento si rinnoveranno le amministrazioni di 14 Comuni. Si voterà con sistema proporzionale a Licata, mentre con il maggioritario a Burgio, Calamonaci, Castrofilippo, Cianciana, Grotte, Joppolo Giancaxio, Lucca Sicula, Menfi, Ravanusa, Sambuca di Sicilia, San Giovanni Gemini, Sant’Angelo Muxaro e Santo Stefano Quisquina. Read the full article
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allnews24 · 6 years
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Treno esce dai binari: illesi i 150 viaggiatori. Tratta sospesa e bus navetta attivati
Treno esce dai binari: illesi i 150 viaggiatori. Tratta sospesa e bus navetta attivati
Un treno è uscito fuori dai binari. Il così detto ‘svio’ è accaduto intorno alle 6:25 di oggi 3 settembre. Due carrelli del locomotore del treno regionale 7569 Viterbo – Roma, come spiega Trenitalia, sono usciti dalla normale corsia fra Montefiascone e Grotte Santo Stefano, sulla linea Orte – Viterbo.
Lo svio è stato causato dai detriti trasportati sui binari in corrispondenza di un passaggio a…
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lpelo2000 · 2 years
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Grotte Santo Stefano
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freedomtripitaly · 5 years
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C’è una Budapest che si nasconde anche agli occhi del più attento viaggiatore. La città, già splendida alle luci del sole, nasconde sotto di sé un fitto sistema di grotte naturali in cui sono stati costruiti, nei secoli, sotteranei di castelli, chiese e persino un ospedale. Noi vi sveliamo cosa si cela sotto le strade ed i palazzi di questa splendida capitale europea. Le grotte sulle colline di Buda Non tutti sanno che Budapest è una città divisa in due dal Danubio: Buda e Pest. Il centro nevralgico della città è Pest con il palazzo del Parlamento, il mercato alimentare e il commercio. Dall’altra parte del fiume ci sono invece Buda e le sue pittoresche colline, costellate da eleganti case residenziali e sovrastate dal castello. Proprio al di sotto di queste colline esiste un’intera rete di caverne da esplorare. Le due grotte più popolari sono Pálvölgyi e Szemlőhegyi, attraversate da una lunga ragnatela di sentieri sotterranei dove si registra una temperatura costante di circa 11 gradi. Scendendo le lunghe scale è possibile arrivare in profondità per ammirare formazioni cristalline, stalattiti e stalagmiti. La grotta di Pálvölgyi è la più lunga di Budapest ed è spesso considerata anche la più bella per le sue architetture naturali. Se invece volete approfittare dei benefici effetti sulla salute dell’aria infusa di minerali, le grotte di Szemlőhegyi sono la soluzione migliore. Stalattiti e stalagmiti nelle grotte di Budapest. Ph: tupungato | 123f.it Il labirinto del castello Se si viaggia con tutta la famiglia, l’esperienza di speleologia del labirinto sotterraneo del castello di Buda è sicuramente alla portata di tutti. La storia del labirinto, che fa parte di un sistema naturale di caverne sotterranee, risale a centinaia di migliaia di anni fa, sebbene questo fu utilizzato anche durante la Seconda Guerra Mondiale come rifugio. Durante i secoli il labirinto ebbe i più svariati utilizzi: dalla conservazione del vino all’estrazione mineraria, sino agli scopi militari e alsuo impiego come prigione. Si pensa addirittura che Dracula (o meglio il principe della Transilvania noto come Vlad l’Impalatore, che ha ispirato il personaggio immaginario che beve sangue) sia stato imprigionato qui. Oggi è uno dei luoghi più visitati di Budapest e ospita al suo interno mostre speciali. La chiesa nella roccia L’altra collina che domina lo skyline di Buda è la collina di Gellért, coconosciuta come il luogo della “statua della libertà dell’Ungheria” e della famosa Cittadella. Ma sotto questi punti di riferimento si trova un’altra fitta rete di caverne. L’unica area aperta al pubblico è la Grotta di San Ivan, che oggi è costituita da Sziklatemplom, nota anche come Chiesa nella roccia, chiesa rupestre o Grotta di San Ivan. Fondata nel 1926, la chiesa fu utilizzata come ospedale e centro di cura durante la Seconda Guerra mondiale. Durante il regime comunista, tuttavia, la chiesa fu sigillata e inaccessibile al pubblico. Riaprì nel 1991 dopo la fine del dominio comunista. La chiesa nella roccia di Budapest Ph. Felix Lipov | 123rf.it Un ospedale dentro la roccia Una parte di queste caverne costituiva durante la guerra un elemento vitale per la città di Budapest: l’ospedale che, scavato nella roccia, si trova anche sotto il castello ed ora è sede di un museo. Durante la Seconda Guerra Mondiale lo spazio fu utilizzato come importante centro d’emergenza durante i raid aerei. Più tardi, durante la rivoluzione ungherese del 1956, l’ospedale fu riaperto per curare civili e soldati feriti. Chiuse definitivamente alla fine di quell’anno, per poi diventare bunker nucleare segreto durante la guerra fredda. In caso di attacco nucleare o chimico, il bunker era ancora dotato di un ospedale perfettamente funzionante. Durante questo periodo, alcuni medici e infermieri erano regolarmente impiegati per essere pronti ad ogni evenienza. Linea M1 della metropolitana di Budapest, Ph: marina113|123RF Una metro d’altri tempi Sul primato di Londra per la tratta della più antica linea della metropolitana sotterranea in Europa non si discute, ma la famosa linea gialla di Budapest (conosciuta come M1) è la più antica al di fuori delle Isole britanniche. Fu inaugurata nella primavera del 1896, collegando due dei più grandi quartieri della città: il Danubio e il City Park. Lungo il suo percorso ci sono diverse importanti fermate tra cui la Basilica di Santo Stefano, il Teatro dell’Opera ungherese, Piazza degli Eroi e le Terme di Széchenyi. Tenendosi ancora ai cinturini in pelle e intravedendo scorci delle stazioni piastrellate, ci si può sentire come se si fosse tornati indietro nel tempo. Passando dalla M1 alla più recente linea verde M4 si potranno notare invece le notevoli differenze tra la storia e la modernità. Ogni stazione della linea M4 infatti, è stata progettata da un artista diverso e mette in mostra l’innovazione tecnologica di Budapest. https://ift.tt/31C4AYV La Budapest da visitare è quella sotterranea C’è una Budapest che si nasconde anche agli occhi del più attento viaggiatore. La città, già splendida alle luci del sole, nasconde sotto di sé un fitto sistema di grotte naturali in cui sono stati costruiti, nei secoli, sotteranei di castelli, chiese e persino un ospedale. Noi vi sveliamo cosa si cela sotto le strade ed i palazzi di questa splendida capitale europea. Le grotte sulle colline di Buda Non tutti sanno che Budapest è una città divisa in due dal Danubio: Buda e Pest. Il centro nevralgico della città è Pest con il palazzo del Parlamento, il mercato alimentare e il commercio. Dall’altra parte del fiume ci sono invece Buda e le sue pittoresche colline, costellate da eleganti case residenziali e sovrastate dal castello. Proprio al di sotto di queste colline esiste un’intera rete di caverne da esplorare. Le due grotte più popolari sono Pálvölgyi e Szemlőhegyi, attraversate da una lunga ragnatela di sentieri sotterranei dove si registra una temperatura costante di circa 11 gradi. Scendendo le lunghe scale è possibile arrivare in profondità per ammirare formazioni cristalline, stalattiti e stalagmiti. La grotta di Pálvölgyi è la più lunga di Budapest ed è spesso considerata anche la più bella per le sue architetture naturali. Se invece volete approfittare dei benefici effetti sulla salute dell’aria infusa di minerali, le grotte di Szemlőhegyi sono la soluzione migliore. Stalattiti e stalagmiti nelle grotte di Budapest. Ph: tupungato | 123f.it Il labirinto del castello Se si viaggia con tutta la famiglia, l’esperienza di speleologia del labirinto sotterraneo del castello di Buda è sicuramente alla portata di tutti. La storia del labirinto, che fa parte di un sistema naturale di caverne sotterranee, risale a centinaia di migliaia di anni fa, sebbene questo fu utilizzato anche durante la Seconda Guerra Mondiale come rifugio. Durante i secoli il labirinto ebbe i più svariati utilizzi: dalla conservazione del vino all’estrazione mineraria, sino agli scopi militari e alsuo impiego come prigione. Si pensa addirittura che Dracula (o meglio il principe della Transilvania noto come Vlad l’Impalatore, che ha ispirato il personaggio immaginario che beve sangue) sia stato imprigionato qui. Oggi è uno dei luoghi più visitati di Budapest e ospita al suo interno mostre speciali. La chiesa nella roccia L’altra collina che domina lo skyline di Buda è la collina di Gellért, coconosciuta come il luogo della “statua della libertà dell’Ungheria” e della famosa Cittadella. Ma sotto questi punti di riferimento si trova un’altra fitta rete di caverne. L’unica area aperta al pubblico è la Grotta di San Ivan, che oggi è costituita da Sziklatemplom, nota anche come Chiesa nella roccia, chiesa rupestre o Grotta di San Ivan. Fondata nel 1926, la chiesa fu utilizzata come ospedale e centro di cura durante la Seconda Guerra mondiale. Durante il regime comunista, tuttavia, la chiesa fu sigillata e inaccessibile al pubblico. Riaprì nel 1991 dopo la fine del dominio comunista. La chiesa nella roccia di Budapest Ph. Felix Lipov | 123rf.it Un ospedale dentro la roccia Una parte di queste caverne costituiva durante la guerra un elemento vitale per la città di Budapest: l’ospedale che, scavato nella roccia, si trova anche sotto il castello ed ora è sede di un museo. Durante la Seconda Guerra Mondiale lo spazio fu utilizzato come importante centro d’emergenza durante i raid aerei. Più tardi, durante la rivoluzione ungherese del 1956, l’ospedale fu riaperto per curare civili e soldati feriti. Chiuse definitivamente alla fine di quell’anno, per poi diventare bunker nucleare segreto durante la guerra fredda. In caso di attacco nucleare o chimico, il bunker era ancora dotato di un ospedale perfettamente funzionante. Durante questo periodo, alcuni medici e infermieri erano regolarmente impiegati per essere pronti ad ogni evenienza. Linea M1 della metropolitana di Budapest, Ph: marina113|123RF Una metro d’altri tempi Sul primato di Londra per la tratta della più antica linea della metropolitana sotterranea in Europa non si discute, ma la famosa linea gialla di Budapest (conosciuta come M1) è la più antica al di fuori delle Isole britanniche. Fu inaugurata nella primavera del 1896, collegando due dei più grandi quartieri della città: il Danubio e il City Park. Lungo il suo percorso ci sono diverse importanti fermate tra cui la Basilica di Santo Stefano, il Teatro dell’Opera ungherese, Piazza degli Eroi e le Terme di Széchenyi. Tenendosi ancora ai cinturini in pelle e intravedendo scorci delle stazioni piastrellate, ci si può sentire come se si fosse tornati indietro nel tempo. Passando dalla M1 alla più recente linea verde M4 si potranno notare invece le notevoli differenze tra la storia e la modernità. Ogni stazione della linea M4 infatti, è stata progettata da un artista diverso e mette in mostra l’innovazione tecnologica di Budapest. Cosa si cela sotto le strade ed i palazzi della splendida Budapest? Un fitto sistema di grotte naturali, dentro le quali è possibile scoprire sotteranei di castelli, chiese e persino un ospedale.
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enricocassi · 7 years
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La Grotta di Bossea, fra le più belle ed importanti grotte turistiche italiane, ospita ogni anno nella sala del Tempio, nel cuore del percorso ipogeo, un suggestivo concerto di Natale.
Un evento unico nel suo genere che da oltre settant’anni anima le festività natalizie: i primi concerti risalgono agli anni settanta del secolo precedente.
Il programma inoltre prevede un ricco pranzo per festeggiare insieme il giorno di Santo Stefano ed al termine del concerto un assaggio di panettone e cioccolata calda.
Menù di Santo Stefano
Antipasti Prosciutto crudo pere e raschera Battuta di vitello con scaglie di grana Quique lorraine spek e verdure
Primi Ravioli di ricotta e carciofi con burro e salvia, Nidi di rondine (tagliatelle gratinate al forno con besciamella e funghi),
Secondo Cosciotto di maiale alle castagne con patate al forno e carote,
Due dolci della casa, frutta e caffè, acqua e vino,
La quota non comprende: extra di carattere personale e tutto quanto non espressamente riportato ne “la quota comprende”.
Le Grotte
La Grotta di Bossea costituisce il settore terminale di una grande sistema carsico che si sviluppa nello spartiacque Maudagna-Corsaglia, fra la Conca di Prato Nevoso ed il torrente Corsaglia, nel Comune di Frabosa Soprana a 836 m. di quota
È una fra le più belle ed importanti grotte turistiche italiane per varietà di concrezioni, grandiosità d’ambienti ricchezza d’acqua e laghi sotterranei.
Aspetti assai suggestivi caratterizzano la parte turistica della cavità, creando effetti scenografici di grande attrattiva estetica ed ambientale.
Le imponenti dimensioni, le altezze vertiginose, le pareti a strapiombo, i vasti soffitti intagliati a spigoli vivi, i dirupi, gli anfratti, i macigni ciclopici precipitati dall’alto ne costituiscono gli aspetti prevalenti.
http://ift.tt/eA8V8J
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emanueleparis · 7 years
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Self Family portrait #family #selfportrait #portrait (presso Grotte Santo Stefano, Lazio, Italy)
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