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#Horti di Agrippina
storiearcheostorie · 1 year
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ARCHEOSCOPERTE / Eccezionale ritrovamento a Roma: torna alla luce il Teatro di Nerone, dove l'imperatore suonava (e da dove contemplò l'incendio del 64) [FOTO, VIDEO]
ARCHEOSCOPERTE / Eccezionale ritrovamento a Roma: torna alla luce il Teatro di Nerone, dove l'imperatore suonava (e da dove contemplò l'incendio del 64) #FOTO di Fabio Caricchia #VIDEO
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ROMA. SCOPERTO IL SONTUOSO PORTICO DI CALIGOLA
Durante i lavori di scavo stratigrafico per la delocalizzazione della fullonica rinvenuta nel cantiere per il sottopasso di piazza Pia, gli archeologi hanno portato alla luce un'importante struttura antica che offre una finestra sulle sontuose residenze imperiali romane. Tra i reperti emergono un portico colonnato, alcuni terrazzamenti e tubi idrici, tutti legati all'imperatore Caligola.
La Soprintendenza Speciale di Roma, sotto la direzione di Daniela Porro e la supervisione scientifica di Alessio De Cristofaro, ha condotto lo scavo. Dora Cirone ha coordinato le attività sul campo, documentando come il sito abbia subito tre fasi edilizie tra l'età di Augusto e quella di Nerone. Dietro un muro di travertino in opera quadrata, che terrazzava la riva destra del Tevere, si trovava un portico colonnato le cui fondazioni sono ancora visibili, e un'ampia superficie sistemata a giardino.
La scoperta più significativa è stata un tubo idrico in piombo (fistula plumbea), recante l'iscrizione C(ai) Cæsaris Aug(usti) Germanici, che identifica chiaramente Caligola come il proprietario del giardino. Figlio di Germanico e Agrippina maggiore, Caligola fu imperatore dal 37 al 41 d.C. Questo dettaglio conferma che il giardino apparteneva agli Horti di Agrippina, situati vicino al Tevere.
Le scoperte archeologiche trovano un interessante riscontro nelle fonti letterarie antiche. Un passo dell'opera Legatio ad Gaium di Filone di Alessandria descrive un incontro tra Caligola e una delegazione ebraica negli Horti di Agrippina, dove il giardino separava il Tevere da un monumentale portico. L'incontro, volto a rappresentare le difficoltà della comunità ebraica di Alessandria, si concluse con un rifiuto da parte dell'imperatore, noto sostenitore della componente greca della città. La somiglianza tra i resti rinvenuti e la descrizione di Filone suggerisce che piazza Pia possa essere stata il luogo di quell'incontro storico.
Alessio De Cristofaro ha sottolineato l'importanza storica dell'iscrizione sulla fistula, poiché conferma che lo scavo di piazza Pia rientra nell'area degli Horti di Agrippina maggiore.
Altri tubi in piombo con iscrizioni, trovati in scavi del secolo scorso sempre a piazza Pia, portano il nome di Iulia Augusta, presumibilmente Livia Drusilla, seconda moglie di Augusto e nonna di Germanico. È plausibile che la residenza, passata in eredità a Germanico, sia poi appartenuta alla sua vedova Agrippina maggiore e infine al loro figlio Caligola.
Lo scavo ha inoltre restituito Lastre Campana, terrecotte figurate con scene mitologiche, utilizzate per decorare i tetti. Originariamente destinate alla copertura di strutture del giardino, come il portico, sono state successivamente riutilizzate come coperture delle fogne della fullonica.
Questa scoperta, arricchendo il panorama archeologico romano, offre un'importante testimonianza delle lussuose residenze imperiali e della vita quotidiana al tempo di Caligola, gettando nuova luce sulla storia antica di Roma.
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