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#Industrie Cinematografiche Italiane
agendaculturaldelima · 5 months
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#ProyeccionDeVida
🎥 El Neorrealismo Italiano, presenta:
🎬 “OBSESION” [Ossessione]
🔎 Género: Drama / Intriga / Cine Negro / Crimen / Neorrealismo
⏰ Duración: 121 minutos
✍️ Guión: Luchino Visconti, Giuseppe de Santis, Mario Alicata, Gianni Puccini y Antonio Pietrangeli.
📕 Novela: James M. Cain
🎼 Música: Giuseppe Rosati
📷 Fotografía: Aldo Tonti y Domenico Scala (B&W)
🗯 Argumento: Giovanna (Clara Calamai) es una hermosa joven malcasada con el viejo propietario de un restaurante. Su sórdida vida cambiará con la aparición de un vagabundo que se convierte en su amante y al que inducirá a matar a su marido. Adaptación de la novela de James Cain "El cartero siempre llama dos veces".
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👥 Reparto: Massimo Girotti (Gino Costa), Clara Calamai (Giovanna Bragana), Dhia Cristiani (Anita), Juan de Landa (Giuseppe Bragana), Elio Marcuzzo (Spaniard), Vittorio Duse (Lorry Driver), Michele Riccardini (Don Remigio), Michael Balfour y Michele Saraka.
📢 Dirección: Luchino Visconti
© Productora: Industrie Cinematografiche Italiane
🌏 País: Italia
📅 Año: 1943
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📽 Proyección:
📆 Jueves 18 de Abril
🕡 6:30pm.
🏡 Auditorio Leonardo Da Vinci del Instituto Italiano de Cultura (av. Arequipa 1055, Urbanización Santa Beatriz - Lima)
🚶‍♀️🚶‍♂️ Ingreso libre
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👀 A tener en cuenta: Película dirigida a público mayor de quince años. (15+)
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londranotizie24 · 2 years
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Cinema Made in Italy torna a Londra: al via la 13esima edizione
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Di Simone Platania @ItalyinLDN @ICCIUK @ItalyinUk @inigoinLND Nato dalla partnership tra Iic Londra, Cinecittà e Ciné Lumière, uno degli eventi più attesi dell'anno sbarca a Londra: torna la 13esima edizione di Cinema Made in Italy. Londra, torna la 13esima edizione di Cinema Made in Italy Gli appuntamenti con il grande cinema italiano non finiscono mai nel Regno Unito. Nato dalla partnership tra Iic Londra, Cinecittà e Ciné Lumière, uno degli eventi più attesi dell'anno sbarca a Londra: torna la 13esima edizione di Cinema Made in Italy. L'evento, dal 9 al 13 marzo, presenta al pubblico le ultime produzioni italiane attraverso proiezioni e première proprio al Ciné Lumière, situato a South Kensington all’interno dell’Istituto Francese. Per chi fosse impossibilitato a partecipare dal vivo, la proiezione è disponibile anche online sul canale Vimeo dell'Istituto Italiano di Cultura. https://www.youtube.com/watch?v=35ULDphwhNY&ab_channel=FrenchInstituteUK Il festival è curato ancora una volta da Adrian Wootton OBE. Quest'ultimo è l'amministratore delegato di Film London, l'agenzia incaricata di sviluppare le industrie cinematografiche nella capitale e della British Film Commission. Cinema Made in Italy non presenta soltanto al pubblico italiano le produzioni più attese: attraverso una serie di incontri e Q&A gli ospiti avranno la possibilità di conoscere i membri del cast e fare domande ad attori e registi. Scopriamo insieme il calendario e i film in programmazione. Cinema Made in Italy, il calendario e i film in programmazione Cinema Made in Italy torna dal 9 al 13 marzo presso il Ciné Lumière e su Vimeo. In evidenza, The Hummingbird di Francesca Archibugi, con Pierfrancesco Favino, Bérénice Bejo e Nanni Moretti; In Viaggio, ultimo lavoro del documentarista Gianfranco Rosi, e la prima londinese di The Eight Mountains di Felix van Groeningen e Charlotte Vandermeersch, vincitore del Premio della Giuria al Festival di Cannes e di prossima uscita nel Regno Unito. Ma la lista di film non finisce qui. Di seguito, tutta la programmazione in dettaglio. - The Hummingbird - Giovedì 9, 7.45pm - L’Immensità - Venerdì 10, 8.30pm - Ghost Night - Venerdì 10, 6.20pm - In Viaggio - Sabato 11, 3.30pm - The March on Rome - Sabato 11, 5.15pm - The Eight Mountains - Sabato 11, 7.50pm - No Dogs or Italians Allowed - Sabato 11, 2.00pm - Fantozzi - Domenica 12, 2.00pm - The Bone Breakers - Domenica 12, 4.30pm - The Lord of the Ants - Domenica 12, 7.15pm - Margini - Lunedì 13, 6.10pm ... Continua a leggere su www. Read the full article
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giallofever2 · 5 years
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Happy Birthday/ Buon Compleanno
Al Grande George Hilton
(talvolta accreditato come Jorge Hilton nome d'arte di Jorge Hill Acosta y Lara (Montevideo, 16 luglio 1934)
attore uruguaiano naturalizzato italiano.
Nato e cresciuto in Uruguay, è divenuto famoso grazie alle sue apparizioni in molti spaghetti western.
Inizia la carriera lavorando in radio.
Nel 1955 si trasferisce in Argentina, adotta lo pseudonimo di Jorge Hilton e comincia ad apparire in diversi fotoromanzi e in produzioni cinematografiche destinate al mercato interno del paese.
Nel 1963 giunge in Italia seguendo l'esempio di altri attori sudamericani come Jorge Rigaud e Alberto de Mendoza, attirati dalla fiorente industria cinematografica romana.
Dopo aver anglicizzato il suo nome in George, ottiene il ruolo principale in una pellicola di pirati: Il corsaro nero nell'isola del tesoro (1965) ed interpreta, nello stesso anno, un emulo di 007 nel film comico Due mafiosi contro Goldginger con Franco e Ciccio.
Viene lanciato nel genere western dal regista Lucio Fulci col film Le colt cantarono la morte e fu... tempo di massacro (1966), al fianco di Franco Nero ed in breve diviene un'icona nel genere.
L'anno seguente partecipa infatti a ben sette produzioni del filone, alimentando la sua fama a livello internazionale ed ottenendo buon seguito soprattutto in Spagna.
Diventa una delle maggiori star del cinema italiano assieme a Terence Hill, Franco Nero e Giuliano Gemma.
Affronta anche altri generi, dal dramma al film di guerra, approdando infine al giallo con la pellicola di Romolo Guerrieri Il dolce corpo di Deborah (1968).
Dotato di un fascino languido e tenebroso, l'attore si adatta perfettamente al genere e così viene chiamato ad interpretare alcuni dei più noti titoli del filone tra cui: Lo strano vizio della signora Wardh (1970), La coda dello scorpione (1971), Tutti i colori del buio (1972), diretti da Sergio Martino e Perché quelle strane gocce di sangue sul corpo di Jennifer? (1972) di Giuliano Carnimeo, sempre affiancato da Edwige Fenech.
Partecipa anche a film polizieschi (Torino violenta - 1977), commedie (Taxi Girl - 1977) e fanta-avventurosi (I predatori di Atlantide - 1983), ma dagli anni ottanta le sue apparizioni si fanno sempre più sporadiche.
Lavora in film per la TV (A cena col vampiro - 1988), telefilm (College (1989), il sequel di Abbronzatissimi, Abbronzatissimi 2 - Un anno dopo (1993), dove interpreta l'attempato fidanzato di Bea (Valeria Marini) e la miniserie Tre addii (1999). Nel 2007 prende parte al film Natale in crociera, di Neri Parenti, nel ruolo del comandante della nave.
🇬🇧 George Hilton born Jorge Hill Acosta y Lara (16 July 1934), is a Uruguayan actor well known for his many spaghetti western performances.
Sometimes credited as Jorge Hilton, he appeared in over 20 Euro-westerns as well as several Giallo and action films.
.... In 1963 he moved to Italy, following the footsteps of other famous South American actors such as the Argentines Jorge Rigaud and Alberto de Mendoza, who were attracted by the thriving Italian film industry of the '60s. After Anglicizing his name to George, he got the lead role in The Masked Man Against the Pirates (Il corsaro nero nell'isola del Tesoro, 1965) and appeared in the Franco and Ciccio Bond spoof comedy Due mafiosi contro Goldginger, directed by Giorgio Simonelli.
His career in the Euro-western genre was launched by director Lucio Fulci with the film The Brute and the Beast (1966), starring Franco Nero, where his supporting role made him an instant icon in the genre. In 1967 he appeared to even greater effect as "Stranger" in Any Gun Can Play (also known as Go Kill and Come Back) with Edd Byrnes and Gilbert Roland. In the following year he participated in seven productions, enhancing his international reputation and garnering him significant attention, especially in Spain. Soon Hilton became one of the major stars of spaghetti westerns, eventually playing Sartana in the last film of the "Sartana" series, Sartana's Here… Trade Your Pistol for a Coffin, after Gianni Garko left the role. His most famous character is arguably that of the gunslinger Allelujah (or Hallelujah) in They Call Me Hallelujah (1971), created with director Giuliano Carnimeo, who also directed the sequel involving the same character (Return of Hallelujah, 1972) as well as Man Called Invincible (1973), in which Hilton played Tresette, another of his famous roles. Besides westerns, Hilton appeared in numerous "gialli" (mostly in the 1970s), and in more conventional crime and action films after the spaghetti western craze ended.
In recent years Hilton has reduced his film appearances but nevertheless remains active, and he is still fondly remembered as one of the biggest stars of Italian cinema, along with Terence Hill, Franco Nero and Giuliano Gemma. His legacy as a film star also remains intact, with Hilton asked to do many interviews and retrospectives on his film career on a regular basis.
#georgehilton #jorgehillacostaylara #uruguayanactor #internationalactor #italiandirector #actor #attore #spaghettiwestern #spaghettiwesterns #italiancultcomedy #italiancultcomedymovies #italiancultcomedymovie
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ehlersbonner5-blog · 6 years
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Università Degli Studi Di Siena
Come accade a tutti i poeti, non ci si accorgerebbe vittoria quelli contemporanei se non li rendesse noti la morte. Nel momento in cui nel 1933 la "SAM" - quale delle Compagnie di navigazione aerea operanti allora costruiti in Italia era la appropriata importante - assorbì nel modo che Compagnie minori, provvedé, continuamente nell'intento di spingersi verso Oriente, ad organizzare un proprio strategia di prodotti aerei articolandoli in appropriata reti, una singola delle quali fu diffida "Rete del Levante", mentre a quel punto i vecchi "Cant" erano sostituiti da idrovolanti trimotori "Savoia Marchetti S. 66", con capacità successo trasporto per 18 passeggeri. audio libro italiano E costruiti in modo che il vostro bambino imparerà a nutrirsi molti tipi di prodotti, e non solo i cibi verso loro piace il propensione e sguardi di. Dare le opzioni di numerosi bambini durante la vita li aiuterà per scegliere gli alimenti quale sono preferibile per loro nel lungo periodo. Per il Gabinetto dell'Interno è prevista una singola spesa successo 21 miliardi di Euro, pari al 2, 4% della spesa totale. La Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia è, in aggiunta, requisito per l'accesso alle Scuole di Specializzazione successo Area Medica. Raffrontando invece il risultato dell'Italia con quello degli altri maggiori Paesi europei si scopre un distacco molto evidente con la Francia, primatista tra i big del continente, con una quota destinata all'istruzione pari al 5, 4% del pil.
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Con un fatturato che aggira intorno ai 22 miliardi di dollari canadesi annui (Euro 16, 50 miliardi) e una forza successo lavoro vittoria circa 90, 000 dipendenti presso in aggiunta 700 imprese, il Canada è al quinto posto a grado mondiale osservando la questo settore e conta tra nel modo gna sue industrie più importanti nomi successo grande rilievo come Bombardier Aerospace, MDA, CAE - importante partner di Alitalia nel settore di simulazione per l'addestramento dei piloti e Pratt & Whitney Canada - partner vittoria AVIO nel settore delle turbine. La guerra economica, che in tal caso l'America del Nord stava perdendo in altezza su tutti i fronti (industriale, finanziario, scientifico), come continuazione della guerra militare, in base a i classici schemi del Capitalismo venuto nella sua fase imperialistica. Se si escludono dalla propria dieta la carne e il pesce, ma si continua a nutrirsi con prodotti animali in quale modo latte ed derivati e uova, si riesce per avere un'alimentazione equilibrata in assenza di grandi sforzi». musica free download gratis Ad esempio, grazie alla collaborazione tra la società KT & Partners da lui nata e l'associazione YPO, vittoria cui è membro fondatore, è stato possibile organizzare il convegno "Donne accadono d'impresa", attinente a tematiche dell'imprenditoria e del management al femminile, promosso per presentare la difficile situazione delle donne nel mondo del occupazione, ma persino alcuni circostanze di successo e di leadership. I rapporti economici tra i due Paesi sono caratterizzati da un eccellente andamento: l'industria aerospaziale canadese ed quella italiana condividono importanti sinergie, basti pensare alle tante collaborazioni che numerose imprese italiane intrattengono con il colosso Bombardier Aerospace per quanto riguarda i programmi vittoria business jet e jet regionali nel modo che la nuova C-Series. Questa confusione tra l'aspetto di contenuto e quello vittoria relazione scaturisce dalla difficoltà di ricordare sulla relazione, e lascia i parlanti a litigare su aspetti su cui spesso avvengono già d'accordo (il contenuto, appunto), mentre l'aspetto relazionale resta al di fuori portata.
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libri on line Il film uscì con le sale cinematografiche negli Stati Uniti d'America il 25 maggio 2001, mentre nelle sale in Italia il 1º giugno 20012. Porém, a industria automóvel já percebeu que os veículos poderiam ter maior ou menor procura em função de propria aparência. Il documento è finalizzato alla definizione di metodi vittoria valutazione della sostenibilità energetica ed ambientale degli edifici, con riferimento all'edilizia residenziale, uffici, scuole, edifici industriali e per destinazione commerciale, e per livello successo scala urbana.
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eventiarmonici · 5 years
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IL FESTIVAL DI SANREMO: LA VETRINA CHE FAVORI’ IL BOOM ECONOMICO DELL’ITALIA
Il Festival di Sanremo è stato una vetrina fondamentale per il nostro Paese, per le sue aziende, che hanno potuto mostrare la bellezza dell’italianità e del made in Italyy in tutto il mondo, attraverso lo spettacolo nato per offrire intrattenimento ai ricchi e potenti uomini d’affari che affollavano il Casinò.
di Pasquale Di Matteo
Quando un semisconosciuto cantautore pugliese, di Polignano a Mare, stravinse il Festival di Sanremo del 1958, spalancando le braccia gridando “Volare”, immediatamente conquistò i cuori di molti Italiani, cominciando un percorso che lo avrebbe condotto alla notorietà e alla ricchezza.
Domenico Modugno, con NEL BLU DIPINTO DI BLU, creò un’icona dell’italianità nel mondo, tanto che, ancora oggi, in molte parti del globo il suo pezzo è più famoso del nostro inno nazionale.
Domenico Modugno – Immagine di Proprietà del Web
Sanremo era ormai la manifestazione più importante dell’anno, talmente seguita che, nei giorni del Festival, si registrava un aumento dell’assenteismo in ogni settore produttivo ed economico del Paese, tanto che molte aziende, alcuni politici e persino la Confindustria ne chiedevano la chiusura o il diniego di trasmissione via radio e in televisione.
Inoltre, proprio in virtù del Festival, il Casinò di Sanremo aveva doppiato gli incassi di quelli della Costa Azzurra, particolare che aveva scatenato una guerra diplomatica con la Francia, tanto che giunsero pressioni enormi su chi gestiva l’organizzazione del concorso canoro.
Addirittura, il 13 gennaio 1959, morì l’organizzatore dello stesso Festival, Achille Cajafa, in un misterioso incidente stradale, poi definito decenni dopo dall’Ispettore Molinari complotto atto a levare di mezzo una persona scomoda e apparentemente incorruttibile; pare, infatti, che l’incidente stradale fosse la prassi più in uso dei servizi segreti per eliminare individui problematici.
Achille Cajafa – Immagine di Proprietà del Web
Dopo la morte di Cajafa, Ugo Tognazzi, designato da mesi conduttore dell’edizione del Festival di quell’anno, diede improvvisamente forfait, lasciando spazio ad Enzo Tortora, ma lo spettacolo non si fermò.
Tuttavia, come affermato più tardi dallo stesso Ispettore di Sanremo, Arrigo Molinari, la sera del 29 gennaio egli ebbe l’ordine perentorio dal Ministero dell’Interno di scollegare i microfoni e di chiudere la messa in onda della manifestazione, proprio a causa della guerra diplomatica tra Italia e Francia.
Molinari non eseguì gli ordini e il Festival si svolse tranquillamente, tra ufficiose lavate di testa e smentite delle voci in merito, ma il clima fu talmente preoccupante che molti cantanti si affidarono a guardie del corpo spacciate per amici di famiglia, poiché temevano per la loro incolumità.
Oggi è risaputo che i Casinò servivano a ripulire denaro sporco che proveniva dai proventi della vendita della droga e che molti mafiosi americani portavano quattrini in Costa Azzurra e in Liguria.
Il Festival di Sanremo aveva permesso al Casinò ligure di attrarre molti miliardari esteri, strappandoli proprio alla costa francese, che soffriva ingenti perdite, così come perdevano gli alberghi di lusso e tutto il sommerso mondo dello spaccio di droga.
In quegli stessi anni, inoltre, mafia e Casinò si stavano miscelando proprio grazie alla droga; nel 1957, infatti, a Palermo si era tenuto un summit segreto tra i capi di Cosa Nostra e i colleghi statunitensi, in merito allo spaccio che poteva profilarsi tra i ricchi che si muovevano tra Festival e Casinò.
Ad amministrare la convivenza tra ambienti criminali, politici, avvocati, industriali e giudici, era salito Joe Adonis, successore di Lucky Luciano, famoso capomafia morto d’infarto nel 1962.
Joe Adonis – Immagine di Proprietà del Web
Adonis mise in piedi un sistema efficiente, in cui Mafia italiana e statunitense, nonché Camorra e malavita francese gestivano il traffico della droga, che arrivava dal Sud America, veniva raffinata in Francia, per poi essere smistata in Costa Azzurra e in Liguria; così tutti avevano una fetta dei proventi, utilizzando il Casinò di Sanremo e quelli della costa francese come lavatrici.
Gli affari erano nella mani di un numero ristretto di soggetti fidati, che avevano influenze in quella che stava diventando la capitale finanziaria italiana: Milano.
A gestire il denaro, Adonis mise il suo fiscalista di fiducia, Michele Sindona, consulente di quel Cardinal Montini destinato a divenire Paolo VI.
Si mise in piedi un’attività che coinvolgeva ambienti vaticani, la massoneria, le industrie petrolifere e cinematografiche statunitensi, istituti finanziari come la potente Illinois Continental Banck, e persino mafiosi americani utilizzati anche dalla CIA per tentare di eliminare Fidel Castro.
Politica e polizia, sia in Italia, sia negli USA, stavano a guardare senza muovere ciglio, poiché la nostra Penisola era un elemento fondamentale nello scacchiere internazionale contro la lotta al Comunismo, perciò si riteneva che smantellando il sistema illegale gestito dalla mafia, si sarebbero messi in pericolo gli stessi equilibri che garantivano la tenuta del sistema Italia, con i mafiosi non più alleati contro il nemico rosso.
Intanto, il Festival dettava le mode e veicolava la cultura italiana attraverso le canzonette che i giostrai acquistavano e portavano nei rispettivi Paesi.
In Jugoslavia, per esempio, il successo della canzone italiana e del festival era tale che le case discografiche oltre Adriatico siglarono accordi speciali con l’organizzazione del Festival di Sanremo e con le etichette italiane affinché potessero mettere in vendita immediatamente i successi della rassegna canora.
L’organizzatore Gianni Ravera, nel 1964, portò il Festival alla dimensione planetaria, con l’intuizione di far gareggiare anche star internazionali in coppia con i cantanti italiani.
Arrivarono perciò mostri sacri del calibro di Paul Anka, mentre Gigliola Cinquetti trionfava non solo a Saneremo, ma anche all’Eurofestival.
Paul Anka – Immagine di Proprietà del Web
Gigliola Cinquetti – Immagine di Proprietà del Web
Erano gli anni della Dolce Vita, di quell’Italia raccontata da Fellini in cui molti ricchi stranieri vedevano un angolo di paradiso, un miscuglio tra passione, cultura e poesia, e il Festival di Sanremo era da un lato il catalizzatore che riassumeva l’identità italiana, dall’altro la vetrina di nuovi mondi e mode che venivano da lontano per mescolarsi con le nostre tradizioni.
Erano gli anni in cui si affacciavano gli urlatori e in cui la canzonetta si trasformava, con tematiche che non restavano più fedeli soltanto all’amore pudico, ma abbracciavano varie tematiche, anche sociali, sebbene non si potesse parlare ancora di mafia, né di politica o di finanza, se non in senso lato e metaforico.
Il Festival di Sanremo cresceva, in Italia e nel mondo, accompagnando il boom economico del nostro Paese, poiché era la più potente pubblicità per le nostre aziende manifatturiere, per le case di moda, per le varie espressioni artistiche.
Proprio grazie al Festival di Sanremo, unico nel suo genere nel mondo, un Paese piccolo e insignificante come l’Italia riuscì a crescere a dismisura, diventando uno dei Paesi più economicamente avanzati dell’intero pianeta.
IL FESTIVAL DI SANREMO: LA VETRINA CHE FAVORI’ IL BOOM ECONOMICO DELL’ITALIA IL FESTIVAL DI SANREMO: LA VETRINA CHE FAVORI’ IL BOOM ECONOMICO DELL’ITALIA Il Festival di Sanremo è stato una vetrina fondamentale per il nostro Paese, per le sue aziende, che hanno potuto mostrare la bellezza dell’italianità e del…
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lospeakerscorner · 5 years
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Portici, la piccola città compresa tra mare e Vesuvio ha sempre avuto consapevolezza della sua predisposizione alla Settima Arte: fino a non molti anni fa ospitava ben 8 sale cinematografiche
di Tonia Ferraro
Portici, notizia di questi giorni, sarà uno dei set scelti dalla fiction Rai Il commissario Ricciardi: nel cortile dell’ex Collegio Landriani si gireranno le scene che ricostruiscono l’androne della Questura, che negli anni ’30 si trovava al Palazzo San Giacomo di Napoli.
Portici, però, non è nuova a queste esperienze: quando a Napoli, sulla collina del Vomero, agli inizi del ‘900 nacquero le prime produzioni cinematografiche italiane, nella cittadina vesuviana vennero effettuate varie riprese, tra cui un documentario che filmò la processione di San Ciro.
Negli anni ’30 le sedi delle industrie cinematografiche vennero gradualmente spostate a Roma, ma non per questo Portici venne dimenticata.
Se non propriamente girati sul territorio, vi erano ambientati ben due famosi film: La fanciulla di Portici (1940) e La muta di Portici (1952), entrambi ispirati all’opera lirica La muette de Portici, libretto di Eugène Scribe musicato da Daniel Auber.
La vicenda, ambientata nel 1647 tra Napoli e Portici, racconta la storia di Fenella, sorella di Masaniello. Il figlio del viceré ne era innamorato, ricambiato. Per allontanarla da lui, Fenella venne imprigionata e anche torturata, perchè rivelasse il nascondiglio di Masaniello. Non cedette alle torture, ma diventò muta.
Bisogna attendere il 1956, quando, proprio nell’ex Collegio Landriani, venne girato il film Presentimento.
Nel 1961 al porto del Granatello vennero realizzate sequenze del film Solitudine.
Nel 1963 alcune inquadrature di Venere Imperiale furono girate a Villa Savonarola.
Nel 1979 una importante sequenza del film Giallo Napoletano venne effettuata al porto del Granatello.
Anche Vitriol, nel 2012, le cui riprese vennero in parte realizzate tra il Cimitero e la Reggia di Portici.
Nel 2017 la scena del discorso del film I peggiori fu girata nella Sala Cinese della Reggia.
E anche le fiction non hanno disdegnato Portici: prima di Il commissario Ricciardi, nel 2015 i dintorni del Cimitero furono set di Gomorra – La serie2 e in I Bastardi di Pizzofalcone2 una piccola sequenza venne filmata al Museo di  Pietrarsa.
Attualmente si sta girando tra il  porto borbonico del Granatello, Villa D’Elboeuf e la Reggia con i suoi giardini il lungometraggio Rosa Pietra e Stella.
Portici evidentemente ha sempre avuto la consapevolezza della sua predisposizione alla Settima Arte: fino a non molti anni fa ospitava ben 8 sale cinematografiche che proiettavano le anteprime dei film, spesso ancor prima di Napoli.
Oggi, tra mille difficoltà, l’unica sopravvissuta, grazie all’impegno della famiglia Perasole, è il Cinema Roma, che attraverso l’associazione culturale Città del Monte Onlus cura la longeva rassegna Fresko Film, giunta alla venticinquesima edizione.
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Portici è Cinema Portici, la piccola città compresa tra mare e Vesuvio ha sempre avuto consapevolezza della sua predisposizione alla Settima Arte: fino a non molti anni fa ospitava ben 8 sale cinematografiche…
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giallofever2 · 5 years
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Happy Birthday/ Buon Compleanno
Al Grande George Hilton
(talvolta accreditato come Jorge Hilton nome d'arte di Jorge Hill Acosta y Lara (Montevideo, 16 luglio 1934)
attore uruguaiano naturalizzato italiano.
Nato e cresciuto in Uruguay, è divenuto famoso grazie alle sue apparizioni in molti spaghetti western.
Inizia la carriera lavorando in radio.
Nel 1955 si trasferisce in Argentina, adotta lo pseudonimo di Jorge Hilton e comincia ad apparire in diversi fotoromanzi e in produzioni cinematografiche destinate al mercato interno del paese.
Nel 1963 giunge in Italia seguendo l'esempio di altri attori sudamericani come Jorge Rigaud e Alberto de Mendoza, attirati dalla fiorente industria cinematografica romana.
Dopo aver anglicizzato il suo nome in George, ottiene il ruolo principale in una pellicola di pirati: Il corsaro nero nell'isola del tesoro (1965) ed interpreta, nello stesso anno, un emulo di 007 nel film comico Due mafiosi contro Goldginger con Franco e Ciccio.
Viene lanciato nel genere western dal regista Lucio Fulci col film Le colt cantarono la morte e fu... tempo di massacro (1966), al fianco di Franco Nero ed in breve diviene un'icona nel genere.
L'anno seguente partecipa infatti a ben sette produzioni del filone, alimentando la sua fama a livello internazionale ed ottenendo buon seguito soprattutto in Spagna.
Diventa una delle maggiori star del cinema italiano assieme a Terence Hill, Franco Nero e Giuliano Gemma.
Affronta anche altri generi, dal dramma al film di guerra, approdando infine al giallo con la pellicola di Romolo Guerrieri Il dolce corpo di Deborah (1968).
Dotato di un fascino languido e tenebroso, l'attore si adatta perfettamente al genere e così viene chiamato ad interpretare alcuni dei più noti titoli del filone tra cui: Lo strano vizio della signora Wardh (1970), La coda dello scorpione (1971), Tutti i colori del buio (1972), diretti da Sergio Martino e Perché quelle strane gocce di sangue sul corpo di Jennifer? (1972) di Giuliano Carnimeo, sempre affiancato da Edwige Fenech.
Partecipa anche a film polizieschi (Torino violenta - 1977), commedie (Taxi Girl - 1977) e fanta-avventurosi (I predatori di Atlantide - 1983), ma dagli anni ottanta le sue apparizioni si fanno sempre più sporadiche.
Lavora in film per la TV (A cena col vampiro - 1988), telefilm (College (1989), il sequel di Abbronzatissimi, Abbronzatissimi 2 - Un anno dopo (1993), dove interpreta l'attempato fidanzato di Bea (Valeria Marini) e la miniserie Tre addii (1999). Nel 2007 prende parte al film Natale in crociera, di Neri Parenti, nel ruolo del comandante della nave.
🇬🇧 George Hilton born Jorge Hill Acosta y Lara (16 July 1934), is a Uruguayan actor well known for his many spaghetti western performances.
Sometimes credited as Jorge Hilton, he appeared in over 20 Euro-westerns as well as several Giallo and action films.
.... In 1963 he moved to Italy, following the footsteps of other famous South American actors such as the Argentines Jorge Rigaud and Alberto de Mendoza, who were attracted by the thriving Italian film industry of the '60s. After Anglicizing his name to George, he got the lead role in The Masked Man Against the Pirates (Il corsaro nero nell'isola del Tesoro, 1965) and appeared in the Franco and Ciccio Bond spoof comedy Due mafiosi contro Goldginger, directed by Giorgio Simonelli.
His career in the Euro-western genre was launched by director Lucio Fulci with the film The Brute and the Beast (1966), starring Franco Nero, where his supporting role made him an instant icon in the genre. In 1967 he appeared to even greater effect as "Stranger" in Any Gun Can Play (also known as Go Kill and Come Back) with Edd Byrnes and Gilbert Roland. In the following year he participated in seven productions, enhancing his international reputation and garnering him significant attention, especially in Spain. Soon Hilton became one of the major stars of spaghetti westerns, eventually playing Sartana in the last film of the "Sartana" series, Sartana's Here… Trade Your Pistol for a Coffin, after Gianni Garko left the role. His most famous character is arguably that of the gunslinger Allelujah (or Hallelujah) in They Call Me Hallelujah (1971), created with director Giuliano Carnimeo, who also directed the sequel involving the same character (Return of Hallelujah, 1972) as well as Man Called Invincible (1973), in which Hilton played Tresette, another of his famous roles. Besides westerns, Hilton appeared in numerous "gialli" (mostly in the 1970s), and in more conventional crime and action films after the spaghetti western craze ended.
In recent years Hilton has reduced his film appearances but nevertheless remains active, and he is still fondly remembered as one of the biggest stars of Italian cinema, along with Terence Hill, Franco Nero and Giuliano Gemma. His legacy as a film star also remains intact, with Hilton asked to do many interviews and retrospectives on his film career on a regular basis.
#georgehilton #jorgehillacostaylara #uruguayanactor #internationalactor #italiandirector #actor #attore #spaghettiwestern #spaghettiwesterns #italiancultcomedy #italiancultcomedymovies #italiancultcomedymovie
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fareastfilm · 7 years
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FAR EAST FILM FESTIVAL 19: Tutta la forza dell'Asia!
Toccherà all’irresistibile road movie Survival Family il compito di aprire, venerdì 21 aprile, il #FEFF19: un programma vastissimo che testimonia l’incredibile vitalità (produttiva e creativa) del cinema orientale.
83 i titoli selezionati, su circa 1000 visioni, e 4 le prime mondiali, tra cui l’adrenalinico Shock Wave di Herman Yau che chiuderà ufficialmente la diciannovesima edizione.
Chi ha spento la luce? Non l'ha spenta nessuno e non è saltato il salvavita. No, non si tratta neppure di un guasto momentaneo: l'elettricità ha proprio smesso di esistere. Così. Di colpo. E la famiglia Suzuki, adesso, deve imparare molto in fretta l'arte della sopravvivenza: affrontare un black out planetario non è esattamente un gioco da ragazzi! Si apre qui, in un mondo improvvisamente interrotto, l’irresistibile road movie giapponese Survival Family, e si apre qui anche l’attesissimo Far East Film Festival 19: non solo perché la bella commedia di Yaguchi Shinobu farà da starting gun, venerdì 21 aprile, ma anche per una ragione di simmetria: proprio come il black out di Survival Family, infatti, il FEFF rappresenta un’improvvisa interruzione. La normalità quotidiana si blocca, così, di colpo, e il buio (in sala) del Teatro Nuovo “Giovanni da Udine” inghiotte per 9 giorni tutto e tutti.
Mai come quest’anno, tra l’altro, il Festival ha messo a fuoco un’interruzione tanto perentoria: un programma vasto, vastissimo, un enorme black out che conta 83 titoli (selezionati su circa un migliaio di visioni) e include 4 anteprime mondiali, tra cui l’adrenalinico Shock Wave di Herman Yau che chiuderà ufficialmente il #FEFF19 (sabato 29 aprile), 12 anteprime internazionali, 10 International Festival Premiere, 25 anteprime europee, 1 European Festival Premiere e 22 anteprime italiane, testimoniando l’incredibile vitalità (produttiva e creativa) del cinema asiatico!
12 i pianeti esplorati (Cambogia, Cina, Corea del Sud, Filippine, Giappone, Hong Kong, Indonesia, Malesia, Taiwan, Thailandia, Vietnam e, per la prima volta in assoluto, il Laos), più o meno incalcolabile il numero delle singole sfumature artistiche. Forse, il connotato che meglio può giocare da fil rouge tra tutti i paesi, tra tutte le declinazioni dell’arte cinematografica, è la solidità dei film stessi: ottima scrittura, ottima regia, ottima scelta del cast e della crew. Opere sempre nuove. Nuove e capaci di raccontare un’identità (sociale, geografica, culturale, politica), di rivendicare fieramente un’appartenenza (Cina, Corea del Sud e Hong Kong su tutti), di fabbricare storie, di creare stupore.
Aspettati l’inaspettato, del resto, non è solo il titolo di un vecchio (meraviglioso) poliziesco di Johnnie To e Patrick Yau: è la formula chimica, breve e perfetta, che racchiude l’essenza di tutto il cinema orientale. Davvero tutto. Ci sono luoghi in cui ogni cosa può accadere, li troviamo dentro alle favole o dentro ai sogni, e il cinema orientale è senza dubbio uno di questi. Lo sanno bene gli appassionati, lo sa bene il FEFF. Quasi vent'anni di visioni estreme, anarchiche, spiazzanti: è proprio una questione di anima, è proprio un'inclinazione naturale per l'inaspettato, e anche quest'anno lo sguardo degli spettatori ne potrà ammirare tantissimo. A cominciare, ovviamente, da quello di una certa ex colonia britannica…
Hong Kong, per il FEFF, non è solo un'inesauribile fonte di meraviglie cinematografiche: è il detonatore stesso della sua nascita. La prima scintilla. Il “C'era una volta…” da cui, nel 1998, ha preso vita tutta la storia. S’intitolava semplicemente Hong Kong Film, quello che oggi possiamo considerare il numero zero del Far East, e sarà uno dei titoli presentati allora, un titolo poi diventato oggetto di culto, il simbolo della grande retrospettiva in programma quest’anno: stiamo parlando del leggendario Made in Hong Kong di Fruit Chan, carissimo amico del Festival, che (ri)vedremo a Udine in anteprima internazionale nel magnifico restauro prodotto dal FEFF! Un capolavoro assoluto del cinema indipendente, ormai invisibile e introvabile: sia su pellicola, sia su qualunque altro supporto.
Grande retrospettiva, dicevamo, e Creative Visions: Hong Kong cinema 1997-2017 (supportata dal Governo di Hong Kong, realizzata con Create Hong Kong e l’Hong Kong Economic and Trade Office di Bruxelles, discussa con l’Hong Kong International Film Festival Society) grande lo è davvero: a 20 anni di distanza dall’handover che ha riconsegnato Hong Kong alla Cina, il Far East Film Festival 19 mostrerà 10 film che restituiscono pienamente il fervore di una città e di una comunità. Dal memorabile The Mission di Johnnie To all’altrettanto memorabile Infernal Affairs di Alan Mak e Andrew Lau, tanto caro a Scorsese, la selezione di Creative Visions emozionerà i veterani e riempirà di cinema gli occhi dei nuovi arrivi.
Nuovi arrivi e veterani, oltre a ritrovare o - finalmente! - scoprire l’ormai celebre atmosfera informale del FEFF (nelle asian zone del Teatro Nuovo, roccaforte storica del Festival, e nel cuore della città, punteggiato ancora una volta dai 100 appuntamenti di Far East Events), incroceranno sicuramente attori, attrici, registi, “addetti ai lavori” di tutti i tipi e, chissà, magari i 10 giovani talenti del FEFF Campus, la scuola di giornalismo guidata da Mathew Scott, i produttori del workshop internazionale Ties That Bind (nona sessione italiana) o i key-player che raggiungeranno Udine da tutto il mondo per la seconda edizione di FOCUS ASIA.
Se lo scorso anno il FEFF aveva sperimentato la prima esperienza Industry, mettendo a disposizione dei buyer asiatici ed europei la possibilità di confrontarsi sulle produzioni cinematografiche di genere (cioè sui “prodotti finiti”), quest’anno passerà infatti alla fase successiva: FOCUS ASIA diventa uno spazio operativo dove realizzare il cinema del futuro! Sono 13 i progetti cinematografici di genere (targati Spagna, Indonesia, Giappone, Francia, Taiwan, Italia, Brasile, Laos, Singapore, Finlandia, Serbia e Lituania) che verranno presentati durante la seconda edizione di FOCUS ASIA. Il Teatro Nuovo ospiterà gli incontri (nella Sala Fantoni e nel lounge del quarto piano, dedicato ai meeting one-to-one e alle tavole rotonde con i decision maker) e il Visionario ospiterà, invece, le market screening.
“Festa del cinema”, prima ancora che “Festival” nell’accezione tecnica più convenzionale, il FEFF si è trasformato nel corso del tempo in una vera e propria “Isola del cinema”: un posto dove i film vengono mostrati, commentati, respirati, ideati e, appunto, anche realizzati. Film popolari, film fortemente riconoscibili e catalogabili (per genere e provenienza), film che permettono, ormai, agli organizzatori di strutturare il programma come una piattaforma on demand e agli spettatori di operare scelte ben precise. Cerchi un musical taiwanese? Ecco 52Hz, I Love You di Wei Te-sheng. Cerchi una transgender comedy filippina? Ecco Die Beautiful di Jun Robles Lana (verrà presentato sotto il segno del FVG Pride). Cerchi uno splatterone hongkonghese? Ecco The Sleep Curse di Herman Yau.
Cresciuto e maturato assieme al FEFF, edizione dopo edizione, il pubblico (anzi: la tribù dei fareastiani) sa benissimo cosa chiedere allo showbiz asiatico, e i ���nuovi arrivi”, come li abbiamo definiti qualche riga fa, stanno invece per scoprirlo: tutto ciò che serve, per muovere i primi passi, è amare il cinema, lasciando fuori dalla porta i pregiudizi e la pigrizia. Al resto, provvederà il secondo film dell’Opening Night, cioè il super action cambogiano Jailbreak di Jimmy Henderson (regista italianissimo, a dispetto del nome e del “trasloco orientale”). Al resto, provvederanno tutti gli altri titoli del ricchissimo programma. Al resto, provvederanno la coppia più bella del cinema giapponese, Takumi Saitoh e Aya Ueto, e i due giganteschi Gelsi d’Oro alla carriera di quest’anno: lo “Spielberg cinese” Feng Xiaogang e il super divo Eric Tsang!
Ora manca davvero poco, al grande black out che dal 21 al 29 aprile inghiottirà tutto e tutti, ma state tranquilli: ogni singolo film produrrà il giusto quantitativo di energia per sopravvivere. Perché il cinema è cultura è la cultura, soprattutto oggi, è uno dei pochissimi antidoti al buio. Quindi… buio in sala! Senza paura.
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