l'altro giorno io e la mia ragazza siamo entrate in un negozio di abbigliamento. abbiamo provato dei vestiti e la commessa non ha potuto trattenersi dal dire "ma guardate che questi pantaloni sono da uomo, forse è per quello che ti stanno male"
innanzitutto ti dai una cazzo di calmata perché nessuno qui ha domandato il tuo parere, poi scusa ma a te che problema ti crea se a me piacciono i pantaloni con tagli maschili? cioè francamente, io mi vesto come cazzo voglio.
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Avanti, ditemi di nuovo che l'esibizione di Angelina Mango alla serata delle cover era "banale", vi buco le ruote della macchina
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call it what you want
i recall late November holdin' my breath,
slowly i said ”you don't need to save me
but would you run away with me?”
yes (would you run away?)
il vento stava iniziando a portare con sé il primo freddo autunnale, abbandonando il respiro caldo dell'estate. anche mimmo si sentiva così, il tepore dei pomeriggi passati con simone a pazzeggiare sempre più lontano e sempre più vicino invece il freddo di molosso e del peso della sua decisione di accettare l'aiuto del professore e pantera, di fare l'infame.
un brivido percorse tutto il corpo di mimmo e si strinse ancora di più a simone sulla vespa per eliminare il freddo e i pensieri, doveva cogliere ogni attimo che gli rimaneva con l'altro ragazzo dopo avrebbe avuto tutto il tempo per pensare.
una volta raggiunta la loro solita panchina, mimmo dovette obbligare le proprie braccia a lasciare il torso di simo e le gambe a smontare dalla vespa. un'immagine squarciò all'improvviso come una saetta i suoi pensieri: i due abbracciati sulla vespa che percorrevano delle strade completamente sgombre in mezzo al nulla della campagna laziale.
“simò…” ruppe il silenzio che li avvolgeva “scappiamo insieme.”
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東京美術館に「ローマ」という展示会が開催されています。美術大好きのイタリア人としてはその機会は欠かせなかったので、先週末に行きました。
Qualche mese fa, quando ancora non ero stata resa schiava, mi ero resa conto che stavo perdendo il mio tempo libero nel weekend a fare poco e niente. E mi sono domandata: ma cosa facevo in Italia? Ah sì, andavo ai musei. Ma ci andavo sapendo cosa c'era dentro, perché conosco almeno una infarinatura della storia e della storia dell'arte europea, che mi appartiene.
Conosco e ho studiato anche quella giapponese che, per carità di Dio, ha i suoi pregi e il suo fascino ma... non credo sia all'altezza della nostra (sorry not sorry).
Quel giorno però mi misi a cercare qualcosa che avrebbe potuto interessarmi e incappai nella mostra perfetta per me: una mostra su ROMA, nel Tokyo Metropolitan Art Museum (più facile in giapponese ma vabbè, lo faccio per voi lettori). La mostra era una collaborazione con i Musei Capitolini di Roma, dove non sono mai stata.
La settimana scorsa non ho perso tempo, ho comprato il biglietto e ci sono andata.
Che meraviglia: ho di nuovo sentito quell'emozione spirituale e quella pace dei sensi che solo l'arte può dare. Mi era mancata, tantissimo. E nel provarla ho sentito anche l'angoscia di non poterla provare più facilmente come ho fatto fino a quando ero in Italia, dove TUTTO È ARTE.
In Giappone nei musei è proibito fare foto nel 90% dei casi quindi mi è venuta l'idea di fotografare le cartoline delle opere che c'erano dentro. Tra le più importanti: una replica della famosa lupa che allatta Romolo e Remo e la Venere Capitolina.
Avrei voluto fare un check up ravvicinato fotografico alla Venere come feci con quella di Jago a Bologna per ricordare la grazia, la perfezione di quell'opera così antica ma perfettamente sobria in tutti gli aspetti possibili. Ci ho girato in tondo due volte, a passo lento, per osservare tutto: il volto, le mani aggraziate, le cosce, le natiche, il sedere, la schiena...
Ma la sorpresa più bella è stata trovare senza nemmeno saperlo un quadro del Tintoretto e poi anche il mio amato Guido Reni (!!!) con la sua "Lucrezia". Firma immancabile del pittore, lo sguardo verso l'alto che in questo quadro ti scioglie peggio che nel San Sebastiano.
I giapponesi non facevo che guardare le cose e ripetere le solite esclamazioni del cazzo: sugoi, subarashii... "tanto non capirete mai a pieno la grandezza di quello che state vedendo, capre che non siete altro", dicevo nella mia testa. Ed infatti è stato pure scritto a chiare lettere che nell'era Meiji siamo stati proprio noi a far capire qualcosa di arte vera a sti poveri coglioni. In particolare furono Antonio Fontanesi, Vincenzo Ragusa e Giovanni Vincenzo Cappelletti a insegnare la nostra arte in questa povera terra di stupidi (nomi mai sentiti ma su cui dovrò assolutamente farmi una cultura).
La dimostrazione della loro stupidità è stata il bookshop che con la mostra non c'entrava quasi un cazzo. Infatti un'intera parete era piena di prodotti italiani artigianali e di alta qualità (dalla pasta di Gragnano ai grissini e ai cuneesi) proprio come se fossimo a una sagra Coldiretti. Il resto del bookshop era roba da merchandise come se la mostra fosse stato un concerto: magliette e felpe di tutti i tipi, gomme da cancellare con la forma dei busti, latte di cioccolatini con la Venere stampata, peluche della lupa (che è diventata tipo un mostriciattolo peloso) e per finire un tovagliolo con sempre la lupa mostricciolo e la scritta "dammi il latte" (perché ha appunto allattato Romolo e Remo).
Cosa non farebbero sti stronzi per vendere...
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a marzo di quest'anno ho comprato un nuovo telefono, più avanzato rispetto a quello che avevo dal 2019. spesso però mi capita di ripensare di nuovo a quello vecchio, il mio amato iphone 8 che avevo pure preso ricondizionato e mi piaceva/mi piace così tanto. ogni tanto mi pento di aver comprato il nuovo e vorrei non aver fatto questa scelta
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quando la finiranno di strumentalizzare gli atleti poc italiani in questo paese sarà comunque troppo TROPPO TARDI. forse non si rendono conto di quanto sia disumanizzante questa retorica e degradante, come se la tua esistenza e i tuoi risultati sportivi e i tuoi sacrifici devono passare attraverso la delegittimazione della destra. "beccati questo vannacci" ma questi ragazzi possono esistere a prescindere senza essere per forza strumento di rivendicazione? possono esistere senza dover provare niente a nessuno? possiamo respirare in questo paese e fare del bene e rappresentare questa bandiera senza per forza dover essere utilizzati come strumento politico. pensate che privilegio poter postare collage di foto di ragazzi non bianchi e poter dire "è questa l'italia che vogliamo" amo ma guardati intorno questa non è l'italia che vuoi, questa è l'italia che è. Esiste già, non deve dimostrare niente e non deve fare un piacere a nessuno.
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