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#Manipolazione Salute Pubblica
bergamorisvegliata · 6 months
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SUCCEDE A BERGAMO...
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Sempre più in fermento gli attivisti bergamaschi: dopo il doppio appuntamento di qualche settimana fa (presidio per una sanità pubblica e la presentazione di un libro inerente la follia pandemica), nel fine settimana del 15 e 16 marzo, Enrica Perucchietti ha parlato del suo libro ("La fabbrica della manipolazione") a margine di un dibattito presso l' "Accademia della Salute", mentre nel pomeriggio di sabato 16 c'è stata una conferenza "open air" con manifestazione contro le problematiche legate al "5g" e all'innalzamento delle frequenze elettromagnetiche.
A breve (venerdì 22 marzo) presso l'Auditoriume della Biblioteca di Seriate si terrà un incontro sempre incentrato sulle onde elettromagnetiche con la presenza dei dottori Limardo e Oliviero,
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il 29 l'appuntamento sarà musicale con un gruppo "ribelle", ovvero la "Combat band" che ha allietato i pomeriggi "anti green pass" nel periodo delle restrizioni, mentre il 6 aprile al Teatro "del Borgo" di Ranica si parlerà dei cosiddetti vaccini e della legge Lorenzin.
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Tornando a questo fine settimana (15 e 16 marzo) a breve un resoconto su queste due giornate, con un notevole contributo "video" spezzettato in più parti-articoli.
A presto!!!
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notiziariofinanziario · 11 months
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Meta mette i paletti all’ intelligenza artificiale generativa
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L' intelligenza artificiale non potrà essere utilizzata sulle reti sociali del gruppo meta per annunci pubblicitari a sfondo politico o sociale. Se la circolazione di fake news e disinformazione è da sempre un problema per Facebook e Instagram, con le nuove tecnologie generatrici di contenuti simil-fotografici, audio e video il rischio sale esponenzialmente. E l’attuale scenario geopolitico, segnato da due guerre (anche mediatiche, politiche e in parte di religione) in Europa e Medio Oriente, è un terreno fertile per utilizzi malevoli dell’AI. Gli esempi si sprecano, e possiamo citare le immagini del falso arresto di Donald Trump circolate a marzo scorso (prima della foto segnaletica, questa volta reale, che ha fatto il giro del Web in agosto) e quelle del volto di Vladimir Putin dietro alle sbarre di una cella. Per questo l’azienda di Mark Zuckerberg deve fare un passo ulteriore nella lotta alla disinformazione. Fino a ieri gli standard per gli annunci pubblicitari su Facebook e Whatsapp già vietavano la pubblicazione di contenuti già smascherati come disinformazione, ma questa settimana la sezione “help center” è stata aggiornata con una nuova regola: gli inserzionisti di campagne pubblicitarie relative a questioni politiche, elezioni, salute, medicinali, servizi finanziari, occupazione, condizioni sociali e reddito non possono utilizzare funzionalità di GenAI. “Crediamo che questo approccio ci permetterà di comprendere meglio i rischi potenziali e di creare le giuste misure di sicurezza per l’uso della AI generativa in inserzioni pubblicitarie legate a temi potenzialmente sensibili in settori regolamentati”, ha spiegato l’azienda. La regola specifica comunque che ciò non è permesso “attualmente”, e volendo speculare potremmo pensare che un domani questo divieto possa cadere o allentarsi. In ogni caso settimane fa Nick Clegg, presidente Global Affairs di Meta (e già vice primo ministro britannico), aveva ammesso che la questione è problematica, dichiarando che l’uso dell’AI generativa in campo politico è “chiaramente un’area in cui c’è bisogno di aggiornare le regole”. Probabilmente, però, Meta non rinuncerà a cavalcare (anche con gli inserzionisti) l’onda dell’AI generativa, di cui è anzi uno tra i principali promotori. All’inizio di ottobre l’azienda ha introdotto le prime funzionalità di GenAI rivolte agli inserzionisti pubblicitari: creazione di sfondi, manipolazione delle immagini e generazione di testi (varianti realizzate sulla base di un testo di partenza). Attività un tempo affidate solo a grafici, creativi e copywriter, e che ora possono essere svolte da un software. Più in generale, è molto probabile che nei prossimi anni l’AI generativa si ritaglierà uno spazio crescente nei social media, oltre che nelle ricerche Web, nella creazione di contenuti testuali e visivi, negli analytics aziendali e nello sviluppo software. Su X, la ex Twitter, Elon Musk ha appena annunciato il debutto (al momento in fase beta non pubblica) di un nuovo chatbot alimentato in tempo reale dai dati della piattaforma. Read the full article
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lamilanomagazine · 1 year
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Livorno: truffe telefoniche sventati grazie agli incontri tenuti dai Carabinieri. Chiuso un bar che violava le norme igienico-sanitarie.
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Livorno: truffe telefoniche sventati grazie agli incontri tenuti dai Carabinieri. Chiuso un bar che violava le norme igienico-sanitarie. Nel corso del pomeriggio di giovedì 27 luglio sono pervenute alla Centrale Operativa della Compagnia Carabinieri di Piombino, tramite Numero Unico d’Emergenza 112, il numero telefonico diretto e tramite le Stazioni sul territorio, numerose chiamate da parte di cittadini residenti del comune di Campiglia Marittima (LI) che segnalavano di essere stati contattati telefonicamente, da numerazione anonima, da una persona sconosciuta, sedicente avvocato/carabiniere o appartenente ad altre forze di polizia che li avvertiva che un loro familiare aveva causato un incidente ed era stato trattenuto in caserma, nonché di rispondere prontamente ad una successiva chiamata per concordare le modalità di pagamento per il rilascio del loro caro. Le persone contattate hanno riconosciuto nella storia del parente vittima di incidente e trattenuto dalle forze di polizia per il cui rilascio era necessario pagare quanto prima un avvocato una di quelle illustrata loro durante gli incontri organizzati dall’Arma dei Carabinieri in tutta la provincia per salvaguardare le fasce più esposte della popolazione, soprattutto gli anziani, dall’odioso fenomeno delle truffe. Le persone che hanno ricevute le chiamate hanno provvidamente contattato la Centrale Operativa della Compagnia Carabinieri di Piombino che li ha invitati a non far accedere nessuno in casa, a non consegnare denaro o preziosi a sedicenti avvocati e, per rassicurali sulla sorte dei propri familiari, di contattarli direttamente per sincerarsi del tentativo di raggiro. Contemporaneamente, sono state dislocate sul territorio numerose pattuglie pronte ad intervenire qualora qualche malintenzionato si fosse presentato alla porta di un cittadino. Tutti i numerosi tentativi di truffa, più di 10 in ristretto arco temporale, sono stati così sventati e nessuno è rimasto vittima del raggiro. La fitta campagna informativa del Comando Provinciale Carabinieri di Livorno tramite gli organi di informazione ed i numerosi incontri organizzati fin nei centri più piccoli della provincia da parte dei militari delle Compagnie Carabinieri in collaborazione con enti locali, diocesi ed associazioni, finalizzati ad illustrare alla cittadinanza esempi pratici per imparare a riconoscere potenziali truffe e segnalare ogni tentativo di raggiro alla vicina Stazione dei Carabinieri o al 112 NUE, hanno sortito l’effetto sperato rendendo consapevoli i cittadini e nessun tentativo di truffa ha avuto conseguenze. L’occasione è propizia per ricordare che le forze dell’ordine e gli avvocati non richiedono pagamenti in contanti o in preziosi per il rilascio di persone coinvolte in sinistri stradali od altre vicende. Nel caso si venisse contattati, è necessario chiamare, tramite telefono cellulare, il 112NUE o una delle centrali operative dell’Arma dei Carabinieri dislocate in tutta la provincia – attive 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 – e contattare direttamente il proprio familiare per verificare le sue effettive condizioni. È altresì importante segnalare prontamente ogni sospetta truffa, anche solo tentata, per consentire un immediato avvio delle indagini. Proseguono i controlli dei Carabinieri sulla sicurezza alimentare e sul rispetto della normativa a tutela della salute pubblica da parte del Nucleo Antisofisticazione e Sanità di Livorno. In particolare i militari hanno condotto delle verifiche sul rispetto della normativa in materia di produzione e manipolazione degli alimenti da parte degli esercizi pubblici.  A seguito di un controllo eseguito presso un noto bar/ristorante di Livorno, i militari hanno riscontrato irregolarità nei locali dove sono gestiti gli alimenti, ovvero la cucina ed il deposito alimenti, sotto il profilo igienico sanitario, ovvero sporco pregresso e residui di precedenti lavorazioni sugli impianti ed attrezzature, nonché la presenza diffusa di insetti ed altri infestanti in vari punti della pavimentazione. In esito alle attività, è stata elevata una sanzione di euro 2.000 a carico dell’amministratrice unica dell’esercizio, una livornese di 56 anni, sono state informate le autorità competenti ed è stata disposta l’immediata chiusura e sospensione dell’attività da parte dell’ASL locale, provvedimento che resterà in vigore fino a quando le irregolarità rilevate non saranno sanate. I controlli proseguiranno su tutto il territorio provinciale da parte del N.A.S. in collaborazione con l’Arma territoriale a tutela della salute pubblica e della sicurezza alimentare.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Lettera aperta a San Cristoforo al tempo del Coronavirus
  di don Santino Bove Balestra
  Caro San Cristoforo,
non so se tu ti ricorderai di me come io di te. Ero un ragazzo che ti vedeva dipinto all’esterno di tante piccole edicole votive – le “cuneddhe” – di campagna del nostro Salento. Affreschi spesso sbiaditi, ma ben riconoscibili. Tu – omone grande e grosso, robusto, barbuto e vecchio – trasportavi il bambino sulle tue spalle da una parte all’altra del fiume, e si capiva che quella era per te suprema fatica e suprema gioia.
Mi feci raccontare tante volte la storia da una mia zia materna, che aveva frequentato la terza elementare agli inizi del Novecento, il secolo breve, e che non era poi chissà quale esperta di santi né tua devota, ma sapeva affascinarci, quali indomiti nipoti, con i suoi racconti.
Così non ho mai saputo il tuo vero nome né la tua collocazione ufficiale tra i santi della chiesa (temo che tu sia stato vittima di una recente epurazione, che ti ha degradato a santo minore o di dubbia esistenza). Ma la tua storia me la ricordo bene, almeno nel nocciolo. Poi, per un disegno della Divina Provvidenza, circa nove anni fa mi chiesero di venire a Parabita, prima come collaboratore parrocchiale e poi parroco della Chiesa Matrice, dove, appena arrivato in un arido e afoso pomeriggio di luglio, avvicinandomi al tempio mi accorsi di un grande affresco, sbiadito dal tempo, della tua “ciclopica” immagine dipinta sulla parete esterna destra dell’edificio sacro. Mi sembrò francamente un po’ esagerata! Ma tant’è!
Ebbene in questi giorni di pandemia e di forzata vita domestica ho ripensato a Te. Tu eri uno che sentiva dentro di sé tanta forza e tanta voglia di fare, che dopo aver militato – rispettato e onorato per la tua forza e per il successo delle tue armi – sotto le insegne dei più illustri e importanti signori del tuo tempo, ti sentivi sprecato. Avevi deciso di voler servire solo un Padrone, il Cristo, che davvero valesse la pena seguire, una Grande Causa che davvero valesse più delle altre. Forse eri stanco di falsa gloria e ne desideravi di quella vera.
Non ricordo più come ti venne suggerito di stabilirti sulla riva di un pericoloso fiume per traghettare – grazie alla tua forza fisica eccezionale – i viandanti che da soli non ce la facessero, né come tu abbia accettato un così umile servizio che non doveva apparire proprio quella “Grande Causa” della quale – capivo – eri assetato. Ma so bene che era in quella tua funzione, vissuta con modestia, che ti capitò di essere richiesto di un servizio a prima vista assai “al di sotto” delle tue forze: prendere sulle spalle un bambino per portarlo dall’altra parte, un compito per il quale non occorreva certo essere un gigante come te e avere quelle “gambone” muscolose con cui ti hanno dipinto.
Solo dopo aver iniziato la traversata ti accorgesti che avevi accettato il compito più gravoso della tua vita e che dovevi mettercela tutta, con un estremo sforzo, per riuscire ad arrivare di là. Dopo di che comprendesti con chi avevi avuto a che fare e che avevi trovato il Signore, che valeva la pena servire, tanto che ti rimase per sempre quel nome che ora ti porti addosso e che significa “portatore di Cristo”.
Perché mi rivolgo a te, in quest’anno 2020? Perché penso che oggi in molti siamo in una situazione simile alla tua e che la traversata che ci sta davanti richieda forze impari, non diversamente da come a te doveva sembrare il tuo compito in quella notte, tanto da dubitare di farcela. E che la tua avventura, oggi, possa essere una parabola di quella che sta dinanzi a noi. Ormai pare che tutte le grandi cause riconosciute come tali, molte delle quali senz’altro importanti e illustri, siano state servite, anche con dedizione, e abbiano abbondantemente deluso. Quanti abbagli, quanti inganni e auto-inganni, quanti fallimenti, quante conseguenze non volute (e non più reversibili) di scelte e invenzioni ritenute generose e provvide. I veleni della chimica, gettati sulla terra e nelle acque per “migliorare” la natura, ormai ci tornano indietro: i depositi finali sono i nostri corpi. Ogni bene e ogni attività è trasformata in merce, e ha dunque un suo prezzo: si può comperare, vendere, affittare. Persino il sangue (dei vivi), gli organi (dei morti e dei vivi) e l’utero (per una gravidanza in “leasing”). Tutto è diventato fattibile: dal viaggio interplanetario alla perfezione omicida di Auschwitz, dalla neve artificiale alla costruzione e manipolazione arbitraria di vita in laboratorio.
Il motto dei moderni giochi olimpici è diventato legge suprema e universale di una civiltà in espansione illimitata: citius, altius, fortius, più veloci, più alti, più forti, si deve produrre, consumare, spostarsi, istruirsi… competere, insomma. La corsa al “più” trionfa senza pudore, il modello della gara è diventato la matrice riconosciuta ed enfatizzata di uno stile di vita che sembra irreversibile e incontenibile. Superare i limiti, allargare i confini, spingere in avanti la crescita, ha caratterizzato in misura massiccia il tempo del progresso dominato da una legge dell’utilità definita “economia” e da una legge della scienza definita “tecnologia” – poco importa che tante volte di necro-economia e di necro-tecnologia si sia trattato.
Che cosa resterebbe da fare ad un tuo emulo oggi, caro San Cristoforo? Qual è la Grande Causa per la quale impegnare oggi le migliori forze, anche a costo di perdere gloria e prestigio agli occhi della gente e di acquattarsi in una capanna alla riva di un fiume? Qual è il fiume difficile da attraversare, quale sarà il bambino apparentemente leggero, ma in realtà pesante e decisivo da traghettare?
Il cuore della traversata che ci sta davanti è probabilmente il passaggio da una civiltà del “di più” a una del “può bastare” o del “forse è già troppo”.
Dopo secoli di progresso, in cui l’andare avanti e la crescita erano la quintessenza stessa del senso della storia e delle speranze terrene, può sembrare effettivamente impari pensare di “regredire”, cioè di invertire o almeno fermare la corsa del citius, altius, fortius. La quale è diventata autodistruttiva, come ormai molti intuiscono e devono ammettere (e sono lì a documentarlo l’effetto-serra, l’inquinamento, la deforestazione, l’invasione di composti chimici non più domabili, la xilella… e un ulteriore lunghissimo elenco di ferite della biosfera e dell’umanità, fino al maledetto virus covid19 di questi ultimi mesi che ha imposto a tutti i sapiens e a noi italiani soprattutto delle norme governative obbligatorie e coercitive per il bene della salute pubblica).
Bisogna dunque riscoprire e praticare dei limiti: rallentare (i ritmi di crescita e di sfruttamento), abbassare (i tassi di inquinamento, di produzione, di consumo), attenuare (la nostra pressione verso la biosfera, ogni forma di violenza).
Un vero “regresso”, rispetto al “più veloce, più alto, più forte”. Difficile da accettare, difficile da fare, difficile persino a dirsi. Tant’è che si continuano a recitare formule che tentano una contorta quadratura del cerchio parlando di “sviluppo sostenibile” o di “crescita qualitativa, ma non quantitativa”, salvo poi rifugiarsi nella vaghezza quando si tratta di attraversare in concreto il fiume dell’inversione di tendenza. E invece sarà proprio ciò che ci è richiesto, sia per ragioni di salute del pianeta, sia per ragioni di giustizia: non possiamo moltiplicare per 5-6 miliardi l’impatto ambientale medio dell’uomo bianco e industrializzato, se non vogliamo il collasso della biosfera, ma non possiamo neanche pensare che 1/5 dell’umanità possa continuare a vivere a spese degli altri 4/5, oltre che della natura e dei posteri. La traversata da una civiltà impregnata della gara per superare i limiti a una civiltà dell’autolimitazione, della frugalità sembra tanto semplice quanto immane. Basti pensare all’estrema fatica con cui il fumatore o il tossicomane o l’alcolista incallito affrontano la fuoriuscita dalla loro dipendenza, pur se magari teoricamente persuasi dei rischi che corrono se continuano sulla loro strada e forse già colpiti da seri avvertimenti (infarti, crisi…) sull’insostenibilità della loro condizione. Il medico che tenta di convincerli invocando o fomentando in loro la paura della morte o dell’autodistruzione, di solito non riesce a motivarli a cambiare strada, piuttosto convivono con la mutilazione e cercano rimedi per spostare un po’ più in là la resa dei conti.
Ecco perché mi sei venuto in mente tu, San Cristoforo: sei uno che ha saputo rinunciare all’esercizio della sua forza fisica e che ha accettato un servizio di poca gloria. Hai messo il tuo enorme patrimonio di convinzione, di forza e di auto-disciplina al servizio di una Grande Causa apparentemente assai umile e modesta.
Ti hanno fatto – forse un po’ abusivamente – diventare il patrono degli automobilisti (dopo essere stato più propriamente il protettore dei facchini): oggi dovresti ispirare chi dall’automobile passa alla bicicletta, al treno o all’uso dei propri piedi! E il fiume da attraversare è quello che separa la sponda della perfezione tecnica sempre più sofisticata da quella dell’autonomia dalle protesi tecnologiche: dovremo imparare a traghettare dalle tante alle poche kilowattore, da una super-alimentazione artificiale a una nutrizione più equa e più compatibile con l’equilibrio ecologico e sociale, dalla velocità supersonica a tempi e ritmi più umani e meno energivori, dalla produzione di troppo calore e troppe scorie inquinanti a un ciclo più armonioso con la natura.
Passare, insomma, dalla ricerca del superamento dei limiti a un nuovo rispetto di essi e da una civiltà dell’artificializzazione sempre più spinta a una riscoperta di semplicità e di frugalità. Non basteranno la paura della catastrofe ecologica o i primi infarti e collassi della nostra civiltà (da Cernobyl alle alghe dell’Adriatico, dal clima impazzito agli spandimenti di petrolio sui mari, e oggi del killer silente covid19) a convincerci a cambiare strada. Ci vorrà una spinta positiva, più simile a quella che ti fece cercare una vita e un senso diverso e più alto da quello della tua precedente esistenza di forza e di gloria.
La tua rinuncia alla forza e la decisione di metterti al servizio del Bambino ci offrono una bella parabola della “conversione ecologica” oggi necessaria.
Trasportando, o San Cristoforo, «il Bambino sulle tue spalle da una parte all’altra del fiume si capiva che quella era per te suprema fatica e suprema gioia». È li, al limite, che si deve stazionare: “Restiamo tutti a casa!” perché: “Nulla sarà più come prima!” (cf. premier Giuseppe Conte).
  (Liberamente ispirato dalla lettura di un articolo di Alex Langer, 1.3.1990, Per “Lettere 2000”, ed. Eulema)
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purpleavenuecupcake · 4 years
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Cos’è segreto, cos’è riservatezza, cos’è privacy in tempi di Coronavirus
(di Biagino Costanzo - Socio AIDR e co-founder di KNOSSO) In tempi di emergenza sanitaria dovuta alla pandemia COVID-19, centrale sta diventando il dibattito anche sull’applicazione voluta da Governo ma non ancora operativa denominata, per il momento, “Immuni”. Si è detto di tutto di più sulla utilità del suo utilizzo e sui rischi nell’uso.
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Provando a fare un po’ di chiarezza semplificando, si è compreso che l’app potrà essere scaricata, su base volontaria e gratis, dal play store Android e dall’Apple store per dispositivi iOS (il download non sarà quindi disponibile, almeno inizialmente, su Windows Phone, su feature phone e su telefoni Android sprovvisti del play store). L’App “Immuni”, sarà composta da due parti, una dedicata al contact tracing vero e proprio, via Bluetooth, e l’altra destinata ad conservare una specie di “diario clinico” in cui l’utente possa annotare tempo per tempo dati relativi alle proprie condizioni di salute, come la presenza di sintomi compatibili con il virus. In poche parole quando il soggetto che ha scaricato l’app risulta positivo al virus, gli operatori sanitari gli forniscono un codice di autorizzazione con il quale questi può scaricare su un server ministeriale il proprio codice anonimo, se l’app riconosce tra i codici nella propria memoria un codice di un contagiato, visualizza la notifica all’utente. I dubbi nascono da chi crede che, per quanto si afferma, che tutti i dati dei cittadini che la useranno resteranno su un server pubblico e dopo un tot di tempo distrutti, la società che gestirà Immuni potrebbe, nonostante quel che si dice, conservare i dati in “altro” server o quanto meno il tutto potrebbe essere penetrabile dagli hacker o da servizi di sicurezza stranieri. Come sappiamo il diritto alla protezione dei dati personali non è assoluto e può essere limitato ai fini del perseguimento di un obiettivo di interesse pubblico generale preminente o per proteggere diritti e libertà altrui, quindi anche l’emergenza per il Coronavirus non fa eccezione. Però è comprensibile il peso della vicenda, essere a conoscenza che i nostri dati, addirittura clinici, i nostri spostamenti, i nostri contatti etc etc, anche se dopo un certo tempo vengono distrutti, potrebbero comunque finire in copia in qualche altro centro di raccolta dati, apre scenari pericolosi con una percentuale, credo, molto alta della nostra popolazione a rischio intrusione. Cosa significano quindi anche in questi tempi, termini come riserbo, riservatezza e segreto! Innanzitutto iniziamo da quest’ultima e dall’origine della parola, dall’antico latino “secretum” o greco “kriptos”. Il segreto è una informazione che non viene rivelata ovvero che non deve o non dovrebbe essere rilevata, perché, se lo fosse, recherebbe nocumento ad una comunità, ad uno Stato, a chi la rivela e talora a chi la riceve. In tal senso si parla di segreto di Stato, segreti di ufficio, segreto bancario, segreto militare, segreto industriale (esempio classico il segreto custodito ad Atlanta per quanto riguarda la formula della Coca Cola). Tali segreti possono essere violati su disposizione della magistratura inquirente, per l’apertura degli archivi di Stato, per imprudenza, per dolo mirato, e il più delle volte per soldi, tradimento e per spionaggio. Conservare un segreto può essere dovuto a riserbo e fa parte del riserbo anche il segreto personale che scompare con la morte del suo possessore. Il riserbo non riguarda solo degli atti inconfessabili, perché qualcuno può legittimamente desiderare di non rendere pubbliche le proprie malattie, (ritornando appunto all’attuale emergenza), le proprie appartenenze religiose, le preferenze politiche, i propri gusti sessuali e perché no le proprie passioni. Questo è il diritto al riserbo che viene sempre più a perdere valore in un a società sempre più massmediatica, informatica, dove la rinuncia alla riservatezza prende ormai la forma del più estremo esibizionismo. Pensiamo all’invasione cosi tanto decantata dei social network che, come molte le cose, da un’ottima intuizione si sono trasformati, spesso, in un cambiamento profondo delle abitudini umane arrivando ad alimentare stupidità, odio, rancore, rabbia, mistificazione della verità, fino alla manipolazione e all’abuso della credulità sociale. Si mette nella piazza pubblica virtuale di tutto e di più esponendo le cose più intime, affermando cose insensate, alimentando, a volte, anarchie varie, esponendo anche l’ingenuità dei propri piccoli verso gentaglia malata che sta lì pronta a rendersi pericolosa. Si trasferiscono sui social, scioccamente, tanti e tali informazioni personali, da far metter a rischio la propria incolumità e quella dei propri cari da parte di tanti delinquenti anche loro ben presenti sulle piattaforme social, pronti a carpire anche i più banali vostri segreti per trarne vantaggi personali. E in queste ultimi anni abbiamo anche contato tanti morti a causa del cyber bullismo, suicidi di ragazze e ragazzi che non reggono la pressione dopo esser rimaste vittime del branco, non solo fisicamente a scuola, nella vita sociale, ma anche ora, sul web. Una volta questa valvola di sfogo era il pettegolezzo. Odioso anch’esso ma il pettegolezzo classico si faceva nei villaggi, in portineria, all’osteria, ai bar, era, forzando un po’ l’analisi, un elemento di coesione sociale perché gli spettegolanti non di rado invece di godere delle sventure degli spettegolati ne provavano o esibivano compassione. Esso stesso funzionava se le vittime non erano presenti o non sapevano di esser tali o salvavano la faccia facendo finta di non saperlo. Oggi la televisione ha ideato format in cui chiunque può divenire vittima famosa presentandosi a spettegolare su sé stesso. Si assiste ad un trash spaventoso dove per un obolo, a volte misero, si presentano intere famiglie a sviscerare problemi intimi, di eredità, di rapporti logori, o coniugi che si rinfacciavano tradimenti o che impietosamente e reciprocamente si rinfacciavano addirittura le loro incapacità sessuali. Quindi, minata l’epoca del riserbo, sopravvive invece da millenni l’idea del segreto, che per esser tale, dalla antichità, doveva essere misterico innanzitutto. Infatti, il filosofo Simmel ricorda che gli uomini per natura sono avidi degli stessi e chi è ritenuto di possedere dei segreti non ancora svelati acquista sempre una forma di potere perché chi sa un giorno cosa potrebbe svelare. È sempre stato un principio delle polizie e dei servizi di sicurezza e informazione di tutto il mondo, che più cose si sanno e più si prevengono atti destabilizzanti e pericolosi, più si sa è più quindi si ha potere o anche si mostra di sapere. Il problema è non cadere nella tentazione di divulgare i segreti di cui si è in possesso, in questo caso amo citare Gibran quando afferma “Se riveli al vento i tuoi segreti, non devi poi rimproverare al vento di rivelarli agli alberi”. Sempre Simmel afferma che la caratteristica tipica delle società segrete è l’invisibilità, e se riflettiamo, si sono sempre voluti invisibili le associazioni segrete. Pensiamo ai Carbonari o all’Ordine dei Templari, che poi molti di loro finissero sulla ghigliottina o al rogo non dipende tanto dal fatto che fosse trapelato il segreto che custodivano, quando dal fatto che, se alla fine l’obiettivo di una associazione è, per esempio, ordire una rivoluzione, il segreto cessa di esser tale quando la rivoluzione esplode. Ovvero ci sono dei segreti, come quello di un Gruppo industriale che voglia organizzare un’OPA per la conquista di un pacchetto azionario, che cessano di esser segreti quando la scalata va a buon fine o quando fallisce platealmente. Davanti ad una crisi che da sanitaria sta, purtroppo e velocemente diventando sociale, culturale ed economica, vorrei porre una ulteriore riflessione su un aspetto del concetto di “segreto” ovvero i segreti industriali. Albert Einstein affermava che “Il segreto della creatività è saper nascondere le proprie fonti”. In tempi di libera concorrenza e globalizzazione dei mercati, la protezione del segreto industriale riveste sempre più un ruolo strategico per una Impresa, unitamente alla protezione e difesa delle proprie innovazioni e nuove soluzioni, siano esse funzionali o estetiche, nonché dei propri segni distintivi. Dal processo produttivo di un oggetto alla sua commercializzazione è lunga la serie delle informazioni non brevettabili, che sia per scelta o impossibilità. Eppure queste informazioni, che possono essere tecniche o aziendali, per chi le detiene rappresentano un grande valore economico e per i concorrenti un indubbio vantaggio, se solo le potessero conoscere. Ogni impresa detiene dei segreti generati durante l'attività imprenditoriale. Alcuni illuminati imprenditori sono talmente consapevoli dell'importanza di tali segreti da ricorrere a specifiche leggi per ottenere un'adeguata protezione. La maggior parte delle imprese però, si rende conto della loro importanza soltanto quando il segreto è già stato svelato. É in questo frangente che si rendono conto di aver posseduto qualcosa avente un valore che meritava di essere protetto. Considerando, la rapidità con cui muta la tecnologia al giorno d'oggi, la protezione del segreto industriale, in alcuni casi, rappresenta il diritto di primazia intellettuale più attrattivo, interessante, efficiente e facilmente accessibile. La definizione giuridica di segreto industriale e di segreto aziendale passa attraverso la definizione della parola “segreto”. Il nostro ordinamento giuridico utilizza questo termine per indicare un documento o un’informazione che deve rimanere nella sfera di conoscenza dell’autore. Affinché le informazioni in possesso di un’impresa risultino protette dalla legge, è necessario che esse, oltre a costituire un valore aziendale, siano mantenute segrete. Affinché queste informazioni siano suscettibili di utilizzazione economica e quindi degne di tutela giuridica, devono essere: informazioni tecniche, tecnologiche, finanziarie, di marketing, commerciali o strategiche, sotto forma di relazioni, comunicazioni anche di carattere interno, studi, rapporti, elenchi, dati, tabelle, schede, tabulati e quant’altro - sia su supporto cartaceo che magnetico, ottico o magneto-ottico - purché identificabili ed idonee a costituire un patrimonio di utilità aziendale. Identificare il know-how, cioè l’insieme delle informazioni tecniche segrete, su un supporto materiale, è fondamentale in quanto permette di verificare se esso possieda i requisiti di segretezza e di sostanzialità che ne garantiscono la tutela. segrete, in quanto difficilmente accessibili e sufficientemente protette da chi ne è il legittimo titolare. Per dimostrare l’adeguata protezione delle informazioni, al fine di renderle tutelabili ed opponibili, non è sufficiente la buona fede od un semplice cavillo. È necessario, invece, che sia posto in essere un serio criterio di difesa ed una corretta protezione, dimostrabile e documentabile: ad esempio un criterio di difesa prevede circolari interne specifiche, procedure di sicurezza, nda, clausole di riservatezza o di sicurezza, contratti di sicurezza, di segretazione, ecc. E’ necessario che l’insieme organico di tali informazioni, insieme che viene continuamente implementato ed adeguato al variare dei fattori di scambio e nel contempo esplica una propria valenza economicamente importante per l’azienda, come tale, sia segreto e bene proprio dell’azienda. In altre parole, anche se la sequenza delle informazioni, che nel loro insieme costituiscono un tutt’uno per la concretizzazione di una fase economica specifica dell’attività dell’azienda, è costituita da particelle di informazioni di per sé note, qualora detta sequenza sia di per sé non nota e sia considerata segreta in modo fattivo dall’azienda, detta sequenza è di per sé degna di protezione e tutela. Non è necessario infatti che ogni singola informazione sia “non nota” e “non conosciuta”, è necessario invece, che il loro insieme organico sia frutto di un’elaborazione dell’azienda. Proprio in questo modo infatti acquisisce un valore economico aggiuntivo rispetto ai singoli elementi che lo compongono. Si pensi ad esempio ad una complessa strategia per lanciare un prodotto sul mercato: i suoi singoli elementi sono senz’altro noti agli operatori del settore ma l’insieme può essere stato ideato in modo tale da rappresentare un qualcosa di nuovo ed originale e, come tale, un vero e proprio tesoro dal punto di vista concorrenziale per l’ideatore. Il segreto è dunque la leva attraverso cui proteggere i propri valori organizzativi e di avviamento che trovano nel segreto stesso il loro punto di forza. Ecco perché il know-how per essere proteggibile non deve essere accessibile a tutti: se si diffonde perde valore. Inoltre grazie all’adozione delle misure di protezione si crea il presupposto logico dell’abusività della sottrazione da parte di un terzo: non si abusa, infatti, se non di qualcosa sottoposto a misure per la sua salvaguardia. Ecco allora la necessità di regole fondamentali per proteggere le informazioni riservate. Le misure di salvaguardia devono essere rivolte sia all’interno (verso dipendenti o collaboratori) che all’esterno (verso i terzi in generale, come, ad esempio, i fornitori, i clienti, partner, ecc.). In queste settimane si parla tanto di fondi europei, del continuo acquisto dei Titoli degli Stati da parte della BCE, del “famigerato” MES. I Paesi, stanno cercando di trovare un punto di incontro ma si va in ordine sparso. E in questo scenario e su questi rapporti, i partiti di maggioranza litigano tra loro e con l’opposizione, che nel frattempo urla e si intravedono nuovi assetti geopolitici tra chi spinge a non ledere il rapporto storico con gli USA e chi spinge in modo molto sospetto verso la Cina e questo riguarda anche il problema del 5G e la cessione di informazioni personali e il rischio sempre maggiore di sottrazione anche, appunto, di segreti industriali. Come sappiamo il libero mercato ha portato nel nostro il sistema produttivo in generale, e nei settori tlc//automotive/ difesa/sicurezza in particolare, all’acquisizione o alla partnership tra aziende italiane e straniere (per lo più europee). È un dato di fatto, si può fare e, aggiungerei, il più delle volte, per fortuna, vista l’assenza ormai annosa, di investimenti nazionali, altrimenti avremmo decine di medie e anche grandi aziende al collasso con conseguente perdita di migliaia di posti di lavoro. Quindi, bisogna confrontarci con questa realtà senza però cadere nella pura bieca propaganda che sia essa politica o sociale e senza inversamente chinare la testa, evidenziando l’atavico spirito provinciale che pervade purtroppo il Paese da sempre. Ma in questo tempo difficile, in cui tutto sembra il contrario di tutto, e che granitici proclami si sgonfiano nell’incoerenza in poche ore, l’obiettivo da raggiungere è quello di essere semplicemente molto seri, recuperare valori, lavorare con etica e operando con molta attenzione affinché anche la proprietà intellettuale, il bene tangibile ed intangibile prodotto sia protetto. Vi sono tutti gli strumenti per farlo, da quelli convenzionali e conosciuti a quelli normativi e legali, per contrastare il furto dei segreti, che siano industriali, militari, scientifici, ma è necessario appunto non essere superficiali nelle analisi, nelle valutazioni e nelle conclusioni: approfondire ambienti, interconnessioni, controllare “amicizie interessate” cementate da comuni vizi, insomma evitare che su questi temi, ripeto, delicatissimi, serissimi e vitali per la salvaguardia e la protezione della nostra Repubblica e dei nostri interessi nazionali, possa esserci, da pochi per fortuna, faciloneria e sciatteria che mettono a sicuro rischio gli asset industriali italiani più strategici e il futuro stesso del sistema Italia e dunque del bene collettivo. Read the full article
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marikabi · 7 years
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Se obedece, ma no se cumple
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Le notizie sono due, anzi due e mezzo.
La prima è che, nonostante la spending review ed i tagli alla spesa pubblica, pare che le auto blu siano in aumento. (Con quali soldi le comprerebbero? Mah.)
La seguente (che discende dalla prima, quindi vale la metà) è che la spesa pubblica è stata molto tagliata (notizia estremamente enfatizzata) ma contestualmente il Governo ha aperto tanti altri capitoli che hanno di fatto annullato i risparmi, ma di ciò non si è parlato quasi.
La terza (un po’ datata, ma nessuno ha dato il giusto risalto) è che il PIL italiano cresce, ma il traino è soprattutto l’agricoltura del Mezzogiorno (dati SVIMEZ).
Le ho messe assieme perché, sì, significano qualcosa, nel senso che danno una lettura (tra le tante) socio-antropologica del nostro disgraziato Paese.
A cominciare dalla manipolazione politica dei dati, del tipo ‘siamo-fuori-dal-tunnel’ e ‘abbiamo-stroncato-i-dipendenti-pubblici’, roba forte che dà certamente la misura dei nostri statisti.
Andiamo per ordine. Le auto blu. I dati ci raccontano di un exploit di auto blu negli enti locali, mentre ne sono state eliminate tantissime negli uffici statali. Anche volendo concedere delle attenuanti (classificazione imprecisa delle auto, se di servizio o di rappresentanza; censimento più completo degli altri precedenti e così via come scritto su Il Post), sta di fatto che rimaniamo col dubbio se gli enti locali siano sinceri e onesti o no. Prendiamo la nostra provincia. Il Comune di Avellino denuncia due auto ‘di servizio’, come Montaguto, mentre il Comune di Mercogliano ben tredici. Che dire di Altavilla, con otto veicoli; Montella con cinque; Atripalda nove e Frigento con quattro? Se rapportiamo alla popolazione, il Comune Capoluogo andrebbe premiato per la virtù. Qualcosa certamente non torna, come è deprecabile che più del 50% dei nostri Comuni irpini non abbia risposto al censimento. (Non va meglio nel resto d’Italia, però.)
Ma siamo convinti che il numero dei veicoli a disposizione degli uffici pubblici dia la misura della razionalizzazione, ovvero dello spreco nella P.A.? Perché non parlare di quanti utilizzano l’auto di servizio per situazioni assolutamente private (come pure in uno dei tanti casi irpini, raccontato qui)? 
Anyway, al di là del censimento inesatto e degli enti locali inadempienti, il punto rimane un altro: tagliare qualunque cosa nella P.A. significa smantellare il Paese. La parola giusta è razionalizzare, e non andarci di machete. Tuttavia, se la razionalizzazione consiste nel sostituire capitoli di spesa con altri nuovi di zecca per mance e bonus senza portarli a numero, allora la frode ideologica è solo ed unicamente governativa.
Insomma, si legifera sul rigore (vedremo sul fiscal compact) e ci si comporta da criminali. Si rispetta formalmente la regola, ma la si aggira bellamente, come alla famosa regola borbonica “Se obedece ma no se cumple”.
Continuare a tagliare la spesa pubblica significa impedire al Paese di funzionare. La P.A. è l’ossatura e ridurla all’inazione distrugge uno Stato: si ferma tutto. Già nella Sanità la spesa degli Italiani verso il privato è arrivata a quasi 36 miliardi di euro, tantissimi soldi che i cittadini spendono per avere servizi che il pubblico non dà o dà con sforzo (i LEA, tra l’altro, non sono uguali in tutta la Penisola), sempre per quella faccenda dei tagli. Mi chiedo quale sia il vantaggio di spostare la domanda sul privato, per un servizio pubblico fondamentale quale la sanità: non assumere più personale? Non recuperare gli ospedali? Non capisco. Se la domanda di salute c’è, perché non intercettarla? Per lasciare al privato molti onori e pochi oneri, compresi i licenziamenti iperfacili, il ricatto occupazionale, lo sfruttamento delle cooperative sociali?
Non è del tutto vero che gli Italiani abusino di prestazioni. Gli Italiani conoscono il valore della prevenzione (perché ‘la salute è la prima cosa’, come recita la paremiologia patria) e fanno come possono.
Non è vero che i pronto-soccorso sono affollati di codici verdi e bianchi, ovvero lo sono ma perché la rete territoriale non funziona. Se anche un PS di presidio ospedaliero non può intervenire per togliere un gommino di cuffietta dalle orecchie di un ragazzo e lo dirotta ad Avellino (fatto vero, cui ho assistito), ovvio che si aggiunge un’emergenza (non grave) in più al PS del Moscati, del quale tutti già sappiamo.
È come se il Governo avesse scientemente adottato una politica di selezione naturale della popolazione: lasciare malati, indigenti, giovani e donne lavoratrici (le più penalizzate in termini previdenziali e pensionistici) al loro destino. Cioè, se muoiono prima, tanto meglio, tutto risparmio.
Epperò.
La voglia di sopravvivere è prorompente negli umani. Al Sud, poi, è ‘la’ filosofia di vita. Recentemente ho potuto ammirare il docu-film “Napoli ‘44″, dai diari di Norman Lewis, che hanno narrato di una Napoli stremata e distrutta, la quale non impazzì grazie alla filosofia di vita e lo stile di quel popolo.
La sopravvivenza al Sud, dunque, passa per l’Agricoltura, settore cui si dedicano sempre più giovani. E ciò tutto da soli, nel senso che non si possono pareggiare gli aiuti agli altri settori con quelli all’Agricoltura meridionale. Sicuramente una notizia che ci inorgoglisce, perché il risultato è consono alla nostra vocazione, perché è il trionfo di uno stile di vita e di un’antropologia (la cura dell’alimentazione e della qualità) fondamentali per i nostri territori. È il riconoscimento della nostra Storia e della nostra Cultura (vd video allegato).
Dunque? Tenendo presente che è la spesa pubblica il vero innesco dello sviluppo e moltiplicatore dei risultati, rifondiamo l’Italia abbandonando l’idea d’industrialismo: la nostra vocazione è la cura della terra e dei suoi prodotti, turistici compresi.
Finiamola con il dare addosso agli sprechi pubblici perché un Tribunale (ma anche una Soprintendenza) non funziona se non ha neanche la carta per stampare. Premiamo i dipendenti e non sopravvalutiamo i dirigenti, per favore.
Finiamola di contare auto (tanto i dati sono pure sbagliati) e contiamo invece le percentuali di giovani in preda a depressioni, che non è una faccenda bio-chimica ma uno stile di vita dannoso innescato dal futuro quasi impossibile.
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frontedelblog · 5 years
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LE CAUSE DELLA PANDEMIA ALTERNATIVE AL CORONAVIRUS
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In tre recenti post, ho dato conto delle due principali teorie cospirazioniste fiorite non appena si è diffusa la pericolosa pandemia che ci sta tenendo col fiato sospeso. Le ricordo brevemente. La prima, che possiamo chiamare "fantarealistica" sostiene che l'epidemia ha un'origine artificiale, come nel romanzo di Stephen King "L' ombra dello scorpione".  Il coronavirus sarebbe un letale microrganismo creato in un laboratorio militare segreto per la guerra batteriologica. Da lì sarebbe fuggito accidentalmente, oppure potrebbe esser stato diffuso all'esterno a scopo ostile, per danneggiare nazioni avversarie sullo scacchiere mondiale. Hanno finito per crederci anche alcuni diplomatici cinese e americani, gli uni contro gli altri. La seconda, che possiamo chiamare "negazionista", sostiene che l'epidemia è un inganno propagandistico. Le fonti informative ufficiali, asservite a forze oscure, starebbero facendo credere all'opinione pubblica che un virus inesistente, o in realtà del tutto innocuo, stia mietendo vittime. Scopo di questa spregiudicata manipolazione sarebbe creare allarme per distribuire poi in tutto il mondo uno pseudo vaccino, già pronto, con astronomici guadagni per le colluse multinazionali del farmaco. Negli ultimi giorni, entrambe queste teorie stanno perdendo credito agli occhi degli stessi che le hanno avanzate. La prima è minata dal diffondersi del contagio ovunque, con danno di tutti. Ciò lascia spazio  solo all'ipotesi della catastrofe accidentale, che ai cospirazionisti, da sempre sostenitori che nelle vicende della storia c'è la mano di un "Grande vecchio" , non può piacere. La seconda è smentita da un fatto incontrovertibile, drammaticamente confermato dall'immagine della colonna di camion dell'esercito che trasferiscono altrove le troppe bare che il cimitero di Bergamo non riesce a gestire: l'epidemia non è un inganno dei media, esiste eccome. Così, stanno prendendo piede spiegazioni complottiste diverse. Le più suggestive sostengono che l'ondata di malati e di morti non sarebbe provocata dal coronavirus, ma da altri fattori scatenanti che si vogliono nascondere. Inevitabile che torni in ballo lo spauracchio dei cospirazionisti: i vaccini. Secondo taluni l'imperversare del virus nella provincia bergamasca sarebbe in stretta relazione con una vasta campagna di vaccinazioni contro la meningite, coinvolgente oltre 30000 persone, condotta recentemente in quelle zone. Molti ricorderanno che lo scorso anno, in alcuni paesi vicino alla costa bergamasca del lago d'Iseo, si erano verificati casi di meningite fulminante, provocando una corsa alla vaccinazione che aveva debellato il fenomeno. I complottisti sostengono che quell'improvvida vaccinazione di massa avrebbe favorito lo svilupparsi, questo inverno, della pericolosa polmonite bilaterale interstiziale che l'informazione ufficiale starebbe artatanente additando come complicazione dell'influenza da coronavirus. È appena il caso di indicare il punto debole di questa teoria: come mai quel tipo di polmonite si è diffuso in altre parti d'Italia e del mondo dove non risulta essere avvenuta alcuna recente vaccinazione a tappeto contro la meningite? Così, ecco che si scomodano altre cause più diffuse della malattia. La prima è la famigerata rete informatica "5 G", un altro dei bersagli preferiti dei complottisti. Questa tecnologia, in grado di far fare un salto di qualità al sistema delle comunicazioni, è  in fase di sperimentazione. I colossi mondiali  portano avanti il progetto, con enormi investimenti, stanno premendo perché l'innovazione venga realizzata. Sono stati eseguiti numerosi test, controversi per i presunti  effetti nocivi che le radiazioni elettromagnetiche sviluppate dalla nuova rete avrebbero sulla salute umana. I complottisti denunciano che sarebbero in corso, all'insaputa dell'opinione pubblica, test sempre più spinti in tutto il mondo. Ebbene: l'ondata anomala di polmoniti interstiziali, con significativa mortalità, registratasi all'inizio del 2020 non si dovrebbe al coronavirus, ma all'estesa sperimentazione della rete 5 G. Le multinazionali coinvolte nel progetto sarebbero interessate, per evitare le ingenti perdite derivanti dal suo fallimento, a nascondere i gravi danni alla salute causati dalla sua realizzazione. Così, pagherebbero governi e media per depistarci con la falsa notizia di una pandemia virale. Assai singolare è la tesi sostenuta in alcune interviste da un medico che si presenta come specialista  in psichiatria e pneumologia. Secondo costui, il coronavirus causerebbe una normale influenza, e forse neanche quella. A causa del clima di panico creato dai media i pazienti, ricoverati con sintomi respiratori non preoccupanti, subirebbero un tale contraccolpo al loro morale, apprendendo di essere positivi al coronavirus, da sviluppare, per effetto psicosomatico, una polmonite letale... La teoria alternativa più curiosa si deve ad Adriano Panzironi, giornalista da tempo nell'occhio del ciclone per aver ideato una dieta rivoluzionaria e lanciato sul mercato un integratore alimentare che la supporterebbe. Panzironi sostiene che per migliorare la nostra salute e aumentare la nostra longevità  dovremmo rifuggire assolutamente dai carboidrati, alimento principe della dieta mediterranea. La teoria di Panzironi viene considerata unanimemente destituita di fondamento scientifico, tanto che l'Agicom è intervenuta per sanzionare alcune trasmissioni televisive in cui il singolare ancorman la divulgava, pubblicizzando l'integratore da lui brevettato. Ebbene: Panzironi  in questi giorni ha dato altro lavoro all'Agcom, per aver sostenuto, via etere, che l'insorgere e lo svilupparsi del contagio da coronavirus sarebbe dovuto al consumo di carboidrati, improvvidamente non scoraggiato dai dietologi ufficiali... Rino Casazza Guarda gli ultimi libri di Rino Casazza - QUI     Read the full article
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samdelpapa · 5 years
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Il re è nudo=La Chiesa ortodossa russa si oppone ufficialmente all'obbligo vaccinale nei bambini
di Rododak - aprile 29, 2019
Riprendiamo dal sito russian-faith.comla dichiarazione ufficiale della Commissione patriarcale per la Famiglia, la Maternità e l’Infanzia della Chiesa ortodossa russa, che prende posizione contro l’obbligo vaccinale, di cui si occupano alcune recenti proposte di legge in Russia. Al di là dell’equilibrio e del buon senso espressi nel documento, è sorprendente oggi che debba essere la dichiarazione di una Chiesa a ricordare che è importante rispettare la libertà di scelta dei pazienti, e che nessuna teoria scientifica deve essere assolutizzata, visto che la scienza è sempre aperta a critiche fondate, che possono portare a correzioni e a volte revisioni di idee accettate. Così come che non è limitando le informazioni contrarie ai vaccini, ma diffondendo in modo onesto e aperto informazioni complete, verificate ed affidabili che si rafforza la fiducia dell’opinione pubblica.
  25 aprile 2019
“Prima di tutto, la cura del benessere dei bambini, inclusa la loro salute, è affidata da Dio ai loro genitori. Lo Stato e la società devono rispettare la priorità dei diritti dei genitori”
“È noto che, parallelamente al rischio comportato dalle malattie infettive, esiste anche il rischio di gravi complicazioni – fino alla morte – a seguito di una vaccinazione preventiva. In una tale situazione, è il paziente stesso che deve fare la scelta. Nel caso di un bambino, sono i genitori che devono fare la loro scelta… Nessuno ha il diritto di fare questa scelta per loro…”
Nota dell’editore: Alcuni legislatori in Russia hanno proposto nuove norme che renderebbero obbligatori i vaccini, facendo diventare difficile per i genitori che non sono d’accordo opporsi alla vaccinazione dei figli. In risposta a questo passo esagerato, la Chiesa Ortodossa Russa ha rilasciato una dichiarazione, in cui si oppone pubblicamente alla legislazione proposta e invita i legislatori russi a non implementarla.
La seguente dichiarazione è stata rilasciata dalla Commissione Patriarcale sulla Famiglia, un ente ufficiale di consulenza che riporta al Patriarca Kirill, capo della Chiesa ortodossa russa. Tra i membri del consiglio sono inclusi padre Dmitry Smirnov e padre Maxim Obukhov, autorevoli sacerdoti di Mosca, che recentemente sono intervenuti al Congresso Mondiale delle Famiglie di Verona.
Fonte: pk-sema.ru (in Russo)
Sui diritti dei genitori nel campo della salute dei bambini e dell’immunoprofilassi
Dichiarazione della Commissione patriarcale per la Famiglia e Protezione della Maternità e dell’Infanzia
La Commissione Patriarcale per la Famiglia, la Maternità e l’Infanzia ha ricevuto diversi appelli a esprimere una posizione sulla discussione pubblica in corso a proposito di alcune misure proposte da singoli legislatori, rappresentanti di dipartimenti governativi e specialisti, con la finalità di aumentare la copertura nella popolazione – soprattutto dei bambini – delle vaccinazioni preventive.
Recentemente, in occasione di eventi di alto livello, sono state proposte alla discussione pubblica le seguenti misure, in particolare:
– limitazione del diritto dei genitori a dare il consenso volontario informato riguardo alla vaccinazione preventiva dei bambini o a rifiutarla;
– limitazione del diritto dei bambini non vaccinati a frequentare le lezioni nelle organizzazioni educative;
– introduzione di documenti vaccinali obbligatori per i bambini (compresi documenti elettronici) in cui siano registrati i motivi del rifiuto di una o dell’altra vaccinazione;
– limitazione della diffusione di informazioni critiche nei confronti della prevenzione ottenuta attraverso i vaccini.
A questo proposito, la Commissione patriarcale ritiene necessario dichiarare quanto segue:
“La Chiesa ortodossa ha un grandissimo rispetto per le attività mediche, che si basano sul ministero dell’amore, volto a prevenire e alleviare la sofferenza umana” [1]. Grazie ai progressi della scienza medica, anche nel campo della prevenzione, sono diventati possibili la prevenzione e la cura di molte malattie, così come un reale sollievo delle sofferenze che queste portano alle persone.
La chiesa non valuta l’efficacia né il rischio degli effetti indesiderati conseguenti a specifici interventi medici o a farmaci. Questa valutazione è l’oggetto di ricerche basate su prove raccolte con standard scientifici e sulla libera discussione degli specialisti universitari. Allo stesso tempo, “La Chiesa mette in guardia contro i tentativi di assolutizzare qualsiasi teoria medica” [2], ricordando che le opinioni scientifiche sono in evoluzione e sono sempre aperte a critiche valide, che possono portare a correzioni e, talvolta, a revisioni di idee ormai accettate.
Allo stesso tempo, la Chiesa non può astenersi dalla valutazione degli aspetti morali di questa sfera dell’attività umana. La sua posizione, in particolare, si basa sul seguente principio: “La relazione medico-paziente deve essere basata sul rispetto per l’integrità, la libera scelta e la dignità dell’individuo. La manipolazione dell’uomo è inaccettabile anche in nome dei migliori propositi”[3].
Prima di tutto, la cura del benessere dei bambini, inclusa la loro salute, è affidata da Dio ai loro genitori. Lo Stato e la società devono rispettare la priorità dei diritti e delle responsabilità dei genitori, basate sulla presunzione della loro buona fede. Sono i genitori a dover prendere le decisioni relative all’educazione dei bambini, alla loro istruzione e alla loro assistenza sanitaria. Si può fare eccezione a questo principio solo in presenza di azioni deliberatamente malvagie o criminali da parte dei genitori.
Vale la pena ricordare che il riconoscimento nei sistemi giuridici di diversi Paesi della necessità di ottenere un consenso volontario informato prima di praticare un intervento medico e il diritto di rifiutarlo è stato una conseguenza della condanna dei crimini nazisti nel processo di Norimberga, comprese le manipolazioni mediche imposte e gli esperimenti effettuati su persone. Da allora, il rispetto di questi principi etici e legali è diventato una caratteristica comune in ogni società normale.
Questi principi sono riconosciuti dalla legge russa. Diverse leggi federali affermano il diritto dei genitori a dare il loro consenso volontario informato a un intervento medico che riguardi i loro figli, comprese le vaccinazioni preventive, o a rifiutarlo [4].
È noto che, parallelamente al rischio comportato dalle malattie infettive, esiste anche il rischio di gravi complicazioni – fino alla morte – in conseguenza di una vaccinazione preventiva. In una tale situazione, è il paziente stesso che deve fare la scelta. Nel caso di un bambino, sono i genitori che devono fare la loro scelta in ciascun caso particolare, tenendo conto dei consigli e delle raccomandazioni degli specialisti, nonché di altre informazioni. Nessuno ha il diritto di fare questa scelta per loro, neanche seguendo la comprensione ben informata da parte del bambino.
La Commissione patriarcale ritiene che:
– I genitori debbano mantenere il diritto di prendere decisioni informate in merito alla salute dei loro figli, comprese le vaccinazioni preventive, senza subire alcuna pressione. La persecuzione dei genitori che esercitano questo diritto è inaccettabile.
– I genitori non debbano essere costretti in alcun modo a indicare le ragioni su cui si basano le loro scelte. Un intervento medico o il suo rifiuto deve rimanere un segreto medico protetto dalla legge.
– Il diritto dei bambini all’educazione, compresa la possibilità di studiare negli istituti scolastici, non deve essere limitata perché i loro genitori si sono rifiutati di far effettuare su di loro le vaccinazioni preventive, eccetto nei casi in cui si verifichino malattie infettive di massa o la minaccia immediata di epidemie.
– I genitori devono essere in grado di prendere le proprie decisioni, ricevendo e valutando in modo indipendente varie informazioni, incluse le informazioni critiche. Limitare la diffusione delle informazioni critiche sui vaccini preventivi non porterà ad un aumento della fiducia dei genitori nei professionisti e nel sistema sanitario. Questa fiducia sarà facilitata solo fornendo ai genitori apertamente e onestamente informazioni complete, verificate e affidabili, comprese le informazioni sui rischi associati alla vaccinazione o a vaccinazioni specifiche.
A questo riguardo, la Commissione patriarcale per la Famiglia, la protezione della Maternità e dell’Infanzia non può sostenere le misure citate in apertura.
Note:
[1] The Foundations of the Social Concept of the Russian Orthodox Church, XI.1.
[2] Ibid., Xi.3.
[3] Ibid., Xi.3.
[4] Art. 20 comma 2 della legge federale “Sui fondamenti della tutela della salute dei cittadini nella Federazione russa”, art. 5 p. 1 e art. 11 p. 2 della legge federale “Immunoprofilassi delle malattie infettive”, art. 7 p. 2 della legge federale “Prevenzione della diffusione della tubercolosi nella Federazione russa”, ecc.
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paoloxl · 6 years
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Dopo la straordinaria assemblea nazionale del 17 novembre scorso a Venaus, tantissime realtà che ogni giorno si battono contro le grandi opere inutili e dannose e per la giustizia ambientale promuovono l’assemblea che si svolgerà il 26 gennaio prossimo a Roma, facendo appello a tutti coloro che nel nostro paese hanno a cuore la sicurezza dei territori, la tutela dell’ambiente e un corretto utilizzo delle risorse pubbliche.
Vogliamo costruire insieme a tutti coloro che vorranno la grande manifestazione nazionale che ci vedrà scendere in piazza a roma il 23 marzo!
Qui di seguito trovate l’appello che convoca l’assemblea. Ci vediamo a Roma!
Appello per una nuova assemblea nazionale dei comitati e dei movimenti contro le grandi opere inutili e imposte, per la giustizia ambientale. 
Verso la mobilitazione nazionale di Roma del 23 marzo.
Roma, 26 gennaio, Sapienza, aula 1 Facoltà di Lettere Università la Sapienza (Piazza Aldo Moro 5), ore 13,30
A tutti i comitati, i movimenti, le associazioni e i singoli che da anni si battono contro le grandi opere inutili e imposte e per una nuova stagione di giustizia ambientale e la salvaguardia del Pianeta.
Ci siamo ritrovati a Venezia lo scorso settembre, poi ancora a Venaus, in Val Susa e in molti altri luoghi, da nord a sud, dando vita ad assemblee che hanno raccolto migliaia di partecipazioni. Siamo le donne e gli uomini scesi in Piazza lo scorso 8 dicembre a Torino, a Padova, Melendugno, Niscemi, Firenze, Sulmona, Venosa, Trebisacce e in altri luoghi.
Tutte e tutti abbiamo accolto una sfida, quella di portare a Roma il prossimo 23 marzo la nostra voce ed un nuovo messaggio. Un messaggio che ribadisca la necessità di farla finita con il modello di sviluppo legato alle grandi opere inutili e dannose: una tragedia per l’ambiente, un furto di denaro pubblico per interessi di pochi, una manna per i corrotti, con progetti e cantieri che, in barba alla volontà popolare, vengono imposti manu militari, reprimendo il dissenso.
Porteremo le nostre valutazioni sul “governo del cambiamento“ che mentre tergiversa sull’analisi costi benefici del TAV in Val di Susa, ha fatto chiara retromarcia su tutte le altre opere e gli altri territori: Il TAV 3° Valico, il TAP, le Grandi Navi ed il MOSE a Venezia, l’ILVA a Taranto,le autorizzazioni a cercare idrocarburi nello Ionio, in Adriatico, in Sicilia ed il rischio di rilascio di numerose concessioni on shore, Il MUOS in Sicilia e così via.
Dovremo esprimere un punto di vista chiaro su ciò di cui il nostro Paese ha davvero bisogno, facendola finita con le grandi opere inutili, per avviare un percorso unanime e virtuoso di programmi concreti a favore delle vere necessità del popolo e dei territori, mettendo al primo posto la cura e la messa in sicurezza del territorio, le bonifiche, piccole opere necessarie a vivere meglio ed in grado di dare lavoro diffuso e garantito, buona sanità, servizi adeguati, scuola pubblica ed università libere e sganciate dai modelli aziendalisti, sanità e pensioni decorose, una corretta politica sull’abitare e di inclusione della popolazione migrante con pari diritti e dignità.
L’ultimo rapporto IPCC indica che le emissioni vanno ridotte subito, altrimenti nel 2040 avremo già superato la soglia di sicurezza del riscaldamento globale di 1,5°C.
Affronteremo la crisi climatica che è collegata al modello di sviluppo attuale che ha già fatto troppi danni. Assistiamo ai continui fallimenti delle COP governative (l’ultima a Katowice, in Polonia, pochi mesi fa) e siamo consapevoli che solo un grande movimento può cambiare il corso di questa catastrofe climatica che si aggrava di anno in anno.
Molto si può e si deve fare!
Solo rinunciando da subito al carbone, agli inceneritori, alla combustione di biomasse, alla geotermia elettrica, agli agrocombustibili; solo riducendo drasticamente l’uso delle fonti fossili, del gas anch’esso climalterante; solo praticando con rigore e decisione l’alternativa di un modello energetico autogestito dal basso, in opposizione a quello centralizzato e di mercato, abbandonando progetti di infrastrutture inutili e dannose, finanziando interventi dai quali potremo trarre benefici immediati (messa in sicurezza idrogeologica e sismica dei territori , riconversione energetica, educazione e ricerca ambientali), si potrà finalmente cominciare a dare priorità alla lotta degli effetti climalteranti, cessando così di contrapporre salute e lavoro come invece è stato fatto a Taranto.
E’ urgente imporre un cambio di rotta rispetto all’attuale paradigma energetico e produttivo, per il diritto al clima ed alla giustizia climatica, per favorire cooperazione e sviluppo scientifico al servizio del valore d’uso.
E’ urgente garantire il diritto all’acqua pubblica, una nuova Strategia Energetica Nazionale riscritta senza interessi delle lobbies, la messa a soluzione delle scorie nucleari, la riduzione delle spese militari, il disarmo nucleare.
Sosteniamo che questa transizione ecologica indispensabile la debbano pagare i detentori di capitale, i grandi gruppi finanziari, le élite che negli ultimi anni hanno approfittato della crisi per arricchirsi riservando alle persone e ai territori solo la ricetta dell’austerità e la distrazione di massa della guerra tra poveri, mettendo l’uno contro l’altro, alimentando la disinformazione.
Assieme al NO , la nostra piazza sarà capace di trasmettere l’urgente necessità di cambiamento della società a fronte del modello capitalistico che distrugge convivenza ed ecosistema.
Siamo consapevoli che ad oggi nessun governo, tanto meno quello in carica, ha mostrato di avere le condizioni per poter realizzare quello che vogliamo e che necessita per far sopravvivere il pianeta.
A fronte delle emergenze reali che chiamiamo in causa, chi ha il potere è impegnato a soffiare sul fuoco del razzismo, del sessismo e dell’autoritarismo, alimentando, con costante opera di manipolazione mediatica, nuove forme di desolidarizzazione ed oscurantismo.
Discuteremo di come costruire un movimento, uno spazio pubblico aperto che in tante e tanti stiamo cercando per trasformare la società, il modo in cui si guarda alla vita dei territori, per decidere insieme il nostro futuro, per iniziare un cammino di giustizia ambientale, che non può più aspettare.
La manifestazione di Roma, il prossimo 23 marzo, sarà un passo importantissimo in questa direzione. Prepariamolo assieme!
I comitati contro le grandi opere inutili e i movimenti per la giustizia ambientale.
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jamariyanews · 8 years
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L’IMPERO ATLANTICO DELLA MENZOGNA. LA PAROLA AL PENTITO ULFKOTTE
Posted on marzo 3, 2015 by marcellodaddabbo 
di Marcello D’Addabbo
In Germania il caso Ulfkotte è ormai esploso in tutta la sua enormità. Nei talk show risuonano le parole del corrispondente esteri del più prestigioso quotidiano tedesco, “Frankfurter Allgemeine Zeitung” «per diciassette anni sono stato pagato dalla CIA, io e altri centinaia abbiamo lavorato per favorire la Casa Bianca». Questo è l’inquietante quadro descritto nel libro che Udo Ulfkotte ha da poco pubblicato in patria dal titolo eloquente: Giornalisti comprati. Il libro descrive il controllo dei media tedeschi, e occidentali in genere, attraverso una fitta rete di corruzione e di pressioni esercitate da parte degli americani mediante apparati di intelligence, ambasciate Usa, fondazioni, lobby e istituzioni atlantiste (sono citate tra le tante il Fondo Marshall, l’Atlantic Bridge e l’Istituto Aspen). Il fine di tale incessante attivismo operato nelle retrovie dei mass media, secondo le rivelazioni dell’autore, è quello di costruire una interpretazione degli accadimenti internazionali sempre unilaterale e compiacente verso Washington.
Si racconta di programmi specifici per i giornalisti, disposti dalle ambasciate statunitensi in Germania e in Italia, nei quali è previsto un compenso che arriverebbe alla cifra di ventimila euro per scrivere articoli filostatunitensi. Ma non si tratta solo di dazioni in denaro, c’è l’altro mezzo di pressione, quello che solletica di più il narcisismo da cui i giornalisti sono maggiormente affetti, ovvero le gratifiche in campo professionale: premi, collaborazioni, incarichi, convegni nei mitologici e prestigiosi campus universitari americani, viaggi pagati, riconoscimenti pubblici di ogni genere, insomma una tentazione irresistibile. Il volto seducente del potere, cemento a presa rapida per costruire la casa sicura della narrazione mediatica ufficiale con l’aiuto di un esercito di professionisti mercenari dell’informazione a completa disposizione. «Prima di tutto» racconta «è necessario rendere autorevole il giornalista a libro paga, facendo riportare i suoi articoli, dandogli copertura internazionale e premiando i suoi libri. Molti premi letterari non sono altro che premi alla fedeltà propagandistica dell’autore che li pubblica, non molto differentemente dal premio “eroe del lavoro” nella ex Germania Est comunista». Ulfkotte ricorda esperienze personali, come quella, decisamente ridicola, dell’improvviso conferimento della cittadinanza onoraria dello stato americano dell’Oklahoma, in assenza di alcun legame apparente tra il suo lavoro e quel territorio. Poi, sullo sfondo di questa realtà patinata di favori e grandi alberghi, si muovono i servizi segreti e le pressioni quando serve non mancano: «Spesso vengono a trovarti in redazione, vogliono che scrivi un pezzo» rivela nel libro. In occasione della crisi libica del 2011, racconta di quando fu imbeccato da individui dei servizi tedeschi per annunciare sul suo giornale, quasi fosse un dato assodato, che Gheddafi era in possesso di armi chimiche pronte per essere usate contro il popolo inerme, ovviamente senza avere alcun riscontro da fonti verificate. Se invece si trasgredisce la linea filoatlantica le conseguenze sono altrettanto note, ovvero la perdita del lavoro, il triste isolamento professionale, fino alle minacce dirette e alle persecuzioni (lui stesso sostiene di aver subito sei perquisizioni nella sua abitazione con l’accusa di aver rivelato segreti di stato). Ma perché mai un pezzo da novanta del giornalismo tedesco si esporrebbe in questo modo, ad un’età – cinquantacinque anni – che gli avrebbe consentito di proseguire la sua brillante carriera ancora per lungo tempo, facendo esplodere una simile bomba mediatica e mettendo sotto accusa l’intero sistema mediatico occidentale? Egli stesso ha risposto a questa domanda nel corso delle numerose interviste di questi giorni, parlando di una crisi di coscienza irreversibile, del suo non avere figli e del suo stato di salute precario (pare abbia già alle spalle tre infarti). Udo Ulfkotte, dopo una vita di squallidi compromessi con il potere a scapito della verità dell’informazione, vuole tornare a guardarsi di nuovo allo specchio per il tempo che gli resta da vivere. Sembra riemerso in lui quell’alto senso della vergogna tipico della coscienza morale tedesca, quell’amore germanico per la verità che desta di solito grande ammirazione. «Ho voluto scrivere questo libro perché tante persone che ci guardano hanno la sensazione che quello che vedono come una notizia non sia in realtà una notizia, ma pura propaganda e disinformazione. Ma non ne hanno le prove. Per questo motivo ho citato centinaia e centinaia di nomi di giornali tedeschi ed esteri, che producono propaganda e disinformazione, e ho fornito le prove di questo». E alcuni dei personaggi citati, come era ovvio, hanno reagito a cominciare da Günther Nonnenmacher, collega e coeditore della “Frankfurter Allgemeine”, che bolla le accuse di Ulfkotte come «astruse e ridicole» dichiarando che l’ex giornalista ha avuto «gravi problemi di salute in seguito ai quali soffrirebbe di sdoppiamento della personalità»(!). Un matto lucido a sufficienza, però, da analizzare le carriere di trecentoventuno personaggi, i loro percorsi e presenze segnate negli annuari delle organizzazioni che si occupano della manipolazione delle informazioni a vantaggio degli Stati Uniti (ma a quanto pare anche dell’Ue), organizzando incontri e agevolando carriere. Memorabile il racconto degli incontri sul lago di Garda tra questi mercenari della penna tedeschi ed italiani, radunati nella villa che fu la residenza del cancelliere tedesco Adenauer e gli agenti della CIA pronti a trasportarli su un battello diretto a Bellagio dove sono attesi dai membri della Fondazione Rockfeller. È prevedibile che alla fine si cerchi di archiviare tutto ciò nello scaffale della solita letteratura cospirazionista, consueto alibi usato dal potere per emarginare, screditandoli, coloro che gli si oppongono. Ma Ulfkotte non parla di rettiliani bensì di persone note, cita grandi giornali e televisioni e indica con precisione gli argomenti che secondo la sua lunga esperienza professionale ha imparato ad evitare per non vedersi stroncare la carriera (come ad esempio scrivere pro Putin, Russia, Cina, Iran, Assad ecc…). Inoltre, sappiamo come la dominazione angloamericana sul continente europeo fin dal dopoguerra si è perpetuata attraverso la colonizzazione dell’immaginario collettivo e che in tale opera il dominio dell’informazione ha avuto una parte preponderante. Questo non ce l’ha insegnato certo Ulfkotte. Potremmo ricordare di sfuggita Arrigo Levi e Renato Mieli, (papà di Paolo ex direttore del “Corriere”) tornati in Italia nel 1945 sugli automezzi dei “liberatori” americani a insegnarci la democrazia. Venuto tra noi in uniforme USA, con i gradi di ufficiale, nei primi mesi di occupazione, Renato Mieli era un «capitano Smith» (o qualcosa del genere) a cui i giornalisti italiani dovevano rivolgersi per ottenere l’autorizzazione a lavorare e ad aprire giornali, insomma il responsabile dell’ epurazione morbida del giornalismo per conto degli Alleati. Allora, parlava esclusivamente inglese. Subito dopo, fondò…l’ANSA. Ancora qualche mese e molti di quei giornalisti che avevano chiesto l’autorizzazione a scrivere al capitano Smith si stupirono poi di ritrovarlo, sotto il nome di Renato Mieli, come direttore de “L’Unità”. L’organo del PCI diretto da un ufficiale americano? Evidentemente l’OSS (futura CIA) aveva deciso che occorreva loro un controllore dentro quel partito. Cosa ancora più significativa, durante la guerra Mieli-padre aveva fatto parte dello staff anglo-americano del “Psychological Warfare Branch” (traducibile come “Divisione per la guerra psicologica”) che fu un organismo del governo militare anglo-americano incaricato della gestione dei mezzi di comunicazione (e perciò della propaganda) italiani: stampa, radio e cinema. Fu attivo nel periodo tra il 10 luglio 1943 (sbarco alleato in Sicilia) e il 31 dicembre 1945.  Ma per anni in Italia di questi episodi non si è voluto o potuto parlare. A dimostrare il mutamento delle condizioni storiche è sufficiente il dato che in questi giorni il libro di Udo Ulfkotte in Germania è balzato al settimo posto nella lista dei bestseller nazionali , al tredicesimo in quella del settimanale “Der Spiegel” e al quinto nella lista top 100 di Amazon. Il libro ha sollevato il coperchio su un gigantesco sistema di corruzione e pressione che pone un’ipoteca definitiva sull’ultimo dogma intoccabile del mondo occidentale, quello del pluralismo dell’informazione e della libertà di opinione. Con esso crolla miseramente anche il mito angloamericano e hollywoodiano dei “cronisti d’assalto” che con l’audacia di Davide contro Golia sfidano i massimi livelli del potere sollevando scandali e disarcionando potenti e capi di stato. Il mito dello scandalo Watergate, sollevato dai cronisti del “Washington Post”, Bob Woodward e Carl Bernstein, rappresentati nel celebre film da Robert Redford e Dustin Hoffman, che portò nell’agosto del 1974 alle dimissioni del feroce presidente repubblicano Nixon. Un mito che è stato esaltato in Italia fino alla nausea dalla sinistra buonista-veltroniana come prova del vigore della sana democrazia americana e del controllo efficace dei media sul potere. Qui risulta invece che è il potere americano a controllare l’informazione ed in modo piuttosto capillare.
Dal film “Tutti gli uomini del presidente” (1976)
In Italia il silenzio assordante dei media mainstream sul caso Ulfkotte potrebbe indurre a facili e scontate conclusioni (dato che il giornalista del “Frankfurter” cita a più riprese la collusione di organi di informazione di casa nostra come “La Stampa”, “La Repubblica”, Rai ecc..). Resta il fatto che la nebbia qui da noi è stata squarciata soltanto dalle lodevoli eccezioni delle recensioni apparse sul blog di Beppe Grillo e sul Fatto Quotidiano. Tuttavia saremmo degli ingenui ad aspettarci che Travaglio e la Guzzanti inizino una campagna sulla “trattativa Cia-giornalisti”. La “tela di ragno” descritta dalla storica penna del Frankfurter, riguarda soprattutto i vertici del giornalismo ufficiale, ovvero coloro che, come lui stesso ha fatto nell’arco di ben diciassette anni, sono nella posizione di poter filtrare i messaggi che devono arrivare alla massa. Questa tela è diretta ad irretire non singoli individui ma intere società con l’evidente obbiettivo di manipolarle per garantire la continuità delle oligarchie finanziarie, politiche e militari di Stati Uniti e Ue e le loro decisioni criminali.  È una realtà i cui effetti sono visibili quotidianamente ogni volta che si ha la sfortuna di aprire un grande quotidiano o di ascoltare un telegiornale mainstream, sia che si occupi di crisi Ucraina o Isis, Libia o Corea del Nord, non fa differenza. Ci sono sempre i buoni e i cattivi, armi democratiche usate per il bene dell’umanità e dall’altra parte spietati dittatori sanguinari da abbattere per evitare che ci distruggano, anche se, come sempre, non hanno mai manifestato questo proposito in vita loro… Come ha detto efficacemente lo scrittore Andrea Camilleri: «È grazie al sistema politico-economico instauratosi nel dopoguerra, con un notevole incremento a partire dagli anni ’70, che le nostre generazioni vengono ‘bombardate’ da ‘armi di convinzione di massa’, che similmente a quelle di distruzione di massa, non hanno portato libertà e democrazia, bensì assoggettamento mercantile ed ampliamento dell’impero della mente anglo-americano nel nostro Paese». Ma il caso Ulfkotte potrebbe rappresentare il punto di non ritorno di una presa di coscienza collettiva. Il Re è nudo.
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lamilanomagazine · 1 year
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Livorno: chiuso un panificio per scarsa igiene e infestazioni. Denunciato a Piombino un 46enne evaso dai domiciliari per aver usato un bancomat rubato
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Livorno: chiuso un panificio per scarsa igiene e infestazioni. Denunciato a Piombino un 46enne evaso dai domiciliari per aver usato un bancomat rubato. Il Comando Provinciale dei Carabinieri di Livorno, in linea con le direttive strategiche della Prefettura, è da sempre attento alla tutela della salute pubblica, obiettivo che persegue anche con il coinvolgimento dei reparti speciali dell’Arma. Nell’ambito della campagna di controllo agli esercizi di manipolazione e produzione degli alimenti, i Carabinieri del Nucleo Antisofisticazione e Sanità di Livorno hanno effettuato un controllo presso un’attività di panificazione del capoluogo, per verificare il rispetto della normativa vigente e prevenire potenziali rischi. I militari hanno accertato che i locali adibiti a laboratorio e a deposito erano tenuti in pessime condizioni igienico-sanitarie, presentando diffuso sporco pregresso e residui di precedenti lavorazioni sulla pavimentazione e sulle attrezzature. Per questi motivi, ma anche e soprattutto perché in vari punti è stata riscontrata la presenza di infestanti (blatte), al titolare, un 44enne livornese, è stata elevata una sanzione di 1.000 euro, provvedimento a cui si è aggiunta l’immediata chiusura e la sospensione dell’attività da parte dell’ASL locale che si protrarrà finché le carenze rilevate non saranno sanate. I controlli proseguiranno su tutto il territorio provinciale da parte dei Carabinieri dell’Arma territoriale e del N.A.S. I Carabinieri della Stazione di Piombino hanno identificato e denunciato un 46enne che, dopo essere evaso dal proprio domicilio, avrebbe effettuato numerosi pagamenti presso esercizi del centro con un bancomat rubato. A seguito di un’accurata indagine scaturita dalla denuncia di utilizzo fraudolento di carta di credito, presentata i primi di maggio u.s. da un 54enne piombinese, i militari hanno individuato il presunto responsabile del reato. Si tratterebbe di un 46enne di origine bresciane che, nonostante fosse sottoposto alla detenzione domiciliare presso il suo domicilio di Piombino, dal mese di novembre 2022, era evaso in due diverse occasioni allorchè, in due giorni differenti, aveva comunicato agli uffici di Polizia preposti al controllo di uscire per motivi sanitari. Ma così non era. In entrambi i casi, infatti, le accurate indagini hanno permesso di accertare che l’uomo non si era mai recato presso studi medici, Pronto Soccorso o guardia medica. Durante quelle uscite avrebbe invece effettuato numerosi pagamenti presso diversi esercizi commerciali della zona per un totale di circa 170 euro con una carta poi risultata rubata. I pagamenti, effettuati prima che il legittimo proprietario si accorgesse del furto e bloccasse la sua carta bancomat, erano avvenuti in modalità “contactless”, ovvero senza inserire il codice pin della carta. L’indagine dei Carabinieri ha permesso di ricostruire i movimenti dell’indagato, anche grazie alle telecamere di videosorveglianza comunale e di alcuni esercizi commerciali in cui era stata utilizzata la carta, dalla cui visione è stato possibile riconoscere l’uomo. Ulteriore riscontro è poi derivato dalle informazioni acquisite dagli operanti presso gli stessi esercenti dei negozi. L’uomo è stato denunciato all’A.G. labronica per evasione e indebito utilizzo di carte di credito.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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lamilanomagazine · 2 years
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Livorno, sicurezza alimentare: sospesa l’attività di una ditta dolciaria per scarsità di igiene
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Livorno, sicurezza alimentare: sospesa l’attività di una ditta dolciaria per scarsità di igiene. Nell’ambito della campagna sulla sicurezza degli alimenti, i Carabinieri del Nucleo Antisofisticazione e Sanità di Livorno (NAS) hanno effettuato un controllo presso un’attività di produzione dolciaria all’ingrosso del capoluogo, per verificare il rispetto della normativa vigente e prevenire potenziali rischi per la salute pubblica. Nel corso del controllo i militari hanno accertato che il laboratorio e il locale adibito a deposito degli alimenti erano tenuti in precarie condizioni igienico-sanitarie e strutturali: sui macchinari e sulle attrezzature è stato trovato sporco pregresso e residui di precedenti lavorazioni, è stato riscontrato il distacco di alcune parti di intonaco da soffitto e pareti nonché la presenza diffusa di infestanti morti sul pavimento. Anche l’acqua calda è risultata assente. L’amministratrice 55enne della società è stata pertanto segnalata alle autorità competenti e sanzionata per 1.000 euro, provvedimento a cui si è aggiunta l’immediata chiusura ed inibizione all’attività di produzione e manipolazione alimenti da parte dell’ASL locale, che si protrarrà finché le carenze rilevate non saranno sanate. I controlli dei Carabinieri del NAS e dell’Arma territoriale proseguiranno su tutto il territorio provinciale, anche in collaborazione con le autorità sanitarie competenti.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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lamilanomagazine · 2 years
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Nas di Ragusa, numerosi controlli nel periodo natalizio
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Nas di Ragusa, numerosi controlli nel periodo natalizio. L’attività di controllo e contrasto alle attività illecite poste in essere nell’ambito della sicurezza alimentare e sanitaria, eseguita negli ultimi mesi del 2022 dai Carabinieri del Nas di Ragusa sui distretti di competenza, intensificatasi con l’approssimarsi delle festività natalizie, ha consentito di riscontrare numerose carenze e violazioni sia di carattere amministrativo che penale. In totale, negli ambiti sopra citati, sono state effettuate 85 ispezioni che hanno consentito di rilevare 24 violazioni penali, 70 illeciti amministrativi, 10 soggetti segnalati all’A.G., 36 alle autorità sanitarie ed amministrative, la chiusura di 5 strutture (di cui 3 sanitarie e 2 ristorative) per un valore complessivo di € 10.613.700 ed elevate sanzioni amministrative per un importo complessivo di € 600.420,00. In tale contesto, nel settore della ristorazione assume particolare rilevanza l’attività ispettiva effettuata presso un noto ristorante dell’isola di Ortigia del comune di Siracusa, dove sono stati rinvenuti ingenti quantitativi di alimenti in cattivo stato di conservazione, sprovvisti di etichettatura conforme e pronti per finire nei piatti degli avventori; altresì sono state riscontrate gravi carenze igieniche dei locali e la mancata applicazione delle procedure haccp; l’intervento sul posto dei medici della locale Asp ha definito il provvedimento di chiusura ad horas dell’esercizio. Ai titolari sono state contestate violazioni per diverse migliaia di euro. Presso una trattoria di Gela (CL) sono state rilevate analoghe carenze igieniche e mancate procedure di autocontrollo sugli alimenti e nelle fasi di manipolazione e produzione, tanto che l’Asp di competenza, opportunamente interpellata, ne predisponeva la sospensione immediata. Sempre nello stesso centro, presso una struttura ricettiva del posto, ispettori del Nas di Ragusa sottoponevano al vincolo del sequestro amministrato più di 50 kg di prodotti ittici e carne, pronti per la somministrazione e detenuti in cattivo stato di conservazione. Non solo ristorazione, oggetto di controlli e verifiche è stata anche la filiera degli olii di oliva, particolarmente fiorente nei mesi autunnali, presso un esercizio commerciale di Vittoria, ispettori del Nas hanno rinvenuto e sottoposto al vincolo del sequestro più di cento litri di olio extravergine posto in vendita sprovvisto di elementi utili alla tracciabilità; il quantitativo, poi, è stato campionato e avviato alle analisi di laboratorio per accertarne la genuinità. Numerose sono state le verifiche eseguite in prossimità delle festività natalizie in genere, che hanno consentito di rinvenire nei negozi, nella maggior parte orientali, dislocati nelle province di Ragusa, Siracusa e Caltanissetta, migliaia di prodotti, quali addobbi natalizi e luminarie, sprovvisti di marcatura CE e/o di indicazioni ed avvertenze sui rischi in lingua italiana, pertanto potenzialmente dannosi per la pubblica salute. In totale sono stati sequestrati più di un migliaio di pezzi destinati alla vendita ed elevate sanzioni nei confronti dei titolari delle attività per svariate migliaia di euro. Sul comparto socio-assistenziale, nella città di Siracusa sono state scoperte diverse strutture ricettive per anziani prive dell’iscrizione all’albo comunale e disorganizzate al punto da offrire servizi ben al di sotto degli standard sanitari regionali. All’esito delle attività ispettive le strutture in questione sono state destinatarie dei relativi provvedimenti di chiusura/sospensione e/o di adattamento ai requisiti previste dalla legge. Nel comune di Gela (CL) l’attività ispettiva eseguita presso una nota RSA locale ha consentito di accertare gravi carenze in materia organizzativa, funzionale e assistenziale offerta alla particolare tipologia d’utenza, nonché problematiche in ordine alla prevenzione incendi. Interessati gli enti preposti delle gravi non conformità rilevate è stata disposta la sospensione dell’attività ed il ricollocamento degli ospiti in altre strutture. Significativa è l’operazione eseguita presso un’altra RSA del comune di Comiso (RG), dove alla luce di altrettante anomalie e difformità agli standard ragionali, è stata interessata la competente ASP che ha disposto il blocco dei ricoveri presso la struttura in esame ed il ricollocamento dei pazienti presso altri reparti del P.O. di Comiso. In San Cataldo (CL) una casa di riposo per anziani è stata sospesa poiché scoperta ad operare in assenza dei titoli autorizzati previsti, carenze igienico-strutturali, ampliamento della capacità ricettiva, disfunzionalità in ordine agli standard regionali di assistenza.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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lamilanomagazine · 2 years
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Ragusa, i controlli dei NAS sugli esercizi alimentari
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Ragusa, i controlli dei NAS sugli esercizi alimentari. L’attività di controllo e contrasto alle attività illecite poste in essere nell’ambito della sicurezza alimentare e sanitaria, eseguita negli ultimi mesi del 2022 dai Carabinieri del Nas di Ragusa sui distretto di competenza, intensificatasi con l’approssimarsi delle festività natalizie, ha consentito di riscontrare numerose carenze e violazioni sia di carattere amministrativo che penale. In totale, negli ambiti sopra citati, sono state effettuate 85 ispezioni che hanno consentito di rilevare 24 violazioni penali, 70 illeciti amministrativi, 10 soggetti segnalati all’A.G., 36 alle autorità sanitarie ed amministrative, la chiusura di 5 strutture (di cui 3 sanitarie e 2 ristorative) per un valore complessivo di € 10.613.700 ed elevate sanzioni amministrative per un importo complessivo di € 600.420,00. In tale contesto, nel settore della ristorazione assume particolare rilevanza l’attività ispettiva effettuata presso un noto ristorante dell’isola di Ortigia del comune di Siracusa, dove sono stati rinvenuti ingenti quantitativi di alimenti in cattivo stato di conservazione, sprovvisti di etichettatura conforme e pronti per finire nei piatti degli avventori; altresì sono state riscontrate gravi carenze igieniche dei locali e la mancata applicazione delle procedure haccp; l’intervento sul posto dei medici della locale Asp ha definito il provvedimento di chiusura ad horas dell’esercizio. Ai titolari sono state contestate violazioni per diverse migliaia di euro. Presso una trattoria di Gela (CL) sono state rilevate analoghe carenze igieniche e mancate procedure di autocontrollo sugli alimenti e nelle fasi di manipolazione e produzione, tanto che l’Asp di competenza, opportunamente interpellata, ne predisponeva la sospensione immediata. Sempre nello stesso centro, presso una struttura ricettiva del posto, ispettori del Nas di Ragusa sottoponevano al vincolo del sequestro amministrato più di 50 kg di prodotti ittici e carne, pronti per la somministrazione e detenuti in cattivo stato di conservazione. Non solo ristorazione, oggetto di controlli e verifiche è stata anche la filiera degli olii di oliva, particolarmente fiorente nei mesi autunnali, presso un esercizio commerciale di Vittoria, ispettori del Nas hanno rinvenuto e sottoposto al vincolo del sequestro più di cento litri di olio extravergine posto in vendita sprovvisto di elementi utili alla tracciabilità; il quantitativo, poi, è stato campionato e avviato alle analisi di laboratorio per accertarne la genuinità. Numerose sono state le verifiche eseguite in prossimità delle festività natalizie in genere, che hanno consentito di rinvenire nei negozi, nella maggior parte orientali, dislocati nelle province di Ragusa, Siracusa e Caltanissetta, migliaia di prodotti, quali addobbi natalizi e luminarie, sprovvisti di marcatura CE e/o di indicazioni ed avvertenze sui rischi in lingua italiana, pertanto potenzialmente dannosi per la pubblica salute. In totale sono stati sequestrati più di un migliaio di pezzi destinati alla vendita ed elevate sanzioni nei confronti dei titolari delle attività per svariate migliaia di euro. Sul comparto socio-assistenziale, nella città di Siracusa sono state scoperte diverse strutture ricettive per anziani prive dell’iscrizione all’albo comunale e disorganizzate al punto da offrire servizi ben al di sotto degli standard sanitari regionali. All’esito delle attività ispettive le strutture in questione sono state destinatarie dei relativi provvedimenti di chiusura/sospensione e/o di adattamento ai requisiti previste alla legge. Nel comune di Gela (CL) l’attività ispettiva eseguita presso una nota RSA locale ha consentito di accertare gravi carenze in materia organizzativa, funzionale e assistenziale offerta alla particolare tipologia d’utenza, nonché problematiche in ordine alla prevenzione incendi. Interessati gli enti preposti delle gravi non conformità rilevate è stata disposta la sospensione dell’attività ed il ricollocamento degli ospiti in altre strutture. Significativa è l’operazione eseguita presso un’altra RSA del comune di Comiso (RG), dove alla luce di altrettante anomalie e difformità agli standard ragionali, è stata interessata la competente ASP che ha disposto il blocco dei ricoveri presso la struttura in esame ed il ricollocamento dei pazienti presso altri reparti del P.O. di Comiso. In San Cataldo (CL) una casa di riposo per anziani è stata sospesa poiché scoperta ad operare in assenza dei titoli autorizzati previsti, carenze igienico-strutturali, ampliamento della capacità ricettiva, disfunzionalità in ordine agli standard regionali di assistenza.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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lamilanomagazine · 2 years
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Ragusa, controllo dei NAS a 34 esercizi alimentari per la verifica delle condizioni igienico-sanitarie
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Ragusa, controllo dei NAS a 34 esercizi alimentari per la verifica delle condizioni igienico-sanitarie. Alla luce dei recenti fatti di cronaca sui decessi e intossicazioni alimentari causati dal batterio patogeno Listeria Monocytogenes, il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, nell’ambito delle iniziative sul controllo della filiera agroalimentare, ha concentrato, nell’arco di una settimana, un blitz nei confronti di imprese produttive maggiormente esposte al rischio di contaminazione dal batterio. In tale contesto i Carabinieri del NAS di Ragusa hanno eseguito 34 controlli presso macellerie, salumifici ed industrie conserviere ricadenti sulle province di competenza, accertando numerose carenze igienico sanitarie, strutturali nonché detenzione di prodotti a base di carne sprovvisti di tracciabilità o con data di scadenza superata. In particolare, gli ispettori del Nas, nel corso di attività ispettiva eseguita presso un noto salumificio nisseno, hanno riscontrato gravi carenze igienico sanitarie tanto da richiedere l’intervento di personale del dipartimento di Prevenzione Veterinario della locale ASP, per l’adozione di provvedimenti urgenti. Nello specifico è stata riscontrata la presenza di sporco, residui alimentari, macchie di sangue rappreso, residui untuosi, polvere, larve di insetti, sulla quasi totalità della superficie calpestabile della struttura. Presso le celle frigo destinate a contenere gli insaccati pronti per la commercializzazione, oltre a rilevare le medesime carenze igienico sanitarie, hanno rinvenuto più di 500 Kg di salumi, di vario genere, di cui gran parte con data di scadenza superata, mentre altri privi di tracciabilità. La merce è stata sottoposta al vincolo del sequestro e sono stati prelevati campioni al fine di ricercare il batterio della Listeria Monocytogenes. Per il salumificio è scattato il provvedimento immediato di cessazione dell’attività mentre al titolare dell’esercizio sono state contestate sanzioni amministrative per diverse migliaia di euro. Sempre in provincia di Caltanissetta, da un ulteriore controllo presso un’industria di lavorazioni carni e preparazioni gastronomiche, è scaturito il sequestro di 75 Kg di carne di bovino, confezionata e pronta per la commercializzazione, con data di scadenza superata.   Analoga sorte è toccata a tre macellerie/salumifici site nei comuni di Rosolini, Noto e Ispica presso le quali sono state riscontrate gravi violazioni in materia di igiene e sanità dei locali destinati alla manipolazione, lavorazione e trasformazione delle carni, nonché carenze strutturali per le quali si è reso necessario l’intervento di personale delle competenti Asp per l’emissione, ad horas, dei provvedimenti di sospensione degli esercizi e contestuali sanzioni amministrative. Nel comune di Modica i Nas hanno individuato una macelleria/salumeria che deteneva, all’interno di una cella frigorifera in precarie condizioni igienico sanitarie, prodotti a base di carne freschi e stagionati in promiscuità tra loro, con considerevole rischio di contaminazione crociata da batteri; al fine di salvaguardare la salute pubblica dei consumatori, di concerto col personale del Dipartimento di Prevenzione Veterinaria ibleo, intervenuto sul posto, è stato disposto il fermo ufficiale per 670 Kg di carne e il conseguente campionamento per la ricerca della “Listeria”. Al titolare contestate violazioni amministrative per diverse migliaia di euro. Altri controlli eseguiti dal Nas nell’ambito dell’articolato piano di controllo hanno portato al sequestro, presso una macelleria di Ispica, di 60 Kg di carne destinata alla vendita, priva di tracciabilità che ne attesti la regolare provenienza. Passate al setaccio anche le industrie conserviere dove spesso è alto il rischio di contaminazione dal batterio della Listeria. In tale contesto a Scicli è stata disposta la chiusura di uno stabilimento di conserve per gravi non conformità igieniche, strutturali, e mancata attuazione dei principi dell’haccp. In totale, all’esito del blitz, sono stati eseguiti 34 controlli, di cui 16 in provincia di Siracusa accertando 7 non conformità, per le quali sono state segnalate all’Autorità amministrativa e sanitaria 8 operatori nel settore alimentare (O.S.A.), ed elevate 13 sanzioni amm.ve per l’ammontare di euro 9.000. In territorio ibleo sono stati ispezionati 10 stabilimenti, rilevando 4 non conformità per le quali sono stati segnalati 4 O.S.A. alle competenti autorità, contestate 7 sanzioni amm.ve per un valore di 10.000 euro. A Caltanissetta sono 8 gli opifici ispezionati dove sono stati accertate 5 non conformità con altrettanti O.S.A. segnalati alle Autorità amministrative e contestate 14 sanzioni amm.ve per l’ammontare complessivo di 20.000 euro. Dalla campagna di prevenzione “Listeria” eseguita dal NAS di Ragusa sono emerse irregolarità in 17 strutture (pari al 50%), segnalati altrettanti O.S.A. alle Autorità competenti, contestate 36 sanzioni amm.ve per l’ammontare di 39.000 euro ed eseguiti provvedimenti di chiusura/sospensione per 6 imprese per un valore complessivo di circa 5 milioni di euro. Inoltre, l’attività ispettiva ha permesso di sequestrare 1.500 kg di prodotti a base di carne e salumi non idonei al consumo umano.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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lamilanomagazine · 2 years
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Siracusa, NAS in azione: violazioni in materia di sicurezza e lavoro, controlli nelle strutture assistenziali
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Siracusa, NAS in azione: violazioni in materia di sicurezza e lavoro, controlli nelle strutture assistenziali. Il periodo estivo che volge al termine, ha visto il territorio della provincia aretusea meta di un notevole flusso turistico. I Carabinieri del Comando Provinciale di Siracusa, oltre a mantenere elevato l’impegno sul controllo del territorio e sull’attività di polizia giudiziaria, al fine di prevenire ogni forma di criminalità, hanno eseguito servizi ben visibili in zone nevralgiche per innalzare, nel possibile, le capacità di deterrenza. La predetta finalità è stata perseguita anche con l’apertura, nei mesi estivi, dei due presidi stagionali di Marzamemi ed Agnone Bagni. Sono stati messi in campo anche i reparti specializzati che hanno conseguito significativi risultati nella prevenzione della salute pubblica, con il Nucleo Antisofisticazioni e Sanità e nella tutela del lavoro con il Nucleo Ispettorato del Lavoro. Sicurezza alimentare e sanitaria In particolare, l’attività di controllo e contrasto alle attività illecite nell’ambito della sicurezza alimentare e sanitaria, avviata dal Nas di Ragusa in provincia di Siracusa, ha consentito di riscontrare numerose carenze e violazioni di carattere amministrativo e penale.  In totale, nei predetti ambiti, sono state effettuate 48 verifiche e rilevate 32 non conformità che hanno portato alla contestazione di 9 illeciti di natura penale, con 5 persone segnalate all’A.G. e 56 sanzioni amministrative, con 25 soggetti segnalati all’Autorità Amministrativa e Sanitaria e 48.628,00 euro di sanzioni. Nel corso dell’attività, è stata disposta la chiusura di 7 strutture (4 sanitarie e 3 di ristorazione) per un valore commerciale complessivo di oltre 10 milioni di euro. Controlli HACCP In tale ottica, assume rilevanza l’ispezione eseguita a Siracusa, unitamente a personale del Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione (SIAN) dell’Azienda Sanitaria Provinciale, presso un ristorante etnico, dove sono state accertate gravi carenze igienico sanitarie sia nella cucina che nei depositi e magazzini. Il responsabile del SIAN dell’ASP di Siracusa, sulla scorta di quanto emerso, ha disposto la chiusura immediata del locale fino alla risoluzione delle carenze riscontrate. Analoghe criticità sono state accertate presso una pizzeria di Siracusa, che, oltre alle difformità igieniche delle strutture adibite alla preparazione e manipolazione di alimenti e alle disattese procedure di autocontrollo Haccp, operava senza le necessarie autorizzazioni comunali.  Sempre nell’ambito dei controlli sulla sicurezza alimentare, il NAS Carabinieri e l’ASP di Siracusa hanno disposto la “chiusura sul posto” di un ristorante storico sito nel comune di Noto, per carenze igieniche, depositi alimentari non autorizzati e procedure di autocontrollo disattese. Anche in tale caso la chiusura è stata disposta fino alla risoluzione delle carenze riscontrate. Le verifiche nel settore della ristorazione sono state estese ai territori di Ortigia, Noto, Avola e Marzamemi, particolarmente interessati dall’arrivo di turisti. Controlli nel settore sanitario e socio-assistenziale Oggetto di controllo è stato anche il settore sanitario e socio-assistenziale, nel cui ambito le verifiche condotte dal NAS unitamente alle Stazioni Carabinieri competenti per territorio, hanno portato alla luce significative criticità.  Nella città di Siracusa una struttura ricettiva per anziani era stata attivata in assenza dell’iscrizione all’albo comunale, con standard organizzativi e funzionali insufficienti, senza l’applicazione delle procedure Haccp nella preparazione dei pasti per gli ospiti. Dall’intervento dei Carabinieri è conseguito il provvedimento di sospensione dell’attività emesso dal Comune di Siracusa.  Analogo provvedimento è stato adottato nei confronti di altra struttura ricettiva della terza età, dove è stato accertato anche l’arbitrario incremento della capacità ricettiva con conseguente nocumento al sereno soggiorno degli ospiti.    Una Casa di Riposo è stata chiusa ad Avola ed un dipendente è stato denunciato all’A.G. per esercizio abusivo di professione medica poiché sorpreso mentre somministrava, sprovvisto dei titoli necessari, specialità medicinali agli anziani ospiti. Mancanza dei requisiti minimi igienici e strutturali Il Comandante del NAS di Ragusa in merito ai controlli si è così espresso: “Nel settore della ristorazione il dato allarmante è il frequente avvio di attività ristorative sprovviste di atti autorizzativi e la mancanza di requisiti minimi in termini igienici e strutturali. Proficue si sono rivelate anche le verifiche cui si è dato corso nel settore dell’accoglienza dei soggetti più fragili, poiché si è avuto modo di accertare che le maggiori criticità, risultano le attivazioni in assenza di iscrizione all’albo comunale e pertanto senza la sottoposizione, da parte delle competenti Autorità, alle verifiche sugli standard strutturali, funzionali e organizzativi previsti dalle norme regionali. Numerose anche le carenze sotto il profilo delle figure professionali specializzate come infermieri, assistenti sociali o animatori”.  Lavoro nero          Il Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro, d’intesa con il Dirigente dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Siracusa, ha eseguito 38 accessi ispettivi in altrettante aziende operanti nel settore edilizia, con particolare attenzione agli appalti pubblici; nei settori della ristorazione, bar, lidi balneari, per il contrasto del lavoro nero, del caporalato e delle violazioni in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro.  Nel corso dei predetti controlli sono stati individuati 20 lavoratori in nero, adottando nei confronti di 9 aziende il provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale per avere impiegato “in nero” più del 10% della forza lavoro o per gravi violazioni in materi di sicurezza. I particolari Per 19 datori di lavoro, inoltre, è scattata la denuncia all’Autorità Giudiziaria per aver, a vario titolo, installato un sistema di videosorveglianza senza la preventiva autorizzazione dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro, per non aver adottato nei lavori in quota idonee impalcature e ponteggi esponendo i lavoratori al pericolo di caduta dall’alto, per non aver sottoposto i lavoratori a visita medica per l’idoneità alla mansione, per mancata formazione dei lavoratori, per mancato utilizzo di cinture di sicurezza,  per mancata messa a terra del ponteggio e mancata installazione di servizi igienici dedicati. Un datore di lavoro è stato denunciato all’A.G. in quanto minacciava e usava violenza fisica nei confronti di un proprio dipendente, corrispondendogli una paga inferiore al minimo contrattuale di 400,00 euro a fronte di un orario di lavoro superiore alle 10 ore giornaliere E’ stato, inoltre, denunciato alla Procura della Repubblica di Siracusa un soggetto che, nonostante giudicato totalmente inabile al lavoro, era impiegato in nero presso un’azienda. Una coppia è stata deferita all’A.G. poiché, al fine di percepire reddito di cittadinanza, dichiarava falsamente di aver residenze diverse. Uno dei due, inoltre, richiedeva il beneficio nonostante fosse sottoposto a misura cautelare personale. Nuovi controlli Il Comandante del NIL di Siracusa, in merito, ha riferito: “I controlli dei Militari del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro, con il supporto dell’Arma Territoriale e di concerto con il Direttore dell’ITL di Siracusa, proseguiranno senza sosta al fine di prevenire il ricorso a manodopera occupata in violazione di legge, contrastare infortuni sul lavoro e per verificare l’applicazione della normativa giuslavoristica.” Complessivamente le sanzioni amministrative irrogate ammontano a 96.440,00 euro e le ammende contestate a oltre 63.383 euro.  Read the full article
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