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#Osvaldo Vicino
luizdominguesfan · 4 months
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O Boca do Céu foi a minha primeira banda de carreira e também dos meus colegas, então igualmente adolescentes nos anos setenta. A banda durou de 1976 a 1979 e não gravou nem ao mesmo uma demo-tape na ocasião, tendo ficado restrita a poucos shows e participações como concorrente em dois festivais estudantis.
Em 2020 os cinco componentes originais se reencontraram para uma confraternização festiva e surgiu a ideia de resgatarmos as nossas músicas compostas na década de setenta. Apenas o baterista original não está presente nesse processo atual, mas recrutamos um amigo nosso que é contemporâneo das mesmas lembranças que guardamos daquela década.
Carlinhos Machado é o baterista e também toca com o Los Interessantes Hombres Sin Nombres e comigo, n'Os Kurandeiros. Laert Sarrumor, vocalista e compositor do Língua de Trapo, foi o nosso vocalista desde 1976 e está conosco nessa fase do século XXI, ao lado do guitarrista Wilton Rentero e do fundador da banda, Osvaldo Vicino, e sim, com a minha presença (Luiz Domingues), na qualidade de cofundador.
Boca do Céu + Los Interessantes Hombres Sin Nombre abrem o show d'Os Kurandeiros no evento "Carna Rock" Apresentação: Rogério Utrila Sábado, 17 de fevereiro de 2024 - 20 Horas Instituto Cultural Bolívia Rock Rua Dr. Suzano Brandão, 537-543 Penha São Paulo - SP 200 metros da Estação Penha do Metrô Ingressos antecipados com desconto pelo site Sympla: https://www.sympla.com.br/carnarock-2024__2311373
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claudiotrezzani · 2 months
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"Small world", titola Olinda Coutinho.
Il Piccolo Mondo.
Il Piccolo Grande Mondo.
Perché le cose viste da vicino disvelano un Universo Parallelo.
Il Piccolo visto dai Piccoli (come appare il mondo ad un insetto) che diviene Grande perché consente inedite ed oniriche suggestioni.
La piuma di Olinda, magistrale esecuzione nella direzione di grafico tripudio.
Con alberi riflessi, fosseci sotto fiume.
E quel prosciugarsi di forme che s'eleva a Pura Astrazione.
Miguel Almeida E Silva, ora.
Il suo cavo è come la linea di Osvaldo Cavandoli.
E sopra, non sono più forcine.
E' divenuta Agostino che calcia il pallone, quella forcina lì.
E dietro, due persone in meditata conversazione.
Una potente propiziazione di fantasia, quella di Miguel.
Acume nel concepire, eleganza nel realizzare.
E nel catalizzare il sogno, il sogno nel Piccolo Mondo che è diventa Grande nella mente di chi guarda.
Grazie Olinda, grazie Miguel.
E' con voi che la Fotografia, ramificando strade, insuffla voli.
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Claudio Trezzani
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kritere · 1 year
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Coppia uccisa in casa a Verona, i vicini: “Erano brave persone, il figlio ha dei problemi”
DIRETTA TV 26 Aprile 2023 Il ricordo dei vicini di Giampaolo Turazza e Wilma Vezzaro, trovati morti nel loro appartamento in Borgo Roma. Il figlio Osvaldo, 54enne, è il principale indiziato per l’omicidio. “Ultimamente lo vedevo diverso, straniato” dice un vicino. 8 CONDIVISIONI Giampaolo Turazza e Wilma Vezzaro Osvaldo Turazza, 54 anni, figlio di Giampaolo Turazza, 75 anni, e Wilma Vezzaro,…
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mynameis-gloria · 2 years
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Ieri ho trascorso la mattinata a camminare, tra sentieri, strade sterrate, parchi, verde, vigne e bosco. Siamo partiti dal centro di Bolzano, passeggiato sul Talvera proseguendo per il percorso di Sant' Osvaldo, una volta in cima la vista ed il panorama erano da togliere il fiato. Completamente immersa nella natura, tra alberi e fiori, e con un tempo assolutamente perfetto. A pranzo dal signor Italo, le ultime parole scambiate, una fotografia ed un abbraccio sincero, poi assieme al pittore abbiamo sfruttato le ultime ore a disposizione per terminare il progetto. Nel Pomeriggio inoltrato come ho scritto ieri, il tempo è stato dedicato ai festeggiamenti, ai saluti e alle partenze, con brindisi, bottiglie stappate, incontri interessanti nella bottega del suo caro amico R, altro vino versato nei calici, e parole che non scorderò. Sono tornata a casa felice, molto felice e stamattina dopo aver controllato che tutto fosse in valigia, ho dato un ultimo sguardo a quella casa così calda e bizzarra che mi ha ospitato per questi giorni, le finestrelle in legno, le montagne sempre lì, imponenti e velate dalle nuvole, la tranquillità e la serenità respirata; una lettera scritta lasciata sul tavolo della cucina, vicino al cesto di mandorle. Chiudo la porta e giro la chiave, si torna a casa, oggi il cielo è sui toni del grigio ma io sono felice come quando fuori è intensamente blu
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sciatu · 3 years
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PASTICCERIE SICILIANE
LA VITA È UNA PASTICCERIA “Venga, venga di qua che facciamo prima – fece l’infermiera entrando nell’affollata sala d’attesa del pronto soccorso – di qui andiamo subito dal dottore che le darà dei punti alla mano “ Una donna con la faccia sofferente la seguì tenendosi un braccio insanguinato. Una bambina la seguiva attaccata alla sua gonna. L’infermiera si fermò “La bambina però non può entrare – si guardò intorno e vide un vecchio seduto in un angolo – Osvaldo, Osvaldo puoi per favore dare un’occhiata a questa bambina? – Si girò verso la bambina sorridendo – Tu Siediti vicino a quel signore e non muoverti la mamma viene subito dopo che parla con il dottore” La bambina si sedette accanto al vecchio e l’infermiera trascinò la donna ormai pallida in volto oltre la porta che dava sugli ambulatori. Il vecchio e la bambina si guardarono e il vecchio con fare serio le disse “Ciao io mi chiamo Osvaldo” “Io mi chiamo Serena” disse con la faccia triste la bambina. “Io ho centoquaranta anni, tu quanti ne hai?” La bambina lo guardò stupita “Io ho otto anni – lo osservò ancora e chiese – Davvero hai centoquaranta anni?” “ Certo, io ho settanta anni e settanta anni ha mia moglie. Noi sai ci vogliamo bene e siamo una cosa sola per questo ho anche la sua età” “Ahhh…” fece la bambina sollevata. Il vecchio la guardò “ E tu che lavoro fai? Vai a scuola? Sei un cacciatore di leoni? Sei un grande cuoco?” “Vado a scuola” “Ah, è una cosa noiosa, ma bisogna farlo. La scuola è come quando devi prendere le medicine: ha un gusto brutto ma ti fa crescere. Se non vai a scuola resti sempre ammalata di bambinismo: fai la pipì a letto, devi fare quello che ti dicono gli altri, ti tocca fare i compiti tutta la vita e piangi sempre” La bambina lo guardò preoccupata. Il vecchio continuò “ Io ho un buon lavoro. Me lo hanno dato da poco. E un lavoro di grande responsabilità. Sono – fece il vecchio abbassandosi e parlando a bassa voce -  l’Ispettore degli Angeli” “ Degli Angeli, ? ma cosa vuol dire?” “Gli Angeli, quelli con le ali e la veste bianca lunga, quelli dei presepi, come si chiamano? I cherubini, i serafini, gli  anciulini….” “ ma gli anciulini non esistono” “ ma io non sono pratico di queste cose .. . per questo hanno preso a me. Vedi, quando il Padre Eterno chiedeva agli angeli: e questo qui, come si è comportato? Gli angeli gli rispondevano “Bene” perché sono creature buone e gli dispiace mandare all’inferno qualcuno. Invece ora ci sono io ed io gli dico ” lui si e lui no” “e a chi lo dici” “te lo detto, al padre eterno” “e come fai?” “lui mi telefona mi chiede: Osvaldo, questo qui che ne facciamo? Ed io gli rispondo Inferno o Paradiso” La bambina lo guardò non molto convinta e sospettosa chiese “ e come mai ha scelto te?” “perché ho amato tanto e so chi fa le cose con amore e chi no” “e chi hai amato? “mia moglie Maria per cinquanta anni, siamo vissuti sempre insieme d’amore e d’accordo” “non litigavate mai?” “no litigavamo, ma l’amore non è non litigare mai ma nel fare sempre pace dopo ogni discussione, saper trovare una soluzione che vada bene a tutti e due e rincominciare insieme.” “ i miei genitori litigano sempre invece” “perché si stanno cercando, perché non trovano la strada che porta uno nel cuore dell’altro e si arrabbiano. Allora tu devi prenderli ed abbracciarli e dire loro che non si fa così, che la vostra vita insieme è più importante dell’aver ragione ad ogni costo, del mettere sé stessi davanti a tutto” “ Ah” Fece la bambina guardando davanti a sé e pensando “per questo sono qui – continuò il vecchio – molti vengono e portano qui un marito un papà una nonna, una  … moglie …  e li lasciano perché li devo mettere sotto la maschera dell’ossigeno e spesso non li vedono più. Io li guardo e prendo nota per quando il Padre Eterno mi chiama e mi chiede di questo e di quello. Li osservo sempre e a tanti di loro quando sono qui viene sempre da pensare quante cose avrebbero dovuto ancora fare insieme a chi hanno affidato agli infermieri, quante parole che avrebbero potuto dire e abbracci che ancora si potevano scambiare.  Il vecchio abbassò gli occhi e si guardò le mani vuote - E invece pensi che non c’è stato tempo e che la tua vita si dimezza perché una tua parte è scomparsa insieme al tuo tempo, che non era solo il tuo, ma anche di lei, come i giorni, gli attimi vissuti insieme, e che ora non ci sono più. E allora è come sedersi ad aspettare chi se ne è andato e che non vedrai mai più ed aspetti, perché è l’unica cosa che puoi fare, ora che i tuoi giorni se li è portarti via lei e che non c’è più tempo e modo perché tu possa averne altri” La bambina lo guardò “Ma perché piangi?” “ Non sto piangendo! È che noi vecchi perdiamo sempre acqua, dal naso, dagli occhi, facciamo sempre pipì…! Per questo diventiamo piccoli e con le rughe, perché piano piano ci svuotiamo….” La bambina l’osservo che si asciugava il naso. Quando lui mise via il fazzoletto gli disse “ per me quando succedono queste cose uno invece di starsene seduto ad aspettare deve andare in pasticceria o nei mercati al bancone dei dolciumi e prendersi tanti, tantissimi dolci e mangiarseli tutti. I piparelli, le paste di mandorla, la pignolata… Dovrebbe riempirsi un sacco di dolci tutti colorati perché i colori sono come le medicine. E poi deve mangiarseli tutti per strada, perché la vita è questa, nessun dolce dura per sempre ma ne puoi mangiare tanti per sempre e poi ti metti a pensare: quello era buono, quell’altro è molto buono, quello sarà ancora meglio. Non ci si deve sedere a pensare e piangere perché dice mamma che fa male.  Si finisce che vince lui, il dolore. Invece non devi farlo vincere. Se no ti ammali di bambinismo e sai solo piangere perché la mamma non c’è. Ma la vita è come la mamma, non ti lascia mai da sola” L’infermiera uscì dalla zona degli ambulatori e avvicinandosi alla bambina le disse “La mamma ha finito. Sta parlando con il papà che sta venendo a prendervi. Tutto bene?” La bambina fece segno di si con la testa. L’ infermiera guardò Osvaldo e con una voce preoccupata e velata di malinconia gli chiese “e tu Osvaldo …. Tutto bene ….?” Lui la guardò scuotendo anche lui la testa con le mani congiunte chiuse tra le sue ginocchia come fanno i bambini rispose “si, tutto bene, …. tutto bene … stiamo parlando della vita….”
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paoloxl · 5 years
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Moira Millán è una pluripremiata sceneggiatrice, autrice e attivista argentina di fama internazionale. È una delle leader del movimento mapuche, che si batte per recuperare le terre ancestrali del suo popolo, è inoltre fondatrice e ideologa del Movimento delle donne indigene per “Buen Vivir”, che sostiene uno stile di vita in armonia con la natura. Nel suo ruolo di weychafe (guardiano tradizionale, difensore), ha sostenuto le vittime di un’incursione della polizia nella comunità mapuche di Vuelta del Río, in una protesta pacifica presso il palazzo di giustizia nella vicina Esquel. Il 26 giugno 2018, è stata accusata di “doppia coercizione aggravata” per la protesta di Esquel. Il processo si è tenuto il 21 febbraio(QUINDI COSA HANNO DELIBERATO?? non ho trovato info). Se la giudicheranno colpevole potrebbe prendere dai due ai quattro anni di prigione.
Per oltre 400 anni, il mio popolo, insieme agli altri popoli indigeni dell’Argentina, ha affrontato e combattuto un’importante lotta per l’autodeterminazione. Ancora oggi, persiste nella memoria dei nostri ül, canzoni, nüxam e racconti, il coraggio dei nostri antenati che hanno sconfitto il più grande impero dell’epoca. Dopo la sconfitta, la corona spagnola firmò un trattato con i mapuche nel primo parlamento di Quillín, riconoscendo la sovranità della nostra nazione (Mapuche).
Il nostro Wallmapu, territorio Mapuche, si estende dall’Oceano Pacifico all’Oceano Atlantico, in quella che ora è la Repubblica del Cile, il cui nome in Mapudugun (ossia in lingua Mapuche) sarebbe: Ngulumapu (Terre d’Oriente). Mentre l’attuale Argentina è denominata Puelmapu (Terre d’Occidente). Il nostro territorio comprende quasi la metà di quella che ora è l’Argentina: dal sud della provincia di Mendoza a ovest, al centro sud della provincia di Buenos Aires a est, fino alla provincia di Santa Cruz a sud. Si stima che che la presenza del popolo mapuche in queste terre risalga a circa 12 mila anni fa, in base a scoperte archeologiche e studi linguistici.
È stato il primo grande tentativo di sterminio – quello che abbiamo subito sulla nostre pelle; i mapuche subirono un’enorme perdita di terreni, oltre ad un elevatissimo numero di vittime a fronte di un processo di colonizzazione che era appena iniziato.
Dopo la nostra sconfitta, lo stato argentino ha imprigionato migliaia di famiglie Mapuche e li ha messi all’asta nella piazza pubblica, dividendo per sempre le famiglie. Nel suo libro “La Historia de la Crueldad Argentina”, lo storico argentino Osvaldo Bayer racconta come lo Stato abbia messo all’asta migliaia di famiglie Mapuche che furono imprigionate durante l’occupazione di Puelmapu. Venne pubblicato anche un annuncio ufficiale sul quotidiano El Nacional, che affermava: «Oggi si consegneranno alle famiglie benestanti che lo richiedono degli indios, un uomo indios come bracciante, una giovane come domestica e un ragazzino come fattorino».
Il termine “china” probabilmente è riferito alla Cina, nel senso che, credo, venivano chiamati cinesi come insulto. quindi come lo mettiamo? o omettiamo?
L’Argentina ha anche istituito dei collegi come parte di un piano di assimilazione che è stato inserito nella Costituzione del 1853. Come gli istituti stanziati in Canada e negli Stati Uniti, i convitti in Argentina sono stati progettati come un’arma di eliminazione culturale e disintegrazione della famiglia. Ai bambini mapuche era proibito parlare la loro lingua, il mapudungun; furono costretti ad assumere una nuova identità imposta, quella argentina; e sono stati sottoposti a numerosi abusi e violazioni. A seguito di ciò, a partire dal 1960, le comunità mapuche hanno cominciato a richiedere la costruzione di scuole nei loro territori, per non mandare i loro figli nei collegi.
Questa situazione è durata fino al 1994 quando l’Argentina ha sostituito la sua politica di assimilazione indigena con una legge che riconosceva “la preesistenza etnica e culturale delle popolazioni indigene”, così come “la proprietà della comunità e la proprietà delle terre che tradizionalmente occupano”.
La riforma costituzionale è stato un passo nella giusta direzione, tuttavia, lo stato argentino ha una lunga strada da percorrere prima di potersi separare dalla sua crudele eredità.
«La mia gente sta lottando per trainare l’Argentina verso la giusta direzione», ricorda Moira
In un momento in cui sta emergendo in Argentina un grande movimento di lotta delle donne, spero di riuscire ad avvicinarle a questa complessa situazione politica che vede come protagoniste le donne madri, vittime di molteplici e oppressive situazioni.
Milioni di compagne femministe rivendicano i loro diritti come donne nella lotta parallela a quella di una nazione per la sua autodeterminazione. Ma devo chiedere qual è il ruolo delle donne mapuche in questo processo? C’è sorellanza verso le donne mapuche? Il nostro diritto alla maternità secondo la nostra visione del mondo è schiacciato nel nostro territorio.
L’oppressione multipla a cui sono sottoposte le donne indigene, inizia a essere vociferata, raccontata e ascoltata da piccole ridotte risacche che lottano contro la società egemonica; tuttavia, il mondo sa ancora poco o niente di noi.
Ecco perché, in tempi di così tanta persecuzione e morte, è necessario raccontare, spiegare e districare i vari dubbi. Vi invito ad entrare nelle umili rukas, nelle case, e ascoltare donne che tessono la ribellione in questi luoghi nel sud del mondo.
Tre generazioni, la stessa attesa
In questo contesto, ho incontrato Segunda Huenchuano, una pillankushe, o autorità spirituale della Lof Mapuche Vuelta del Río, che confina con il ranch Benetton, nel dipartimento di Cushamen, provincia di Chubut. Il Lof, o comunità, è attraversato dal fiume Chubut, in un paesaggio semi-arido.
*** Foto Segundo Huenchuano, un pillankushe, o autorità spirituale della Lof Mapuche Vuelta del Río, con sua nipote, Antu.
Segunda Huenchuano, di circa 70 anni, mi riceve tenendo per mano sua nipote, con un ampio sorriso che mi invita ad andare nella sua casa di fango e pietra, spaziosa e minimalista, quasi senza mobili. Prepara alcuni mate per noi, mentre alimenta il fuoco in cucina con legna secca, e estrae quanto segue dal baule dei suoi ricordi. «Negli anni ’60, a Vuelta del Río e in altre comunità mapuche decisero di non voler più mandare i propri figli nei collegi finanziati dal governo». E continua «ricordo che la scuola è stata chiesta nel ’62 o ’63, in quegli anni c’erano circa 30 ragazzi, una decisione presa dai nonni di quei giovani, si sono messi insieme, hanno discusso, di come poter costruire un luogo dove farli studiare.
*** Foto Segunda Huenchuano, a sinistra, con sua figlia, Inés Huilinao, e la nipote, Antu.
Segunda fa una pausa e beve dalla cannuccia il suo mate, continua: «Andarono a fare i mattoni, mescolarono erba e fango e tagliarono più di tre mila mattoni. Con questi mattoni costruirono la casa vicino alla sponda del Rio. Dato che in quel periodo tutti avevano animali, vendettero gli animali, li barattarono con lastre di metallo e pali, portarono la legna per il tetto. Una volta terminato l’edificio, hanno richiesto un insegnante al governo, che però non è mai arrivato».
L’attesa è durata talmente tanto fino a che i muri sono crollati. Sono poi tornati a internare i loro figli.
Le giovani coppie che non volevano mandare i loro figli nei collegi furono costrette a trasferirsi nelle città più vicine per assicurargli almeno l’istruzione di base. Alla fine, le madri decisero di convocare l’assemblea del Lof e proposero di provare ancora una volta a costruire una scuola nel Lof.
L’iniziativa è stata accolta, hanno raccolto fondi per i materiali e nel 2016 hanno costruito un bellissimo edificio scolastico, ottenendo il supporto dei professionisti educativi Mapuche, che hanno redatto una proposta di educazione culturale bilingue.
** foto Segunda Huenchuano e sua figlia e nipote, di fronte alla scuola costruita dai membri della Lof Vuelta del Río.
Hanno presentato il progetto allo stato provinciale. Per essere ascoltati, hanno dovuto occupare le strutture del ministero dell’educazione della provincia. Nonostante tutta questa battaglia, non hanno ottenuto risposta; al contrario, lo stato argentino finanziò la costruzione e avviò una scuola elementare, dentro la estancia di Benetton, non solo, il governo si accollò tutte le spese, avvantaggiando la grossa multinazionale, che non ebbe alcun costo, in cambio dell’assistenza e dell’istruzione gratuita ai figli dei braccianti. Questo pretesto si utilizzò come strumento di propaganda a favore di Benetton.
«Provarono ad indottrinare i nostri figli, coltivando un sentimento di gratitudine e amore verso il padrone», ha detto Segunda.
Ines Huilinao, la figlia più giovane di Segunda, si unisce alla conversazione. Ha dovuto sopportare il doloroso sradicamento dalle sue origini per andare a scuola in un collegio. Ora è la madre di una bambina di cinque anni e mi dice che per mandare la sua bambina a scuola, ha dovuto lasciare la sua casa e trasferirsi in una stanza del pronto soccorso, che si trova sulla strada d’ingresso alla comunità, ed è l’unico posto a cui può accedere al Trafic, un piccolo scuolabus che viene a prendere tutti i bambini che vanno a scuola.
Quando ho chiesto a Inés Huilinao, perché il governo non abilita la scuola costruita dalla comunità, ha risposto, «secondo me i Benetton vogliono allontanarci dal nostro territorio con ogni mezzo perché lo ritengono loro dal momento che ci hanno recintati».
Per Inés Huilinao, non solo è un disagio trasferirsi dal lunedì al venerdì nella stanza del pronto soccorso per mandare la figlia a scuola, ma aggiunge che per un’ora sua figlia e altri bambini sono esposti al pericolo, e che la gendarmeria e la polizia provinciale hanno militarizzato il posto, commettendo in totale impunità abusi e violenze contro i membri della comunità.
Il rischio che la violenza istituzionale venga dispiegata contro i bambini è latente. Molti genitori hanno preferito non educare i propri figli, poiché non sono disposti a lasciare la comunità, né a esporli a rischi o disordini non necessari.
Ines racconta cosa è successo il 17 settembre 2017, quando il giudice Guido Otranto ha ordinato la perquisizione di diverse case nella comunità, un apparente tentativo di localizzare il giovane artigiano Santiago Maldonado, che era scomparso, dopo essere stato inseguito dalla gendarmeria durante una protesta mapuche, nelle vicinanze del territorio del Lof Resistencia di Cushamen.
«Ricordo che era mattino presto, in primavera», ha detto Inés. «Eravamo tutti a letto, non era ancora chiaro. Abbiamo iniziato a vedere aerei, elicotteri, luci e rumori che volavano su tutto. Eravamo tutti e tre a letto. Ho detto alla mia bambina di non alzarsi, che non è successo niente, ma si è accorta che c’era qualcosa di strano, c’erano luci ovunque che illuminavano le nostre case».
Gli elicotteri atterrarono e scesero dozzine di gendarmi, i quali, dando calci alle porte precarie delle case, trascinarono fuori i loro occupanti, senza permettere loro di vestirsi o di scaldarsi, tenendo presente che le temperature qui sono sotto lo zero.
In quei giorni di violenze dispiegate contro la comunità, una famiglia che abitava vicino a Ines fu vittima del rogo della loro casa. Ci sono testimoni che affermano che la gendarmeria la bruciò. La vicina è Veronica Fermin; suo marito, Marcelo Callfupan, è il werkén o portavoce della comunità. Hanno tre figli di 8, 10 e 12 anni, che non erano all’interno della casa perché tutta la famiglia stava tornando dalla città di Esquel, da una protesta. Avrebbero potuto morire arsi vivi, dato che la casa era stata bruciata nel tardo pomeriggio. Dopo questo episodio, la famiglia si è trasferita nella città di El Maitén.
Stati feudali post moderni
A prima vista, Benetton può sembrare un benefattore involontario della generosità dell’Argentina. Tuttavia, la compagnia di moda globale ha un ruolo chiaro da recitare nel futuro della regione ricca di risorse della Patagonia, vale a dire del territorio mapuche. Benetton è il più grande proprietario terriero in Argentina e ha trascorso decenni a contrastare i diritti mapuche nelle loro terre.
Negli ultimi decenni, la Patagonia è stata anche popolata da altri vicini miliardari, tra cui Joe Lewis, con oltre 11.000 ettari; l’emiro del Qatar, lo sceicco Tamim Bin Hamad Al Thani, con 28.000 ettari; e Ted Turner con 36.942 ettari. Questo gruppo di élite ricche ha creato qui una sorta di stato feudale postmoderno, in cui il loro potere decide sulla sopravvivenza o meno dei mapuche.
Benetton, tuttavia, è in una classe a parte. La compagnia non incide solo sull’amministrazione della giustizia, come dimostra il caso di Santiago Maldonado. Anche come ci racconta Segunda Huenchunao e sua figlia Ines Huilinao, impone la politica educativa che vuole. Hanno influenzato l’Argentina in modo tale che di fronte ai loro possedimenti è stato costruito un commissariato, con una struttura sofisticata di comunicazione e sicurezza. Lo stato argentino mette le sue forze al servizio della sorveglianza privata della multinazionale. Il comune di El Maitén, una città circondata dai fili spinati di Benetton, protegge anche gli interessi dell’azienda.
Il potere della compagnia è sentito in tutte le proprietà. Nonostante ciò, il Lof mapuche di Vuelta del Rio resiste, specialmente le donne, che non si lasciano sottomettere. A 35 km da lì, c’è il Lof mapuche di Cañio. Sebbene la Comunità di Cañio non sia una vicina di Benetton, ha subito persecuzioni e discriminazioni da parte dei settori del potere che sostengono la multinazionale della moda. Dal momento che questa comunità è sempre stata solidale con i membri delle comunità colpite dalle politiche persecutoria dello stato argentino, che appoggiano le “proprietà di Benetton”.
Mentre mi avvicino al Lof Cañio, la steppa si affievolisce, l’ocra gialla dell’erba scompare e mi ritrovo avvolta in una rigogliosa vegetazione verde. Sono arrivata quasi all’imbrunire, mi avvicino alla casa della famiglia Cañio, dalla cima della collina ho visto come gli ultimi bagliori del giorno hanno tinto il cielo di arancio e colori rossastri. Lì mi hanno accolto con affetto e intorno al tavolo le donne della famiglia mi hanno raccontato la loro storia.
Questa famiglia subisce la persecuzione del governo municipale di El Maitén, che cerca di installare un centro sciistico sulle loro terre. Ciò significherebbe radere le montagne, danneggiare la foresta e gli spazi sacri spirituali della comunità.
Gli ecosistemi della catena delle Ande sono fragili dinanzi all’avvampato avamposto del capitalismo. Ma sono rimasti forti e fermi nella difesa del Mapu, la Terra.
Questo naturalmente non è gradito ai governanti o agli imprenditori. Come risultato degli eventi che hanno avuto luogo nelle terre in conflitto con la Compagnia Benetton, l’intendente e gli uomini d’affari approfittano del conflitto per accusare Javier Cañio, un giovane membro della comunità, come presunto aggressore e rapitore di un dipendente Benetton. Gladys Millane, sua madre, con gli occhi bagnati e lucidi di lacrime che arrivano e non riesce a trattenere, racconta quello che è successo il giorno in cui la polizia è arrivata a casa loro in cerca di Javier.
*** foto Famiglia Cañio: Gladys Millane, Monica e Marilyn Cañio con Virginio Cañio e Nahuel, il bambino di tre anni.
«Eravamo sole io e Marilyn, mia figlia e mio nipote. Arrivarono dicendo che dovevano portare Javier in ospedale per fargli un prelievo di sangue. Successe che un bracciante di Benetton, che aveva subito il rapimento, riuscì a tagliare uno dei rapitori con il suo coltello, e volevano vedere se mio figlio aveva un taglio sul suo corpo per incastrarlo. Avevo paura che lo prendessero e lo ferissero o scomparisse. Sono sempre angosciata, se uno dei miei figli è in ritardo, sono già preoccupata pensando che le sia successo qualcosa di brutto, non ho più pace, ho paura per i miei figli».
Marilyn, la figlia più piccola, interviene nella conversazione per aggiungere: «Mi chiedo se a quei tempi mio fratello si fosse fatto del male o si fosse tagliato, lavorando sul campo, lo avrebbero incolpato lo stesso di un crimine che non aveva commesso? Perché lavorando nei campi sei sempre a rischio di farti male, fortunatamente – quella volta – stava bene, e non aveva cicatrici o ferite».
Mónica Cañio, sua sorella maggiore, denuncia che ha portato il figlio di tre anni dal dottore all’ospedale di El Maitén e, dandole il suo cognome, si sono rifiutati di aiutarlo. È molto preoccupata per la salute di suo figlio. È molto importante per lei crescere nel suo territorio senza perdere la sua identità, ma lei teme per la sicurezza e la vita del bambino e del resto della famiglia, dal momento che gli assassinii del governo contro il popolo Mapuche sono rimasti impuniti.
Infanzia svalutata
Il 23 novembre 2017, di fronte al Lago Mascardi, il Lof Lafken Winkul Mapu ha subito una sanguinosa repressione da parte di membri della polizia federale che hanno arrestato diverse donne Mapuche con i loro bambini.
Questa comunità mapuche, composta da circa quattro famiglie, si stabilì in una proprietà territoriale che è sotto il controllo dello stato argentino, attraverso i parchi nazionali. I funzionari denunciano i membri della comunità come usurpatori, dando così inizio a un caso giudiziario ancora in corso e che ha tentato due volte di sfrattarli con la forza per ordine del tribunale. Gli eccessi e gli abusi associati al caso hanno raggiunto un livello di insolita violenza, che ha portato all’omicidio di Rafael Nahuel, un giovane mapuche di 22 anni, tra i diversi crimini.
Mariel Bleger, antropologa e insegnante di scuola elementare, arrivata quel giorno per esprimere solidarietà, mi testimonia, anche lei con gli occhi inumiditi dalle lacrime, cosa è successo. Mariel è la madre di un bambino di cinque anni ed era incinta del suo secondo figlio. Ha accompagnato le giovani madri mapuche che hanno preso parte alla decisione di riprendersi le loro terre, recuperando questo appezzamento di terra sotto il controllo dei parchi nazionali argentini.
Mariel andò nell’area della comunità e lì, dopo circa cinque posti di blocco lungo il percorso, trovò uno spiegamento di polizia molto grande. C’erano almeno otto furgoni e più di sei auto della polizia all’ingresso del territorio, dove all’epoca c’erano circa cinque donne e due uomini con alcuni ragazzi e ragazze.
«Ho riconosciuto rapidamente sulla strada giocattoli e vestiti dei ragazzi e delle ragazze con cui ho lavorato a scuola per diversi anni», ha detto Mariel. «C’erano due scatole di frutta e verdura calpestate e buttate sulla strada».
«Ho chiesto immediatamente dei bambini. Nessuno degli ufficiali che erano lì voleva darmi informazioni su dove si trovassero loro o le loro madri. Uno dei furgoncini più lontani accese le sirene e percorse la distanza che la separava dal cordone della polizia. Ho visto che c’era uno dei bambini che conoscevo e stavo cercando».
Mariel mi dice che, senza rendersi conto del pericolo, indignata e angosciata dal destino dei bambini, salì in macchina e seguì il furgone della polizia, tenendosi in contatto con varie organizzazioni per i diritti umani e sindacati. I bambini sono stati arrestati e portati alla polizia federale, situata nelle strade di Tiscornia e Morales nella città di San Carlos de Bariloche.
Mariel continua la sua storia, ricordando a uno a uno i dettagli di quella dolorosa giornata: «Ho chiesto di entrare per vedere come stavano i bambini, mi sono presentata come la loro insegnante. Mi è stato permesso, ho trovato cinque donne arrestate e cinque minori. I bambini erano ancora sotto shock a causa della terribile situazione che stavano vivendo. Alcuni di loro erano in età di allattamento, altri vagavano per quella stanza e molte delle donne erano ferite dalle percosse della polizia. Ho chiesto loro se avessero dato loro acqua o cibo. Niente di tutto ciò era successo. Era da più di sei ore che non avevano notizie o avessero ricevuto alcuna informazione, incapaci di comunicare con un avvocato, senza neppure avere il permesso che i bambini andassero in bagno o mangiassero qualcosa».
Mariel ha chiesto il permesso di uscire e comprare cibo e acqua. Ci sono volute più di due ore per consegnargli le cose che aveva recuperato per loro.
Solo verso tarda sera, alle 11 circa, sera partirono i bambini e le loro madri. In nessun momento i bambini hanno ricevuto un’attenzione particolare perché erano minorenni, infatti, erano costantemente molestati e limitati nella mobilità all’interno del recinto.
Nonostante le numerose lamentele che, da parte delle organizzazioni per i diritti umani, delle scuole e dell’unione degli insegnanti della città di San Carlos de Bariloche, sono sorte per chiedere spiegazioni su un tremendo atto di illegalità e violazione dei diritti dei bambini e degli adolescenti non hanno avuto risposta.
«Due giorni dopo questo evento, le forze di sicurezza sono tornate nel territorio selvaggiamente bonificato, commettendo l’omicidio del giovane Rafael Nahuel, che come molti di noi stava aspettando il rilascio di donne e bambini detenuti illegalmente».
L’elenco di tragedie e abusi sembra continuare senza fine. Poco dopo la sanguinosa repressione dispiegata su Mapuche Wof Maf Lafken, le autorità hanno arrestato e rinchiuso i bambini, Awkan Colhuan di un anno, Kalfu Ray Colhwan Rosas, due anni, Calfulikan Colwan Jaramillo, 3 anni, e Daiana Antimilla 10 anni. Tutti i bambini sono stati rinchiusi in una cella per almeno sei ore.
Giovedì 23 novembre 2017, l’Associazione degli avvocati della Repubblica argentina ha presentato un esposto al procuratore della provincia di Rìo Nero per chiedere dei chiarimenti sulla vicenda che, come in altre situazioni, ha cercato di spezzare la volontà di un popolo alla ricerca della sua libertà, ma che solo ha mostrato la ferocia e il razzismo senz’anima del potere.
Sfortunatamente, le massicce mobilitazioni scatenate per sostenere il giovane argentino Santiago Maldonado non sono state ripetute per il giovane Rafael Nahuel, né per nessuna delle donne e dei giovani mapuche costretti a subire così tanti abusi da parte del governo e dei loro compari.
Ma non tutto è perduto. Nel sud del mondo, noi donne mapuche, stiamo scoprendo noi stessi come esseri radicati nel nostro Ñuke Mapu (Madre Terra), e nutriti dal suo potere. Il processo di decolonizzazione ci vede rimuovere le recinzioni non solo del territorio usurpato, ma anche delle nostre menti, delle nostre coscienze, in particolare della coscienza della maternità mapuche. Abbiamo soppesato l’efficacia della medicina ancestrale, prefigurando un’educazione all’identità e una dieta naturale e sovrana.
È solo una questione di tempo prima che lo stato riconosca che aumentando i diritti, si amplificano i mondi.
Fino a quel giorno, resisteremo.
Testo e foto di Moira Millán
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ma-come-mai · 3 years
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Giù per terra (e corri, servo, corri)!
Nella notte tra il 19 e il 20 agosto, a Torino, qualche anonimo ha divelto il monumento ai “caduti di Nassiriya”, realizzato da Osvaldo Moi, «scultore e maresciallo capo dell’Esercito Italiano», ed eretto nel 2006 nei pressi di piazza d’Armi. Chissà, forse qualcuno, mentre si proiettano in mondovisione le immagini di Kabul, in un teatrino di lacrime e cordoglio allestito apposta affinché non si capisca più chi è responsabile di cosa (mentre tutti i partiti hanno votato e rivotato la missione militare in Afghanistan), ha voluto ricordare altro: che alla guerra in Afghanistan è seguìta quella in Iraq e tante altre, tutt’ora in corso; che i carabinieri erano a Nassiriya per proteggere i pozzi dell’ENI; che quello dei militari “italiani brava gente” è un mito falso e odioso.
Dopo la critica pratica al bronzo militare, tirato giù di peso, la condanna è arrivata puntuale e scontata, da destra a sinistra, in “memoria delle vittime”. Quali?
Sabato 28 agosto, a Milano, a finire per terra è stato invece un gazebo del Movimento 5Stelle, divelto con rabbia da un gruppo di persone provenienti dalla manifestazione contro il lasciapassare sanitario che era in corso lì vicino. È forse la prima volta che il partito fondato da Grillo viene individuato e trattato come nemico da parte di quella fascia sociale che lo aveva votato. Mentre dei movimenti di difesa ambientale, con storia ed esperienza ben radicate, non hanno mai fatto pubblicamente i conti con l’appoggio altrettanto pubblico ai 5Stelle, per certi «scappati di casa» – come sono stati definiti – che animano le piazze contro il “green pass”, al collaborazionismo dei 5Stelle va abbattuta, letteralmente, ogni base di appoggio.
Anche per l’episodio milanese, unanime, da sinistra a destra, dai sostenitori di Draghi ai suoi finti oppositori, la “condanna della violenza”. Quale?
Dopo aver detto tutto e il contrario di tutto (sulla pericolosità del virus, sulla fine dell’epidemia, sulle chiusure e sulle aperture), l’infettivologo Matteo Bassetti ha capito che c’è un modo più sicuro per stare al centro della scena: sposare la linea del governo, ma spararle sempre più grosse. Eccolo allora suggerire che i non vaccinati dovrebbero essere costretti a stare a casa, pretendere che chi critica la vaccinazione di massa sia perseguìto per legge, e altri appelli tipicamente “non-violenti”. La sera del 29 agosto, a Genova, qualcuno – di cui ignoriamo le idee – ha voluto rincorrere il medico genovese per cantargliene quattro. Grande scandalo politico e mediatico sul “clima di fanatismo e di intolleranza”. Del virologo televisivo? No, di chi lo ha fatto correre un po’. Avendo già affermato qualche settimana fa che «chi attacca i vaccini, attacca lo Stato», Bassetti ha spiegato ai cronisti: «Lo dico da quattro mesi che non si può interpretare il movimento No vax come un movimento di singoli. È un movimento sovversivo». Niente di meno.
Copione già visto, si dirà. Ma anche un’anteprima della grande caccia alle streghe che si sta preparando.
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mirapossibile · 6 years
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Liberi e Uguali a Padova, il 16/12 - PROGRAMMA della Conferenza Programmatica Nazionale
LA RICONVERSIONE ECOLOGICA DELLE CITTA’ E DEL TERRITORIO TAVOLO DI CONFRONTO PROGRAMMATICO  SUI TEMI DELLA CASA, DEL CONSUMO DI SUOLO, DELL'AMBIENTE, DELLE POVERTA' E DELLE DISEGUAGLIANZE PRODOTTE  DALLA RENDITA , DALLA SPECULAZIONE EDILIZIA, DALLA CATTIVA GESTIONE DELLE CITTA' E DEL TERRITORIO  sabato 16 dicembre 2017 ore 9, Padova Sala Diego Valeri via Valeri vicino alla Stazione PROGRAMMA: Apertura dei lavori
·         Mattia Orlando Sinistra Italiana, Piero Ruzzante MDP, Carlo Alberto Lentola Possibile
Presentazione e significato dell’iniziativa
·         Paolo Cento Responsabile Nazionale Enti Locali SI
 ·         saluto di Sergio Giordani Sindaco di Padova
prima sessione "le politiche pubbliche per il buon governo delle città"
·         Luisa Calimani Responsabile Dipartimento Urbanistica SI. coordina e illustra la Proposta Programmatica 
·         Arturo Lorenzoni Vicesindaco di Padova e Assessore all’Urbanistica
·         Mino Borraccino Consigliere Regione Puglia
·         Paolo Perenzin Sindaco di Feltre, la montagna: una questione nazionale 
·         Michele Munafò ISPRA Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale
·         Giovanna Osti Presidente dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Padova
·         Rosalba Gadaleta avvocato Sentenze del Consiglio di Stato sulla riformabilità delle previsioni edificatorie
·         Bernardinello Riccardo Sindaco di Castelbaldo 
·         Carlo Munegato Consigliere Comunale di Schio
·         Alessandra Buzzo Sindaco di Santo Stefano di Cadore
·         Oscar Mancini Assessore all’Ambiente Comune di Mogliano Veneto
·         Donatella Ramorino Assessore Sviluppo Sostenibile del Territorio Comune di Legnago
·         Miriam Polono Assessore all’Urbanistica Comune di Casier
·        Gianfranco Bettin Presidente Municipalità di Marghera: Porto Marghera - riconversione e sostenibilità 
dibattito  COFFEE BREAK
·        Paolo Maddalena ex Presidente della Corte Costituzionale seconda sessione “I conflitti urbani e ambientali per salvare la terra"
 ·         apre e coordina Francesco Miazzi Comitato “Lasciateci respirare” inquinamento e difesa del suolo
·         Don Albino Bizzotto dei Beati Costruttori di Pace
·         Danella Armando Comitato Mose - No Grandi Navi 
·         Osvaldo Piccolotto comitato No alla Pedemontana Veneta 
·         Moreno Ferrarari Associazione “terre nostre” Veneto
·         Valter Bonan, Acqua Bene Comune
·         Romeo Scarpa Italia Nostra comitato pfas -rapporto ambiente lavoro
·         Sergio Lironi Presidente Onorario Legambiente Consumo di Suolo e lotte urbane
·         Giuliano Carturan Salviamo il Paesaggio, il Parco agro-paesaggistico metropolitano
·         Loris Sguotti comitati per la difesa dei Beni Comuni 
·         Vanni Destro il Parco interregionale del Delta del Po - dopo la Legge di Bilancio
·         Fausto Pozzobon comitato Manifesto per il Piave. Un caso emblematico di sfruttamento 
·         Franco Zecchinato agricoltura biologica
·         Berto Zandigiacomi Parco della Storga Progetto Europeo dimenticato 
·         Anita Viviani CdA.AGEC per il diritto all’abitare 
dibattito Tavola Rotonda
·         coordina Paola Natalicchio Responsabile Dipartimento Territorio e Ambiente SI
·         partecipa Nicola FRATOIANNI, Sinistra Italiana - Davide ZOGGIA, MDP - Paolo SINIGAGLIA, Possibile I lavori termineranno entro le ore 19.00
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viaggiaescopri · 4 years
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"VITE PARALLELE" Oltre la politica, la religione, la razza i pregiudizi ci sono uomini e donne che danno tutto loro stessi per il prossimo e per aiutare chi ha bisogno. Sembra una frase fatta e scontata, sembrano persone e azioni molto lontane da noi e dal nostro quotidiano, ma sono più vicine a tutti noi di quanto immaginiamo. Sono la mamma che incontriamo a scuola mentre accompagna i figli, sono il meccanico da cui portiamo l'auto a riparare, sono il nostro fruttivendolo, il nostro vicino la maestra di nostro figlio; sono i Volontari del soccorso che giornalmente mettono a disposizione il loro tempo per fare in modo che tutto un sistema funzioni e tutti siano al sicuro. Oltre alle elezioni a cui siamo abituati in politica o in altri abiti istituzionali, ci sono anche le elezioni che riguardano gruppi e associazioni di Volontari come loro. Non tutti lo sanno, ma a breve Biella attraverserà questo momento e tutti i Volontari della Croce Rossa locale dovranno riunirsi per decidere chi sarà a guidarli per i prossimi anni. Sono stato Volontario per molti anni anche io e so cosa significa. So che sarà una decisione importante e ora "che ne sono fuori" mi rendo conto che "tutti gli altri" ...noi, le persone normali, quelle che si affidano a loro giornalmente, vivono inconsapevolmente anche questi importanti passaggi di consegne. Non posso, non sono in grado, e non voglio, giudicare o criticare l'attuale gestione non essendo più coinvolto in prima persona come una volta, credo e spero che abbiano guidato al meglio tutti questi preziosi ragazzi e ragazze negli anni passati e che si sia guardato sempre verso l'innovazione e le migliorie. Non è semplice al giorno d'oggi vivere una "vita parallela" da Volontario, che richiede a volte lo stesso impegno di quella burocratica o lavorativa a cui siamo abituati da "stipendiati" Sarà un passaggio importante e ho la fortuna di conoscere una delle persone che si è candidata alla guida della sede di Biella. Auguro a lui, l'amico Osvaldo Ansermino, e a tutte le persone che hanno scelto di aiutarlo in questa impresa di riuscire a raccogliere i consensi necessari per affrontare e realizzare quello che sarà la sua nuova sfida (presso Biella, Italy) https://www.instagram.com/p/B8eGn6LIJdP/?igshid=1piao9ynnyo2j
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luizdominguesfan · 4 months
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Boca do Céu, Los Interessantes Hombres Sin Nombres e Os Kurandeiros estarão representados na entrevista concedida ao programa "Rádio Matraca", pela USP FM, que vai ao ar no próximo sábado, às 17 horas (informações sobre links, dial e podcast permanente, estão abaixo).
Na pauta, o show que as três bandas farão conjuntamente, no Instituto Cultural Bolívia Rock (ICBR) de São Paulo, no dia 17 de fevereiro próximo, mais músicas das três bandas e uma mini apresentação ao vivo do Boca do Céu e do Los Interessantes Hombres Sin Nombres no estúdio, além de informações sobre os trabalhos dos três grupos.
A RÁDIO MATRACA é apresentada há 38 anos, aos sábados, das 17h às 18h, - e também às terças, à meia-noite - pelos 93,7 Mhz da RÁDIO USP, em São Paulo, e pelos 107,9, em Ribeirão Preto.
E pode ser ouvida em tempo real no link http://jornal.usp.br/radiousp-sp-aovivo.html
E depois, a qualquer momento em https://jornal.usp.br/radio-usp/sinopses/radio-matraca/
Produzida e apresentada por Alcione Sanna, Ayrton Mugnaini Jr. e Laert Sarrumor. Gravada e editada por José Miletto. E com os trabalhos de Bennet Ribeiro, na central técnica da Rádio USP. Filmagem e edição: Moacir Barbosa de Lima ("Moah") - Produtora Bicho Raro.
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lavoroconstile · 5 years
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Recensione Community Manager
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Dietro le Reti ci sono le persone.
Ospiti d'eccezione de La poltrona racconta Osvaldo Danzi e Giovanni Re con il loro Community Manager. Alla seconda ristampa a pochi mesi dall'uscita. Mi permetto di affermare che è l'ennesima conferma del team vincente di Professioni Digitali della Franco Angeli. La recensione del loro libro ha rappresentato per me l'opportunità per rileggere e gustarmi ogni singolo aneddoto e suggerimento. Una parola tra tutte è quella che porterò con me: dono.Sì perché donare all'interno di una community è ciò che fa la differenza e che consente alla stessa di esistere e andare avanti. In questo caso specifico mi riferisco alla reciprocità nelle relazioni e i doni, com'è possibile immaginare, sono: il tempo, l'attenzione, le competenze, il confronto ma anche l'opportunità offline di socializzare e perché no anche di fare business. Una delle provocazioni che ho preferito, per la capacità di far riflettere? Be' senza dubbio quella di Nicola Palmarini "e se il community manager di domani non fosse umano?".Leggendo hai la sensazione di partecipare a una gradevole e costruttiva conversazione tra professionisti. Gli Autori non hanno bisogno di grandi presentazioni: Osvaldo Danzi, è un HR etico e affermato editore della testata SenzaFiltro, Giovanni Re, è un formatore e divulgatore esperto di computer-grafica. Entrambi founder strategici e alla guida di community di successo (FiordiRisorse e Artigiani Tecnologici).Leggendo hai la sensazione di partecipare a una gradevole e costruttiva conversazione tra professionisti. Gli Autori non hanno bisogno di grandi presentazioni: Osvaldo Danzi, è un HR etico e affermato editore della testata SenzaFiltro, Giovanni Re, è un formatore e divulgatore esperto di computer-grafica. Entrambi founder strategici e alla guida di community di successo (FiordiRisorse e Artigiani Tecnologici).Ti consiglio di leggerlo se: - Gestisci una community o vuoi crearne una per la tua azienda; - Senti il bisogno di confrontare la tua esperienza con quella di altri professionisti; - Sei alla ricerca di strumenti per la gestione delle attività operative della tua piattaforma; - Sei semplicemente curioso di approfondire gli sviluppi e le potenzialità di questa nuova professione digitale. Cosa lo rende un prodotto editoriale distintivo? La scelta, da parte degli Autori, di inserire solo contenuti nati dall'esperienza professionale e di rete personale diretta degli ultimi dieci anni. Procediamo con ordine.
Quando si può parlare di Community
All'interno del testo sono descritte alcune delle principali tipologie di realtà virtuali delle quali è possibile apprendere dalla letteratura e da un riscontro diretto online. Ecco quali forme puoi trovare in rete, prese in considerazione nel testo: - C. Professionali, che accomunano quei partecipanti che condividono un mestiere o l'interesse per un tema professionale. Le più strutturate favoriscono uno scambio costante di informazioni su best practice, novità e aggiornamenti, come anche opportunità di lavoro e collaborazioni. - C. di pratica, in cui più persone si ritrovano perché condividono una passione o sono affascinati da un tema sul quale si confrontano. - C. di marca, chi partecipa lo fa perché si sente coinvolto dal brand di cui di frequente usa e conosce molto bene servizi o prodotti. - C. sociali, create da associazioni di volontariato, associazioni umanitarie, gruppi di persone mosse da valori e ideali comuni. - C. aziendali, istituite per creare engagement tra i dipendenti e offrire loro uno spazio protetto più informale per socializzare o scambiare informazioni.Per ogni community è possibile delineare dinamiche e meccanismi relazionali differenti. E tu quali community frequenti? Quali ruoli tendi ad assumere al loro interno?
Gli ingredienti alla base del successo di FiordiRisorse
Gli Autori propongono storie, interviste e approfondimenti su più realtà di successo come ad esempio Secretary.it e Assoreti PMI entrambe italianissime. Io mi soffermerò, però, brevemente sulla business community dei manager e delle imprese, FiordiRisorse, che seguo personalmente. Ti confesso che non ero a conoscenza del "come" sono stati mossi i primi passi ed è stato sorprendente scoprirlo. Non posso spoilerare proprio tutto, ma ti do un piccolo indizio dicendoti che è stato letto molto bene un bisogno dai fondatori. Quale? Creare opportunità di incontro e confronto tra professionisti di funzioni diverse, non solo dunque HR.Fondata sul principio base di Osvaldo Danzi del "prima si dà poi si riceve" in 10 anni e poco più, FiordiRisorse è cresciuta e ha dato vita ad altre forme di espressione culturale e di aggregazione offline, quali: - Il Muster FdR, si hai letto bene, non è un errore! ma un gioco di parole scelto per distinguersi dalle solite proposte. Quali sono gli elementi di novità o meglio di rottura? Si tratta di un percorso formativo low cost, etico, e itinerante le cui sedi sono le aziende e multinazionali più prestigiose del panorama italiano che aprono le loro porte per accogliere e formare i partecipanti del Muster. - SenzaFiltro è il periodico online dove è possibile leggere le penne più irriverenti e argute afferenti al mondo del lavoro. - Bussola del lavoro è un'iniziativa nata per supportare chi è alla ricerca di un lavoro e generalmente si tiene all'interno di centri commerciali. - Scuderia Formazione organizza eventi di training con focus su svariati argomenti. - Nobilita è invece un evento sul mondo del lavoro in cui giornalisti e professionisti di settore si confrontano su innovazione, cambiamenti, best practice.Il successo di FiordiRisorse credo si possa comprendere e percepire in modo immediato. Una community che ha scelto LinkedIn come social e principale canale di comunicazione ma a cui è sempre stata troppo stretta la dimensione dell'online. Credimi sono davvero innumerevoli le opportunità per incontrarsi e contaminarsi in modo più o meno informale. Ma ancora una volta ti dico che l'ingrediente del successo sono il dono e un'etica fervente.Il Community ManagerAll'interno del testo in più occasioni è delineato l'identikit del community manager. Se ne parla dal punto di vista relazionale facendo riferimento alle qualità personali e alle skills che sarebbe più opportuno possedere per ricoprire il ruolo. È descritta una giornata tipo del professionista con un'agenda, assimilabile a una to do list, con le attività a cui dedicarsi quotidianamente. All'interno del testo in più occasioni è delineato l'identikit del community manager. Se ne parla dal punto di vista relazionale facendo riferimento alle qualità personali e alle skills che sarebbe più opportuno possedere per ricoprire il ruolo. È descritta una giornata tipo del professionista con un'agenda, assimilabile a una to do list, con le attività a cui dedicarsi quotidianamente. L'ho trovata utile, illuminante ma tanto impegnativa. Un capitolo è dedicato agli strumenti per ottimizzare il tempo e organizzare l'operatività dei collaboratori. Alcuni li conoscevo già ma quello che ritengo più stimolante è il modo in cui si consiglia di integrarli in una strategia che comprende: - Creazione di contenuti e comunicazione su canali diversi; - Organizzazione di eventi formativi e di aggregazione; - Sviluppo di sentimenti di engagement e senso di appartenenza. In quest'ultimo caso probabilmente non esiste un vero e proprio strumento. A fare la differenza la capacità del community manager di donare tempo, attenzione, competenze. Gli Autori ironicamente a riguardo hanno individuato una formula e un decalogo prezioso ma su questi non sono ammesse anticipazioni.Leggilo perchéIl community manager è una delle professioni digitali più ricercate e complesse. Come formarsi? Quali competenze sono richieste? Qui trovi le risposte a queste e tante altre domande. È un testo originale nella forma e nei contenuti. Lasciami passare l'immagine tratta dal film d'animazione, Aladin della Walt Disney, in cui il genio definisce la lampada con quest'espressione "fenomenali poteri in un minuscolo spazio vitale". Per me è stato così.Stimoli, professionisti, strumenti, aneddoti e frammenti di vita in un libro davvero scorrevole che si legge tutto d'un fiato. Per me che vivo quotidianamente e attivamente all'interno di una community è stato utilissimo. Concludo riportando, a riguardo, un passaggio tratto dal testo, che sento molto vicino al mio modo di vivere quest'esperienza: "Se lo scopo di creare una community è inseguire un trend, ma nella vostra agenda delle prossime due settimane non avete ancora previsto una cena con un cliente, un incontro di networking o un appuntamento con qualcuno di interessante con chi approfondire la vostra conoscenza da online a offline, vi consiglio di chiudere questo libro e pensare ad altro. Le community nascono da una forte propensione al dono e nell'avere uno scopo condiviso".Stimoli, professionisti, strumenti, aneddoti e frammenti di vita in un libro davvero scorrevole che si legge tutto d'un fiato. Per me che vivo quotidianamente e attivamente all'interno di una community è stato utilissimo. Concludo riportando, a riguardo, un passaggio tratto dal testo, che sento molto vicino al mio modo di vivere quest'esperienza: "Se lo scopo di creare una community è inseguire un trend, ma nella vostra agenda delle prossime due settimane non avete ancora previsto una cena con un cliente, un incontro di networking o un appuntamento con qualcuno di interessante con chi approfondire la vostra conoscenza da online a offline, vi consiglio di chiudere questo libro e pensare ad altro. Le community nascono da una forte propensione al dono e nell'avere uno scopo condiviso".Tu lo hai già letto? Ti va di parlarne insieme?Corri a prendere la tua copia. Ti aspetto! Buona lettura! Read the full article
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vladyhead · 5 years
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Ballando con le Stelle 2019 ci ha regalato nuove emozioni con la sua quinta puntata. Diversi gli scontri avvenuti in pista, fra Antonio Razzi e Guillermo Mariotti e fra Selvaggia Lucarelli e Marzia Roncacci. Dani Osvaldo si è esibito inoltre come cantante. La classifica di Ballando con le Stelle 2019 vede invece come vincitore Nunzia De Girolamo. La concorrente infatti viene premiata con il tesoretto del custode che la fa schizzare in prima posizione. A seguire Vukotic, Bassi e Russo grazie al tesoretto social. Dopo lo spareggio, la Roncacci viene eliminata con il 37% dei voti.
Ballando con le Stelle 2019, quinta puntata molto fumantina
Nella quarta puntata di Ballando con le Stelle 2019 abbiamo visto Mariotto giudicare in modo negativo Antonio Razzi. L’ex Senatore ha deciso di bacchettarlo durante una recente ospitata a Storie Italiane, dove sono volate parole grosse fra il giudice stilista e la moglie di Razzi, Maria Jesus. Il giurato chiede solo di poter mettere il ballo al centro di tutto e l’ex concorrente non vede l’ora che ci sia il ripescaggio per poter dimostrare di essere all’altezza delle aspettative. Marzia Roncacci si è dovuta invece difendere da nuove accuse, per via di un sorriso eccessivo fatto durante la nuova performance. La concorrente crede che nessuno in giuria l’abbia davvero capita né consideri quanto si stia mettendo in gioco in questa nuova esperienza in tv.
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Piccole scintille anche per la coppia formata da Raimondo Todaro e Nunzia Di Girolamo: il ballerino si è fatto male in settimana ed è sotto cortisone. L’allieva invece ha avuto un piccolo incidente durante le prove ed è finita al pronto soccorso. Acciaccati, hanno scelto comunque di subire la penalità e di slittare la performance il più possibile. Un voto negativo che è stato quasi preteso da Ivan Zazzaroni, nonostante la produzione ed il giudice del regolamento non l’avessero richiesto.
La classifica della quinta serata ed i tesoretti
Questa volta il dance show di Rai 1 ha superato se stesso, premiando come Ballerini per una notte la coppia storica formata da Cochi e Renato. Amatissimo dal pubblico oggi come allora, creatori di tante canzoni ironiche che hanno impreziosito il varietà italiano. Grande ritorno anche in platea, grazie alla partecipazione di Cesare Bocci ha scelto di sostenere da vicino l’amico Angelo Russo. Passiamo quindi alla classifica della quinta puntata di Ballando con le Stelle 2019.
Nunzia De Girolamo registra 43 punti grazie ad entrambe le manche, ma subisce la penalità di 1 punto per non essersi esibita durante il turno previsto. Ancora una volta è Marzia Roncacci a beccarsi l’ultima posizione, nonostante i tre punti che la distanziano da Manuela Arcuri. Crolla anche Milena Vukotic che ritroviamo al sesto posto, mentre salgono Lasse Matberg e Enrico Lo Verso. Stupisce Angelo Russo al primo posto a pari merito con Dani Osvaldo, che fanno slittare Ettore Bassi.
Il tesoretto social premia Milena Vukotic con 20 punti, Ettore Bassi con 15 punti e 10 per Angelo Russo. La storica Pina di Fantozzi sale quindi in terza posizione con 60 punti in totale, mentre Bassi si ferma a 67 e 62 per Russo. 48 punti di tesoretto conquistati da Cochi a Renato (10, 9, 10, 10, 9), che la custode della serata decide di assegnare a Nunzia De Girolamo. Sul tabellone però risulta la somma sbagliata di 49. Lo spareggio viene fatto invece fra Manuela Arcuri con Luca Favilla e Marzia Roncacci con Samuel Peron.
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Classifica tecnica
Classifica con tesoretto social
I flop e i top della quinta puntata di Ballando con le Stelle 2019
Anche se finora lo abbiamo considerato fra i flop di Ballando con le Stelle 2019, la quinta puntata ha permesso a Enrico Lo Verso di tirare fuori grinta e passione. Ecco perché dobbiamo per forza considerarlo fra i Top di oggi. Aspetti necessari per permettergli di scrollare di dosso una certa dose di paura, che fino ad ora ha compromesso le sue esibizioni. Si conferma vincente invece Dani Osvaldo, ormai una delle scommesse di quest’edizione. Peccato che Mariotto abbia scelto di assegnargli solo un 7, sicuro che non sia molto credibile. Si conferma anche Ettore Bassi, che finora non ha perso un colpo per mettersi in luce.
Fra i Flop purtroppo dobbiamo considerare Manuela Arcuri, che dopo un inizio vincente non riesce a tenere testa alle aspettative dei giudici. Anche se Lasse Matberg è migliorato in modo sensibile, non possiamo che farlo rientrare fra i flop di questo nuovo appuntamento. Purtroppo la stazza del concorrente non gioca a suo favore. Fra i concorrenti meno in vista siamo costretti a far rientrare anche Suor Cristina. Per quanto la religiosa sia abile nel ballo, non riuscirà mai a dimostrare di impegnarsi quanto gli altri. I balli a due ed a quattro richiedono dinamiche e movimenti diversi, mentre la performance di Suor Cristina risulta statica e sempre identica alle precedenti.
Sfida misteriosa: Enrico Lo Verso recupera e sorprende
La quinta puntata di Ballando con le Stelle 2019 inizia con la famosa sfida in solitaria. Ogni concorrente deve esibirsi senza il maestro in pista e non solo danzare sulle note della musica estratta a sorte. Dovrà indovinare anche il tipo di ballo più adatto. Non indovina Lasse Matberg, leggermente sottotono in questa prima fase del programma. Sorprende invece Enrico Lo Verso che dopo un inizio meno convincente, ha scelto di mettere il turbo. Applauso da parte della giuria e diverse lodi per l’attore italiano, in assoluta ripresa.
Non manca Dani Osvaldo, che riesce a centrare appieno l’interrogativo e conquista dei punti utili per aumentare il punteggio successivo. Otto punti anche per Lasse Matberg, che stupisce in merito alla sua conoscenza di balli e nozioni. Potrai rivedere il video della quinta serata di Ballando con le Stelle 2019 grazie al portale di Raiplay: la clip integrale verrà inserita subito dopo la messa in onda, mentre le singole esibizioni nella giornata di domenica.
#BallandoconleStelle 2019: quinta puntata, vincitore e classifica | 27 aprile Ballando con le Stelle 2019 ci ha regalato nuove emozioni con la sua quinta puntata. Diversi gli scontri avvenuti in pista, fra Antonio Razzi e Guillermo Mariotti e fra Selvaggia Lucarelli e Marzia Roncacci.
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vivavoxnews-blog · 6 years
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Nasce Gente di Udine, un progetto destinato ai quartieri della città
Musicisti Tre Venezie, in collaborazione col Comune di Udine presenta:
Gente di Udine
Incontri culturali e divertenti, musicali e teatrali, curiosi e intriganti con gli abitanti dei quartieri. Idea e conduzione di Rocco Burtone Nasce GENTE DI UDINE, un progetto destinato ai quartieri della città, nuovo, dedicato a noi, a voi, a tutti quelli che accettano la sfida della cultura da raccontare agli amici, dello spettacolo costruito in salotto, in famiglia. Gli spettacoli spesso hanno bisogno di ospiti e solitamente si tratta di ospiti illustri, artisti, scrittori, teatranti ecc… che quasi sempre vengono da fuori regione a raccontare le loro opere, le loro esperienze. Ci siamo posti una domanda: perché non invitare il vicino di casa? Infatti talvolta la chiave che porta ad invitare un personaggio piuttosto che il vicino non è la bravura o la competenza, ma la notorietà.  Accadrà così che una dozzina di residenti dalle diverse caratteristiche di età ed esperienze si alterneranno sul palco durante la rassegna che, non dimentichiamolo, è anche musicale, con musicisti della regione di grande esperienza e bravura.
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Gente di Cussignacco mercoledì 21 novembre 2018 ore 20,30 presso AUDITORIUM COMUNALE Cittadini di Cussignacco: Eleonora Cuberli, Ursus Sant, Roby Colella   YERBA BUENA i musicisti: Eleonora Sensidoni, Fredy Cappellini, Matias Merlo Canti tradizionali e d’autore dell’America Latina Gente dei Rizzi mercoledì 28 novembre 2018 ore 20,30 presso la SALA PICCO: Cittadini dei Rizzi: Chiara Bettuzzi, Elda Del Do, Fausto Medeossi   CANTO DELLE REGIONI i musicisti: Arno Barzan Pianoforte, Daniela Del Mistro soprano, Francesca Smiraglia canto leggero Il canto popolare e tradizionale delle regioni italiane Progetti del 2019: Gente di Godia: mercoledì 16 gennaio 2019 ore 20,30 Gente di San Osvaldo: mercoledì 23 gennaio 2019 ore 20,30   Comunicato Stampa: Musicisti Tre Venezie Credits: www.comunicati-stampa.fvg.it Read the full article
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iombrastuff · 6 years
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Museo di Capodimonte/Tra l’Arte e l’inferno napoletano: Meraviglia unica, isolata dalla città di Napoli: perché non ripensare ad una nostra proposta di creare una FUNICOLARE da piazza Carlo III, definita da Stendhal una impressionante Porta di Napoli con il grandioso real Albergo dei poveri che potrebbe ospitare un museo civico, la funicolare potrebbe unire tutti i musei per la salita del MOIARIELLO con la reggia e il bosco di Capodimonte. Osvaldo Vicente De Mase delegato alla cultura e ambiente di Arci Pesca Fisa comitato regionale della Campania.
  Uno dei luoghi incantati nell’inferno di Napoli, la Reggia di Capodimonte. Immersa nel verde, spazio artistico come pochi altri al mondo. Ma circondato dalle fiamme.
Proprio come descriveva Goethe nelle sue escursioni partenopee: il paradiso di Napoli abitato da diavoli.
Fatto sta che il rinnovato museo di Capodimonte, sotto la guida del direttore Bellenger, comincia a splendere di luce propria. Ma pare proprio come l’avamposto difeso dal tenente Drogo nel Deserto dei Tartari dipinto da Dino Buzzati.
Luogo stupendo quanto inaccessibile ai più. Strade che neanche Baghdad sotto le bombe americane,  marciapiedi inesistenti, rischio caviglie per raggiungere l’avamposto della cultura: il che fa seriamente pensare che palazzo San Giacomo, guidato dal sindaco arancione Luigi de Magistris, abbia stipulato una bella convezione con il confinante CTO, il Centro Traumatologico Ospedaliero di Napoli, ultima baluardo contro tutte le fratture.
Abbiamo ricevuto proprio da un medico dell’Asl Napoli 1, la più grande del Mezzogiorno, Osvaldo De Mase, che è anche delegato a cultura e ambiente di Arci Pesca Fisa, una mail che ci pare molto significativa. Eccone di seguito il contenuto, che la dice lunga sullo stato comatoso in cui versa Napoli.
“Meraviglia unica,  isolata dalla città di Napoli, trasporti lumaca, strade distrutte e tortuose come la via del quartiere dell’acquedotto di epoca romana ai Ponti rossi. Impossibile raggiungere il Bosco e la Reggia di Capodimonte, la strada è distrutta per le buche e il traffico cittadino. Capisco benissimo il direttore Bellenger che lamenta questo isolamento dalla città e propone di far arrivare a piedi i turisti. Penso sia difficile perchè non esiste una buona segnaletica e i marcipiedi sono in alcuni tratti inesistenti, senza parlare di occupazione abusiva di macchine e venditori ambulanti”.
E De Mase propone: “perchè non ripensare ad una nostra proposta di creare una funicolare da piazza Carlo III, definita con saggezza da Stendhal una impressionante porta di Napoli, con il grandioso Real Albergo dei Poveri che potrebbe ospitare un museo civico?”.
E aggiunge: “L’Albergo dei Poveri si trova vicino al Real Orto botanico e sulla strada del Museo archeologico di Napoli: la funicolare, quindi, potrebbe unire tutti i musei di Napoli con la Reggia di Capodimonte e il bosco. Abbiamo da tempo presentato un progetto al sindaco di Napoli Luigi de Magistris e al presidente della Campania Vincenzo De Luca, mentre il soprintendente di Napoli Garella ci parlò di un incontro di tutti per confrontarci su questo grande progetto per la città di Napoli”.
Se ne è poi saputo qualcosa?
Funicolare da piazza Carlo III Museo di Capodimonte/Tra l’Arte e l’inferno napoletano: Meraviglia unica, isolata dalla città di Napoli: perché non ripensare ad una nostra proposta di creare una FUNICOLARE da piazza Carlo III, definita da Stendhal una impressionante Porta di Napoli con il grandioso real Albergo dei poveri che potrebbe ospitare un museo civico, la funicolare potrebbe unire tutti i musei per la salita del MOIARIELLO con la reggia e il bosco di Capodimonte.
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tmnotizie · 6 years
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SAN BENEDETTO – Da un carcere a un Liceo Artistico, dal sogno della Fiaba alla Tecnica del Motion Comic; tutto questo è stata la seconda edizione di Fiabe in Libertà. Le Fiabe sono diventate voce, le voci diventano audiolibro, le immagini diventano Motion Comic e tutto diventa un sito pronto ad ospitare tutta questa magia fiabesca. Dopo il successo della prima edizione di Fiabe in libertà, andiamo finalmente a conoscere cosa ci riserverà questa seconda edizione.
E scopriremo il tutto il prossimo venerdì 11 Maggio presso la Casa Circondariale di Montacuto ( aperta solo ad autorizzati) e sabato 12 Maggio presso la Bottega del Terzo Settore di Ascoli Piceno.
L’associazione Radio Incredibile ha ideato, curato e seguito il progetto Fiabe in Libertà grazie alla preziosa collaborazione della Casa Circondariale di Montacuto, in particolare dell’Area Educativa e il personale di Sicurezza. La  Casa di Asterione ha seguito il training teatrale e costruzione delle storie e dei personaggi, mentre Musicandia ha realizzato le attività di audio-engineering e post-produzione.
La realizzazione grafica, le illustrazioni e il Motion Comic sono stati realizzati grazie alle classi di Figurativo e Multimediale del Liceo Artistico Osvaldo Licini, nell’ambito della progettazione di Scuola Lavoro, coordinate dal Prof. Calenti. Si ringrazia Hacca Edizioni per aver creduto nel progetto e averne curato la realizzazione editoriale.
Il Progetto Fiabe in Libertà è stato reso possibile grazie alla Fondazione Cariverona, nell’ambito di Esodo, il progetto vicino ai percorsi giudiziari di inclusione socio-lavorativa per detenuti, ex detenuti e persone in misura alternativa della pena.
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wisiam · 6 years
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Dire che sei bella è poco, dire che sei amabile è poco, dire che sei la donna che tutti vorrebbero avere vicino a se è sempre poco. Bisogna conoscerti così come ti conosco io per poter dire cosa veramente sei. Sei una forza della natura, con le tue attenzioni impreviste, con il tuo sapere amare discreto e allo stesso tempo impetuoso, con il tuo sorriso accattivante, che sa fare felice chiunque lo incroci, con il tuo essere disponibile anche quando i tuoi problemi non te lo permetterebbero. Non voglio usare frasi già fatte perché so che sei unica ed è proprio per la tua unicità che piaci, è proprio il tuo essere unica in tutte le manifestazioni che ha fatto si che ti volessi bene e che questo bene si sia trasformato in così pochi giorni in qualche cosa di più forte di più importante. Molti lo chiamano amore io non voglio dare un nome a questo sentimento che mi fa stare bene e spero che faccia stare bene anche te! Ma so che sei diventata parte di me, un elemento importante per poter vivere! Non voglio fare promesse, non perché non le posso mantenere ma, perché è bello vivere queste emozioni attimo dopo attimo ed arrivare insieme al traguardo, con la consapevolezza di appartenerci ed allo stesso tempo... con il desiderio di scoprirci sempre di più! Grazie sono immensamente felice di averti conosciuta non sapevo che esistessero gli angeli in terra adesso ne ho la conferma.
Osvaldo Leone
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