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#Produzione I Concerti nel Parco
lamilanomagazine · 3 months
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Vicenza, città dei festival per un'estate di grande musica.
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Vicenza, città dei festival per un'estate di grande musica. A giugno e luglio concerti, street food e incontri al Riviera Folk Festival, Weekender Festival e Jamrock Festival. Nei mesi estivi Vicenza si trasformerà nella città dei festival. Sarà una stagione di grande musica quella in arrivo a giugno e luglio quando i quartieri cittadini saranno animati dai consolidati appuntamenti con il Riviera Folk Festival, Weekender Festival, Lumen Festival, SpioRock e Jamrock Festival. A presentare la programmazione sono stati l'assessore alle politiche giovanili Leonardo Nicolai e i rappresentanti del coordinamento Festival Vicenza Nicola Tonello per il Riviera Folk Festival, Marco Bari per il Jamrock Festival, Andrea Comparin di From disco to disco, Alberto Vignato per SpioRock e Matteo Graser per il Lumen Festival. «Nasce Vicenza città dei festival: un nuovo brand che sancisce il cambio di passo degli eventi musicali estivi che tradizionalmente animano Vicenza e aperto anche a tutti gli altri festival cittadini – spiega l'assessore alle politiche giovanili Leonardo Nicolai -. A fare da trampolino di lancio per questa nuova sinergia è stato l'Hangar Palooza Festival, proposto lo scorso anno al Parco della Pace dal Comune e dal Coordinamento Festival estivi, che ha confermato come Vicenza abbia un'offerta musicale e culturale di alto livello. È evidente la ricchezza che l'amministrazione vede in questi festival, che da anni popolano la nostra estate alzando sempre di più il livello culturale e arrivando a costituire oggi una proposta inedita rispetto ad altre città, un vero e proprio laboratorio che nasce dalle politiche giovanili dove si creano professionalità per il futuro, si vivono nuove esperienze e si forma una comunità più solida. Il brand Vicenza città dei festival punta quindi a valorizzare l'esistente, anche con la realizzazione per la prima volta di una campagna comunicativa coordinata e promozionale dei festival estivi, con l'obiettivo di sviluppare nuove iniziative e di mettere in rete quelle che già ci sono insieme agli altri assessorati». Il Rivera Folk Festival di Uorra Uorra torna dal 6 al 9 giugno al parco di via Orlando, nel quartiere di Santa Croce Bigolina, per la sua ventitreesima edizione. Tra gli ospiti già annunciati la star del Sudafrica Matthew Mole e la street band milanese Mefisto Brass. Weekender Festival, produzione di From disco to disco, si terrà ai giardini del Teatro Astra dal 14 al 16 giugno. Il Festival prevede un main stage con artisti di calibro nazionale ed internazionale e un second stage che ospiterà dj e producer del territorio. Saranno più di 30 i metri di spazio espositivo dedicato a talenti emergenti ed affermati del visual design e della fotografia, accompagnati da workshop e talk sul tema. Presenti anche street food, skate area, vini naturali e birre artigianali. L'undicesima edizione di Lumen Festival, la seconda sotto le mura di viale Mazzini, va in scena dal 19 al 24 giugno, con musica dal vivo, djset, dibattiti, mercatini, una ricca zona street food e molte attività collaterali da aperitivo a notte. I primi ospiti annunciati del festival organizzato dall'associazione ParRock sono gli Ex-Otago. Dopo una lunga attesa torna lo SpioRock, uno dei festival più longevi della città. Il 28 e 29 giugno il festival organizzato da GGQ, Gruppo Giovani del Quartiere, animerà San Pio X e la città di Vicenza con musica dal vivo e altre iniziative e attività. Per la dodicesima estate consecutiva torna il Jamrock Festival, dal 16 al 21 luglio 2024, sempre all'interno della splendida location di parco Fornaci. Sei giorni di concerti: tra i primi artisti annunciati Marlene Kuntz, Tre Allegri Ragazzi Morti, Nitro, Kaos & Dj Craim, I Melt.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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chez-mimich · 4 years
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TUUUMULTUM!
Mentre lo scorso agosto visitavo la mostra “Tuuumultum! Campionature tra arte, musica e rumore dalle collezioni del MART, allestita Casa d’arte futurista Depero a Rovereto, avevo avuto una premonizione, beh forse premonizione è un po’ troppo biblico, diciamo un pensiero funesto. Avrei avuto molto tempo per scrivere questo post in un lockdown prossimo futuro. Purtroppo così è stato e allora eccomi qui a raccontarvi di questa bella ed originale mostra, un itinerario sinestesico e dialogico, tra arti visive e produzione “rumoristica” del Novecento che si snoda a partire dalle origini della musica futurista, legata ai nomi di Luigi Russolo e di Francesco Balilla Petrella, e arriva fino agli Einstürzende Neubauten e ai Throbbing Gristle, passando per “ronzatori” e “crepitatori” futuristi. Un apparato di spartiti, fotografie, manifesti ,oggetti e scritti sull’altra musica. Tante le presenze significative anche tra la musica extra-colta, come Bernard Heidsieck, John Cage, Pierre Boulez, Karlheinz Stockhausen, ma anche la poesia sonora e naturalmente il jazz, anche quello italiano, ben rappresentato dalle locandine dei concerti nei locali milanesi storici, quali l’Arethusa, il Santa Tecla, il Mocambo. Un apparato iconografico quasi esaustivo: ancora locandine del Teatro Dal Verme, che nel 1914 proponeva il “Gran Concerto Futurista d’Intonarumori”,o il libriccino di Luigi Russolo intitolato “L’arte dei rumori” e poi ancora locandine di mostre d’arte famose come “Chopin, partiture per 15 pianoforti” del maggio 1979 alla Rotonda della Besana di Milano o la partitura-monstre di Sylvano Bussotti di “La passion selon Sade” e via via fino alla musica più popolare con i manifesti del Festival del Proletariato Giovanile al Parco Lambro di Milano, dove la musica sperimentale ebbe una parte importante a partire dal magnifico concerto degli “Area” di Demetrio Stratos. Immancabili alcune icone delle musiche delle avanguardie (volutamente al plurale), come i Velvet Underground, con il loro “flexi-disc” allegato al volumone “Andy Warhol’s Index Box”, o come l’affiche di Janis Joplin, allegato a “Oz Magazine”. E poi le copertine di “Re Nudo”, di “Frigidaire” e tante altre pubblicazioni-culto che in quegli anni ho avuto la fortuna di acquistare e leggere. La mostra è stata curata da Nicoletta Boschiero e da Duccio Dogheria ed è accompagnata da un raffinato ed esaustivo catalogo che ho divorato con voracità, senza aspettare il prossimo lockdown...
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tagomago-ita · 4 years
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Time Zones 2020 XXXV edizione. Presentazione.
Nonostante le perduranti difficoltà noi abbiamo messo in piedi un festival ,a mio avviso ,unico per capacità di spaziare in ogni direzione, un reale termine di paragone rispetto al sacrosanto intrattenimento che purtroppo qualcuno continua a ritenere  Cultura.
Ma andiamo con ordine . Nei mesi della quarantena generalizzata noi operatori culturali abbiamo discusso molto ed abbiamo individuato come strada maestra  un percorso di rigenerazione culturale di questo mondo a cui noi apparteniamo. La qualità come leva per l’allargamento del gusto e  come contributo al sistema del sapere . La musica, tutte le arti sono importanti fabbriche di emozioni, ed al contempo sono indispensabili strumenti di emancipazione delle nostre comunità. Proprio sulla scorta di queste riflessioni Time Zones 2020  si propone, oltre le musiche possibili, come un contenitore multi codice dove troveranno spazio oltre ai suoni provenienti da generi e stili differenti teatro,arte contemporanea, documentari, letteratura, un convegno sulla scuola.
 Abbiamo voluto iniziare con Underzones la sezione del festival che abitualmente pesca nel mondo della ricerca  musicale più nascosta ,quella che con coraggio cerca anche all’interno dei  generi “consacrati” nuove  strade. Quattro declinazioni diverse del “verbo rock” il 17 ed il 18 settembre tra demenziale (Tonno), la  psichedelia tinta di blues con due delle migliori band pugliesi (gli Anuseye di quel vero padre nobile del rock pugliese Giuseppe Colaianni ed i Magpies di quel genio effettivamente sregolato di Pierpaolo Vitale in arte Sette) ed il cantautorato raffinato ed infingardo di Giancane. UZ si concluderà il 25 settembre al Palazzo De Mari di Acquaviva con le monografie di due dei più intelligenti e creativi solisti del nostro territorio : la eclettica e virtuosa chitarrista Simona Armenise ed il pianista  sans frontieres Livio Minafra. Per tutti i motivi elencati nella premessa,  in TZ 2020 ci sarà  uno spazio di grande rilievo per l’arte contemporanea: una live installation art il 26 settembre nel Chiostro di Santa Chiara nel complesso di S.Francesco  della Scarpa  nel Borgo  antico di Bari. Su un’opera dell’artista Francesco Arena (forse l’artista pugliese più noto al mondo) il violinista Davide Viterbo eseguirà le musiche composte per ANELLO l’opera di Arena collocata a fine giugno (la prima assoluta per un’opera contemporanea) nel parco Archeologico del Colosseo.Una riflessione attraverso una frase di Virginia Woolf sulla vacuità   del tempo che in questa live installation rivivrà in suoni ed immagini.
 Inauguriamo con grande soddisfazione in questa  edizione una bellissima  collaborazione con il Teatro Kismet –Teatri di Bari. Il rinnovato Kismet infatti  ci ospiterà per le sette giornate centrali di TZ 2020 .Un  rapporto che si rinnova a distanza di un po’ di anni e che  noi ci auguriamo duri nel tempo ,un rapporto che  il 31 ottobre vedrà la presentazione di una coproduzione. Con la regia e la voce di Teresa Ludovico ci sarà una narrazione scenica musicata del  Dio delle Piccole Cose della scrittrice indiana Arundhati Roy uno dei casi letterari più importanti di questo nuovo millennio. Per l’occasione  è nata una  TZ ensemble che ha raccolto musicisti disposti a mettersi in gioco come la violoncellista Nicoletta D’Auria, come il sitarista Jari Palmieri, come il tablista indiano Sanjay Banik,il percussionista Domenico Monaco e l’elettronico Francesco Novach ,mentre le immagini saranno di quel magico visualist che risponde al nome di Pit Campanella. 
 Prima di questa particolare produzione,  al Kismet  nel mese di ottobre ci sarà un denso programma di concerti. 12 anteprime in esclusiva per il Festival.
Si inizia il 2 ottobre con “il pianista dell’arte” Remo Anzovino un recital che ripercorrerà i   lavori composti per le monografie di Sky arte dedicate a Monet, Picasso e Van Gogh  . Nella stessa sera il piano ed una delle voci più interessanti del jazz e non solo Roberto Cherillo già compagno d’avventura di  Checco Fornarelli ed ormai   spedito ed originalissimo solista .
 Il 3 ottobre si rinnova l’esperimento di Francesco d’Orazio e Francesco Abbrescia  per  trovare una via nuova al violino .L’elettronica di Abbrescia s’incrocia con il violino di Francesco D’Orazio su un repertorio attinto all’avanguardia più interessante (Ivan Fedele,Steve Reich,Cresta,Corrado). Sempre il 3 ottobre il Piano rivolto al Mediterraneo del compositore ed interprete originale Massimo Carrieri. In questa edizione di TZ vi è un importante capitolo  prussiano :
 il 9 ottobre la delicata e suadente pianista tedesca  Lisa Morgenstern e nella stessa serata il giovane e raffinato violoncellista viennese Lukas Lauermann alle prese con un set modern classical intriso di elettronica.
 Il 10 spazio all’elettronica d’alta scuola con l’artista italiana più stimata ed apprezzata in questo momento: Caterina Barbieri è infatti ritenuta una delle producers più influenti della sua generazione, un’elettronica sinfonica che ha trascinato il suo ultimo lavoro tra i 10 dischi più belli del 2019. Nella stessa sera un incrocio ardito tra tradizione persiana ed elettronica estrema con il chitarrista  Hassan k ingegnere ,docente esperto di relazioni interattive nello spettacolo dal vivo, straripante per vocazione.
 Il fulcro di TZ 2020 è tra il 16 ed il 17 ottobre .Si va dall’arcaico e le  tradizioni della nostra terra rilette nello sguardo contemporaneo del progetto  Folklore elettronico di Marco Malasomma  e Jime Ghirlandi il 16 nella stessa sera in cui ci sarà il set di B.Fleiscmann(Morr Music) e la sua band ;  un’elettronica  suonata tra techno e grande nostalgia per il rock. 
 Appuntamento centrale di TZ 2020 è sicuramente il progetto Popol Vuh Beyond –Requiem for Florian il 17 ottobre  un dovuto omaggio al grande Florian Fricke che proprio nel nostro festival  fece una delle sue ultime performance in una storica live installation art  che coinvolse l’intero centro storico di Molfetta . Un concerto che vede  due compagni di Florian in quella geniale avventura  che furono i Popol Vuh (Frank Fiedler e Guido Hyeronimus) a cui si è aggiunta la voce balcanica di Biljana Pais. Ancora tedeschi con il duo elettronico Josinho per chiudere sempre il 17 ottobre  il capitolo prussiano.
 Sempre in collaborazione con la Compagnia teatrale Diaghilev  Literature  ,la sezione   dove si incontrano musica e letteratura.Quest’ anno le voci di Paolo Panaro, Altea Chionna, Alessandro Epifani, Francesco Lamacchia dal 3 al 12 ottobre in  Vallisa incroceranno la musica di Luigi e Mattia Morleo sul geniale testo di Oliver Sacks “Musicofilia”  . Incontri nelle scuole ,master clas con alcuni degli ospiti ed il 13 ottobre ad Acquaviva in memoria di Francisco Ferrer  un convegno su la Nueva Escuela
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wildbunch-ita · 4 years
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Time Zones 2020 XXXV edizione. Presentazione.
Nonostante le perduranti difficoltà noi abbiamo messo in piedi un festival ,a mio avviso ,unico per capacità di spaziare in ogni direzione, un reale termine di paragone rispetto al sacrosanto intrattenimento che purtroppo qualcuno continua a ritenere  Cultura.
Ma andiamo con ordine . Nei mesi della quarantena generalizzata noi operatori culturali abbiamo discusso molto ed abbiamo individuato come strada maestra  un percorso di rigenerazione culturale di questo mondo a cui noi apparteniamo. La qualità come leva per l’allargamento del gusto e  come contributo al sistema del sapere . La musica, tutte le arti sono importanti fabbriche di emozioni, ed al contempo sono indispensabili strumenti di emancipazione delle nostre comunità. Proprio sulla scorta di queste riflessioni Time Zones 2020  si propone, oltre le musiche possibili, come un contenitore multi codice dove troveranno spazio oltre ai suoni provenienti da generi e stili differenti teatro,arte contemporanea, documentari, letteratura, un convegno sulla scuola.
 Abbiamo voluto iniziare con Underzones la sezione del festival che abitualmente pesca nel mondo della ricerca  musicale più nascosta ,quella che con coraggio cerca anche all’interno dei  generi “consacrati” nuove  strade. Quattro declinazioni diverse del “verbo rock” il 17 ed il 18 settembre tra demenziale (Tonno), la  psichedelia tinta di blues con due delle migliori band pugliesi (gli Anuseye di quel vero padre nobile del rock pugliese Giuseppe Colaianni ed i Magpies di quel genio effettivamente sregolato di Pierpaolo Vitale in arte Sette) ed il cantautorato raffinato ed infingardo di Giancane. UZ si concluderà il 25 settembre al Palazzo De Mari di Acquaviva con le monografie di due dei più intelligenti e creativi solisti del nostro territorio : la eclettica e virtuosa chitarrista Simona Armenise ed il pianista  sans frontieres Livio Minafra. Per tutti i motivi elencati nella premessa,  in TZ 2020 ci sarà  uno spazio di grande rilievo per l’arte contemporanea: una live installation art il 26 settembre nel Chiostro di Santa Chiara nel complesso di S.Francesco  della Scarpa  nel Borgo  antico di Bari. Su un’opera dell’artista Francesco Arena (forse l’artista pugliese più noto al mondo) il violinista Davide Viterbo eseguirà le musiche composte per ANELLO l’opera di Arena collocata a fine giugno (la prima assoluta per un’opera contemporanea) nel parco Archeologico del Colosseo.Una riflessione attraverso una frase di Virginia Woolf sulla vacuità   del tempo che in questa live installation rivivrà in suoni ed immagini.
 Inauguriamo con grande soddisfazione in questa  edizione una bellissima  collaborazione con il Teatro Kismet –Teatri di Bari. Il rinnovato Kismet infatti  ci ospiterà per le sette giornate centrali di TZ 2020 .Un  rapporto che si rinnova a distanza di un po’ di anni e che  noi ci auguriamo duri nel tempo ,un rapporto che  il 31 ottobre vedrà la presentazione di una coproduzione. Con la regia e la voce di Teresa Ludovico ci sarà una narrazione scenica musicata del  Dio delle Piccole Cose della scrittrice indiana Arundhati Roy uno dei casi letterari più importanti di questo nuovo millennio. Per l’occasione  è nata una  TZ ensemble che ha raccolto musicisti disposti a mettersi in gioco come la violoncellista Nicoletta D’Auria, come il sitarista Jari Palmieri, come il tablista indiano Sanjay Banik,il percussionista Domenico Monaco e l’elettronico Francesco Novach ,mentre le immagini saranno di quel magico visualist che risponde al nome di Pit Campanella. 
 Prima di questa particolare produzione,  al Kismet  nel mese di ottobre ci sarà un denso programma di concerti. 12 anteprime in esclusiva per il Festival.
Si inizia il 2 ottobre con “il pianista dell’arte” Remo Anzovino un recital che ripercorrerà i   lavori composti per le monografie di Sky arte dedicate a Monet, Picasso e Van Gogh  . Nella stessa sera il piano ed una delle voci più interessanti del jazz e non solo Roberto Cherillo già compagno d’avventura di  Checco Fornarelli ed ormai   spedito ed originalissimo solista .
 Il 3 ottobre si rinnova l’esperimento di Francesco d’Orazio e Francesco Abbrescia  per  trovare una via nuova al violino .L’elettronica di Abbrescia s’incrocia con il violino di Francesco D’Orazio su un repertorio attinto all’avanguardia più interessante (Ivan Fedele,Steve Reich,Cresta,Corrado). Sempre il 3 ottobre il Piano rivolto al Mediterraneo del compositore ed interprete originale Massimo Carrieri. In questa edizione di TZ vi è un importante capitolo  prussiano :
 il 9 ottobre la delicata e suadente pianista tedesca  Lisa Morgenstern e nella stessa serata il giovane e raffinato violoncellista viennese Lukas Lauermann alle prese con un set modern classical intriso di elettronica.
 Il 10 spazio all’elettronica d’alta scuola con l’artista italiana più stimata ed apprezzata in questo momento: Caterina Barbieri è infatti ritenuta una delle producers più influenti della sua generazione, un’elettronica sinfonica che ha trascinato il suo ultimo lavoro tra i 10 dischi più belli del 2019. Nella stessa sera un incrocio ardito tra tradizione persiana ed elettronica estrema con il chitarrista  Hassan k ingegnere ,docente esperto di relazioni interattive nello spettacolo dal vivo, straripante per vocazione.
 Il fulcro di TZ 2020 è tra il 16 ed il 17 ottobre .Si va dall’arcaico e le  tradizioni della nostra terra rilette nello sguardo contemporaneo del progetto  Folklore elettronico di Marco Malasomma  e Jime Ghirlandi il 16 nella stessa sera in cui ci sarà il set di B.Fleiscmann(Morr Music) e la sua band ;  un’elettronica  suonata tra techno e grande nostalgia per il rock. 
 Appuntamento centrale di TZ 2020 è sicuramente il progetto Popol Vuh Beyond –Requiem for Florian il 17 ottobre  un dovuto omaggio al grande Florian Fricke che proprio nel nostro festival  fece una delle sue ultime performance in una storica live installation art  che coinvolse l’intero centro storico di Molfetta . Un concerto che vede  due compagni di Florian in quella geniale avventura  che furono i Popol Vuh (Frank Fiedler e Guido Hyeronimus) a cui si è aggiunta la voce balcanica di Biljana Pais. Ancora tedeschi con il duo elettronico Josinho per chiudere sempre il 17 ottobre  il capitolo prussiano.
 Sempre in collaborazione con la Compagnia teatrale Diaghilev  Literature  ,la sezione   dove si incontrano musica e letteratura.Quest’ anno le voci di Paolo Panaro, Altea Chionna, Alessandro Epifani, Francesco Lamacchia dal 3 al 12 ottobre in  Vallisa incroceranno la musica di Luigi e Mattia Morleo sul geniale testo di Oliver Sacks “Musicofilia”  . Incontri nelle scuole ,master clas con alcuni degli ospiti ed il 13 ottobre ad Acquaviva in memoria di Francisco Ferrer  un convegno su la Nueva Escuela
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freedomtripitaly · 4 years
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Firenze è il capoluogo della Toscana, ma è anche una delle più importanti culle della cultura italiana. Nel corso dei secoli, questa città, ha mantenuto il proprio fascino attirando milioni di turisti da tutto il mondo ogni anno. Firenze è una città davvero meravigliosa, una città ricca di sorprese, di arte, cultura, colori, architetture storiche che ne evidenziano il fascino e l’importanza nel corso della storia. Si sa, Firenze è una città d’arte imperdibile ed è possibile visitarla in qualsiasi periodo dell’anno, da soli o in coppia, con bambini o amici. La città di Firenze è molto nota per essere la culla del Rinascimento italiano, un vero e proprio museo all’aperto: i monumenti e gli antichi palazzi sono a portata di bicicletta o, più semplicemente, di rilassanti passeggiate. Oggigiorno, Firenze, è considerata la capitale dell’arte ed infatti, se facciamo riferimento alle statistiche prodotte dall’UNESCO, è proprio questa la città che possiede il 60% delle bellezze artistiche di tutta Italia. Dal XIII al XVI secolo, la città di Firenze, è stata il luogo in cui sono state concepite molte opere di importanti artisti italiani, quali Michelangelo, Dante, Boccaccio e Brunelleschi. Musei di Firenze: arte e cultura tutta da scoprire Gli storici palazzi e le antiche piazze di Firenze, nel corso del Rinascimento, sono diventati veri e propri musei a cielo aperto: in Piazza della Signoria, per esempio, sono state installate maestose statue e fontane. Le chiese, i palazzi, le basiliche ed i musei cittadini, poi, sono il vero e proprio tesoro di Firenze, catturando l’interesse e la curiosità di milioni di visitatori. Sicuramente il museo più famoso di Firenze è quello degli Uffizi, il quale ospita opere di Leonardo da Vinci, Botticelli, Rubens e Tiziano. Altri importanti musei sono il Museo Archeologico di Firenze, Museo del Novecento, Museo Galileo e molti altri. Ogni anno la città di Firenze attira milioni di visitatori in quanto centro culturale di grande importanza: periodicamente vengono organizzate interessanti esibizioni e feste d’arte. Nei mesi estivi le piazze di Firenze offrono intrattenimenti ogni sera con rinfreschi e visite agli edifici circostanti. Le altre stagioni, ad ogni modo, non sono da meno se consideriamo che i più importanti teatri di Firenze attirano molti visitatori grazie ai balletti, le opere e gli spettacoli; in più le principali vie della città sono gremite di mostre, concerti, esposizioni. Firenze, dunque, fonde arte e cultura con l’obiettivo di creare ogni volta qualcosa di nuovo ed interessante visto che la città offre infinite possibilità di conoscere le opere d’arte ed architettoniche più importanti del nostro Paese. Museo Archeologico Nazionale di Firenze Il Museo Archeologico Nazionale di Firenze è uno fra i più importanti d’Italia e si colloca all’interno di un fenomeno di portata europea: la nascita dei musei in qualità di istituzioni statali legate alla formazione delle nazioni moderne. Questo museo raccoglie i più importanti scavi toscani, così come alcuni reperti etruschi e romani provenienti da Umbria e Lazio. Il Museo Archeologico Nazionale ospita cinque diverse sezioni: quella etrusca, romana, greca, egizia e numismatica. Gli appassionati di storia non potranno certo perdersi la Chimera d’Arezzo, un importante pezzo della civiltà etrusca: si tratta di un plastico bronzo raffigurante la mitica fiera leonina restaurata da Francesco Carradori, il quale ricostruì la coda serpentina che mordeva la testa di capra. Buna parte dei reperti di questa sezione riguarda la cultura funeraria, in particolare i sarcofagi e le urnette. Fra le opere più interessanti della sezione romana troviamo alcuni bronzi antichi come, per esempio, il Treboniamo Gallo, risalente al III secolo. La sezione greca, invece, ospita una serie di antiche ceramiche provenienti da tombe etrusche e da collezioni private. La sezione egizia è seconda solo al Museo Egizio di Torino e ospita reperti provenienti dalle attività quotidiane dell’antico Egitto: oggetti in tessuto, legno e osso. Fra le opere più interessanti a amirare, possiamo trovare i modelli di due servitori, la macinatrice di grano e la donna che fa la birra risalenti all’antico regno. Infine, la sezione numismatica contiene importanti ed antiche raccolte numismatiche italiane. Museo Galileo di Firenze Il Museo Galileo di Firenze è uno degli imperdibili della città e si trova in Piazza dei Giudici. Questo museo ha sede presso Palazzo Castellani, un’antica fortificazione costruita sulla sponda destra dell’Arno. Il Museo Galileo si è dotato negli ultimi anni di laboratorio multimediale atto alla produzione di applicazioni interattive, online e offline, per la divulgazione della cultura. Una parte molto importante di questo ente museale è sicuramente la biblioteca, la quale è situata al terzo piano: essa conserva un gran numero di opere appartenenti ai fondi antichi. Particolarmente interessante è il fondo Mediceo-Lorenese che comprende testi scientifici inerenti alle scienze fisico-matematiche. Villa Bardini Villa Bardini è situata sulla costa San Giorgio, a Firenze. È un importante centro espositivo che ospita mostre temporanee, il Museo Capucci ed il Museo Annigoni. Originariamente, questo palazzo, era la famosa Villa Manadora, la quale fu costruita nella prima metà del Seicento per opera di Gherardo Silvani, importante architetto dell’epoca. Dopo diversi anni di abbandono, l’attuale Villa Bardini è stata ristrutturata dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze e riaperta al pubblico nel 2006 con una serie di interessanti esposizioni. Villa Bardini conta con circa sessanta stanze, un numero comprensivo anche di sale e saloni, oltre agli uffici e gli spazi dedicati a conferenze e convegni. Giardino di Boboli Il Giardino di Boboli è il parco più famoso della città di Firenze. Si tratta di un giardino storico connesso al Forte di Belvedere e che ospita ogni anno oltre 800.000 visitatori. I giardini furono costruiti, originariamente, dai Medici: inizialmente avevano un’impostazione di stile tardo-rinascimentale, la quale venne poi modificata dalla costruzione di nuove porzioni con impostazioni differenti. Il giardino è caratterizzato da imponenti statue ed edifici come la settecentesca Kaffeehaus, che permette di godere di un panorama mozzafiato della città. Il giardino ha quattro ingressi pubblici e dal 2017 il circuito museale comprende anche il Museo degli argenti, la Galleria del Costume, il Museo delle porcellane e il Giardino Bardini. Casa di Dante a Firenze La Casa di Dante è un museo storico di Firenze, suddiviso in tre piani che raccontano le vicende di vita più importanti del poeta. Presso questo museo di Firenze è possibile partecipare a diversi itinerari per conoscere meglio la vita del Sommo poeta e la Firenze antica: le proposte comprendono visite guidate e tour della città sulle tracce di Dante Alighieri. L’edificio originale venne costruito prima del 1265, anno in cui nacque Dante Alighieri e ad oggi ha come scopo fondamentale quello di diffondere la cultura e la conoscenza della vita e delle opere dell’autore. Il museo si articola in tre piani, ognuno dei quali tratta di una tematica diversa che illustra la vita di Dante Alighieri: la sua vita amorosa, l’esilio, la vita politica. Galleria degli Uffizi e cappelle medicee La Galleria degli Uffizi di Firenze fa parte del complesso museale conosciuto come le Gallerie degli Uffizi e comprendente le collezioni di Palazzo Pitti ed il Giardino dei Boboli. Questo famoso museo fiorentino ospita svariate collezioni ed opere d’arte di grande valore provenienti dalla famiglia dei Medici, tra le quali spicca una serie di opere religiose derivate dalla soppressione di monasteri e conventi tra il XVIII ed il XIX secolo. La Galleria degli Uffizi vi riserverà splendide sorprese: godetevi una rilassante passeggiata varcando la Sala dei Primitivi o attraversate la famosa sala del Quattrocento lasciandovi catapultare nel passato. Fra tutti gli sguardi dei dipinti presenti all’interno della galleria, sarà proprio quello di un frate carmelitano a catturare la vostra attenzione; coglierete, poi, l’infinita bellezza della “Lippina”, capolavoro del noto Filippo Lippi. Non perdetevi le straordinarie opere di Sandro Botticelli, fra le quali “La nascita di Venere” e “L’allegoria della Primavera”, simboli della pittura italiana. Ma vi consigliamo anche una visita alle sale che ospitano le opere del grande Michelangelo, di Raffaello, Tiziano e Correggio: rimarrete stupiti dalla grandiosità di queste bellezze artistiche. Nel Museo Statale di Firenze, inoltre, sono le famose cappelle medicee, costruite dall’omonima famiglia e oggi bellezza artistica del capoluogo toscano. Questi ambienti sono stati costruiti tra il XVI e XVII secolo in qualità di estensione della basilica brunelleschiana allo scopo di elogiare l’omonima famiglia. Museo Novecento di Firenze e Palazzo Davanzati Il Museo del Novecento di Firenze è situato in Piazza S. Maria Novella ed è interamente dedicato all’arte italiana del XX secolo: sono presenti circa 300 opere distribuite in quindici ambienti. Il museo presenta collezioni permanenti, mostre temporanee e progetti speciali che animano particolarmente le attività dell’ente museale stesso; a questi si aggiunge anche la ricca offerta del dipartimento di mediazione culturale, il quale organizza regolarmente incontri educativi, laboratori e visite guidate. Da non perdere è il famoso Palazzo Davanzati, notevole esempio di architettura residenziale fiorentina del Trecento. Nel suo complesso, questo antico palazzo, è la testimonianza del passaggio da casa-torre medievale a residenza rinascimentale: gli ambienti sono molto suggestivi, a cominciare dal cortile interno dotato di un pozzo a muro privato. Le sale di Palazzo Davanzati sono riccamente affrescate, in particolare la Sala dei Pappagalli, molto colorata e suggestiva, così come la Sala dei Pavoni; quest’ultima conserva la Madonna col bambino di Brunelleschi. Galleria dell’Accademia di Firenze Per ultima, ma non meno importante, vogliamo ricordare la Galleria dell’Accademia di Firenze. Si tratta di un museo molto apprezzato dai visitatori ed espone il maggior numero di sculture del noto Michelangelo. La visita a questa galleria potrà essere spunto per diverse riflessioni complementari, in grado di soddisfare passioni per la musica, l’arte, la botanica e le varie tecniche pittoriche. Il museo vi accoglierà nella maestosa Sala del Colosso, la quale oggi ospita il modello preparatorio di Giambologna per il ratto delle Sabine, importante esempio di scultura cinquecentesca. Lasciatevi poi conquistare dai meravigliosi dipinti di Lippi, Bronzino e Ghirlandaio: selezionare le opere più importanti è una mossa molto delicata, soprattutto se consideriamo il calibro degli artisti di cui parliamo. https://ift.tt/3e80b7w Musei di Firenze: quali visitare assolutamente Firenze è il capoluogo della Toscana, ma è anche una delle più importanti culle della cultura italiana. Nel corso dei secoli, questa città, ha mantenuto il proprio fascino attirando milioni di turisti da tutto il mondo ogni anno. Firenze è una città davvero meravigliosa, una città ricca di sorprese, di arte, cultura, colori, architetture storiche che ne evidenziano il fascino e l’importanza nel corso della storia. Si sa, Firenze è una città d’arte imperdibile ed è possibile visitarla in qualsiasi periodo dell’anno, da soli o in coppia, con bambini o amici. La città di Firenze è molto nota per essere la culla del Rinascimento italiano, un vero e proprio museo all’aperto: i monumenti e gli antichi palazzi sono a portata di bicicletta o, più semplicemente, di rilassanti passeggiate. Oggigiorno, Firenze, è considerata la capitale dell’arte ed infatti, se facciamo riferimento alle statistiche prodotte dall’UNESCO, è proprio questa la città che possiede il 60% delle bellezze artistiche di tutta Italia. Dal XIII al XVI secolo, la città di Firenze, è stata il luogo in cui sono state concepite molte opere di importanti artisti italiani, quali Michelangelo, Dante, Boccaccio e Brunelleschi. Musei di Firenze: arte e cultura tutta da scoprire Gli storici palazzi e le antiche piazze di Firenze, nel corso del Rinascimento, sono diventati veri e propri musei a cielo aperto: in Piazza della Signoria, per esempio, sono state installate maestose statue e fontane. Le chiese, i palazzi, le basiliche ed i musei cittadini, poi, sono il vero e proprio tesoro di Firenze, catturando l’interesse e la curiosità di milioni di visitatori. Sicuramente il museo più famoso di Firenze è quello degli Uffizi, il quale ospita opere di Leonardo da Vinci, Botticelli, Rubens e Tiziano. Altri importanti musei sono il Museo Archeologico di Firenze, Museo del Novecento, Museo Galileo e molti altri. Ogni anno la città di Firenze attira milioni di visitatori in quanto centro culturale di grande importanza: periodicamente vengono organizzate interessanti esibizioni e feste d’arte. Nei mesi estivi le piazze di Firenze offrono intrattenimenti ogni sera con rinfreschi e visite agli edifici circostanti. Le altre stagioni, ad ogni modo, non sono da meno se consideriamo che i più importanti teatri di Firenze attirano molti visitatori grazie ai balletti, le opere e gli spettacoli; in più le principali vie della città sono gremite di mostre, concerti, esposizioni. Firenze, dunque, fonde arte e cultura con l’obiettivo di creare ogni volta qualcosa di nuovo ed interessante visto che la città offre infinite possibilità di conoscere le opere d’arte ed architettoniche più importanti del nostro Paese. Museo Archeologico Nazionale di Firenze Il Museo Archeologico Nazionale di Firenze è uno fra i più importanti d’Italia e si colloca all’interno di un fenomeno di portata europea: la nascita dei musei in qualità di istituzioni statali legate alla formazione delle nazioni moderne. Questo museo raccoglie i più importanti scavi toscani, così come alcuni reperti etruschi e romani provenienti da Umbria e Lazio. Il Museo Archeologico Nazionale ospita cinque diverse sezioni: quella etrusca, romana, greca, egizia e numismatica. Gli appassionati di storia non potranno certo perdersi la Chimera d’Arezzo, un importante pezzo della civiltà etrusca: si tratta di un plastico bronzo raffigurante la mitica fiera leonina restaurata da Francesco Carradori, il quale ricostruì la coda serpentina che mordeva la testa di capra. Buna parte dei reperti di questa sezione riguarda la cultura funeraria, in particolare i sarcofagi e le urnette. Fra le opere più interessanti della sezione romana troviamo alcuni bronzi antichi come, per esempio, il Treboniamo Gallo, risalente al III secolo. La sezione greca, invece, ospita una serie di antiche ceramiche provenienti da tombe etrusche e da collezioni private. La sezione egizia è seconda solo al Museo Egizio di Torino e ospita reperti provenienti dalle attività quotidiane dell’antico Egitto: oggetti in tessuto, legno e osso. Fra le opere più interessanti a amirare, possiamo trovare i modelli di due servitori, la macinatrice di grano e la donna che fa la birra risalenti all’antico regno. Infine, la sezione numismatica contiene importanti ed antiche raccolte numismatiche italiane. Museo Galileo di Firenze Il Museo Galileo di Firenze è uno degli imperdibili della città e si trova in Piazza dei Giudici. Questo museo ha sede presso Palazzo Castellani, un’antica fortificazione costruita sulla sponda destra dell’Arno. Il Museo Galileo si è dotato negli ultimi anni di laboratorio multimediale atto alla produzione di applicazioni interattive, online e offline, per la divulgazione della cultura. Una parte molto importante di questo ente museale è sicuramente la biblioteca, la quale è situata al terzo piano: essa conserva un gran numero di opere appartenenti ai fondi antichi. Particolarmente interessante è il fondo Mediceo-Lorenese che comprende testi scientifici inerenti alle scienze fisico-matematiche. Villa Bardini Villa Bardini è situata sulla costa San Giorgio, a Firenze. È un importante centro espositivo che ospita mostre temporanee, il Museo Capucci ed il Museo Annigoni. Originariamente, questo palazzo, era la famosa Villa Manadora, la quale fu costruita nella prima metà del Seicento per opera di Gherardo Silvani, importante architetto dell’epoca. Dopo diversi anni di abbandono, l’attuale Villa Bardini è stata ristrutturata dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze e riaperta al pubblico nel 2006 con una serie di interessanti esposizioni. Villa Bardini conta con circa sessanta stanze, un numero comprensivo anche di sale e saloni, oltre agli uffici e gli spazi dedicati a conferenze e convegni. Giardino di Boboli Il Giardino di Boboli è il parco più famoso della città di Firenze. Si tratta di un giardino storico connesso al Forte di Belvedere e che ospita ogni anno oltre 800.000 visitatori. I giardini furono costruiti, originariamente, dai Medici: inizialmente avevano un’impostazione di stile tardo-rinascimentale, la quale venne poi modificata dalla costruzione di nuove porzioni con impostazioni differenti. Il giardino è caratterizzato da imponenti statue ed edifici come la settecentesca Kaffeehaus, che permette di godere di un panorama mozzafiato della città. Il giardino ha quattro ingressi pubblici e dal 2017 il circuito museale comprende anche il Museo degli argenti, la Galleria del Costume, il Museo delle porcellane e il Giardino Bardini. Casa di Dante a Firenze La Casa di Dante è un museo storico di Firenze, suddiviso in tre piani che raccontano le vicende di vita più importanti del poeta. Presso questo museo di Firenze è possibile partecipare a diversi itinerari per conoscere meglio la vita del Sommo poeta e la Firenze antica: le proposte comprendono visite guidate e tour della città sulle tracce di Dante Alighieri. L’edificio originale venne costruito prima del 1265, anno in cui nacque Dante Alighieri e ad oggi ha come scopo fondamentale quello di diffondere la cultura e la conoscenza della vita e delle opere dell’autore. Il museo si articola in tre piani, ognuno dei quali tratta di una tematica diversa che illustra la vita di Dante Alighieri: la sua vita amorosa, l’esilio, la vita politica. Galleria degli Uffizi e cappelle medicee La Galleria degli Uffizi di Firenze fa parte del complesso museale conosciuto come le Gallerie degli Uffizi e comprendente le collezioni di Palazzo Pitti ed il Giardino dei Boboli. Questo famoso museo fiorentino ospita svariate collezioni ed opere d’arte di grande valore provenienti dalla famiglia dei Medici, tra le quali spicca una serie di opere religiose derivate dalla soppressione di monasteri e conventi tra il XVIII ed il XIX secolo. La Galleria degli Uffizi vi riserverà splendide sorprese: godetevi una rilassante passeggiata varcando la Sala dei Primitivi o attraversate la famosa sala del Quattrocento lasciandovi catapultare nel passato. Fra tutti gli sguardi dei dipinti presenti all’interno della galleria, sarà proprio quello di un frate carmelitano a catturare la vostra attenzione; coglierete, poi, l’infinita bellezza della “Lippina”, capolavoro del noto Filippo Lippi. Non perdetevi le straordinarie opere di Sandro Botticelli, fra le quali “La nascita di Venere” e “L’allegoria della Primavera”, simboli della pittura italiana. Ma vi consigliamo anche una visita alle sale che ospitano le opere del grande Michelangelo, di Raffaello, Tiziano e Correggio: rimarrete stupiti dalla grandiosità di queste bellezze artistiche. Nel Museo Statale di Firenze, inoltre, sono le famose cappelle medicee, costruite dall’omonima famiglia e oggi bellezza artistica del capoluogo toscano. Questi ambienti sono stati costruiti tra il XVI e XVII secolo in qualità di estensione della basilica brunelleschiana allo scopo di elogiare l’omonima famiglia. Museo Novecento di Firenze e Palazzo Davanzati Il Museo del Novecento di Firenze è situato in Piazza S. Maria Novella ed è interamente dedicato all’arte italiana del XX secolo: sono presenti circa 300 opere distribuite in quindici ambienti. Il museo presenta collezioni permanenti, mostre temporanee e progetti speciali che animano particolarmente le attività dell’ente museale stesso; a questi si aggiunge anche la ricca offerta del dipartimento di mediazione culturale, il quale organizza regolarmente incontri educativi, laboratori e visite guidate. Da non perdere è il famoso Palazzo Davanzati, notevole esempio di architettura residenziale fiorentina del Trecento. Nel suo complesso, questo antico palazzo, è la testimonianza del passaggio da casa-torre medievale a residenza rinascimentale: gli ambienti sono molto suggestivi, a cominciare dal cortile interno dotato di un pozzo a muro privato. Le sale di Palazzo Davanzati sono riccamente affrescate, in particolare la Sala dei Pappagalli, molto colorata e suggestiva, così come la Sala dei Pavoni; quest’ultima conserva la Madonna col bambino di Brunelleschi. Galleria dell’Accademia di Firenze Per ultima, ma non meno importante, vogliamo ricordare la Galleria dell’Accademia di Firenze. Si tratta di un museo molto apprezzato dai visitatori ed espone il maggior numero di sculture del noto Michelangelo. La visita a questa galleria potrà essere spunto per diverse riflessioni complementari, in grado di soddisfare passioni per la musica, l’arte, la botanica e le varie tecniche pittoriche. Il museo vi accoglierà nella maestosa Sala del Colosso, la quale oggi ospita il modello preparatorio di Giambologna per il ratto delle Sabine, importante esempio di scultura cinquecentesca. Lasciatevi poi conquistare dai meravigliosi dipinti di Lippi, Bronzino e Ghirlandaio: selezionare le opere più importanti è una mossa molto delicata, soprattutto se consideriamo il calibro degli artisti di cui parliamo. Sono veramente tanti i musei di Firenze da visitare, dal Museo del Novecento alla celebre Galleria degli Uffizi, senza dimenticare la Casa di Dante.
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giuliocavalli · 7 years
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"Il loro coraggio è una lanterna che illumina la mia vergogna."
"Il loro coraggio è una lanterna che illumina la mia vergogna." (Ecco, leggetevi il post di Scott Rosenberg, uno sceneggiatore che ha lavorato a lungo al fianco di Harvey Weinstein.  Leggetelo con attenzione) Allora, beh, insomma. Dobbiamo parlare di Harvey. Io c’ero, per un bel pezzo. Da, boh, dal 1994 ai primi anni 2000? Qualcosa del genere. Di sicuro l’Età dell’Oro. Gli anni di PULP FICTION, SHAKESPEARE IN LOVE, CLERKS, SWINGERS, SCREAM, WILL HUNTING, IL PAZIENTE INGLESE, LA VITA È BELLA. Harvey e Bob hanno prodotto i miei primi due film. Poi mi hanno ingaggiato con un contratto a lungo termine. Poi hanno comprato una mia sceneggiatura horror sulle Dieci Piaghe. Per un sacco di soldi. E poi hanno comprato quella mia sceneggiatura sul motociclista-mannaro. Che non piaceva a nessun altro ma che era la mia preferita. Avrebbero pubblicato il mio romanzo. Mi hanno consacrato. Hanno fatto in modo che gli altri studios pensassero che fossi the real deal (quello giusto). Mi hanno dato la mia carriera. Avevo a malapena 30 anni. Ero sicuro di aver trovato l’oro. Mi amavano, quei due fratelli, che avevano reinventato il cinema. E che erano divertenti e tosti e se ne sbattevano il loro cazzo della East Coast di tutti quegli stronzi fighetti a Los Angeles. E quei giorni gloriosi a Tribeca? Quegli uffici vecchi e angusti? La meravigliosa gang di manager e assistenti? Tutti i registi che facevano film su film? I fratelli volevano creare una ‘famiglia di film’. E hanno fatto esattamente questo… Non vedevamo l’ora di incontrarci in quel posto. Le riunioni diventavano programmi che poi diventavano notti folli in giro per la città. Per farla breve: Miramax era una figata. Quindi sì, io c’ero. E lasciatemi dire una cosa. Lasciatemi essere perfettamente chiaro su una cosa: TUTTI SAPEVANO, CAZZO. Non che stuprasse. No, quello non l’abbiamo mai saputo. Ma sapevano una storia di comportamenti aggressivi che era piuttosto spaventosa. Sapevamo della fame di quell’uomo; il suo fervore; il suo appetito. Non c’era niente di segreto sulla sua rapacità vorace; come un orco insaziabile uscito dalle favole dei fratelli Grimm. Tutto avvolto in promesse vaghe di ruoli nei film. (e, questo deve essere detto: c’erano molte che cedevano davvero al suo fascino ingombrante. Volontariamente. Che di sicuro lo avrà solo incoraggiato a lanciare la sua rete fetida in modo ancora più ampio). Ma come ho detto: tutti sapevano, cazzo. E per me, se il comportamento di Harvey è la cosa più disgustosa che uno possa immaginare, al secondo posto (di poco) c’è l’attuale ondata di condanne ipocrite e smentite che si infrange su queste coste di rettitudine come una marea di virtù farlocca. Perché tutti sapevano, cazzo. E sapete perché sono sicuro che sia così? Perché io c’ero. E vi ho visto. E ne abbiamo parlato insieme. Voi, i grandi produttori; voi, i grandi registi; voi, i grandi agenti; voi, i grandi finanzieri. E voi, i capi dei grandi studios rivali; voi, i grandi attori; voi, le grandi attrici; voi, le grandi modelle. Voi, i grandi giornalisti; voi, i grandi sceneggiatori; voi, le grandi rockstar; voi, i grandi ristoratori; voi, i grandi politici. Vi ho visti. Tutti. E che dio mi aiuti, io ero là con voi. Di nuovo, ripeto, forse non conoscevamo il livello. La magnitudine della schifezza. Non gli stupri. Non le donne sbattute contro un muro. Non lo sborrare nei vasi delle piante. Ma sapevamo qualcosa. Sapevamo che qualcosa bolliva sotto la superficie. Qualcosa di odioso. Qualcosa di marcio. Ma… E questo è patetico quanto vero: Che avremmo dovuto fare? A chi avremo dovuto dirlo? Le autorità? Quali autorità? La stampa? Harvey aveva la stampa in pugno. Internet? Non c’era internet o qualcosa che ci somigliasse. Avremmo dovuto chiamare la polizia? Per dire cosa? Avremmo dovuto rivolgerci a un immaginario procuratore generale di Movieland? Non esiste. Per non dire del fatto che la maggior parte delle vittime ha scelto di non parlare. Si è limitata a condividere i dettagli sordidi con qualche amica o persona di fiducia. E se ne avessero parlato con i loro agenti e pr? Gli stessi agenti e pr gli avrebbero detto di tacere. Perché chi poteva sapere le conseguenze? Quel vecchio detto “Non lavorerai più in questa città” è tornato putridamente in vita come un cadavere rianimato in un film di zombie da seconda serata. Ma, sì, tutti conoscevano qualcuno che aveva ricevuto le sue avances luride. O conosceva qualcuno che conosceva qualcuno. Qualche attrice amica mi aveva raccontato storie: di una agghiacciante riunione in hotel; di un ripugnante pisello che sguscia dall’accappatoio; di una tremenda richiesta di massaggi. E anche se erano scosse, in qualche modo ridevano della sua arroganza; della sua temerarietà nel pensare che la sola vista della sua carne nuda e molliccia le avrebbe eccitate. Quindi pensavo che fosse solo una grottesca esibizione di potere; un tizio che non capisce la platea che ha davanti e che ci prova come un viscido ma in fondo sfigato. Era molto più facile crederci. Era molto più facile per TUTTI noi crederci. Perché… Ed è qui che lo schifo incontra la melma: Con Harvey abbiamo passato i momenti migliori. Produceva i nostri film. Organizzava le feste più pazzesche. Ci portava ai Golden Globes! Ci presentava le persone più incredibili (incontri con il vicepresidente Gore! In discoteca con Quentin e Uma! A bere con Salman Rushdie e Ralph Fiennes! A cena con Mick Jagger e Warren-oh mio dio-Beatty!). I più clamorosi weekend degli Oscar. Sembrava durassero settimane! Sundance! Cannes! Toronto! Telluride! Berlino! Venezia! Jet privati! Limousine extralusso! Concerti di Springsteen! Diamine, Harvey una volta mi ha portato sull’isola caraibica di St. Barth per Natale. Per 12 giorni! Ero un ragazzino di Boston con le pezze al culo che non aveva mai neanche SENTITO NOMINARE St. Barth prima che lui prenotasse il mio viaggio. Una volta mi ha fatto trovare i biglietti per i 7 show più di successo a Broadway in una settimana. Così che potessi regalare a una nuova fidanzata un tour teatrale da far girare la testa. Mi ha trovato posti sulla linea delle 40 yard al Super Bowl, quando i Patriots sfidavano i Packers a New Orleans. Mi ha pure trovato una stanza d’albergo, cosa impossibile quel weekend. Lui dava, e dava, e dava, e dava. Aveva la generosità di un monarca vulcanico per chi era parte del suo giro. E i suoi capos e soldati dovevano ripagarlo con una fedeltà degna di un padrino mafioso. Ma non pensate a noi! Pensate a tutto quello che faceva per la cultura! Faceva film incredibilmente belli in un momento in cui tutti sfornavano scimmiottature di “Indipendence Day”. Era glorioso. Tutto. Quindi che sarà mai stato se era un po’ prepotente con qualche giovane modella che aveva smosso le montagne pur di entrare a una delle sue feste? Quindi che sarà mai stato se mostrava i genitali in qualche stanza di hotel a cinque stelle, come gli esibizionisti del parco in qualche vignetta di “MAD Magazine” (basta sostituire l’accappatoio con l’impermeabile!). Perché avremmo dovuto noi fermare il gioco? La gallina dalle uova d’oro non capita molte volte nella vita di un uomo. E torniamo al discorso principale: Tutti sapevano, cazzo. Ma tutti si stavano divertendo troppo. E stavano facendo un gran lavoro; stavano facendo ottimi film. Come dice la vecchia battuta: Ci servivano le uova. Okay, forse non ci SERVIVANO. Ma ci PIACEVANO. Davvero, davvero, davvero molto. Quindi eravamo pronti a ignorare quello che faceva la gallina dalle uova d’oro, nell’ombra oscura dietro al pollaio. E per questo, sarò eternamente dispiaciuto. A tutte le donne che hanno dovuto subire… Mi dispiace. Ho lavorato con Mira (Sorvino) e Rosanna (Arquette) e Lysette (Anthony). Conosco Rose (McGowan) e Ashley (Judd) e Claire (Forlani) da anni… Il loro coraggio è una lanterna che illumina la mia vergogna. E mi scuserò in eterno con tutti quelli che hanno sofferto in silenzio per tutto questo tempo. E hanno scelto di rimanere in silenzio oggi. Ho perlopiù perso i contatti con i fratelli Weinstein all’inizio degli anni 2000. Per nessuna ragione particolare. Solo che c’erano altri lavori, altre case di produzione. Ma qualche mese fa, Harvey mi ha chiamato, come un fulmine a ciel sereno. Per parlare dei tempi andati. Per dirmi quanto sarebbe stato bello riunire la banda. Fare un film. Evidentemente sapeva che il nodo scorsoio si stava stringento. C’era una tristezza in lui che non avevo mai sentito prima. Una malinconia. Avevo la sensazione di uno che camminava verso il patibolo. Quando abbiamo attaccato, mi sono chiesto: “Che cosa voleva dire?” In poche settimane avrei capito. Era il condannato che voleva solo smuovere un po’ delle rovine del suo vecchio regno. Un’ultima volta. Quindi, sì, mi dispiace. Mi scuso, e mi vergogno. Perché, alla fine, sono stato complice. Non ho detto un cazzo. Non ho fatto un cazzo. Harvey con me è stato solo una cosa: meraviglioso. Quindi ho incassato i benefici e ho tenuto la mia bocca chiusa. E per quello, ancora una volta, mi scuso. Ma anche voi dovreste scusarvi. Con tutte queste vittime che offrono la loro voce… Per raccontare le loro storie. Non dovrebbero fare lo stesso quelli che hanno osservato da bordo campo? Invece di rifugiarsi nei terreni comodi e lussuosi del falso sdegno? Il fatto di essere testimone non porta con sé la responsabilità di dire la verità, indipendentemente da quanto possa essere vergognosa per voi? Voi sapete chi siete. E sapete che sapevate tutto. E sapete come so che voi sapete? Perché io ero lì con voi. E perché tutti sapevano, cazzo. Everybody-fucking-knew.
(Ecco, leggetevi il post di Scott Rosenberg, uno sceneggiatore che ha lavorato a lungo al fianco di Harvey Weinstein.  Leggetelo con attenzione)   Allora, beh, insomma. Dobbiamo parlare di Harvey. Io c’ero, per un bel pezzo. Da, boh, dal 1994 ai primi anni 2000? Qualcosa del genere. Di sicuro l’Età dell’Oro. Gli anni di PULP FICTION, SHAKESPEARE IN LOVE, CLERKS, SWINGERS, SCREAM, WILL HUNTING, IL…
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vegiamilan · 5 years
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Dergano
Cenni storici
La più antica notizia certificata dell’esistenza di Dergano risale al 1186 ed è un testamento. Ma Dergano deve avere radici più antiche in quanto il nome è di origine celtica, inoltre sono stati ritrovati resti di una chiesa romanica. Addirittura nel vecchio municipio era conservato un coperchio di un vecchio sarcofago e una lapide funeraria di epoca Romana.
L’antico percorso stradale che collegava Milano a Como transitava nella piazza Dergano, così nacquero numerose taverne e osterie. Una su tutti il celebre ristorante S.Carlo, ora abbattuto. Il percorso Milano-Como si modificò con la costruzione, in epoca napoleonica, della via Como (attuale via Imbonati).
Intorno al 1300 la maggior parte della zona Dergano fu governata da ricchi possidenti, la più importante era la famiglia Taverna che costruì la famosa Villa Taverna.
Nel 1797, in piazza Dergano viene eretto l’“albero della libertà” che simboleggiava l’adesione agli ideali rivoluzionari: Libertà, Uguaglianza e Fratellanza. Anche i nostri poveri contadini ne avevano fin sopra i capelli di conti, marchesi, feudatari conventi e ordini religiosi che da sempre la facevano da padrone. Curioso il consenso del parroco che solennizzò la manifestazione con il suono delle campane.
Giuseppina di Beauharnais fu la prima moglie di Napoleone (si sposarono a Parigi il 9 marzo 1796). Suo figlio fu nominato da Napoleone vicerè d’Italia, per rendere Milano degna di una capitale ne estese i confini, includendo anche Dergano.
Il 30 Gennaio 1896 è stato inaugurato l‘ospedale di malattie infettive Agostino Bassi ora sede di un grande parco in via Livigno. Il 30 Maggio 1979 l’ospedale fu chiuso, in 83 anni, grazie a personalità come il dott. Giovanni Polverini, l’ospedale ha svolto un ruolo fondamentale nello sviluppo di tecniche per contrastare malattie come vaiolo, difterite e tifo
Negli anni tra il 1900 e il 1910 nacquero a Dergano circoli e cooperative come la cooperativa edificatrice e il circolo Rinascimento. Queste associazioni di cittadini erano una continua fonte di iniziative: da corsi per il recupero degli analfabeti alla creazione di una banda musicale, dalla creazione di un forno cooperativo, a una biblioteca, da un luogo di ricreazione laico al sindacato operaio. Inoltre le case costruite dalla cooperativa furono il frutto di un concetto nuovo di proprietà privata perché le case erano abitate da soci che non ne diventavano a tutti gli effetti proprietari ma servivano a coloro che non avessero potuto permettersi di acquistare una casa propria.
1922: il quartiere fu assalito dai fascisti, i cittadini subirono violenze di ogni genere. In particolare ci fu una vera e propria battaglia al circolo rinascimento. Nello scontro ci furono due morti, un fascista e un socialista. Il circolo fu devastato e chiuso.
Gli scioperi del Marzo 1943 coinvolsero il polo industriale Bovisa-Affori-Dergano. Questi scioperi furono di fondamentale importanza nel panorama dell II Guerra Mondiale perché la voce degli operai in sciopero contribuì alla caduta del regime fascista.
Le Industrie du Dergano
CARLO ERBA Carlo Erba, pioniere dell’industria, diede vita a un primo laboratorio nel 1851 che andò via via ingrandendosi con i nuovi stabilimenti a Baranzate (1880) e a Dergano (1892). Era la maggiore industria di medicinali in Italia.
MAPEI La ditta, nata a Dergano nel 1937, era posta nella parte più remota del quartiere, in via Cafiero. Oggi è leader mondiale nella produzione di adesivi e prodotti chimici per l’edilizia, si caratterizza per l’ampio spazio dedicato alla ricerca e allo sviluppo di prodotti eco-sostenibli. L’azienda, fondata dal padre Rodolfo, è oggi guidata da Giorgio Squinzi che dal 2012 è anche presidente di Confindustria.
ZAINI Luigi Zaini trasformò il suo laboratorio artigianale in una fabbrica di successo per la produzione di dolci, cioccolato e caramelle. Tra il 1917 e il 1918, in via Imbonati, si costruirà l’attuale fabbrica. I suoi prodotti sono oggi diffusi in tutta Europa e in molti paesi del Mondo.
ITALCIMA Ex fabbrica di cioccolato chiusa negli anni ’70, sorgeva a Dergano in un edificio costruito nel 1932-36 che porta la firma di Gio Ponti e di Luciano Baldessari. Rimane una delle più significative realizzazioni del razionalismo milanese.
Hanno mosso i primi passi a Dergano anche Enrico Mattei che, con la fondazione dell’ Ente Nazionale Idrocarburi (ENI), ha dato il via alla più importante industria statale italiana.
In tutto il quartiere vi erano anche numerosi corrieri e aziende di trasporto merci. I trasportatori e gli operai spesso pranzavano nella zona e così nacquero un gran numero di osterie e trattorie, oggi per la maggior parte scomparse.
In parallelo allo sviluppo industriale del secondo dopoguerra ci fu il fenomeno dell’immigrazione dal sud verso il nord (soprattutto Torino, Milano e Genova, il cosìdetto triangolo industriale). Il nostro quartiere, così ricco di lavoro e industrie ne fu coinvolto in pieno. L’immigrazione di quegli anni può essere messa in dialogo con quanto accade oggi: ci troviamo ad ospitare persone con lingua, cultura e abitudini diverse dalle nostre. Gli incontri tra diverse culture non sono mai stati facili, non lo sono stati ieri con coloro che venivano chiamati “terroni” e non lo sono oggi con i nuovi arrivati. Chi voglia vedere dove si fa integrazione (quella vera) si rechi alla biblioteca Dergano-Bovisa. Il 15% dei fruitori sono stranieri, prevalentemente cinesi e arabi, inoltre la biblioteca organizza numerose mostre, incontri, film e concerti.
DERGANO E L’ARTE – MILANO FILMS Sorse nel dicembre 1909 dalla trasformazione della SAFFI-Comerio in Società Anonima Milano Films aveva sede legale in via San Paolo 22 e lo stabilimento in via Farini, su iniziativa di personalità aristocratiche come il barone Paolo Ajroldi di Robbiate, i conti Pier Gaetnano Venino, Giovanni e Giuseppe vìvisconti di Modrone, Mario Miniscalchi Erizzo, Carlo Porro e il principe Urbano Del Drago. Nel 1911 la Milano Films realizzò L’inferno ispirato alla celebre opera di Dante. Fu il primo lungometraggio italiano. Nello stesso anno fu inaugurata la nuova sede, tra le vie Maffucci, Baldinucci, Davanzati e Candiani. La chiusura avvenne negli anni ’30 ma ci sono stati lasciati film da annoverare nella storia del cinema.
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yuriiakai · 7 years
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Tra sogno e incanto - Lo Studio Ghibli
Disclaimer: stavolta le foto sono tutte mie tranne il logo dello studio e le foto dei suoi fondatori.
Pochi giorni fa il sommo maestro Hayao Miyazaki ha compiuto settantasei anni; in suo onore e per rimediare al fatto di non aver mai affrontato l'argomento, oggi vorrei parlarvi dello Studio Ghibli. 
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Lo Studio Ghibli è il più famoso studio di animazione giapponese, fondato nel 1985 da Hayao Miyazaki e Isao Takahata; gode di un'enorme popolarità sia in patria che all'estero, dove molti dei film prodotti sono stati accolti positivamente dalla critica ed hanno vinto numerosi premi. 
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Tra i titoli più conosciuti abbiamo Una tomba per le lucciole, di Isao Takahata, e Kiki - Consegne a Domicilio, La città incantata, La principessa Mononoke e Il castello Errante di Howl di Hayao Miyazaki. 
La mascotte dello studio è Totoro, spirito protettore della foresta e protagonista dell'omonimo film, anch'esso molto popolare. Una curiosità: il nome dello studio è universalmente letto "Ghibli" tranne in madrepatria, dove si pronuncia "Gibli"; fu Miyazaki stesso a scegliere il nome, che in libanese significa scirocco e che era un termine usato per indicare il Caproni Ca.309 dell'aeronautica italiana usato verso la fine degli anni trenta. Il mondo dell'aviazione è una delle passioni del maestro Miyazaki, come si può evincere da Porco Rosso e Si alza il Vento... Film dove peraltro traspare anche l'amore del regista verso l'Italia. 
Se anche voi siete fan dello Studio Ghibli, una tappa che non potete perdervi è il Museo d'Arte Ghibli, a Mitaka, fermata della linea gialla Chuo. 
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MA ATTENZIONE! Prendere i biglietti potrebbe non essere così facile! 
Se andate in Giappone tramite un'agenzia di viaggi, vi consiglio di richiedere i biglietti direttamente all'agente, oppure prenotare online: non è possibile comprarli all'ingresso del museo! 
Se invece foste già a Tokyo e voleste andarci comunque.... Beh, buona fortuna! I biglietti sono limitati, con orari di entrata precisi, e vengono resi disponibili il 10 del mese per il mese successivo; basta recarsi in un conbini di LAWSON ed usare la macchinetta apposita. Tutto qui? Beh, OVVIAMENTE NO. Perché la macchinetta non ti dice se i biglietti per quel giorno e quell'ora sono esauriti finché non arrivi al pagamento! Questo significa che se per disgrazia doveste selezionare un giorno già pieno, sarete avvisati solo dopo aver compilato il modulo con tutti i dati! Io ci ho perso quasi un'ora prima di riuscire a trovare un buco... E questo sistema non vale solo per il museo in questione, perché è lo stesso adottato per i concerti! Ah, il Giappone! 
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Dicevamo, il Museo sorge a Mitaka, sobborgo di Tokyo immerso nel verde: il parco Inokashira è uno dei luoghi più gettonati durante la fioritura dei ciliegi.
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Ad accogliervi all'entrata ci sarà un enorme pupazzo di Totoro, che avrei tanto voluto portarmi a casa... 
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Io ci provo, magari non se ne accorgono...
Proseguendo, vi ritroverete all'ingresso vero e proprio, da cui potete scorgere uno dei robot di Laputa - Il castello nel cielo spuntare dalle mura. 
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Il biglietto d’ingresso è in realtà una diapositiva con una scena di un film dello Studio, nel mio caso I racconti di Terramare.
E qui, miei cari, potete anche buttare via la fotocamera: all'interno del museo è vietato fare foto, a seguito delle indicazioni dello stesso Miyazaki; questo perché il museo va vissuto fino in fondo, senza la distrazione che comporta la fotocamera. Nonostante sia io stessa un paparazzo mancato, mi ritrovo a sposare quest'idea per quanto riguarda il museo, che è davvero un'emozione unica! Ci si immerge totalmente nelle sale, sbirciando tra le apparecchiature, perdendosi tra gli schizzi e studi originali del personaggi, rimanendo stupidi per le tecniche usate durante la produzione e l'effetto finale. 
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Suddiviso in tre piani, il piano terra ospita esibizioni temporanee, solitamente cortometraggi inediti dello Studio, ed è dedicato alla parte più pratica della regia dei film. 
Il secondo piano è invece dedicato alle bozze e ai disegni: dalla nascita dell'idea al disegno finito, si percorre quello che ha l'aria di essere uno studio di artisti di un'altra epoca, con tavolozze di colore sparse ovunque e dipinti di paesaggi appesi alle parenti. È forse la parte che mi ha emozionata di più, soprattutto quando mi sono ritrovata davanti alle bozze originali. In questo piano troverete anche un enorme Gattobus di pelouche, dove i bambini possono giocare in libertà. SOLO i bambini, mi dispiace. 
L'ultimo piano è dedicato ai negozi: troverete la libreria con la sala lettura, particolarmente consigliata ai bimbi, e l'immancabile negozio di souvenir "MAMMA AIUTO", che è quello che griderà la vostra carta di credito quando uscirete da lì dopo aver depredato gli scaffali. 
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Potete poi decidere di uscire e raggiungere i piedi della statua del robot di Laputa, oppure mangiare qualcosina al cafè in giardino. 
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Il museo è piccolo, ma se siete amanti dello Studio Ghibli è un'esperienza da non perdere! E considerato il mio amore per i lungometraggi dello Studio, non potevo certo perdermi la mostra temporanea a Roppongi Hills! 
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La Grande Mostra dello Studio Ghibli era incentrata sulla storia dello Studio stesso e della sua filmografia, da Nausicäa della Valle del Vento (lavoro precedente alla fondazione dello Studio) fino alla nuovissima co-produzione La Tartaruga Rossa, con particolare attenzione ai poster promozionali. Anche in questo caso i posti dove si poteva fotografare erano limitati, perciò vi posso mettere soltanto queste. 
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Ed essendo stato il trentesimo anniversario dell'uscita di Laputa, il film ha avuto un posto d'onore alla mostra: al centro della sala è stata ricreata la nave volante meccanica, che si muoveva pure! E tutto intorno erano stati appesi i vari velivoli che sono apparsi nei film dello Studio, complice la passione di Miyazaki per gli aerei. 
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Non dimentichiamoci del Gattobus, stavolta accessibile anche agli adulti! 
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E con questo abbiamo finito il giro turistico! Vi siete divertiti? 
Tra i miei progetti futuri vi sarebbe poi la rubrica dedicata ai film dello Studio Ghibli (un film = un post), ma vorrei prima comprarmi i dvd per poterli guardare in originale. Anche perché l'adattamento italiano avrebbe potuto essere "parecchio stupendo", ma alla fine "non è ganzo nemmeno un pochino". Non lo pensi anche tu, mio caro Cannarsi?
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MIlano - Vigentino
  Nel parcheggio dell’Esselunga a #Ripamonti c'è un omone coperto di strati di vestiti con la maglia sollevata a mostrare la pancia bianca come un pesce morto. Dietro di lui e alla sua pancia bianchiccia, svettano i nuovi fabbricati, cui la scala antincendio fa da corazza o da prigione. Sono color scarpette da danza. Hanno balconi cubici e trasparenti, sporgenti come dentini. L’asfalto è coperto da un tappeto di vetri macinati. Nel parco, un vecchio in mutande spinge in fuori l’inguine e resta immobile, le mani sui fianchi. Un po’ più a sud, il comune sta per aprire uno spazio per i #clochard e per i loro animali che sia vivibile come una casa, aperto tutti i giorni e con progetti di inclusione sociale.
La zona Spadolini è ariosa e verde, con la ciclabile corallo in piastrelle, vie larghe e tranquille con i soliti cani a passeggio. Negli anni ‘90 non ci venivo a Ripamonti.  Negli anni duemila ci fu un lieve progresso: venivo solo ai #Magazzini sperando di non essere aggredita. Il parco Memorie Industriali (l’ultima volta che sono stata qui, c’erano ancora officine #OM per la produzione di autocarri) fa da cuscinetto alla circonvallazione. 
Quando sarà grande, sarà unito al Parco Ravizza tramite il Parco della Cultura (nell’area della ex Centrale del Latte). Per ora è ancora isolato, pronto per essere conquistato da graffittari e da nomadi che, di tanto in tanto, ci si accampano, stando a ridosso della #ferrovia. 
I treni passano poco sopra e il loro rumore si mescola al canto degli uccelli. A terra, minuscole amarene. Ci sono meli e ippocastani, pruni, rododendri e azalee. Un atleta si allena presso la pilastrata del #carroponte. Alcuni ragazzi arrivati in bici dormono nell’erba in cima alla collina. Un germano lascia la Vettabbia e si appollaia sulla massicciata.
Quak.
Oggi c'è la #Santeria Toscana in cui andare a vedere i concerti. L’edificio sta appoggiato al #Naviglio, ci passa sopra la ferrovia per san Cristoforo, lì appeso sopra alla testa del germano (quak).
Un bambino di 7 mesi è morto durante uno sgombero in viale Tibaldi, negli anni Settanta.
Un uomo nerboruto urla e - gesticolando - fa il dito a qualcuno al di là di viale Toscana e poi lancia un verso scimmiesco di spregio a nessuno. Perché non c’è nessuno sull’altro lato del viale, vicino alla fermata sotto la Centrale. Ma con questo nessuno, l’uomo urlante è senza dubbio furibondo.
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lamilanomagazine · 11 months
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Pesaro: ente Concerti ospita il Children’s corner con l’Orchestra di LiberaMusica
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Pesaro: ente Concerti ospita il Children’s corner con l’Orchestra di LiberaMusica.  Domenica 30 luglio, ore 21:00 l’Ente Concerti di Pesaro ospita all’interno del cartellone di Miralteatro d’Estate l’Orchestra di LiberaMusica diretta per l’occasione da Daniele Rossi. Sul palco dell’Anfiteatro del Parco Miralfiore di Pesaro sarà protagonista un ensemble formato da bambini tra i 6 e i 13 anni, accompagnati da insegnanti, educatori e volontari dell’associazione di promozione sociale pesarese. Il concerto, intitolato Children’s corner – La musica la fanno i bambini, vede in programma brani tratti da repertorio classico, in un viaggio musicale tra i temi dei più famosi autori del ‘700, ‘800 e ‘900. La presidente dell’Ente Concerti Marta Mancini ricorda che “l’Ente promuove e sostiene con convinzione da oltre sessanta anni l’educazione, la ricerca e la produzione musicale a tutti i livelli, con particolare attenzione alle formazioni di giovani esecutori. E’ per noi un grande piacere ospitare il Children’s corner e offrire a tanti giovanissimi musicisti la possibilità di esibirsi insieme su uno dei palchi estivi più belli della città”. Sin dalla sua fondazione nel 2015 LiberaMusica ha come obiettivo quello di dare a ciascuno la possibilità di avvicinarsi allo studio e all’esperienza del fare musica insieme, progettando percorsi di educazione musicali basati sull’inclusione sociale. Come sottolinea Chiara Galli, coordinatrice dell’associazione: “la musica deve essere un diritto e non un privilegio, ma sappiamo purtroppo che ancora non è così. Molti credono che per studiare musica sia necessario avere orecchio, avere voce, avere le mani adatte. Noi crediamo che l’unica cosa necessaria sia avere la possibilità di conoscere la musica, di avvicinarsi ad essa, di essere condotti in un cammino di ascolto e di condivisione. Per questo le attività che proponiamo sono rivolte innanzitutto proprio a coloro cui questa possibilità oggi non è concessa o è resa difficile. Fare musica insieme non significa solo essere musicisti ma significa anche pensare che la musica possa aiutarci ad essere, un domani, uomini, donne, bambini e bambine migliori di quanto siamo oggi.” Biglietti posto unico € 5,00 (bambini gratis fino a 6 anni). Vendita online su www.vivaticket.com e rivendite del circuito. Prevendita dal mercoledì al sabato in orario 17-19 presso la biglietteria del Teatro Sperimentale. Informazioni Ente Concerti Pesaro (0721 32482 - [email protected]). Biglietteria Parco Miralfiore dalle ore 20 ingresso via Respighi (334 3193717). Le attività dell'Ente Concerti di Pesaro sono realizzate con il sostegno del Ministero della Cultura, Regione Marche, Assessorato alla Bellezza del Comune di Pesaro e con il contributo di Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro. L'Ente Concerti di Pesaro, insieme ad Associazione Musicale Appassionata di Macerata, Società Amici della Musica "Guido Michelli" di Ancona e Ascoli Piceno Festival fa parte di Marche Concerti, network regionale dedicato alla promozione della musica classica e contemporanea.  ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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tmnotizie · 5 years
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PESARO – E’ ancor più affascinante e suggestiva la provincia di Pesaro Urbino durante le festività natalizie. Un tour nel periodo più magico dell’anno lungo l’Itinerario della Bellezza è quello che propone Confcommercio Marche Nord, tra arte, cultura, tradizioni, grandi mostre. Un viaggio nelle Marche, l’unica destinazione italiana inserita fra i luoghi da non perdere nella classifica “Top Regions – Best in Travel” per il 2020 dalla Lonely Planet, la guida turistica più famosa al mondo.
Il progetto ideato per valorizzare e promuovere l’immenso patrimonio artistico, storico, ambientale ed enogastronomico del territorio si è arricchito negli ultimi mesi di due altre interessanti offerte per turisti e visitatori: l’Itinerario Romantico e quello Archeologico, fortemente voluti dal direttore Amerigo Varotti e dai Comuni aderenti.
Questa è la terra di Urbino, patrimonio dell’Umanità per l’Unesco e Città natale di Raffaello; di Pesaro, Città creativa della musica Unesco e patria di Rossini; delle scoperte archeologiche più sensazionali del secolo scorso: i Bronzi dorati di Pergola e la romana Domus del Mito di Sant’Angelo in Vado. E ‘ il territorio in cui primeggiano le città medievali di Gradara – Borgo più bello d’Italia 2018 – e Mondavio con la Rocca roveresca di Francesco di Giorgio Martini. E’ il “luogo” della storia dell’umanità rappresentata dalla città di Fossombrone. E’ la zona di Colli al Metauro, Comune nato dalla fusione dei borghi collinari di Montemaggiore al Metauro, Saltara e Serrungarina.
E non mancano luoghi e città che definire romantici è solo una ovvia constatazione. Come definire, altrimenti, una città balneare come Gabicce Mare con la sua spiaggia dorata, i tanti ristorantini per le serate a lume di candela, le passeggiate tre le botteghe e i negozi del Parco Regionale del Monte San Bartolo con sentieri, insenature e panorami mozzafiato? E non sono forse romantiche (e ricche di storia) le città di Gradara, Fossombrone, Sant’Angelo in Vado e Cagli dove si sono vissute grandi storie d’amore? Luoghi tutti da godere, dal mare ai borghi, con l’Itinerario Romantico.
La provincia di Pesaro e Urbino è ricchissima anche dal punto di vista archeologico e conserva rilevanti testimonianze della storia e della cultura materiale dell’uomo dal Paleolitico al Rinascimento passando per l’epoca romana.
Dai Bronzi dorati di Pergola al Parco Archeologico di Fossombrone, dalla Domus del Mito di Sant’Angelo in Vado alle aree archeologiche di Colombarone e di via dell’Abbondanza a Pesaro. E ancora il Museo archeologico e della via Flaminia a Cagli, la Grotta Ipogeo a Piagge, i rinvenimenti archeologici a Tavernelle di Colli al Metauro: con l’Itinerario Archeologico la possibilità di scoprire gli straordinari tesori di un territorio dall’infinita bellezza.
Durante queste festività natalizie tanti gli eventi che propongono le perle della bellezza, dove i luoghi dell’arte e della cultura saranno sempre aperti al pubblico.
Ad Urbino fino al 19 gennaio 2020, si potrà visitare la mostra “Raffaello e gli amici di Urbino”: il primo degli eventi dedicati al grande Maestro urbinate. Ripercorre l’attività dei pittori urbinati Timoteo Viti (1469-1523), Girolamo Genga (1476-1551) e Raffaello Sanzio (1483-1520) attraverso il filo conduttore delle relazioni di Raffaello con un gruppo di artisti operosi a Urbino che accompagnarono i suoi sviluppi stilistici durante la memorabile stagione romana.
Fino al 13 aprile 2020 si potrà invece ammirare la mostra Raphael Ware. I colori del Rinascimento. Espone 157 raffinati esemplari di maiolica italiana rinascimentale, provenienti dalla più grande collezione privata del mondo di questo genere, con l’obiettivo di focalizzare l’attenzione su quell’importante momento della tradizione artistica italiana. Informazioni: https://ift.tt/2arSv3a
A Pesaro, al Centro Arti Visive Pescheria è in programma la mostra “Benvenuto (anima del pittore da giovane)”, di Gianni Politi (Roma 1986), a cura di Marcello Smarrelli, con un testo di Davide Ferri. Gianni Politi ha creato per gli spazi della Centro Arti Visive Pescheria un triplice intervento la cui funzione è quella di rivelare alcuni rapporti interni al suo lavoro. L’esposizione rimarrà aperta dal 14 dicembre al 15 marzo 2020. Informazioni: https://ift.tt/1Pz8W5Q.
Venerdì 13 dicembre alle 18, inaugura a Palazzo Mosca – Musei Civici la mostra “IL DIRITTO DI ESSERE DEBOLI. Massimo Dolcini a Parigi nel 1989 per i diritti dell’uomo”. Visitabile fino al 1 marzo, l’esposizione fa tornare il grande grafico pesarese ai Musei Civici ma non solo; l’occasione è importante per riflettere su temi sociali, temi che hanno caratterizzato l’intera produzione di Dolcini e che sono oggi più che mai contemporanei e ricchi di spunti. Protagonisti i lavori dei sessantacinque grafici da ogni parte del mondo, tra cui Dolcini e i due italiani Pierluigi Cerri e Andrea Rauch, che presero parte al progetto voluto dal Governo Francese per celebrare il 200esimo anniversario della rivoluzione francese e della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino. Informazioni: pesaromusei.it
La manifestazione ‘Pesaro nel Cuore’, che rientra come tante altre nel ‘Il Natale che non ti aspetti’ promosso dalle Pro loco della provincia, propone tanti appuntamenti natalizi fino al 6 gennaio.
Nella meravigliosa Gradara, Palazzo Rubini Vesin, ospita fino al 16 febbraio 2020 la mostra ‘Durer e gli incisori tedeschi del ‘500’.
Iniziative per grandi e piccini, mercatini di piccolo artigianato Made in Italy e musica sono gli ingredienti di ‘Castello di Natale’ fino al 6 gennaio 2020.
Nella città dei Bronzi dorati ‘E’ Natale a Pergola’: sino alla fine dell’anno mostre, animazione, spettacoli, degustazioni in centro storico. Week-end trascorrere nei tanti agriturismi e b&b, ma anche in camper; Pergola dispone di un’area attrezzata immersa nel verde del Parco Mercatale, proprio in prossimità del centro storico. Non ci sono piazzole predefinite e la sosta è gratuita. Informazioni: comune.pergola.pu.it – pagina Facebook Punto Iat Pergola.
A Fossombrone il ‘Magico Natale’ fino al 6 gennaio: tanti appuntamenti per tutta la famiglia nel centro storico illuminato da ben 70mila lucine. Informazioni sulle iniziative culturali: pagina Facebook Punto Iat Fossombrone.
‘Natale a Cagli’ sino al 29 dicembre propone festività all’insegna del gusto: palazzi e cortili accoglieranno i prodotti tipici del territorio con degustazioni e tante idee regalo. Tutti gli appuntamenti: pagina Facebook Comune di Cagli.
Ricco menù anche a Sant’Angelo in Vado: mostre, mercatini, laboratori, presepi, musica e tante proposte per i bambini. Informazioni: comune.santangeloinvado.pu.it.
Mondavio ospita il 15 dicembre la seconda edizione di CioccoRocca: concerti, laboratori a tema, animazione. Informazioni: comune.mondavio.pu.it. Fino al 6 gennaio mostra del presepe artigianale nella Sala Mascarucci, mentre a San Filippo sul Cesano sarà visitabile il presepe artistico dell’associazione San Filippo nel Mondo.
‘Natale è…’ a Colli al Metauro: nelle domeniche di dicembre i borghi grazie all’atmosfera natalizia diventano ancor più suggestivi e da visitare. Numerosi gli appuntamenti: comune.collialmetauro.pu.it
Un Natale d’amare a Gabicce Mare: programma consultabile nel sito comune.gabicce-mare.ps.it. Tutte le informazioni sugli itinerari: lemarchediurbino.it
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cento40battute · 5 years
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Un paesaggio che seduce lo sguardo
Colmar
Rapiti dalla favolosa Alsazia, terra di cicogne nella regione del Grande Est in Francia 
Il nome Alsazia è in grado di evocare immagini fiabesche: con le sue tipiche case a graticcio, sembra proprio di trovarsi catapultati nello scenario di una delle storie dei fratelli Grimm.
In questa regione francese troviamo tutti gli ingredienti fondamentali per una vacanza perfetta: arte, natura e buona tavola; un percorso suggestivo che attraversa vigneti, terreni agricoli e incantevoli borghi medioevali.
Un lungo week end alla scoperta di alcune località di questo gioiello francese
L’idilliaca Colmar
San Martino ©AAA-Harrang
Colmar, La Petite Venise
Il risveglio della natura si festeggia a Colmar dal 4 al 22 aprile. L’edizione “Colmar festeggia la Primavera” giunta al 9° anno si declina in tre scenari: 2 mercati, 3 esposizioni di vendita artigianato presso l’antica dogana (Koifhus)  e concerti di jazz e di musica varia con il “Festival musica e cultura”.
Koifhus
Una buona occasione per visitare il centro storico del borgo. Ma prima lasciamoci trasportare dall’atmosfera romantica di un giro in barca alla scoperta del fascino della “Petite Venise” il quartiere colorato che si affaccia lungo il canale del fiume Lauch.
Torniamo sulla terra ferma e per non perderci le bellezze della città vecchia il Tour continua, guidati dalle placche di ottone con l’effige della Statua della Libertà situate sulle strade lastricate. Un omaggio a Frédéric-Auguste Bartholdi nato a Colmar e autore della Statua della Libertà di New York.
Cosa fare
www.tourisme-colmar.com
Dove alloggiare
Hotel Le Colombier. Un edificio del 18 ° secolo a due passi dalla “Petite Venise” che conserva la quintessenza dello spirito alsaziano.
Dove mangiare
Ristorante Le Quai 21. Situato nel centro storico della “Petite Venise”, ai margini del Quai de la Poissonnerie proprio accanto al mercato coperto. In cucina, lo Chef Frédéric Tagliani ama portare tocchi mediterranei ai suoi piatti, un richiamo alle sue origini italiane.
Meravigliarsi a Kaysersberg
Kaysersberg-©AAA-Meyer
Kaysersberg denominato “la collina dell’Imperatore” è uno dei borghi dall’atmosfera medioevale più affascinanti a ovest di Colmar. Situato nella valle di Kaysersberg, lungo la strada del vino (“route des vins” ) ricca di vigneti e villaggi pittoreschi.
www.kaysersberg.com
  … Un’esperienza immersiva e unica a Neuf-Brisach
A Neuf-Brisach, una delle dodici fortezze progettate dal famoso architetto militare Vauban e classificate Patrimonio Mondiale dell’Unesco, sorge una delle gallerie più belle che abbiamo mai visto. Un museo dedicato alla street & urban art.
Museo  -  Mausa Vauban Place de la Porte de Belfort, 68600 Neuf-Brisach - Fr https://mausa.fr/
  A Strasburgo con il naso all’insù…
Cattedrale Notre Dame – Casa Kammerzell-©AAA-Birge
Passeggiando per il centro storico, la cattedrale Notre Dame lascia senza fiato per l’incredibile altezza della guglia e delle sue dimensioni, al suo interno il famoso Orologio Astronomico risalente al Rinascimento che puntualmente alle 12.30, grazie a un meccanismo realizzato nella metà dell’Ottocento, una serie di automi si mettono in moto.
Il primo quarto d’ora è scoccato da un putto alato, il secondo da un fanciullo, il terzo da un adulto e il quarto da un vecchio a simboleggiare le età della vita. Tutti sfilano davanti alla morte che ha in mano una falce, dopo i rintocchi dell’ora un altro putto alato rovescia la clessidra che tiene in mano.
Strasburgo Petite France – PH.Paul Prim
#gallery-0-63 { margin: auto; } #gallery-0-63 .gallery-item { float: left; margin-top: 10px; text-align: center; width: 33%; } #gallery-0-63 img { border: 2px solid #cfcfcf; } #gallery-0-63 .gallery-caption { margin-left: 0; } /* see gallery_shortcode() in wp-includes/media.php */
Non molto distante presso Palazzo Rohan, prendiamo il battello lungo il fiume Ill per un Tour della città fino allo sbarramento dell’architetto militare Vauban e al quartiere parlamentare.
Una piacevole crociera che attraversa 20 secoli di storia www.batorama.com
  Per gli amanti della cultura e non solo, munitevi del City Pass sfruttando così gli ingressi gratis dei musei o a metà prezzo per 10 siti e attività, come tour in barca e accesso alla terrazza della cattedrale che riaprirà dopo il restauro a giungo 2019.
www.otstrasbourg.fr
Cosa fare
www.musees.strasbourg.eu
Dove alloggiare
Hotel Golden Tulip Strasbourg Centre The Garden. Rilassarsi nel Garden’s Spa in un luogo accogliente, un po’ lontano dal centro.
Dove mangiare
Aadaen Place. Brasserie alla moda dall’atmosfera letteraria. La cucina si ispira ai prodotti del territorio ma con un tocco urbano.
Lasciamoci catturare dall’arte di René Lalique partenza per Wingen sur Moder
L’arte delicata di René Lalique si racconta a Wingen-sur-Moder, in un museo in cui la museografia assomiglia a colui che l’ha ispirata inventandosi dal 1921.
In questo scrigno di verde nei Vosgi del Nord, il Museo Lalique, non lontano dal sito di produzione Lalique, è un gioiello dedicato alla famosa marca di gioielli e oggetti decorativi.
È un luogo tutto da scoprire, che racconta la delicata arte di René tra oggetti preziosi, disegni e molto altro. Il museo espone più di 500 opere.
Opere che consentono di cogliere le differenti sfaccettature delle creazioni Lalique, dal gioiello Art Nouveau, ai disegni, al vetro Art Déco fino al cristallo odierno.
Insieme di flaconi di profumo. PH.(c) K. Faby – Coll. Musée Lalique
Al museo Lalique dal 17 maggio fino al 3 di novembre 2019 si inaugura la mostra “L’invention du parfum moderne” che affronterà l’incontro del giovane profumiere François Coty e del vetraio René Lalique che rivoluzionò la storia della profumeria.
www.musee-lalique.com SOCIAL FB
  Il fascino della tranquilla Obernai e il suo centro 
Circondata da un bellissimo ambiente naturale, ammiriamo le case tipiche in stile alsaziano,  raggiungendo a piedi la piazza principale ci accoglie la fonte di Santa Odilia che rappresenta la patrona dell’Alsazia.  Il municipio, la torre medievale della cappella della Vergine e la chiesa di Saint-Pierre-et-Saint-Paul, neogotica.
Cosa fare
www.tourisme-obernai.fr
Dove alloggiare
Le Parc Hotel. Bellissima struttura in stile alsaziano. A ottobre 2019 svelerà la nuova Spa avanguardistica di 2.500mq.
Dove mangiare
Le Fraiberg. Un piccolo “winstub” (taverna). La cucina rivisita con genialità la buona vecchia cucina alsaziana con proposte molto invitanti a seconda degli ingredienti di stagione.
Prima di tornare in Italia sosta a Mulhouse
Mulhouse
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La Place de la Réunion è il cuore storico della città dove convivono armonicamente il municipio dai toni rosati in stile Rinascimentale renano, le dimore antiche, la fontana e il tempio Saint-Etienne, in stile neogotico, dalle vetrate risalenti al XIV secolo..
Mulhouse offre scoperte emozionanti di cui: il Museo Nazionale dell’Automobile, la Città del Treno e il Parco Zoologico e Botanico. 
www.tourisme-mulhouse.com
  Enogastronomia, città e villaggi di charme, senso dell’accoglienza : l’Alsazia è tutto questo
WWW.ALSACE.COM
L’incanto dell’Alsazia Un paesaggio che seduce lo sguardo Rapiti dalla favolosa Alsazia, terra di cicogne nella regione del…
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benedettobasile · 5 years
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BIOGRAFIA  (aggiornata)
BENEDETTO BASILE
Musicista poliedrico, flautista, autore di musica per il teatro, strumento solista e piccoli ensemble.
Intraprende lo studio del pianoforte all’età di nove anni e del flauto traverso compiuti i dieci. Prosegue, quindi, lo studio del flauto superando l'esame di ammissione presso il Conservatorio di Musica Vincenzo Bellini di Palermo.
Durante gli anni dedicati allo studio accademico matura l'idea che ogni genere e stile musicale presenti elementi e possibilità peculiari impossibili da trovare negli altri e che tutti i linguaggi espressivi andrebbero per questo coltivati tramite l'ascolto o la pratica in quanto simboli e quindi conoscenza intuitiva della complessità della realtà. Così, parallelamente alla pratica accademica, inizia a suonare con formazioni rock e folk. In questo periodo frequenta da uditore i corsi estivi dell'Accademia Musicale Chigiana (docente A. Nicolet).
Conclusi gli studi presso il Conservatorio arrivano i primi riconoscimenti: vince alcuni premi in ambito accademico ed extra accademico, si esibisce in trio (flauto, violino, chitarra) per alcune associazioni siciliane, lavora con l'Orchestra del Conservatorio V. Bellini di Palermo per il Teatro Massimo di Palermo, consegue l'abilitazione per l'insegnamento dell'educazione musicale nella scuola media e superiore e ottiene i primi incarichi da docente. Una grave malattia, però, ne mette seriamente a rischio l'attività artistica, così per alcuni anni è impossibilitato a perfezionare il proprio percorso accademico ed è costretto ad abbandonare quasi del tutto la pratica musicale. Malgrado ciò la sua innata curiosità musicale lo porta ad approfondire la conoscenza delle tecniche contemporanee di produzione del suono con il flauto traverso e dell'uso dell'elettronica con lo strumento acustico. Compone quindi alcuni brani che porranno le basi per il suo primo progetto di concerto in solitario per flauto ed elettronica intitolato Metamorphoseis.
Musicista al di fuori degli schemi, una volta superata la malattia, non disdegna di esibirsi per strada partecipando a numerosi buskers festival considerando l'arte di strada la forma più grande di indipendenza culturale e artistica per un musicista.
Incide con gli L.T.R. il singolo Love is better, pubblicato nel 1996 dalla Sony ed entra a far parte del gruppo jazz/fusion Work in Progress con cui inciderà, alcuni anni più tardi il cd Step one per l'etichetta Il Teatro del Sole.
Riprende gli studi accademici perfezionandosi con Glauco Cambursano e Maurizio Valentini (Accademia Internazionale di Musica di Novara, dove consegue il diploma triennale di alto perfezionamento) ed in seguito frequenta il corso annuale di specializzazione in ottavino tenuto da Nicola Mazzanti presso l'AIF (Accademia Italiana del Flauto) di Roma. In questi anni suona per l’Orchestra di Musica Contemporanea e l’Orchestra Filarmonica di Palermo, porta a compimento il progetto per flauto ed elettronica Metamorphoseis e propone in pubblico un recital di flauto solo sul repertorio barocco, trascrivendo per il flauto la Toccata e fuga in re min. BWV 565 per organo di J. S. Bach, inserendola nei programmi dei suoi concerti. Sempre in questo periodo vince alcuni premi tra i quali il primo premio al Concorso Internazionale Città di Tollo nella categoria fiati solisti.
Dopo avere approfondito lo studio della musica eurocolta si avvicina al jazz frequentando il Corso di Arte e Tecnica dell’Improvvisazione tenuto da Vito Giordano presso il Conservatorio di Musica V. Bellini di Palermo.
In seguito frequenta i Seminari Senesi di Musica Jazz, quindi accede al Corso di Jazz presso il Conservatorio di Palermo che sarà costretto ad abbandonare dopo un anno di frequenza per incompatibilità con il percorso di Laurea di II livello in flauto traverso dello stesso Conservatorio (primo nella graduatoria degli esami di ammissione), corso che lascerà anche in questo caso dopo un anno perché non in linea con il tipo di formazione alla quale è interessato. Nel frattempo nascono nuovi progetti: un duo flauto e pianoforte focalizzato sulla musica del XX secolo e numerose collaborazioni che lo vedono impegnato nei generi musicali più vari (flamenco, bossa nova, musica cubana, canzone d'autore, ecc.). In virtù di tali collaborazioni incide alcuni cd e suona per numerose associazioni, festival e teatri tra cui: Amici della Musica di Palermo, Brass Group Palermo, Istituto Cervantes Palermo, Goethe-Institut Palermo, Brass Group Trapani, Settimana Internazionale di Musica Sacra di Monreale, Kals’art, Kals’art Winter, Circuito del mito, Teatro Antico di Segesta, Castelbuono Jazz Festival, Cinisi Jazz Festival, Lithos Rassegna Nazionale di Musica Popolare Acustica e Contemporanea, Suoni dal Monviso, Auditorium RAI di Palermo, Festival Permanente Teatro di Marsala, Teatro Vittorio Emanuele II di Messina.
Con il gruppo Dario La Rosa e i Treni Lenti nel 2001 accede alla fase finale nazionale delle selezioni per partecipare al Festival di Sanremo organizzata dall'Accademia della Canzone di Sanremo.
Nell'estate 2005 lavora per il cantautore Mario Incudine per il quale inciderà due anni più tardi nel disco Abballalaluna.
Con il chitarrista e battentista Davide Polizzotto compone I mulini di Spartà, brano commissionato dall’Ente Parco dei Nebrodi come commento sonoro al cd-rom Le strade dei sapori.
In questo periodo incide per la cantautrice Lucina Lanzara in alcuni cd editi da Rai Trade e Casa Editoriale Sonzogno.
Entra quindi a far parte del gruppo LassatilAbballari, formazione il cui interesse si focalizza sulla musica folk da danza europea. Per il gruppo compone alcuni brani originali e registra nel cd Suoni delle danze del sud. Nello stesso periodo inizia a collaborare con il Centro delle Arti e delle Culture Arci Tavola Tonda di Palermo ricoprendo, nel corso degli anni, il ruolo di flautista, docente di strumento, teoria e musica d'insieme, coordinatore dell'area musicale del progetto Artigiani Culturali e direttore dell'omonima orchestra popolare. L'attività con i LassatilAbballari ed il Centro Tavola Tonda lo vede ad esibirsi in centinaia di concerti in Italia ed all'estero (Polonia, Germania, Francia, Belgio, Olanda, Svizzera e U.S.A.), suonando presso il Conservatorio di Ginevra (Svizzera), l'Università del Kentuky (U.S.A.), Festival Vox Populi (Francia), Festiwal Spoiwa Kultury (Polonia), Festival Internazionale dell'Oralità Popolare di Torino, il Gran Bal Trad, Casa Italiana Zerilli-Marimò (NY – U.S.A.), collaborando, inoltre, con il cantautore Eugenio Bennato. Nell'ambito delle attività del Centro Tavola Tonda realizza diversi workshop e laboratori di flauto traverso in più edizioni del Festival Espressivamente presso il Parco Museo Jalari (ME) e un laboratorio di improvvisazione in collaborazione con la danzatrice Gabriela Juttner.
Nel 2008 entra a far parte, come flautista e conduttore, del laboratorio creativo multidisciplinare FolkaLab ideato da Mario Crispi (Agricantus) e Francesco Calabria e costituito da un nucleo eterogeneo di artisti legati dalla pratica della creazione artistica estemporanea, attivo a Palermo fino al 2011. Frutto dei tre anni di lavoro, concerti e performance, sarà il cd Folkalab vol.1 edito da Formedonda.
Nel 2014 intraprende un lavoro di ricerca sull'improvvisazione collettiva che lo stimola ad esplorare la metodologia della Conduction® creata da Lawrence D. Butch Morris. Da qui nasce e si sviluppa la sua attività di conductor che lo vede alla guida di vari ensemble in performance anche multidisciplinari quale quella realizzata per il Goldsmith College di Londra presso i Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo. Tra gli ensemble condotti si citano la Sicilian Improvisers Orchestra, l'Ensemble U di Tallin il Werkstatt Für Improvisierte Musik di Berna e la Wuppertaler Improvisations Orchester. Ha anche codificato un sistema di simboli grafici legati ai segni della Conduction®. Tale sistema di notazione grafica permette di creare delle Conduction preordinate definendone la forma prima dell'esecuzione e non in corso d'opera come avviene usualmente. Tale sistema ha trovato la sua realizzazione pratica nelle partiture grafiche Oracle n.1, n.2, n.3.
Nello stesso anno è chiamato a tenere un workshop sulla Conduction® e sull'improvvisazione in musica per l'Estonian Accademy of Music and Theatre nel'ambito del progetto CoPeCo (Master in Contemporary Performance and Composition).
La Sicilian Improvisers Orchestra, il più importante ensemble siciliano di rilievo internazionale attivo sulla scena contemporanea e sperimentale, nato per volontà del contrabbassista Lelio Giannetto, lo vede attivo anche come flautista e compositore; scrive infatti brani per l'intero ensemble, per piccoli gruppi, partiture concettuali, aleatorie e grafiche.
Con la SIO partecipa ad una serie di residenze creative in Italia e all'estero (Svizzera e Germania), collaborando così con Silke Eberhard, Michael Fischer, Jeremy Peyton Jones, Edoardo Marraffa, Christopher Dell, Sebastian Gramss, Carl Ludwig Übsch, Gunda Gottschalk, Giulia Tagliavia, Ulrich Gumpert, Christian Kobi, Daniele Roccato, Michel Doneda... che in molti casi compongono appositamente per la Sicilian Improvisers Orchestra. Nell'ambito dei concerti dell'ensemble siciliano esegue in prima assoluta, con Gianni Trovalusci ed Eva Geraci, le Variazioni su Cards in the Faces of Roses per tre flauti di Roscoe Mitchell e una versione inedita di Veni creator di Marcello Panni. Con la SIO, inoltre, realizza i cd The working concert (Revision II) e The working concert (Revision III) del compositore tedesco Christopher Dell.
In questo periodo prende forma il suo secondo progetto elettroacustico questa volta concepito per flauti (dal piccolo al basso), loop station ed elettronica e intitolato FLUTE XXI. Nel 2016 l'etichetta MAP Classics pubblica il cd FLUTE XXI Project basato su questo lavoro ed il brano Sahara presente all'interno del disco raggiunge la top 16 della classifica I-Tunes Canada nella sezione Musica Classica.
Dal 2017 collabora con il Curva Minore Piccolo Ensemble con il quale partecipa alla rassegna torinese Musiche in Mostra 2017 eseguendo in prima assoluta Un sol momento, scritto e dedicato al trio dalla compositrice Maria Radeschi. L'ensemble si esibisce inoltre in Estonia, Francia, Germania e Svizzera.
Ha scritto musiche di scena per alcuni spettacoli teatrali, tra questi Ilinx della danzatrice e coreografa Mara Rubino per il quale ha realizzato la maggior parte delle composizioni (altra autrice è la cantante, attrice e performer Oria). Lo spettacolo lo vede anche in scena come musicista e performer. Ha, inoltre, collaborato con il Teatro Atlante di Palermo.
Nel 2018, è chiamato a prendere parte, in qualità di workshop leader, alla Opening Performance organizzata dalla Great Learning Orchestra di Stoccolma presso il Magazzino Brancaccio di Palermo, evento collaterale alla biennale di arte Manifesta 12.
Ultimi progetti in ordine di tempo sono la performance di musica e pittura estemporanea Isirimah – Il grande viaggio con il visual artist Robin Udo (nella quale oltre ai flauti ed all'elettronica utilizza un sintetizzatore analogico semimodulare), il duo di musica elettronica Chemical Sound con la cantante e performer Oria, la performance di musica e danza Il mio corpo fiorisce da ogni vena in collaborazione con Mara Rubino, liberamente ispirata al Libro Rosso di C. G. Jung.
ATTIVITA' ODIERNA
PROGETTI ARTISTICI E PRINCIPALI COLLABORAZIONI
FLUTE XXI Project: Concerto "a solo" realizzato con flauti (piccolo, soprano, alto e basso), loop station ed elettronica. Creato dopo una ricerca rigorosa sulle possibilità timbriche e sulle tecniche contemporanee del flauto traverso (piccolo, soprano, alto e basso), opportunamente valorizzate dall'uso delle apparecchiature elettroniche che ne fanno ora percussione potente, ora suono distorto, ora etereo soffio, materia, canto, ritmo ossessivo… il concerto prevede l'esecuzione di brani autografi e di autori di musica contemporanea, jazz, fusion, folk…
Recital per flauto solo: Un viaggio nel repertorio musicale di questo strumento e delle sue declinazioni (piccolo, soprano, alto, basso), nell'ambito della tradizione eurocolta, dal XVII secolo ad oggi.
LassatilAbballari: Il gruppo ha all'attivo un cd e propone uno spettacolo di musica da danza di tutta Europa e composizioni originali, suonando frequentemente in Italia ed all'estero.
Sicilian Improvisers Orchestra: probabilmente il più importante ensemble siciliano di rilievo internazionale attivo sulla scena della musica contemporanea e sperimentale con il quale collabora in qualità di flautista, compositore e direttore.
Curva Minore Piccolo Ensemble: trio violino, flauto e contrabbasso il cui repertorio spazia dalla musica del XX secolo alla musica contemporanea espressa secondo la notazione tradizionale e le nuove forme di composizione dei suoni.​
Isirimah - Il grande viaggio: Music Paint Performance. Una stazione ferroviaria ai confini dell’immaginario. Due viaggiatori, sconosciuti anche a se stessi, s’incontrano ”casualmente” sullo stesso treno e intraprendono un viaggio onirico - attraverso un flusso di coscienza tradotto in suoni, colori, forme e movimenti - alla volta di Isirimah, luogo immaginario, entità invisibile che si trova in ogni dove, dentro e fuori ognuno di noi.
Chemical Sound: duo elettroacustico con sonorità ambient, techno, synthwave, newwave, sperimentazione elettro-acustica e psichedelia realizzate con effetti elettronici per la voce e i flauti traversi, loop, il Kaossilator Processor Pro+, un sintetizzatore analogico semimodulare, “strumentini” e giocattoli sonori.
Il mio corpo fiorisce da ogni vena: performance studio sul corpo. Il corpo come forma in cui l’Io si manifesta, una forma non scelta consapevolmente nel quale l’Io si trasforma continuamente. Corpo attraverso il quale l’Io conosce percepisce, si definisce.​
Ilinx: spettacolo dove danza, musica ,immagini e teatro si fondono. Un viaggio che passa dall'alienazione al risveglio, un risveglio impregnato di stupore verso sè stessi, nello scoprirsi nel deformarsi e ritrovare il proprio assetto autentico, di condivisione, di gioia dell'essere.
Inoltre lavora con numerosi artisti siciliani, spaziando dalla bossa nova al flamenco, al rock, alla musica afrocubana, jazz, fusion, contemporanea, classica...
ATTIVITA' DIDATTICA
Centro delle Arti e delle Culture Tavola Tonda: docente di flauto traverso e musica d'insieme presso l'omonima scuola popolare di musica. Conduction: Seminario di "improvvisazione guidata" basato sui principi e sulle tecniche della Conduction®del musicista, compositore e direttore d'orchestra Butch Morris, rivolto ad allievi e musicisti di qualsiasi livello.
Docente di flauto traverso presso le SMIM (Scuole Media ad Indirizzo Musicale).
DISCOGRAFIA
L.T.R.: Love is better - singolo -  Sony  Music Publishing - 1996
Tony Landolina: Tutto quanto ha più colore - CD - Autoproduzione - 1999
Oberon: Images in the mirror are closer than they appear - CD - Autoproduzione -  2002  
Work in progress: Step one - CD -  Ed. Teatro del Sole - 2003
Lucina Lanzara: Il canto del sole - CD - Rai trade - 2004
Massimo De Maria: Paseo flamenco - CD - Autoprodotto - 2007
Mario Incudine: Abbalalaluna - CD - Teatro del sole - 2007
FolkaLab: Vol. 1 - CD - Formedonda - 2008
Lucina Lanzara - Salvino Leone: Mons Regalis. L’opera del duomo - CD e DVD - Casa Musicale Sonzogno/ EGEA Music - 2010
Tempu ri capuna (con i LassatilAbballari) - Compilation - CD - Musica e Suoni - 2010
nKantu d'Aziz: Mi porteranno via - CD - myGroove - 2011
LassatilAbballari: Suoni delle danze del Sud - CD - Ass. S.A.C. - 2011
Pierpaolo Petta: Kërkím - CD - PPP - 2013
Nottedoro (con i LassatilAbballari) - Compilation - CD - Almendra Music - 2015
Lucina Lanzara: Lucina Canta e Racconta De Andrè - CD - Nota Preziosa - 2015
Christopher Dell feat. Sicilian Improvisers Orchestra: The working concert (Revision II) - CD - Edition niehler werft - 2016
Christopher Dell feat. Sicilian Improvisers Orchestra: The working concert (Revision III) - CD - Edition niehler werft - 2016
Benedetto Basile: FLUTE XXI project - CD - M.A.P. Classics - 2016
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25 ottobre, 25 novembre, un mese di Bologna Jazz Festival
Big Band Theory: l’edizione 2018 del Bologna Jazz Festival, che si terrà dal 25 ottobre al 25 novembre, suonerà a pieno volume. Tutti i concerti principali nei teatri vedranno infatti impegnati grandi organici orchestrali, mentre vari altri ensemble di ampie dimensioni si ascolteranno nel corso della restante programmazione. Dal primo rilevante appuntamento con Fabrizio Bosso assieme al suo quartetto e al Paolo Silvestri Ensemble si proseguirà con l’inedito incontro tra David Murray e la Tower Jazz Composers Orchestra, sino ad arrivare all’altisonante Clayton-Hamilton Jazz Orchestra con ospite Cécile McLorin Salvant, la vocalist afroamericana che ha rilanciato il fascino delle jazz divas. L’impressionante cast dell’SFJAZZ Collective, con otto blasonati solisti impegnati in un programma dedicato alla musica di Antônio Carlos Jobim, e la produzione sinfonica “Blues on Bach” con il trio di Enrico Pieranunzi e l’Orchestra Sinfonica del Conservatorio “G. B. Martini” di Bologna completeranno la “Teoria dei grandi numeri” che contraddistingue il BJF 2018.
Una ricchezza produttiva che serve anche a celebrare un’importante ricorrenza: il sessantesimo anniversario del primo festival jazz a Bologna, ideato da Alberto Alberti e Antonio “Cicci” Foresti e andato in scena nel 1958. Fu la prima manifestazione italiana di questo tipo e si impose immediatamente come punto di riferimento: dopo diverse fasi organizzative, dal 2006 ha preso la forma dell’attuale BJF, rilanciato ancora da Alberti sotto la direzione di Massimo Mutti.
Oltre a insediarsi nei più importanti teatri bolognesi (Teatro Arena del Sole, Teatro Duse, Unipol Auditorium), il BJF 2018 sarà di casa in numerosi altri luoghi cittadini e porterà a nuove dimensioni anche la presenza nell’area metropolitana e nelle province di Modena e Ferrara.
Forte di una notevole diffusione tra i giovani, il festival punterà con vigore sulla didattica e sull’intersezione tra jazz e altre forme espressive, come dimostra la rinnovata collaborazione con BilBOlbul Festival internazionale di fumetto. Frutto di questa partnership sono le immagini originali create per il BJF 2018 da un illustratore di primo piano come Andrea Bruno, in un contesto di notevole rilevanza sociale: l’artista è stato affiancato da un gruppo di persone con problemi psichici e comportamentali.
Il Bologna Jazz Festival è organizzato dall’Associazione Bologna in Musica con il contributo di Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Fondazione Carisbo, Gruppo Unipol, TPER, Città Metropolitana di Bologna, Bologna City of Music UNESCO, del main partner Gruppo Hera e con il sostegno del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e di SIAE – Società Italiana degli Autori ed Editori.
La parata di ampi organici orchestrali prenderà il via sin dalla prima serata del BJF 2018, il 25 ottobre al Teatro Consorziale di Budrio, con la New Talents Jazz Orchestra, formazione residente dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, diretta da Mario Corvini e con la presenza solistica di Stefano Di Battista al sax.
A mettere bene in chiaro i grandi numeri dei main concerts del Bologna Jazz Festival 2018, il 30 ottobre alTeatro Arena del Sole arriverà la più brillante tromba del jazz nazionale, Fabrizio Bosso. Con lui ci saranno il suo quartetto stabile e in aggiunta l’ensemble di Paolo Silvestri, che cura direzione e arrangiamenti di un programma orchestrale che mette a disposizione di Bosso una sorta di the best of Duke Ellington in una veste sonora lussureggiante.
È sotto la bandiera dell’incontro inedito che il 3 novembre all’Unipol Auditorium il sassofonista californiano David Murray e laTower Jazz Composers Orchestra condivideranno il palco. Un solista afroamericano di culto da una parte e un’intera orchestra, esuberante e ardita, dall’altra: una produzione originale del BJF a effetto sorpresa.
La produzione più notevole del BJF 2018 andrà in scena il 5 novembre alTeatro Duse, con la vocalist Cécile McLorin Salvant, la nuova punta di diamante del canto jazz profondamente ancorato alle radici afroamericane, ospite speciale della Clayton-Hamilton Jazz Orchestra. Semplice e diretta è la definizione di questa formazione secondo DownBeat: “la migliore big band d’America”. E non sembra un superlativo buttato lì a caso, visti i solisti (a partire da Diana Krall) che si sono avvalsi della formazione creata e diretta da Jeff Clayton (sax alto), John Clayton (contrabbasso) e Jeff Hamilton (batteria).
Da un estremo all’altro del jazz della West Coast: mentre la Clayton-Hamilton Jazz Orchestra raccoglie i migliori strumentisti dell’area di Los Angeles, l’SFJAZZ Collective (che si esibirà il 7 novembre all’Unipol Auditorium) è strettamente associato col San Francisco Jazz Festival, del quale è regolarmente ospite. Questo ottetto all stars dall’organico in costante evoluzione raggruppa nella sua attuale line up alcuni dei più rinomati nomi del panorama statunitense: Miguel Zenón, David Sánchez, Ethienne Charles, Robin Eubanks, Warren Wolf, Edward Simon, Matt Brewer e Obed Calvaire. Tra loro vige un’assoluta democrazia: sono tutti parimenti leader, solisti, compositori. L’SFJAZZ Collective eseguirà un omaggio allamusica popolare brasiliana di Antônio Carlos Jobim.
La produzione di cui Enrico Pieranunzi sarà protagonista il 14 novembre all’Unipol Auditorium fornirà al pianista romano la cornice più sontuosa (un’orchestra sinfonica oltre alla ritmica jazz) per poter intrecciare in un percorso unitario la pluralità dei suoi interessi musicali: dalla tastiera emergerà un’affascinante narrazione in movimento dal barocco al bebop. Sui leggii ci saranno musiche di John Lewis (ergo del Modern Jazz Quartet) arrangiate da Michele Corcella, sul palco anche come direttore dell’Orchestra Sinfonica del Conservatorio “G. B. Martini” di Bologna.
Il BJF 2018 è jazz life a 360°: attorno alle importanti serate teatrali si dispone una vivace e intraprendete programmazione fatta di numerosi jazz club, piccoli teatri e spazi alternativi. Nel centro cittadino bolognese spicca una roccaforte della tradizione jazz come la Cantina Bentivoglio. I nomi che passeranno di qui formano quasi un festival nel festival, a partire dal 29 ottobre con il Light Blue Quartet del bassista Martin Wind, del quale è inevitabile citare tutti i componenti, noti leader a loro volta (Anat Cohen, Gary Versace, Matt Wilson). In novembre arriveranno un ospite ormai abituale del festival come il pianista Barry Harris, che ha sulle spalle l’intera storia del jazz moderno (il 4); i Wilsonian’s Grain del sassofonista Steve Wilson, altra all stars i cui blasonati componenti non passano inosservati: Uri Caine, Ugonna Okegwo, Ulysses Owens (l’8); un omaggio a Jim Hall creato da un inconsueto e prezioso organico: un trio di chitarre con Peter Bernstein, Rale Micic, Jesse van Ruller (il 15).
Alcuni dei musicisti in cartellone alla Cantina Bentivoglio saranno condivisi dall’altro club principale della galassia BJF, il Torrione San Giovanni – Jazz Club Ferrara: Martin Wind (31 ottobre), Steve Wilson (9 novembre), il trio con Peter Bernstein, Rale Micic, Jesse van Ruller (16 novembre). A essi il Torrione aggiungerà numerose altre carte vincenti, a partire da una sfilata di big legati alla scena statunitense: il trombettista Avishai Cohen (in quartetto il 26 ottobre); un duo all leaders con Mark Turner al sax e il celebre pianista dei Bad Plus Ethan Iverson (il 27); la band Early in the Morning del trombonista Samuel Blaser con il featuring d’eccezione del sassofonista Oliver Lake (2 novembre); il trio del brillante batterista Ferenc Nemeth con il sax di Gregory Tardy a illuminare la front line (il 17); Pat Martino, chitarrista simbolo del jazz anni Sessanta e Settanta (il 23); il poetico Bill Carrothers in piano solo (il 24). Ma in novembre ci saranno anche proposte insolite e innovative come quelle del sassofonista israeliano Oded Tzur (il 12) e del chitarrista danese Mikkel Ploug (il 19), oltre a un salto nella migliore musica brasiliana con il chitarrista Toninho Horta (il 10).
Toninho Horta (il 6 novembre)figura anche tra i concerti già annunciati al Bravo Caffè, meta iconica delle notti bolognesi, dove in novembre sono annunciati altri live di notevole interesse, dagli archi elettrificati dei Quintorigo, che presenteranno il nuovo lavoro “Opposites” (l’1), al solo del cantante e hipster delle tastiere Amp Fiddler (il 13). Altro notevole appuntamento è quello del 25 novembre con il trio che affianca Benjamin Koppel, Scott Colley e Brian Blade.
Numerosi eventi speciali animeranno il capoluogo emiliano. Il progetto “Sound Routes. Notes To Get Closer”, dedicato all’integrazione sociale e professionale dei musicisti migranti e rifugiati, iniziato nel 2017, giunge al suo culmine: il 28 ottobre al Locomotiv Club con la band The Sound Routes, integrata dalla presenza di due ospiti d’eccezione come il celeberrimo trombettista Roy Paci e Michel Godard alla tuba.
Il 22 novembre al Teatro San Leonardo si esibirà invece un’icona dell’avanguardia come Andrea Centazzo, in un solo recital per percussioni ed elettronica: un’antologia dei suoi lavori multimediali in occasione dei 70 anni del performer, al quale verrà anche dedicata una conferenza il 21 presso il Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna.
Il Binario69 ospiterà una serie di concerti in seconda serata: il 10 novembre il quintetto del trombettista Tom Kirkpatrick; l’11 il quartetto EuJAMM; il 16 il Cal Trio delchitarrista Domenico Caliri; il 17 il quartetto Gruppo N.
In novembre il BJF 2018 effettuerà numerose trasferte nelle province di Modena e Ferrara. Oltre alle già citate serate al Jazz Club Ferrara, ci saranno tappe a Cento (FE) con il trio americano del pianista Antonio Faraò (Centro Pandurera, il 6); a Castelfranco Emilia (MO) con il trio di un pianista sopraffino come Steve Kuhn (Teatro Dadà, l’8); a Castelmaggiore (BO) con il duo Antonello Salis-Simone Zanchini (Villa Zarri, l’11); a Carpi (MO) con i Manhattan Transfer, gruppo vocale entrato nel mito (Teatro Comunale, il 15); a Vignola (MO) con un altro organico di vaste dimensioni, la Jazz in’It Orchestra, diretta da Marco Ferri e con il sassofonista Jesse Davis in veste di solista ospite, il tutto preceduto dalla performance della Junior Jazz Band diretta da Cristiano Arcelli (Stones Cafè, il 18); ad Anzola Emilia (BO) con il quintetto del trombettista norvegese Arne Hiorth (Biblioteca Civica, il 19); a Modena con un piano solo di Bill Carrothers (Smallet Jazz Club, il 23).
Il Progetto Didattico “Massimo Mutti”, giunto alla sesta edizione e realizzato grazie al contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, si articolerà in varie sezioni. Una di queste coinvolgerà la Big Band del Conservatorio “G. B. Martini” di Bologna e sfocerà nel concerto del 20 novembre alTeatro Testoni, dedicato alle musiche di Herbie Hancock: una celebrazione dei sessant’anni dal primo festival jazz bolognese, con ospiti numerosi tra i più apprezzati solisti felsinei. L’intersezione tra jazz e immagini sarà al centro dei lavori che impegneranno gli allievi del Conservatorio, del Liceo Musicale “L. Dalla” di Bologna, dell’Accademia di Belle Arti di Bologna e del Liceo Artistico “F. Arcangeli” di Bologna. I risultati si potranno apprezzare nelconcerto-saggio SegnoSonico, con la direzione del vibrafonista Pasquale Mirra e del disegnatore Stefano Ricci (sempre il 20 al Testoni), progetto realizzato con il sostegno del MiBAC e di SIAE, nell’ambito dell’iniziativa “S’Illumina – Copia privata per i giovani, per la cultura”.
In questa occasione verrà consegnato il Premio “Massimo Mutti”, consistente in quattro borse di studio per i corsi internazionali di perfezionamento estivi 2019 realizzati dalla Fondazione Siena Jazz – Accademia Nazionale del Jazz. All’interno del progetto didattico confluisce anche la preparazione di due concerti del programma principale del festival: quello che impegnerà la Tower Jazz Composers Orchestra con David Murray e quello che porrà l’orchestra sinfonica del Conservatorio al servizio di Enrico Pieranunzi.
Full immersion didattica anche alla Cantina Bentivoglio, dove tutti i giorni dall’1 al 5 novembre il pianista Barry Harris terrà una masterclass aperta a tutti i musicisti.
Torneranno poi le lezioni musicali “Jazz Insights” con Emiliano Pintori (ideate e ospitate dal Museo Internazionale e Biblioteca della Musica di Bologna, tutti i sabati di novembre e il 2 dicembre): cinque approfondimenti tematici sulla musica afroamericana selezionati sulla base di importanti anniversari e raccontati dalla prospettiva di un musicista jazz.
Non solo musica live ma anche musica sul grande schermo. Il BJF collabora all’omaggio al regista Mike Dibb, un progetto di AngelicA – Centro di Ricerca Musicale, con lungometraggi dedicati a Ketih Jarrett e Miles Davis (Teatro San Leonardo, 24 e 26 ottobre). La partnership con la Cineteca di Bologna poterà invece sullo schermo del Cinema Lumière tre pellicole di Shirley Clarke con importanti colonne sonore jazz (9 e 11 novembre).
Infine, il 17 novembre all’Unipol Auditorium, il BJF ospiterà Il jazz va a scuola, il primo Convegno nazionale rivolto al mondo della scuola a cura della Federazione Nazionale Il Jazz Italiano, presieduta da Paolo Fresu, e del MIUR. Saranno mappate le esperienze di collaborazione in atto tra il mondo del jazz e quello della scuola, con  l’intento di elaborare innovativi percorsi di sperimentazione didattica per gli studenti di ogni ordine e grado.
PROGRAMMA
Giovedì 25 ottobre
Budrio (BO), Teatro Consorziale, ore 21:15
New Talents Jazz Orchestra diretta da Mario Corvini
“Our Monk”
special guest Stefano Di Battista
Mario Corvini, direzione; Stefano Di Battista, sax alto e soprano;
Diego Bettazzi, Vittorio Cuculo, Francesco Dominicis, Riccardo Nebbiosi, sassofoni; Andrea Priola, Stefano Monastra , trombe;
Stefano Coccia, Federico Proietti, tromboni; Luca Berardi, chitarra; Marco Silvi, pianoforte; Dario Giacovelli, contrabbasso; Davide Sollazzi, batteria
promosso da Fondazione Musica per Roma
con il sostegno del MiBAC e di SIAE, nell’ambito dell’iniziativa “S’Illumina – Copia privata per i giovani, per la cultura”
Venerdì 26 ottobre
Ferrara, Torrione San Giovanni – Jazz Club Ferrara, ore 21:30
Avishai Cohen Quartet
Avishai Cohen, tromba; Yonathan Avishai, pianoforte; Yoni Zelnik, contrabbasso; Ziv Ravitz, batteria
Sabato 27 ottobre
Ferrara, Torrione San Giovanni – Jazz Club Ferrara, ore 21:30
Iverson/Turner
Mark Turner, sax tenore; Ethan Iverson, pianoforte
Domenica 28 ottobre
Bologna, Locomotiv Club, ore 21:30
THE Sound RoUtes
Featuring Roy Paci & Michel Godard
Roy Paci, tromba; Michel Godard, tuba e serpentone;
Guglielmo Pagnozzi, sax alto, clarinetto e tastiere; Shalan Alhamwy, violino; Peace, chitarra; Alaa Zaitounah, oud; Tarek Al Faham, batteria
progetto cofinanziato dal programma Europa Creativa dell’Unione Europea e sostenuto con i fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese.
Lunedì 29 ottobre
Bologna, Cantina Bentivoglio, ore 21:30
Martin Wind Light Blue Quartet
Anat Cohen, clarinetto e sax tenore; Gary Versace, pianoforte; Martin Wind, contrabbasso; Matt Wilson, batteria
Martedì 30 ottobre
Bologna,Teatro Arena del Sole, ore 21:15
FABRIZIO BOSSO & PAOLO SILVESTRI ENSEMBLE
“Duke”
Fabrizio Bosso, tromba; Julian Oliver Mazzariello, pianoforte; Jacopo Ferrazza, contrabbasso; Nicola Angelucci, batteria.
Paolo Silvestri Ensemble: Claudio Corvini, Fernando Brusco, tromba; Mario Corvini, trombone; Gianni Oddi, sax alto;
Marco Guidolotti, sax baritono; Michele Polga, sax tenore e soprano
Paolo Silvestri, direzione e arrangiamenti
Mercoledì 31 ottobre
Ferrara, Torrione San Giovanni – Jazz Club Ferrara, ore 21:30
Martin Wind Light Blue Quartet
Anat Cohen, clarinetto e sax tenore; Gary Versace, pianoforte; Martin Wind, contrabbasso; Matt Wilson, batteria
Giovedì 1 novembre
Bologna, Bravo Caffè, ore 22
Quintorigo “OPPOSITES”
Valentino Bianchi, sax; Gionata Costa, violoncello; Andrea Costa, violino; Stefano Ricci, contrabbasso; Alessio Velliscig, voce; Simone Cavina, batteria
Venerdì 2 novembre
Ferrara, Torrione San Giovanni – Jazz Club Ferrara, ore 21:30
Samuel Blaser Early in the Mornin’
feat. Oliver Lake
Samuel Blaser, trombone; Oliver Lake, sax alto; Russ Lossing, pianoforte; Masa Kamaguchi, contrabbasso; Gerry Hemingway, batteria
Sabato 3 novembre
Bologna,Unipol Auditorium, ore 21:15
David Murray meets
The Tower Jazz Composers Orchestra
David Murray, sax tenore, composizioni e direzione;
The Tower Jazz Composers Orchestra:
Alfonso Santimone, direzione, pianoforte, elettronica; Marta Raviglia, voce; Sandro Tognazzo, flauto; Gianluca Fortini, clarinetti, sax alto;
Piero Bittolo Bon, direzione, sax alto, clarinetti, flauti; Filippo Orefice, sax tenore, clarinetto; Tobia Bondesan, sax tenore;
Antonello Del Sordo, Mirco Rubegni, Claus Højensgård Andersen, Pasquale Paterra, tromba; Federico Pierantoni, Tony Cattano, Lorenzo Manfredini, Luca Moresco, trombone;
Glauco Benedetti, tuba; Federico Rubin, pianoforte; Luca Chiari, Riccardo Morandini, chitarra; Stefano Dallaporta, contrabbasso, basso elettrico; William Simone, percussioni;
Simone Sferruzza, Andrea Grillini, batteria
Domenica 4 novembre
Bologna, Cantina Bentivoglio, ore 21:15
Barry Harris Trio
Barry Harris, pianoforte; Luca Pisani, contrabbasso; Fabio Grandi, batteria
Lunedì 5 novembre
Bologna, Teatro Duse, ore 21:15
CLAYTON-HAMILTON JAZZ ORCHESTRA
with special guest CÉCILE McLORIN SALVANT
“Music We Love”
Cécile McLorin Salvant, voce; John Clayton, contrabbasso arrangiamenti e direzione; Jeff Clayton, sax alto e arrangiamenti; Jeff Hamilton, batteria e arrangiamenti;
Bijon Watson, Clay Jenkins, Gilbert Castellanos, James Ford, Joe Magnarelli, tromba; Francisco Torres, Ivan Malespin, E. Hughes, Juliane Gralle, trombone;
Keith Fiddmont, Rickey Woodard, Charles Owens, Adam Schroeder, sax; Graham Dechter, chitarra; Tamir Hendelman, pianoforte; Jon Hamar, contrabbasso
Martedì 6 novembre
Bologna, Bravo Caffè, ore 22
Toninho Horta Trio featuring Piero Odorici
Toninho Horta, chitarra e voce; Piero Odorici, sassofoni e flauto; Gilson Silveira, percussioni
Martedì 6 novembre
Cento (FE), Centro Pandurera, ore 21:15
Antonio Faraò “Far Out” Trio
Antonio Faraò, pianoforte; Ira Coleman, contrabbasso; Jeff “Tain” Watts, batteria
Mercoledì 7 novembre
Bologna,Unipol Auditorium, ore 21:15
SFJAZZ COLLECTIVE
“The Music of Antônio Carlos Jobim”
Miguel Zenón, sax alto; David Sánchez, sax tenore; Ethienne Charles, tromba; Robin Eubanks, trombone;
Warren Wolf, vibrafono; Edward Simon, pianoforte; Matt Brewer, contrabbasso; Obed Calvaire, batteria
Giovedì 8 novembre
Castelfranco Emilia (MO), Teatro Dadà, ore 21:15
Steve Kuhn Trio
Steve Kuhn, pianoforte; Aidan O’Donnell, contrabbasso; Billy Drummond, batteria
Giovedì 8 novembre
Bologna, Cantina Bentivoglio, ore 21:30
Steve Wilson & Wilsonian’s Grain featuring Uri Caine
Steve Wilson, sassofoni; Uri Caine, pianoforte; Ugonna Okegwo, contrabbasso; Ulysses Owens, batteria
Venerdì 9 novembre
Ferrara, Torrione San Giovanni – Jazz Club Ferrara, ore 21:30
Steve Wilson & Wilsonian’s Grain featuring Uri Caine
Steve Wilson, sassofoni; Uri Caine, pianoforte; Ugonna Okegwo, contrabbasso; Ulysses Owens, batteria
Sabato 10 novembre
Ferrara, Torrione San Giovanni – Jazz Club Ferrara, ore 21:30
Toninho Horta Trio featuring Piero Odorici
Toninho Horta, chitarra e voce; Piero Odorici, sassofoni e flauto; Gilson Silveira, percussioni
Sabato 10 novembre
Bologna, Binario69, ore 22
Tom Kirkpatrick Quintet + jam session
Tom Kirkpatrick, tromba; Michele Vignali, sax tenore; Daniele Gorgone, pianoforte; Luca Pisani, contrabbasso; Alberto Chiozzi, batteria
Domenica 11 novembre
Castelmaggiore (BO), Villa Zarri, ore 17
Antonello Salis & Simone Zanchini
“Liberi”
Antonello Salis, fisarmonica; Simone Zanchini, pianoforte
una produzione di Cantina Bentivoglio
Domenica 11 novembre
Bologna, Binario69, ore 22
EuJAMM
Andrea Silvia Giordano, voce; Vieri Cervelli Montel, voce e chitarra; Francesco Marchetti, contrabbasso; Nicholas Remondino, batteria
in collaborazione con Siena Jazz con il sostegno del MiBAC
Lunedì 12 novembre
Ferrara, Torrione San Giovanni – Jazz Club Ferrara, ore 21:30
Oded Tzur Quartet
Oded Tzur, sax tenore; Nitai Hershkovits, pianoforte; Petros Klampanis, contrabbasso; Colin Stranahan, batteria
Martedì 13 novembre
Bologna, Bravo Caffè, ore 22
Amp Fiddler “Exclusive Solo Session”
Amp Fiddler, voce e tastiere
Mercoledì 14 novembre
Bologna,Unipol Auditorium, ore 21:15
ENRICO PIERANUNZI TRIO
& Orchestra Sinfonica del Conservatorio “G. B. Martini” di Bologna
“Blues on Bach: La musica di John Lewis”
Enrico Pieranunzi, pianoforte; Luca Bulgarelli, contrabbasso; Mauro Beggio, batteria;
Orchestra Sinfonica del Conservatorio “G. B. Martini” di Bologna;
Michele Corcella, arrangiamenti e direzione
Giovedì 15 novembre
Carpi (MO), Teatro Comunale, ore 21:15
THE Manhattan Transfer
“The Junction Tour”
Alan Paul, Cheryl Bentyne, Janis Siegel, Trist Curless, voce;
Yaron Gershovsky, pianoforte; Boris Kozlov, basso; Ross Pederson, batteria
In collaborazione con Teatro Comunale di Carpi
Giovedì 15 novembre
Bologna, Cantina Bentivoglio, ore 21:15
INSPIRED: CELEBRATING JIM HALL
Peter Bernstein, Rale Micic, Jesse van Ruller, chitarra
Venerdì 16 novembre
Ferrara, Torrione San Giovanni – Jazz Club Ferrara, ore 21:30
INSPIRED: CELEBRATING JIM HALL
Peter Bernstein, Rale Micic, Jesse van Ruller, chitarra
Venerdì 16 novembre
Bologna, Binario69, ore 22
Cal Trio + jam session
Domenico Caliri, chitarra; Stefano Senni, contrabbasso; Marco Frattini, batteria
Sabato 17 novembre
Ferrara, Torrione San Giovanni – Jazz Club Ferrara, ore 21:30
Ferenc Nemeth Trio featuring Greg Tardy
Gregory Tardy, sax tenore; Tzumo Arpad, pianoforte e tastiere; Ferenc Nemeth, batteria
Sabato 17 novembre
Bologna, Binario69, ore 22
Gruppo N + jam session
Cosimo Boni, tromba; Federico Pierantoni, trombone; Filippo Cassanelli, contrabbasso; Andrea Grillini, batteria
Domenica 18 novembre
Vignola (MO), Stones Cafè, ore 21
Jazz in’it Orchestra featuring Jesse Davis
Arrangiamenti e direzione di Cristiano Arcelli e Marco Ferri;
special guest: Jesse Davis, sax alto
Opening Act: Junior Jazz Band direzione di Cristiano Arcelli
Lunedì 19 novembre
Anzola Emilia (BO), Biblioteca Civica, ore 21
Arne Hiorth Quintet
Arne Hiorth, tromba; Daniele Principato, chitarra; Claudio Vignali, pianoforte; Giannicola Spezzigu, contrabbasso; Marcello Molinari batteria
Lunedì 19 novembre
Ferrara, Torrione San Giovanni – Jazz Club Ferrara, ore 21:30
Mikkel Ploug Trio
Mikkel Ploug, chitarra; Jeppe Skovbakke, contrabbasso; Sean Carpio, batteria
Martedì 20 novembre
Bologna, Teatro Testoni, ore 18
SegnoSonico – Premio “Massimo Mutti”
Direzione di Pasquale Mirra e Stefano Ricci
Con il sostegno della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e del MiBAC e di SIAE,
nell’ambito dell’iniziativa “S’Illumina – Copia privata per i giovani, per la cultura”.
ingresso libero fino a esaurimento posti
Martedì 20 novembre
Bologna, Teatro Testoni, ore 21:30
Bologna Città di Jazz / 1958-2018. Sessant’anni di jazz a Bologna
Big Band del Conservatorio “G. B. Martini” di Bologna
Plays the Music of Herbie Hancock
with special guests Checco Coniglio, Teo Ciavarella, Silvia Donati, Pasquale Mirra, Piero Odorici e Jimmy Villotti
Direzione di Michele Corcella
con il sostegno della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.
ingresso libero fino a esaurimento posti
Mercoledì 21 novembre
Bologna, Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna / Salone Marescotti e Biblioteca, ore 17
Per i 70 anni di Andrea Centazzo
Conferenza di presentazione del Fondo e Archivio Centazzo del Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna, in collaborazione con Agenda.
Presentazione della Mostra di documenti, opere e strumenti musicali di Andrea Centazzo.
Con Andrea Centazzo, Gianmario Merizzi, Paolo Cecchi, Luigi Tronci e Gianpaolo Salbego. Conduce Leo Izzo.
in collaborazione con Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna – Fondo e Archivio Centazzo e AngelicA – Centro di Ricerca Musicale
Mercoledì 21 novembre
Bologna, Bravo Caffè, ore 22
Corrado Rustici Trio
Corrado Rustici, chitarra; Peter Vettese, tastiere;Pete Riley, batteria
Giovedì 22 novembre
Bologna, Teatro San Leonardo, ore 20:30
Andrea Centazzo
“Cycles of Life”
Antologica dei lavori multimediali
Andrea Centazzo, percussioni, tastiere, campionamenti e video
musiche e video di Andrea Centazzo
In collaborazione con AngelicA – Centro di Ricerca Musicale e con la partecipazione del Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna – Fondo e Archivio Centazzo
Venerdì 23 novembre
Ferrara, Torrione San Giovanni – Jazz Club Ferrara, ore 21:30
Pat Martino Organ Trio
Pat Martino, chitarra; Pat Bianchi, organo; Carmen Intorre, batteria
Venerdì 23 novembre
Modena, Smallet Jazz Club – ore 21:30
Bill Carrothers Piano Solo
Bill Carrothers, pianoforte
Sabato 24 novembre
Ferrara, Torrione San Giovanni – Jazz Club Ferrara, ore 21:30
Bill Carrothers Piano Solo
Bill Carrothers, pianoforte
Domenica 25 novembre
Bologna, Bravo Caffè, ore 22
Koppel + Colley + Blade collective
Benjamin Koppel, sax alto; Scott Colley, contrabbasso; Brian Blade, batteria
***
ALTRI EVENTI
barry harris Masterclass
dall’1 al 5 novembre
Bologna, Cantina Bentivoglio
JAZZ INSIGHTS
Lezioni musicali con Emiliano Pintori
Bologna, Museo Internazionale e Biblioteca della Musica – Palazzo Sanguinetti, ore 17
Sabato 3 novembre: Jazz ’68. Il Jazz durante il 1968, tra impegno e nuove frontiere
Sabato 10 novembre: The Incredible Jazz Guitar. Dedicato a Wes Montgomery. Guests: Marco Bovi e Marco Frattini
Sabato 17 novembre: Steal Away. Dedicato a Hank Jones. Guest: Stefano Senni
Sabato 24 novembre: Chet. Dedicato a Chet Baker. Guests: Tom Kirkpatrick e Luca Pisani
Domenica 2 dicembre: Camera a Nord. Jan Johansson e il jazz del Nord Europa
OMAGGIO A MIKE DIBB
proiezioni e incontri con il regista Mike Dibb
Bologna, Teatro San Leonardo, ore 20:30
Mercoledì 24 ottobre: KEITH JARRETT. The Art of Improvisation di Mike Dibb(Gran Bretagna 2005 – v.o. sott. it., 86’)
Venerdì 26 ottobre: MILES DAVIS. The Miles Davis Story di Mike Dibb(Gran Bretagna 2001 – v.o. sott. it., 124’)
un progetto di AngelicA – Centro di Ricerca Musicale
a cura di Walter Rovere
in collaborazione con Museo Internazionale e Biblioteca della Musica
Shirley Clarke: a jazz point of view
Bologna, Cinema Lumière
Venerdì 9 novembre, , ore 17: SKYSCRAPER di Shirley Clarke, Williard Van Dyke, Irving Jacoby (Stati Uniti 1959 – anteprima versione restaurata 21’) musiche di Teo Macero
ORNETTE: MADE IN AMERICA di Shirley Clarke (Stati Uniti 1984 – v. o. sott. it. 77’) musiche di Ornette Coleman. Introduce Stefano Zenni
Domenica 11 novembre, ore 22:15: THE CONNECTION di Shirley Clarke (Stati Uniti 1962 – v. o. sott. it. 110’) musiche di Freddie Redd
in collaborazione con Cineteca di Bologna
a cura di Reading Bloom
Informazioni:
Associazione Bologna in Musica
tel.: 334 7560434
www.bolognajazzfestival.com
Presidente: Federico Mutti
Direttore artistico: Francesco Bettini
Ufficio Stampa: Daniele Cecchini
cell. 348 2350217
Biglietti:
Fabrizio Bosso & Paolo Silvestri Ensemble, Teatro Arena Del Sole, 30 ottobre
Platea e palchi I ordine 35 euro; palchi II ordine e barcacce laterali I e II ordine 30 euro;
galleria e barcacce laterali III ordine 25 euro
David Murray meets The Tower Jazz Composers Orchestra, Unipol Auditorium, 3 novembre
Posto unico 25 euro
Clayton-Hamilton Jazz Orchestra with Cécile McLorin Salvant, Teatro Duse, 5 novembre
Platea 40 euro; prima galleria, palchi e barcacce I ordine 35 euro;
seconda galleria e barcacce II ordine 30 euro
SFJAZZ Collective,Unipol Auditorium, 7 novembre
Posto unico 30 euro
Enrico Pieranunzi, Unipol Auditorium, 14 novembre
Posto unico 25 euro
I biglietti sono soggetti a diritto di prevendita
Riduzioni*:
Riduzione del 20% riservata a: Soci Bologna Jazz Card; giovani fino a 26 anni.
Riduzione del 10% riservata a: soci Touring Club, abbonati annuali TPER Bologna, possessori della Card Musei Metropolitani Bologna.
Studenti del Conservatorio “G. B. Martini” di Bologna e del Liceo Musicale “L. Dalla” di Bologna: prezzo speciale 10 euro (con acquisto la sera stessa presso il teatro di riferimento)
Tutti i biglietti soggetti a riduzione sono acquistabili esclusivamente presso le biglietterie dei teatri presentando il titolo che ne dà diritto.
*Le scontistiche non sono cumulabili
Prevendite:
– sul sito www.vivaticket.it e su tutto il circuito VivaTicket
– nelle biglietterie dei teatri Arena del Sole e Duse e presso Zamboni53 Store.
Bologna Jazz Card:
Socio Young (fino a 26 anni): 10 euro
Socio: 25 euro
Socio Supporter: 50 euro
acquistabile o rinnovabile online nell’area soci del sito www.bolognajazzfestival.com
Vantaggi esclusivi per i Soci possessori della Bologna Jazz Card:
– possibilità di sottoscrivere, a tariffe convenienti e prive di diritti di prevendita, l’abbonamento ai cinque concerti principali del Festival
– area riservata nei migliori posti dei teatri
– speciali convenzioni con i jazz club e i teatri affiliati al Festival
Abbonamenti riservati ai Soci possessori della Bologna Jazz Card:
concerti di Fabrizio Bosso& Paolo Silvestri Ensemble, David Murray meets The Tower Jazz Composers Orchestra, Clayton-Hamilton Jazz Orchestra with Cécile McLorin Salvant, SFJAZZ Collective, Enrico Pieranunzi:
Abbonamento platea: 105 euro
Abbonamento platea young (fino a 26 anni): 90 euro
Abbonamento galleria: 90 euro
Solamente i possessori della Bologna Jazz Card 2018/19 possono sottoscrivere l’abbonamento per i cinque concerti nei teatri. Tutti gli altri concerti del Bologna Jazz Festival 2018 sono da ritenersi fuori abbonamento.
Sound Routes featuring Roy Paci & Michel Godard:
Posto unico 5 euro. Ingresso riservato ai Soci AICS
Concerti nei club e negli altri teatri:
Si consiglia la prenotazione. Rivolgersi direttamente al locale o al teatro di riferimento.
Le modalità di accesso sono variabili.
Masterclass di Barry Harris:
Informazioni e prenotazioni: [email protected]  328 3580689
Al termine della masterclass verrà rilasciato un attestato utile per il conseguimento dei crediti formativi.
Jazz Insights, Museo Internazionale e Biblioteca della Musica – Palazzo Sanguinetti:
Biglietti: intero 6 euro; ridotto 5 euro. Ingresso fino a esaurimento posti.
Prenotazioni su www.museibologna.it/musicafino alle 12 del giorno dell’evento (salvo esaurimento anticipato posti).
Omaggio a Mike Dibb:
Biglietti: intero 5 euro; ridotto 4 euro per i possessori della Bologna Jazz Card.
Ingresso gratuito per studenti universitari e minori di 18 anni
Cineteca di Bologna
Biglietti: intero 6 euro; ridotto soci BJF 5 euro;
ridotto studenti del Dipartimento Jazz del Conservatorio “G. B. Martini” di Bologna e del Liceo Musicale “L. Dalla” di Bologna  3 euro
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freedomtripitaly · 5 years
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Ponte di Legno, comune italiano situato all’estremità settentrionale della Valle Camonica, è una delle mete invernali preferite dagli amanti dello sport. Ponte di Legno, infatti, è una località molto rinomata per lo sci e vanta il titolo di prima stazione italiana di turismo e sport invernale da parte del Turing Club italiano. L’ubicazione di Ponte di Legno è davvero singolare, in quanto la località si trova tra il corso d’acqua torrenziale del Narcanello e quello del Frigidolfo; proprio per la notevole presenza di acqua, questa zona, è stata spesso soggetta ad opere di bonifica per favorire l’agricoltura e, successivamente, il turismo. Storicamente parlando, Ponte di Legno, fu dapprima sotto il controllo dei Romani e, più tardi, venne invasa dai Longobardi, i quali fecero una grande opera di cristianizzazione. Sotto il controllo di Federico Barbarossa, poi, il Passo del Tonale divento il punto strategico utilizzato dal re per controllare ogni genere di passaggio. In inverno, le nevicate in Val Camonica sono molto abbondanti e frequenti; spesso la neve resta sulle vette più alte anche per lunghi periodi. In estate, invece, la località è molto ventilata, ragione per cui questo luogo accoglie milioni di turisti tutto l’anno. Sotto il punto di vista turistico, la ragione per la quale i visitatori scelgono di raggiungere questa località, è chiaramente l’amore per lo sci: questo comune è infatti uno dei primi fra le più importanti mete sciistiche in Italia ed è dotato di ottime piste che collegano Ponte di Legno al Passo del Tonale. Sciare a Ponte di Legno è un must, non a caso è proprio questa la sede sciistica più importante e famosa a livello internazionale di tutta la Lombardia: le piste si estendono oltre 80 km, con la possibilità, anche per i meno esperti, di poter imparare a sciare. Dunque, l’inverno a Ponte di Legno, è perlopiù all’insegna dello sport e del divertimento: che si tratti di snowboard o di sci alpino troverete sicuramente l’attività più adatta a voi. Tutte le attività invernali da svolgere a Ponte di Legno Grazie anche alle frazioni del Passo del Tonale e dell’adiacente comune di Temù, Ponte di Legno vanta dagli 80 ai 100 km di piste attrezzate con moderni impianti di risalita e, oltre allo sci, è possibile praticare ciclismo, sia in ambito professionale che dilettantistico, lungo i percorsi che conducono al Passo Gavia. Il comune di Ponte di Legno è infatti famoso per essere stato attraversato, in più occasioni, dal Giro d’Italia, senza dimenticare l’organizzazione di corse sportive su strada. Il Passo del Tonale, infatti, offre la possibilità agli amanti dello sport di praticare lo scii, grazie agli infiniti km di piste. Esso è uno dei più importanti valichi alpini e divide le Alpi dell’Aadamello e della Presanella da quelle dell’Ortles, mettendo in comunicazione l’Alta Valle. In inverno la zona del Passo del Tonale è l’ideale per chi pratica lo sci in discesa grazie alle piste del consorzio Adamello Ski, il quale identifica il comprensorio turistico dell’Alta Val di Sole e della Valle Camonica, fra Trentino e Lombardia. Lo Skipass permette inoltre di usufruire di tutti gli impianti dell’area, comprese le scuole di sci con lezioni dedicate anche ai più piccoli. Questo polo sciistico offre una vasta gamma di percorsi suddivisi in molteplici livelli di difficoltà, dalle discese lungo il Ghiacciaio Presena, fino alle piste che conducono alla località di Ponte di Legno. Dal Passo del Tonale, in inverno, partono poi diversi itinerari escursionistici di grande interesse e bellezza, i quali permettono ai turisti di godere di panorami mozzafiato e di assaporare l’atmosfera delle Alpi Retiche. Moltissime sono le escursioni, come per esempio quelle che da Ponte di Legno conducono Precasaglio, Pegrà, la Val Sozzine, Val Canè e al lago del Montirolo. Uno degli itinerari più noti è sicuramente è il “sentiero dei fiori”, molto impegnativo da intraprendere; si sviluppa fino a 3.000 metri di quota ed offre una vista spettacolare sulle vette dell’Adamello e dell’Ortles-Cevedale. Da menzionare è sicuramente anche il “sentiero della pace”, il quale permette di toccare con mano le difficoltà, ma anche le bellezze naturali di questo luogo. È molto interessante ricordare che proprio qui, ancora oggi, sorge un antico ospizio con tanto di monastero dedicato a San Bartolomeo. Per secoli, le vaste distese verdi del Tonale, furono luogo di transumanza di grande importanza per i pastori camuni e solandri. Inoltre, fu campo di battaglia durante la prima guerra mondiale tra le armate francesi del generale McDonald e le truppe imperiali tirolesi, con la vittoria di quest’ultime. In inverno, a Ponte di Legno, è molto diffuso anche il cosiddetto “sladdog”, le attività con slitta trainate dai cani, oltre alle lunghe ciaspolate lungo tutto il tratto alpino. Se invece volete rilassarvi e godervi il panorama montano, la seggiovia è sicuramente ciò che fa al caso vostro: potrete raggiungere fino a 2.500 metri di quota e gustarvi un piatto caldo in uno dei tanti rifugi della zona! E per gli amanti del golf, Ponte di Legno mette a disposizione anche in inverno, un campo dove praticare questo sport oltre alla pallacanestro, pallavolo, tennis e karate. Si tratta di un circuito adatto a tutti i tipi di giocatore, dotato di 18 buche a 1.500 metri di altezza. Anche la mountain bike è un’attività molto diffusa tra i turisti a Ponte di Legno: in Val Camonica, infatti, vi è una pista ciclabile inaugurata nel 2012 che collega il paese a Vezza D’Oglio, estendendosi lungo l’omonimo fiume per circa 12 km. Un’ occasione imperdibile per trascorrere un pomeriggio in mezzo alla natura! Cosa fare a Ponte di Legno: i parchi e la gastronomia tipica Per chi invece desidera trascorrere una vacanza più tranquilla e all’insegna del relax, il Parco naturale Adamello Brenta ed il Parco dello Stelvio costituiscono l’alternativa ideale. Quest’ultimo, in particolare, è uno dei più antichi Parchi d’Italia in quanto fu istituito nel 1935, con lo scopo di preservare la flora e la fauna locale. Questo Parco organizza molteplici attività destinate a turisti e residenti: si spazia da conferenze tenute da esperti ad escursioni condotte dalle Guide del parco, fino a laboratori didattici per famiglie presso le strutture del luogo. Tutte queste attività permettono ai visitatori, grazie alla voce degli esperti, di godere della bellezza del Parco e di entrare in stretto contatto con la natura. Se ci si vuole concedere una pausa dalla routine montana, è possibile rimanere in paese, qui la noia non esiste: numerose sono le piscine coperte e le moderne palestre che si trovano nel cuore dell paese e altrettanti sono i locali tipici dove gustarsi un aperitivo tutto italiano con i tipici sapori del luogo. Il centro conta anche con molti negozi ormai storici, non solo di abbigliamento, ma anche vecchie gastronomie, gelaterie, panetterie che hanno aperto i loro battenti negli anni d’oro. Sebbene ad oggi questa località sia diventata quasi un lusso per pochi, risulta essere davvero il luogo ideale per concedersi una pausa dallo stress cittadino, lontano dal caos. E per coloro che desiderano deliziare il proprio palato con le specialità del luogo, è bene sottolineare che Ponte di Legno e la Valle Camonica offrono una cucina degna di nota. Dimenticatevi il fast-food e lasciatevi trasportare dall’inconfondibile profumo dei piatti tipici del posto! Da provare, senza ombra di dubbio, la polenta di grano saraceno, lo stinco di maiale ed i succulenti affettati di ogni tipo, forma e colore. Tra i salumi spiccano chiaramente quelli realizzati con la carne di capriolo e suino, più precisamente la salsiccia. Ma anche trippa, minestra d’orzo, casoncelli, formaggi di vario tipo e gnocchi sono all’ordine del giorno nei locali tipici di Ponte di Legno e nei rifugi ad alta quota. Fra le produzioni tipiche vogliamo menzionare anche quella dell’olio d’oliva, di origine antica, e le produzioni di pasta e cereali, dalle quali deriva poi la tradizionale polenta di grano saraceno. Altra produzione tipica è quella del miele d’acacia, ricavato dai fiori di obinia pseudoacacia, di colore giallo chiaro e dal sapore delicato. Gli eventi da non perdere a Ponte di Legno Infine, tra gli eventi che si tengono a Ponte di Legno, vi sono quelli di tipo folkloristico: in occasione del 2 novembre, ogni anno, per la commemorazione dei defunti, avviene la distribuzione gratuita del sale. Da non dimenticare sono le passeggiate eno-gastronomiche per gli amanti del cibo, le sfilate di moda, i concerti e l’appuntamento fisso con la manifestazione “Ponte di Legno Sky Night”, la quale coniuga il panorama della montagna con lo sport, perfetto anche per trascorrere il Capodanno. Nella frazione di Pezzo, in alta Val Camonica, si svolge il Palio delle contrade: tutti i quartieri si sfidano in varie gare per aggiudicarsi il trionfo in città. Sempre in questa località, molto sentite sono le feste in onore della Madonna della Neve e dei Santi Pietro e Paolo, con relativa sagra. Si tratta di feste e manifestazioni molto importanti per gli abitanti della zona, in quanto mantengono vivo lo spirito della città di un tempo, nonostante la modernizzazione e le evoluzioni tecnologiche siano ormai arrivate anche ad alta quota! https://ift.tt/2ObaJ9X Ponte di Legno: le attività da fare in inverno Ponte di Legno, comune italiano situato all’estremità settentrionale della Valle Camonica, è una delle mete invernali preferite dagli amanti dello sport. Ponte di Legno, infatti, è una località molto rinomata per lo sci e vanta il titolo di prima stazione italiana di turismo e sport invernale da parte del Turing Club italiano. L’ubicazione di Ponte di Legno è davvero singolare, in quanto la località si trova tra il corso d’acqua torrenziale del Narcanello e quello del Frigidolfo; proprio per la notevole presenza di acqua, questa zona, è stata spesso soggetta ad opere di bonifica per favorire l’agricoltura e, successivamente, il turismo. Storicamente parlando, Ponte di Legno, fu dapprima sotto il controllo dei Romani e, più tardi, venne invasa dai Longobardi, i quali fecero una grande opera di cristianizzazione. Sotto il controllo di Federico Barbarossa, poi, il Passo del Tonale divento il punto strategico utilizzato dal re per controllare ogni genere di passaggio. In inverno, le nevicate in Val Camonica sono molto abbondanti e frequenti; spesso la neve resta sulle vette più alte anche per lunghi periodi. In estate, invece, la località è molto ventilata, ragione per cui questo luogo accoglie milioni di turisti tutto l’anno. Sotto il punto di vista turistico, la ragione per la quale i visitatori scelgono di raggiungere questa località, è chiaramente l’amore per lo sci: questo comune è infatti uno dei primi fra le più importanti mete sciistiche in Italia ed è dotato di ottime piste che collegano Ponte di Legno al Passo del Tonale. Sciare a Ponte di Legno è un must, non a caso è proprio questa la sede sciistica più importante e famosa a livello internazionale di tutta la Lombardia: le piste si estendono oltre 80 km, con la possibilità, anche per i meno esperti, di poter imparare a sciare. Dunque, l’inverno a Ponte di Legno, è perlopiù all’insegna dello sport e del divertimento: che si tratti di snowboard o di sci alpino troverete sicuramente l’attività più adatta a voi. Tutte le attività invernali da svolgere a Ponte di Legno Grazie anche alle frazioni del Passo del Tonale e dell’adiacente comune di Temù, Ponte di Legno vanta dagli 80 ai 100 km di piste attrezzate con moderni impianti di risalita e, oltre allo sci, è possibile praticare ciclismo, sia in ambito professionale che dilettantistico, lungo i percorsi che conducono al Passo Gavia. Il comune di Ponte di Legno è infatti famoso per essere stato attraversato, in più occasioni, dal Giro d’Italia, senza dimenticare l’organizzazione di corse sportive su strada. Il Passo del Tonale, infatti, offre la possibilità agli amanti dello sport di praticare lo scii, grazie agli infiniti km di piste. Esso è uno dei più importanti valichi alpini e divide le Alpi dell’Aadamello e della Presanella da quelle dell’Ortles, mettendo in comunicazione l’Alta Valle. In inverno la zona del Passo del Tonale è l’ideale per chi pratica lo sci in discesa grazie alle piste del consorzio Adamello Ski, il quale identifica il comprensorio turistico dell’Alta Val di Sole e della Valle Camonica, fra Trentino e Lombardia. Lo Skipass permette inoltre di usufruire di tutti gli impianti dell’area, comprese le scuole di sci con lezioni dedicate anche ai più piccoli. Questo polo sciistico offre una vasta gamma di percorsi suddivisi in molteplici livelli di difficoltà, dalle discese lungo il Ghiacciaio Presena, fino alle piste che conducono alla località di Ponte di Legno. Dal Passo del Tonale, in inverno, partono poi diversi itinerari escursionistici di grande interesse e bellezza, i quali permettono ai turisti di godere di panorami mozzafiato e di assaporare l’atmosfera delle Alpi Retiche. Moltissime sono le escursioni, come per esempio quelle che da Ponte di Legno conducono Precasaglio, Pegrà, la Val Sozzine, Val Canè e al lago del Montirolo. Uno degli itinerari più noti è sicuramente è il “sentiero dei fiori”, molto impegnativo da intraprendere; si sviluppa fino a 3.000 metri di quota ed offre una vista spettacolare sulle vette dell’Adamello e dell’Ortles-Cevedale. Da menzionare è sicuramente anche il “sentiero della pace”, il quale permette di toccare con mano le difficoltà, ma anche le bellezze naturali di questo luogo. È molto interessante ricordare che proprio qui, ancora oggi, sorge un antico ospizio con tanto di monastero dedicato a San Bartolomeo. Per secoli, le vaste distese verdi del Tonale, furono luogo di transumanza di grande importanza per i pastori camuni e solandri. Inoltre, fu campo di battaglia durante la prima guerra mondiale tra le armate francesi del generale McDonald e le truppe imperiali tirolesi, con la vittoria di quest’ultime. In inverno, a Ponte di Legno, è molto diffuso anche il cosiddetto “sladdog”, le attività con slitta trainate dai cani, oltre alle lunghe ciaspolate lungo tutto il tratto alpino. Se invece volete rilassarvi e godervi il panorama montano, la seggiovia è sicuramente ciò che fa al caso vostro: potrete raggiungere fino a 2.500 metri di quota e gustarvi un piatto caldo in uno dei tanti rifugi della zona! E per gli amanti del golf, Ponte di Legno mette a disposizione anche in inverno, un campo dove praticare questo sport oltre alla pallacanestro, pallavolo, tennis e karate. Si tratta di un circuito adatto a tutti i tipi di giocatore, dotato di 18 buche a 1.500 metri di altezza. Anche la mountain bike è un’attività molto diffusa tra i turisti a Ponte di Legno: in Val Camonica, infatti, vi è una pista ciclabile inaugurata nel 2012 che collega il paese a Vezza D’Oglio, estendendosi lungo l’omonimo fiume per circa 12 km. Un’ occasione imperdibile per trascorrere un pomeriggio in mezzo alla natura! Cosa fare a Ponte di Legno: i parchi e la gastronomia tipica Per chi invece desidera trascorrere una vacanza più tranquilla e all’insegna del relax, il Parco naturale Adamello Brenta ed il Parco dello Stelvio costituiscono l’alternativa ideale. Quest’ultimo, in particolare, è uno dei più antichi Parchi d’Italia in quanto fu istituito nel 1935, con lo scopo di preservare la flora e la fauna locale. Questo Parco organizza molteplici attività destinate a turisti e residenti: si spazia da conferenze tenute da esperti ad escursioni condotte dalle Guide del parco, fino a laboratori didattici per famiglie presso le strutture del luogo. Tutte queste attività permettono ai visitatori, grazie alla voce degli esperti, di godere della bellezza del Parco e di entrare in stretto contatto con la natura. Se ci si vuole concedere una pausa dalla routine montana, è possibile rimanere in paese, qui la noia non esiste: numerose sono le piscine coperte e le moderne palestre che si trovano nel cuore dell paese e altrettanti sono i locali tipici dove gustarsi un aperitivo tutto italiano con i tipici sapori del luogo. Il centro conta anche con molti negozi ormai storici, non solo di abbigliamento, ma anche vecchie gastronomie, gelaterie, panetterie che hanno aperto i loro battenti negli anni d’oro. Sebbene ad oggi questa località sia diventata quasi un lusso per pochi, risulta essere davvero il luogo ideale per concedersi una pausa dallo stress cittadino, lontano dal caos. E per coloro che desiderano deliziare il proprio palato con le specialità del luogo, è bene sottolineare che Ponte di Legno e la Valle Camonica offrono una cucina degna di nota. Dimenticatevi il fast-food e lasciatevi trasportare dall’inconfondibile profumo dei piatti tipici del posto! Da provare, senza ombra di dubbio, la polenta di grano saraceno, lo stinco di maiale ed i succulenti affettati di ogni tipo, forma e colore. Tra i salumi spiccano chiaramente quelli realizzati con la carne di capriolo e suino, più precisamente la salsiccia. Ma anche trippa, minestra d’orzo, casoncelli, formaggi di vario tipo e gnocchi sono all’ordine del giorno nei locali tipici di Ponte di Legno e nei rifugi ad alta quota. Fra le produzioni tipiche vogliamo menzionare anche quella dell’olio d’oliva, di origine antica, e le produzioni di pasta e cereali, dalle quali deriva poi la tradizionale polenta di grano saraceno. Altra produzione tipica è quella del miele d’acacia, ricavato dai fiori di obinia pseudoacacia, di colore giallo chiaro e dal sapore delicato. Gli eventi da non perdere a Ponte di Legno Infine, tra gli eventi che si tengono a Ponte di Legno, vi sono quelli di tipo folkloristico: in occasione del 2 novembre, ogni anno, per la commemorazione dei defunti, avviene la distribuzione gratuita del sale. Da non dimenticare sono le passeggiate eno-gastronomiche per gli amanti del cibo, le sfilate di moda, i concerti e l’appuntamento fisso con la manifestazione “Ponte di Legno Sky Night”, la quale coniuga il panorama della montagna con lo sport, perfetto anche per trascorrere il Capodanno. Nella frazione di Pezzo, in alta Val Camonica, si svolge il Palio delle contrade: tutti i quartieri si sfidano in varie gare per aggiudicarsi il trionfo in città. Sempre in questa località, molto sentite sono le feste in onore della Madonna della Neve e dei Santi Pietro e Paolo, con relativa sagra. Si tratta di feste e manifestazioni molto importanti per gli abitanti della zona, in quanto mantengono vivo lo spirito della città di un tempo, nonostante la modernizzazione e le evoluzioni tecnologiche siano ormai arrivate anche ad alta quota! Ponte di Legno è una località sciistica tra le più conosciute e amate, dove si possono svolgere tante belle attività durante la stagione invernale.
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vegiamilan · 5 years
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LA STORIA DI DERGANO IN “PILLOLE”
– ORIGINI ANTICHE –
La più antica notizia certificata dell’esistenza di Dergano risale al 1186 ed è un testamento. Ma Dergano deve avere radici più antiche in quanto il nome è di origine celtica, inoltre sono stati ritrovati resti di una chiesa romanica. Addirittura nel Addirittura nel vecchio municipio era conservato un coperchio di un vecchio sarcofago e una lapide funeraria di epoca Romana.
– LUOGO DI PASSAGGIO –
L’antico percorso stradale che collegava Milano a Como transitava nella piazza Dergano, così nacquero numerose taverne e osterie. Una su tutti il celebre ristorante S.Carlo, ora abbattuto. Il percorso Milano-Como si modificò con la costruzione, in epoca napoleonica, della via Como (attuale via Imbonati).
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-POSSIDENTI –
Intorno al 1300 la maggior parte della zona Dergano fu governata da ricchi possidenti, la più importante era la famiglia Taverna che costruì la famosa Villa Taverna.
– RIVOLUZIONE! –
Nel 1797, in piazza Dergano viene eretto l’“albero della libertà” che simboleggiava l’adesione agli ideali rivoluzionari: Libertà, Uguaglianza e Fratellanza. Anche i nostri poveri contadini ne avevano fin sopra i capelli di conti, marchesi, feudatari conventi e ordini religiosi che da sempre la facevano da padrone. Curioso il consenso del parroco che solennizzò la manifestazione con il suono delle campane.
– E’ ARRIVATO NAPOLEONE –
Giuseppina di Beauharnais fu la prima moglie di Napoleone (si sposarono a Parigi il 9 marzo 1796). Suo figlio fu nominato da Napoleone vicerè d’Italia, per rendere Milano degna di una capitale ne estese i confini, includendo anche la nostra zona.
– DA OSPEDALE A PARCO –
Il 30 Gennaio 1896 è stato inaugurato l‘ospedale di malattie infettive Agostino Bassi ora sede di un grande parco in via Livigno. Il 30 Maggio 1979 l’ospedale fu chiuso, in 83 anni, grazie a personalità come il dott. Giovanni Polverini, l’ospedale ha svolto un ruolo fondamentale nello sviluppo di tecniche per contrastare malattie come vaiolo, difterite e tifo.
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OPERATIVE  –
Negli anni tra il 1900 e il 1910 nacquero a Dergano circoli e cooperative come la cooperativa edificatrice e il circolo Rinascimento. Queste associazioni di cittadini erano una continua fonte di iniziative: da corsi per il recupero degli analfabeti alla creazione di una banda musicale, dalla creazione di un forno cooperativo, a una biblioteca, da un luogo di ricreazione laico al sindacato operaio. Inoltre le case costruite dalla cooperativa furono il frutto di un concetto nuovo di proprietà privata perché le case erano abitate da soci che non ne diventavano a tutti gli effetti proprietari ma servivano a coloro che non avessero potuto permettersi di acquistare una casa propria.
– AVVENTO DEL FASCISMO –
1922: il quartiere fu assalito dai fascisti, i cittadini subirono violenze di ogni genere. In particolare ci fu una vera e propria battaglia al circolo rinascimento. Nello scontro ci furono due morti, un fascista e un socialista. Il circolo fu devastato e chiuso.
– NO ALLA GUERRA! –
Gli scioperi del Marzo 1943coinvolsero il polo industriale Bovisa-Affori-Dergano. Questi scioperi furono di fondamentale importanza nel panorama dell II Guerra Mondiale perché la voce degli operai in sciopero contribuì alla caduta del regime fascista.
– LE INDUSTRIE DI DERGANO –
CARLO ERBA
Carlo Erba, pioniere dell’industria, diede vita a un primo laboratorio nel 1851 che andò via via ingrandendosi con i nuovi stabilimenti a Baranzate (1880) e a Dergano (1892). Era la maggiore industria di medicinali in Italia.
MAPEI
La ditta, nata a Dergano nel 1937, era posta nella parte più remota del quartiere, in via Cafiero. Oggi è leader mondiale nella produzione di adesivi e prodotti chimici per l’edilizia, si caratterizza per l’ampio spazio dedicato alla ricerca e allo sviluppo di prodotti eco-sostenibli. L’azienda, fondata dal padre Rodolfo, è oggi guidata da Giorgio Squinzi che dal 2012 è anche presidente di Confindustria.
ZAINI
Luigi Zaini trasformò il suo laboratorio artigianale in una fabbrica di successo per la produzione di dolci, cioccolato e caramelle. Tra il 1917 e il 1918, in via Imbonati, si costruirà l’attuale fabbrica. I suoi prodotti sono oggi diffusi in tutta Europa e in molti paesi del Mondo.
ITALCIMA
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Ex fabbrica di cioccolato chiusa negli anni ’70, sorgeva a Dergano in un edificio costruito nel 1932-36 che porta la firma di Gio Ponti e di Luciano Baldessari. Rimane una delle più significative realizzazioni del razionalismo milanese.
Hanno mosso i primi passi a Dergano anche Enrico Matteiche, con la fondazione dell’ Ente Nazionale Idrocarburi (ENI), ha dato il via alla più importante industria statale italiana.
In tutto il quartiere vi erano anche numerosi corrieri e aziende di trasporto merci. I trasportatori e gli operai spesso pranzavano nella zona e così nacquero un gran numero di osterie e trattorie, oggi per la maggior parte scomparse.
– IMMIGRAZIONE IERI E OGGI –
In parallelo allo sviluppo industriale del secondo dopoguerra ci fu il fenomeno dell’immigrazione dal sud verso il nord (soprattutto Torino, Milano e Genova, il cosìdetto triangolo industriale). Il nostro quartiere, così ricco di lavoro e industrie ne fu coinvolto in pieno. L’immigrazione di quegli anni può essere messa in dialogo con quanto accade oggi: ci troviamo ad ospitare persone con lingua, cultura e abitudini diverse dalle nostre. Gli incontri tra diverse culture non sono mai stati facili, non lo sono stati ieri con coloro che venivano chiamati “terroni” e non lo sono oggi con i nuovi arrivati. Chi voglia vedere dove si fa integrazione (quella vera)si rechi alla biblioteca Dergano-Bovisa. Il 15% dei fruitori sono stranieri, prevalentemente cinesi e arabi, inoltre la biblioteca organizza numerose mostre, incontri, film e concerti
– DERGANO E L’ARTE –
 MILANO FILMS
Sorse nel dicembre 1909 dalla trasformazione della SAFFI-Comerio in Società Anonima Milano Films aveva sede legale in via San Paolo 22 e lo stabilimento in via Farini, su iniziativa di personalità aristocratiche come il barone Paolo Ajroldi di Robbiate, i conti Pier Gaetnano Venino, Giovanni e Giuseppe vìvisconti di Modrone, Mario Miniscalchi Erizzo, Carlo Porro e il principe Urbano Del Drago. Nel 1911 la Milano Films realizzò L’inferno ispirato alla celebre opera di Dante. Fu il primo lungometraggio italiano. Nello stesso anno fu inaugurata la nuova sede, tra le vie Maffucci, Baldinucci, Davanzati e Candiani. La chiusura avvenne negli anni ’30 ma ci sono stati lasciati film daannoverare nella storia del cinema.
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LO SCULTORE ARTURO MARTINI
Nel Gennaio 1933, Arturo Martini, uno dei più importanti scultori italiani del ‘900 aprì il suo studio nella zona Dergano, precisamente in via imbonati 17. Il gruppo scultoreo qui riportato è all’ospedale Niguarda ed è stato realizzato tra il 1938 e il 1939. Raffigura iDuchi della Milano quattrocentesca (Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti) nell’atto di donare al Papa (Pio II Piccolomini) il bozzetto dell’erigenda Ca’ Granda e vuole rappresentare un filo ideale di continuità storica tra l’ospedale Maggiore medioevale e il Niguarda di oggi.
LO STUDIO AZZURRO
Nel 1982, proprio a Dergano, più precisamente in via Davanzati, nacse lo Studio Azzurro. I promotori furono: Fabio Cirifino, Paolo Rosa e Leonardo Sangiorgi a cui poi si unirono Gianni Basso, Massimo Sangiorgi, Armando Bertacchi, Walter Grazzani e Maurizio Fabbri. Con i loro lavori hanno creato veri affreschi digitali e interattivi, tra creazione artistica e ricerca antropologica, didattica e ricezione estetica. Furono negli anni ’80, insomma, i promotori italiani della ricerca artistica con i mezzi delle nuove tecnologie. Dal 2005 lo Studio Azzurro ha la sua nuova sede alla Fabbrica del Vapore, a Milano.
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