Tumgik
#Rivoluzione Femminista Cubana
ultimavoce · 7 years
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La Rivoluzione Femminista Cubana raccontata da un’ex guerrigliera
Ingegnere chimico, militante del Partito Comunista Cubano, membra della Federazione delle Donne Cubane e della Federazione Democratica Internazionale delle Donne (in sigla, a seconda della lingua, FDID, FDIM, FDIF, IDFF o WIDF). Studiosa, saggista, scrittrice e artista, in questo momento collabora con il Centro de Investigación e Información Históica de Acapulco in Messico.
Intervista a Maria Teresa Peña Gonzalez, ex guerrigliera che a 17 anni partecipò attivamente alla Rivoluzione Cubana. Nata nel 1940, è ingegnere chimico, militante del Partito Comunista Cubano, membra della Federazione delle Donne Cubane e della Federazione Democratica Internazionale delle Donne (in sigla, a seconda della lingua, FDID, FDIM, FDIF, IDFF o WIDF). Studiosa, saggista, scrittrice e…
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giuliround · 7 years
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Hipster, Beat Generation, Hippie per ricordare il Festival di Woodstock
Oggi, iniziava The Woodstock Music & Art Fair , alle 5pm del ’69 (a mezzanotte, in Italia), il più celebre festival del Rock. Durò più di tre giorni, i partecipanti erano gli Hippie (i figli dei fiori)  che con il loro stile regnano, a fasi alterne o con dettagli, sullo scenario della moda e sull’immaginario del mondo. Ma dietro la musica, i colori, i fiori ( e si, anche il sesso libero, l’alcol e le droghe), c’è molto molto di più: cultura, ricerca, dolore, coraggio e AMORE.
Per comprenderlo davvero, bisogna fare un passo indietro…gli Hipster, la Beat Generation, gli Hippie , ed eventi storici indelebili.
 Riassumere il periodo che va dagli anni ’40 a Woodstock, non è semplice e richiederebbe mille approfondimenti, e alcuni li farò in questi giorni, intanto proviamo a capirne i caratteri generali in maniera sintetica.
Cosa troverete in questo post?
-          Elenco di eventi storici, importanti per comprendere i vari movimenti
-          Hipster, Beat Generation, Hippie
-          Niente immagini (per renderlo più fruibile dai vari dispositivi senza noiose attese di caricamento)
 UN QUADRO STORICO
 Lo so, le date sono ‘noiose’ ma per capire questo periodo sono anche fondamentali. Vi consiglio, anche, di aprire l’immagine che vi lascio qui (http://giuliround.tumblr.com/post/164220857301/per-capire-gli-hippie-e-woodstock-%C3%A8-importante ) in un’altra scheda e tenerla presente per tutto l’articolo. E sarà utile anche per gli approfondimenti che troverete domani e dopodomani.
 Ecco cosa troverete nel link e quali sono gli eventi particolarmente rilevanti:
 -          Dal ‘14 al ‘18 - la 1° Guerra Mondiale
-          Dal ‘24 al ‘29 -  il Boom di Wall Street
-          Dal ‘29 al ‘32 - la Grande Depressione americana
-          Dal ‘33 al ‘37 – viene attuato del New Deal da parte del presidente F. D. Roosevelt, supportato dall’attivista First Lady of the World E. Roosevelt
-          Dal  ‘39 al ‘45(il 2 settembre) - la seconda Guerra Mondiale
-          Nel ‘45 -  gli statunitensi lanciano 2 bombe atomiche in Giappone: il 6 agosto la “Little Boy” su Hiroshima e il 9, 3 giorni dopo, la “Fat Man” su Nakasaki.
-          Dal ‘47 al ‘91 -  la Guerra Fredda
-          Nel ‘48 – avviene la firma della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, presentata da Eleanor Roosevelt
-          Nel ‘48 - viene pubblicato “1984” di G. Orwel (invertendo gli ultimi due numeri si ottiene l’anno in questione)
-          Nel ‘48 - l’apartheid in Sudafrica diventa ufficiale
-          Nel ‘49 - nasce la Repubblica Popolare Cinese, di Mao Tse Tung
-          Dal ‘50 al ‘55 - in America, vi è il maccartismo sfrenato e anticomunista del senatore repubblicano J. McCarthy (la morte dei coniugi Rosemberg scosse il mondo nel ‘53).
-          Nel ‘53 -  E. Hemingway riceve il premio Pulizer per Il vecchio e Il mare. Un anno dopo vincerà il Premio nobel per la letteratura.
-          Dal ‘53 al ‘59 -  la rivoluzione cubana di Fidel Castro e di Ernesto Che Guevara e la nascita della Beat Generation
-          Dal ‘55 al ‘75 - la Guerra del Vietnam
-          Nel ‘55 - Rosa L. Parks si rifiuta di cedere il posto su un autobus, ad un bianco. La nota attivista statunitense (figura simbolo per i diritti civili) da origine al boicottaggio degli autobus a Montgomery
-          Nel ‘55 -  il poeta americano A. Ginsberg (uno dei massimi esponenti della Beat Generation, insieme a J. Kerouac e a N. Cassady) lesse pubblicamente “l’Urlo” (che ispirò anche ‘Dio è morto’ di Guccini e molti altri)
-          Nel ‘57 - viene pubblicato il romanzo “On the road”, romanzo di J. Kerouac
-          Nel ‘63 - il 28 agosto, Martin Luther King Jr pronuncia il suo più celebre discorso (“I have a dream”) durante una delle proteste più imponenti d’America (250mila persone):la  "Marcia su Washington per il Lavoro e la Libertà",
-          Nel ‘63 - (a novembre) viene assassinato il 35° presidente degli USA: John Fitzgeral Kennedy
-       Nel ‘63 - la scrittrice Betty Friedan pubblica il libro “The Feminine Mystique”, considerato il manifesto del movimento femminista americano. In esso fu spietatamente descritta l'incongruenza tra lo stereotipo sociale della donna casalinga felice e l'esistenza di molte professioniste insoddisfatte e depresse
-        Dal ‘65 - Haight-Ashbury (quartiere di San Francisco) diventa il centro degli hippy e della Summer of Love. La città viene ‘invasa’ da migliaia di giovani e si riconferma ( già era stata culla della Beat Generation nel quartiere di North Beach) come epicentro di  una rivoluzione sociale e culturale che trova le basi in una ricerca di pace, amore e libertà.
-       Nel ‘65 – l’America inizia a mandare regolarmente truppe in Vietnam
-       Nel ‘65 - viene assassinato Malcom X, figura complessa e di spicco che comunque era a  favore dei diritti umani e ne era stato aggressivo sostenitore
-       Nel ‘65 – avviene a Washington la prima grande manifestazione (300mila persone) contro la guerra in Vietnam
-       Nel ‘66 - B. Friedan fonda la National Organization for Woman(NOW, acronimo che letteralmente significa ORA) con la quale le rivendicazioni femminili assunsero ufficialmente una portata autonoma
-       Nel ‘66 - nascono il “Black Power” (termine coniato da S. Carmichael, presidente dello Student Non Violent Coordinating Committee, SNCC) e le “Pantere Nere”
-       Nel ‘66 - Mao Tse Tung, per conservare il potere, lancia la “rivoluzione culturale”. Almeno per un decennio, decine di migliaia di giovani in tutto il mondo mostreranno nelle manifestazioni di piazza il “libretto rosso” delle guardie rosse cinesi.
-          Nel ‘67 - muore Ernesto “Che” Guevara, eroe rivoluzionario, amato da tutta la gioventù internazionale impegnata nelle lotte civili e politiche.  
-          Nel ‘67 - esce nelle sale “Il Laureato”, tratto dall’omonimo libro (del ‘63) di Charles Webb. Un anno dopo viene pubblicato “The Graduate”, l’album di Simon & Garfunkel, che contiene la colonna sonora del film ( es. The Sound of Silence’, ‘Mrs. Robinson’)
-          Nel ’67 -  vi è la prima rappresentazione del musical “Hair”, e nel ‘79 ne fu tratto il film
-          Nel ‘68 - Martin Luther King Jr viene assassinato, e il mondo è sconvolto da tale perdita.
-          Nel ‘69 - esce il film Easy Rider
-          Nel ‘69 -  il festival “ The Woodstock Music & Art Fair”, a Bethel, inizia alle 17,00 del 15 agosto e si concluderà oltre le ore 9,00 del 17 Agosto (orario di New York)
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 Gli HIPSTER
 In origine vi furono gli Hipster. Tale nome venne usato per la prima volta, negli anni ‘40, dal jazzista Harry Gibson. Ma bisogna aspettare una 15ina d’anni, e uno degli esponenti della Beat Generation, per averne una definizione: Norman Miller. Lui (nel ‘57) ci spiega: <<chi è e che cosa vuole l’esistenzialista americano, l’hipster, l’uomo che vive nella presenza continua della catastrofe atomica, il bianco che s’identifica con la condizione perpetua di pericolo e di violenza in cui finora sono vissuti i negri, con il jazz come musica dell’orgasmo, il poeta che s’identifica con lo psicopatico, con il delinquente minorile, con il torero, con il santo e il mistico che vive per la morte…” e che decidevano di «divorziare dalla società, vivere senza radici e intraprendere un misterioso viaggio negli eversivi imperativi dell'io>>.
Si trattava di un movimento alternativo si ma anche aristocratico, passivo, decadente, attento alla moda e al benessere individuale.
A loro però si devono le basi dell’attenzione al cibo biologico,  all’ambiente e alla ricerca spirituale.
Dopo la 2° Guerra Mondiale, gli Stati Uniti, più di tutti, beneficiarono dell’economia mondiale in crescita. Ci fu fortissimo incremento delle nascite e una maggiore istruzione secondaria da parte della media borghesia. Gli studenti universitari, tra i 18 e i 22 anni, passarono dal 15% del ‘40 al 44% del 1965. Ma le disparità sociali risultavano sempre più evidenti.
Iniziò il periodo di maggiori proteste giovanili (più sociali che politiche) che la storia americana ricordi.
Questo a causa di alcuni fattori:
-          eccessivo permessivismo familiare (anche a causa delle teorie pedagogiche del dottor Spock, tanto di moda in quegli anni)
-          una smisurata repressione istituzionale su un duplice fronte:  da un lato le Università che  si preoccupavano più della moralità dei propri iscritti che della loro preparazione culturale; dall’altro il maccartismo
-          la televisione permise una maggiore (e più realistica) conoscenza delle situazioni nazionali e internazionali
-          la rivoluzione cubana e quelle idee comuniste di pace uguaglianza e solidarietà, vietate ma amate
-          un certo benessere economico e una maggiore attenzione all’arte e alla conoscenza
Il mondo si muoveva e, forse per la prima volta, il popolo americano sentiva di star rimanendo fermo. I giovani non riconoscevano se stessi, né culturalmente né socialmente.
Intorno al ’53 nasce la Beat Generation.
La BEAT GENERATION
Beat come:
-       Beatitudine, in senso Zen
-       Battuto/ sconfitto: da una società sempre più opprimente, dagli schemi incontrovertibili
-       Battito: istante, libertà vera ma anche ritmo (del jazz bebop, delle poesie)
Beat è valori umani, uguaglianza, ricerca della parità, rispetto, libertà di essere e vivere come si vuole: l’istante, il sesso, la società, la musica. Non è politica pur derivando da essa, non è religione pur avendone una forte connotazione.
Il movimento nasce all'interno di un gruppo di amici, amanti della letteratura e completamente saturi della società.
Ne diventarono simbolo la triade di Neal Cassady, Jack Kerouac e Allen Ginsberg, che trovano luogo di periodico stallo a North Beach (quartiere di San Francisco). Inizialmente, il movimento beat, anche grazie al successo del libro di Kerouac, Sulla strada, raccoglie un grande consenso
Ma chi sono ? Si tratta di giovani sofferenti (spesso dediti all’alcol e alla maijuana, e a sperimentazione di droghe anche più pesanti), artisti che vorrebbero condividere con l'umanità il loro amore per il tutto e invece si sentono incompresi. Loro desiderano trovare un nuovo sistema di regole, sedare il dolore, riunire l’Io al Tutto, e scappare e viaggiare. Ma non fuggire dalle responsabilità ma ricercare quel sé che non trovano più.
I giovani beat studiano il neoplatonismo di Plotino, le teorie cosmogoniche contenute nel libro Eureka di Edgar Allan Poe, le poesie mistiche, i trattati ascetici di San Giovanni della Croce, la telepatia e la cabala. Si avvicinano alla spiritualità Zen, al cattolicesimo, al taoismo, che tanto viene approfondito successivamente. Ascoltano il Jazz. Impossibile non citare Charlie Parker che fu un personaggio eroico con il suo jazz bebop, frenetico e catartico. Sono scritto che scrivono di viaggi mentali - anche mediante la sperimentazione psichedelica di droghe quali l'LSD - e fisici, in lungo e in largo attraverso le strade degli USA (in autostop, in macchina o su un furgone )
Per il loro stile di vita vengono anche definiti la "Lost Generation"
Ma, ad un certo punto, essere beat diventa scomodo. Da un lato gli attacchi della società e dall’altro l’eccessiva pressione di fans e giornalisti. Questi ultimi si aspettavano (desideravano) una rivoluzione che i Beat non avevano il coraggio di iniziare. Probabilmente mancava il tipo di coraggio che solo la disperazione, o l’amore. può dare.
La Beat Generation darà vita a due movimenti: i Beatniks e alla controcultura degli Hippie (o Hippy). Entrambi i gruppi saranno motivo di grave malcontento della società contro gli scrittori beat che, per il loro modo di vivere, non sembravano differenziarsi da queste due categorie, ma solo apparentemente.
I BEATNIKS
La parola beatnik è stata inventata da un giornalista del San Francisco Chronicle, nel ’58, in senso denigratorio. Si tratta dell’unione di parole di Beat con il satellite sovietico Sputnik. Sottolineava, così, la vicinanza alle idee comuniste, in un'epoca in cui gli Stati Uniti vivevano un profondo sentimento di anticomunismo e una paranoica paura rossa durante il periodo maccartista della guerra fredda.
I Beatnik erano la ‘fazione’ ribelle (o più intensa) della Beat Generation. La rispettabilità era sempre più messa in discussione, il conformismo sempre minore, le droghe sempre più ricercate e sperimentate, il sesso sempre più libero e usato come mezzo catartico di liberazione.
Dai Beatniks agli Hippie il passo è breve, specialmente considerando il contesto storico-politico.
Gli HIPPIES
Con l’invio regolare di truppe in Vietnam, nel ’65, i movimenti studenteschi, che avevano prevalentemente solo carattere sociale, diventano politici.
Gli Hippie sentono di aver perduto non solo se stessi e la società (come i Beats)  ma anche la Patria, tanto importante per gli americani. Fino ad allora tutti i conflitti armati erano stati considerati ‘giusti’, erano ‘lotte per la libertà’. Andare in guerra per l’America non era un dovere ma un diritto e un privilegio. La guerra in Vietnam, invece, si sentiva troppo distante, era considerata ingiusta e fatta da un’America imperialista e distruttiva. Nell’era della televisione c’era poco spazio alle menzogne e alla retorica patriottica.
Nell’agosto del ’65, la NBC (rete nazionale), trasmise un servizio giornalistico in cui si vedeva un plotone di soldati statunitensi che, dopo aver rastrellato un villaggio vietnamita in cerca di Vietcong, incendiava SENZA ragione le capanne e le coltivazioni.
L’indignazione maggiore apparteneva a quei giovani che avrebbero dovuto partecipare alla guerra come reclute. Fu altrettanto ovvio che i reduci di quella guerra non vennero trattati da eroi.
Inizialmente la protesta fu pacifica:  sit-in e cortei. Nonostante tutto, infatti, gli studenti credevano ancora  in una democrazia vera e in un ascolto da parte di chi governava la loro Patria. Fu un’illusione, anzi. Gli USA iniziarono ad usare ogni mezzo, anche i più meschini (napalm, defoglianti chimici, etc). La guerra non andava bene e di certo proseguiva, lo si intuiva anche dall’aumento delle cartoline precetto per il richiamo alle armi.
A quel punto, le vie possibili erano 4:
1.      andare a combattere una guerra ingiusta
2.      diventare clandestini
3.      fuggire all’estero
4.      avere un esonero per cause mediche ( soluzione molto diffusa fra i ceti medio-alti, che fece sospettare una certa connivenza fra medici e soldi)
Le ultime due soluzioni erano fattibili solo per coloro che avevano possibilità economiche consistenti.
Si inasprirono le differenze sociali, specie fra bianchi (maggiormente più ricchi) e neri con conseguenze anche fra quegli studenti che fino a poco prima lottavano insieme.
[Diamo un’occhiata all’elenco degli eventi che trovate in cima all’articolo, dal ’60 in poi.]
Sfiniti, sviliti dagli eventi storici, e clandestini erano ormai disperati. E’ da questa disperazione che gli Hippie traggono coraggio (ok, forse anche dalle droghe) e scelgono la via della Pace, del viaggio (teorico e pratico), della TOTALE libertà insieme e dell’Amore che vince su TUTTO: sulla guerra, sugli stereotipi, sulle restrizione, sulla politica)
Ecco, dunque: Politica e slogan, Viaggio, Moda, Rock psichedelico e StreetArt, Sesso e Droga.
POLITICA e Slogan
Non erano politicizzati ma non si astennero dai cortei non-violenti: marce per i diritti civili, le dimostrazioni contro la Guerra del Vietnam (compreso il dar fuoco alle cartoline di chiamata alla leva, o le lezioni informative nelle università). Memorabili i loro slogan: "Mettete dei fiori nei vostri cannoni" e "Fate l'amore, non la guerra"). Non mancò un sottogruppo minoritario, gli Yippie, politicamente più attivo
Il VIAGGIO
Mentale e non.
Si trattava di un movimento complesso nella sua semplicità che oltre a derivare dalla Beat Generation e, prima ancora, dagli hipster,  affondava le sue radici ( prendendone linfa vitale) anche negli antichi greci (es. Diogene di Sinope, i Cinici) e da Gesù Cristo, e da Hillel il Vecchio (rabbino ebreo), e da Buddha, e da Francesco d’Assisi, e H. D. Thoreau, e H. Hesse, e Gandhi, senza escludere Casanova, il Marchese de Sade, Byron, C. Baudelaire, P. Verlaine, A. Rimbaud.
Da qui anche una voglia di conoscere ed esplorare non solo se stessi ma anche il mondo, le altre culture e crearsi nuove amicizie. Gli Hippie avevano una mentalità ampiamente comunitaria e i viaggi avvenivano in gruppo. Scuolabus simili al Ken Kesey's Furthur, o all'iconico VW, divennero popolari perché più persone potevano viaggiare insieme economicamente.
Il VW bus divenne proprio uno dei simbolo tipici, ridipinto con grafica psichedelica e/o personalizzato, e con un simbolo di pace che, spesso, sostituiva il marchio Volkswagen.
Comunque, molti preferivano l'autostop: più economico, ecologico, e sicuro per incontrare nuove persone. L'apice fu raggiunto al Festival di Woodstock, ma la più memorabile esperienza intrapresa da centinaia di migliaia di giovani fu il viaggio via terra verso l'India (alla fine degli anni’60): il cosiddetto hippie trail. Portandosi dietro poco o niente nel bagaglio e con pochissimi soldi in tasca, seguivano la stessa strada, attraversando l'Europa 
 MODA dai colori vividi
Addio allo stile beatniks dai colori colori sobri, lenti scure e barbette a punta.
Benvenuti vestiti coloratissimi e con fantasie psichedeliche (t-shirt tie dyed, indonesiano, batik, dashiki o camicette per le donne), accessori e dettagli degli indiani d’America, copricapi, bandane, collane extralarge, capelli lunghi, petti nudi e barbe lunghe (per gli uomini), make up minimo o assente e no ai reggiseni (per le donne), pantaloni blu jeans a zampa di elefante, sandali o nulla. Gran parte di questi indumenti era autoprodotta per contrastare la cultura delle aziende, e spesso acquistavano i propri abiti nei mercatini delle pulci o dell'usato.
La loro moda mostrava un basso status sociale, coerentemente con ideali di povertà e semplicità, con un vestiario che rifletteva uno stile di vita disordinato e spesso vagabondo e tanta voglia di vita e una riduzione massima alle differenze di genere
ROCK psichedelico e STREET Art
L’arte diventa espressione forte di sentimenti  forti: via al Rock Psichedelico (che approfondiremo nell’articolo di domani dedicato alla musica e al Festival di Woodstock), e alla StreetArt in tutte le sue forme
SESSO e DROGA
I due talloni d’Achille, per cui vennero molto criticati.
Il sesso divenne sempre più libero, in senso spirituale, di catarsi, e di libertà. Nonostante ciò, non vi fu un altro boom delle nascite grazie alla Food and Drug Administration che, nel ’60, approvò l'utilizzo della pillola anticoncezionale come contraccettivo. Immediatamente le donne avevano scoperto quali benefici il suo uso fornisse. Il vantaggio fu accolto anche alle borghesi che potevano perseguire un successo lavorativo senza temere di essere interrotte da un figlio indesiderato .
L'amore omosessuale non fu più considerato un tabù assoluto e le prime organizzazioni gay fecero la loro comparsa soprattutto nella zona di New York.
La Droga assume una connotazione spirituale, tanto che Timothy Leary, ex insegnante di Harvard (causa spaccio di LSD), fondò la Lega per la Ricerca Spirituale.  Famosi scrittori quali Ginsburg e Kesey, oltre a cantanti di livello internazionale come Bob Dylan, i Beatles e i Rolling Stones, si avvicinarono al culto per periodi più o meno lunghi.
La rivoluzione, tanto attesa, era arrivata e fu di risonanza mondiale.
Registi, artisti, scrittori, musicisti, stilisti allora come ora non fanno che prendere spunto e ispirazione da questo movimento.
Nel ‘67 la rivista TIME presentò una copertina intitolata "Gli Hippy: La filosofia di una subcultura". Nell’articolo ne descriveva le linee guida: «Fai le tue cose, ovunque devi farle e ogni volta che vuoi. Ritirati. Lascia la società esattamente come l'hai conosciuta. Lascia tutto. Fai sballare qualsiasi persona normale con cui vieni in contatto. Fagli scoprire, se non la droga, almeno la bellezza, l'amore, l'onestà, il divertimento».
OGGI
L'eredità Hippie può essere osservata nella cultura contemporanea in una miriade di forme:
-       salute alimentare e ambientale (erano spesso vegetariani e ambientalisti, esperti nell’omeopatia)
-       riciclo creativo
-       fantasia
-       festival di musica
-       attenzione alle filosofie orientali o, comunque, alla diversità religiosa
-       costumi sessuali contemporanei
-       anti-autoritario (specie contro il controllo delle multinazionali e dei governi)
-       moda (ultima ma non ultima): dal rifiuto delle divise, alla mescolanza di capi eterogenei. E ciclicamente ritornano modelli che richiamano la stagione degli hippy (colori acidi, pantaloni svasati, frange, grandi occhiali ecc.)
-       ricerca, forse utopistica, di utilizzare l’Amore, il Colore, l’Arte, la Musica come ‘arma’ di massa contro ogni tipo di sopruso
 Spero che questo articolo vi sia piaciuto. Domani tanti approfondimenti, da Woodstock, ai film icona, e molto di più
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jamariyanews · 7 years
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I muri del capitale, le crepe della sinistra
Un nuovo seminario per gli zapatisti, che si sono ritrovati a San Cristobal per discutere delle elezioni politiche messicane del 2018, a cui EZLN e CNI hanno deciso di partecipare candidando una donna indigena.
di Christian Peverieri
 19 / 4 / 2017
"Non vogliamo scegliere tra un padrone crudele e uno benevolo, semplicemente non vogliamo padroni." Subcomandante Insurgente Galeano
Dal 12 al 15 aprile il CIDECI Unitierra di San Cristobal de las Casas si è nuovamente riempito di zapatisti e di aderenti alla Sexta Declaración de la Selva Lacandona. L'occasione è stata il seminario dal titolo "I muri del capitale, le crepe della sinistra", a cui hanno partecipato in veste di ospiti Don Pablo González Casanova, María de Jesús Patricio Martínez (CNI), Paulina Fernández C., Alicia Castellanos, Magdalena Gómez, Gilberto López y Rivas, Luis Hernández Navarro, Carlos Aguirre Rojas, Arturo Anguiano, Sergio Rodríguez Lascano, Christian Chávez (CNI) y Carlos González (CNI). Questo incontro si inserisce nel percorso di avvicinamento alle elezioni politiche messicane del 2018, a cui EZLN e CNI hanno deciso di partecipare candidando una donna indigena. La prossima tappa si terrà, sempre in Chiapas, dal 26 al 28 maggio quando saranno annunciati il funzionamento, i propositi e i vincoli del Consiglio Indigeno di Governo, e se ci saranno le condizioni anche la candidata: portavoce dei popoli indigeni e di quanti si riconoscono nel percorso di ribellione dal basso a sinistra proposto dall'EZLN e dal CNI.
Il seminario si è aperto con un messaggio chiaro è inequivocabile al nuovo presidente degli Stati Uniti, letto nelle diverse lingue indigene e tradotto dallo stesso Galeano: Fuck Trump.
Terminati i "saluti", Galeano ha iniziato la discussione rivolgendosi a quanti definiscono lo zapatismo anacronistico: il tempo dei ribelli non è scandito da orologi digitali o da "smartwatch" ma da una clessidra con cui gli zapatisti riescono a vedere il tempo trascorso, cercando di comprenderlo, e anche il tempo che verrà. Il tempo trascorso lo racconta poi il Subcomandante Moisés il quale apre il suo intervento narrando il lungo elenco di abusi, violazioni e sfruttamenti che gli anziani zapatisti hanno tramandato. Il mondo, secondo Moisés, sempre più spesso è organizzato in fincas (grandi latifondi) piuttosto che in paesi; e nelle fincas sono i padroni quelli che comandano, mentre il potere dei governi si è ridotto alla sola amministrazione della finca stessa. La prima giornata si conclude ancora con il Subcomandante Galeano che cita alcuni vecchi scritti del defunto Marcos in merito alla rivoluzione cubana, che ha rappresentato una grande novità nelle lotte dei popoli dell'America Latina e la prima sconfitta per l'imperialismo nordamericano. Quella vittoria è una prima crepa nel muro del capitale.
Nella giornata successiva si sono susseguiti l' antropologo Gilberto López y Rivas, Thomas Hansen, Sergio Rodríguez Lascano, Carlos Aguirre Rojas, Arturo Anguiano e il Subcomandante Insurgente Moisés. In questa seconda giornata gli interventi si sono focalizzati nell'analizzare le forme di governo esistenti. Per l'antropologo Lopez y Rivas il mondo di oggi si caratterizza per vivere in un terrorismo di stato globale, sostenuto da una governance globale che è in guerra contro i popoli. Viviamo nel fascismo del XXI secolo il cui simbolo è Trump. Nemmeno i governi definiti progressisti dell'America Latina sono esenti da critiche: Rodriguez Lazcano, Antonio Anguiano e Carlos Aguirre sono concordi nell'affermare che questi governi non hanno niente di sinistra, sono spesso dichiaratamente neoliberisti o al massimo social liberisti e soprattutto non sono liberi né da corruzione né da clienteralismo. La giornata si conclude con il Subcomandante Moisés che invita tutti ad appoggiare i migranti, tra i soggetti più colpiti dalla repressione neoliberista.
Il terzo giorno del seminario "I muri del capitale, le crepe della sinistra" ha visto la partecipazione in qualità di relatori di Paulina Fernández, Magdalena Gómez, Alicia Castellanos, Luis Hernández Navarro e del Subcomandante Galeano. Durante questa sessione si è affrontato il tema della proposta dell'EZLN e del CNI di candidare una donna indigena alle elezioni presidenziali del 2018. Per Paulina Fernandez la sinistra elettorale è stata cooptata e integrata al sistema politico messicano, abbandonando principi e valori. La proposta dell'EZLN e del CNI non può quindi dividere una sinistra già frammentata. Secondo Alicia Castellanos le critiche della classe politica verso la proposta della candidata indigena evidenziano razzismo e sessismo latente e ignoranza e disinformazione rispetto all'EZLN, al CNI, alle autonomie e al Consiglio Nazionale Indigeno.
Luis Hernandez Navarro ha messo invece in risalto le lotte e i movimenti che in tutto il territorio nazionale resistono al capitalismo. Un ruolo fondamentale, non solo in Messico, lo giocano le donne: “La colonna vertebrale di tutti i movimenti contro il capitalismo e lo stato sono le donne”. Tra i tanti soggetti in resistenza, oltre al movimento femminista che vive in questo periodo un'importante stagione di lotta nelle pratiche del "ni una menos", ci sono il movimento indigeno e le resistenze socioambientali, il movimento studentesco, il movimento degli insegnanti, il movimento per la presentazione con vita dei desaparecidos, cresciuto e rafforzatosi con la vicenda Ayotzinapa. Le parole conclusive della terza giornata di seminario sono state del Subcomandante Galeano, il quale ancora una volta segnala che il desiderio degli zapatisti è di rendere la loro lotta internazionale, visto che dolore, rabbia e ribellione non hanno frontiere e che la lotta contro il capitalismo è da intendersi come lotta mondiale.
L'ultimo giorno di seminario sono intervenuti Christian Chávez, Carlos González e María de Jesús Patricio Martínez (tutti e tre del Congreso Nacional Indígena), Pablo González Casanova e il Subcomandante Insurgente Moisés. La quarta e ultima giornata del seminario è entrata nel merito della proposta di candidare una donna indigena alla guida del paese. Per Christian Chavez il paradiso capitalista di pochi è basato sulla distruzione di tutto il resto; questa distruzione si dà attraverso le "quattro ruote" del capitalismo: disprezzo, spoliazione, sfruttamento e repressione. Questa è la realtà delle comunità indigene, attaccate dalle imprese multinazionali estrattive, dallo stato e dal crimine organizzato. La proposta dell'EZLN e del CNI si propone di passare al contrattacco. Carlos Gonzalez segnala che la guerra che vivevano i popoli originari la vive ora tutto il paese. Per questo è il momento di lanciare un’iniziativa capace di costruire un’alleanza tra tutti i popoli sfruttati ed emarginati. Alcuni obiettivi di questo processo sono infatti: rendere pubblica la guerra contro i popoli indigeni; rendere pubblici i problemi dei popoli indigeni e fare in modo di collocarli nell’agenda politica nazionale; dare protezione ai membri del CNI e delle altre resistenze colpiti dalla repressione; fare in modo che il CNI cresca come forza di fronte alla minaccia dello stato; creare uno spazio di dialogo tra indigeni e non indigeni, tra popoli sfruttati che si definiscono anticapitalisti. EZLN e CNI tenteranno l’incursione formale nel processo elettorale, tuttavia senza cadere nella trappola del voto fine a sé stesso ma utilizzando la campagna elettorale come tribuna per denunciare e generare un processo organizzativo nazionale e internazionale, anticapitalista, dal basso a sinistra. 
"La struttura di questo paese è pensata senza le donne." Maria de Jesús Patrucio Martínez (del CNI) ha aperto così il suo intervento, ponendo poi l'accento sul ruolo della candidata indigena nella lotta di genere. A chiusura il sociologo Don Pablo González Casanova, ha affermato che la lotta dell'EZLN è l'inizio di un progetto di democrazia universale. La conclusione dei lavori è del Subcomandante Moisés. Il portavoce dell'EZLN afferma che è necessario sotterrare il capitalismo; ma per fare questo indigeni e non indigeni devono unirsi e organizzarsi. È questo in definitiva che la proposta dell'EZLN e del CNI cerca: non voti ma organizzazione, una trama di resistenze e ribellioni capace di affrontare l'arrivo della tormenta, che già incombe sulle nostre vite e che promette di essere sempre peggiore.
Elenco video degli incontri:
12 aprile sessione 1 https://youtu.be/PIVMKa7vw-8
13 aprile sessione 2 https://youtu.be/VF-3qJVEKh4
13 aprile sessione 3 https://youtu.be/1pVXpno4NpE
14 aprile sessione 4 https://youtu.be/Xwe_FWx4kTM
14 aprile sessione 5 https://youtu.be/YPi5Mt9XPPQ
15 aprile sessione 6 https://youtu.be/MZSgxtrAzT0
*** È attivista del Centro Sociale Rivolta di Marghera e dell’associazione Ya Basta! Êdî bese! con cui ha organizzato numerose carovane in Messico e collaborato alla realizzazione di progetti di solidarietà con le comunità indigene zapatiste, tra i quali il progetto El Estadio del Bae, Agua Para Todos e Que corra la voz. Saltuariamente racconta su Sportallarovescia il doping nel ciclismo. Nel tempo sottratto alla libertà dal capitalismo, fa l’educatore a ragazzi con disabilità. Quando può cammina domandando per il mondo...
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