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#TROPPA BELLEZZA IN UNA SOLA FOTO
unwinthehart · 1 year
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Marco Mengoni: Good luck Aless… no asp In bocca a lupo Ale ✨ @Mahmood_Music
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skrabbyblog · 4 years
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03.02.2020
Il problema è che quando hai troppa poca autostima, non è semplicemente colpa delle tue paranoie, ma degli altri, principalmente. Perché quelle paranoie non si insinuano nella tua testa da un giorno all'altro. È qualcuno che le ha fatte nascere, e poi le ha alimentate. Da bambini non si pensa all'aspetto fisico, al carattere di una persona, ai suoi sentimenti. Non si percepisce minimamente l'esistenza di queste cose. Vedi le persone per come sono, e non ti senti in diritto di giudicare negativamente nessuno. Poi si arriva a un certo punto, verso i 9/10 anni, quando ci si avvia verso l'adolescenza, durante la quale improvvisamente si aprono gli occhi, e si cominciano a vedere gli altri con occhi diversi, con occhio critico. Poi, da persona a persona, ovviamente c'è chi continua la sua vita come ha sempre fatto, senza dar fastidio a nessuno. E c'è che invece deve per forza commentare, esagerando forse anche di proposito. Ed è allora che un giorno, le tue amichette ti guardano, e per la prima volta dopo anni di conoscenza, dalla nascita quasi, una di loro ti fa: 《Ma sei anoressica?》.
Tu rimani a guardarla, senza capire. Non sai nemmeno tu che significa, ma già percepisci che si tratta di qualcosa di negativo, e anche accusatorio. 《No.》 rispondi automaticamente, ma non sei sicura nemmeno tu di ciò che stai dicendo, perché potresti anche essere anoressica, ma non sai cosa voglia dire, e anche se fosse, perché dirlo ora?
A quella bambina si aggiungono altre due, che continuano 《Si, è vero! Sei anoressica!》. E così parte un simpatico coro di "sei anoressica! sei anoressica!" Mentre tu cerchi di ricacciare indietro queste accuse che non comprendi, ma senza riuscirci, e vieni sommersa.
Passano gli anni, e passa anche il ricordo di quell'episodio. Come se non fosse nulla di importante. E forse davvero non lo era.
Arrivi alle medie, conosci nuova gente, ti innamori la prima volta. Tutto scorre normalmente. Quando un giorno, una tua amica viene a dirti che una tua compagna di classe, che sinceramente non ti stava nemmeno tanto simpatica, ma con la quale cercavi comunque di andare daccordo senza litigare, ti parla dietro le spalle dicendo che sei "un'handicappata". Tu ci ridi pure su, e pensi "ma sta stronza!", tanto, non è nulla di significativo, un altro episodio isolato.
Poi durante le ore di educazione fisica c'è sempre quel ragazzetto che ti prendeva di mira anche alle elementari per ogni sbaglio che facevi. Quando non prendevi la palla, vai con le urla e gli insulti. Quando capivi male le regole di un gioco (negata per lo sport dalla nascita), vai di insulti di nuovo.
E allora comincia a nascere dentro di te una vocetta stupida, che però non puoi spegnere, che ti dice ogni volta "ecco, ora se non prendi la palla, quello ricomincia a gridarti addosso" "ecco, adesso ci stai mettendo troppo tempo ad andare a riprendere la palla, ti stanno guardando tutti, adesso qualcuno si lamenta" "ecco, lei è così brava a giocare, perché io sono così rincoglionita?" "ecco, adesso ti viene da piangere, stai già piangendo, lo stanno vedendo tutti, adesso penseranno che sei stupida".
Un giorno, state giocando al gioco della bottiglia durante un'ora di supplenza, tocca ad un ragazzo. Obbligo o verità? Verità. Chi è più bella, Silvia o *tizia*? *tizia*. E tu stai li con un sorriso imbarazzato, non sai se prenderla a ridere o no. "Dovresti prenderla a ridere, cioè, è quasi tuo cugino questo qua, che ti importa che pensa sia più bella un'altra ragazza e non tu? Ma non lo penserà solo lui, lo pensano tutti che sei brutta. Lo pensa anche lui, quel ragazzino del quale sei innamorata, anche lui sta ridendo con gli altri, pensa che sei brutta. Fai schifo, non piaci a nessuno. Nessuno si è sentito di smentire, quindi sei brutta davvero". Tu stai li con un mezzo sorriso, rossa, guardi in basso, e vorresti sprofondare dalla vergogna e dall'imbarazzo. Vorresti essere da un'altra parte.
Poi un giorno litighi con la tua migliore amica. Partono insulti da entrambe le parti, si, anche dalla tua parte, perché ti sei rotta di subire sempre, e per una volta vuoi cacciare tutte le cose tenute dentro per troppo tempo. Ma a un certo punto ti viene detto 《Col carattere di merda che hai ti ritroverai senza amici》. Pensi che sia una grande cazzata, ma non ne sei così sicura.
Arrivi alle superiori, e pare tutto nella norma anche qui. Ci sono alcune ragazze che non ti sono simpatiche, ma tu fai finta di niente. Anzi, no. Perché devo stare sempre zitta? Se non vogliono passarmi i compiti di matematica? A me servono, e ste stronze non vogliono darmeli. Allora iniziamo a litigare sulla chat del gruppo. Non so nemmeno come difendermi, contro 8 persone. 《Muori》 《Vaffanculo, Silvia, non rompere il cazzo》 《Eh, ma che è, non ti si può dire niente!》 《Non fare la vittima, dai su》.
Anche quando non litigate, provi a inserirti nel gruppo, fare amicizia, sembrare simpatica. Sembrare, perché magari non lo sei davvero. Forse sei veramente stupida. Ma nemmeno così funziona. 《Ma che cazzo vuoi?》 《Oh, ma sempre a rompe le palle stai?》.
Cambi scuola. La nuova classe sembra decisamente migliore. Tu sei decisa assolutamente a non commentare più nulla, a non arrabbiarti. Perché è sempre colpa tua se si litiga. E tutto fila liscio infatti.
Poi 2 anni dopo, un giorno, sei con le tue nuove amiche a chiacchierare, e si passa non si sa come a parlare di peso, di IMC, sovrappeso, sottopeso, eccetera. Fai il test con le altre ragazze, e esce che sei gravemente sottopeso. 《Eh, ma infatti sei anoressica》. Eccola. È tornata quella parola. Questa volta lo sai che significa, e non ti piace per niente. Perché, come quella volta di tanti anni prima, non è vero che lo sei. Ma continuano a dirtelo, perché? Solo perché sei un pò più magra delle altre. Solo perché non hai quasi per niente seno. Solo perché hai il sedere un pò schiacciato. Solo perchè hai le gambe un pò magre.
《Nooo, Silvia, sto vestito non ti sta bene secondo me》
《Ma mangi?》
E così via. Ricominciamo da capo.
Un giorno, le tue amiche tu fanno scoprire una nuova app, Twitter, e ti ci iscrivi. Ma per qualche motivo strano, loro non vogliono farti sapere quali sono i loro profili. "Ecco, lo vedi? Ti odiano anche loro. Forse ti parlano anche male alle tue spalle."
Un'altro giorno, sei costretta a portare lo zaino con le rotelle perché sulla schiena appena operata non puoi. E questo zaino sul marciapiede con le pietre fa tanto rumore. E tutti si girano a guardarti. Tutti ti guardano, qualcuna ride anche. Qualcuna lo chiama "il trolley". Anche le tue amiche ti dicono 《A Sì, certo che sto zaino fa casino》. Ma che, è colpa mia? "Sembri stupida, stupida e handicappata".
Tutti sembrano guardare te, e prenderti in giro, tutti ti giudicano senza che tu lo sappia. "Ecco, adesso entri in corriera per ultima, e rimani in piedi, tutti pensano che sei una sfigata, perché non sai nemmeno prenderti un posto. Ti guardano tutti e ti giudicano"
E stai lì, da sola in piedi come un palo, in corriera, e seduta lì di fianco c'è una ragazza, anche più piccola di te. La conosci appena di vista. Con la coda dell'occhio la vedi chattare con qualcuno su whatsapp. A un certo punto la vedi aprire la fotocamera interna, scattarti una foto di nascosto, e mandarla a qualcuno sulla chat. Non arrivi subito a capire cosa sia successo, ma quando te ne rendi conto non hai comunque la forza di dire niente. Forse hai visto male. No, hai visto benissimo, ma che puoi farci? Anche chi non ti conosce ti prende per il culo, è vero allora che tutti mi guardano e mi vedono stupida. E brutta, anche.
Inizia un giorno così, a salirti l'ansia. Un pò anche per la scuola, si, ma non solo. Non sai nemmeno tu per cosa sia. Ti senti inutile. Anche alcuni professori tu fanno sentire stupida e insignificante. Ti fanno sentire una nullità.
Finisce la scuola, finisce la maturità. Libertà. Adesso si che si vive. Posso anche uscire con le mie amiche e andarci a divertire. Peccato siano sparite tutte dopo gli esami. Non visualizzano i tuoi messaggi. Escono senza di te. Come se tu non esistessi. E piano piano inizi a sentirti sola, sempre più sola e fuori dal mondo. "Non hai amici, tutti ti odiano, aveva ragione *tizia* a dirti che hai un carattere di merda e ti ritroverai sola, e infatti è successo".
Un giorno, scopri che il ragazzo del quale sei innamorata fin dalle medie, non ti ricambia più. E ti senti stupida, e inutile, e brutta.
Un giorno, un ragazzo di nome Marco ti scrive, e per la prima volta non ti senti più brutta, stupida o inesistente. Ti senti apprezzata, desiderata, bella. Te lo dice anche lui 《per me sei bellissima》 e tu sei al settimo cielo.
Per una volta pensi anche tu che quella vocetta è stupida davvero, e decidi di non ascoltarla, di fidarti di qualcuno che sa usare bene le parole. Fin troppo bene.
《Sei troppo taciturna per me, Silvia, siamo troppo diversi》.
《Non mi sei mancata così tanto durante queste vacanze》
Eccola che torna.
"Sei brutta, non ti trova bella davvero. Gli fai schifo. Gli facevi schifo pure prima ma forse gli sembrava brutto dirtelo subito. Non piaci a nessuno, sei un cesso. Sei stupida e troppo silenziosa, sembri una mummia. Non parli mai, non sai mai che dire, sembri proprio scema. Non sai nemmeno tenerti un ragazzo, figurati, non gli sei mancata per niente, aveva di meglio da fare piuttosto che stare a pensare a te. Eccolo, si è già trovato un'altra ragazza. Sei anche facilmente rimpiazzabile. Sei convinta di essere diversa, e infatti lo sei,ma non per questo sei speciale. Non sei nessuno, ne per lui, ne per gli altri. Tutti si dimenticano della tua esistenza, non vali niente. Niente.
E così via. Sempre più forte. Fino a quando non ti ritrovi a piangere nella tua camera da sola, a 20 anni. Piangere silenziosamente, trattendendo i singhiozzi, ma non le lacrime, per non farti sentire.
E per quanto tu possa pensare che la bellezza non è tutto, che troverai altri amici, altri ragazzi, che devi amarti per quello che sei, non ci riesci. E torna sempre quella stupida vocetta malefica, che ti sbatte in faccia la realtà.
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