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#Teresa Lembo
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Se fossi stato mio amico, ti avrei detto di non aver paura di scoprire chi sei.
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Il ragazzo nella foto si chiama Andrea Spezzacatena. Andrea è un ragazzo sensibile, gentile, buono, Andrea è speciale, è diverso, è avanti con i tempi e questa sarà la sua più grande tortura. Andrea ha una famiglia che lo ama, è un figlio dal cuore d'oro e un fratello maggiore amorevole, ma Andrea ha anche le sue paure, le sue fragilità, i suoi dubbi. È solo un ragazzo di 15 anni ed ha tutta la vita davanti a sé per scoprire quanta bellezza c'è là fuori, quanta bellezza è in lui, ha ancora tanta strada da seguire, se solo qualcuno quella strada non gliela avesse bloccata con la forza dell'odio. Andrea viene bullizzito per lo smalto sulle unghie e perché indossa un pantalone rosa, inoltre i suoi bulli creano una pagine Facebook nella quale si prendono gioco di lui. Andrea ha 15 anni da soli 6 giorni, 15 anni li avrà per sempre, tutta quella vita a lui promessa non saprà mai cosa sia perché Andrea un giorno torna a casa e si toglie la vita.
Il bullismo uccide, la cattiveria uccide, le parole dette per ferire uccidono. Teresa, la madre di Andrea, da anni va di scuola in scuola a raccontare la storia di suo figlio, "è un modo per aprire e chiudere la bara di Andrea." Non si è lasciata morire da tanto dolore per far vivere Andrea e per ricordare ogni giorno che il bullismo è merda. A voi la lettura di un post Facebook di Teresa, post che mi ha fatto gelare il sangue, lacrimare, provare rabbia e fermarmi a pensare per trovare un perché di tanto odio, ma un perché non esiste, fa solo male. Oltre a quel pantalone rosa scolorito in lavatrice c'era un mondo di colori, la promessa di bellezza non mantenuta. L'educazione la si insegna, ma sensibilità è un dono e non ci sono esempi per insegnarla, la si applica e basta.
Teresa Manes:
Quando all'obitorio quel giorno ritrovai il corpo di mio figlio, in parte mi sentii risollevare.
Avevo di nuovo il suo corpo, in fondo.
Ricordo ancora quella teca, al centro della stanza, dove ci fu concesso di ritrovarlo, disteso in una sacca.
Pareva che stesse dormendo, sudato.
Allungai e strinsi tra le dita il polsino della maglia che tenevo addosso.
Passai e ripassai quel piccolo lembo così ricavato sui vetri della teca, di cui vi ricordo ancora impresse altre impronte di dita straziate.
Io ero lì che volevo solo asciugare il suo volto.
Ma chissà quanti altri occhi intrisi di dolore avrà ospitato quella teca.
Poi arrivò una donna a ritirare quella barella.
Lo fece con un amorevole lentezza che solo una mamma sa concedere ad un'altra mamma.
Un piccolo gesto, caritatevole di cui mi fece dono.
E in quell' ultima frazione di secondo, prima che quella porta si richiuse, strappandomi via mio figlio, ci fu uno sguardo, scambiato tra me e lei che fu intenso.
Ecco, se mi si chiedesse di descrivere un momento di empatia, io racconterei questo.
Un momento in cui due estranee hanno capito e accolto le necessità dell'altra.
Lei, donandomi il tempo di lasciarmi dire addio con la delicatezza che richiedeva la circostanza.
Io, di ringraziarla per aver compreso per poi lasciarla andare al suo lavoro.
Scrivo tutto questo perché credo che se la cattiveria avesse modo di respirare l'odore acre che quel giorno mi è rimasto impresso nelle narici, forse, le verrebbe un rigurgito di bene.
Ciao Andrea (1997 - 2012)
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carmineaceto · 6 years
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La favola e la realtà
La favola e la realtà
Siamo abbastanza allenati a sognare?
Alla fine di ogni anno scolastico molti istituti organizzano spettacoli teatrali, concerti, saggi di danza, esposizioni artistiche, docenti eccezionali insegnano l’arte, i sogni, la musica e con la collaborazione dei genitori inscenano racconti, emozioni.
Perché lo fanno? Perché tante energie e tanta attenzione per attività che in un passato neanche troppo…
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latinabiz · 3 years
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Il cordoglio della città di Formia all'arbitro benemerito d'eccellenza della Fip di Formia Annino Massese nella chiesa di Santa Teresa d'Avila in Formia
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Salma Annino Massese - foto di Pietro Zangrillo Salma Annino Massese - foto di Pietro Zangrillo Arrivo salma di Annino Massese - foto di Pietro Zangrillo Ingresso Santa Teresa dìAvila a Formia - foto di Pietro Zangrillo L'istruttore arbitri della FIP Annino Massese in una riunione con gli arbitri del GAP Latina Esequie di Annino Massese E' arrivato il tempo del dolore, è arrivato il tempo delle lacrime per un personaggio, piccolo di statura ma un gigante di corresttezza nella virìta quotidiana, nonché un esemplare uomo di sport, di quelli che non se ne trovano più tanti in giro, tanto che lo stampo si è perso per sempre nel mare, quel mare di Formia che ogni mattina andava ad ammirare andando a guardare i traghetti in partenza per Ponza e Ventotene scendendo per la passeggiata mattutina. Annino Massese ha vissuto, come dicono gli antichi romani, non è morto ma ha vissuto e continua a vivere in coloro che lo hanno conosciuto. D'altra parte il panegirico di un amico, come il presidente della sua amata Federazione Italiana Pallacanestro Gianni Petrucci gli ha rivolto è estremamente significativo: “Ci ha lasciati all'età di 90 anni Annino Massese, benemerito di eccellenza del CIA. La pallacanestro era la sua seconda famiglia e gli incarichi avuti in FIP sono stati meritoriamente tanti: Ufficiale di campo, Istruttore, Designatore, Componente commissione disciplina CIA, Osservatore nazionale Udc, Presidente commissione provinciale, oltre ad essere un punto di riferimento sul territorio di Formia, Gaeta e dintorni per qualunque evento di basket. Il presidente FIP Giovanni Petrucci, a titolo personale e interpretando l'affetto del personale FIP e dell'intera Federazione, commosso, nel ricordo della passione e dell'impegno di Annino, abbraccia e condivide il cordoglio della sorella Rita e della famiglia Massese.” Uomo di sport a tutto campo, perché non solo il basket, ma tutti gli sport ha seguito con interesse e meraviglia, tra cui un posto speciale lo ha sempre riservata alla sua amata squadra del cuore, l'Inter, tanto da tappezzare una intera parete dedicata al Triplete. Ma era anche uomo di fede, una fede autentica ma mai al di sopra del fanatismo, nonostante, come lui ha sempre detto, quando entrava nei parquet, era solito farsi un segno di croce prima dell'inizio della gara. Era anche un grande estimatore di musica, in particolare di musica bandistica, e non c'èra festa di San Giovanni Battista del 24 giugno dove lui non fosse presente ad ascoltare le performances delle bande invitate per l' occasione. E per l'ultimo saluto c'erano tutti, tutto il mondo della palla a spicchi della città, lui che è stato co-fondatore della Fabiani Formia, i suoi colleghi rimasti ancora in vita e coloro che lo hanno conosciuto durante i suoi anni di servizio come dirigente all'Ufficio Anagrafe del Comune di Formia, perché era un uomo delle istituzioni, un uomo nato per il rispetto delle regole – era infatti laureato in Giurispudenza – e soprattutto erano presenti amici con cui ha condiviso il certosino lavoro delle designazioni arbitrali in Federazione, come Gianni De Simone, e soprattutto i suoi figli, gli Arbitri e gli Ufficiali di Campo. Ma non erano presenti le attuali istituzioni comunali, ossia l'amministrazione comunale rappresentato dalla Giunta Taddeo, forse per una svista, o forse perché non riteneva Annino degno di una presenza istituzionale, degno per avere un omaggio per una persona che ha rappresentato per quarant'anni Formia nell'organismo sportivo d'eccellenza, ovvero come delegato CONI, essendo lui stato insignito della Stella d'Oro del Coni anni fa. Chi era Annino lo ha detto il parroco di Santa Teresa d'Avila Don Carlo Lembo, che ha concelebrato insieme a p. Mario Corvino, all'inizio della messa: “Vogliamo dare il nostro ultimo saluto al fraterllo Annino, uomo credente, uomo buono, uomo che ha amato il lavoro, ha amato l'impegno sportivo, è stato arbitro. Annino è stato tante cose, un pilastro di questa comunità. E ora volgiamo ringraziare il Signore per averlo potuto conoscere, per avere incrociato il suo cammino, per il tanto bene che Annino ha dato in maniera diversa a ciascuno di noi, a partire dalla sorella Rita e da tutti i suoi familiari. E allora in questa celebrazione chiediamo al Signore di accoglierlo nella sua misericordia e chiediamo al Signore perdono per i nostri peccati.” E Don Carlo lo ha definito beato, perché ha seguito quelle beatitudini evangeliche proclamate da p. Mario nella Liturgia della Parola: "Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi,perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.” P. Mario Corvino - foto di Pietro Zangrillo Don Carlo Lembo - foto di Pietro Zangrillo Don Carlo Lembo e p. Mario Corvino - foto di Pietro ZangrilloSacerdoti celebranti Omelia di Don Carlo Lembo del 17 gennaio - audio di Pietro Zangrillo Dopo di che don Carlo ha voluto tracciare brevemente, nella sua omelia la sua figura di uomo che ha seguito le leggi del Signore in modo umile ma incisivo: “Tra le pagine del Vangelo quella che più racconta annino, è sicuramente la mpagina delle Beatitudini perché mano a mano che p. Mario leggeva questo testo, tutti noi abbiamo potuto trovare qualche tratto che descriveva Annino, uomo mite, uomo buono, uomo misericordioso, puro di cuore, operatore di pace. Si tratta di tutte le caratteristiche che Annino aveva, che maniferstava verso le persone che lo incointravano, e che non potavano che volergli bene, perché ad Annino si voleva bene a prescindere, proprio per il modo in cui lui si poneva. Non perché fosse un uomo in qualche maniera ingenua, no. Era un lavoratore onesto e infaticabile, era un grande appassionato di sport, raccontava sempre della pallacanestro e dell'Inter, un difetto. Però mi raccontava pure della Roma quando vinceva e quando perdeva, lo faceva, mi aggiornava, mi teneva aggiornato sullo sport, io che non sono un grande appassionato. Un uomo buono, sempre disponibile, sorridente, nonostante tutte le difficoltà e gli acciacchi, l'ultimo tratto con il bastone che lo affaticava, però lui si era abituato piano piano a portarlo. Disponibile per la parrocchia, sempre, qualunque cosa tu chiedevi ad Annino, Annino sicuramente la faceva con precisione e discrezione. Un uomo che ha servito questa città, ha servito questa comunità, e ha servito lo sport, incarnando in maniera perfetta i valori autentici dello sport, li ha incarnati bene, con forza e fermezza. Un uomo equilibrato, come doveva essere equilibrato un arbitro, e lui lo diceva sempre, era fiero di tutto questo. E allora noi oggi non possiamo che cantare la beatitudine di Annino, abbiamo incontrato un uomo beato, secondo la beatitudine del Vangelo, un uomo che ci ricorda come la parola del Vangelo possa essere vissuta e vissuta fino in fondo. Un uomo amato, ha amato la vita, che lo ha accompagnato fino alla fine, donandosi completamente ad Annino e Annino è vissuto tanto grazie al Tuo amore e alla Tua vicinanza, che non ha mai fatto mancare, a quella della tua famiglia e a quella di tante persone che hanno pregato e lo hanno accompagnato con l'affetto che Annino ha saputo sempre creare. E allora noi oggi ringraziamo Dio per averlo incontrato, perchè Annino è stato un segno della presenza di Dio in mezzo a noi, con la sua semplicità e la sua fedeltà al Vangelo e alla giustizia. Ringraziamo il Signore per aver camminato, per aver potuto camminare per un tratto di strada più o meno lungo con il signor Annino Massese, con il dottor Annino Massesse. E diciamo con dolore che una pagina di Formia è stata girata, una pagina importante della nostra città, ma la memoria di Annino rimane nei nostri cuori. Il ricordo di Annino, della sua simpatia, del suo sorriso, della sua beatitudine secondo il Vangelo rimane stampata nei nostri cuori e noi non possiamo che ricordarlo, non possiamo che ringraziare Dio per questa bella testimonianza di santità laicale. E vogliamo invocare il Signore perchè lui con la sua misericordia lo abbracci. Ora me lo immagino in Paradiso ad arbitrare una partita tra gli angeli, perché l'ultimo tratto della sua vita non poteva più arbitrare e lui si rammarucava di questo. Però ha mantenuto intatta la passione per lo sport e per la pallacanestro e ora, sicuramente in Paradiso, Annino è stato chiamato da Dio a fare l'arbitro di una qualche partita che sicuramente si sta giocando. Possa il Signore misericordioso tenerlo per sempre nelle sue braccia di misericordia, insieme al suo amato fratello Franco, e possa il Signore misericordioso donare a te, Rita, e tuttta la tua famiglia la comnsolazione e la speranza che nascono dalla fede.” Parole toccanti che hanno fatto commuovere una chiesa piena di persone, quelle che le attuali normative covid permettono di contenere in una chiesa come quella di Santa Teresa. Dopo la liturgia eucaristica ed il rito funebre con la benedizione della salma, a nome di tutto il Gruppo Arbitri Pallacanestro di Latina l'arbitro nazionale Sergio Noce ha rivolto poche e semplici, ma nello stesso tempo generose parole verso la sua figura: “Annino, eri un'anima bella, ed averti conosciuto è stato un dono prezioso. Eri generoso, accogliente, gentile; sei stato testimone di una passione, quella per il basket, vissuta con una profondità e dedizione totale. Ci hai insegnato che una comunità sportiva è come una famiglia. Appartenenza, dialogo, e soprattutto sostegno nei momenti difficili. Per te siamo stati dei figli, sei stato la nostra guida paziente, ti informavi costantemente ed hai gioito dei successi che ignuno di noi ha raggiunto. Allegro e confusionario, mai una riunione o un evento poteva iniziare senza che tu avessi salutato tutti, ma prorpio tutti, uno alla volta. Guidare la macchina non era tra le tue virtù, ma gli sposdtamenti d'auto con te diventavano un viaggio nel viaggio, tra aneddoti e soprattutto progetti. Ci siamo divertiti ai tuoi racconti, a volte stampalati. Chissà come sarà andato veramente l'incontro in treno di cui ci parlavi sempre mostrandoci la famosa foto che custodivi gelosamente nel portafoglio. Hai mantenuto sempre intatta la tua purezza, il tuo candore disarmante. Senza dubbio è questo il messaggio più bello che ci hai lasciato e che ci impegneremo a protare avanti. Quando la passione brilla di luce propria, non si fa attaccare dai sentimenti negativi, non si fa raggiungere da invidia o peggio ancora dal rancore, ma ci fa sentire parte di un gruppo, il tuo gruppo. Twain scrisse: “Levate l'ancora, abbandonate i porti sicuri, catturate il vento nelle vostre vele, esplorate , sognate e scoprite.” E magari tu avresti aggiunto e festeggiato il 20° scudetto dell'Inter pure per me. Ciao, Anni', ti vogliamo bene. I tuoi Arbitri e i tuoi Ufficiali di Campo.” Sosta abitazione Annino Massese - foto di Pietro Zangrillo Ultimo saluto Annino Massese - foto di Pietro Zangrillo Uscita salma Annino Massese - foto di Pietro Zangrillo Benedizione salma Annino Massese - foto di Pietro Zangrillo Benedizione salma Annino Massese - foto di Pietro Zangrillo Benedizione salma Annino Massese - foto di Pietro Zangrillo Benedizione salma Annino Massese - foto di Pietro ZangrilloEsequie Annino Massese Alla fine della messa, il corteo che ha accompagnato la salma di un maestro dello sport, si è fermata un attimo in quella Via Vitruvio 144, il palazzo dove lui abitava con la sorella Rita, e dove in passato c'era la sede della Zona 59, da lui fondata anni fa. E si spera che l'amministrazione comunale possa valutare l'ipotesi di intitolare, appena sarà possibile, il palazzetto dello sport di Via Amendola a colui che della palla a spicchi ha fatto la sua passione di vita. Read the full article
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rubalcavah · 4 years
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Chloe x Halle 'The Kids Are Alright' Album Film from cara stricker on Vimeo.
Director: Cara Stricker | Anonymous Content Creative Director: Kwasi Fordjour | Parkwood Entertainment Director of Photography: Ryan Marie Helfant | Gersh Featuring: Ashton D Sanders Choreographer: Nina Mcneely | Maavven Produced by: Jeff Kopchia | Freenjoy Produced by: Lauren baker | Parkwood Entertainment Executive Produced by: Nathan Scherrer Executive Produced by: Erinn Williams Colour: Sean Coleman | Company 3 Edit: Andrew Morrow | Cara Stricker | Andre Jones Music Producer: Chloe Bailey Sound Mixer: Eric Hoffman Music Supervisor: Teresa Labarera Production Design | Sonja Kroop Stylist: Zerina Akers Hair Stylist: Kim Mcallister Makeup Artist: Christina Cassell Glitter Artist: Hector Luna Makeup Artist Assistant: Jocelyn Molinaa 1st AD: William Lambe 2nd AD: Aida Lembo 2nd 2nd AD: Billy Dogers 1st AC: Kevin Anderson 2nd AC: Bram Weinkselbaum Camera Ultility: Darren Masters 2nd Unit Camera: Nia Phillips VTR/Playback: Georg Gomez Movi: Aaron Marquette Gaffer: Mike Misslin Best Boy: Tigran Aghasaryan Key Grip: Marlow Nunez Grip: Luis Santos | Dan Miller Audio Mixer: Joe Bartone VFX: Tony Hunter Rivas Anton Anderson Pierna Bustamante Matt Stroub Ross Vincent Techinal Editor: Alex Tedesco Title Design: Nigel Zeff
Featuring Branson Bailey Fulani Bahati Charles R Williams Lashae Zilmer Chris Bordenave Symone Farrar Farrah Saucett Nick & Navi Ashley Lee Edie Mathieu Walt Grizzly Sabrae Danielle Ali-Khan Lochin Julia Sklar Armand De La Torre Chandler Lafee
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freedomtripitaly · 4 years
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In provincia di Salerno sorge un piccolo borgo dai profili incredibilmente meravigliosi e mozzafiato, il suo nome è Positano, e da secoli conquista indissolubilmente il cuore dei suoi visitatori. Un gioiellino vero e proprio della regione Campania, in cui si alternano tornanti di roccia a picco sul mare, e vicoli incantati al profumo di limone e ginestre. Infatti, viene anche chiamata “la città verticale” o la “wedding cake” proprio per la sua speciale conformazione arroccata, ma dai colori pastello brillanti. Positano, un paese che va assaporato lentamente Per apprezzare al meglio le bellezze di questa perla della costiera amalfitana, bisognerebbe concedersi di viverla a passo lento. Sono così tanti i panorami grandiosi e le bellezze architettoniche che conserva, che sarebbe un peccato non dedicarle tutto il tempo che merita. Passeggiare tra le sue viuzze pittoresche e baciate dal sole è un’esperienza a dir poco eccezionale. Le scale delle graziose casette, incastonate l’una sull’altra, si intrecciano creando un ambiente fatato e che catapulta direttamente in un miraggio profumato. Positano – Fonte: 123rf La leggenda del nome “Positano” Ma Positano è anche un nome che rievoca una leggenda, quella di un gruppo di pescatori che, in un momento di bonaccia, udirono una voce suggerirgli di “posarsi” in questo incantevole luogo della costa di Amalfi. E fu proprio così che gli uomini del mare attraccarono sulle rive di una delle spiagge migliori di questo borgo da sogno: la Spiaggia Grande. Le meraviglie architettoniche di Positano Una passeggiata a Positano vuol dire lasciarsi andare a un vero e proprio stile di vita. Una città da vivere con il cuore pronto a ricevere emozioni anche per tutte le spettacolari opere architettoniche che cela nel suo centro storico. Impossibile non innamorarsi della sua Chiesa di Santa Maria Teresa dell’Assunta, fulcro del paese e con una cupola maiolicata che luccica sotto il sole nostrano. Altrettanto emozionate è la sua Villa Romana, un vero esempio del grande patrimonio storico, artistico e architettonico della cittadina, e che riporta alla luce reperti legati all’eruzione del Vesuvio che distrusse l’antica città di Pompei. Il mare incantevole di Positano Acque turchesi bagnano questo lembo di terra italiano che, da una parte offre una visuale sugli isolotti Li Galli, dall’altra, invece, inebria i sensi con case colorate abbarbicate dolcemente sul monte. E poi ci sono le spiagge, quelle spettacolari come la già nominata Spiaggia Grande, dove i ciottoli sfumano delicatamente nelle acque, e quelle più piccoline come Fornillo, dove rilassarsi è uno straordinario piacere. Positano – Fonte: 123rf La famosa “Moda Positano” Questo posto sprigiona fascino già da molto tempo! Non a caso, negli anni ’60, proprio qui ha preso vita un modo di abbigliarsi che tutt’oggi è ancora in voga. Uno stile di abbigliamento totalmente seducente e che si ispira alla leggerezza, freschezza, eleganza, al sole, al mare e agli odori intensi del Mediterraneo. Abiti, tuniche e camicie in lino dai colori bianchi o pastello, cappelloni in paglia a tesa larga e alle volte abbelliti con qualche elegante decorazione. E poi gli irrinunciabili sandali flat in pelle, ornati con perline o elementi marini. Positano è un posto che si insinua con armonia nel cuore e che una volta salutato lascia una colorata impronta nell’anima. Del resto, il premio Nobel John Steinbeck parlando di Positano disse: “un posto da sogno che non vi sembra vero finché non ci siete, ma di cui sentite con nostalgia tutta la profonda realtà quando l’avete lasciato”. https://ift.tt/2vZt1WJ Il meraviglioso borgo di Positano: perla della costiera amalfitana In provincia di Salerno sorge un piccolo borgo dai profili incredibilmente meravigliosi e mozzafiato, il suo nome è Positano, e da secoli conquista indissolubilmente il cuore dei suoi visitatori. Un gioiellino vero e proprio della regione Campania, in cui si alternano tornanti di roccia a picco sul mare, e vicoli incantati al profumo di limone e ginestre. Infatti, viene anche chiamata “la città verticale” o la “wedding cake” proprio per la sua speciale conformazione arroccata, ma dai colori pastello brillanti. Positano, un paese che va assaporato lentamente Per apprezzare al meglio le bellezze di questa perla della costiera amalfitana, bisognerebbe concedersi di viverla a passo lento. Sono così tanti i panorami grandiosi e le bellezze architettoniche che conserva, che sarebbe un peccato non dedicarle tutto il tempo che merita. Passeggiare tra le sue viuzze pittoresche e baciate dal sole è un’esperienza a dir poco eccezionale. Le scale delle graziose casette, incastonate l’una sull’altra, si intrecciano creando un ambiente fatato e che catapulta direttamente in un miraggio profumato. Positano – Fonte: 123rf La leggenda del nome “Positano” Ma Positano è anche un nome che rievoca una leggenda, quella di un gruppo di pescatori che, in un momento di bonaccia, udirono una voce suggerirgli di “posarsi” in questo incantevole luogo della costa di Amalfi. E fu proprio così che gli uomini del mare attraccarono sulle rive di una delle spiagge migliori di questo borgo da sogno: la Spiaggia Grande. Le meraviglie architettoniche di Positano Una passeggiata a Positano vuol dire lasciarsi andare a un vero e proprio stile di vita. Una città da vivere con il cuore pronto a ricevere emozioni anche per tutte le spettacolari opere architettoniche che cela nel suo centro storico. Impossibile non innamorarsi della sua Chiesa di Santa Maria Teresa dell’Assunta, fulcro del paese e con una cupola maiolicata che luccica sotto il sole nostrano. Altrettanto emozionate è la sua Villa Romana, un vero esempio del grande patrimonio storico, artistico e architettonico della cittadina, e che riporta alla luce reperti legati all’eruzione del Vesuvio che distrusse l’antica città di Pompei. Il mare incantevole di Positano Acque turchesi bagnano questo lembo di terra italiano che, da una parte offre una visuale sugli isolotti Li Galli, dall’altra, invece, inebria i sensi con case colorate abbarbicate dolcemente sul monte. E poi ci sono le spiagge, quelle spettacolari come la già nominata Spiaggia Grande, dove i ciottoli sfumano delicatamente nelle acque, e quelle più piccoline come Fornillo, dove rilassarsi è uno straordinario piacere. Positano – Fonte: 123rf La famosa “Moda Positano” Questo posto sprigiona fascino già da molto tempo! Non a caso, negli anni ’60, proprio qui ha preso vita un modo di abbigliarsi che tutt’oggi è ancora in voga. Uno stile di abbigliamento totalmente seducente e che si ispira alla leggerezza, freschezza, eleganza, al sole, al mare e agli odori intensi del Mediterraneo. Abiti, tuniche e camicie in lino dai colori bianchi o pastello, cappelloni in paglia a tesa larga e alle volte abbelliti con qualche elegante decorazione. E poi gli irrinunciabili sandali flat in pelle, ornati con perline o elementi marini. Positano è un posto che si insinua con armonia nel cuore e che una volta salutato lascia una colorata impronta nell’anima. Del resto, il premio Nobel John Steinbeck parlando di Positano disse: “un posto da sogno che non vi sembra vero finché non ci siete, ma di cui sentite con nostalgia tutta la profonda realtà quando l’avete lasciato”. Positano è un borgo meraviglioso della Costiera Amalfitana che si distingue per la sua formazione verticale e per i colori sgargianti, un luogo da sogno.
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whileiamdying · 5 years
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Director: Cara Stricker | Anonymous Content Creative Director: Kwasi Fordjour | Parkwood Entertainment Director of Photography: Ryan Marie Helfant | Gersh Featuring: Ashton D Sanders Choreographer: Nina Mcneely | Maavven Produced by: Jeff Kopchia | Freenjoy Produced by: Lauren baker | Parkwood Entertainment Executive Produced by: Nathan Scherrer Executive Produced by: Erinn Williams Colour: Sean Coleman | Company 3 Edit: Andrew Morrow | Cara Stricker | Andre Jones Music Producer: Chloe Bailey Sound Mixer: Eric Hoffman Music Supervisor: Teresa Labarera Production Design | Sonja Kroop Stylist: Zerina Akers Hair Stylist: Kim Mcallister Makeup Artist: Christina Cassell Glitter Artist: Hector Luna Makeup Artist Assistant: Jocelyn Molinaa 1st AD: William Lambe 2nd AD: Aida Lembo 2nd 2nd AD: Billy Dogers 1st AC: Kevin Anderson 2nd AC: Bram Weinkselbaum Camera Ultility: Darren Masters 2nd Unit Camera: Nia Phillips VTR/Playback: Georg Gomez Movi: Aaron Marquette Gaffer: Mike Misslin Best Boy: Tigran Aghasaryan Key Grip: Marlow Nunez Grip: Luis Santos | Dan Miller Audio Mixer: Joe Bartone VFX: Tony Hunter Rivas Anton Anderson Pierna Bustamante Matt Stroub Ross Vincent Techinal Editor: Alex Tedesco Title Design: Nigel Zeff Featuring Branson Bailey Fulani Bahati Charles R Williams Lashae Zilmer Chris Bordenave Symone Farrar Farrah Saucett Nick & Navi Ashley Lee Edie Mathieu Walt Grizzly Sabrae Danielle Ali-Khan Lochin Julia Sklar Armand De La Torre Chandler Lafee
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artwalktv · 5 years
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Director: Cara Stricker | Anonymous Content Creative Director: Kwasi Fordjour | Parkwood Entertainment Director of Photography: Ryan Marie Helfant | Gersh Featuring: Ashton D Sanders Choreographer: Nina Mcneely | Maavven Produced by: Jeff Kopchia | Freenjoy Produced by: Lauren baker | Parkwood Entertainment Executive Produced by: Nathan Scherrer Executive Produced by: Erinn Williams Colour: Sean Coleman | Company 3 Edit: Andrew Morrow | Cara Stricker | Andre Jones Music Producer: Chloe Bailey Sound Mixer: Eric Hoffman Music Supervisor: Teresa Labarera Production Design | Sonja Kroop Stylist: Zerina Akers Hair Stylist: Kim Mcallister Makeup Artist: Christina Cassell Glitter Artist: Hector Luna Makeup Artist Assistant: Jocelyn Molinaa 1st AD: William Lambe 2nd AD: Aida Lembo 2nd 2nd AD: Billy Dogers 1st AC: Kevin Anderson 2nd AC: Bram Weinkselbaum Camera Ultility: Darren Masters 2nd Unit Camera: Nia Phillips VTR/Playback: Georg Gomez Movi: Aaron Marquette Gaffer: Mike Misslin Best Boy: Tigran Aghasaryan Key Grip: Marlow Nunez Grip: Luis Santos | Dan Miller Audio Mixer: Joe Bartone VFX: Tony Hunter Rivas Anton Anderson Pierna Bustamante Matt Stroub Ross Vincent Techinal Editor: Alex Tedesco Title Design: Nigel Zeff Featuring Branson Bailey Fulani Bahati Charles R Williams Lashae Zilmer Chris Bordenave Symone Farrar Farrah Saucett Nick & Navi Ashley Lee Edie Mathieu Walt Grizzly Sabrae Danielle Ali-Khan Lochin Julia Sklar Armand De La Torre Chandler Lafee
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María Teresa Lembo Ottati HOLA TE ESTOY CONOCIENDO HOY Y ME ENCANTO ESTE VIDEO, DIOS TE BENDIGA. TODO LO QUE DICES ES PARA REFLEXIONAR Y APLICAR. TENGO 71 AÑOS Y ESTOY ESTANCADA. UN GRAN ABRAZO, VOY A BUSCAR TODA LA INFORMACIÓN Y A INICIAR UN CAMBIO DE VIDA. GRACIAS, GRACIAS. SOY VENEZOLANA. #bodybuilding #hispanicgirlswholift #hispanicbodybuilder #vibrantatanyage #grandiosaacualquieredad #goals #nevergiveup #goals #motivation #estilodevida #rejuvenecimiento #gymtime #happyhour @drjosefinamonasterio # (at Indian River Shores, Florida) https://www.instagram.com/p/B1hNSwpDaA-/?igshid=6s4aprfnbqes
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pizzicaworldmusic · 6 years
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La Danza di Manu Munitello Teresa De Mauro - Salento arte e movimento
La Danza di Manu Munitello Teresa De Mauro – Salento arte e movimento
L’incontro tra passione è musica diventa sospiro danzante. Teresa De Mauro e Manu Munitello con il progetto “Salento arte e movimento”.
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Teresa e Manu hanno fondato la “Manu-Art Dance School” a Basilea – Svizzera. Condividono come insegnanti e coreografi, la danza della loro terra d’origine, ” il Salento”, estremo lembo del tacco d’Italia dove nasce il mito divenuto poi fenomeno culturale…
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carmineaceto · 6 years
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A dicembre Raw Signs pubblica "Come ti vedo" una raccolta di racconti tutti al femminile
A dicembre Raw Signs pubblica “Come ti vedo” una raccolta di racconti tutti al femminile
È prevista per dicembre l’uscita di “Come ti vedo”, una raccolta di racconti editi da Raw Signs nella collana Talk Talk e realizzati da Michela Modesti, Maria Fabia Simone e Teresa Lembo. 
Tre donne, tre sguardi che si intrecciano per costruire racconto e disegnare mondi.  (more…)
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ozkamal · 5 years
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Poecity, vince Teresa Savarese con "Mare"
Poecity, vince Teresa Savarese con “Mare”
Crotone. Pensieri e parole in versi sulle rive dello Ionio crotonese. A vincere su tutti i partecipanti di Poecity, il primo contest di poesia urbana, che questa estate ha impazzato sulle spiagge crotonesi, è stato il mare, color del fiordaliso, come lo descrisse Camillo Sbarbaro nei lontani anni ’60, quando giunse in questo lembo di Mediterraneo per tradurre i versi aurei di Pitagora. Lui ligure,…
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carmineaceto · 6 years
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Ciò che scompare e ciò che viene ritrovato nel nuovo romanzo di Joel Dicker
Ciò che scompare e ciò che viene ritrovato nel nuovo romanzo di Joel Dicker
Giallo è il colore che la storia della letteratura ha scelto per (di)segnare stili e confini del romanzo poliziesco, ma ciò che dà potenza alla narrativa è la sua capacità di mutare forma pur attingendo da tavolozze originarie.
La letteratura riesce a cambiare continuando a scrivere se stessa e questo è reso possibile grazie all’opera di alcuni tra i nuovi autori/pittori che con il loro…
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latinabiz · 3 years
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Il cordoglio della città di Formia all'arbitro benemerito d'eccellenza dell Fip di Formia Annino Massese nella chiesa di Santa Teresa d'Avila in Formia
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Salma Annino Massese - foto di Pietro Zangrillo Salma Annino Massese - foto di Pietro Zangrillo Arrivo salma di Annino Massese - foto di Pietro Zangrillo Ingresso Santa Teresa dìAvila a Formia - foto di Pietro Zangrillo L'istruttore arbitri della FIP Annino Massese in una riunione con gli arbitri del GAP Latina Esequie di Annino Massese E' arrivato il tempo del dolore, è arrivato il tempo delle lacrime per un personaggio, piccolo di statura ma un gigante di corresttezza nella virìta quotidiana, nonché un esemplare uomo di sport, di quelli che non se ne trovano più tanti in giro, tanto che lo stampo si è perso per sempre nel mare, quel mare di Formia che ogni mattina andava ad ammirare andando a guardare i traghetti in partenza per Ponza e Ventotene scendendo per la passeggiata mattutina. Annino Massese ha vissuto, come dicono gli antichi romani, non è morto ma ha vissuto e continua a vivere in coloro che lo hanno conosciuto. D'altra parte il panegirico di un amico, come il presidente della sua amata Federazione Italiana Pallacanestro Gianni Petrucci gli ha rivolto è estremamente significativo: “Ci ha lasciati all'età di 90 anni Annino Massese, benemerito di eccellenza del CIA. La pallacanestro era la sua seconda famiglia e gli incarichi avuti in FIP sono stati meritoriamente tanti: Ufficiale di campo, Istruttore, Designatore, Componente commissione disciplina CIA, Osservatore nazionale Udc, Presidente commissione provinciale, oltre ad essere un punto di riferimento sul territorio di Formia, Gaeta e dintorni per qualunque evento di basket. Il presidente FIP Giovanni Petrucci, a titolo personale e interpretando l'affetto del personale FIP e dell'intera Federazione, commosso, nel ricordo della passione e dell'impegno di Annino, abbraccia e condivide il cordoglio della sorella Rita e della famiglia Massese.” Uomo di sport a tutto campo, perché non solo il basket, ma tutti gli sport ha seguito con interesse e meraviglia, tra cui un posto speciale lo ha sempre riservata alla sua amata squadra del cuore, l'Inter, tanto da tappezzare una intera parete dedicata al Triplete. Ma era anche uomo di fede, una fede autentica ma mai al di sopra del fanatismo, nonostante, come lui ha sempre detto, quando entrava nei parquet, era solito farsi un segno di croce prima dell'inizio della gara. Era anche un grande estimatore di musica, in particolare di musica bandistica, e non c'èra festa di San Giovanni Battista del 24 giugno dove lui non fosse presente ad ascoltare le performances delle bande invitate per l' occasione. E per l'ultimo saluto c'erano tutti, tutto il mondo della palla a spicchi della città, lui che è stato co-fondatore della Fabiani Formia, i suoi colleghi rimasti ancora in vita e coloro che lo hanno conosciuto durante i suoi anni di servizio come dirigente all'Ufficio Anagrafe del Comune di Formia, perché era un uomo delle istituzioni, un uomo nato per il rispetto delle regole – era infatti laureato in Giurispudenza – e soprattutto erano presenti amici con cui ha condiviso il certosino lavoro delle designazioni arbitrali in Federazione, come Gianni De Simone, e soprattutto i suoi figli, gli Arbitri e gli Ufficiali di Campo. Ma non erano presenti le attuali istituzioni comunali, ossia l'amministrazione comunale rappresentato dalla Giunta Taddeo, forse per una svista, o forse perché non riteneva Annino degno di una presenza istituzionale, degno per avere un omaggio per una persona che ha rappresentato per quarant'anni Formia nell'organismo sportivo d'eccellenza, ovvero come delegato CONI, essendo lui stato insiglito della Stella d'Oro del Coni anni fa. Chi era Annino lo ha detto il parroco di Santa Teresa d'Avila Don Carlo Lembo, che ha concelebrato insieme a p. Mario Corvino, all'inizio della messa: “Vogliamo dare il nostro ultimo saluto al fraterllo Annino, uomo credente, uomo buono, uomo che ha amato il lavoro, ha amato l'impegno sportivo, è stato arbitro. Annino è stato tante cose, un pilastro di questa comunità. E ora volgiamo ringraziare il Signore per averlo potuto conoscere, per avere incrociato il suo cammino, per il tanto bene che Annino ha dato in maniera diversa a ciascuno di noi, a partire dalla sorella Rita e da tutti i suoi familiari. E allora in questa celebrazione chiediamo al Signore di accoglierlo nella sua misericordia e chiediamo al Signore perdono per i nostri peccati.” E Don Carlo lo ha definito beato, perché ha seguito quelle beatitudini evangeliche proclamate da p. Mario nella Liturgia della Parola: «Beati i poveri in spirito,perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto,perché saranno consolati.Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi,perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.” P. Mario Corvino - foto di Pietro Zangrillo Don Carlo Lembo - foto di Pietro Zangrillo Don Carlo Lembo e p. Mario Corvino - foto di Pietro ZangrilloSacerdoti celebranti Omelia di Don Carlo Lembo del 17 gennaio - audio di Pietro Zangrillo Dopo di che don Carlo ha voluto tracciare brevemente, nella sua omelia la sua figura di uomo che ha seguito le leggi del Signore in modo umile ma incisivo: “Tra le pagine del Vangelo quella che più racconta annino, è sicuramente la mpagina delle Beatitudini perché mano a mano che p. Mario leggeva questo testo, tutti noi abbiamo potuto trovare qualche tratto che descriveva Annino, uomo mite, uomo buono, uomo misericordioso, puro di cuore, operatore di pace. Si tratta di tutte le caratteristiche che Annino aveva, che maniferstava verso le persone che lo incointravano, e che non potavano che volergli bene, perché ad Annino si voleva bene a prescindere, proprio per il modo in cui lui si poneva. Non perché fosse un uomo in qualche maniera ingenua, no. Era un lavoratore onesto e infaticabile, era un grande appassionato di sport, raccontava sempre della pallacanestro e dell'Inter, un difetto. Però mi raccontava pure della Roma quando vinceva e quando perdeva, lo faceva, mi aggiornava, mi teneva aggiornato sullo sport, io che non sono un grande appassionato. Un uomo buono, sempre disponibile, sorridente, nonostante tutte le difficoltà e gli acciacchi, l'ultimo tratto con il bastone che lo affaticava, però lui si era abituato piano piano a portarlo. Disponibile per la parrocchia, sempre, qualunque cosa tu chiedevi ad Annino, Annino sicuramente la faceva con precisione e discrezione. Un uomo che ha servito questa città, ha servito questa comunità, e ha servito lo sport, incarnando in maniera perfetta i valori autentici dello sport, li ha incarnati bene, con forza e fermezza. Un uomo equilibrato, come doveva essere equilibrato un arbitro, e lui lo diceva sempre, era fiero di tutto questo. E allora noi oggi non possiamo che cantare la beatitudine di Annino, abbiamo incontrato un uomo beato, secondo la beatitudine del Vangelo, un uomo che ci ricorda come la parola del Vangelo possa essere vissuta e vissuta fino in fondo. Un uomo amato, ha amato la vita, che lo ha accompagnato fino alla fine, donandosi completamente ad Annino e Annino è vissuto tanto grazie al Tuo amore e alla Tua vicinanza, che non ha mai fatto mancare, a quella della tua famiglia e a quella di tante persone che hanno pregato e lo hanno accompagnato con l'affetto che Annino ha saputo sempre creare. E allora noi oggi ringraziamo Dio per averlo incontrato, perchè Annino è stato un segno della presenza di Dio in mezzo a noi, con la sua semplicità e la sua fedeltà al Vangelo e alla giustizia. Ringraziamo il Signore per aver camminato, per aver potuto camminare per un tratto di strada più o meno lungo con il signor Annino Massese, con il dottor Annino Massesse. E diciamo con dolore che una pagina di Formia è stata girata, una pagina importante della nostra città, ma la memoria di Annino rimane nei nostri cuori. Il ricordo di Annino, della sua simpatia, del suo sorriso, della sua beatitudine secondo il Vangelo rimane stampata nei nostri cuori e noi non possiamo che ricordarlo, non possiamo che ringraziare Dio per questa bella testimonianza di santità laicale. E vogliamo invocare il Signore perchè lui con la sua misericordia lo abbracci. Ora me lo immagino in Paradiso ad arbitrare una partita tra gli angeli, perché l'ultimo tratto della sua vita non poteva più arbitrare e lui si rammarucava di questo. Però ha mantenuto intatta la passione per lo sport e per la pallacanestro e ora, sicuramente in Paradiso, Annino è stato chiamato da Dio a fare l'arbitro di una qualche partita che sicuramente si sta giocando. Possa il Signore misericordioso tenerlo per sempre nelle sue braccia di misericordia, insieme al suo amato fratello Franco, e possa il Signore misericordioso donare a te, Rita, e tuttta la tua famiglia la comnsolazione e la speranza che nascono dalla fede.” Parole toccanti che hanno fatto commuovere una chiesa piena di persone, quelle che le attuali normative covid permettono di contenere in una chiesa come quella di Santa Teresa. Dopo la liturgia eucaristica ed il rito funebre con la benedizione della salma, a nome di tutto il Gruppo Arbitri Pallacanestro di Latina l'arbitro nazionale Sergio Noce ha rivolto poche e semplici, ma nello stesso tempo toccanti parole: “Annino, eri un'anima bella, ed averti conosciuto è stato un dono prezioso. Eri generoso, accogliente, gentile; sei stato testimone di una passione, quella per il basket, vissuta con una profondità e dedizione totale. Ci hai insegnato che una comunità sportiva è come una famiglia. Appartenenza, dialogo, e soprattutto sostegno nei momenti difficili. Per te siamo stati dei figli, sei stato la nostra guida paziente, ti informavi costantemente ed hai gioito dei successi che ignuno di noi ha raggiunto. Allegro e confusionario, mai una riunione o un evento poteva iniziare senza che tu avessi salutato tutti, ma prorpio tutti, uno alla volta. Guidare la macchina non era tra le tue virtù, ma gli sposdtamenti d'auto con te diventavano un viaggio nel viaggio, tra aneddoti e soprattutto progetti. Ci siamo divertiti ai tuoi racconti, a volte stampalati. Chissà come sarà andato veramente l'incontro in treno di cui ci parlavi sempre mostrandoci la famosa foto che custodivi gelosamente nel portafoglio. Hai mantenuto sempre intatta la tua purezza, il tuo candore disarmante. Senza dubbio è questo il messaggio più bello che ci hai lasciato e che ci impegneremo a protare avanti. Quando la passione brilla di luce propria, non si fa attaccare dai sentimenti negativi, non si fa raggiungere da invidia o peggio ancora dal rancore, ma ci fa sentire parte di un gruppo, il tuo gruppo. Twain scrisse: “Levate l'ancora, abbandonate i porti sicuri, catturate il vento nelle vostre vele, esplorate , sognate e scoprite.” E magari tu avresti aggiunto e festeggiato il 20° scudetto dell'Inter pure per me. Ciao, Anni', ti vogliamo bene. I tuoi Arbitri e i tuoi Ufficiali di Campo.” Sosta abitazione Annino Massese - foto di Pietro Zangrillo Ultimo saluto Annino Massese - foto di Pietro Zangrillo Uscita salma Annino Massese - foto di Pietro Zangrillo Benedizione salma Annino Massese - foto di Pietro Zangrillo Benedizione salma Annino Massese - foto di Pietro Zangrillo Benedizione salma Annino Massese - foto di Pietro Zangrillo Benedizione salma Annino Massese - foto di Pietro ZangrilloEsequie Annino Massese Alla fine della messa, il corteo che ha accompagnato la salma di un maestro dello sport, si è fermata un attimo in quella Via Vitruvio 144, il palazzo dove sìlui abitava con la sorella Rita, e dove in passato c'era la sede della zona 59, da lui fondata anni fa. E si spera che l'amministrazione comunale possa valutare l'ipotesi di intitolare, appena sarà possibile, il palazzetto dello sport di Via Amendola a colui che della palla a spicchi ha fatto la sua passione di vita. Read the full article
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latinabiz · 3 years
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Il cordoglio della città di Formia all'arbitro benemerito d'eccellenza dell Fip di Formia Annino Massesse nella chiesa di Santa Teresa d'Avila in Formia
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Salma Annino Massese - foto di Pietro Zangrillo Salma Annino Massese - foto di Pietro Zangrillo Arrivo salma di Annino Massese - foto di Pietro Zangrillo Ingresso Santa Teresa dìAvila a Formia - foto di Pietro Zangrillo L'istruttore arbitri della FIP Annino Massese in una riunione con gli arbitri del GAP Latina Esequie di Annino Massese E' arrivato il tempo del dolore, è arrivato il tempo delle lacrime per un personaggio, piccolo di statura ma un gigante di corresttezza nella virìta quotidiana, nonché un esemplare uomo di sport, di quelli che non se ne trovano più tanti in giro, tanto che lo stampo si è perso per sempre nel mare, quel mare di Formia che ogni mattina andava ad ammirare andando a guardare i traghetti in partenza per Ponza e Ventotene scendendo per la passeggiata mattutina. Annino Massese ha vissuto, come dicono gli antichi romani, non è morto ma ha vissuto e continua a vivere in coloro che lo hanno conosciuto. D'altra parte il panegirico di un amico, come il presidente della sua amata Federazione Italiana Pallacanestro Gianni Petrucci gli ha rivolto è estremamente significativo: “Ci ha lasciati all'età di 90 anni Annino Massese, benemerito di eccellenza del CIA. La pallacanestro era la sua seconda famiglia e gli incarichi avuti in FIP sono stati meritoriamente tanti: Ufficiale di campo, Istruttore, Designatore, Componente commissione disciplina CIA, Osservatore nazionale Udc, Presidente commissione provinciale, oltre ad essere un punto di riferimento sul territorio di Formia, Gaeta e dintorni per qualunque evento di basket. Il presidente FIP Giovanni Petrucci, a titolo personale e interpretando l'affetto del personale FIP e dell'intera Federazione, commosso, nel ricordo della passione e dell'impegno di Annino, abbraccia e condivide il cordoglio della sorella Rita e della famiglia Massese.” Uomo di sport a tutto campo, perché non solo il basket, ma tutti gli sport ha seguito con interesse e meraviglia, tra cui un posto speciale lo ha sempre riservata alla sua amata squadra del cuore, l'Inter, tanto da tappezzare una intera parete dedicata al Triplete. Ma era anche uomo di fede, una fede autentica ma mai al di sopra del fanatismo, nonostante, come lui ha sempre detto, quando entrava nei parquet, era solito farsi un segno di croce prima dell'inizio della gara. Era anche un grande estimatore di musica, in particolare di musica bandistica, e non c'èra festa di San Giovanni Battista del 24 giugno dove lui non fosse presente ad ascoltare le performances delle bande invitate per l' occasione. E per l'ultimo saluto c'erano tutti, tutto il mondo della palla a spicchi della città, lui che è stato co-fondatore della Fabiani Formia, i suoi colleghi rimasti ancora in vita e coloro che lo hanno conosciuto durante i suoi anni di servizio come dirigente all'Ufficio Anagrafe del Comune di Formia, perché era un uomo delle istituzioni, un uomo nato per il rispetto delle regole – era infatti laureato in Giurispudenza – e soprattutto erano presenti amici con cui ha condiviso il certosino lavoro delle designazioni arbitrali in Federazione, come Gianni De Simone, e soprattutto i suoi figli, gli Arbitri e gli Ufficiali di Campo. Ma non erano presenti le attuali istituzioni comunali, ossia l'amministrazione comunale rappresentato dalla Giunta Taddeo, forse per una svista, o forse perché non riteneva Annino degno di una presenza istituzionale, degno per avere un omaggio per una persona che ha rappresentato per quarant'anni Formia nell'organismo sportivo d'eccellenza, ovvero come delegato CONI, essendo lui stato insiglito della Stella d'Oro del Coni anni fa. Chi era Annino lo ha detto il parroco di Santa Teresa d'Avila Don Carlo Lembo, che ha concelebrato insieme a p. Mario Corvino, all'inizio della messa: “Vogliamo dare il nostro ultimo saluto al fraterllo Annino, uomo credente, uomo buono, uomo che ha amato il lavoro, ha amato l'impegno sportivo, è stato arbitro. Annino è stato tante cose, un pilastro di questa comunità. E ora volgiamo ringraziare il Signore per averlo potuto conoscere, per avere incrociato il suo cammino, per il tanto bene che Annino ha dato in maniera diversa a ciascuno di noi, a partire dalla sorella Rita e da tutti i suoi familiari. E allora in questa celebrazione chiediamo al Signore di accoglierlo nella sua misericordia e chiediamo al Signore perdono per i nostri peccati.” E Don Carlo lo ha definito beato, perché ha seguito quelle beatitudini evangeliche proclamate da p. Mario nella Liturgia della Parola: «Beati i poveri in spirito,perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto,perché saranno consolati.Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi,perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.” P. Mario Corvino - foto di Pietro Zangrillo Don Carlo Lembo - foto di Pietro Zangrillo Don Carlo Lembo e p. Mario Corvino - foto di Pietro ZangrilloSacerdoti celebranti Omelia di Don Carlo Lembo del 17 gennaio - audio di Pietro Zangrillo Dopo di che don Carlo ha voluto tracciare brevemente, nella sua omelia la sua figura di uomo che ha seguito le leggi del Signore in modo umile ma incisivo: “Tra le pagine del Vangelo quella che più racconta annino, è sicuramente la mpagina delle Beatitudini perché mano a mano che p. Mario leggeva questo testo, tutti noi abbiamo potuto trovare qualche tratto che descriveva Annino, uomo mite, uomo buono, uomo misericordioso, puro di cuore, operatore di pace. Si tratta di tutte le caratteristiche che Annino aveva, che maniferstava verso le persone che lo incointravano, e che non potavano che volergli bene, perché ad Annino si voleva bene a prescindere, proprio per il modo in cui lui si poneva. Non perché fosse un uomo in qualche maniera ingenua, no. Era un lavoratore onesto e infaticabile, era un grande appassionato di sport, raccontava sempre della pallacanestro e dell'Inter, un difetto. Però mi raccontava pure della Roma quando vinceva e quando perdeva, lo faceva, mi aggiornava, mi teneva aggiornato sullo sport, io che non sono un grande appassionato. Un uomo buono, sempre disponibile, sorridente, nonostante tutte le difficoltà e gli acciacchi, l'ultimo tratto con il bastone che lo affaticava, però lui si era abituato piano piano a portarlo. Disponibile per la parrocchia, sempre, qualunque cosa tu chiedevi ad Annino, Annino sicuramente la faceva con precisione e discrezione. Un uomo che ha servito questa città, ha servito questa comunità, e ha servito lo sport, incarnando in maniera perfetta i valori autentici dello sport, li ha incarnati bene, con forza e fermezza. Un uomo equilibrato, come doveva essere equilibrato un arbitro, e lui lo diceva sempre, era fiero di tutto questo. E allora noi oggi non possiamo che cantare la beatitudine di Annino, abbiamo incontrato un uomo beato, secondo la beatitudine del Vangelo, un uomo che ci ricorda come la parola del Vangelo possa essere vissuta e vissuta fino in fondo. Un uomo amato, ha amato la vita, che lo ha accompagnato fino alla fine, donandosi completamente ad Annino e Annino è vissuto tanto grazie al Tuo amore e alla Tua vicinanza, che non ha mai fatto mancare, a quella della tua famiglia e a quella di tante persone che hanno pregato e lo hanno accompagnato con l'affetto che Annino ha saputo sempre creare. E allora noi oggi ringraziamo Dio per averlo incontrato, perchè Annino è stato un segno della presenza di Dio in mezzo a noi, con la sua semplicità e la sua fedeltà al Vangelo e alla giustizia. Ringraziamo il Signore per aver camminato, per aver potuto camminare per un tratto di strada più o meno lungo con il signor Annino Massese, con il dottor Annino Massesse. E diciamo con dolore che una pagina di Formia è stata girata, una pagina importante della nostra città, ma la memoria di Annino rimane nei nostri cuori. Il ricordo di Annino, della sua simpatia, del suo sorriso, della sua beatitudine secondo il Vangelo rimane stampata nei nostri cuori e noi non possiamo che ricordarlo, non possiamo che ringraziare Dio per questa bella testimonianza di santità laicale. E vogliamo invocare il Signore perchè lui con la sua misericordia lo abbracci. Ora me lo immagino in Paradiso ad arbitrare una partita tra gli angeli, perché l'ultimo tratto della sua vita non poteva più arbitrare e lui si rammarucava di questo. Però ha mantenuto intatta la passione per lo sport e per la pallacanestro e ora, sicuramente in Paradiso, Annino è stato chiamato da Dio a fare l'arbitro di una qualche partita che sicuramente si sta giocando. Possa il Signore misericordioso tenerlo per sempre nelle sue braccia di misericordia, insieme al suo amato fratello Franco, e possa il Signore misericordioso donare a te, Rita, e tuttta la tua famiglia la comnsolazione e la speranza che nascono dalla fede.” Parole toccanti che hanno fatto commuovere una chiesa piena di persone, quelle che le attuali normative covid permettono di contenere in una chiesa come quella di Santa Teresa. Dopo la liturgia eucaristica ed il rito funebre con la benedizione della salma, a nome di tutto il Gruppo Arbitri Pallacanestro di Latina l'arbitro nazionale Sergio Noce ha rivolto poche e semplici, ma nello stesso tempo toccanti parole: “Annino, eri un'anima bella, ed averti conosciuto è stato un dono prezioso. Eri generoso, accogliente, gentile; sei stato testimone di una passione, quella per il basket, vissuta con una profondità e dedizione totale. Ci hai insegnato che una comunità sportiva è come una famiglia. Appartenenza, dialogo, e soprattutto sostegno nei momenti difficili. Per te siamo stati dei figli, sei stato la nostra guida paziente, ti informavi costantemente ed hai gioito dei successi che ignuno di noi ha raggiunto. Allegro e confusionario, mai una riunione o un evento poteva iniziare senza che tu avessi salutato tutti, ma prorpio tutti, uno alla volta. Guidare la macchina non era tra le tue virtù, ma gli sposdtamenti d'auto con te diventavano un viaggio nel viaggio, tra aneddoti e soprattutto progetti. Ci siamo divertiti ai tuoi racconti, a volte stampalati. Chissà come sarà andato veramente l'incontro in treno di cui ci parlavi sempre mostrandoci la famosa foto che custodivi gelosamente nel portafoglio. Hai mantenuto sempre intatta la tua purezza, il tuo candore disarmante. Senza dubbio è questo il messaggio più bello che ci hai lasciato e che ci impegneremo a protare avanti. Quando la passione brilla di luce propria, non si fa attaccare dai sentimenti negativi, non si fa raggiungere da invidia o peggio ancora dal rancore, ma ci fa sentire parte di un gruppo, il tuo gruppo. Twain scrisse: “Levate l'ancora, abbandonate i porti sicuri, catturate il vento nelle vostre vele, esplorate , sognate e scoprite.” E magari tu avresti aggiunto e festeggiato il 20° scudetto dell'Inter pure per me. Ciao, Anni', ti vogliamo bene. I tuoi Arbitri e i tuoi Ufficiali di Campo.” Sosta abitazione Annino Massese - foto di Pietro Zangrillo Ultimo saluto Annino Massese - foto di Pietro Zangrillo Uscita salma Annino Massese - foto di Pietro Zangrillo Benedizione salma Annino Massese - foto di Pietro Zangrillo Benedizione salma Annino Massese - foto di Pietro Zangrillo Benedizione salma Annino Massese - foto di Pietro Zangrillo Benedizione salma Annino Massese - foto di Pietro ZangrilloEsequie Annino Massese Alla fine della messa, il corteo che ha accompagnato la salma di un maestro dello sport, si è fermata un attimo in quella Via Vitruvio 144, il palazzo dove sìlui abitava con la sorella Rita, e dove in passato c'era la sede della zona 59, da lui fondata anni fa. E si spera che l'amministrazione comunale possa valutare l'ipotesi di intitolare, appena sarà possibile, il palazzetto dello sport di Via Amendola a colui che della palla a spicchi ha fatto la sua passione di vita. Read the full article
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