Tumgik
#Tre donne sulla spiaggia
Text
Spiaggia di Scauri, agosto 2022, lei si chiama Teresa ha poco meno di 30 anni, due figli adolescenti e in braccio una bimba nera di circa 18 mesi, si chiama Sonia. Mi guardo attorno e cerco sua madre. Ma donne africane nemmeno l'ombra. Teresa avrà forse un compagno africano, con cui ha avuto la bimba, penso, ma non è possibile perché Sonia sarebbe stata mulatta e non nero ebano. La bimba ha treccine annodate da mani di donna africana. Gioca e scherza sulla spiaggia con Teresa e i suoi figli. Teresa prepara l'asciugamani per avvolgerla subito dopo il bagnetto, le toglie il costumino bagnato, le mette il pannolino, le da la pappa e poi l'addormenta all'ombra, nel passeggino. Sono curiosa di sapere qual é il legame tra la bimba ebano e Teresa con la sua famiglia. E così mi avvicino ed ammirando Sonia, che dorme appaciata e serena, cerco di sapere.
"la madre è una giovane donna del Senegal che lavora sulle spiagge, vende abiti, fa treccine, e Sonia andava in giro con lei sotto al sole tutto il giorno." dice Teresa "così pian piano la tenevamo noi, un giorno, poi due, poi tre. Prima per qualche ora, poi la bimba era contenta e così la madre me l'ha affidata." Teresa e la sua famiglia fa vacanza a Scauri e tiene con sé la bimba, lasciando sua madre serena nel suo lavoro stancante e Sonia fa la bimba, con i tempi... suoi tempi. Gioca amata da Teresa e dai suoi figli. Tutta la spiaggia collabora e lei è allegra e sorridente passa di braccia in braccia, come ad una festa tutta per lei. La sera Teresa la riporta alla madre. Sonia piange, il più delle volte, perché vorrebbe restare con Teresa.
"ma lei è la madre" dice Teresa "é giusto che stia con lei la sera, a lavoro finito"
Una storia di solidarietà, una cura al contrario non un immigrata che cresce i figli della signora bianca al mare, ma una famiglia napoletana che gratuitamente cresce una bambina figlia di immigrati.
Questa storia é un esempio di amore senza confini e senza pregiudizi.
Tumblr media
Carola Flauto
7 notes · View notes
alonewolfr · 10 days
Text
Tumblr media
“Lezione n° 1
Un uomo va sotto la doccia subito dopo la moglie e nello stesso istante suonano al
campanello di casa. La donna avvolge un asciugamano attorno al corpo, scende le
scale e correndo va ad aprire la porta: è Giovanni, il vicino. Prima che lei possa dire
qualcosa lui le dice: “ti do 800 Euro subito in contanti se fai cadere l’asciugamano!”
Riflette e in un attimo l’asciugamano cade per terra…
Lui la guarda a fondo e le da la somma pattuita. Lei, un po’ sconvolta, ma felice per la piccola fortuna guadagnata in un attimo risale in bagno. Il marito, ancora sotto la doccia le chiede chi fosse alla porta. Lei risponde: “era Giovanni”. Il marito: “perfetto, ti ha restituito gli 800 euro che gli avevo prestato?”
Morale n° 1:
Se lavorate in team, condividete sempre le informazioni!
Lezione n° 2
Al volante della sua macchina, un attempato sacerdote sta riaccompagnando una giovane monaca al convento.
Il sacerdote non riesce a togliere lo sguardo dalle sue gambe accavallate.
All’improvviso poggia la mano sulla coscia sinistra della monaca. Lei lo guarda e gli
dice: “Padre, si ricorda il salmo 129?” Il prete ritira subito la mano e si perde in
mille scuse. Poco dopo, approfittando di un cambio di marcia, lascia che la sua mano sfiori la coscia della religiosa che imperterrita ripete: “Padre, si ricorda il salmo 129?” Mortificato, ritira la mano, balbettando una scusa. Arrivati al convento, la monaca scende senza dire una parola. Il prete, preso dal rimorso dell’insano gesto si precipita sulla Bibbia alla ricerca del salmo 129.
“Salmo 129: andate avanti, sempre più in alto, troverete la gloria…”
Morale n° 2:
Al lavoro, siate sempre ben informati!
Lezione n° 3
Un rappresentante, un impiegato e un direttore del personale escono
dall’ufficio a mezzogiorno e vanno verso un ristorantino quando sopra una panca trovano una vecchia lampada ad olio. La strofinano e appare il genio della lampada.
“Generalmente esaudisco tre desideri, ma poiché siete tre, ne avrete uno ciascuno”. L’impiegato spinge gli altri e grida: “tocca a me, a me….Voglio stare su una spiaggia incontaminata delle Bahamas, sempre in vacanza, senza nessun pensiero che potrebbe disturbare la mia quiete”. Detto questo svanisce. Il rappresentante grida: “a me, a me, tocca a me!!!! Voglio gustarmi un cocktail su una spiaggia di Tahiti con la donna dei miei sogni!” E svanisce. Tocca a te, dice il genio, guardando il Direttore del personale.
“Voglio che dopo pranzo quei due tornino al lavoro!”
Morale n° 3:
Lasciate sempre che sia il capo a parlare per primo!
Lezione n° 4
In classe la maestra si rivolge a Gianni e gli chiede: ‘Ci sono cinque uccelli appollaiati su un ramo. Se spari a uno degli uccelli, quanti ne rimangono?’
Gianni risponde: “Nessuno, perché con il rumore dello sparo voleranno via tutti”.
La maestra: “Beh, la risposta giusta era quattro, ma mi piace come ragioni”.
Allora Gianni dice “Posso farle io una domanda adesso?”
La maestra: Va bene.
“Ci sono tre donne sedute su una panchina che mangiano il gelato. Una lo lecca delicatamente ai lati, la seconda lo ingoia tutto fino al cono, mentre la terza dà piccoli morsi in cima al gelato. Quale delle tre è sposata?” L’insegnante arrossisce e risponde: “Suppongo la seconda… quella che ingoia il gelato fino al cono”.
Gianni: “Beh, la risposta corretta era quella che porta la fede, ma… mi piace come ragiona”!!!
Morale n° 4: Lasciate che prevalga sempre la ragione.
Lezione n° 5
Un giorno, un non vedente era seduto sul gradino di un marciapiede con un
cappello ai suoi piedi e un pezzo di cartone con su scritto: “Sono cieco, aiutatemi per favore”. Un pubblicitario che passava di lì si fermò e notò che vi erano solo alcuni centesimi nel cappello. Si chinò e versò della moneta, poi, senza chiedere il permesso al cieco, prese il cartone, lo girò e vi scrisse sopra un’altra frase.
Al pomeriggio, il pubblicitario ripassò dal cieco e notò che il suo cappello era pieno di monete e di banconote.
Il non vedente riconobbe il passo dell’uomo e gli domandò se era stato lui che aveva scritto sul suo pezzo di cartone e soprattutto che cosa vi avesse annotato.
Il pubblicitario rispose: “Nulla che non sia vero, ho solamente riscritto la tua frase in un altro modo”.
Sorrise e se ne andò.
Il non vedente non seppe mai che sul suo pezzo di cartone vi era scritto:
“Oggi è primavera e io non posso vederla”.
Morale n° 5: Cambia la tua strategia quando le cose non vanno molto bene e vedrai che poi andrà meglio.
Se un giorno ti verrà rimproverato che il tuo lavoro non è stato fatto con professionalità, rispondi che l’Arca di Noè è stata costruita da dilettanti e il Titanic da professionisti….
Per scoprire il valore di un anno, chiedilo ad uno studente che è stato bocciato all’esame finale.
Per scoprire il valore di un mese, chiedilo ad una madre che ha messo al mondo un bambino troppo presto.
Per scoprire il valore di una settimana, chiedilo all’editore di una rivista settimanale.
Per scoprire il valore di un’ora, chiedilo agli innamorati che stanno aspettando di vedersi.
Per scoprire il valore di un minuto, chiedilo a qualcuno che ha appena perso il treno, il bus o l’aereo.
Per scoprire il valore di un secondo, chiedilo a qualcuno che è sopravvissuto a un incidente.
Per scoprire il valore di un millisecondo, chiedilo ad un atleta che alle Olimpiadi ha vinto la medaglia d’argento.
Il tempo non aspetta nessuno. Raccogli ogni momento che ti rimane, perché ha un
grande valore. Condividilo con una persona speciale e diventerà ancora più importante.
L’origine di questi racconti è sconosciuta, ma pare portino buonumore e fortuna a chi li manda e a chi li dice, quindi non tenerli per te.”
2 notes · View notes
sciatu · 1 year
Text
Madam Effie e la formula della felicità - terza ed ultima parte
OGNUNO HA LA SUA FORMULA DELLA FELICITÀ Il professore Ferdinando Gugliotta stava sognando di essere sdraiato sulla spiaggia a mare mentre sua moglie stava chiamando la figlia che giocava su bagnasciuga. Si disse che sua figlia non era mai nata e si rispose che non era vero, che sua figlia, era quello che univa sua moglie e lui e che in realtà la materia e i sogni erano la stessa cosa, come gli aveva dimostrato scientificamente, Madam Effie a cui si era rivolto per capire come mai fosse infelice. “Ferdinando, Ferdinando alzati è tardi” Apri gli occhi e vide la moglie in vestaglia con la tazzina di caffè in mano. Si guardò intorno e vide che era nel lettino nella stanzetta che sua moglie occupava quando era bambina, la stanza che avevano inutilmente arredato per la loro figlia mai nata. “Che ora è?” “È tardi, tra quaranta minuti ti inizia la lezione” “Minchia “ sbottò il professore e si alzò di scatto prese il caffè e lo bevve d’un fiato bruciandosi la gola. Corse in bagno e in cinque minuti fece quello che faceva in quaranta minuti. Corse in stanza da letto e si vestì velocemente indossando dei calzini spaiati, poi prese la borsa e salutata la moglie scappò fuori di cada. Quando arrivò in cortile si sentì chiamare dalla moglie che alla finestra indossava i suoi occhiali sorridendo e mostrandogli la lingua per prenderlo in giro. Tornò indietro e si prese gli occhiali salutando la moglie con un bacio, contento che fosse tornata a giocare con lui. Corse verso la scuola salutando tutte le ombre che incontrava. Arrivato al portone del liceo rallentò il passo ed entrò dandosi un contegno. Entrò in segreteria e prese il registro salutando la vecchia segretaria che era morta anni prima e la nuova appena assunta che erano sedute allo stesso posto. Entrò in classe e si sedette alla scrivania. Quando guardò la classe la vide e piena di ragazzi e ragazze perché nei banchi vuoti erano seduti gli alunni degli anni precedenti. In fondo alla classe vide Beatrice seduta accanto a una ragazza che scriveva qualcosa al cellulare. Beatrice alzò gli occhi dal cellulare della ragazza e vedendolo lo salutò per poi tornare ad osservare preoccupata il cellulare della ragazza. “Sciuto oggi ci siamo tutti?” “Si professore, siamo tutti presenti” Rispose il Nerd della classe con i suoi occhiali enormi e un colletto della camicia che gli usciva dal maglioncino. “Bene ragazzi a posto – poi guardando la ragazza seduta accanto a Beatrice urlò – Mancuso, se non metti via quel telefono te lo sequestro” “Professò c’è mia nonna ché è al pronto soccorso” “Quale nonna? Te ne sono già morte tre l’anno scorso e due l’anno precedente e tutte prima dei compiti in classe che abbiamo fatto. Vieni alla lavagna cosi almeno smetti di stordirti con i social.” “Professò ma oggi ce l’ha con me” “Vieni, non ti interrogo mi aiuterai a far lezione” “Andiamo bene “ Fece Campisi che essendo il belloccio della classe se ne considerava il leader e non amava il comportamento anarchico di Mancuso che era la peste della classe “Bene Mancuso, faremo un problema sugli insiemi.” Finse di leggerne sul libro il testo. “In una classe vi sono 15 dei suoi alunni che preferiscono le donne, dieci che preferiscono gli uomini e 5 che preferiscono uomini e donne. Domanda: Quanti sono gli alunni che non amano le donne? E quanti quelli amano solo le donne?” Quando alzò gli occhi dal libro vide che tutti gli occhi sbarrati degli alunni lo guardavano stupiti. Girò la testa guardandoli “Che c’è non avete capito?” “No professò è che è un problema che non abbiamo mai sentito” Fece Russo il magrolino nel primo banco di fronte a lui che era spesso il portavoce della classe. “Se lo dici per gli insiemi, devo dirti che è simile a quello che c’era nell’ultimo compito e che il 72.3% di voi ha sbagliato. Se lo dici perché si parla del gusto sessuale degli alunni, maschi o femmina che siano, devo ricordarti che in questa classe c’era un ragazzo che era di quelli a cui piacevano gli uomini e che i suoi compagni tanto lo bullizzarono che si uccise. Nascondere una palese evidenza è una bugia, quando una bugia diventa considerazione comune allora diventa ipocrita oscurantismo. Qualcuno vuole che insegni ipocritamente?” Li guardò negli occhi uno ad uno, quelli che erano reali e quelli che erano il ricordo dei suoi vecchi alunni. “Bene, Mancuso, risolviamo questo problema che scandalizza i ben pensanti” Mancuso, con aria complice e sottovoce gli disse avvicinandosi “Cazzi loro, professò” Impiegarono una ventina di minuti a trovare la soluzione e mentre la classe scriveva il procedimento il Professore guardava sua figlia seduta accanto al posto vuoto di Mancuso pensando a tutto quello che era successo da quando aveva visitato Madam. Pensò che ancora mancava qualcosa: doveva ancora pagare Madam “Bene Mancuso ora rispondiamo all’ultima domanda del problema” Guardò il libro e finse di leggere “Quanti degli alunni sono felici? – e guardando Mancuso la sollecito – forza Mancuso, calcola quanti di loro sono felici” E la guardò aspettando. Lei lo guardò seria e preoccupata “Come professò?” “Dai Mancuso, è una domanda banale: quanti degli alunni sono felici?” Mancuso lo guardò e poi si girò verso i compagni come a chiedere aiuto “Ma veramente professò, come si fa a calcolarlo … forse se sono a lezione nessuno di loro è felice” Un sorriso corse lungo la classe a sottolineare la risposta “Hai ragione, vi sono pochi dati. Dobbiamo investigare … tu Loiacono quand’è che sei stato felice?” “Quando il Messina è andato in serie A” “Bene, almeno abbiamo una definizione di felicità: un evento non ordinario che ci da gioia. Rosaria, tu che hai letto più libri di tutti i tuoi compagni messi assieme dacci una definizione dotta della felicità” Rosaria, nascosta dietro a due enormi occhiali rosa e una marea di capelli rispose pronta “Tutti vogliono vivere felici ma non vedono con chiarezza cosa rende la vita felice è una frase di Seneca” “Grazie Rosaria, effettivamente cosa ci rende felici non è facile a capirsi. Dai Mancuso, scriviamo la formula della felicità” Mancusò  lo guardò “Professò …” Disse con aria sconsolata “Professore, non esiste la formula della felicità “ osservò Campisi che da leader si sentiva in dovere di difendere l’ignoranza della classe. Il professore lo guardò “Quattro secoli fa un ragazzo della vostra età vedendo cadere una mela pensò che si poteva spiegare matematicamente che la mela cadeva in giù invece che di lato e non essendoci una matematica che lo potesse spiegare ne inventò una. Quel giovane, Isaac Newton, usò la matematica per descrivere quello che i suoi sensi percepivano ma non sapevano spiegare” Guardò la classe ma tutti evitavano il suo sguardo. Solo Beatrice lo guardava severamente come a dirgli che li aveva fatti sentire stupidi “Vero è – continuò – che Newton aveva sicuramente un maestro di matematica migliore del vostro, per cui devo pagare pegno e aiutarvi più che posso. Mancuso vieni, siediti al mio posto, cambiamo i ruoli.” Si mise alla lavagna ed incominciò a scrivere F= S+C+V “Secondo Seligman la felicità F dipende dal nostro livello di felicità interiore S, dalle circostanze della vita C e da quello che noi possiamo fare per essere felici, il fattore V. Il Fattore S è quello più importante e vale quanto la somma degli altri due perché secondo l’autore è la nostra volontà di essere felici, il nostro ottimismo che ci predispone alla felicità, gli eventi della vita giocano un ruolo secondario.” Osservò la classe. Tutti stavano seguendo con attenzione. Persino Loiacono era con la testa appoggiata sui pugni era concentrato ad osservare la lavagna. “Loiacono, che ne pensi, questa formula va bene?” “Professò non lo so! Mi ricorda quando dopo il pranzo di famiglia diamo il bicchiere di limoncello al nonno e lui dice “Ora sono felice!”, prima però si è già calato una bottiglia di vino, ed è già felice di suo; quindi gli eventi della vita e quello che può fare per essere felice, sono discutibili. Quanto vale poi come felicità il bicchierino di limoncello V sopra una bottiglia di rosso dell’Etna S?” I compagni sottolinearono il commento con una risata che contagiò il professore “Hai ragione Loiacono, questa equazione è discutibile. Allora vediamo quest’altra, la formula di Paolo Gallina F= dS/dt La felicità è una variazione positiva dei nostri stati d’animo rispetto al tempo” Si voltò a guardare la classe e chiese “Sciuto, tu che ne sai più di tutti di matematica , cosa ne pensi?” Sciuto serio si aggiustò gli occhiali, “Professore, è una derivata, e deve essere positiva, se no sarebbe infelicità. Come derivata indica che la felicità cresce sempre, che quella di ieri è più piccola di quella di domani e io non credo che questo sia possibile, saremmo tutti sempre più felici, come i pazzi. Poi, vuol dire anche che se stò due giorni felice, il delta diventa zero e quindi dovrei essere matematicamente infelice.” “In effetti Sciuto, è difficile immaginare un pazzo triste o una infelicità matematica. Va bene, allora usiamo una equazione più complicata” Si voltò verso la lavagna e incominciò a scrivere.
“Questa è una formula sviluppata da una università inglese sulla base di alcune prove sperimentali. La prima cosa che dice è che la felicità è funzione del tempo, non come nella formula precedente ma in modo diverso perché questa dipendenza dipende dalla somma di alcune situazioni. L’effetto di ogni addendo è mitigato da W, un coefficiente che serve a dargli il giusto peso. Vi è quindi la somma tra CR con cui indichiamo le Gratificazioni che riceviamo e che si traducono in felicità, EV che è la nostra valutazione del rischio o meglio le opportunità che abbiamo per poter essere felici e RPE, che è la differenza tra la felicità desiderata e quella ottenuta: maggiore è questa differenza, maggiore la nostra felicità totale, più difficile è avere l’opportunità di essere felice, più felici saremo quando arriva. La lettera Y è un fattore che tiene conto di quando quel dato avvenimento è accaduto e più quel fattore è vecchio, più Y lo diminuisce, mentre i vari fattori la cui somma da la misura di quanto siamo felici, sono sommati nel tempo. “ Il professore si voltò verso la classe e notò che alcuni di loro si stavano scrivendo la formula. “Cosa vuol dire questa formula? Prima di tutto il fattore tempo è importante, è presente ben due volte. La felicità si spegne velocemente come ci dice Y mentre quella che proviamo è la somma nel tempo di altre felicità sempre più deboli. In pratica dice: ricorderai bene il dolore di ieri, ma ricorderai vagamente l’intensità della felicità che ieri hai provato. La felicità è un pane che nutre l’anima ma che viene immediatamente metabolizzato e scompare in noi. Nasce ed è già ricordo. I dolori ci istruiscono, ci fortificano, ci guidano. La felicità è un lampo nella notte. Se la felicità è il senso della vita, allora dobbiamo essere pronti a coglierla quando nasce, a viverla intensamente e più a lungo che possiamo perché non tornerà più in quella forma, in quel modo, con quella intensità” Si avviò tra i banchi e si andò a sedersi sul quello di Mancuso, vicino alla figlia Beatrice che lo guardava concentrata sulle sue parole come tutta la classe. “Se guardiamo i vari fattori vediamo che la felicità dipende dalle opportunità che la vita ci offre, dalle nostre esperienze passate e soprattutto dalle aspettative, che abbiamo nel cercare quella data felicità. Mi spiego meglio.  Siamo invitati ad una festa dove vi sono molte ragazze. Abbiamo quindi una buona opportunità di conoscerne qualcuna. Abbiamo avuto diverse esperienze sentimentali negative e quindi vorremmo essere finalmente felici. A questo punto le nostre aspettative potrebbero essere o sballarci con alcool e canne dimenticando le brutte esperienze per la sera e ritornare ad essere infelici il giorno dopo, oppure trovare una ragazza che ci piace e a cui piacciamo e con lei costruire una continua felicità. E’ chiaro che la felicità sarà enorme nell’ultimo caso perché ripaga le nostre esperienze passate e soddisfa quello che desideravamo. Non ho detto: vorremmo trovare una ragazza bionda con un gran seno o una come quella che ha un nostro amico, ricca, famosa e influenzer. Ho detto “una ragazza che ci piace e a cui piacciamo”. Mi sono dato delle aspettative realistiche. La nostra aspettativa si basa quindi su quello che noi vorremmo non su quello che è il pensare comune su un social o quello che ci dicono gli amici o la mamma. Il segreto della felicità è nell’avere le giuste aspettative, i giusti obiettivi realistici e personali. Sono le aspettative soddisfatte che creano la felicità ed è nel crearci false o irrealistiche aspettative che bruciamo la nostra felicità e la nostra vita. Se il papà ci vuole scienziati e noi non lo vogliamo essere, impiegheremo il nostro futuro solo ad essere infelici perché anche se avremo fatto felice papà con una laurea e un lavoro importante, questi suoi obiettivi, non saranno mai quello che volevamo e non ci daranno mai la felicità che desideravamo.  Se non adeguiamo le nostre aspettative a chi siamo, a chi amiamo, a cosa possiamo ottenere, a cosa veramente vogliamo, avremo sempre una felicità sbagliata dove quello che otteniamo non sarà mai eguale a quello che vorremmo e diventeremo, degli alienati insoddisfatti.” I ragazzi lo guardavano con intensità. Sentivano che nelle sue parole c’era qualcosa a cui non avevano mai pensato ma che era importante capire. “Bene, ora come compito a casa mi scrivete la vostra equazione della felicità e domani la discuteremo” Suonò la campanella. “Mi raccomando Loiacono nella formula non metterci il Messina Calcio” Intanto raccoglieva le sue cose dalla scrivania per lasciare il posto alla collega. Mancuso era seduta a guardare il registro preda di chissà quali pensieri. “Ragazzi ci vediamo domani, mi raccomando il compito: ci tengo molto” Mentre usciva si sentì chiamare da Mancuso seduta ancora alla cattedra “Professò ….Professò” Si voltò convinto che gli avrebbe detto qualche scusa per non fare il compito “Che c’è Mancuso” “Ma lei, è felice?” Sorrise “Le aspettative, Mancuso, le aspettative! Se farai un compito in cui dimostrerai di aver capito quello che ti ho spiegato parlandomi di come matematicamente vedi la tua felicità, allora sarò felice, mi avrai dato di più di quello che mi aspetto” La ragazza lo guardò seria ed infine gli disse “Professò … domani vedrà la mia bellissima formula e per tutto questo – fece indicando la lavagna le formule sulla lavagna  - Grazie” “Grazie professò” Ripeté Campisi e ad uno ad uno tutti gli alunni della classe. Fuori dalla classe lo aspettava Beatrice “Papà ma tu sei veramente felice?” gli chiese “Si, ora lo sono. Lo sarò di più questo pomeriggio, quando porterò la mamma a Taormina” “Posso venire anch’io?” “Certo che puoi” Lei gli prese la mano e gliela strinse camminando per il corridoio della scuola con lui. Per un attimo il professore sentì il calore della mano della figlia nella sua e poiché questo andava oltre le sue aspettative, si sentì felice.
8 notes · View notes
danilacobain · 2 years
Text
Ossigeno - 19
19. Fuoco nelle vene 
Desiderare così tanto una donna, sapere che anche lei lo desiderava allo stesso modo e doversi trattenere in continuazione dal prenderla, chiuderla in uno stanzino buio e farla sua, era straziante per Zlatan. Se ne stava in spiaggia, sdraiato sul lettino, con gli occhi chiusi, cercando di non pensare che proprio accanto a lui c'era la bellissima donna che da qualche settimana popolava tutte le sue fantasie. Gli sarebbe bastato aprire gli occhi e guardarla per infiammarsi all'istante e anzi, lo era anche ad occhi chiusi. Il solo ricordo di come lei aveva risposto ai suoi baci, alle sue carezze... Non era sicuro di riuscire a trattenere i suoi istinti che gli urlavano a gran voce di portarla via da lì e di fare l'amore con lei.
La voglia di guardarla ebbe il sopravvento, così aprì piano gli occhi e voltò la testa verso di lei. Indossava un costume verde scuro e portava un grazioso cappello di paglia, le dita delicate, che la sera prima aveva sentito tra i suoi capelli e sulla sua pelle, stringevano un giornale. Notò che lui la stava guardando e gli sorrise, un sorriso dolce e intrigante, pieno di segreti e desiderio. Non poteva resistere a lungo, soprattutto se lei lo guardava così. Si alzò di scatto e si avviò in acqua, sperando che fosse abbastanza fredda da fargli spegnere il fuoco che gli ardeva nelle vene.
Sveva guardò Zlatan allontanarsi verso la riva e si godette lo spettacolo della sua schiena tatuata. Aveva sempre sospettato che avesse un corpo perfetto, qualche volta lo aveva visto senza maglietta in tv o su qualche foto ma ora ne aveva l'assoluta certezza. Chissà se lui la desiderava anche solo la metà di quanto lo desiderava lei... Valentina la richiamò al presente. «Sveva, lei è Andra, la moglie di Mark.» Di fianco a sua cognata c'era una graziosa donna bionda, con un bel sorriso, che la guardava. La moglie di Mark aveva deciso all'ultimo momento di raggiungere il marito e Sveva non poteva che esserne felice: almeno quella sera nessuno avrebbe interrotto lei e Zlatan mentre... Si alzò e le porse la mano. «Sveva, molto piacere.» Le tre donne si recarono al bar e presero qualcosa di fresco da bere. Trascorsero la mattinata insieme, mentre i maschi organizzavano la gita in barca che avrebbero fatto l'indomani. Pranzarono in un ristorantino con vista sul mare. Zlatan la guardava spesso, accresceva il desiderio che aveva di lui con i sorrisi mozzafiato che le rivolgeva. Non erano seduti vicini, purtroppo, perché lei avrebbe tanto voluto che le sfiorasse la mano. Anelava un contatto con lui, disperatamente. Si attardò sulla terrazza del ristorante per scattare delle foto. Non era la prima volta che visitava la Grecia e le Cicladi, ma lo spettacolo era sempre bellissimo. Ne rimaneva rapita sempre come se fosse la prima volta. Era poggiata al parapetto di ferro, verniciato di rosso, e si godeva l'odore del mare quando avvertì un tocco leggero sulla spalla. Sapeva che era Zlatan senza bisogno di girarsi. Solo il suo tocco le dava quelle sensazioni. Aveva i brividi dappertutto e un indescrivibile desiderio di gettargli le braccia al collo e baciarlo. Lui si appoggiò alla ringhiera accanto a lei. «Zlatan.» «Pare che sia davvero difficile riuscire a stare un po' da soli.» Lei gli sorrise. «Adesso, per esempio, siamo soli...» Zlatan guardò oltre la sua spalla, poi la prese per un braccio e la portò dietro un angolo riparato, lontano da occhi indiscreti. «Ora, siamo soli.» Senza aspettare la sua risposta la baciò. L'urgenza di accarezzare le labbra di Sveva lo rese rude e famelico. La lasciò senza fiato. «Potremmo andarcene in albergo e trascorrere un pomeriggio piacevole...» le disse Zlatan, accarezzandole il volto. «Oppure potrei prenderti qui, adesso. Devo ammetterlo, la seconda ipotesi mi tenta.» Sveva fu attraversata da una scarica di desiderio. «Se ce ne andassimo adesso potrebbero sospettare qualcosa.» Zlatan le fece un sorriso sghembo. «Ti piace tenermi sulle spine, vero?» «Stasera, Zlatan. Stasera saremo solo io e te, te lo prometto.» «Okay.» Si allontanò un po' ma lei lo tirò per la maglietta e lo baciò. Zlatan le strizzò le natiche, si avvicinò al suo orecchio e lo solleticò con la lingua e il respiro caldo. «Non tentarmi, Sveva. Non hai idea di quanto ti desideri.» «Credo di aver cambiato idea...» Zlatan la fissò, sapeva che non avrebbe mai potuto fare l'amore con lei lì, in quel momento. Lei si mordicchiava il labbro inferiore, eccitata da quella situazione, e per un momento pensò di poterlo fare davvero. L'avrebbe sbattuta contro il muro, lei gli avrebbe avvolto le gambe intorno alla vita e lui si sarebbe perso nel suo calore, nel suo odore... Delle voci li fecero fermare. Zlatan si rese conto che non aveva solo immaginato quella scena, ma l'aveva messa in pratica per metà. Erano avvinghiati vicino al muro, le mani di lei sotto la sua maglietta e le sue dentro il costume di Sveva. Guardarono entrambi verso la terrazza, poi si sorrisero. Zlatan le diede un bacio veloce. «Stasera. Tutta mia.» «Non vedo l'ora» disse lei, ansante. Uscirono insieme e insieme raggiunsero gli altri sulla spiaggia affollata. Entrambi avevano il fuoco nelle vene, entrambi desideravano una sola cosa e non vedevano l'ora che quella giornata finisse.
2 notes · View notes
Text
Il Beach Volley: Un Viaggio tra Storia, Regole e Divise Personalizzate
Il beach volley, noto anche come beach volleyball, sand volleyball, sand volley o pallavolo da spiaggia, è uno sport di squadra giocato sulla sabbia e riconosciuto come disciplina olimpica dal 1996. Nato come una variante del gioco della pallavolo, il beach volley ha percorso un lungo viaggio, da semplice passatempo sulle spiagge a sport professionistico praticato in tutto il mondo. Le squadre, composte da due giocatori ciascuna, si scontrano su un campo di sabbia diviso da una rete, con l’obiettivo di mandare la palla nel campo avversario e difendere il proprio.
Tumblr media
Origini e Evoluzione del Beach Volley
Le origini del beach volley risalgono agli inizi del XX secolo in California e nelle Isole Hawaii. Da lì, si è rapidamente diffuso in tutto il mondo, guadagnando popolarità non solo nelle regioni costiere ma anche in paesi senza accesso al mare come la Svizzera. Il primo torneo ufficiale si tenne nel 1947 a State Beach, in California, mentre il primo torneo con un premio in denaro si svolse nel 1974 a San Diego.
Regole del Gioco
Come nella pallavolo, lo scopo del beach volley è mandare la palla sopra la rete e farla cadere nel campo avversario, cercando di opporsi al medesimo obiettivo della squadra avversaria. Ogni squadra ha a disposizione tre tocchi, inclusi i tocchi a muro. Il gioco inizia con un servizio e continua fino a quando la palla tocca terra, va fuori dal campo, o una squadra commette un errore. La squadra che vince lo scambio guadagna un punto e, se era la squadra che riceveva il servizio, anche il diritto di servire.
Divise Personalizzate nel Beach Volley
Uno degli aspetti più interessanti e distintivi del beach volley è l’uso delle divise personalizzate. Le divise personalizzate non solo offrono un tocco di stile e unicità alle squadre, ma sono anche cruciali per il comfort e le prestazioni degli atleti. Realizzate con materiali leggeri e traspiranti, le divise personalizzate permettono ai giocatori di muoversi liberamente sulla sabbia, riducendo il rischio di irritazioni e migliorando la termoregolazione corporea.
Caratteristiche del Campo e dell’Equipaggiamento
Il campo di beach volley è un rettangolo di sabbia che misura 16×8 metri, circondato da una zona libera larga almeno 3 metri. Le linee di gioco sono larghe 5-8 cm e la rete ha le stesse caratteristiche della pallavolo indoor (2.24 m per le donne e 2.43 m per gli uomini). Il pallone utilizzato è leggermente più grande e più leggero di quello della pallavolo tradizionale, con un diametro di 66-68 cm e un peso di 260-280 g.
Sistema di Punteggio e Struttura del Gioco
Le partite di beach volley si giocano al meglio dei tre set. Per vincere un set, una squadra deve ottenere 21 punti con un vantaggio minimo di due punti. In caso di parità dopo i primi due set, il terzo set si gioca fino a 15 punti, sempre con un vantaggio minimo di due punti. Il rally point system, in cui ogni scambio vinto vale un punto, rende il gioco dinamico e avvincente.
Beach Volley Internazionale
A livello internazionale, le nazioni più vittoriose nel beach volley maschile sono il Brasile, gli Stati Uniti e la Germania. Tra le squadre femminili, il Brasile domina seguito da Stati Uniti e Cina. Le coppie di punta brasiliane, come Larissa-Juliana, hanno ottenuto numerosi successi nei campionati mondiali e negli eventi FIVB. Gli Stati Uniti, l’Italia e il Brasile sono le nazioni con il maggior numero di partecipazioni al World Tour.
Importanza delle Divise Personalizzate
Le divise personalizzate giocano un ruolo fondamentale non solo nel rappresentare l’identità della squadra, ma anche nel migliorare le prestazioni. La possibilità di personalizzare le divise permette alle squadre di scegliere design, colori e materiali che meglio si adattano alle loro esigenze specifiche. Inoltre, le divise personalizzate possono includere dettagli come numeri, nomi dei giocatori e loghi degli sponsor, aumentando la visibilità e il supporto per il team.
La Popolarità del Beach Volley
Il beach volley è diventato lo sport più popolare tra quelli praticati sulla sabbia. Ogni stabilimento balneare nel mondo ha almeno un campo di beach volley, e il gioco è ampiamente praticato anche in paesi dove la pallavolo tradizionale ha meno seguito. Questo sport è facilmente accessibile, richiede poche attrezzature e offre regole flessibili a livello amatoriale, permettendo la partecipazione di un numero variabile di giocatori.
Storia del Beach Volley in Italia
In Italia, il primo torneo nazionale di beach volley si è tenuto nel 1984 al Fantini Club di Cervia. Da allora, il beach volley ha visto una crescita esponenziale in termini di popolarità e partecipazione. Il Fantini Club è noto anche per aver coniato il termine “beach volley”, italianizzando l’americana “beach volleyball”.
Conclusione
Il beach volley è uno sport dinamico e affascinante, che combina elementi di strategia, abilità fisica e coordinazione. Le divise personalizzate aggiungono un elemento di individualità e professionalità, contribuendo a migliorare le prestazioni degli atleti. Con una storia ricca e una comunità globale in crescita, il beach volley continua a evolversi e a guadagnare nuovi appassionati in tutto il mondo.
Leggici su Linkedin
Indicaci come contattarti
0 notes
antennaweb · 4 months
Link
0 notes
artesplorando · 6 months
Text
Tumblr media
Giorno di Dio, Paul Gauguin, 1894 Ambientato in una splendida spiaggia di Tahiti, l’opera raffigura un idolo della dea polinesiana Hina. Sulla riva dello specchio d’acqua compaiono tre donne, interpretate come i simboli della vita, della nascita e della morte.
0 notes
cinquecolonnemagazine · 10 months
Text
I più bei film ambientati a Napoli, viaggio nella storia del cinema
Napoli è una città ricca di storia, cultura e bellezza, che ha ispirato registi e attori di tutto il mondo. Nel corso degli anni, sono stati girati a Napoli numerosi film, alcuni dei quali sono diventati dei classici del cinema italiano e internazionale. I film di Vittorio De Sica Vittorio De Sica è uno dei registi italiani più importanti del XX secolo, e ha contribuito a far conoscere Napoli al mondo intero attraverso i suoi film. I suoi film ambientati a Napoli sono caratterizzati da una forte umanità e da un realismo che ha reso immortali le immagini della città. Ieri, oggi, domani (1963) è un film cult del cinema italiano, che racconta le storie di tre donne napoletane interpretate da Sophia Loren, Marcello Mastroianni e Vittorio De Sica. Il film è ambientato in diversi luoghi della città, tra cui il centro storico, il quartiere Sanità e la spiaggia di Mergellina. Ladri di biciclette (1948) è un altro capolavoro del cinema italiano, che racconta la storia di un padre napoletano che perde la sua bicicletta, indispensabile per il suo lavoro. Il film è ambientato nel centro storico di Napoli, e le sue immagini sono diventate iconiche. L'oro di Napoli (1954) è un film corale che racconta la storia di diversi personaggi napoletani, tra cui un pescivendolo, una prostituta e un giovane innamorato. Il film è ambientato in diversi luoghi della città, tra cui il mercato di Mergellina, il quartiere Sanità e il porto. Questi tre film rappresentano alcuni dei capolavori del cinema italiano, e sono un'immersione nella vita e nella cultura napoletana. I personaggi, le storie e le immagini di questi film sono rimaste impresse nella memoria di milioni di persone in tutto il mondo. I film di Totò Col binomio Napoli - Cinema non può che uscire la parola Totò. Il principe della risata ha girato un numero molto alto di pellicole ambientate nella sua Napoli. Elencarli tutti sarebbe molto difficile, quindi, ecco tre proposte da vedere: Totò, Peppino e la malafemmina (1956) è una commedia napoletana che racconta la storia di Totò (Antonio) e Peppino, da Napoli arrivano a Milano per raggiungere il nipote Gianni per persuaderlo a non abbandonare i suoi studi e convincere la ballerina Marisa a lasciarlo. Fra esilaranti gag ed equivoci, i Caponi scopriranno con sorpresa che la realtà è un'altra... In Miseria e Nobiltà (1954) Totò veste i panni di Felice Sciosciammocca, un uomo divorziato e senza soldi che vive insieme alla famiglia del figlio e lavora di sovente come scrivano al Teatro San Carlo. Il film è incentrato sulla vita delle due famiglie, che condividono la mancanza di cibo e le continue richieste di pagare l’affitto del proprietario di casa. Totò d'Arabia (1965) è una commedia dove Totò, ex-militare italiano al servizio, come domestico, presso l'Intelligence Service britannico viene promosso ad agente segreto con il nome di Agente 00Ø8 (pron. zero, zero, zero barrato, otto) al fine di convincere il regnante di Shamara, lo sceicco Ali El Buzur a cedere il petrolio al Regno Unito Cinema, altri film ambientati a Napoli Oltre ai film di Vittorio De Sica, altri film ambientati a Napoli meritano di essere visti. Ecco alcuni esempi: - Napoli '43 (1960) di Nanni Loy: un film drammatico che racconta la storia di un gruppo di napoletani durante la seconda guerra mondiale. - Il camorrista (1986) di Giuseppe Tornatore: un film drammatico che racconta la storia di un boss della camorra. - Gomorra (2008) di Matteo Garrone: un film drammatico che racconta la storia della camorra a Napoli. - Reality (2012) di Matteo Garrone: un film drammatico che racconta la storia di un uomo che partecipa a un reality show. - Eduardo e Carolina (2012) di Mario Martone: un film biografico che racconta la storia di Eduardo e Titina De Filippo. - Qui rido io (2021) di Mario Martone: un film biografico che racconta la storia di Eduardo Scarpetta. Napoli ed il cinema Questi film offrono un'ampia visione della città di Napoli, raccontando storie diverse che spaziano dal dramma alla commedia, dalla storia al presente. Napoli è una città che ha molto da offrire, e questi film sono un modo per conoscerla meglio. Napoli è una città affascinante e ricca di storia e cultura, che ha ispirato registi e attori di tutto il mondo. I film ambientati a Napoli sono un modo per conoscere meglio la città e la sua gente. Foto di Lajos Móricz da Pixabay Read the full article
0 notes
lamilanomagazine · 10 months
Text
Las Mariposas: domani l'intitolazione dei giardini di via San Faustino alle sorelle Mirabel
Tumblr media
Las Mariposas: domani l'intitolazione dei giardini di via San Faustino alle sorelle Mirabel. Milano. Domani, giovedì 23 novembre, alle ore 15.30, in via San Faustino (fronte civico 50), l'assessore alla Cultura Tommaso Sacchi interviene alla cerimonia di intitolazione dei giardini alle sorelle Patria (1924-1960), Minerva (1926-1960) e Maria Teresa (1936 -1960) Mirabal, ''Las Mariposas'' (Le Farfalle) della Repubblica di Santo Domingo, assassinate nel 1960 per la loro strenua opposizione al dittatore Rafael Leónidas Trujillo e al suo durissimo regime che dominò sull'isola caraibica per trent'anni, fino alla rivolta e alla sua uccisione nel 1961. Nel 1981, durante il primo Incontro Internazionale Femminista, celebrato in Colombia, la Repubblica Domenicana propose di ricordare l'assassinio delle tre sorelle Mirabal il 25 novembre di ogni anno. Quella data fu scelta dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite per celebrare la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza sulle donne. La ricorrenza fu istituita il 17 dicembre 1999 con la risoluzione 54/134. Alla cerimonia di intitolazione interverranno la Presidente del Municipio 3, Caterina Antola, e il Console Generale della Repubblica Dominicana, Arlene Pena Del Orb. A conclusione della cerimonia, l'attrice Elisabetta Pogliani leggerà la poesia di Cristina Torre Caceres "Se domani non rispondo alle tue chiamate, mamma'', scritta nel 2011 e diventata simbolo della lotta contro la violenza di genere. La poesia Se domani non rispondo alle tue chiamate, mamma. Se non ti dico che non torno a cena. Se domani, il taxi non appare. Forse sono avvolta nelle lenzuola di un hotel, su una strada o in un sacco nero (Mara, Micaela, Majo, Mariana). Forse sono in una valigia o mi sono persa sulla spiaggia (Emily, Shirley). Non aver paura, mamma, se vedi che sono stata pugnalata (Luz Marina). Non gridare quando vedi che mi hanno trascinata per i capelli (Arlette). Cara mamma, non piangere se scopri che mi hanno impalata (Lucía). Ti diranno che sono stata io, che non ho urlato abbastanza, che era il modo in cui ero vestita, l'alcool nel sangue. Ti diranno che era giusto, che ero da sola. Che il mio ex psicopatico aveva delle ragioni, che ero infedele, che ero una puttana. Ti diranno che ho vissuto, mamma, che ho osato volare molto in alto in un mondo senza aria. Te lo giuro, mamma, sono morta combattendo. Te lo giuro, mia cara mamma, ho urlato tanto forte quanto ho volato in alto. Ti ricorderai di me, mamma, saprai che sono stata io a rovinarlo quando avrai di fronte tutte le donne che urleranno il mio nome. Perché lo so, mamma, tu non ti fermerai. Ma, per carità, non legare mia sorella. Non rinchiudere le mie cugine, non limitare le tue nipoti. Non è colpa tua, mamma, non è stata nemmeno mia. Sono loro, saranno sempre loro. Lotta per le vostre ali, quelle ali che mi hanno tagliato. Lotta per loro, perché possano essere libere di volare più in alto di me. Combatti perché possano urlare più forte di me. Perché possano vivere senza paura, mamma, proprio come ho vissuto io. Mamma, non piangere le mie ceneri. Se domani sono io, se domani non torno, mamma, distruggi tutto. Se domani tocca a me, voglio essere l'ultima.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
a-tarassia · 3 years
Text
Tumblr media
Montecarlo, 28 settembre 2021.
Sono in un hotel a quattro stelle e fa caldo, sono stata tutto il giorno impegnata per lavoro e ho mal di gambe e mal di gola. Per un caso non molto fortuito la situazione vuole che io venga esclusa da vari aperitivi ed eventi di networking aziendale, allora insieme ad altri miei colleghi possiamo tornare sorprendentemente in albergo prima e rilassarci prima della cena, ancora, aziendale.
Odio presidiare agli incontri di pr per lavoro, metter su la poker face in indumenti che mi stanno scomodi e sorseggiando franciacorta insieme a gente che non crede nemmeno a ciò che afferma, quindi ho accolto benissimo la notizia della libertà condizionata tanto che mi sono da sola apprezzata per aver azzardato di portare il costume.
Dico a tutti che per la passeggiata sul lungomare non ci sono, io vado a fare il bagno, chiedo in reception il modo per raggiungere la spiaggia privata, ma mi dicono che l'accesso è possibile fino le 18.00 e in piscina fino le 19.00, se voglio approfittare dell'ultima mezz'ora però nell'armadio in camera trovo accappatoio e ciabatte, basta arrivare fino al -1 e seguire il corridoio, ma sono già le 18.20, salgo in camera sconsolata, sono al settimo piano, entro, mollo valigie, mi spoglio, mi affaccio dal terrazzo della stanza e noto che la spiaggia libera sotto al mio balcone ha la discesa dalla strada, ma devo scendere tramite hall, uscire dall'entrata principale da cui donne tirate a lucido escono da portiere di Bentley e Lamborghini e io con indosso solo il prendisole e le infradito e i capelli raccolti col mollettone, che faccio?
La mia me di qualche anno fa avrebbe abbozzato, si sarebbe messa sulla poltrona in terrazzo e avrebbe guardato il mare dall'alto per evitare di attirare l'attenzione, ma io il bagno lo volevo fare necessariamente e il 28 settembre a Montecarlo in solitaria una nuotata liberatoria non l'avevo mai fatta e magari non mi ricapiterà mai più e io ho un'ossessione per il mare, quindi me ne sbatto, perché le mia me di adesso sa che a nessuno importa di vedermi uscire come una barbona, qui son tutti barboni e io meno degli altri e quindi me ne sbatto delle paranoie inventate dalla mia testa, metto su il costume, il vestito della Lidl, le infradito, il mollettone, rubo un asciugamano grande dal bagno, lo infilo nello zaino e monto in ascensore. Arrivo nella hall e trovo la mia capa e i due miei colleghi arroulati per gli eventi post fiera, stavano temporeggiando tra un incontro e l'altro e anche qui la mia me di qualche tempo fa avrebbe avuto timore ed evitato sguardi e magari indietreggiato pur di non dare spiegazioni, ma invece mi fermo, mi siedo accanto a lei e le dico "io sto andando a fare un bagno in mare", lei mi risponde "bravissima, fai bene".
L'acqua era meravigliosa, io ero calma, una quiete dentro e fuori quasi surreale, non volevo più uscire. Dopo tre quarti d'ora mi sono rivestita, ho riattraversato la striscia nemica fatta di paillette e conti in banca a sei zeri e torno in camera viva.
Anche stavolta ho fatto una cosa normalissima e nessuno mi ha ucciso con uno sguardo di disappunto e pure ne avessi incontrati sti cazzi perché io ho fatto una cosa che volevo fare da morire. Quindi al massimo sarei pure morta contenta.
27 notes · View notes
alonewolfr · 1 year
Text
Tumblr media
“Lezione n° 1
Un uomo va sotto la doccia subito dopo la moglie e nello stesso istante suonano al
campanello di casa. La donna avvolge un asciugamano attorno al corpo, scende le
scale e correndo va ad aprire la porta: è Giovanni, il vicino. Prima che lei possa dire
qualcosa lui le dice: “ti do 800 Euro subito in contanti se fai cadere l’asciugamano!”
Riflette e in un attimo l’asciugamano cade per terra��
Lui la guarda a fondo e le da la somma pattuita. Lei, un po’ sconvolta, ma felice per la piccola fortuna guadagnata in un attimo risale in bagno. Il marito, ancora sotto la doccia le chiede chi fosse alla porta. Lei risponde: “era Giovanni”. Il marito: “perfetto, ti ha restituito gli 800 euro che gli avevo prestato?”
Morale n° 1:
Se lavorate in team, condividete sempre le informazioni!
Lezione n° 2
Al volante della sua macchina, un attempato sacerdote sta riaccompagnando una giovane monaca al convento.
Il sacerdote non riesce a togliere lo sguardo dalle sue gambe accavallate.
All’improvviso poggia la mano sulla coscia sinistra della monaca. Lei lo guarda e gli
dice: “Padre, si ricorda il salmo 129?” Il prete ritira subito la mano e si perde in
mille scuse. Poco dopo, approfittando di un cambio di marcia, lascia che la sua mano sfiori la coscia della religiosa che imperterrita ripete: “Padre, si ricorda il salmo 129?” Mortificato, ritira la mano, balbettando una scusa. Arrivati al convento, la monaca scende senza dire una parola. Il prete, preso dal rimorso dell’insano gesto si precipita sulla Bibbia alla ricerca del salmo 129.
“Salmo 129: andate avanti, sempre più in alto, troverete la gloria…”
Morale n° 2:
Al lavoro, siate sempre ben informati!
Lezione n° 3
Un rappresentante, un impiegato e un direttore del personale escono
dall’ufficio a mezzogiorno e vanno verso un ristorantino quando sopra una panca trovano una vecchia lampada ad olio. La strofinano e appare il genio della lampada.
“Generalmente esaudisco tre desideri, ma poiché siete tre, ne avrete uno ciascuno”. L’impiegato spinge gli altri e grida: “tocca a me, a me….Voglio stare su una spiaggia incontaminata delle Bahamas, sempre in vacanza, senza nessun pensiero che potrebbe disturbare la mia quiete”. Detto questo svanisce. Il rappresentante grida: “a me, a me, tocca a me!!!! Voglio gustarmi un cocktail su una spiaggia di Tahiti con la donna dei miei sogni!” E svanisce. Tocca a te, dice il genio, guardando il Direttore del personale.
“Voglio che dopo pranzo quei due tornino al lavoro!”
Morale n° 3:
Lasciate sempre che sia il capo a parlare per primo!
Lezione n° 4
In classe la maestra si rivolge a Gianni e gli chiede: ‘Ci sono cinque uccelli appollaiati su un ramo. Se spari a uno degli uccelli, quanti ne rimangono?’
Gianni risponde: “Nessuno, perché con il rumore dello sparo voleranno via tutti”.
La maestra: “Beh, la risposta giusta era quattro, ma mi piace come ragioni”.
Allora Gianni dice “Posso farle io una domanda adesso?”
La maestra: Va bene.
“Ci sono tre donne sedute su una panchina che mangiano il gelato. Una lo lecca delicatamente ai lati, la seconda lo ingoia tutto fino al cono, mentre la terza dà piccoli morsi in cima al gelato. Quale delle tre è sposata?” L’insegnante arrossisce e risponde: “Suppongo la seconda… quella che ingoia il gelato fino al cono”.
Gianni: “Beh, la risposta corretta era quella che porta la fede, ma… mi piace come ragiona”!!!
Morale n° 4: Lasciate che prevalga sempre la ragione.
Lezione n° 5
Un giorno, un non vedente era seduto sul gradino di un marciapiede con un
cappello ai suoi piedi e un pezzo di cartone con su scritto: “Sono cieco, aiutatemi per favore”. Un pubblicitario che passava di lì si fermò e notò che vi erano solo alcuni centesimi nel cappello. Si chinò e versò della moneta, poi, senza chiedere il permesso al cieco, prese il cartone, lo girò e vi scrisse sopra un’altra frase.
Al pomeriggio, il pubblicitario ripassò dal cieco e notò che il suo cappello era pieno di monete e di banconote.
Il non vedente riconobbe il passo dell’uomo e gli domandò se era stato lui che aveva scritto sul suo pezzo di cartone e soprattutto che cosa vi avesse annotato.
Il pubblicitario rispose: “Nulla che non sia vero, ho solamente riscritto la tua frase in un altro modo”.
Sorrise e se ne andò.
Il non vedente non seppe mai che sul suo pezzo di cartone vi era scritto:
“Oggi è primavera e io non posso vederla”.
Morale n° 5: Cambia la tua strategia quando le cose non vanno molto bene e vedrai che poi andrà meglio.
Se un giorno ti verrà rimproverato che il tuo lavoro non è stato fatto con professionalità, rispondi che l’Arca di Noè è stata costruita da dilettanti e il Titanic da professionisti….
Per scoprire il valore di un anno, chiedilo ad uno studente che è stato bocciato all’esame finale.
Per scoprire il valore di un mese, chiedilo ad una madre che ha messo al mondo un bambino troppo presto.
Per scoprire il valore di una settimana, chiedilo all’editore di una rivista settimanale.
Per scoprire il valore di un’ora, chiedilo agli innamorati che stanno aspettando di vedersi.
Per scoprire il valore di un minuto, chiedilo a qualcuno che ha appena perso il treno, il bus o l’aereo.
Per scoprire il valore di un secondo, chiedilo a qualcuno che è sopravvissuto a un incidente.
Per scoprire il valore di un millisecondo, chiedilo ad un atleta che alle Olimpiadi ha vinto la medaglia d’argento.
Il tempo non aspetta nessuno. Raccogli ogni momento che ti rimane, perché ha un
grande valore. Condividilo con una persona speciale e diventerà ancora più importante.
L’origine di questi racconti è sconosciuta, ma pare portino buonumore e fortuna a chi li manda e a chi li dice, quindi non tenerli per te.”
0 notes
corallorosso · 3 years
Photo
Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Il dolore per quei bimbi senza vita. E lo schifo per una politica che sa solo versare lacrime di coccodrillo Sono corpi privi di vita adagiati sulla sabbia: un neonato con il viso schiacciato sulla sabbia, un bambino con le braccia spalancate, una donna. Il mare li ha riportati sulla riva gonfi e in stato di decomposizione. Sono le terribili foto di tre corpi abbandonati sulla spiaggia Zuwara in Libia pubblicate in un tweet dal fondatore della ong Open Arms, Oscar Campos. “Sono ancora sotto shock per l'orrore della situazione, bambini piccoli e donne che avevano solo sogni e ambizioni di vita. Sono stati abbandonati su una spiaggia a Zuwara in Libia per più di 3 giorni. A nessuno importa di loro". A scriverlo su Twitter è Oscar Camps, il fondatore della Ong spagnola Open Arms, postando le foto choc di corpi senza vita di bimbi riversi su una spiaggia del Paese nordafricano, vittime probabilmente dell'ennesimo naufragio. "Corpi abbandonati. Vite dimenticate. L’orrore tenuto lontano perché scompaia. Vergogna Europa", scrive l'ong. Guardate quelle immagini. E se c’è in voi ancora un briciolo di umanità, manifestate non solo dolore ma rabbia. Tanta rabbia. E indignazione. Rabbia e indignazione per coloro che non hanno alzato un dito per evitare questo scempio di vite umane. Quelli dalle lacrime facili. Lacrime da coccodrillo. “I governi europei, e anche molta informazione, dicono spesso che queste persone “sono morte”. In realtà, sono state “fatte morire”. Non si tratta di “incidenti” o di “disgrazie” imprevedibili. L’Europa ne dovrà rispondere. Perché queste tragedie si ripetono sotto lo sguardo delle autorità nel Mediterraneo». Secondo Camps, «queste persone non sono state “fatte morire” solo dai trafficanti, ma da quei governi che con la mafia libica hanno negoziato. Così hanno legittimato le organizzazioni criminali, in cambio di qualche barile di petrolio in più e di qualche migrante in meno. Senza chiedere in cambio neanche il minimo rispetto dei diritti umani fondamentali nei campi di prigionia. E ora i clan mafiosi libici alzano di nuovo il prezzo e ricattano i nostri governi». «Ogni volta che uno di questi migranti viene torturato o lasciato morire in mare nell’interesse dei nostri Paesi – conclude Camps - ritorna in mente una domanda a cui prima o poi dovremo rispondere: “chi siederà alla corte dell'Aia?”. (...) Riguardate per l’ultima volta quelle immagini. E poi dite se riuscite a non provare schifo per i dispensatori di chiacchere e di lacrime di coccodrillo. Umberto De Giovannangeli
20 notes · View notes
italian-malmostoso · 4 years
Text
Tumblr media
#immigrati e #reati (13 agosto 2020)
Quello che segue è un elenco di articoli riguardanti reati, più o meno gravi e di illeciti, commessi da non Italiani nel nostro paese, a partire dal 23 luglio 2020.
Non ha alcuna pretesa di essere esaustivo, sono solo notizie prese qua e là da Facebook e da siti vari di notizie.
D'ora in poi questa lista sarà aggiornata quotidianamente.
La domanda è semplice e concisa e non ammette che due risposte, altrettanto chiare e nette:
questi fatti sarebbero accaduti ugualmente se gli autori non fossero stati presenti in Italia?
Uniche risposte accettate: sì o no.
Niente sofismi, niente quisquilie e pinzellacchere. Grazie in anticipo.
13/08/20
https://www.ecovicentino.it/schio/malo/fa-la-spesa-per-100-euro-di-merce-ma-non-passa-per-la-cassa-arrestato-al-bar/
https://www.padovaoggi.it/cronaca/rissa-armi-denuncia-carabinieri-ponso-13-agosto-2020.html
https://www.larena.it/territori/citt%C3%A0/ladro-si-finge-pusher-per-derubare-il-cliente-preso-1.8203969
https://www.larena.it/territori/citt%C3%A0/fuga-e-inseguimento-all-adigeo-dopo-una-tentata-rapina-br-1.8204160
12/08/20
https://milano.repubblica.it/cronaca/2020/08/12/news/milano_entra_in_duomo_con_un_coltello_e_prende_in_ostaggio_un_vigilante_arrestato_dalla_polizia-264474587/
https://www.veneziaradiotv.it/blog/mirano-violenza-domestica-moglie/
https://www.padovaoggi.it/cronaca/maltrattamenti-arresto-carcere-carabinieri-padova-12-agosto-2020.html
https://www.ilgiornaledivicenza.it/territori/montecchio/debito-di-100-euro-rissa-in-piazza-denunciati-in-tre-1.8202478
https://www.padovaoggi.it/cronaca/multa-senza-mascherina-tram-padova-12-agosto-2020.html
https://www.veneziaradiotv.it/blog/spaccio-eroina-denunciato-pusher-mestre/
https://www.padovaoggi.it/cronaca/spaccio-cocaina-parco-polizia-padova-12-agosto-2020.html
https://www.veneziaradiotv.it/blog/cavallino-treporti-denunciato-topo-appartamento/
https://www.lanazione.it/pisa/cronaca/rapina-centro-gang-1.5409474
11/08/20
https://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2020/08/11/news/trieste-lancia-sassi-contro-persone-e-auto-in-via-samt-anastasio-denunciato-1.39182656
https://www.larena.it/territori/citt%C3%A0/viola-il-divieto-di-dimora-in-citta-32enne-arrestato-1.8201455
https://www.ilgiornale.it/news/cronache/clandestino-colpisce-violentemente-volto-bottiglia-vetro-1882861.html
https://www.ilgiornale.it/news/roma/roma-straniero-pesta-agenti-e-minaccia-giudice-non-mi-far-1882879.html
http://www.secoloditalia.it/2020/08/stazione-termini-immigrati-aggrediscono-passanti-e-agenti-con-le-bottiglie-di-vetro-rotte/
https://www.ilrestodelcarlino.it/rimini/cronaca/bimbi-bloccati-sul-balcone-denunciata-la-madre-1.5404637
https://www.ilgiornale.it/news/roma/bimbo-venduto-turista-rom-madre-rapisce-dallospedale-1882917.html
https://www.ilsecoloxix.it/genova/2020/08/11/news/adescava-bimbi-in-spiaggia-un-uomo-fermato-a-cogoleto-1.39182548
10/08/20
https://www.larena.it/territori/citt%C3%A0/un-altra-rissa-in-stazione-e-intollerabile-br-1.8199881
https://www.iltempo.it/attualita/2020/08/07/news/salerno-nigeriano-scarcerato-stupra-donna-dopo-due-giorni-cirielli-fdi-ispezione-tribunale-24123938/
https://www.veneziaradiotv.it/blog/taccheggi-borseggi-rialto-agosto-2020/
https://m.ilgiornale.it/news/cronache/esce-dallospedale-col-gesso-e-viene-aggredito-tre-marocchini-1882683.html?utm_term=Autofeed&utm_medium=Social&utm_source=Facebook#Echobox=1597061043
https://www.abruzzolive.it/orrore-sulla-tratta-roma-avezzano-donna-aggredita-e-violentata-da-un-28enne-immigrato/
https://www.lanazione.it/firenze/cronaca/rissa-ubriachi-cascine-1.5402855
https://iltirreno.gelocal.it/prato/cronaca/2020/08/10/news/per-80-volte-vende-la-cocaina-allo-stesso-cliente-1.39180372
https://www.lasiciliaweb.it/2020/08/10/catania-ancora-lui-rapina-un-turista-e-lo-colpisce-allocchio-con-una-bottiglia/
https://www.ilgiornale.it/news/cronache/vaporetto-ostaggio-dei-rom-cos-si-portano-tutto-1882685.html
http://www.secoloditalia.it/2020/08/vergogna-a-milano-immigrato-filma-le-donne-sotto-le-gonne-e-i-pantaloncini-con-il-cellulare/
https://mattinopadova.gelocal.it/padova/cronaca/2020/08/11/news/scopre-il-ladro-a-casa-e-lo-blocca-lui-liberami-o-torno-e-ti-uccido-1.39180853
https://www.ilrestodelcarlino.it/modena/cronaca/immigrato-fa-il-bagno-nella-fontana-proteste-1.5401714
09/08/20
https://www.padovaoggi.it/cronaca/tenta-furto-tigota-fugge-padova-9-agosto-2020.html
https://www.corriereadriatico.it/fermo/fermo_sospetti_vicino_gioiellerie_bloccati_controlli_precedenti_violenze_allontanati_italia-5394441.html
08/08/20
https://www.larena.it/territori/citt%C3%A0/esce-di-prigione-e-ruba-l-incasso-a-un-ambulante-1.8198389
07/08/20
https://www.gazzettadiparma.it/italiamondo/2020/08/07/news/precipita_dal_secondo_piano_morto_ladro_acrobata-3977048/
https://www.gazzettadiparma.it/parma/2020/08/07/news/evade_piu_volte_dagli_arresti_domiciliari_arrestato_un_48enne_tunisino-3977934/
https://www.padovaoggi.it/cronaca/denuncia-picchiare-poliziotti-droga-padova-07-agosto-2020.html
https://www.lanazione.it/la-spezia/cronaca/arrestato-il-ladro-seriale-dei-bar-ha-18-anni-1.5392862
https://www.iltempo.it/attualita/2020/08/07/news/salerno-nigeriano-scarcerato-stupra-donna-dopo-due-giorni-cirielli-fdi-ispezione-tribunale-24123938/
06/08/20
https://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2020/08/06/news/aggressioni-e-atti-osceni-a-barcola-espulso-32enne-ucraino-1.39165905
https://www.veneziaradiotv.it/blog/furto-gomme-concessionario-spinea/
https://www.padovaoggi.it/cronaca/spaccio-cocaina-arresto-carabinieri-terrassa-padovana-06-agosto-2020.html
https://bari.repubblica.it/cronaca/2020/08/06/news/bari_vviolenza_sessuale_su_4_donne_in_pieno_centro_vigili_arrestano_un_25enne-263886438/
https://www.padovaoggi.it/cronaca/furto-casa-arresto-carabinieri-vigonza-06-agosto-2020.html
https://www.veneziaradiotv.it/blog/arresto-borseggiatrice-rialto-agosto-2020/
https://www.padovaoggi.it/cronaca/spaccio-stazione-arresto-polizia-padova-06-agosto-2020.html
https://www.padovaoggi.it/cronaca/arresto-furto-ricettazione-espulsione-polizia-padova-06-agosto-2020.html
https://catania.gds.it/articoli/cronaca/2020/08/06/catania-colf-deruba-un-anziano-di-soldi-e-bancomat-3-denunce-6da221df-3861-4ed3-8727-9315297b9379/
https://torino.repubblica.it/cronaca/2020/08/06/news/hulk_al_mercato_la_polizia_lo_arresta_ma_lui_demolisce_un_vetro_della_volante_e_piega_una_portiera-263912622/
https://www.lanazione.it/pisa/cronaca/donna-rapinata-1.5391834
https://www.lanazione.it/firenze/cronaca/scippa-turista-piazzale-michelangelo-1.5391777
https://www.ilmattino.it/primopiano/cronaca/rovigo_tunisino_positivo_covid_fugge_ospedale-5390320.html
05/08/20
https://www.padovaoggi.it/cronaca/spaccio-minore-arresto-polizia-padova-05-agosto-2020.html
https://www.ilgiornale.it/news/cronache/brutale-aggressione-due-anziani-straniero-senza-tetto-1881663.html
https://www.lanazione.it/firenze/cronaca/minaccia-coltello-pusher-firenze-1.5388275
04/08/20
https://www.ilsecoloxix.it/levante/2020/08/04/news/maxi-furti-e-rapine-in-tutto-il-levante-obiettivo-gli-orologi-preziosi-1.39157833
https://www.padovaoggi.it/cronaca/multa-senza-mascherina-tram-padova-04-agosto-2020.html
https://www.padovaoggi.it/cronaca/violenza-privata-arresto-carabinieri-villanova-di-camposampiero-04-agosto-2020.html
https://www.iltempo.it/attualita/2020/08/04/news/immigrato-ruba-auto-lampedusa-video-matteo-salvini-24092598/
https://www.padovaoggi.it/cronaca/arresto-furto-bici-carabinieri-padova-04-agosto-2020.html
03/08/20
https://www.larena.it/territori/garda-baldo/borseggiatori-seriali-si-fingevano-turisti-beccati-a-malcesine-1.8191932
https://www.ecovicentino.it/vicenza/dueville/o-i-soldi-o-la-bici-tentata-estorsione-fuori-dal-supermercato-denunciato-un-24enne/
02/08/20
http://www.secoloditalia.it/2020/08/molestie-sessuali-a-milano-marocchino-aggredisce-una-donna-alla-fermata-del-bus-per-palpeggiarla/
https://www.liberoquotidiano.it/news/italia/24070438/parma-tunisino-vandalizza-stazione-lancia-transenne-binari-prova-far-deragliare-treno-carabiniere-ferito.html
https://www.iltempo.it/attualita/2020/08/02/news/prato-rissa-bar-stranieri-via-settesoli-spray-peperoncino-bottiglie-rotte-24073435/
https://www.notizie.it/cronaca/2020/08/02/parma-tunisino-binari-treno-deragliamento/
https://palermo.repubblica.it/cronaca/2020/08/02/news/ragusa_28_migranti_fuggono_da_azienda_agricola_ferito_un_carabiniere-263543732/
https://parma.repubblica.it/cronaca/2020/08/02/news/stazione_devastata_nel_parmense_i_carabinieri_scongiurano_il_deragliamento_di_un_treno-263527949/
https://www.leggo.it/italia/cronache/masturbazione_spiaggia_marocchino_pesaro_ultime_notizie_oggi-5382768.html
01/08/20
https://www.lanazione.it/pistoia/cronaca/furto-1.5373468
https://tribunatreviso.gelocal.it/treviso/cronaca/2020/08/01/news/blitz-dei-carabinieri-in-due-case-a-treviso-e-quinto-sequestrato-un-etto-di-cocaina-1.39147668
https://www.lanazione.it/umbria/cronaca/ruba-cellulare-1.5376083
https://www.ilgiornaledivicenza.it/territori/vicenza/spaccata-in-negozio-fermato-34enne-s-indaga-su-altri-colpi-1.8189389
http://www.secoloditalia.it/2020/08/napoli-immigrato-nudo-sulla-spiaggia-di-posillipo-davanti-ai-bambini-i-bagnanti-si-infuriano/
https://www.iltempo.it/attualita/2020/08/01/news/minimarket-roma-aggressione-24064213/
https://www.larena.it/home/veneto/ex-caserma-serena-aggredisce-un-medico-e-una-infermiera-arrestato-1.8189909
https://www.gazzettadiparma.it/parma/2020/08/01/news/ubriachi_in_pieno_centro_tentano_di_aggredire_i_passanti_due_uomini_denunciati-3942947/
31/07/20
https://www.larena.it/territori/citt%C3%A0/preso-a-pugni-sull-autobus-per-la-mascherina-1.8187603
https://www.ilmattino.it/napoli/cronaca/uomo_nudo_tra_i_bagnanti_a_posillipo_ultime_notizie_oggi-5378594.html
https://www.ilgiornale.it/news/milano/aggressioni-centro-pieno-giorno-cos-migrante-semina-panico-1880703.html
https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/come-far-tornare-salvini-40-due-carabinieri-aggrediti-morsi-243470.htm
https://www.iltelegrafolivorno.it/cronaca/foto-auto-polizia-1.5373114
https://www.lanazione.it/umbria/cronaca/cammina-per-strada-nudo-e-scalzo-1.5372679
https://www.facebook.com/100036252526096/posts/308470263704722/?d=n
http://www.secoloditalia.it/2020/07/roma-immigrato-marocchino-getta-acqua-bollente-contro-il-figlio-neonato-dramma-al-prenestino/
https://www.padovaoggi.it/cronaca/rapina-supermercato-carabinieri-denuncia-padova-31-luglio-2020.html
30/07/20
https://www.ilgiornaledivicenza.it/territori/vicenza/spaccio-di-droga-chiesa-blindata-con-filo-spinato-1.8185712
https://www.lanazione.it/massa-carrara/cronaca/minacce-coltello-barista-1.5366344
https://torino.repubblica.it/cronaca/2020/07/30/news/torino_tenta_di_accoltellare_i_passanti_alla_stazione_di_porta_nuova-263255575/
https://mattinopadova.gelocal.it/padova/cronaca/2020/07/30/news/violenza-sessuale-sotto-il-ponte-a-padova-preso-l-aggressore-1.39140194
https://www.ilgiornale.it/news/politica/aiuto-pap-vuole-ucciderci-12enne-salva-famiglia-1880427.html
https://www.larena.it/territori/grande-verona/bussolengo/sorpresi-a-rubare-nella-piscina-4-giovani-nei-guai-1.8186704
http://www.secoloditalia.it/2020/07/torino-immigrato-tunisino-strappa-una-collana-a-una-70enne-i-passanti-lo-inseguono-e-lo-bloccano/
https://www.larena.it/territori/grande-verona/sorpresi-a-rubare-nella-piscina-4-giovani-nei-guai-1.8186704
https://www.ilgiornale.it/news/cronache/altro-migrante-bacia-i-bimbi-bocca-mi-ricordava-i-figli-1880550.html
https://www.lanazione.it/firenze/cronaca/cascine-1.5370112
https://m.ilgiornale.it/news/cronache/caos-migranti-nel-lazio-ivoriano-aggredisce-morsi-1880610.html?utm_term=Autofeed&utm_medium=Social&utm_source=Facebook#Echobox=1596142789
https://www.ilgiornale.it/news/milano/milano-aggressione-centro-pugno-nellocchio-rubare-1880562.html
29/07/20
https://mattinopadova.gelocal.it/regione/2020/07/29/news/mafia-nigeriana-e-prostituzione-in-mezzo-veneto-arrestate-due-sfruttatrici-1.39136530
https://www.lanazione.it/empoli/cronaca/pugni-bottigliate-rissa-pub-1.5366376
https://www.padovaoggi.it/cronaca/spaccio-cocaina-eroina-controllo-carabinieri-stanga-padova-29-luglio-2020.html
https://www.padovaoggi.it/cronaca/controllo-carabinieri-cellulare-furto-marijuana-campo-san-martino-29-luglio-2020.html
https://www.padovaoggi.it/cronaca/accoltellamento-aggressione-polizia-stanga-padova-29-luglio-2020.html
28/07/20
https://www.veneziaradiotv.it/blog/spinea-botte-ex-compagna/
https://www.ilgiornale.it/news/cronache/ghanese-irregolare-palpeggia-donna-firenze-salvata-polizia-1880063.html
https://www.facebook.com/422703967772535/posts/3456326554410246/?vh=e&d=n
https://larno.ilgiornale.it/2020/07/28/degrado-a-firenze-uomo-completamente-nudo-si-lava-ad-una-fontanella/
27/07/20
https://www.ilgiornale.it/news/cronache/violentata-mentre-fa-jogging-fermato-32enne-gambiano-1879861.html
https://www.ilgiornaledivicenza.it/territori/vicenza/spaccata-nella-notte-in-fioreria-tradito-dalle-telecamere-1.8182682
https://www.lanazione.it/pisa/cronaca/compagno-violento-arrestato-polizia-1.5359306
https://www.ilgiornale.it/news/roma/giungla-abusivi-spiaggia-nessuno-rispetta-misure-anti-covid-1879714.html
26/07/20
https://www.ilgiornale.it/news/cronache/responsabile-centro-migranti-mi-ha-minacciata-e-violentata-1879320.html
https://www.ilmattino.it/primopiano/cronaca/ostia_offriva_bagnanti_un_bambino_cambio_soldi_arrestato_rom_oggi-5369565.html
https://www.lanazione.it/empoli/cronaca/ladro-inseguito-arrestato-1.5357455
https://nuovavenezia.gelocal.it/venezia/cronaca/2020/07/27/news/rissa-tra-spacciatori-finisce-a-coltellate-1.39126871
25/07/20
https://www.lapressa.it/notiziario/la_nera/tentato-stupro-da-parte-di-clandestino-situazione-fuori-controllo
https://nuovavenezia.gelocal.it/venezia/cronaca/2020/07/25/news/massacra-di-botte-la-compagna-e-la-butta-giu-dalle-scale-arrestato-a-marghera-1.39123025?refresh_ce
24/07/20
https://www.ilgiornale.it/news/roma/abusata-5-anni-arrestato-vicino-casa-romeno-1879055.html
https://nuovavenezia.gelocal.it/venezia/cronaca/2020/07/24/news/vende-eroina-a-minorenni-spacciatore-arrestato-a-mestre-1.39119541
https://www.ecovicentino.it/vicenza/rissa-allingresso-della-discoteca-al-no-dei-buttafuori-in-zona-fiera-denunciati-in-6/
https://www.lanazione.it/prato/cronaca/shaboo-arresti-droga-carabinieri-1.5350879
https://www.lanazione.it/umbria/cronaca/viaggia-in-auto-con-a-bordo-un-arsenale-1.5351673
https://www.ilmessaggero.it/italia/morta_marcella_testa_spaccata_sul_bidet_casa_incendiata_fermato_marocchino_portogruaro_ultime_notizie-5365319.html
23/07/20
https://mattinopadova.gelocal.it/regione/2020/07/23/news/donna-morta-in-incendio-a-portogruaro-fermato-un-uomo-accusato-di-omicidio-1.39114810
https://www.secoloditalia.it/2020/07/notte-di-violenza-a-pisa-immigrato-rapina-un-fast-food-e-prende-a-sprangate-un-passante/
https://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/richiedeva-39-asilo-nido-ndash-migrante-colore-ubriaco-ha-242863.htm
https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/20_luglio_23/milano-donna-stuprata-parco-monte-stella-fermato-violentatore-3ac96aa0-cca6-11ea-83db-f973956fabb4.shtml
https://www.ilgazzettino.it/nordest/venezia/portogruaro_donna_morta_in_casa_omicidio_uomo_arrestato_chi_e-5363436.html
7 notes · View notes
sciatu · 5 years
Photo
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Alba sullo stretto
TRE DONNE : ADRIANA
Lo svegliò il telefono con il trillo che mandava quando arrivavano i messaggini. Aprì gli occhi e guardò nel buio la sveglia. Erano le cinque della notte. Mandò a ‘fanculo chiunque fosse stato a mandare il messaggio. Ora non si sarebbe più riaddormentato. Poi pensò che se qualcuno scriveva a quell’ora voleva dire che c’era un problema, cosi allungò la mano e cercò di capire chi era “Hai visto Adriana? È da ieri che nessuno sa dov’è” Chi scriveva era sua cugina Patrizia preoccupata per la pecora nera della famiglia, la loro cugina Adriana. “No, è una settimana che non la vedo” scrisse preoccupato “Ha litigato con sua madre ieri mattina e non l’abbiamo più vista” La velocità con cui sua cugina Patrizia aveva risposto voleva dire che era veramente preoccupata “Hai chiesto a Franco?” “Ha risposto che di lei non ne vuol più sentire parlare. Se ne sta andando a Milano a lavorare” Se Franco se ne andava voleva dire che lei era sola, e quando lei era sola allora il Male tornava a prenderla e lei faceva le sue solite stronzate. “Ora vedo” Rispose semplicemente e si alzò. La moglie mugugnò qualcosa avvolgendosi ancor di più nelle coperte. “Non trovano Adriana, vado a vedere” Fece lui mentre al buio cercava i vestiti. Lei mugugnò ancora qualcosa poi la sentì tornare a respirare regolarmente. Si mise il giubbotto pesante e il cappello di lana come quando usciva in barca di notte per pescare. Non era ancora l’alba e per fortuna il mare era ancora quieto. Le onde lunghe risalivano la spiaggia devastata dalle precedenti mareggiate e ricoprivano o riempivano le buche e gli squarci che la settimana prima avevano fatto lungo la costa. Uscì per la strada gelata sotto la luce gialla dei pochi lampioni, dalla strada Nazionale giungeva il frusciare lento delle macchine dirette a Messina. Al bar sulla piazzetta del municipio c’era una luce fioca e un buon odore di cornetti caldi mischiato con quello del caffè. Entrò e ordinò un cappuccio con doppio caffè. Si prese anche un cornetto alla ricotta per fronteggiare meglio la ricerca che poteva essere anche lunga. “Vidisti ad Adriana?” Chiese con indifferenza al barista che aveva ancora gli occhi rossi per la levataccia. “mi dissi Tonio ca visti camminari latu muntagna mentri mi stava puttannu i briosci. Era vicinu o Capu. A mumenti a nvistia cu fugguni, sa visti i frunti prima da cuvva o Capu” Lui fece un segno con la testa come a ringraziare per l’informazione ma non commentò Il barista si allontanò pulendo il bancone con una pezza come a sottolineare che a quell’ora del mattino, non voleva sapere ne come ne perché, di Adriana o altri. Mentre beveva ragionò. Se Tonio la stava investendo prima del promontorio mentre lui veniva dal paese dopo il Capo, voleva dire che Adriana stava andando proprio li dove la costa diventava un promontorio che divideva due grandi golfi. Era un posto pieno di anfratti e piccole baie rocciose nascoste, un ottimo posto per gli innamorati o per i disperati che volevano stare soli. Adriana andava spesso li quando il Male le scendeva dentro l’anima spegnendole ogni luce. Prese la macchina e si diresse verso il capo. Si fermò poco Prima che la strada diventasse una curva a gomito e da una baia si passava all’altra e parcheggiò in uno spiazzo scavato nella roccia alla cui base correva la strada. Scese quindi verso il mare percorrendo un sentiero costeggiato da cespugli di rovi ed oleandri, attraversò la ferrovia che a stento stava tra la montagna e il mare, raggiungendo la spiaggia ghiaiosa. S’incammino verso la punta del promontorio mentre la spiaggia incominciava a coprirsi di grandi massi che le mareggiate avevano arrotondato. Guardò attentamente tra le pietre scure. Non era ancora l’alba anche se dietro le Calabrie si vedeva l’aureola chiara del sole ed il cielo si stava colorando d’arancione. Davanti a sé percepì un movimento. Una sagoma scura si dondolava avanti e indietro. Era lei, ne era sicuro perché quando il Male la prendeva, lei si raggomitolava sempre in una posizione fetale dondolandosi come fanno i bambini quando non hanno nessuno che può cullarli dando loro quel calore che era amore. L’aveva già vista così molte volte. La prima volta quando a sei anni doveva tornare domenica pomeriggio nell’orfanotrofio dove sua madre l’aveva rinchiusa. Suo padre se ne era andato in Germania a lavorare, aveva detto per un mese, invece, non tornò più; non voleva che la moglie lo raggiungesse per vivere all’estero con lui, così sua madre, che non voleva crescere sua figlia da sola, l’aveva messa tra le orfanelle e se ne era andata a lavorare in città dove aveva conosciuto uno che era poco raccomandabile. Adriana passava il week end con loro o con sua cugina Patrizia, cercando quello che per tutti gli altri bambini era la normalità e la domenica tornava nell’orfanotrofio. Lei era attaccatissima a suo padre e la sua assenza, l’orfanotrofio, l’indifferenza con cui sua madre la trattava, quasi non fosse sua figlia, ma uno sbaglio che non poteva più cancellare, le avevano fatto nascere dentro il Male. Per quello che aveva fatto ad Adriana lui odiava quella sua madre che non era una madre, ed anche se era sua zia, lui non la chiamava mai così, perché se tu fai del male a tua figlia, non meriti neanche un nome. Sei una cosa, come una pietra o una bottiglia di plastica. Per anni aveva visto il Male divorare Adriana e per anni aveva odiato sua madre, di un odio che non confessava a nessuno ma che era sempre più forte e cattivo anche se ormai lei era vecchia e decrepita e avrebbe dovuto suscitare solo pietà. La odiava perché aveva donato ad Adriana la vita ed il suo opposto, il Male appunto, l’impossibilità di vivere quella vita che le aveva dato. Se si vuol vivere serenamente, non bisogna portare dentro di se contraddizioni, è così che si può vivere accettando tutto quello che il domani ci lascia. Ma se se invece uno ha l’ anima piena di contraddizioni come un vecchio mobile pieno di tarli, allora si diventa diavoli o poeti o folli ed Adriana riusciva ad essere tutto questo suo malgrado. Viveva i suoi giorni come una barca nella tempesta e mentre il vento e il mare, il Male e sua madre, la spingevano al largo lei cercava disperatamente di raggiungere una sicura e tranquilla riva, una sicura e normale quotidianità senza mai riuscirci. A volte lottava contro il suo Male e per mesi sembrava normale perché così voleva far credere o forse perché era lei a voler credere che la sua anima tradita da chi doveva amarla, si fosse data pace, dimenticando. Ma non era così. Non si dimentica l’infanzia che non si è mai avuta. La nostra infanzia è uno stampo che ci forma per sempre, ci dona i semi di quanto crescendo saremo. Cosi in lei la quotidiana normalità diventava presto esagerazione, un eccesso per cui finiva nei guai, quando si ubriacava, o la trovavano stordita dalle droghe o tradiva chi l’amava e che anche lei, maledettamente, amava perché alla fine non sapeva gestire il suo amore dato che nessuno glielo aveva insegnato, nessuno le aveva fatto provare il piacere e la sicurezza di amare naturalmente e semplicemente. Poi veniva il Male. I dottori la chiamavano depressione e la riempivano di pillole di tutte le forme e colore, ma tutte le pillole che le davano non potevano guarire la sua anima. Per quella, le pillole non servono. Lei gli aveva spiegato che era come se la vita diventasse una montagna e la schiacciasse ogni minuto sempre di più, negandole ogni forza, impedendole di credere che ci fosse un domani prosciugandole ogni amore e con esso ogni speranza in una vita diversa. Era un’inquietudine dolorosa, un non vedere e non sentire pur vedendo e ascoltando, era come andare al largo in una barca senza remi o essere chiusa in una bottiglia insabbiata nella spiaggia. Se ne era andata da casa e tra alti e bassi aveva vissuto come chi, pur innocente, doveva scontare un ergastolo. Sua madre poi era tornata, malata e cattiva, perché il suo uomo lo avevano trovato in un parcheggio con la testa colpita da un colpo di fucile e il cervello sparpagliato tra le macchine. Lei ora l’accudiva e la serviva, ed era trattata ora da serva, ora da figlia ritrovata, ma alla fine considerata meno del gatto di casa. Era per questo che il Male tornava ad assalirla quando sua madre era più acida del solito o quando chi in quel momento amava non sapeva capire i suoi silenzi, il suo spegnersi e perdersi, non aveva abbastanza amore da farle dimenticare quello a lei negato da sempre e che da sempre Adriana cercava per trovate la sua pace ed il suo senso nella vita. Spense la torcia del telefonico che aveva usato per orientarsi al buio e si avvicinò alla sagoma. Lei non gli fece caso dondolandosi e tremando per il freddo. Lui si levò il giaccone e la coprì stringendola e aspettando che lei parlasse. Quando era così era inutile parlarle, bisognava che tornasse nella realtà di tutti, uscendo da quella in cui si era rinchiusa. Aspettò qualche minuto, stringendole le mani fredde, mandando un breve messaggio alla cugina che l’aveva trovata poi lentamente apparve una piccola fetta di sole e lui osservò stupito il cielo diventare d’oro. “Hai visto, è l’alba” Le disse sperando di farla tornare alla vita. Lei continuò a dondolarsi mentre il sole, indifferente come tutta l’umanità al suo dolore di figlia rifiutata, continuò inesorabile a risplendere sempre di più. “Lo sai che è inutile piangere … lei è così … una stronza egoista! Non devi far caso a lei e a tutte le stronzate che dice: lei nella vita ha avuto un unico scopo: farsi odiare. Non ne vale la pena prendersela” Adriana singhiozzò e le uscì solo un filo di voce “ha detto che vuole andare in banca per cambiare il conto perché io le rubo i soldi. Capisci? Io le rubo i soldi dopo che perdo tutta la mia giornata con lei…” “tu dissi: è na rannissima strunza…” fece lui tagliando corto mentre la rabbia gli bolliva dentro Eppure non poteva solo sparare a zero su quella vecchia stronza “poi ormai è rincoglionita! Non è che puoi pretendere che ragioni come me o te. Lo sai che ad una certa età si perde il contatto con la realtà e non riusciamo più a capire dove finisce quello che tocchiamo e dove iniziano i nostri sogni o incubi. Devi lasciare perdere ed avere pazienza. Devi pensare a te stessa, dopo tutto lei in tutta la sua vita ha pensato solo a sé stessa” Pensò che le stava dicendo di fare quello che sua madre aveva fatto con lei, come se assomigliare al lupo potesse salvare l’agnello. Non avrebbe mai trovato le parole giuste da dirle per guarirla e forse non erano le parole che potevano guarirla. La strinse ancora di più per scaldarla e non solo nel corpo. Avrebbe preso il sole e glielo avrebbe messo in grembo se fosse servito a scaldarla e farle dimenticare tutto il freddo che sua madre e suo padre le avevano donato, l’indifferenza con cui l’avevano cresciuta, tutto quell'amore che non avevano saputo darle e di cui lei continuava a chiedersi il motivo, senza capirne la ragione, odiando sé stessa loro e tutto il mondo. Ma non era capace di darle quella pace che cercava, di regalarle quella notte d’agosto in cui il vento si calma e le stelle brillando sanno la risposta a tutti i dubbi e perché. Non ne era mai stato capace in tutti quegli anni che aveva cercato di proteggerla da sé stessa, capace solo di odiare i suoi senza saperla ascoltare, capire e alla fine salvare. Il sole ormai brillava nel cielo e ne accendeva l’azzurro intenso donandogli una bellezza immensa che dava vita al mondo. Restarono in silenzio. Le onde tornarono a crescere, il vento lentamente aumentò, delle barche dai colori sgargianti e dal motore scoppiettante passarono davanti a loro cacciando via il silenzio e i pensieri inutili che li ammutolivano. “Andiamo a prendere qualcosa? – chiese lei – ieri non ho mangiato” “Si anch’io ho bisogno di un altro caffè” Rispose lui, contento che lei tornasse a vivere. Si alzò e l’aiutò a fare altrettanto e stringendole la sua giacca sulle spalle le prese la mano e la porto via dalla sua oscura disperazione. Succedeva così anche da bambini; lui la prendeva per mano e la portava in giro parlandole di cose stupide, solo per non farla pensare o ricordare la sua solitudine. A pensare a loro due sulla spiaggia con lui che la portava ancora per mano ed il vento che le giocava con i suoi capelli, lui si disse che in fondo, anche se ormai non erano più ragazzi, erano rimasti gli stessi bambini di allora, come tutti quelli di cui la vita si dimentica.
23 notes · View notes
papesatan · 5 years
Text
i shot the sheriff
Sheriff se n’è andato, maestro vado via di Italia, oggi sono Francia, forse domani Spagna, inchallah. Ma a essere onesti non è che se ne sia proprio andato, Sheriff, no, è stato cacciato. Perché la questura un giorno entra in camera tua e dice “Forza, prendi le tue cose e vai, non puoi più dormire qui, te ne devi andare” “E dove dormo?” “Non qui”. E non scorderò mai la dignità con cui quella sera m’ha chiamato per disperazione, senza cadere mai nel panico, senza mai chiedermi niente, se non la possibilità di sfogarsi ed essere ascoltato, rassicurandomi lui stesso, con lucida tranquillità che sì io ce la fo, ora vede, ora pensa, ma andrà tutto bene, inchallah, quando invece tutto ciò a cui riesci a pensare in quell’istante è l’incubo d’un domani senza tetto e senza più nulla. Mi incazzo contro un sistema che palesemente non funziona, se un ragazzo bravo, intelligente, educato e volenteroso come Sheriff viene sbattuto fuori dal mondo a calci in culo, e le stupide teste di cazzo come quel candemonio di Sarjo restano tranquille e beate a tentar di capire come fregare il prossimo. Perché a Sarjo non importa un cazzo d’imparare l’italiano, tanto lui parla inglese, e quindi fancullo italiano, Italia fancullo. Passa le giornate a litigare con tutti, vicini e lontani, abbaiando rabbioso e prepotente “Why!” “Why!” “Why!”. Una sera mi strappa gli auricolari dalla tasca e dice: “Now they are mine, you can buy another pair” no gli dico, riprendendomeli, “If you want them buy them”, “WHY! I don’t have money!” “It’s not my problem” e ride a denti gialli. Sarjo, che lavoro vuoi fare? “Bonjorno” e via tutti a ridere, ché nel loro argot il lavoro del bonjorno è quello di chi si piazza fuori dal supermercato per chiedere soldi in cambio di un saluto. Bravo Sarjo, tu hai capito tutto dell’Italia. E invece rompiamo le palle a chi c’ha voglia di studiare, tipo Princess, la prima della classe, che improvvisamente smette di venire a scuola (e non è più venuta) e dopo due settimane scopro che un giorno sono entrati in camera sua e le hanno detto tu domani te ne vai. Trasferita. Stai a Barletta? No, domani vai a San Ferdinando. E come faccio ad andare a scuola? Cazzi tuoi. Perché qui nessuno ti chiede niente, chiariamoci, si tratta di merce e alla merce non si chiede mai la volontà, si sposta, si compra e si vende. Emmanuel, l’idolo di Naomi, aveva un lavoro a Lecce, un contratto, una vita, no gli hanno detto, tu domani vai a Bari. E te ne vai. E sarò noioso e ripetitivo, ma io sento il dovere, oggi più che mai, di raccontare queste storie, le parole, i sogni e le paure di queste persone. È importante che qualcuno sappia che Ibrahim è incazzato, perché le donne di mezz’età li adescano sulla spiaggia a Taranto, offrendogli aiuto in cambio di sesso. Sarjo dice sì, buono, I will go with them hehehe e Ibrahim s’incazza perché “on n’est venu ici pour baiser. On a laissé le baiser au pays. Elles ne veulent pas nous. Elles veulent seulement baiser, matin, midi et soir” e s’incazza perché non capiscono, dice, non capiscono che se noi abbiamo i documenti, e abbiamo un lavoro, poi inizieremo a pagare le tasse, a comprare cose, ad aiutare l’economia. Ibrahim s’incazza perché lui sa perché è scappato, quando aveva l’Isis alle calcagna e la necessità di lasciare il Mali perché ricercato, con l’unico scopo di non finir trucidato. La sua storia è buona, dice, ma il giudice gli ha dato il negativo. E l’altro giorno mi fa “dobbiamo fare film” e la settimana dopo scopro che è stato scelto con altri tre ragazzi per girare il nuovo film di Checco Zalone. Mi racconta l’esperienza, ridendo “C’est difficile, quoi! On ne devait pas bouger, on ne devait pas rire”, la ricostruzione della Libia era così fedele che molti suoi amici son scoppiati in lacrime e volevano andar via, perché credevano d’esser tornati in Libia. Il venerdì mi dice che è stato richiamato per il giorno dopo, girerà altre scene, guadagnerà altri 100 euro e sono contento, ma poi il sabato lo vedo a scuola, Ibrahim, e il film? E lui risponde: “No, maestro, io volio imparare bene l’italiano. Scuola più importante”. E io non posso far altro che guardarlo spento e abbracciarlo, ché già so come va a finire, ma inchallah ce la faremo. Inchallah.
104 notes · View notes
paoloxl · 5 years
Link
Tumblr media
E’ in corso una vera e propria offensiva di recupero del fascismo: dalla spiaggia di Chioggia, ai campi estivi neo–nazisti, ai manifesti inneggianti alla bontà di governo di Mussolini. Più in generale il clima è di allentamento al riguardo dei principi fondamentali dell’antifascismo, sulle sue ragioni profonde, sulla realtà storica dei fatti. Ha contribuito a questa sorta di rilassatezza culturale l’attacco alla Costituzione tentato nel corso die mesi scorsi e (provvisoriamente?) respinto con il voto del 4 Dicembre 2016. Per questi motivi è bene tener viva la memoria, perché senza di essa si smarrisce l’identità repubblicana dell’Italia: il profondo significato etico e politico di questa identità conquistata con la lotta. Queste le ragioni del tentativo di rinnovo del ricordo contenuto in questo intervento, partendo dalle due stragi–simbolo compiute dai nazifascisti nell’estate del 1944 a Sant’Anna di Stazzema e a Marzabotto. Intervento che si conclude con l’elenco delle 139 stragi compiute su tutto il territorio nazionale per un totale (secondo l’Atlante delle stragi nazifasciste in Italia) di circa 23.000 vittime Sant’Anna di Stazzema All’inizio dell’agosto 1944 Sant’Anna di Stazzema era stata qualificata dal comando tedesco come “zona bianca”, ossia una località adatta ad accogliere sfollati: per questo la popolazione, in quell’estate, aveva superato le mille unità. Inoltre, sempre in quei giorni, i partigiani avevano abbandonato la zona senza aver svolto operazioni militari di particolare entità contro i tedeschi. Nonostante ciò, all’alba del 12 agosto 1944, tre reparti di SS salirono a Sant’Anna, mentre un quarto chiudeva ogni via di fuga a valle sopra il paese di Valdicastello. Alle sette il paese era circondato. Quando le SS giunsero a Sant’Anna, accompagnati da fascisti collaborazionisti che fecero da guide[10], gli uomini del paese si rifugiarono nei boschi per non essere deportati, mentre donne, vecchi e bambini, sicuri che nulla sarebbe capitato loro in quanto civili inermi, restarono nelle loro case. In poco più di mezza giornata vennero uccisi centinaia di civili di cui solo 350 poterono essere in seguito identificate; tra le vittime 65 erano bambini minori di 10 anni di età. Dai documenti tedeschi peraltro non è facile ricostruire con precisione gli eventi: in data 12 agosto 1944, il comando della 14ª Armata tedesca comunicò l’effettuazione con pieno successo di una “operazione contro le bande” da parte di reparti della 16. SS-Panzergrenadier-Division Reichsführer SS nella “zona 183”, dove si trova il territorio del comune di S. Anna di Stazzema; l’ufficio informazioni del comando tedesco affermò che nell’operazione 270 “banditi” erano stati uccisi, 68 presi prigionieri e 208 “uomini sospetti” assegnati al lavoro coatto. Una successiva comunicazione dello stesso ufficio in data 13 agosto precisò che “altri 353 civili sospettati di connivenza con le bande” erano stati catturati, di cui 209 trasferiti nel campo di raccolta di Lucca I nazistifascisti rastrellarono i civili, li chiusero nelle stalle o nelle cucine delle case, li uccisero con colpi di mitra, bombe a mano, colpi di rivoltella e altre modalità di stampo terroristico. La vittima più giovane, Anna Pardini, aveva solo 20 giorni(23 luglio-12 agosto 1944). Gravemente ferita, la rinvenne agonizzante la sorella maggiore Cesira (Medaglia d’Oro al Merito Civile) miracolosamente superstite, tra le braccia della madre ormai morta. Morì pochi giorni dopo nell’ospedale di Valdicastello. Infine, incendi appiccati a più riprese causarono ulteriori danni a cose e persone. Non si trattò di rappresaglia (ovvero di un crimine compiuto in risposta a una determinata azione del nemico): come è emerso dalle indagini della procura militare di La Spezia, infatti, si trattò di un atto terroristico premeditato e curato in ogni dettaglio per annientare la volontà della popolazione, soggiogandola grazie al terrore. L’obiettivo era quello di distruggere il paese e sterminare la popolazione per rompere ogni collegamento fra i civili e le formazioni partigiane presenti nella zona. La ricostruzione degli avvenimenti, l’attribuzione delle responsabilità e le motivazioni che hanno originato l’Eccidio sono state possibili grazie al processo svoltosi al Tribunale militare della Spezia, conclusosi nel 2005 con la condanna all’ergastolo per dieci SS colpevoli del massacro; sentenza confermata in Appello nel 2006 e ratificata in Cassazione nel 2007. Nella prima fase processuale si è svolto, grazie al pubblico ministero Marco de Paolis, un imponente lavoro investigativo, cui sono seguite le testimonianze in aula di superstiti, di periti storici e persino di due SS appartenute al battaglione che massacrò centinaia di persone a Sant’Anna. Fondamentale, nel 1994, anche la scoperta avvenuta a Roma, negli scantinati di Palazzo Cesi-Gaddi, di un armadio chiuso e girato con le ante verso il muro, ribattezzato poi armadio della Vergogna, poiché nascondeva da oltre 40 anni documenti che sarebbero risultati fondamentali ai fini di una ricerca della verità storica e giudiziaria sulle stragi nazifasciste in Italia nel secondo dopoguerra. Prima dell’eccidio di Sant’Anna di Stazzema, nel giugno dello stesso anno, SS tedesche, affiancate da reparti della X MAS, massacrarono 72 persone a Forno. Il 19 agosto, varcate le Apuane, le SS si spinsero nel comune di Fivizzano (Massa Carrara), seminando la morte fra le popolazioni inermi dei villaggi di Valla, Bardine e Vinca,nel comune di Fivizzano . Nel giro di cinque giorni uccisero oltre 340 persone, mitragliate, impiccate, financo bruciate con i lanciafiamme. Nella prima metà di settembre, con il massacro di 33 civili a Pioppetti di Montemagno, in comune di Camaiore (Lucca), i reparti delle SS portarono avanti la loro opera nella provincia di Massa Carrara. Sul fiume Frigido furono fucilati 108 detenuti del campo di concentramento di Mezzano (Lucca), mentre a Bergiola i nazisti fecero 72 vittime. MARZABOTTO Dopo l’eccidio di Sant’Anna di Stazzema avvenuta il 12 agosto 1944, gli eccidi nazisti contro i civili sembravano essersi momentaneamente fermati. Ma il feldmaresciallo Albert Kesselring aveva scoperto che a Marzabotto agiva con successo la brigata Stella Rossa e voleva dare un duro colpo a questa organizzazione e ai civili che l’appoggiavano. Già in precedenza Marzabotto aveva subito delle rappresaglie, ma mai così gravi come quella dell’autunno 1944. Capo dell’operazione fu nominato il maggiore Walter Reder, comandante del 16º battaglione esplorante corazzato (Panzeraufklärungsabteilung) della 16. SS-Panzergrenadier-Division Reichsführer SS, sospettato a suo tempo di essere uno tra gli assassini del cancelliere austriaco Engelbert Dollfuss. La mattina del 29 settembre, prima di muovere all’attacco dei partigiani, quattro reparti delle truppe naziste, comprendenti sia SS che soldati della Wehrmacht, accerchiarono e rastrellarono una vasta area di territorio compresa tra le valli del Setta e del Reno, utilizzando anche armamenti pesanti. «Quindi – ricorda lo scrittore bolognese Federico Zardi – dalle frazioni di Pànico, di Vado, di Quercia, di Grizzana, di Pioppe di Salvaro e della periferia del capoluogo le truppe si mossero all’assalto delle abitazioni, delle cascine, delle scuole», e fecero terra bruciata di tutto e di tutti. Nella frazione di Casaglia di Monte Sole la popolazione atterrita si rifugiò nella chiesa di Santa Maria Assunta, raccogliendosi in preghiera. Irruppero i tedeschi, uccidendo con una raffica di mitragliatrice il sacerdote, don Ubaldo Marchioni, e tre anziani. Le altre persone, raccolte nel cimitero, furono mitragliate: 197 vittime, di 29 famiglie diverse tra le quali 52 bambini. Fu l’inizio della strage: ogni località, ogni frazione, ogni casolare fu setacciato dai soldati nazisti e non fu risparmiato nessuno. La violenza dell’eccidio fu inusitata: alla fine dell’inverno fu ritrovato sotto la neve il corpo decapitato del parroco Giovanni Fornasini. Fra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944, dopo sei giorni di violenze, il numero delle vittime civili si presentava spaventoso: circa 770 morti. Le voci che immediatamente cominciarono a circolare relative all’eccidio furono negate dalle autorità fasciste della zona e dalla stampa locale (Il Resto del Carlino), indicandole come diffamatorie; solo dopo la Liberazione lentamente cominciò a delinearsi l’entità del massacro. 13 giugno, la strage di Niccioleta Il 13 giugno 1944, i reparti tedeschi e fascisti irruppero a Niccioleta per punire i suoi abitanti che, come in molte zone del grossetano, avevano disertato di presentarsi ai posti di polizia fascisti e tedeschi di Massa Marittima, in seguito ad un manifesto affisso in tutti i comuni della provincia di Grosseto, firmato da Giorgio Almirante. Sei minatori (Ettore Sergentoni, con i figli Aldo e Alizzardo, Rinaldo Baffetti, Bruno Barabissi e Antimo Ghigi) vennero fucilati subito nel piccolo cortile dietro il forno della dispensa, largo non più di tre metri. Il minatore Giovanni Gai riuscì a fuggire nella macchia, grazie ad un attimo di distrazione di un fascista di Porto Santo Stefano, Aurelio Picchianti, che si stava arrotolando una sigaretta. Altri 150 operai furono portati a Castelnuovo di Val di Cecina, e la sera del 14 giugno, 77 minatori vennero giustiziati sulla strada per Larderello, 21 deportati in Germania e gli altri liberati. In tutto perirono nella strage 83 operai di Niccioleta. Tra i cadaveri si scoprì tempo a dietro che c’erano anche i componenti della famoso gruppo partigiano la “Banda di Ariano”: Gianluca Spinola, Vittorio Vargiu, Franco Stucchi Prinetti e Francesco Piredda assassinati dai nazifascisti sempre il 14 giugno. Elenco degli eccidi e delle stragi riconosciute (da Wikipedia) A    Strage di Acerra    Eccidi dell’alto Reno B    Eccidio di Barletta    Strage della Benedicta    Eccidio di Bergiola Foscalina    Eccidio della Bettola    Strage della valle del Biois    Massacro di Biscari    Bombardamenti di Foggia del 1943    Eccidio di Borga    Strage di Borgo Ticino    Eccidio di Boves    Eccidio di Braccano    Bus de la Lum C    Eccidio di Cadè    Strage di Caluso    Strage di Campagnola    Strage del palazzo Comunale di Campi Bisenzio    Strage di Canicattì    Eccidio di Capistrello    Strage di Castello    Strage di Castiglione    Strage di Cavriglia    Eccidio del Colle del Lys    Eccidio di Cravasco    Strage di Cumiana E    Eccidi di San Ruffillo    Eccidio di Santa Giustina in Colle    Eccidio de La Storta    Eccidio dei conti Manzoni    Eccidio dei XV Martiri di Madonna della Pace    Eccidio del Castello dell’Imperatore    Eccidio del Ponte dell’Industria    Eccidio del pozzo Becca    Eccidio dell’Aldriga    Eccidio della caserma Mignone    Eccidio della famiglia Arduino    Eccidio delle Fosse Reatine    Eccidio di Argelato    Eccidio di Bari    Eccidio di Cadibona    Eccidio di Caffè del Doro    Eccidio di Cavazzoli    Eccidio di Cibeno    Eccidio di Civitella    Eccidio di Codevigo    Eccidio di Crespino sul Lamone    Eccidio di Gardena    Eccidio di Guardistallo    Eccidio di Maiano Lavacchio    Eccidio di Malga Bala    Eccidio di Massignano    Eccidio di Monte Manfrei    Eccidio di Monte Sant’Angelo    Eccidio di Pessano    Eccidio di Piavola    Eccidio di Pietralata    Eccidio di Portofino    Eccidio di Pratolungo    Eccidio di San Michele della Fossa    Eccidio di San Piero a Ponti    Eccidio di Schio    Eccidio di Trivellini    Eccidio di Valdagno    Eccidio di Vallarega    Eccidio di Vattaro    Eccidio di via Aldrovandi    Eccidio di Malga Zonta F    Strage di Falzano    Eccidio dell’aeroporto di Forlì    Strage di Forno    Strage delle Fosse del Frigido    Eccidio di Fragheto G    Bombardamento di Grosseto    Strage di Grugliasco e Collegno L    Eccidio di Salussola    Strage di Lasa    Strage di Leonessa M    Martiri di Fiesole    Martiri ottobrini    Strage di Marzabotto    Strage di Matera    Strage della cartiera di Mignagola    Strage della Missione Strassera    Strage di Monchio, Susano e Costrignano    Eccidio di Montalto    Eccidio di Montemaggio N    Eccidio di Nola O    Operazione Ginny    Operazione Piave    Operazione Wallenstein P    Eccidio di Procchio    Eccidio del Padule di Fucecchio    Strage di Pedescala    Strage di Penetola    Eccidio del Pian del Lot    Eccidio di piazza Tasso    Strage di Piazzale Loreto    Eccidio di Pietransieri    Eccidio di Ponte Cantone    Eccidio del ponte di Ruffio    Strage della Portela R    Rastrellamenti di Villa d’Ogna    Eccidio della Righetta    Strage di Rionero in Vulture    Eccidio della Romagna    Eccidio di Ronchidoso    Strage di Rovetta S    Eccidio di San Giacomo Roncole    Strage di San Polo    Eccidio di Sant’Anna di Stazzema    Eccidio di Scalvaia    Strage del collegino di Sesto Fiorentino    Strage di Solcio di Lesa    Eccidio di Soragna    Eccidio di Spino d’Adda    Strage del Duomo di San Miniato    Strage del pane    Strage della caserma di Anghiari    Strage della corriera fantasma    Strage della famiglia Einstein    Strage di Barbania    Strage di Corrubbio    Strage di Costa d’Oneglia    Strage di Gorla    Strage di Oderzo    Strage di San Benedetto del Tronto    Stragi di Ziano, Stramentizzo e Molina di Fiemme T    Eccidio di Tavolicci    Eccidio di Testico    Eccidio del Torrazzo    Strage di Treschè Conca    Triangolo della morte (Emilia)    Strage del Turchino U    Strage di Serra Partucci V    Eccidio di Valdobbiadene    Eccidio di Vercallo    Eccidio dell’ospedale psichiatrico di Vercelli    Eccidio di Vinca http://contropiano.org/news/politica-news/2017/08/12/estate-1944-le-stragi-nazifasciste-non-dimenticare-094699?fbclid=IwAR0ypcv8T_o9uUEHrRgHMUtlhFrD2q1ENyloc1n1hniBh7yoPirhaUYc4Ns
24 notes · View notes