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#Villa Trentuno
silviascorcella · 10 months
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Villa Trentuno: borse preziose come stelle, letteralmente!
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Quante storie può serbare una borsa! Compagna inseparabile dell’apparire femminile, scelta per accordarsi con l’abito e con l’animo, tra i mille oggetti che ospita trova sempre spazio per sistemare anche gli innumerevoli racconti di vita, i frammenti sparsi di esperienze quotidiane, le romantiche speranze del cuore, ma anche le aspirazioni di bellezza allo specchio!
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Ma se per un breve momento ci soffermiamo a pensare alla nascita di una borsa, di una di quelle creazioni eccellenti che sono opera della creatività densa di chi lo stile lo plasma per professione, e per passione, ça va sans dire, ecco che le storie si moltiplicano: perché si aggiungono quelle che appartengono all’universo sorprendente dell’ispirazione, dove si può trovare di tutto, e dove questo tutto trova sempre il suo senso. 
Come accade nelle borse firmate Villa Trentuno!
Così, pour parler, si potrebbe persino pensare che dentro il contenitore creativo dell’ispirazione di stilista possono venir fuori suggestioni come il bagliore delle costellazioni celesti, la straordinaria bellezza artistica di storiche ville italiane, la presenza inaspettata e trionfante del cervo volante: tutte insieme, tutte in armonia consapevole a formare il fil rouge di una collezione. Ebbene, tale collezione esiste davvero, ed è la nuova collezione Autunno-Inverno 2019-20 di Villa Trentuno!
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Ovvero il brand giovane fondato dall’altrettanto giovane Emilia Poli, e che della sua fondatrice sublima ogni aspetto: le origini lucchesi presenti già nel nome, ovvero quella “Villa” che rievoca il patrimonio pregiato delle ville storiche incastonate nella Piana di Lucca, vere opere d’arte intrise di meraviglia lussuosa perché volute dalle classi abbienti come residenza estiva immersa nel verde e nell’opulenza di affreschi e stature, portici e giardini; l’appartenenza toscana, la stessa della maestria artigiana pelletteria che crea a mano ogni singola borsa e la rifinisce in ogni dettaglio eccellente; la passione per la moda che l’ha orientata negli studi e nelle collaborazioni con brand rinomati.
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L’origine lucchese è nuovamente la guida per l’ispirazione della collezione per la prossima stagione fredda: le volte celesti che fanno da sfondo notturno alle ville lucchesi adagiano le loro costellazioni sulle borse, dove diventano preziosi decori che brillano sul blu profondo della palette delicata; preziosi come il rametto Twig che funge da manico, ottenuto dal calco di un rametto di quercia della Villa Trentuno, e come il cervo volante che sfavilla come simbolo di buona sorte e segno distintivo del brand. Le forme son variegate tanto quanto le necessità di uso pratico e sfizio estetico di qualsiasi donna: dalla mini alla maxi, geometrica o tondeggiante, profonda o sottile. Tutte uniche, perché vere opere d’arte artigiana: perfettamente personalizzabili per assecondare qualsiasi stile, e storia.
Silvia Scorcella
{ pubblicato su Webelieveinstyle }
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italreport · 7 years
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Messina, arrestato 54enne. Trasportava in auto oltre 30 Kg di marijuana
Trentuno chili e mezzo di marijuana sono stati sequestrati dai poliziotti della Squadra Mobile all’imbarcadero di rada San Francesco ad un 54enne di Milazzo, che è stato arrestato. È successo all’alba di ieri durante un servizio finalizzato alla prevenzione e repressione del traffico di sostanze stupefacenti. L’uomo era appena sbarcato dal traghetto proveniente da Villa…
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fancityacireale · 7 years
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Come si restaura 'il Ventaglio' di Villa Belvedere
Il giornalista Nello Pietropaolo a proposito del ciottolato in forma di grande semicerchio che accoglie  da un secolo e mezzo i visitatori della Villa Belvedere, lo chiama ‘il ventaglio’ e   dice che si tratta di ‘ciacatu‘, cioè di pavimento ottenuto con ciottoli. Nello non scrive (ma sa benissimo) che è solo dal 1986 che viene così inteso, quando lo misi in copertina nel catalogo di una fortunata mostra di architettura co-patrocinata dal Comune e dalla  BPSV come fosse, appunto, un ventaglio in mano a una bella ragazza; né sa che le informazioni sul ciottolato che ha tratto da Wikipedia sono mie. Vabbé.
Quello che è invece importante  e  tento inutilmente di  proporre alle Amministrazioni che si sono succedute, è la conoscenza scientifica  e storica del ‘ventaglio’ e il suo  conseguente restauro metodologico. Ma figuriamoci se Roberto Barbagallo mi darà mai questa gioia!
Il grande semicerchio-trentuno metri di diametro- quasi un ‘tappeto’  per chi entra nella Villa Belvedere, realizzato nel 1878, è  uno degli ultimi manufatti della  millenaria tradizione musiva. L’autore, l’architetto acese Paolo Pantellaro (1824-1916) che nelle costruzioni predilige il revival gotico, è anche influenzato, per la decorazione, da quella nuova ‘grammatica dell’ornamento’ (è il titolo dell’opera di metà Ottocento del pittore Owen Jones) che trae spunto dal vastissimo campionario orientale oltre che dalla tradizione medievale europea. L’assimilazione di quella nuova ‘grammatica’  avviene in pochi decenni anche per merito delle Esposizioni universali: verranno macinate tutte le esperienze artistiche dell’umanità per riassemblarle in un nuovo, frettoloso e precario ordine. Ciò balza evidente nel disegno del Pantellaro: notate lo stridore percettivo tra il perimetro di esagoni allineati quasi a mo’ di catena logica per contenere l’ambiguo, sfrenato intersecarsi e infinito moltiplicarsi delle ellissi ogivali disposte a ventaglio  attorno a una conchiglia. Si tratta , appunto, di una lezione magistrale circa l’innestarsi  prepotente della nuova grammatica ornamentale sulla base di un’antichissima tradizione.
La riforma delle arti, che da noi arriva assieme a  tante altre novità da choc traumatico ( l’unificazione italiana soprattutto) provoca un vero delirio riformatore. Il primo vescovo di Acireale, mons.Genuardi, propone al Pantellaro di progettargli una cattedrale “nuova e grande a stile gotico” o almeno di ” riformare a stile gotico” il nostro Duomo! Le cose, fortunatamente, anche per merito di Ernesto Basile non sono andate, se non in parte, in quella direzione. Ma Pantellaro può punteggiare Acireale di altre realizzazioni nel suo prediletto stile, come nel caso della facciata della chiesetta dei Raccomandati, un pò più giù del Presepio di S.M.della Neve.
Nella catastrofe che ha investito in questi anni  la Villa Belvedere, per mera fortuna, il ‘ventaglio’ non è stato toccato, nonostante le trovate a dir poco esilaranti di qualche assessore, tipo Nuccio Calabretta, di una passata giunta, che aveva promesso che sarebbe stato coperto da “uno speciale film” per salvaguardarlo…..
In un anno che in questo momento non so precisare, comunque tra gli anni ’80 e ’90, ottenni un permesso per fare delle prospezioni in una zona del ciottolato che era saltato via  (per assoluta ignoranza dell’Ufficio LL.PP circa i sistemi di allettamento dei ciottoli): praticata, a opera di un artigiano, una buca profonda circa 70 cm., scoprii che sotto era pieno di radici degli alberi distanti una quindicina di metri. Ciò significa che il restauro scientifico, anzichè  gli insulsi allettamenti di ciottoli alla bell’e meglio con cemento, presuppone tecniche di sostruzione  simili a quelle tipiche dei mosaici pavimentali e per quanto concerne il disegno (che è stato in varie parti deformato da raffazzonate rappezzature) va preventivamente eseguito un meticoloso rilievo almeno in scala 1:20  riscoprendo i primitivi rapporti geometrici della composizione al fine di evitare grossolanità e possedere, finalmente, una tavola perpetua valida in ogni manutenzione.
architetto Ivan Castrogiovanni
Come si restaura ‘il Ventaglio’ di Villa Belvedere was originally published on Fancity Acireale
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