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#abbracci di polli
sigitheunicorn · 2 years
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uominiedonneblog · 1 year
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Il cuoco Antonino Cannavacciuolo racconta l'amore con Cinzia Primatesta e il successo di Villa Crespi
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Antonino Cannavacciuolo è davanti a me pronto a scattare la copertina di questo nuovo numero speciale di Grazia Food di cui è direttore ospite. Ho con me un cesto di frutta e erdura e sono curiosa di scoprire che cosa sceglierà. L o fa velocemente ma non a caso Prendo un limone dice facendolo volare in alto e aprendosi in un sorriso. Cannavacciuolo ha conquistato a Brescia nel 2022, la terza stella Michelin per il ristorante Villa Crespi a Orta San Giulio con un una cerimonia che lo ha visto raggiungere il palco districandosi in una selva di abbracci , quelli della sua famiglia vera, quelli dei collaboratori e quelli non scontati, degli altri chef presenti in sala. "Sono passati mesi e ancora faccio fatica a crederci" Confida il cuoco "Quando passa da Villa Crespi e vedo la targa, la guardo e dico "E' davvero mia?" Le biografie raccontano che Antonino sia entrato a far pratica in cucina a 13 anni e emezzo. In un giorno rompeva centinaia di uova per fare il gelato e disossava decide di prosciutti. Oggi, invece siamo a Orta Sang Giulio a Lacqua by the Lake, uno dei resort della galassia Cannavacciuolo che comprende , aoltre a Villa Crespi, al bistrot anche Laqua Vineyard, in Toscana, Laquad by the Sea a Sorrento e sapere nell'entroterra , sorrentino Lacqua CountrySide. La supeficice dl lago scintilla , cè una calma molto lananta dall'adrenalina di Cucina da Incubo o di MasterChef, i due programmi TV che vedono il cuoco come portagonista. Cinzia Primatesta, moglie di Antonino Cannavacciuolo dal 1999, è una presenza discreta poco più in là che discuter con alcuni collaboratori su come sistemare al meglio giardino e piscina per gli ospiti.
Antonino Cannavacciuolo ma ora che questa terza stella c'è che cosa cambia davvero?
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Ora sento più forte la responsabilità di rincorrere la perfezione . Quando ti danno la terza stalla sali su un palcoscenico mondiale,. La gente si aspetta una grande esperienza" E allora torniamo alle origini del suo percorso. Com'erano le cucine della sua infanzia? Piene di gente vive e, laboriose. In me è confluita la cucina casalinga di mia madre. IO miei nonni erano contadini, avevano le terre e il bestiame e io sono cresciuto con quei sapori. Eravamo una famiglia molto numerosa. Da parte di mio padre sette parenti da parte di mia madre 11. Immagini che cosa significasse, mettere a tavola una trentina di nipotini scalmanatati. Gli adulti portavano sempre il loro cavallo di battaglia. C'era attesa per la parmigiana di Zia Elena e il grattò di zia Anna. Era una sfida continua. Il palato di uno è un dono, ma questa dev'essere stata una scuola non da poco. "Mio padre percorreva chilometri per fare acquisti da quello specifico macellaio, pastificio o caseificio. Ho avuto la fortuna di crescere in Campania, in una zona di eccellenze. So il valore di un prodotto che nasce dalla stagionalità, dal giusto rapporto tra sole, terra e acqua. Tutto questo l'ho capito ancora meglio quando sono arrivato al nord"
Che cosa è successo Antonino Cannavacciuolo?
Mi mancava la cucina casalinga. Ho dovuto abituarmi a cucine leggere e meno importanti. Vedevo ci miei amici che mangiavano polli di allevamento e mi sembrava un sacrilegio. Ha dichiarato di essere cresciuto senza padre a sua volta cuoco e insegnante nella scuola alberghiera di Vico Equense. In realtà c'era eccome. nonostante una vita senza orari. E' stata una figura chiave per me. Anche quando ha tentato di dissuadermi dal fare il suo stesso mestiere. Lui ha saputo toccare i tasti giusti del mio carattere. In che modo? Mi ha sempre tenuto con i piedi per terra, da lui ho avuto pochissimi complimenti, ma frasi come "Fatti vanta "e non ti vantare mai". Ha sacrificato vita e tempo per farci stare bene . Per questo per me è importantissimo stare ogni minuto libero con i miei figli. Elisa ha 16 anni Andrea 10 e se volessero seguire le sue orme? "Ben venga spero di no, ma ben venga. Non li frenerebbe come ha fatto suo padre con lei? No spero di essere diverso in questo. Credo che i ragazzi debbano fare il loro percorso e i loro errori. Senza di questi non si cresce. La vita troppo facile, o resa semplice, porta alle strade sbagliate. Tu puoi a dare e dare tutto a un figlio, ma il valore deve capirlo da solo. E solo allora si fiderà davvero di te, e di ciò che gli hai trasmesso. Certo che con i figli bisogna essere fortunati. Io e Cinzia li seguiamo molto e lei, in particolare, è una madre eccezionale" Ecco la vostra è una storia d'amore iniziata quando eravate giovanissimi Non come un colpo di fulmine però. Quando sono venuto qui sul lago nei primi Anni 90, c'era un'atmosfera cupa. Ha presente quanto potessi sentirmi preso io che venivo dalla penisola sorrentina? Però ho incontrato subito persone speciali. Uno chef mi aveva proposto di passare un paio di mesi nell'albergo di famiglia di mia moglie, ci sono rimasto due anni. Il primo anno i e Cinzia eravamo amici. il secondo l'amicizia di è rafforzata, facevamo molte cose insieme, come cene, gite e tempo libero….ma niente di più. Poi un giorno mi propongono di andare a Capri a fare un 'esperienza al Quisisana . Lei c'è rimasta malissimo. Quindi me la sono ritrovata là. E l'amore è partito da li. Quindi ha fatto Cinzia a se a Capri non fosse venuta? Vallo a capire (ride) il punto è che lei aveva i suoi alberghi. Io volevo fare lo stellato. Eravamo avviati bene singolarmente, ma insieme credo che stiamo facendo qualcosa di bello. Oggi le mie società si chiamano Capri non per l'isola , ma perchè il nome è l'unione di Cannavacciuolo e di Primatesta. Il piatto con cui l'hai conquistata Linguine alle cicale di mare. Sono arrivato nel suo appartamento con questo costaceo vivo, o mi amava o mi lasciava. Qual è la forza della vostra coppia? Il rispetto . Tutti parlano sempre e solo di passione, ma alla base ci devono essere un'ammirazione e fiducia che vanno oltre i contrasti tre due persone che si confrontano su ogni idea. Che difetto le rimprovera Cinzia? Di essere terribilmente permaloso e con una memoria prodigiosa, se mi fanno un torto. E lei che cosa dice di sua moglie? Non previene i problemi. O forse non ha la mia ansia di risolverli subito Però insieme a 23 anni e 24 nel 1999 avete intrapreso l'avventura di Villa Crespi. Quanta incoscienza c'è voluta? Tanta e a volte guardandomi indietro mi chiedo se lo rifarei . Entrare in un'attività come Villa Crespi non è come iniziare con un piccolo ristorante. Era una squadra di 18 persone, c'eravamo buttati in qualcosa di più grande di noi. Ci sono voluti volontà e sacrificio. Qual è stato il momento più pericoloso? L'incoscienza non ti fa vedere i pericoli, ma solo il successo. Non ho mai penato di perdere la partita avevo 25 anni, potevo permettermi di passare la vita in cucina. Avevo l'obbiettivo di farcela e di dimostrare ai miei suoceri e ai miei genitori. Dimostrare è una parola impegnativa Mio suocero Oreste era un personaggio mitico dell'hotellerie sul lago. Mi padre guardava suo figlio crescere nel suo stesso lavoro . I nostri genitori si sono commessi per quelle stelle che loro non sono riusciti a raggiungere . Fanno da sempre il tifo per noi. In qualche modo a loro lo dovevamo. Articolo tratto da Grazia Food Le ricette di Antonino Cannavacciuolo Read the full article
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couragescout · 5 years
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23 agosto 2019.
Questa sera abbiamo fatto la cena per la mia partenza a casa di Soph. Non ci andava di impicciarci troppo con le cose da mangiare quindi ognuno portava qualcosa. È stata una cena come le altre, l'ho vissuta come una delle solite cene, quella in cui si mangia, si ride e si chiacchiera aggiornandosi su tutto quello che accade nelle nostre quotidianità. Fino a dopo il dolce.
Avevamo finito di fare gli schifosi con le bombe fritte, eravamo sparsi in giro tra chi chiacchierava, chi giocava a tennis e chi guardava ascoltando sia di qua che di là quando poi ci mettiamo tutti al tavolo per giocare a Taboo e prima di iniziare cala un silenzio inaspettato. Loro si guardano, mi guardano e si guardano di nuovo. I miei polli hanno qualcosa in mente, ho pensato.
Sof tira fuori dal passeggino di Noora un pacchetto, io rido mentre esclamo "Oddio sapete che detesto questi momenti imbarazzanti" e loro iniziano a cantare "Scarta la carta! Scarta la carta!" così tolgo piano lo spago facendo apprezzamenti sul pacchetto ("Avete usato lo spago di canapa e non quello in plastica, vi adoro ancora di più e la scatola è in cartone!"). Un quaderno in cuoio verde con delle foglie incise, al suo interno foto di momenti vissuti insieme.
Li guardo, "Oddio lo adoro troppo, grazie, siete dei cuori di panna". Loro sorridono, "Sappiamo quanto ti piace scrivere quindi sarà un ottimo compagno". Io sorrido.
Oggi sono felice.
Iniziamo a giocare a Taboo, ormai era mezzanotte e mezza, e dopo una mezz'oretta arriva mia madre perché io dovevo ancora finire le valige quindi non avrei potuto fare troppo tardi, non avrei retto.
Arriva il momento dei saluti. Non lo vivo come un momento triste ma come un normale momento dei saluti dopo una serata insieme solo con un retrogusto che mi lascia una strana sensazione al petto.
Li abbraccio tutti, uno per uno, sussurrando dei "Mi mancherete" "Ci vediamo a Natale" "Vi aggiornerò spesso" "Vi voglio bene". Ogni abbraccio è speciale, ognuno di loro è speciale per me.
B mi accompagna alla macchina, prima di superare il cancello mi volto, li guardo e "Ciao guys". Sorrido. Fisso quell'immagine nella mia testa. Le persone che mi sono sempre state vicine, coloro che mi hanno messa in crisi molte volte, coloro con cui ho condiviso Strade diverse e coloro a cui tengo, anche se faccio fatica a mostrarlo, sotto un portico pieno di lucine che sorridono e "Buon viaggio Nà" "Fatti sentire" "Siamo felici per te".
B viene con me, deve darmi qualcosa. Sono dei libri. Bagaglio a mano, prestato da me lo scorso anno prima della route e Narciso e Boccadoro, che mi faranno compagnia in viaggio e in questa avventura. Ci abbracciamo, forte. Uno dei nostri soliti abbracci, quelli che ti fanno sentire sempre a casa. "Ti voglio bene" "Anche io" "Mi mancherai ma sono orgogliosa di te" "Mi mancherai ma ti avrò sempre con me".
È tempo di andare, salgo in macchina.
Lungo la strada per tornare a casa realizzo, per la prima volta, che questa sarà l'ultima volta in cui li vedrò (per un po') e realizzo che mi mancheranno perché nonostante tutte le divergenze, nonostante le volte in cui mi sono allontanata da loro, siamo sempre rimasti noi, il solito gruppo di amici nato dopo le riunioni, uniti da un affetto profondo, uniti da un legame speciale.
Ciao amici, domani sarò su un aereo che mi porterà a due ore da qui ma voi sarete sempre con me. Vi voglio bene.
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daruber-hinaus · 5 years
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Sono quasi le 4:30 del mattino e mi trovo qui a scrivere perché è il mio unico sfogo. Non so neanche cosa scrivere il realtà visto che tutto ciò che dovevo dire l’ho detto alla diretta interessata ma ho l’ansia come ho avuto poche volte nella mia vita ,così intensa che riesco quasi a toccarla con mano. Odio non saper dare una spiegazione a ciò che mi sta accadendo ma in realtà ultimamente succede spesso e ciò mi provoca solo una scossa involontaria che mi percuote tutto il corpo e non mi fa respirare. È paradossale ma a volte mi sento estremamente fortunata ad avere questo dolore perché so che se ce l’avesse mia sorella o qualche persona estremamente importante io non riuscirei a vederle soffrire così. Spesso dico a mia mamma che io sono nata sotto una cattiva stella e lei puntualmente annuisce e mi dice debolmente che mi sto solo impressionando ma secondo me in cuor suo sa che è così, sa che sono diversa e per diversa non intendo migliore anzi, però purtroppo mi hanno fatta così. Le uniche amiche che per me ha fatto di tutto si chiamano: Valeria ma stiamo parlando che avevamo 6 anni e giocavamo con “Polly e la nave da crociera", poi Cristiana che per me è stata quella che è stata , ci ho dormito perfino insieme sentivo il suo respiro coordinato con il mio la notte, mi ricordo che dormivamo abbracciate e la mattina per farmi svegliare faceva di tutto ahahahahah,tuttavia nonostante i tanti anni di amicizia c’erano parti di me che non conosceva e che ad oggi sono contenta di non aver spifferato perché solo Dio sa cosa poteva accadere. Detto ciò nella mia testa c’è un macello e sto pensando addirittura di accettare la proposta di papà di andare a studiare in all’estero l’anno prossimo, certo ovviamente ciò comporterebbe il dover lasciare mia sorella, mia mamma, fede, wasabi, la squadra, ma alla fine secondo me loro stanno meglio senza , secondo me meglio se hanno questo bel ricordo di me senza dover conoscere i problemi , meglio per mia sorella che non guarda i miei pessimi esempi sperando che lei diventi la dottoressa che tanto desidera essere, sperando che lei continui a nutrire affetto e stima nei miei confronti, sperando che lei un giorno possa avere una vita piena d’amore quello che cerco di darle io quotidianamente ma che purtroppo se manca a ma come posso dare a lei? Già l’amore, l’amore è forse il problema più grave, perché senza amore non hai niente a cui aggrapparti , non hai niente di importante che ti possa far pensare di svegliarti in modo migliore domani . Ed io in questo momento ho proprio bisogno di qualcuno più forte di me che mi stringa forte forte e mi dica che non mi lascia , che non ho bisogno di andare via ma che pian piano le cose passano. Ho bisogno di qualcuno che mi sussurri all’orecchio che c’è , un suono impercettibile all’udito ma che arrivi forte e chiaro al cuore. Ho bisogno di questo , di far tornare l’ordine, di non fissare il vuoto e pensare a cose lontane , di non pensare al passato, di non pensare a niente .
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