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#bagno roma
marcos-roma · 2 years
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Marcos is an acronym of Mirto and Sandra, the founders of this special furniture and design company. ⛵️🏴‍☠️⚓️ Bathroom ideas. #bagnomoderno #bathroomdesign #madeinitaly #bagno #wood #bathroom #homedesign #møbler #italianfurniture #nauticalfurnitureroma #fattoamano #arredamento #nymakeup #roma #nautical #marcosroma #bathroominspiration #bathroomremodel #stilemarinaro #home #bagnodesign #luxurylifestyle #stilemarina #otherwisefinest #italianstyle #arredobagni #arredarecasa #arredobagno #stilemare (presso Nautical Furniture & Design Italy) https://www.instagram.com/p/CpUl-TeBN-I/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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riverswater · 2 years
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non so cosa studiare perché ho questo progetto da presentare il 15 ma ancora non l'ho iniziato quindi sto già pensando di rimandarlo al prossimo appello, e ho un esame scritto il 24, per il quale devo leggere molto materiale certo ma mi sembra comunque presto per iniziarlo ora. aiuto.
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         RENDERING INTERIOR DESIGN APPARTAMENTO
Sono davvero moltissimi i lavori di rendering per ristrutturazioni di appartamenti che abbiamo realizzato finora, con grande soddisfazione nostra ma soprattutto dei clienti. Grazie a queste significative esperienze abbiamo potuto distinguere due profili che li identificano:
- Chi vuole rinnovare ma non ha delle idee precise riguardo l’arredo o l’organizzazione degli ambienti e opta anche per il nostro contributo “creativo” per poi rivedere eventuali modifiche insieme.
- Chi ha già una visione chiara e cerca sul web delle ispirazioni da proporci.
La cliente per la quale abbiamo realizzato questo lavoro corrisponde proprio a questa seconda descrizione: ci ha richiesto infatti due versioni distinte dei render camera matrimoniale, dei render bagno e dei render cameretta. Perché a volte si sa già quale direzione prendere, ma allo stesso tempo si è in bilico fra due possibili scelte.
Inoltre tali soluzioni contemplavano, per camera padronale e cameretta, mobili esistenti che la cliente era intenzionata ad acquistare. Sono tante le aziende che sui loro siti riportano le misure esatte dei loro prodotti, il che ci facilita molto nell’appurare la corrispondenza fra lo spazio disponibile e l’ingombro del mobilio richiesto. Proprio per questo abbiamo riprodotto fedelmente il modello sia nelle misure che nei materiali. Così è stato dunque possibile controllare se la composizione fosse da rimodulare e quale fosse la versione più idonea anche esteticamente parlando.
Per quanto riguarda il render camera studio, invece, abbiamo seguito delle immagini di ispirazione dal web selezionate dalla cliente. 
Per i due render bagno, infine, le indicazioni erano ben delineate: piastrelle effetto carta da parati con motivo floreale, doccia attrezzata per cromoterapia e portasciugamani di design. Delle scelte audaci, queste, che spesso una volta concretizzate possono non risultare esattamente come le avevamo in mente. Per questo ci siamo noi! Ma anche il vostro aiuto è fondamentale: più le planimetrie che ci fornite sono accurate, più sarà possibile per noi ricreare il tutto in maniera aderente alla realtà. 
Per oggi è tutto, ma vi salutiamo con una domanda: voi, a quale profilo appartenete? 
Pensateci! Noi intanto vi aspettiamo con l’entusiasmo di sempre su  www.stefanomimmocchirendering.com
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internobi · 2 years
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finestradifronte · 2 months
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Mi manca...
Lo zoccolare fino in spiaggia con mia madre che mi diceva "cammina bene alza quei piedi"...pinoli per terra da schiacciare con i sassi...
l'odore della siepe di caprifoglio dalla pensione trieste al bagno emilio e quello dei giornali dell'edicola, misto a quello del mare e degli abbronzanti e della piadina...
la cuffietta bianca della piadinara...quella anziana, la prima ..che faceva le piade tirate a mattarello con il bordo frastagliato e il pezzetto di carta marroncina per portarle via ...
la luce bianca del mattino e la bassa marea con le righe della sabbia sotto i piedi, i buchini dei cannolicchi e schivare i granchi 
fare capannella con il tettuccio del lettino e il telo, il caldo sulla pelle...l'odore dell'abbronzante e il libro con sabbia tra le pagine...
e aspettare le 11 che non arrivavano mai per il bagno... il freddo dell'acqua al primo tuffo  o l'andare giù piano piano con tutta la pelle d'oca... i rumori attutiti quando si è sott'acqua.... il cretino di turno che ti slaccia il bikini...le spalle di mio padre per salirci a fare i tuffi...
correre sulla sabbia bollente saltellando tra un'ombra e l'altra...  stendersi al sole senza fare la doccia e sentire la pelle tirare con il sale che brucia appena sulla pelle un po' scottata sulle spalle ...
il fastidio della sabbia tra le dita e lavarsi i piedi nel rubinetto sotto le docce aspettando con il costume in mano per sciacquare anche quello...il profumo dello shampoo e il rigagnolo di schiuma e acqua sulla sabbia...
il cemento rigato e rosso e bollente della banchina del porto con le barche che partivano da Milano Marittima per la gita a Rimini e la voglia di tuffarsi lì ma la mamma non voleva...e stare in equilibrio sul muretto tra la banchina  e gli scogli ad aspettare gli schizzi delle onde,
il mare grosso i rari giorni che faceva temporale e a fare il bagno tuffandosi dentro le onde e ci si riempiva il costume di sabbia..
la pizza che faceva la sorella della vedova di Emilio alle cinque...e io le confondevo poi sempre quelle due...la Maria e l'Anna
Il rullo per tirare il campo da bocce e il barattolo bucato con il talco per fare le righe...e le premiazioni delle gare al  pomeriggio e se le coppie erano miste io ero un po' gelosa se mio padre giocava con la mamma della cecilia perchè era così bella...
e guardarti da lontano mentre giocavi a calcio sporco di sabbia dappertutto e cominciare a scoprire  quell'emozione nuova quell'attrazione mai provata... ecco cosa vuol dire innamorasi...il dondolo dell'Hotel Miramare dove per la prima volta ho capito che potevo anche godere del mio corpo...
I giardini del tennis con la terra rossa e la giostra e l'odore dei pini...
le tonde alla sera su e giù per viale Roma e baci infiniti sulle panchine, le feste al Giardino D'Estate con Gianni Togni che cantava Luna..e le puntate all'ippodromo di Cesena e le gite al Parco Naturale che mi sembrava così lontano...
Gli amici che poi non avresti rivisto più,  quelli che rivedi solo lì...e quelli che sono ancora con me ......il primo primissimo bacio sul dondolo della casa in affitto ...
il rumore degli aerei con la pubblicità...la pizzeria da Duilio e il cinema Italia all'aperto ...le lacrime  quando era ora di tornare e il grano nei campi era già mietuto e le arature portavano l'autunno...
Mi manca la felicità pura e spensierata di quel periodo quando ancora tutto poteva essere e ogni cosa era nuova e da scoprire ...e che non è stata mai più.
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Il Criptoportico della Reggia di Caserta Secondo un progetto del 1787, Carlo Vanvitelli concepì il Criptoportico, in modo da illudere gli ospiti dei regnanti, di trovarsi in un’area di scavi archeologici. Sotto una volta a cassettoni, squarciata da finte crepe e falsi crolli, sono esposte statue d’origine realmente archeologica, provenienti dalla Collezione Farnese e dalla Villa Farnesina di Roma. La galleria si affaccia sul Bagno di Venere, dando vita a una delle più affascinanti vedute del Giardino Inglese. Foto di @mimmo.schiavo
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intotheclash · 9 months
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L'inizio
“A poco a poco devi creare intorno a te una nebbia; devi cancellare tutto ciò che ti circonda, finché non si possa dare più nulla per scontato, finché più nulla è certo o reale…”
Questa frase, giunta chissà da dove, gli trapanò la testa in un nanosecondo e invase il suo cervello a ranghi compatti, come una falange dell’antica Roma.
Fortunatamente il foro prodotto permise anche alla musica, che proveniva dal potente impianto stereo poggiato sulla libreria, di entrare e ricamarsi il suo spazio, con un subitaneo effetto benefico.
“C’è un tempo per andare dritti giù all’inferno, c’è un tempo per tornare a saldare il conto…”
La musica e le parole che gli fecero drizzare i peli delle braccia e allargare il cuore, erano quelle della Gang, uno dei suoi gruppi preferiti. Il migliore nella vasta costellazione delle band italiane. Li aveva sempre amati, fin dal loro esordio, oramai molti anni prima. Li aveva ascoltati crescere, passo dopo passo, aveva approvato e condiviso senza riserve la scelta di passare dall’inglese all’italiano per la scrittura dei testi, anche se, lo sapeva con certezza, non sarebbero comunque mai arrivati a tutti con la dovuta forza. Peccato. E peccato anche non averli mai incontrati di persona. Chissà, forse le cose sarebbero potute andare diversamente. Chissà!
“Quando un uomo decide di fare una determinata cosa, deve andare fino in fondo, ma deve prendersi la responsabilità di quello che fa. Qualunque cosa faccia, deve prima sapere perché lo fa e poi deve andare avanti con le sue azioni senza dubbi o rimorsi…”
Queste invece erano le parole del Libro. Dischi e libri insieme. Mescolati tra loro, impastati col suo stesso sangue, a formare un unico corpo con la consistenza del cemento armato e l’elasticità di una tela di ragno.
A ciò stava pensando l’uomo intento a radersi, ben piantato di fronte allo specchio del bagno. E radersi, per lui, non era una semplice operazione quotidiana di pulizia, che so, come lavarsi i denti o farsi la doccia,ma un vero e proprio momento catartico, una pulizia, vero, ma quasi più interiore che esteriore. Del resto anche la stanza da bagno somigliava più ad un luogo di meditazione e purificazione, piuttosto che al luogo che tutti conosciamo e vogliamo che rimanga. Era amplissima e luminosa, bianca, completamente bianca, muri, maioliche, sanitari, cornice dello specchio e la lunga mensola che correva su tre lati delle pareti: tutto rigorosamente bianco. Le uniche concessioni al colore e che davano carattere al luogo erano: la sedia a dondolo in bambù ed una stampa raffigurante l’Urlo di Munch; poste una di fronte all’altra.
“Bruciami l’anima, fammi ridere il sangue nel cuore, bruciami l’anima…”
Questo era il disco.
“C’è di male che una volta che ti conoscono, tu sei una cosa data per scontata e, da quel momento in avanti, non sarai più capace di rompere i legami dei loro pensieri. Io personalmente amo la libertà ultima di essere sconosciuto…”
Questo invece era il libro.
“E passala sta cazzo de palla, Salvato'! E’ vero che l’hai portata tu, ma ci dobbiamo giocare tutti! Cazzo!”
Questa era una voce nuova! E non proveniva né dal libro, né dal disco.
L’uomo terminò di radersi, si risciacquò il viso con abbondante acqua fresca e si affacciò sul vicolo sottostante. Un gruppo di una decina di ragazzini stava giocando al calcio in strada. Era una partita vera, cinque contro cinque, chi arriva prima ai dieci goal segnati, e i maglioni gettati in terra erano le porte regolamentari. La scena lo commosse e lo riportò indietro nel tempo, in un’altra galassia. Anche lui, secoli prima, era stato uno di quei monelli e si era battuto come un leone con i suoi coetanei, nei vicoli del suo paese, così simili a quelle vie della vecchia Roma che, in senso lato, erano diventate la sua nuova dimora.
Ma non aveva tempo per affogare nel miele dei ricordi. Con uno schiocco della lingua li ricacciò indietro e tornò alle sue faccende. Ammirò per l’ultima volta allo specchio il suo lavoro, approvò con un accenno di sorriso il disegno perfetto del pizzetto e si passò ripetutamente il palmo della mano sui corti capelli neri a spazzola. Gli sarebbe piaciuto rasarli a zero, lo aveva anche fatto tempo prima, molto tempo prima, ma si era accorto che dava troppo nell’occhio. Troppe persone lo notavano e non poteva permetterselo; così aveva optato per quel taglio anonimo.
Era vero che, negli ultimi due o tre anni, i pelati erano tornati di moda ed erano cresciuti in maniera esponenziale. E anche se le teste rasate erano ancora ben lungi dal raggiungere il numero delle teste di cazzo, si poteva tranquillamente affermare che la forbice si era ristretta.
Andò in camera ed iniziò a vestirsi. Erano le otto di sera di un bel sabato di fine settembre. L’aria era fresca e pulita e lui aveva un appuntamento cui non poteva mancare. Indossò il suo impeccabile vestito nero, comode ed eleganti scarpe di pelle, anch’esse nere, infilò la pattada sarda nella tasca interna della giacca e fece poi scivolare la sua trentotto special nella fondina ascellare perfettamente nascosta dal taglio dei suoi abiti. Infine spense la luce ed uscì in strada. Il lupo era sceso dalla montagna. La caccia era iniziata.
“Il mondo è un luogo misterioso. Specialmente al tramonto.”
Era di nuovo il libro a far udire la propria voce.
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nitroglycerin-a · 9 months
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Comunque mia madre mi sta odiando tantissimo per questa scelta, nonostante fossero mesi che dicevo di volermi trasferire a Roma, nonostante fossero altrettanti mesi in cui dicevo se mi molla vado a Torino, raga, MESI, davvero, gliel’ho sempre detto ripetuto e stra ripetuto eppure lei non lo accetta, si è messa a piangere prima perché mi ha chiesto se ero disponibile il 22 gennaio a tenere il loro cane nevrotico perché ha una visita, l’ho guardata e gli ho detto mamma ma che cazzo ne so cosa faccio da qui ad un mese, e lei si è incazzata, pianti, “NON VOGLIO PARLARTI SARA”, non capisco come alcuni genitori odino l’idea di un figlio altrove anche quando ci vanno d’accordo, anche quando sanno che non è per scappare da loro; ho spiegato come nemmeno ad uno psicologo a mia madre filo e per segno perché sono così e faccio certe scelte e perché sono una persona diversa da signorina di provincia che fa la contabile nell’azienda di bulloni di Glorie 9-5 torna a casa dai suoi è fidanzata da quando ha 15 anni (rigorosamente tradendosi) e il massimo della vita è andare a mangiare fuori e fare aperitivo tutte le sere (mia cugina), lei sa benissimo che quella non è la mia vita eppure entrambi i miei darebbero 10 anni a testa per farmi essere così, per girargli attorno fino alla fine, per restare qua per sempre trovarmi un giovane baldo romagnolo patacca del cazzo, sistemarmi e mettermi l’anima in pace; non accadrà mai neanche avessi il peggior caso di esaurimento nervoso nella storia degli esaurimenti, mi sveno nel bagno mentre fumo una canna e mi ascolto i Botch piuttosto
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marcos-roma · 2 years
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The real made in Italy. Bathroom ideas. ⚓️. #bagnomoderno #bathroomdesign #madeinitaly #bagno #wood #bathroom #homedesign #møbler #italianfurniture #nauticalfurnitureroma #fattoamano #arredamento #nymakeup #roma #nautical #marcosroma #bathroominspiration #bathroomremodel #stilemarinaro #home #bagnodesign #luxurylifestyle #stilemarina #otherwisefinest #italianstyle #arredobagni #arredarecasa #arredobagno #stilemare (presso Nautical Furniture & Design Italy) https://www.instagram.com/p/Ckxn503L14y/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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raffaeleitlodeo · 1 year
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Anche oggi, 3 ottobre, qui a Roma ci saranno 30 gradi. A Milano, due giorni fa, i gradi erano 29. Le previsioni sostengono che fino a metà ottobre sarà così. Ogni tanto vedo le foto scattate su spiagge assolate che alcuni di voi pubblicano qui su fb. Fate il bagno e fate benissimo, spesso il mare di ottobre è una meraviglia. L'altro giorno, mentre ero in Piemonte nel Biellese, ho guardato il paesaggio verso la piana, dove ci sono risaie o campi coltivati a mais. C'era, ben visibile, la cappa di umidità, come a luglio. Su, verso la pedemontana, la campagna è ancora verde: quest'anno ha piovuto un po' di più e l'erba non è ingiallita. Insomma fino al 14 ottobre le temperature saranno queste, con le massime intorno ai 30. Rammento, quando ero ragazzino e accompagnavo mio nonno a caccia, che spesso a metà ottobre all'alba c'era la brina, adesso le minime stanno sopra i 15 gradi. Sono contento dei vostri bagni in mare e un po' vi invidio. Tutti noi che abbiamo superato i 60 anni di età amiamo le temperature miti e paventiamo i geli invernali causa dolori e raffreddori. A lasciarmi perplesso è una certa spensieratezza nel tono dei vostri commenti, quasi uno sfotto', una spensieratezza un po' sguaiata degna dell'orchestrina del Titanic. "Contenti loro", ho pensato mentre leggevo i dati relativi ai ghiacciai sulle nostre Alpi. Poi ho pensato: che gli frega, a loro, mica vanno in vacanza sui ghiacciai. Lo sguardo si è fatto molto corto di questi tempi. Peter Freeman, Facebook
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anchesetuttinoino · 1 month
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Ma dov’è finita la Grande Bellezza, quella che ha illuminato il mondo? C’è chi parla ormai di grande monnezza. Perché non comprendiamo l’immenso patrimonio che Roma è per l’Italia e per l’umanità Con il Giubileo – che inizia fra quattro mesi – sarà sotto i riflettori di tutto il pianeta e potrebbe mostrarsi in tutto il suo splendore. Invece… Quando Carlo Verdone, nei giorni scorsi, ha dichiarato a un giornale che “Roma sembra il bagno a cielo aperto di un autogrill”, ha detto quello che moltissimi pensano.
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         RENDER AMBIENTI VARI DI UN APPARTAMENTO
Le caratteristiche strutturali di una casa posso rappresentarne il punto di forza o il punto debole, specialmente se si parla di metratura. Avere a disposizione poco spazio rende infatti piuttosto complicato trovare soluzioni pratiche che permettano anche di dare libero sfogo al nostro gusto. 
Difficile, sì, ma non impossibile. 
Oggi vi mostriamo questi render creati da noi per un'agenzia immobiliare di Pisa, e vi mostreremo come esaltare il potenziale di qualsiasi spazio!
Prima di tutto, facciamo molta attenzione al fattore luce. Faretti, lampade a soffitto dalle forme geometriche ed essenziali e velette con strip led, se combinati alla scelta del bianco o di un colore molto chiaro per le pareti, accentueranno la verticalità e l’ampiezza di ogni stanza.
Altro trucco davvero geniale è l’uso di specchi, che ingrandiscono otticamente l’ambiente o danno addirittura l’impressione che la casa prosegua in altri spazi.
Ma la soluzione più concreta è senza dubbio l'uso di porte scorrevoli, che renderà il passaggio più agevole e vi concederà più libertà nella disposizione di mobilio e complementi d'arredo. In questo modo potrete sfruttare superfici altrimenti inutilizzate. Ancor più efficace se usate in combinazione con armadi a muro, come si può vedere nel render camera da letto, o per ricavare un altro piccolo vano, come vedete nel render lavanderia.  
Anche la scelta dei materiali si rivela fondamentale: nei nostri render bagno, ad esempio, abbiamo abbinato parquet e top in legno chiaro con marmo bianco per il primo, con rivestimento effetto pietra bianca per il secondo, per dare un effetto di eleganza e spaziosità. Abbiamo fatto lo stesso per il render cucina ed il render salotto, con un mobilio dai profili lineari e i toni tenui.    
Il tocco finale? Piante da interno, oggetti in vimini o rattan, vasi in vetro colorato, stampe con tema jungle o astratto. Ma qualunque sia il trend del momento, l’importante è che si tratti di qualcosa che vi ispiri e vi rappresenti.
E soprattutto ricordate sempre... spesso sono le cose più piccole ad essere le più preziose!
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solosepensi · 4 days
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Il suo paesaggio cambiò. Se aveva vissuto a Parigi come un estraneo e a Roma come un ospite, ora la sua vera casa era la pineta di Roccamare, presso Castiglione della Pescaia. In qualche modo, ripeteva il paesaggio ligure. Anche qui, tutto era limitato: una striscia di sabbia chiusa tra due promontori, una pineta, una macchia, un piccolo giardino dove tutto sembrava miniutarizzato. Scriveva nel cuore della casa, in alto, in uno studiolo raggiunto da una scala pericolosissima, come in un pollaio aereo o in una colombaia. Sotto i suoi piedi, la moglie parlava con le amiche o con la domestica, entravano i fornitori, arrivavano gli amici; e lui continuava a scrivere, immerso nel rumore dell'esistenza, vegliando sulla casa come una cicogna. Non diceva mai di no alle cosa. Ma si era ormai allontanato profondamente dalla realtà, chiuso nel suo mondo di ombre leggere. Sulle soglie tra lui e la vita, tra lui e gli altri, aveva disposto la moglie, che doveva riferirgli tutto: che volti avessero gli altri uomini, cosa accadesse nella pineta, che ombre gettassero gli alberi, che odori attraversavano il prato, che sapori avevano i cibi, che suoni la musica. Lassù in alto, come un'ape riceveva il miele che la moglie aveva raccolto, e lo depositava nella delicatissima arnia della sua mente. (…)
Poi sulla pineta scesero, troppo rapidamente gli ultimi anni. Volgendo le spalle a qualsiasi idea generale, Calvino si accontentava di contemplare un'onda, un ciuffo d'erba nel giardino, un uccello che cantava (…) L'ultima estate fu difficile. Scriveva le sue Lezioni americane: un libro bellissimo, l'Ars poetica della nostra fine di secolo, dove la letteratura antica e moderna si riflettono in un limpido specchio. Non era di buon umore: non usciva più di casa, chiuso nell'alta colombaia, non faceva il bagno. Pensava di perdere tempo: era uno scrittore, doveva dar forma alle decine di racconti che gli gremivano il capo, non riflettere sulla letteratura. Ai primi del settembre 1985 le Lezioni erano quasi finite: ma, per lui appartenevano già ad un tempo passato. In quegli ultimi giorni lo vidi due volte; e fu tenero, affettuoso, divertente, quasi felice. (…) Poi non ci fu più niente. Ci fu la caduta al suolo, la cosa dell'autoambulanza fino a Siena, l'orribile ospedale dove avevo conosciuto altre morti, i visi stravolti dei medici, l'operazione inutile, i discorsi inutili, le attese inutili, il capo bendato, la piccola tomba sul mare di Castiglione. Una mattina i medici ci dissero, per consolarci, che tutto era andato benissimo. Quella di Italo era una malformazione cerebrale congenita. Avrebbe dovuto morire a venticinque o trenta anni al più tardi. Quanto tempo aveva guadagnato; quanti libri aveva scritto, col suo passo da marinaio-contadino che si inoltrava nei gerbidi. Come era stato accorto nel sottrarre tempo - l'unica ricchezza che importa - alle divinità che si prendono gioco di noi. E mi dissi che nemmeno lui, forse, sapeva di essere così fragile. Aveva eluso la propria fragilità colla pazienza, il lavoro, la discrezione e quella terribile maga, che trasforma ogni fragilità in forza, ogni forza in fragilità: la letteratura.
Non sogno mai. Due anni più tardi, Italo mi apparve in sogno. Aveva ancora la fronte bendata, ma il sorriso era quello, luminosissimo, dell'ultima sera. Mi diceva: «Sai, è stato tutto uno sbaglio. I medici non hanno capito. Non sono morto».
Pietro Citati in ricordo di Italo Calvino
#ciaoitalo
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i-am-a-polpetta · 1 year
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il best "pronto buongiorno assistenza" del giorno lo offre Valentina di roma con "eh scusa sto in bagno a pisciare non credevo mi rispondessi"
eh sai com'è.... se componi il numero e fai verde....
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persephoneflouwers · 2 months
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oddio devo leggermi bene queste cose di Veltroni ma sto uscendo di capa perché praticamente un mese fa io e la mia famiglia siamo andati a roma in vacanza e poi li ho convinti ad andare un giorno a Civita di bagno regio. Siamo andati in un ristorante (non so se dire il nome ma comunque quello guardando la chiesa a sinistra) e mia madre che non tiene scuorno di niente ha chiesto se passava mai Harry e la cameriera ha detto che viene o da solo o con i suoi amici famosi che sono paolo crepet, Alessandro Michele e il marito o Veltroni e la figlia, oppure tutti insieme perché sono tutti amici. Io pensavo ci prendesse in giro perché mentre lo diceva ridacchiava ma ora penso sia vero. diceva pure che un Natale era con la sua famiglia e tutti questi italiani e che erano tutti insieme tipo una grande famiglia e io non ci pozz pensa
Assolutamente credibile perché Civita ha V.I.P status, quindi ci sta che queste compagnie si riuniscano!
Nel fandom international si vociferava che Harry avesse venduto casa li, oramai diventata una trappola per i suoi fans e che ne avesse acquistata una “vicino Roma”, che io ho dedotto fosse Orbetello per via degli ultimi avvistamenti (tipo alla Coop lol).
Mi piacciono queste cose perché noi lo vediamo sempre con i suoi “amici” (management + leeches) ma evidentemente si circonda anche di persone di cui il fandom non sa (prevalentemente perché tutto anglo-centrico quindi che ne sanno di Veltroni ahha) però è il fandom lore che mi interessa.
Ricordo a metà 2023 di aver anche discusso della politica di Veltroni e di aver considerato che in fondo Harry non si circonda mai di gente che non sia sempre e puramente liberale. Il che è assolutamente in linea con il suo profilo pubblico lmao
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“Ma tu dove hai casa adesso esattamente?”
Ogni volta che qualcuno mi fa questa domanda non so mai cosa dire. È quell'avverbio – "esattamente" – che mi ammutolisce, e non solo perché io una casa esattamente non ce l'ho, ma anche perché non sono sicura che la casa rientri nel novero delle realtà esatte.
Se per casa si intende il posto in cui arrivano le multe dell'auto, in cui faccio le lavatrici e in cui il gatto mi riconosce, allora casa mia è Cabras, è Torino, è Roma. Se invece per casa si intende quell'approdo da dove anche chi parte per mille destinazioni ha la tendenza segreta a ritornare, allora l'esattezza va del tutto a farsi benedire e subentra la molteplicità, la sovrapposizione, l'abbraccio tentacolare di mille familiarità.
Perché casa mia è una donna con un rossetto da ragazza che sforna una torta al cioccolato prima di uscire con me, ancora profumata di lievito e vaniglia. È una signora di settant'anni che scova in un armadio un caftano mai messo e se lo infila, perché crede che di feste nella vita gliene spettino ancora. È un gruppo di whatsapp dal titolo surreale che mi regala leggerezza proprio quando il mondo fa di tutto per portarmi a fondo.
Casa mia è un treno che si ferma a Oristano e la donna che scende col cappello rosso lo fa per me. È un amico timido che mi manda sms preziosi, perché un “ti voglio bene” così vero si può confessare solo se non lo sente nemmeno chi lo dice. È una coppia di amici in moto che viaggia verso il mare di notte per fare un bagno con te, nudi come trent'anni fa, lasciando a casa figlie, nipoti e cane.
Casa mia è un fratello capace di prendere in mano il posto che si è divorato la sua adolescenza e trasformarlo nel giardino in cui far fiorire le piante grasse, la sua maturità e i sogni dei suoi figli. È una bambina bionda che mi si addormenta addosso perché non conosce altri modi di dirmi che per lei io sono un luogo sicuro. È la chiave di un appartamento dove un gatto grigio può decidere che, in assenza dei padroni, nel letto gli vado bene pure io.
Casa mia è un amico che ride e canta gli U2 a squarciagola al mio fianco mentre corriamo brilli per le strade della Marmilla. È una donna che sa insegnare alla sua bimba che crescere significa anche accettare di essere misurate da chi ti ama. E' una scritta temeraria col gessetto lasciata di nascosto su una lavagna da una mano che aveva fretta, ma il tempo per quello l'ha trovato.
Soprattutto è l'uomo amato che si sveglia in un'alba di Salisburgo e sa che la sua casa ovunque resto io.
Non c'è niente di esatto in tutto questo ed è meglio così.
Infatti non è utile che mi chiediate dove ho casa.
Io so dire solo in chi.
Michela Murgia, post dell' 11 agosto 2016
da una pagina fb
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