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#corte dei califfi
renatagorreri · 6 months
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Profumi ed essenze alla corte dei califfi - recensione
Questo piccolo libro è un tuffo nell’arte della profumeria del mondo arabo medievale. Si tratta della traduzione, per la prima volta in italiano, del trattato sui profumi “Riassunto sugli aromi”, attribuito a un medico egiziano. Sappiamo già che l’arte profumatoria e le relative conoscenze, nei paesi arabi erano particolarmente sviluppate. Questo libro ci conduce attraverso incensi, unguenti,…
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jenaplissken · 3 years
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Rotolando verso Sud
Esiste un Sud misterioso, al di là delle cartoline e dei luoghi comuni, positivi o negativi che siano. 
Dal Molise, dopo l’abbazia San Vincenzo al Volturno e ammirato il tempio Italico sannita di Pietrabbondante, che non ha niente da invidiare  ai luoghi magici e storici della Grecia Antica, si può fare tappa a Capua e Nola, nel Casertano. 
Da Benevento, poi, attraverso la Via Appia, si raggiungono, in quasi cinque ore di automobile, ma con opportune soste, le meraviglie giottesche di Galatina e bizantine di Casaranello, nella chiesa di Santa Maria della Croce .
A Los Angeles, ad esempio, facevano la fila al Getty Museum, per vedere il vaso decorato del Ratto di Europa, creato dall'artigiano di scuola greca Asteas, del IV secolo A.C. 
Oggi è stato restituito per vendita fraudolenta ed è conservato nel castello di Montesarchio, non lontano da Benevento.
Oggi chi lo conosce?.Chi va a vederlo ?. 
E' tutto poco pubblicizzato, fuori dalle grandi rotte turistiche, nascosto sotto terra o in luoghi dimenticati, ma forse proprio per questo vale la pena di mettersi in cammino. 
Ed ecco il centro sud quello della Magna Grecia, delle antiche tribù italiche, di Romani e Longobardi, Sanniti, Sabini, barbari, Goti e Bizantini, di Normanni, Angioini e Aragonesi, ma anche quello dei califfi arabi di Bari, di Turchi e Saraceni.
Il sud di Andrea Sabatini, pittore manierista e forse allievo di Raffaello, ammiratore del Pinturicchio e del Perugino. 
Molto è ancora nascosto, sotto terra, tanto è stato trafugato o mutilato e chissà quando verrà riportato alla luce, come nel caso di San Vincenzo.
Una abbazia immensa e potentissima, forse la più importante di Europa. Oggi, ci regala ancora la cripta di Epifanio e ci riporta al IX secolo avanti Cristo. Per il resto il tempo e gli eserciti sono stati inclementi per distruzioni e saccheggi. 
Un lungo viaggio nel tempo che congiunge romani ed egizi con il piccolo museo di Benevento, che racchiude i resti del tempio di Iside, fatto costruire da Domiziano, prima che il Cristianesimo si mangiasse tutto. 
Una stele egizia in marmo rosa originale per le strade di Benevento, ebbene si, non lontano da un Arco trionfale di Traiano. 
Chi passa poi da Salerno per andare a Paestum e verso la costiera amalfitana dovrebbe fermarsi una giornata per visitarla. Ecco il castello di Arechi che domina la città e la costa, adorato dal Foscolo e usato come luogo per una tragedia. 
Quell'Arechi, re Longobardo che ritroviamo anche a San Vincenzo e a Benevento, con la bellezza di Santa Sofia e del suo chiostro.
I Longobardi convertiti abbracciarono il Cristianesimo e lo protessero e glorificarono con l' Abbazia benedettina del Volturno e con Santa Sofia. 
Ma tornando a Salerno, la città non è solo il Castello o lo splendido Duomo con quadriportico, è la meravigliosa collezione, quasi unica al mondo, degli avori salernitani. Una volta facenti parte della copertura, il paliotto, dell'altare del Duomo. 
Sono le opere che inneggiano a Raffaello del Sabatini, nel museo diocesano e nella pinacoteca, essendo la sua città natale.
Salerno è anche il Complesso archeologico di San Pietro a Corte.
Quello che resta dell'antica reggia di Arechi e della Cappella Palatina, inglobato nel tempo nel tessuto urbano. Un inno alla bellezza, tutto questo sconosciuto Sud, dove la luce, i colori e i rimandi ci fanno assaporare l'Oriente.
Un inno al sic transit gloria mundi, nel disfacimento degli imperi e dei poteri, in quegli affreschi consunti dal tempo e recuperati dal lavoro certosino, per quanto è stato possibile, di solerti e appassionati archeologici, in barba ai millenni, all'umidità, all'erosione del tempo. Ora bizantini, ora gotici, ora medievali, ora giotteschi.
Chiese crollate, monconi di dipinti che stupiscono ancora e ci raccontano storie, leggende, l'evolversi di narrazioni e iconografie. 
Dal monastero del Sinai nel deserto egiziano si giunge ipoteticamente fino al Salento, a Galatina, Lecce, con la chiesa di Santa Caterina. 
Caterina fu una Martire cristiana e il fondatore della chiesa, un crociato, strappò un dito al cadavere, con i denti.Ora è venerato in Puglia come reliquia.
Un inno peraltro, di scuola giottesca alla pittura più pura.
E potevano mancare le delizie bizantine, di Casaranello, non lontano da Galatina, imparentate con quelle di Ravenna, Napoli, Roma o Albenga.
Cosa dovevano essere questi luoghi ai loro tempi, anche se in gran parte inaccessibili alla plebe, ma riservati a monaci e signori, eserciti e conquistatori.
Torniamo ancora un po'indietro geograficamente a Nola e Capua e alla vicina Cimitile con i resti delle basiliche paleocristiane e dei rispettivi affreschi, da vedere a parte anche il favoloso Mitreo, anche se, ad oggi, è chiuso per restauro.
L’ orientale Dio Mitra era venerato anche qui, ci si può consolare comunque con l' Anfiteatro e con le storie di Spartaco e i gladiatori.
Questo è un percorso magico e poco battuto, segue la romana via Appia per quasi tutto il percorso e ci riporta al viaggio di Orazio e Mecenate in compagnia di Virgilio, fino a Brindisi.
Che trio viaggiante, inebriati dai vini locali del Sannio o Irpini e con un Orazio consolato solo da polluzioni notturne al ricordo di una bella pastorella che lo ingannò con una falsa promessa di raggiungerlo in stanza, in quel di Trevico, con i suoi mille metri il luogo più alto dell' Irpinia. 
Ma non basta, come raccontare la bellezza del Sarcofago di Rapolla, rinvenuto da un contadino sotto terra e creato da maestranze greche ed oggi nel museo del castello di Melfi in Basilicata ?. 
Non si può o forse non si deve, meglio istillare nei miei venticinque lettori, la curiosità, e la passione, forse qualcuno ne farà buon uso.
O anche che dire dell' emozione di giungere a Venusia, città Natale del poeta romano Orazio, ora Venosa, che lo celebra e lo coccola ?.
Queste sono solo alcune particolarità, ma ci sarebbe molto altro da dire e ci vorrebbe un libro intero.
Un viaggio che può durare una settimana, un mese o forse una vita, ma che a mio modesto parere non può non essere intrapreso.
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