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I Montaperto, Principi di Raffadali (XII - XX secolo). Storia di un caratteristico blasone araldico. Lo stemma araldico della famiglia Montaperto ci racconta, attraverso le sue immagini e i suoi simboli, la storia e le imprese di questo casato: nobile famiglia agrigentina, i suoi illustri esponenti furono notabili di rilievo delle Corti Reali Normanne. L'origine del casato viene fatta risalire a Giovanni Matteo Montaperto, ufficiale dell'esercito normanno giunto in Sicilia a seguito di Ruggero il Gran Conte e padre di Giorlando Montaperto. Proprio Giorlando, per aver contribuito decisamente alla conquista normanna della fortezza araba della Guastanella (1086), nell’agrigentino, sarebbe stato infeudato nel 1096 da Ruggero I con il possesso della piazzaforte strappata agli arabi e delle terre circostanti la Guastanella (da qui, secondo la tradizione, deriverebbe il nome del Comune di “Raffadali”: da "raffa", terra, ed "Alì", comandante della guarnigione musulmana della Guastanella sconfitto da Ruggero. Lo stesso anno avrebbe luogo, secondo la tradizione, il riconoscimento del blasone araldico della famiglia da parte di Ruggero: scudo con rose bianche/argentee alternate e separate da sbarre bianche diagonali, su sfondo azzurro. Lo stemma odierno del Comune di Raffadali (1865) è direttamente ispirato allo stemma principesco dei Montaperto, come descritto dallo Statuto Comunale. L'originario blasone dei Montaperto (XII secolo) consiste in uno stemma con nove rose bianche/argentee disposte in ordine 1-2-3-2, intervallate da bianche sbarre oblique su sfondo azzurro. Con il passare dei secoli lo Stemma della famiglia si è arricchito di dettagli e particolari, a seguito del matrimonio tra Ludovico Montaperto e Antonia Uberti e dell'acquisizione del titolo di Principi di Raffadali. Nel blasone completo compaiono infatti le Armi degli Uberti del Ramo Siciliano, scaccato blu e oro, aquila imperiale su sfondo rosso. In cima il cavaliere al galoppo che fiorisce tra le fiamme di un "Monte aperto", spaccato a metà, e il motto "Ad Astra", Verso le Stelle. #costruirestorie #costruirestoria #nicomaggiointhemiddleage #montaperto #raffadali #sicilia #regnodisicilia (presso Chiesa madre Raffadali) https://www.instagram.com/p/CRbRK31lBPs4IEKCgoRdktbW8GcssUO8NRXYYo0/?utm_medium=tumblr
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Il mio post sull'incoronazione di Federico II Hohenstaufen su Costruire storie. Una piazza per la public history 17 maggio 1198 - Federico II Hohenstaufen è incoronato Re di Sicilia presso la Cattedrale Palermo. Il 17 maggio 1198, a soli quattro anni, Federico, figlio di Enrico VI di Svevia e di Costanza d’Altavilla, è incoronato Re di Sicilia nella Cattedrale di Palermo, poco tempo dopo la morte del padre avvenuta nel settembre del 1197. L’incoronazione, avvenuta nel corso di una solenne e sfarzosa cerimonia, fu fortemente voluta dalla madre Costanza (ultima Altavilla al Trono di Sicilia) e decretò l’elezione di Federico II a Re di Sicilia, che ereditava così sia i titoli che i lasciti del prestigioso Regno Normanno. Qualche mese dopo la sua incoronazione anche Costanza moriva (novembre del 1198), non prima di aver affidato il figlio alla tutela del Papa Innocenzo III - per garantire a Federico protezione e futuro politico - ed aver sancito con questi un’alleanza tramite concessione feudale. Il giovane Stupor Mundi, titolo onorifico di cui già in vita si fregiò Federico accanto a quello di “Anticristo”, affibiatogli dalla Chiesa di Roma, diveniva così erede di due onerosi e secolari lasciti testamentari: il Sacro Romano Impero (in quanto figlio di Enrico VI e nipote di Federico I Barbarossa, dal quale ereditava il nome) da un lato e il Regno Normanno di Sicilia dall’altro. Per tale motivo Innocenzo III si impegnò fermamente per scongiurare l’unificazione delle due corone nelle mani dello Svevo - sia perché temeva un accentramento di potere troppo forte nella persona di Federico, sia perché temeva che l’Italia centrale, sulla quale conduceva una politica espansionistica, si sarebbe trovata schiacciata, in mezzo alle due potenze, continentale e mediterranea Federico II crebbe dunque a Palermo, ricevendo un'educazione normanna-siciliana, in quella che era una grande metropoli del Mediterraneo medievale, centro politico di un prospero Regno e città di scambi commerciali, ricchezza culturale e artistica, tradizioni regali. Nicolò Maggio #costruirestoria #costruirestorie #federicoiidisvevia #incoronazionefedericoiidisvevia #17maggio1198 (presso Cattedrale di Palermo) https://www.instagram.com/p/CPJN6ucF_UHQrOYPE36dnR46b1WqcdJ9AuXCjw0/?utm_medium=tumblr
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10 maggio 1166. Incoronazione di Re Guglielmo II di Sicilia. Guglielmo II di Sicilia, detto "Il Buono"(), viene incoronato appena dodicenne Re di Sicilia nel 1166, a causa della scomparsa del padre. La celebrazione dell'incoronazione si tenne nella simbolica Cattedrale di Palermo. Figlio di Guglielmo I "Il Malo" e di Margherita di Navarra, il regno del sovrano fu caratterizzato da una politica interna ed estera di equilibrio, volta alla stabilità: il governo del sovrano, anche grazie ad esperti funzionari da lui nominati, fu intento da un lato a dipanare i contrasti con alcune frange della nobiltà isolana - venutisi a creare con il precedente governo del padre - dall'altro a garantirsi il favore del popolo, attraverso il rispetto del diritto e il regolare esercizio delle funzioni e della legge. Tale politica fu favorita dall'operato di intelligenti ed esperti notabili e diplomatici di corte, scelti dal sovrano, come Riccardo Palmer, Matteo Aiello, Romualdo Guarna. Nicolò Maggio #10maggio #1166 #incoronazioneguglielmoii #guglielmoiidaltavilla #guglielmoii #incoronazione #cattedraledipalermo #palermo #ricorrenze #pilloledistoria #costruirestorie #costruirestoria (presso Cattedrale di Palermo) https://www.instagram.com/p/COsZyfhFx7FUJjNw-2hNnlV0Uk-Tp9KVCkh4bs0/?igshid=2sug8rwgtkoi
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Il padre fondatore, organizzatore e finanziatore della Targa Florio fu Vincenzo Florio, esponente di una delle famiglie più ricche di Palermo, protagoniste della vita economica, culturale, politica e sociale della Sicilia fra Ottocento e Novecento. Affascinato dal mondo delle automobili e delle corse Vincenzo organizzerà per la prima volta la Targa Florio, corsa che presto diventerà famosa in tutto il mondo. La sua eredità è contenuta tutta in una frase: “Continuate la mia opera, perché l’ho creata per sfidare il tempo“. La prima edizione, della Targa Florio, ideata da Vincenzo nel 1906, fu accolta con stupore dagli uomini del tempo. Vi parteciparono nobili e membri dell' alta borghesia, riuniti nella tribuna d’onore predisposta sul rettilineo d’arrivo, mentre l'evento era allietato da due bande musicali. Massiccia fu anche la presenza del popolo, attratto dalla competizione e, in misura ancora maggiore, dalle auto, vera novità nella Sicilia dei primi anni della Belle epoque. Alla gara parteciparono 10 auto, numeri notevoli per l’epoca, senza contare che altri 12 concorrenti iscritti non poterono partecipare a causa dei ritardi ai traghetti che trasportavano le auto. La vittoria fu della Itala di Cagno, che concluse i tre giri previsti in 9 ore e 32 minuti, alla media di 46 chilometri orari. Da quel momento in poi, la Targa Florio venne disputata diverse volte, in 61 edizioni, sino al 1977 (tramutandosi, per ragioni di sicurezza, nel moderno really), conoscendo una vera interruzione soltanto durante i due conflitti mondiali. La Targa Florio divenne l'emblema di una Sicilia moderna, industriale, polo attrattivo per imprenditori e nobiltà, ben inserita nel tessuto economico internazionale grazie alla guida e all'opera di facoltose e intraprendenti famiglie di imprenditori e borghesi, come gli illuminati Florio. Nicolò Maggio #costruirestoria #costruirestorie #6maggio #florio #targaflorio #1906 https://www.instagram.com/p/COiYiPGlX9wRIZ1nozyK9912HlgAR9ZI9nYPcc0/?igshid=48fbasojbbgp
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26 aprile 1478. Firenze: Congiura dei Pazzi contro Lorenzo de' Medici. Il fratello del Magnifico, Giuliano, viene ucciso in cattedrale. La congiura fu ordita dalla famiglia di banchieri fiorentini de’ Pazzi con lo scopo di porre fine all’egemonia dei Medici su Firenze. La cospirazione era stata ordita già dal marzo del 1477 da Jacopo e Francesco de’ Pazzi insieme all’arcivescovo di Pisa Francesco Salviati per estromettere i troppo potenti e ingombranti Medici dalla guida della Repubblica di Firenze, affidandola a Girolamo Riario. Una volta che la congiura avesse avuto esito positivo, il piano prevedeva che il legato pontificio Lorenzo Giustini e Gianfrancesco Mauruzzi da Tolentino, nominato governatore di Imola, avessero dovuto guidare le truppe militari del Riario alle porte di Firenze, tenendole a disposizione dell’arcivescovo di Pisa e di Francesco de Pazzi. La Congiura fu appoggiata anche dall’esteno: dal papa alla Repubblica di Siena, dal Regno di Napoli al Ducato di Urbino. L’evento portò all’uccisione di Giuliano de Medici, accoltellato da Francesco de Pazzi e Bernardo Baroncelli, durante una funzione religiosa in Santa Maria del Fiore, mentre Lorenzo si salvò per miracolo, riportanto soltanto alcune ferite. La Congiura ebbe conseguenze importanti, oltre a portare all’eliminazione di un membro di primo piano della famiglia, Giuliano de Medici sugli equilibri italiani di fine Quattrocento. Recentemente, Marcello Simonetta (L’enigma Montefeltro) ha scoperto una lettera cifrata che proverebbe la partecipazione attiva alla congiura di Federico da Montefeltro, per il tramite di Pietro Felic, segretario del Duca di Urbino, il quale aveva già allestito un contingente di 600 soldati da inviare alle porte di Firenze a sostegno dei cogiurati. Dopo il fallito golpe seguì una violenta vendetta del popolo ai danni della famiglia de Pazzi. Nicolò Maggio #costruirestoria #costruirestorie #26aprile1478 #congiuradeipazzi https://www.instagram.com/p/COIBf7ml6Iq5HDMXon0tqPjU6p7LgqyaipeNtE0/?igshid=1eu2st6w4wkb6
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23 aprile 1184 a.C. Secondo la Tradizione questa è la data dell'ingresso a Troia dell'epico cavallo di legno, fatto costruire da Ulisse, evento che causerà la distruzione della città dell'Asia minore e la fine della Guerra. Nicolò Maggio, collaboratore di Costruire storie. Una piazza per la public history #costruirestoria #costruirestorie #assedioditroia #23aprile #1184ac #guerraditroia #troy https://www.instagram.com/p/COCqphIFD2fD6ZzZMnDWcBWmjTW6gSxzP24s7A0/?igshid=17srh7xlu4257
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Giorno 8 aprile 1341. Francesco Petrarca riceve a Roma, in Campidoglio, l’incoronazione poetica. La cerimonia, consistente nel cingere il capo del letterato con l’alloro poetico, traeva ispirazione dai riti del mondo romano che, a loro volta, si collegavano al mito greco delle metamorfosi di Dafne, la ninfa che per sfuggire alle attenzioni del dio Apollo si tramutò in alloro, da quel momento pianta sacra al Dio del Sole e della poesia. Per ricevere il prestigioso riconoscimento, equiparabile a tutti gli effetti ad una laurea in poesia e storia e che avrebbe poi procurato vasta fama al poeta, aprendogli le porte per rilevanti incarichi culturali presso le cancellerie e le corti d’Europa, Petrarca sfruttò magistralmente la rete di importanti conoscenze di cui disponeva: a sostenere l’Aretino furono soprattutto la potente famiglia dei Colonna, i quali avevano contatti significativi con gli ambienti ecclesiastici e le università italiane e francesi, e il padre agostiniano Dionigi di Borgo San Sepolcro, il quale lo presentò direttamente al re di Napoli Roberto d’Angiò, sovrano elogiato dallo stesso Petrarca nelle Familiares, con la speranza di procurarsene il sostegno. Così, il 1° settembre 1340, il Senato di Roma invitò il poeta, mediante una lettera, a presentarsi nella capitale per ricevere l’ambita corona d’alloro, proposta che il poeta accettò su consiglio di Giovanni Colonna; il caso vuole che, stando alla testimonianza diretta del poeta aretino nella sua Ad Posteritatem, lo stesso giorno Petrarca ricevesse dalla Sorbona una seconda proposta per venire incoronato poeta a Parigi. È difficile immaginare che davvero in contemporanea gli siano giunte queste due proposte. Quello che invece appare molto più probabile, come affermato da diversi studiosi, è invece che Petrarca, ottimo manager di sé stesso, pensasse che fosse bene ottenere un riconoscimento importante come quello della laurea poetica, col fine di imprimere una grande forza di comunicazione intorno alla sua figura e dare una decisiva svolta alla sua vita; ricevere due proposte da due istituzioni di altissimo rilievo poteva, dunque, soltanto giovargli. #costruirestoria #petrarca #incoronazione https://www.instagram.com/p/CNer-pIlHDfQV31Ci-rN6WiXXK-f_JdgveTuhw0/?igshid=zjvgom3ys54r
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Il 10 giugno 1999 hanno termine il conflitto, i massacri e i crimini di guerra in Kosovo a seguito della firma del Trattato tra NATO e Kosovo Force (KFOR, Esercito del Kosovo), da un lato, e lo Stato Maggiore Serbo, dall’altro. Il Trattato comportò: la fine delle ostilità tra Esercito di Liberazione del Kosovo, appoggiato dalle forze armate della NATO, ed esercito della Jugoslavia; il termine della campagna di bombardamenti in Serbia da parte della NATO e la definizione di una zona di sicurezza attorno ai confini del Kosovo, sotto la sua supervisione; il ritiro delle truppe militari jugoslave (RFJ) entro 11 giorni dalla fine dei conflitti; la bonifica di risorse e zone militari (mine e trappole esplosive) da parte dell’esercito della Repubblica Jugoslava; l’inizio dei processi per i crimini perpetrati contro l’umanità. La Guerra del Kosovo si inserisce nel più ampio contesto delle Guerre Jugoslave (1991-2001), che portarono alla dissoluzione della Jugoslavia socialista (Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia, proclamata il 29 novembre 1943 e dissoltasi nel 1992), causate dall’emergere di sempre latenti nazionalismi interni e dal progressivo dissolversi del comunismo in area balcanica. È possibile leggere le Guerre Jugoslave e la successiva Guerra in Kosovo, come espressione di un conflitto più ampio, che ha visto schierate da due opposti lati le principali potenze mondiali - come riferito da diverse autorevoli voci della diplomazia e degli intellettuali del tempo, tra i quali Kofi Annan - in primis gli USA (che salutarono con favore la dissoluzione di un regime socialista nell’area balcanica europea) e la Russia, alleata e partner diplomatico, politico, commerciale della Serbia dalla metà del XIX secolo ai nostri giorni. Il docente di diritto e internazionale e Consulente Legale Enrico Milano, ha sollevato tuttavia dubbi, sin dai primi anni Duemila, circa la legittimità del Trattato di Kumanovo, peraltro sostenuto da una pluralità di voci importanti, in quanto a suo avviso imposto con la forza dalla NATO. #costruirestorie #10giugno1999 #kosovo #guerrejugoslave #jugoslavija #grandeserbia #guerrakosovo #bosnia #costruirestoria (presso Kosovo) https://www.instagram.com/p/CP7toHelXEzFura6-cAJWSZlOWiuksZ2TZYIRU0/?utm_medium=tumblr
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Martedì 7 giugno 1099. Ha inizio l'assedio crociato di Gerusalemme. Le Crociate hanno ispirato, fra l'altro, il celebre colossal di Ridley Scott, "Le Crociate - Kingdom of Heaven" (2005), ed hanno alimentato, dal Romanticismo ad oggi, la fantasia di pittori, artisti, letterati, finendo anche con l'essere rilette e strumentalizzate da politiche relazionare e interventiste dei paesi occidentali, in particolare dall'amministrazione Bush del dopo 11 settembre 2001. Giovanni Di Bella, Nicolò Maggio #crociate #7giugno1099 #costruirestoria #costruirestorie (presso Jerusalem, Israel) https://www.instagram.com/p/CP0ogfgl32fWz650iQJhaAbU6roZdTE1rynpPc0/?utm_medium=tumblr
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