Tumgik
#dulcie santoro
redazione-rosebud · 6 years
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Screenshot da dagospia.com
Mentre il giornalismo italiano come prima e più di prima mostra tutta la sua capacità di “critica” e la sua carica deontologica con il “Caso Sarti”, ricordiamo tanti gloriosi momenti dai giorni del renzismo trionfante quanto il 99% di questi signori muoveva con le chiappe al vento, la lingua di fuori, impegnati com’erano a leccare, leccare, leccare…. Beata quella nazione che mai dovrà “vantare” tanta pochezza umana, professionale e intellettuale!
E poi li chiamano….giornalisti… C’é più capacità giornalistica nel mio mignolo e nel corpo decomposto di un ratto di montagna, che in tutta questa folta schiera di “eroi” renzusconici pronti a tutto, a svendere l’etica, il minimo rispetto per le donne, per il loro stesso lavoro, pur di salvare il “posto” e così facendo illudersi di essere…
Rina Brundu
1.“I Presidenti del Consiglio passano, Porta a Porta[1]resta” ha esclamato Matteo Renzi, solo alcuni giorni fa, dopo avere stretto la mano al presentatore di quella trasmissione televisiva. Teso, ma ringalluzzito, Bruno Vespa ha colto l’occasione al volo: “Troppo gentile. Lei è l’ottavo Presidente del Consiglio che abbiamo l’onore di ospitare”. “E sta già aspettando il nono…” ha ribattuto goliardico il Premier. Quasi offeso, il conduttore ha scosso la testa: “No, no, qui ogni crisi di governo è stata vissuta male… perché il Paese ha bisogno di stabilità…”. Vespa ha sottolineato l’avverbio di luogo con forza, manco lo stesso avesse funzione connotativa dello studio ovale del presidente americano o dell’antico senato romano. 
15 marzo 2014
2. Esiste una borghesia di sinistra e una borghesia di destra. Non c’è invece un popolo di sinistra e un popolo di destra, c’è un popolo solo, diceva lo scrittore francese Georges Bernanos. Ed è quello che, populismo o renzismo che sia, la prende sempre in quel posto – aggiungo io.
15 marzo 2014
3. Fedele al suo motto “Che nulla cambi affinché nulla cambi”, il renzismo procede determinato lungo il tunnel parzialmente illuminato dalla lucetta del treno che si avvicina in lontananza, deciso come non mai a scambiare le correnti di partito per spifferi e le pugnalate sulla schiena per gioiose scazzottate all’alba. Eroismo o incoscienza? Immagino che gli eroi – e questa regola dovrà per forza applicarsi anche a Matteo Renzi – siano degli incoscienti che per capacità o per culo sono riusciti a sopravvivere a una qualsiasi catastrofe apocalittica. Nella politica italiana il destino di martire, di gigante glorificato dai posteri non interessa a nessuno: meglio esserci e arraffare il più possibile fin quando è possibile perché se del domani non v’é certezza, della pena ancora meno…
31 luglio 2014
4. Dulcis in fundo, era solo ieri che i giornali renzisti festeggiavano la firma dell’accordo Alitalia-Etihad e scongiuravano il pericolo dello sciopero-pazzo nei nostri aeroporti, soffocati anche dall’afa estiva. Soprattutto, si starebbe celebrando la nascita di una nuova compagnia di bandiera più sexy: proprio quello che ci mancava! Non ci serve, infatti, una compagnia di bandiera in mani italiane, libera, indipendente, senza debiti e specialmente capace di evitare gli “esuberi necessari”, ma sexy, che fa più figo.
9 agosto 2014
5. “Sarà un’azienda più sexy” avrebbe confermato il numero uno di Etihad James Hogan, e a dargli manforte facevano da colorito sfondo alle fotografie di rito seguite all’annuncio dell’accordo, diverse bellissime hostess orientaleggianti. In primo piano, invece, oltre la faccia sorridente e soddisfatta dello stesso Hogan, si potevano ammirare i faccioni satolli di numerosi maschi nostrani, forse a far intendere che la nuova Alitalia non sarà solo una società sexy ma anche una company governata con le palle, con tutti i gioielli di famiglia al posto giusto e niente tette: crepa di invidia Michael O ‘Leary che la sua Ryan Air l’ha fatta crescere e prosperare solamente con un occhio attento alle spese, arrivando persino ad assumere assistenti di volo brutte come la morte, ma che il risultato lo portavano a casa!
9 agosto 2014
6. L’intelligentsia italiana, specie quella repubblicana, ha generalmente fatto voto di obbedienza a questa o quella linea politica, non perché ammiratrice dell’uomo forte, ma perché generalmente furba, avida, prona alla genuflessione al padrone pur di averne un tornaconto utilitaristico di qualunque natura.
17 agosto 2014
7. La condiscendenza è una gran brutta bestia, perché per farla esistere con una data credibilità, deve resistere sempre uguale a se stessa, altrimenti la maschera cade e spesso rivela il limite di chi la incensa.
23 agosto 2014
Come si fa, dico io, a voler stare, anche solo figurativamente, sulla stessa barca di un paese ingolfato in una crisi pazzesca, ma rappresentato da un Premier che, tra le altre iniziative discutibili, si mostra ai suoi concittadini in mutande mentre si butta addosso una doccia gelata?
23 agosto 2014
9. Non ho mai votato neppure qui in Irlanda: la politica irlandese è noiosa perché funzionale alle vere necessità del paese, gli scandali sono rari e le ruberie, quando comparate a quelle della nostra storia recente, fanno sorridere come il bimbo che ruba la caramellina dal cassettone della nonna.
6 ottobre 2014
10. Se Renzi non fa equazione con i leader dell’Isola Smeralda, meno che meno ricorda i giganti appena citati. Non ha la statura di quei grandi, non ispira. Penso che non sia neppure quel comunicatore che ci vogliono far credere, perché comunicare non significa ripetere cento volte al giorno e cento giorni di fila la stessa tiritera a priori, prima cioè che il risultato sia stato ottenuto.
6 ottobre 2014
11.Un’ora sola ti vorrei, avrebbe mandato a dire goliardica la Camusso quest’oggi a Matteo Renzi (pensa tu, il tempo libero che hanno questi sindacalisti!), sempre a proposito dell’endemica questione della riforma lavoro. Contenta lei… ma il renzismo non fa per me!
6 ottobre 2014
12. Rivedendo il programma in registrata, si notano anche numerose stoccate rifilate da Michele a Marco, frecciate assolutamente incomprensibili se si pensa che l’ospite in studio era Travaglio. Si mormora, si legge che, in epoca renzista, dominata dalla figura importante del politico scaltro, del politico mediaticamente giudizioso per calcolato tornaconto, del politico salvato per diktat alle acque dei vari scandali zampe pulite, sboom economici e rottamazione digitale, del politico afflitto dalla Sindrome antisansonica (cioè del politico determinato a restare a galla con tutti i filistei suoi pari)… ebbene, si mormora che stia diventando sempre più difficile per il Santoro d’assalto avere ospiti che-contano nelle sue trasmissioni. Costoro se ne guarderebbero bene dal farsi leggere, davanti alla città e al mondo, la lista dei peccati passati presenti e futuri dalla boccuccia di rosa del solito Travaglio che non perdona…
Santa pazienza, che colpa potrà mai avere Marco Travaglio dei peccati amministrativi e politici altrui? Io, per esempio, non l’ho mai sentito prendersela contro Madre Teresa di Calcutta, qualcun altro l’ha sentito?
18 ottobre 2014
13. Due milioni di euro raccolti in due anni dalla Fondazione Open-convention Leopolda?! Tutti questi donatori sono davvero così disinteressati?! Sono forse angeli imprestati alle più alte sfere dell’empireo collocato a sinistra di Nostro Signore? Ancora (e qui il dubbio mi assilla veramente): è venuto prima l’uovo… pardon, è venuta prima la nomina o la donazione?!
19 ottobre 2014
14. Lungi dal rimandare i suoi impegni mediatici, il nostro giovane Premier ha pensato bene di raddoppiare la posta. L’ospitata di domenica scorsa a Domenica Live(Canale 5) di Barbara d’Urso è stata di quelle da ricordare. Di quelle che farebbero la fortuna di Blob (Rai3) per anni, vanno bene per ogni stagione e ti fanno rimpiangere a lacrimoni le vecchie tribune politiche in bianco e nero con Fanfani e Berlinguer. Ti ritrovi persino a rimpiangere Bettino Craxi e tutta la sua corte; ti viene una dolorosa fitta nostalgica al solo pensiero delle atmosfere eroiche ricreate dagli incontri-scontri Fallaci-Andreotti. Tipo quando la Fallaci gli diceva: “Lei è il primo democristiano che affronto, onorevole, e sono un po’ preoccupata perché… Ecco, mettiamola così, perché non vi ho mai capito, voi democristiani. Siete un mondo così nebuloso per me, così gelatinoso. Un mondo che non riesco a afferrare”… e poi.. “Scusi, Andreotti: ma se lei capisce queste cose, come mai ha combinato tanti guai col suo governo? Il crollo della lira, l’aumento dei prezzi…”. A leggere il Corriere TV la D’Urso avrebbe commentato la sua intervista con queste epocali parole: «Se non fosse sposato! Fortunatamente ha una moglie anche molto f..a».
23 ottobre 2014
15. Non sono queste ospitate nazional-popolari che danno fastidio, quando piuttosto la cura messa per non farsi fotografare in quel della Genova allagata di pochi giorni fa. A meno che non stia prendendo un grosso abbaglio, mi è facile prevedere che non ci saranno disastri climatici, o accidentali di qualsiasi tipo, che ci mostreranno Matteo Renzi sul luogo del misfatto e che quindi ci regaleranno la possibilità di inchiodarlo alle sue responsabilità.
23 ottobre 2014
16. Il partito di Renzi è partito democristiano, casiniano nella sua essenza, e starebbe bene collocato al centro o a destra, ma non a sinistra, dove un dato rispetto per certe linee guida di pensiero occorrerebbe averlo, non tanto per salvare insalvabili perle ideologiche, quanto perché quel partito rappresenta le giuste recriminazioni di una parte importante del paese, e verso tali richieste occorrerebbe portare rispetto. Bisognerebbe portare molto più rispetto di quello che mostra Matteo Renzi.
26 ottobre 2014
17. C’é qualcosa in questo renzismo trionfante che fa quasi paura. Si ha come l’impressione che il re sia nudo e che i sudditi siano cecati, dunque impossibilitati a avvertirlo che il burrone è poco più in là. L’unica fortuna che abbiamo noi italiani nel dato momento storico è che dentro il burrone ci siamo già da un pezzo, e quindi il domani non potrà mai essere troppo diverso dall’oggi, o dall’ieri. Domani è solo un altro giorno.
26 ottobre 2014
18. E poi basta con questo buonismo borghese e vittoriano boschista: avere le palle per parlare sopra le righe di un qualcuno, o di un partito, è caratteristica prima del politicante più nobile!
27 ottobre 2014
19. Perché il presidente non potrebbe essere qualcun altro, altrettanto conosciuto e meritevole, ma che nel tempo si sia pure reso effettivamente utile alla società? Le domande che uno si fa sono anche altre. Perché ricandidare Romano Prodi? Che i 101 franchi tiratori di pochi anni orsono abbiano tutti subito una qualche crisi esistenziale o mutazione genetica (gene renzistum??), che li ha portati al pentimento? Perché candidare Walter Veltroni? Forse in virtù di una qualche recensione cinematografica che ha fatto tremare i polsi a sceneggiatori del calibro di Aaron Sorkin? Perché viene fatto il nome di Giuliano Amato? Amato da chi?
11 novembre 2014
20. Finalmente una buona notizia: sembra che l’accordo tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi tenga! Lo hanno ribadito in una nota congiunta gli uffici preposti di PD (almeno la parte meno ritrosa, presente in Segreteria) e FI, subito dopo l’incontro di ieri dei due leader massimi. “L’Italia” hanno scritto “ha bisogno di un sistema istituzionale che garantisca governabilità, un vincitore certo la sera delle elezioni, il superamento del bicameralismo perfetto, e il rispetto tra forze politiche che si confrontino in modo civile, senza odio di parte….”.
Che cul… che colpo di Italicum! Proprio ciò di cui ha bisogno il paese!, non di edifici a norma fuori e dentro il demanio, non di abitazioni che non poggino sul letto dei fiumi, non di terreni che non siano trappole idriche e terrose, non di piani di sviluppo sostenibile del territorio abbandonato, martoriato, stuprato, non di cementificazione ridotta, non dell’assenza di costruzioni abusive e dei relativi condoni. Non di scuole sicure quando diluvia….
13 novembre 2014
[1] Trasmissione di approfondimento politico di Rai1condotta dal giornalista Bruno Vespa.
Diario dai giorni del golpe bianco è una cronaca atipica dell’attualità nazionale negli anni del governo Renzi. È un racconto goliardico che è storia, fatto, testimonianza, commento, opinione, leggenda internettiana, diario politico e irriverente… ed è una ridda di personaggi (giornalisti, politici, conduttori, commentatori, opinionisti, blogger) che animano una commedia umana quasi goldoniana nel suo essere prima di tutto appassionata baruffa chiozzotta. Una commedia che sembra non avere mai avuto inizio e che non dovrà finire mai tra le contrade soleggiate e scaltre di un bellissimo paese, patria di Dante, di Michelangelo e di Machiavelli, casa dell’anima di molti Pinocchio e di tanti don Camillo e Peppone: l’Italia.
Diario dai giorni del golpe bianco 
Rina Brundu – Scrittrice italiana, vive in Irlanda. Ha pubblicato i primi racconti nel periodo universitario. Il romanzo d’esordio, un giallo classico, è stato inserito nella lista dei 100 libri gialli italiani da leggere. Le sue regole per il giallo sono apparse in numerosi giornali, riviste, siti, e sono state tradotte in diverse lingue, così come i suoi saggi e gli articoli. In qualità di editrice ha coordinato convegni, organizzato premi letterari, ha pubblicato studi universitari, raccolte poetiche e l’opera omnia del linguista e glottologo Massimo Pittau, con cui ha da tempo stabilito un sodalizio lavorativo e umano. Negli ultimi anni ha scritto saggi critici, ha sviluppato un forte interesse per le tematiche e le investigazioni filosofiche, e si è impegnata sul fronte politico soprattutto attraverso una forte attività di blogging. Anima il magazine multilingue www.rinabrundu.com.
Rina Brundu is an Italian writer and publisher who lives in Ireland. Author of several books and hundreds of articles and literary reviews, she has a keen interest in literary criticism, philosophy, e-writing and journalism.
Website www.rinabrundu.com.
Diario dai giorni del golpe bianco is back! Alcuni momenti quasi aforistici da ricordare, mentre gli sgherri mediatici renzisti danno addosso alla Sarti…
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