Tumgik
#e che penso sia lecito fare
mchiti · 4 months
Text
qualche mese fa avevo fatto una considerazione sul fatto che mi mette molta tristezza vedere solo bianchi o quasi (a questo giro c'è folo, non so se rimarrà) nella nazionale italiana, soprattutto a paragone con le altre nazionali europee. Ovviamente non ne parlo come di un complotto, materialmente non abbiamo tante seconde generazioni. Ho detto che penso sia uno specchio di come va questo paese e dei forti problemi di integrazione socio-culturale e mi chiedo semplicemente perché il calcio ne soffra più di altri sport, dove invece le seconde generazioni hanno molto più successo. E ho solo espresso un sentimento che è molto condiviso tra i miei coetanei, il fatto che non sentano molto la nazionale italiana come le nazionali dei paesi d'origine dei genitori probabilmente è anche per questo (e non posso non pensare alla francia in particolare, che invece è diventata la nazionale "di tutti"). Per questo umile pensiero sono stata unfollowata da una ex mutual perché sosteneva che facessi gli stessi discorsi sulla razza degli americani e che parlo solo di "colore di pelle": mi pare di aver solo espresso un pensiero e che se chiacchierate un po' con le seconde generazioni ce lo chiediamo in molti. Non una critica alla nazionale di certo, solo una riflessione sul -perché- Ma niente evidentemente non si può avanzare neanche una riflessione I guess 😭
3 notes · View notes
janniksnr · 7 months
Text
io ci provo nella vita a essere una persona calma e paziente e gentile ma la gente che mi circonda evidentemente non mi vuole aiutare !!
sfogo sulla vicenda sotto perché non voglio rompere le balle sulla dash con i miei post chilometrici rip
giovedì propongo a delle mie amiche (3) di venire a cena a casa mia. ricevo come risposta da tutte un "ti faccio sapere", nello specifico una mi dice che dovrebbe vedersi con un'altra persona e mi aggiornerà. ieri una di loro mi dice che non ci sarà, mentre da parte delle altre due silenzio stampa. paziento fino alle 16.30 di oggi (per la cena avevo proposto di vederci verso le 19.30 (a gran premio finito perché ci sono pur sempre delle priorità eheh)) e poi, con un po di rodimento, scrivo dicendo che mi avrebbero potuta avvisare se la risposta all'invito era no invece di farmici arrivare per deduzione vista l'ora. tempo un minuto e ricevo subito la prima accusa di voler fare polemica (!!) dall'amica che doveva forse vedersi con un'altra perché lei cito testualmente aveva saputo proprio alle 16.31 che non si sarebbe vista e a breve mi avrebbe avvisata che per la cena ci stava. ora, con tutta la calma del mondo, trovo poco carino avvisare una persona che si deve anche organizzare appunto per la cena , con così poco preavviso come trovo poco carino lasciarmi appesa per parte del pomeriggio non dandomi eventualmente la possibilità di organizzare altro per il sabato (non avrei comunque fatto niente e me ne sarei stata a casa ma è principio !!). a questo punto io rispondo che giovedì mi avrebbe potuta avvisare che sarebbe rimasta in dubbio sulla sua presenza fino all'ultimo perché non ho la palla di vetro e se non ricevo notizie penso che si sia scordata di avvisarmi (tralascio il fatto che con tutto il bene non è che posso stare ad aspettare che finisci di organizzarti con gli altri e poi siccome altri ti danno buca allora vieni a cena ma vabbè). a ciò mi viene detto "vabbè io potevo anche dirtelo però anche tu potevi richiedere conferma" SCUSA ?!?!?!!!??? cioè ti invito giovedì per sabato e pretendi che ne so che venerdì stia di nuovo li a dire "ma quindi ci sei? 👉🏻🥺👈🏻" quando tu mi hai detto che mi avresti aggiornata?? l'impegno lo hai tu, sei tu che non sai se ci sarai, ma sono io che ogni giorno devo chiederti se hai una risposta. ma poi posso capire se tipo faccio l'invito il lunedì per il sabato e allora a metà settimana posso chiedere di nuova una conferma ma da giovedì a sabato c'è bisogno che ti ricordo di averti invitato a cena ma tutto bene ??????!! e poi mi viene detto "la prossima volta se sono in dubbio dirò subito di no" si esatto perché se non si è in grado di gestire gli impegni e si rischia di lasciare appesi gli altri è meglio dire di no o quantomeno non fare le vittime ma vabbè
io davvero ci provo a non fare la puntigliosa però a volte mi sembra proprio che siano cose base cioè essere in dubbio o avere altri impegni è super lecito però ecco venire a sentenziare sul fatto che avvisare alle 16.30 mi deve andare bene perché è il giusto preavviso o pretendere che dopo aver fatto un invito due giorni prima io stia tutti i giorni a chiedere conferma di una presenza mi sembra un po' assurdo poi ovviamente mi viene detto che sono pesante cerco la lite bla bla bla e alla fine i sensi di colpa li fanno venire a me
11 notes · View notes
gcorvetti · 7 months
Text
Oggi piove.
Nel silenzio che c'era fino a pochi minuti fa, mi rimbalzavano nella testa le immagini e i suoni del sogno che ricordo fatto stanotte. Non di sicuro il migliore dei sogni e nemmeno il peggiore, ma uno di quelli significativi, certo come dice Spock sono solo sogni e spesso ricalcano le nostre paure, ma in questo periodo senza nessuna idea palpabile in mano tutto è lecito, anche i sogni brutti. Lo so che è un periodo e che in realtà in queste due settimane ho atteso l'arrivo di mia figlia, e fidanzato, quindi per evitare non mi sono mosso in nessun campo, sarei qui per vedere se trovo un lavoro, anche se la trovo una cosa assurda, visti alcuni annunci, mi sono fatto anche linkedin, sotto vivo consiglio di Spock anche se per ora non ho messo nulla. So solo che il sogno mi ha tagliato le gambe e in questo momento, si, proprio adesso che sto scrivendo, prenderei un aereo e tornerei volentieri a casa, poi penso che la situazione la è comunque un disastro, a livello lavorativo, e un pò mi calmo, però poi mi rendo conto che sto viaggio è più una forzatura per me stesso, una cosa che non volevo fare ma che è stata dettata dalla noia, la chiamo così, di un periodo molto lungo privo di spunti e lavoro, naturalmente. Eh si, perché nonostante abbia in mano una forte componente musicale e potrei anche camparci, almeno a vedere quello che c'è in Estonia, ma non è così, non è il mercato giusto, allora lavoro? Come scritto nei posto pre-partenza non c'è lavoro per gli stranieri in questo momento, oppure per gli over 50 (anche se ne ho solo 51), oppure non c'è lavoro per chi non parla la loro lingua bene, perché le scuse sono facili da trovare quando non si vuole vedere facce diverse da quelle inebetite e tristi degli estoni, questo lo sapete. Ma cosa vado cercando? La realtà mi sormonta come le nuvole di questa giornata che sganciano acqua, che è solo acqua. Ma da ieri sono entrato in modalità "arriva la mia piccina e devo pensare a farli girare un pò", i soliti posti da vedere, sperando anche in qualche bella giornata, sarà una fatica andare sull'etna, per via di problematiche legate ai mezzi, le solite cose che capitano quando da 3 si diventa almeno 6/7, questo perché anche mia sorella vuole partecipare attivamente all'escursione, francamente andrei anche solo con loro e con il rottame di mia madre, che anche se è una fetecchia dovrebbe riuscire nell'impresa di portarci su, in 3. Va bè questa è una delle tante cose, c'è poi la famosa cena con i parenti che non è stata fatta perché "Aspettiamo Sofia, poi andiamo", questo perché ho dei parenti che mi vogliono bene, stronzi, sarebbe da dirgli "Guardate, visto che abbiamo da fare se siete liberi giorno XY bene se no ciao, rincoglioniti", che non è solo una questione di età ma anche di amminchiamento a "Quel posto non si mangia bene", "C'è la confusione domenicale, venerdì, giovedì, martedì è troppo presto", ma minchia siete in pensione quasi tutti e quelli che non lo sono lavorano in ufficio e alle 18 hanno finito, ma che cazzo di merda di gente mi è toccata.
Ok, lasciando perdere i parenti del cazzo che mi ritrovo, cerco di non esserlo io almeno con mia figlia cercando per quanto posso di farle godere una settimana di vacanza decente, anche se in una settimana si vede poco, ma quello che serve vedere penso sia già in programma. Me lo sento che prenderò un aereo e tornerò in Estonia, a fare cosa non lo so, intanto sistemo le stanze, soprattutto la mia ex camera che è una discarica dove mia sorella ha gettato qualsiasi cosa non volesse tra i piedi, oltre alla polvere.
Va bè mi muovo e cercherò di stare sereno, anche se variabile come sempre.
2 notes · View notes
Text
Tornare in una casa vuota la mattina dopo mi fa capire che no, non voglio una cosa leggera. Non voglio una frequentazione che sia fatta solo di sesso, chiacchiere infinite, risate ma poi stop. Io non lo so bene quale sia il problema, so che si tratta dell'incontro tra due persone che possono essere a momenti di vita diversi, volere cose diverse, essere diverse ed è tutto lecito e giusto. Ho capito che non posso e non devo pensare 'magari con me sarà diverso' perché tutte le volte finisce male. E perché è una presunzione infindata. Lui almeno è onesto e me lo dice dall'inizio. Io però sento una sorta di peso sul cuore perché mi sembra di non poter essere altro per nessuno. Delle belle scopate. Stop. Una bella persona con cui parlare. Fine. Ma davvero non valgo abbastanza per tutto il resto? Davvero è così difficile semplicemente viversi e conoscersi e vedere dove si arriva? So che non è colpa mia ma non riesco a non sentirmi in colpa.
Mi sento terrorizzata da ciò che sento e mi chiedo se non sia il caso di chiudere tutto già ora per evitare di farmi malissimo ancora una volta. Non riesco a ignorare questa vocina che mi dice che non valgo abbastanza. Ma varrò mai abbastanza per qualcuno?
Qualcosa di lui penso di averlo capito, ma so anche che è totalmente inutile averlo capito perché giustamente ognuno fa ciò che si sente e io devo usare quanto so per tutelare me stessa.
È che vorrei solo riuscire a incontrare una persona decente che abbia voglia di fare le cose alla vecchia maniera. Vorrei semplicemente sentirmi, per una volta, come se ne valessi davvero la pena.
16 notes · View notes
gabbiadicarta · 2 years
Note
Fai bene, si vede che sei una persona interessante e che si valorizza.
Era però una domanda provocatoria.
Te lo chiederò in un altro modo: il sesso anale è sesso? Qual è il confine tra sesso e tutto il resto (ciò che forse non lo è) secondo te?
È sbagliato è stupido è sesso non lo è.
Come la vivi tu?
penso che in parte tutto ciò che sia in grado di stimolare e farci godere, singolarmente ed in coppia possa essere definito "sesso" (definito come qualcosa di, effettivamente, piacevole), che esso sia anale o non, l'importante è che esso sia lecito.
il mio non fare sesso anale non è un rifiuto perché non considerato "sesso", ma è più timore per qualcosa che non conosco, soprattutto perché se effettuato male, porta a dolore haha, tutto qui. chi lo fa, fa bene.
anche perché demolendo il sesso anale definendolo "non sesso", vai a scontrarti con delle realtà come quelle delle coppie omosessuali (maschili, prettamente).
4 notes · View notes
nessunodinulla · 5 months
Text
Quando le persone ti infastidiscono senza che facciano nulla in particolare, vuol dire che non le hai mai guardate davvero in faccia.
Le guardi con gli stessi occhi con i quali guardi te stess*.
Ma guardarsi in faccia è una cosa complessa: si può davvero fare? Per tanti anni ho sentito che sarei stata in grado di perdermi negli occhi delle persone che incontravo. Di innamorarmi di chiunque. Uno sguardo innocuo e curioso, un accenno di sorriso giocoso, dietro a questi volti ci ho sempre visto dei bambini. Più tardi, e ancora sto realizzando, ho capito che non sono più bambini, neanche io lo sono più. Le loro espressioni hanno più punti di vista, hanno assunto una quantità di mutazioni imperscrutabili. Io stessa mi chiedo a volte perché sorrido davanti a qualcuno, perché mi arrabbio: qual è il motivo per cui manifesto in quel modo ciò che provo. Tante volte ho imparato a ridere fragorosamente quando in realtà riderei molto meno, ma sento come un bisogno di creare più energia. Continuo a diffondere informazioni contaminate su chi sono io, come lo fanno anche gli altri. E con tutte queste informazioni corrotte, come si fa a guardarsi in faccia? Come si fa soprattutto a darsi di nuovo l'occasione di guardarsi in faccia?
In principio volevo solo uno scambio poi mi è stato privato e poi è diventato bisogno di affetto. Realizzo che prendermi del tempo per elaborare tutti questi miei pensieri in forma scritta mi apre un po' di speranza nel ritentare; attenua il mio nervosismo perché lo riconosce e sono anche in grado di metterlo da parte un po', penso.
Sicuramente ci vuole calma per guardare in faccia qualcuno. E ci vuole anche che l'altro sia calmo. Ma se l'altro non è calmo, lo si può guardare in faccia lo stesso sapendo che ciò che non gli da calma non è affar tuo. Ma tante volte questo lasciare all'altro gli affari suoi mi fa sentire come se stessi costruendo un muro. Sono affari tuoi, il tuo dolore lo sento e starei anche male per te, ma siccome non voglio sentirlo su di me, te lo lascio. E quindi alla fine ci stiamo guardando in faccia o no? Non penso, o almeno non lo sento, perché decido di vedere e non sentire.
E se mi lascio vedere e sentire totalmente? Mi fondo con l'altro e questo implicherebbe non farmi guardare o sentire. Significherebbe guardare e provare ciò che l'altro prova e vede e non dargli possibilità di vedermi o sentirmi. Proverebbe la stessa frustrazione che io provo quando non vedo ne sento chi ho davanti perché si cela in altre vesti.
Credo che vedersi e sentirsi siano le azioni più importanti per creare un legame con qualcuno e quando non sono bilanciate o manca qualcosa delle due, i legami non funzionano, non hanno abbastanza energia per attivarsi.
C'è anche un altra questione che contamina il guardarsi. Spesso ci proteggiamo dietro a postulati come:"Se hai un problema con me e non me ne parli, io non posso farci niente". È esattamente quello che intendo quando si sceglie di vedersi ma non sentirsi. Dal momento che dici una frase del genere vuoi constatare e toglierti il peso della responsabilità di sentire. Se senti che c'è un problema il tuo compito sarebbe quello di restare apert* a qualsiasi possibilità di risoluzione. Che poi tu non riesca è totalmente lecito, ma troppo spesso decidiamo di costruire questo bellissimo muro di salvataggio.
È vero anche che mi è capitato di tentare e tentare di svelare nelle altre persone e ottenere sempre chiusure. A quel punto ho lasciato stare perché non avevo più spazio mentale per sostenere la numerosa capacità di variabili.
0 notes
questomiostranomondo · 6 months
Note
Tra un po' sarà il mio compleanno e mi sto frequentando con una persona che probabilmente non si ricorderà di quale sia il giorno perché l'ho detto tanti mesi fa.
Io so già che avrà molti impegni quel giorno quindi non so cosa fare. Secondo te sembra brutto se non glielo ricordo? A me non cambia molto degli auguri o del giorno in se ma non so se ci potrebbe rimanere male.
Penso che queste cose siano molto superflue. Se non se lo ricorda è lecito. Basta che non manca tutto il resto.
0 notes
cdgruppo010 · 2 years
Text
THE TRUTH BEHIND CONTENT MODERATION: A POSSIBLE SOLUTION
UNA PICCOLA INTRO:
Vi siete mai chiesti chi decide cosa puoi postare, come e quando?  In tutta franchezza noi NO, o almeno fino ad oggi quando la professoressa del corso che seguiamo ci ha infilato la pulce nell’orecchio. Ingenuamente quasi tutti pensavamo che fosse gestito tutto da uno di quei fantomatici algoritmi, generato da uno scienziato nel suo laboratorio, che sghignazza all’infinire … ma con grande stupore abbiamo scoperto che sì, l’algoritmo esiste, ma poi tutto quello che viene segnalato da questo essere non umano viene valutato da donne e uomini sparsi in ogni dove nel mondo. Da questa scoperta è partita la nostra discussione, un dibattito acceso che mirava a trovare una soluzione accettabile da tutti i membri del gruppo per migliorare i contenuti che visualizziamo sui social e dare respiro alle persone che ogni giorno devono decidere se tu puoi essere letto o meno… ce la faranno i nostri eroi a trovare una soluzione? 
L’ACCESO DIBATTITO:
Guido: “Voi sapevate che i contenuti sono effettivamente moderati dalle persone? Io onestamente pensavo fossero gli algoritmi a moderare e solo raramente delle persone”
Cla: “Mi è sempre sembrata una proceduta automatizzata, non ci avrei mai pensato”
Sofy: “Soprattutto ora, in una società così automatizzata e tecnologica”
Berny: “Io mi chiedo ma come fanno a prendere delle decisioni? Avranno sicuramente delle linee da seguire ma è molto personale in realtà, ad esempio noi abbiamo una determinata mentalità e in altri paesi ci sono altre sensibilità e mentalità, mi chiedo con che criterio riescono a decidere cosa è lecito e buono o meno anche a livello delle immagini”
Guido: “Secondo te se fossero dei software la situazione potrebbe risolversi? Io penso che il software non sia in grado di comprendere una certa sensibilità”
Berny: “Sono degli uomini che insegnano alle macchine, l’uomo trasmette alle macchine anche i pregiudizi se ne ha”
Guido: “Questo lo abbiamo trattato e analizzato in diversi corsi…è vero”
Sofy: “Ragazzi secondo me dovrebbe esserci un regolamento da seguire”
Guido: “Se è fatto dagli uomini però conterrà sensibilità diverse, secondo me l’apprezzamento personale va ad influire sulla meccanicità del lavoro anche perché possiamo vivere lo stesso problema in modo diverso”
Cla: “Ragazzi, a qualcuno di voi è già capitato di ritrovarsi con dei contenuti effettivamente censurati?”
Guido: “Si con la musica per un fattore di copyright”
Ninni: “Anche a me, gestisco la pagina Instagram di un’agenzia di viaggi e 3 volte su 4 mi banna le canzoni per via del copyright”
Guido: “Secondo voi ci sono delle alternative al sistema attuale?”
Sofy: “Forse migliorare l’algoritmo”
Guido: “Bisogna capire le infrazioni in cosa consistono se è copyright o contenuto…quello che è il contenuto, facciamo di tutta l’erba un fascio ma abbiamo diverse moderazioni a livello di diritti, di sensibilità e di ciò che sia appropriato vedere o non vedere”
Cla: "Fa riflettere che ci sia ancora bisogno dell’essere umano che deve comunque controllare la macchina, alla fine l’essere umano serve sempre”
Berny: “Però ragazzi che paradosso il fatto di voler tutelare l’utente da contenuti sensibili sfruttando la gente a livello lavorativo “
Nina: “Tornando alle possibili soluzioni…per me bisognerebbe fare proprio un cambiamento a livello tecnico, ad esempio inserire un massimo di commenti per ogni post”
Gilli: “Il problema principale non sono i commenti ma i contenuti che una persona posta...”
Sofy: “Si ma il contenuto viene visto dall’algoritmo…”
Gilli: “Bisognerebbe analizzare più a fondo i contenuti…”
Guido: “Dare questa capacità analitica alle macchine poi non è troppo pericoloso? Ragioniamo nell’ottica dell’intelligenza artificiale…comprendere ciò che c’è nell’immagine…fino a che punto è un bene che queste macchine posano svilupparsi e crescere? Se la macchina analizza l’immagine non è che ci facciamo sostituire?”
Berny: “Ma io continuo a ripetere che non capisco come fanno a decidere cosa ci dovrebbe essere in una regolamentazione…”
Gilli: “Si potrebbe diffondere più consapevolezza rispetto alle leggi che ci sono e a cosa bisognerebbe seguire”
Berny: “Dovremmo avere una regolamentazione internazionale decisa da persone che hanno conoscenze giuridiche”
Sofy e Cla: “Si ma le culture cambiano, ha senso solo in alcuni paesi…”
Gilli: “L’ algoritmo non può comprendere questa cosa, come si fa…anche per ogni umano il tutto è diverso in base alle culture da cui viene.”
Guido: “La moderazione è soggettiva in ogni caso si”
Cla: “Non c’è una vera e propria soluzione a questa cosa…”
Berny: “Ci potrebbe essere una soluzione, mettere un regolamento che gli utenti devono seguire!”
Nina: “ Si si può puntare di più sulla responsabilità dell’individuo aumentando la sua consapevolezza”
Berny: “Si responsabilizza l’utente…. gli si fa fare un esame di coscienza prima di postare”
Cla: “Anche fare delle campagne di sensibilizzazione su Instagram potrebbe essere una buona idea”
Ninni: “Si. Parlarne di più…non se ne parla quasi mai…”
Nina: “Allora si potrebbe mettere una pop up prima di postare una foto che ti dice se hai controllato che la foto segua le linee guida del regolamento”
Berny: “Bisognerebbe lavorare sulla sensibilizzazione si”
Gilli: “Il pop up dovrebbe essere uguale dappertutto ma mi chiedo fino a che punto sia internazionale…”
Berny: “Bisogna seguire la carta dei diritti dell’uomo”
Sofy: “Se ti esce il pop up ti rendi conto anche di essere più che osservato e quindi ti comporti in modo diverso...”
Gilli: “Nel pop up potremmo aggiungere la scritta ricordati che un reclutatore di un posto di lavoro ha il diritto in futuro di guardarti il profilo, è importante ricordarselo”
COPYRIGHT: GROUP 10 MADE IT
Tumblr media
1 note · View note
questouomono · 3 years
Text
Questo uomo no, #122 - Quello che il ghetto è una buona idea nel breve periodo
*
Tumblr media
Dopo uno stupro accaduto sul treno Trenord 12085 tra Milano e Varese, migliaia di donne e non solo hanno sottoscritto una petizione online per chiedere a Trenord la creazione di vagoni per sole donne, allo scopo di essere più sicure durante il viaggio. Ricordano i paesi nei quali queste carrozze per sole donne esistono già: India, Brasile, Egitto, Malesia, Giappone. «Con questa petizione chiediamo a Trenord di dedicare, su tutte le sue linee, la carrozza di testa alle donne. In questo modo, a qualsiasi ora, si potrà viaggiare sicure», così si legge nella petizione.
Pur rispettando il desiderio più che lecito delle donne di essere sicure nel loro viaggiare in treno, non credo che il “vagone rosa” sia una soluzione per aumentare la loro sicurezza. E non lo penso solo io: per esempio, l’associazione D.i.Re - “Donne in Rete contro la violenza”, che riunisce 84 organizzazioni antiviolenza in Italia, si è espressa nello stesso modo.
Il problema non sono i provvedimenti immediati che si possono prendere: si possono chiudere i vagoni inutili perché vuoti, soprattutto in orari notturni e meno frequentati, in modo che i passeggeri siano tutti - con distanziamento - in pochi vagoni dove il/la capotreno possono tranquillamente controllarli, e dove ciascuna può trovare una compagnia rassicurante; in più, non costerebbe molto dotare i vagoni di altri allarmi, diversi da quelli esistenti che riguardano la marcia del treno, ma che invece segnalino attraverso gli altoparlanti che c’è una persona in pericolo o bisognosa d’aiuto, installandoli anche nei bagni. 
Rimane il fatto, anche accogliendo alla lettera la proposta della petizione, che ciò non renderebbe sicure né le stazioni né le strade che le donne percorrono per prendere il treno o una volta che ne siano scese. In più, la ghettizzazione renderebbe immediatamente visualizzabile l’obiettivo per uno stupratore, che può rendersi più facilmente conto di quante donne stanno viaggiando e scegliere comodamente il suo “obiettivo”, una volta scese dal treno. E di fronte a questa eventualità, la soluzione pratica la sappiamo: militarizzare ogni percorso pubblico notturno, ben oltre il limite del tragitto ferroviario. Soluzione che tra l’altro nessuno dei paesi dove i vagoni per donne esistono già - India, Brasile, Egitto, Malesia, Giappone - ha adottato, e che, va detto espressamente, da questo provvedimento non hanno certo migliorato la loro situazione in termini di numero di stupri o sensibilità verso la violenza sulle donne in genere.
Quindi? Quindi io - e non solo io - credo che lo stupro sia un problema sociale, e che vada affrontato socialmente; e che proprio per questo una “soluzione immediata” non esista. La cultura dello stupro esiste da secoli, e nessuna soluzione “nell’immediato” ha senso. Sì, qualcosa per migliorare la sicurezza sul treno certo che si può fare, accogliendo le richieste della petizione: ma proprio perché si tratta di un problema comunque da risolvere sul lungo termine, eviterei soluzioni fortemente simboliche che rinforzano il problema invece di mettersi sulla strada per risolverlo.
Sì, il “vagone rosa” avrebbe un effetto peggiorativo sulla violenza verso le donne. Perché segregare le potenziali vittime in maniera così evidente è un chiaro messaggio anche verso i potenziali stupratori, anzi verso tutti gli uomini; vuol dire che tutti quelli fuori da quei vagoni sono potenziali stupratori. Cioè significa dare ragione ai cari simpatici maschilisti tifosi del “Not All Men”; significa arrendersi di fronte al problema, dire pubblicamente “non possiamo agire sul problema degli stupri, possiamo solo segregare per un po’ le potenziali vittime”. Sarebbe la società stessa a trasmettere il messaggio che gli uomini sono tutti potenziali colpevoli, e che siccome sono troppi, invece di agire su di loro, agiamo sulle potenziali vittime.
Fatto questo, che senso avrebbero poi le azioni “a lungo termine”? Come convincere a una rieducazione del proprio genere gli uomini già indicati pubblicamente e genericamente tutti in quel modo? Infatti, non mi risulta che in India, Brasile, Egitto, Malesia, Giappone siano attivi programmi istituzionali di critica e ricostruzione dell’identità di genere maschile etero. Hanno i vagoni rosa e pure gli stupri, e immagino che abbiano anche istituzioni che pensano di aver fatto bene a usare quella misura. Misura che sarebbe fortemente ipocrita anche riguardo il fenomeno stesso dello stupro: sappiamo benissimo da dati certi raccolti in decenni che lo stupratore non è quasi mai l’occasionale sconosciuto nella notte, bensì l’amico a una festa, il parente, l’appartenente alla cerchia familiare, il compagno di scuola, il collega di lavoro. Che facciamo? Stanze rosa, scrivanie rosa, banchi rosa, appartamenti rosa? Trasformiamo la società in un caro vecchio zoo?
Inoltre, non credo che una soluzione a breve termine sia offrire a milioni di maschilisti più o meno consapevoli l’occasione di lamentarsi, e di diffondere l’idea sbagliata che lo stupratore è lo sconosciuto che incontri in viaggio. La soluzione a breve termine è sbrigarsi ad attuare una campagna culturale sensata in tutti i luoghi formativi e sociali, perché il problema degli stupri è legato a una cultura dello stupro che ancora è parte integrante della “normale” educazione al maschile offerta dalla nostra società. Il resto sono palliativi ipocriti che possono offrire solo placebo momentanei.
Alle donne (e agli uomini) che hanno sottoscritto la petizione si può dare certamente un facile contentino, e probabilmente sarà fatto. Il pericolo rimarrà, altrove, insieme al mugugno di milioni di uomini che continueranno a non capire che il problema non è il loro corpo da tenere lontano da quello delle donne, ma quelle idee che non si vincono con ghetti, segregazioni, polizia, telecamere o vagoni dipinti e controllati, cioè le idee con le quali il loro corpo viene educato a trattare il corpo delle donne. Questo uomo no.
18 notes · View notes
sivivedisesso · 2 years
Text
Pensieri.
Quando dopo anni di relazione, finisce tutto, senti dentro un vuoto talmente grande, che andrebbe bene qualunque cosa per riempirlo nuovamente, anche se nulla sarà come prima. Qualsiasi forma di affetto, qualunque persona che con un briciolo di abilità sappia conquistare il nostro cuore. O almeno cosi crediamo. Solo dopo qualche tempo, solo dopo esserci ripresi, capiamo davvero che non tutto può colmare il vuoto, non tutti. E così ricomincia la lunga ricerca, trovare chi possa combaciare con il nostro animo, qualcuno che possa farci splendere di nuovo, trasformarci come un fiume in piena di emozioni, qualcuno in grado di smuovere in noi, tutto o più, rispetto a quello che provavamo prima. E quando credi di aver trovato qualcuno..
E così tutto inizia.
Tutto inizia sempre per gioco, per divertimento, per noia, per ripicca verso qualcuno. Sapete, il vero problema non è giocare, ma riconoscere fino a dove puoi spingerti, fino a quando sarà solo un gioco, se lo è per entrambi, il problema è il dopo. Quando in due si decide di giocare, non si pensa mai alle conseguenze, ma presi dal desiderio di colmare quel vuoto ci facciamo trasportare da un desiderio carnale e sentimentale che in realtà potrebbe solo comprometterci di più. Penso che si viva una volta sola, e questo potrebbe far pensare che allora tutto è lecito, ma non è così. Quello che voglio dire è, che è giusto sfruttare le occasioni che ci si parano davanti senza farsi troppi pensieri, senza pensare a cosa possano pensare gli altri, senza farsi troppi scrupoli, ma è anche vero che cosi facendo, non pensando alle conseguenze, poi a rimetterci il più delle volte siamo solo noi stessi. E allora che fare? Mi butto a capofitto o ci penso un attimo prima di agire? Questa domanda per me rimarrà sempre senza risposta. Si fa come meglio ti senti e credi, in quel momento, ma a prescindere da quale sia la scelta, in fin dei conti sarà sempre sbagliata. E allora? Si gioca o no? Si gioca, ma poi finisce che uno dei due molla. Molla perché possono entrare di mezzo altri sentimenti che pensavi non uscissero mai, magari ti senti usato, magari vuoi di più, o magari pensi che sia la cosa sbagliata e molli. Alla fine ti allontani, non hai colmato nessun vuoto e sei di nuovo punto e a capo. A questo punto, tanto per cambiare, entrano in mente altri pensieri...
Perchè hai giocato con me? Ti annoiavi? Eri realmente interessata?
Chi lo sa.
3 notes · View notes
sciatu · 4 years
Photo
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
CANNOLI SICILIANI
LA  … VOGLIA - Lui sapeva che lei ne aveva voglia. Lo capiva da come si muoveva in maniera nervosa, a volte a scatti, da come camminava velocemente, da come rispondeva sempre incazzata. Da come prendeva e buttava le cose, o lo spingeva via se la voleva baciare, o perdeva la pazienza con ogni cosa, dai vicini, al gatto, al sole. Non era una questione ormonale. È che lui la conosceva bene perché l’amava e amandola sentiva quando lei ne aveva bisogno, quando le era necessario e non poteva farne a meno. “Ora quando si ama – penso lui – non si può restare indifferenti a quanto chi ami sta provando. Purtroppo l’amore non prevede l’indifferenza, la neutralità come per altro non considera la razionalità perché se io so che lei sta soffrendo dovrei dirmi che è un suo problema, che è lei ad angosciarsi e torturarsi e che quindi che sia lei a liberarsi di questa sua anomalia, a saziarsi per come è lecito o per come si deve. Invece no. L’amore mi dice che devo essere io a farmi carico dei suoi bisogni, a contribuire con il mio impegno alla loro soddisfazione. È questo il peso maggiore dell’amare: vivere della felicità o infelicità di qualchedun altro! Non è questa una cosa sbagliata? Quale è il senso nel preoccuparsi che lei sia felice?  Egoista? L’egoismo è necessario perché è una necessaria regola animale per poter sopravvivere. Perché l’amore va contro quanto la natura stabilisce per farmi sopravvivere? Perché devo pensare più alla felicità di lei che alla mia?” Sbuffò seccato! “Chi me lo ha fatto fare ad innamorarmi. Si, è chiaro, il sesso è fondamentale per la parte animale di ogni uomo. Ma a me lei piace anche quando non c’è sesso. Quando sorride o mi ascolta, o canta, o si stringe a me. Ma perché se lei è infelice io sono infelice? Perché se lei ride o è contenta, lo sono anch’io? Questo la natura non lo spiega. È un controsenso che fa a botte con il fatto che la vita è materia!” Continuò a lavorare cercando di non pensare, di metterla da parte nell’angolo più remoto dei suoi pensieri, ma regolarmente, appena la sua concentrazione si abbassava, lei riappariva. La vedeva dentro la sua testa muoversi gridando perché il pavimento era sporco e perché i calzini erano per terra. E in più la sentiva insofferente, ansiosa e … triste. Questo più di tutto gli dava fastidio. “Va bene – si disse alla fine esasperato – l’unico modo per stare in pace è quello di far passare la sua voglia” Uscì presto dal lavoro e quando lei aprì la porta di casa lo vide con un grande vassoio in mano “Ti ho comprato i cannoli” disse lui con indifferenza “Oh amore, come hai capito che ne avevo voglia?” E senza aspettare una risposta, scartò la carta che avvolgeva il vassoio e, preso un cannolo, lo morse felice. Lui osservò le sue labbra coperte di zucchero ed i suoi occhi felici e gli sembrò più bella del solito. Forse era per questo che gli piaceva farla felice, anche se da un punto di vista oggettivo, tutto questo non aveva senso……
73 notes · View notes
Text
È lecita, a ventitré anni, la paura di rimanere soli?
Ho pensato tante volte a cosa potesse essere venuto in mente ai miei genitori di farmi nascere che avevano già quarant’anni, e spesso gliene faccio una colpa. Mi dico che non è giusto che i miei primi ricordi siano di loro già prepotentemente adulti, senza più voglia di giocare e privi dell’energia necessaria a crescere un bambino. Mi dico che non è giusto che mia sorella abbia avuto la possibilità di conoscerli per undici anni in più di me. Sono sicura sia tutto sbagliato, ma mi dico anche che, nonostante gli eventi, sono ancora qui, e che ventitré anni di conoscenza sono più lunghi di tanti matrimoni. Forse qualcuno ha sentito il mio bisogno enorme di essere sorretta e mi ha lasciato mamma, facendomi provare l’angoscia delle cose non certe, ma ritornandomela dopo un certo periodo. Papà sembra solido come il legno che lavora: quasi imperturbabile agli eventi, è un uomo cresciuto quando ancora non era lecito avere emozioni.
Quando sono nata, i miei nonni erano già morti da tempo, mentre una nonna se ne è andata quando avevo tre anni. Quella che per me è stata l’unica nonna, invece, se l’è portata via un’operazione sbagliata. Di sera, per uno strano gioco di vetri, la luce del lampione fa sembrare che quella della sua cucina sia accesa. Ancora adesso, dopo parecchio tempo, nelle sere in cui il buio è greve e la mia persona altrettanto, penso di andare a trovarla, certa di essere accolta.
Questo assurdo gioco mi ha sottratto anche due zie, lasciandomi con nessuno a cui chiedere quei pareri che solo una persona che non vive con te, ma che ti vuole profondamente bene, può darti.
Dopo aver pensato eccessivamente alla caducità del nostro vivere ed essermi crogiolata nella malinconia del passato, mi chiedo cosa ne sarà del mio futuro. Perché si sa che ogni famiglia è una pianta, che ogni ramo avrà una propria direzione e ne formerà altri. Però non è il destino di tutti i rami, quello di dividersi e moltiplicarsi. Sarò io quel ramo troncato? O diventerò innesto di un’altra pianta, di un’altra famiglia? Non posso saperlo, ma ho una certezza: ho bisogno di fare conoscenze, di condivisione reale e tangibile. Chissà se qualcuno troverà interessante la mia mediocrità o se io troverò interessante la solitudine. La mia mente, ora, non contempla quest’ultimo scenario. Sento di avere forse non molto da offrire, ma tanto da assorbire. E conferme da ricevere, non solo da me stessa.
Mi auguro di poter aggiungere molto più di quanto mi sia stato tolto.
67 notes · View notes
gcorvetti · 1 year
Text
A dà passà a iurnat.
Detto napoletano che tradotto letteralmente significa "deve passare la giornata", ma che ha il suo significato insito nel fatto che anche le brutte giornate finiscono, direi che anche iniziano ed è quello il punto dolente della situazione. Non voglio entrare nel merito di come e perché e soprattutto mi so scucciat di giorni che iniziano di merda, quindi vado oltre. Ma non è solo oggi che deve passare, deve passare questo fatto che nonostante il nano sia stato il peggiore malavitoso degli ultimi 150 anni sta monopolizzando tutto, non ci sono testate che dedichino a sto infame articoli su articoli, sicuramente per coprire le notizie importanti, chi lo glorifica e chi lo attacca (in pochi veramente), ma basta è morto, chiudiamo sto capitolo triste, cancellate tutte le leggi ad personam che si è fatto e andiamo avanti, perché c'è questo masochismo da parte di tutti.
Oggi un contatto su FB, un tizio che è giornalista estone, ha scritto due distinte cose in un post, direi anche un pò correlate tra loro, la prima è che i giovani sono depressi per via del cambiamento climatico nonostante i loro sforzi, la seconda è che molti (direi troppi) tendono a guardare quello che fanno gli altri e meno quello che fanno loro, non dal lato comportamentale ma proprio come sono gli altri. Riguardo la prima c'è da dire che questo senso di disagio è dovuto al fatto che dai piani alti puntano il dito sempre verso il basso facendoci sentire in colpa se non facciamo la differenziata, se usiamo troppo l'auto e cose del genere; ma le persone non si rendono conto del macro, del fatto che se anche io uso l'auto, per esempio, per fare casa-lavoro non inquino poi così tanto, alcuni studi hanno dimostrato che una nave trasporta container che solca l'oceano atlantico inquina quanto tutte le auto in Europa per una settimana, questo dovrebbe fare capire quanto la globalizzazione stia dando il suo forte contributo all'accelerazione del processo di riscaldamento, se si calcola quante navi (anche quelle da crociera inquinano tantissimo) solcano gli oceani per portare merci a destra e a manca possiamo notare che la nostra piccola auto in realtà non inquina, in rapporto, inquina lo stesso ma molto meno. Un altro aspetto è che le aziende che vendono acqua non producono acqua ma bottiglie di plastica, ma in generale ci sono fabbriche che producono prodotti inutili, vedi gadget usa e getta o comunque oggetti che non hanno nessun utilizzo pratico ma puramente economico per quelle aziende, questi stabilimenti andrebbero chiusi; ci vorrebbe una sorta di inventario per capire chi inquina inutilmente, allora si potrebbe iniziare a tagliare un pò di riscaldamento.
Passando al secondo punto, e parlo della città in cui anche lui vive che è Tartu piccola e paragonabile ad un paesino, direi che le persone adottano ben bene quella cosa della pagliuzza e della trave che c'è nella bibbia, sono pronti ad additarti per un'inezia mentre loro ne fanno di tutti i colori ed è tutto lecito. Ma secondo me questo accade un pò ovunque, lui dice che bisognerebbe guardarsi un pò dentro, ma se le persone pensano al loro aspetto esteriore come fanno a guardarsi dentro? Cioè non hanno gli strumenti adatti per farlo, hanno una visione della vita come se fosse un film dove tutto deve essere perfetto e a lieto fine, non funziona così, la vita è una merda se compariamo i momenti di felicità a quelli di tristezza o a quelli difficili, senza contare alle giornate intere "NO". Non penso di rispondere al tipo, anche se ho fortemente una voglia di dire la mia a riguardo, ma penso che basta questo post, anche perché onestamente a me di sta gente non frega un cazzo. Ieri ho ricevuto l'ennesima mail che mi diceva che non vado avanti nel processo per un posto di lavoro, ok almeno sti qua hanno scritto nonostante nel form compilato al secondo step c'era scritto che non avrebbero contattato i candidati non idonei, peccato era un lavoro online da casa.
L'idea di andare via si sta insinuando piano piano come una spina di riccio e in tutto questo le parole di rimprovero incazzato di lei di stamane (appena alzato) non aiutano mica. Mettendo un pò le cose sulla bilancia a livello artistico qua non ci cavo un ragno dal buco e in ogni caso in questo momento mi serve tempo per riprendermi, per il lavoro non sembra ci sia una strada, su sta cosa non so precisamente il perché, come detto le aziende non rispondono una volta inviato il CV se non sei idoneo non ti cagano, e qua potrei fare mille ipotesi che però restano tali perché è semplice smontarle da parte di sti qua, io penso che siano razzisti e che siccome non sono autoctono non mi contattano; quello dell'acqua park voleva uno schiavo, ma io non lo sono, anzi. Stando a questi due fattori principali direi che sarebbe l'ideale prendere la valigia e andare dove posso avere un lavoro normale, che come termine non mi piace ma non trovo la parola giusta (forse dignitoso?), che sta per orario a norma e stipendio giusto, senza schiavismi o salari da fame; per la musica penso che per quello che faccio io qua non sia il posto adatto, non perché è troppo particolare, a Luglio torna il Reverend beat man, lui non vive qua io si, siccome vivo qua mi devo adattare alla mediocrità delle persone se voglio suonare, come se a fare la musica sono loro, si loro l'ascoltano, forse, in ogni caso sono dell'idea che quando c'è qualcuno che ha qualcosa in più loro tendono a tirarlo giù. Mi sono dilungato, come capita spesso ma mi è servito come psicoterapia, mi sento meglio, concludo con una frase che mi disse lo psicologo dell'ultimo posto di lavoro quando ero affacciato sul baratro del burn-out : "Da quanto tempo non fai qualcosa per te stesso?".
0 notes
abatelunare · 3 years
Text
Cento spinosissimi quesiti...
Vado presso la postazione nella quale si agevola il libero scambio di libri. Per vedere se c’è qualcosa di interessante. Sono fortunato: c’è. Fra le altre cose, inciampo in un opuscolo verde. S’intitola 100 domande imbarazzanti sul sesso.
Tumblr media
Lo prendo incuriosito e a casa lo sfoglio. Intanto risale all’anno 2000. E si tratta di una edizione fuori commercio destinata alle lettrici di “Tu”, che immagino essere una pubblicazione destinata a un’utenza femminile. Ho voluto scansionare i quesiti che mi sono sembrati più... curiosi. Ora ve li infliggo.
Tumblr media
A me hanno insegnato che domandare è lecito e rispondere è cortesia. Mi fa un po’ ridere l’espressione stimolazione più adeguata. Mi suona un po’ burocratica. O fintamente aristocratico-eufemistica. Tessoro vorresti agevolare una più proficua sollecitazione delle mie parti sensibilmente predisposte?
Tumblr media
Ma che domande fanno. A me sembra ovvio che quella roba lì dipenda dalle circostanze, dal contesto, dal vattelapesca. Quanto alla possibilità di capire che una donna finga, non è che si può stare lì tutte le volte a studiarla per vedere se gode davvero o no. Concentriamoci magari su quello che stiamo facendo...
Tumblr media
Opplaààààààààààà. Oh, qui si pesca nel torbido. La 18 io sinceramente non me la sarei posta. Da come è formulata sembra quasi voler provocare sensi di colpa che non servono a nessuno. Quanto alle altre due, a me, sinceramente, sembra che si potrebbe usare un po’ di più di quella roba che chiamano buon senso. Sempre che ci sia ancora qualcuno che sappia cos’è.
Tumblr media
Io sarei curioso di sapere su quale campione si basa la 14. Siamo ancora fermi a cose che avrebbe senso - forse - chiedersi durante la fase adolescenziale, mica adesso. Del resto, ammetto di non conoscere la fascia di età cui si rivolge la rivista che ha realizzato l’opuscolo. La 15 temo non sia formulata in modo poco equivocabile. Ma poi che senso ha chiedersi se qualcuno è particolarmente portato a certe pratiche. Cosa mi cambia nella vita. Io penso ai cazzi - anzi, al cazzo - miei. Gli altri pensino ai loro. (Ammetto, però, di aver conosciuto persone di ambo i sessi con una spiccata predispozione sciesciuale...).
Tumblr media
Ho voluto chiudere in bellezza. Con una domanda di tipo “tecnico”. Anzi, “operativo”. Se avessi di quei problemi, io andrei da uno specialista dell’organo. O da uno psicosessuologo. Il bricolage va bene quando si è soli. O quando proprio si vogliono fare dei lavori in casa. Restate sintonizzati, mi raccomando. Perché questo opuscolo non è l’unico che ho trovato alla postazione per lo scambio dei libri...
9 notes · View notes
bee-ingquinn · 4 years
Photo
Tumblr media
Battaglia a palle di neve (18/12)
Meg: Ormai è da giorni che la neve cade su Hogwarts, fitta e incessante. Il giardino ne ha accumulata così tanta che è un vero e proprio spettacolo bianco che si stende davanti agli occhietti dei bambini. Perché nonostante le fatture, le parole sbagliate, i battibecchi e altri mille drammi che hanno caratterizzato questi tre mesi, tutti i primini hanno deciso di passare un pomeriggio insieme. L’invito è arrivato, in un modo o nell’altro, proprio a tutti quanti, nessuno è stato escluso. […] « BENE » perché miss egocentrismo figurarsi se non prende parola per prima «Le regole sono semplici» e qua passa lo sguardo soprattutto su JONAS e LEO, ma con nonchalance. «Abbiamo cinque minuti di tempo per la strategia» e gli occhi ora vagano su TUTTI, senza eccezioni «Cinque minuti in cui si può organizzare come meglio si crede. Si devono preparare palline, protezioni e tutto ciò che pensate vi serva per VINCERE» fa una piccola pausa per capire se è tutto chiaro e poi riprende «è un TUTTI contro TUTTI, ma le alleanze sono concesse. Dopo i cinque minuti si inizierà la vera guerra. La squadra o il singolo che vincerà sarà ricoperto di gloria eterna per essersi aggiudicato la prima battaglia di palle di neve di Hogwarts! La prima di una lunga serie!!» nonostante tutto, forse ci tiene a voi? No, è solo molto competitiva. «TUTTO CHIARO?» e se lo fosse allora un grande sorriso le si paleserebbe sul visino «cinque minuti da… ORA!» e con quel grido è un via ufficiale. Che gli Hunger Games abbiano inizio (?) Neera: Giunge in giardino con gli altri Corvonero con un sorrisone, salutando tutti, per poi ascoltare le parole di MAEGAN. Annuisce, per poi confermare «Chiaro!» elettrizzata, felicissima. E quando partono i 5 minuti lei è proprio verso MEG che si avvicina «Alleate?» propone, con uno sguardo divertito ma molto, molto deciso.
Taris: Raggiunti gli altri, ascolterebbe in religioso silenzio le parole della MACGILLIVRAY, limitandosi ad aggrottare la fronte e storcere le labbra mentre si stringe nelle spalle - abbiamo già freddo così. «No» e scuote pure la testa - non ci è chiaro. «È un sistema a eliminazione diretta, o si hanno delle vite?» il capo ciondola, ma le iridi scure sono piantate sulla neve «Cinque minuti non sono abbastanza. Bastano o, per preparare le palline, o, per le coperture» e lei non riesce a decidersi su quale dei due sia più importante «Le squadre possono formarsi e sciogliersi nel frattempo, o sarebbe considerato autosabotaggio?» qua stiamo sfiorando la paranoia «...» dondola un attimo sui talloni, tira su il capo, iridi su quelle della coetanea. È talmente seria da sembrare quasi preoccupata «È possibile usare la magia? perché se sì, non ne vedo il senso» sbotta, la piccola, anche se il manico del catalizzatore si intravede dallo stivale sinistro. Nico: Ascolta pure MEG, quasi fosse veramente interessato – ovviamente non lo è, però non è gentile distrarsi mentre parla la signorina – tanto che risponde pure con un «Cristallina» alla sua domanda sull’essere stata chiara. E poi lei da il via. «Se qualcuno mi sfiora con una sola palla di neve…» comincia a minacciare, perché non è mai troppo presto. «Sapete dove va la infilo?» la neve? La bacchetta? Il gramo? Meglio non sapere – seriamente meglio non sapere. «Io me ne tiro fuori. Fate quello che vi pare.» Lui guarda e, per una volta, si gode lo spettacolo. Magari da fastidio a qualcuno con qualcuno con qualche fattura qua e là. Prim: «Uuuuuuuhhh! Battaglia senza sosta!» esclama quindi gridacchiando mentre arriva là si guarda attorno, sorride, non sembra aver capito molto di quello che succede e, con un gesto che di atletico non ha nulla, si china a raccogliere la neve facendone una grossa pallona, «gloria esterna!» grida persino mentre solleva le mani per lanciare goffamente la palla addosso a MAEGAN, anche se il gesto è goffo e scomposto, e la probabilità è più quella che finisca per tirarsela addosso da sola, oppure per cadere rovinosamente a terra in mezzo alla neve. Ma la terra e la neve sarà il suo destino in ogni caso, diciamocelo, perché nel lancio si è comunque sbilanciata, e anche la pallonata andasse a segno, beh, finirebbe per cadere e rotolare in mezzo alla terra
B: Arriva saltellando, ancora intenta ad infilarsi i guanti bianchi e ad imprimere impronte nella neve alta. « CIAO A TUTTI » è come si annuncia, atterrando con un ultimo balzo in mezzo ad alcuni compagni con la borsa di jeans che dà un colpo sul fianco. « Pronti ad essere stracciati? » ridacchia lievemente, prima di voltarsi verso MAEGAN per ascoltare le regole. E quei cinque minuti le fanno storcere un po’ il nasino, facendola voltare verso TARIS per ascoltarla parlare « Ha ragione, non bastano. O ci dividiamo a squadre per davvero oppure dobbiamo prolungare il tempo » annuisce in direzione della Serpeverde, prima di sfilarsi la borsa e andare a posarla da qualche parte al riparo. [...] Intanto si avvicina a TARIS con un sorriso « Alleanza? Magari mi occupo delle palline e tu delle barriere? O viceversa » alla fine per lei l’importante è iniziare a giocare.
Yara: Arrivata al giardino si mette vicino a MEG per ascoltare le regole della "battaglia" lanciando sguardi brevi e furtivi in direzione di JONAS tornando poi ad osservare MEG presa dalla sua spiegazione. Annuisce sorridendo quando ESSA da inizio alla guerra abbassandosi velocemente a raccogliere una manciata di neve modellandola a forma di palla. Indietreggia allontanandosi leggermente dal gruppo di primini fissando quella grifolagna di NICO intenta a lamentarsi - COME SEMPRE. Tende il braccio, e CERCANDO di colpirlo, lancia la palla di neve con forza.
Ceci: Come anticipato: non sta ferma. Lo sguardo continua a saettare alla neve. «MA ABBIAMO DECISO il premio? La gloria non è mai un premio.» vabbè. Unica domanda che ha, e parte pure a voce leggermente più alta. Ha capito che ci sono alleanze e quindi, a quel grido di battaglia di MAEGAN nuova Effie, addocchia i presenti. Stiracchia un sorriso storto, di quelli che sembrano smorfie a BLYTHE e TARIS «...posso aggiungermi? Ho le caramelle. Sono brava a fare palle di neve.» non è vero. Ma non vuole rimanere senza alleanze, apparentemente. E comunque sia, inizierebbe effettivamente a preparare qualche palla di neve, visto che i cinque minuti corrono. «Abbiamo anche un fortino.» ed è PRIM, il fortino, perché la indica. «...e potresti fare da arbitro e giudicarci tutti?» NICO.
Vic: Trascina TARIS vicino agli altri ed ascolta MEG parlare con molta attenzione, INIZIANDO già a pensare ad una strategia. Non appena si prepara a partire, TARIS inizia a sferrare domande, una dopo l`altra. Victoria le poggia una mano sulla spalla per attirare la sua attenzione, poi inizierebbe «Aaaallora. Prima, rilassati. Cinque minuti bastano, ci mettiamo in squadra insieme se sei d`accordo e tu ti occupi delle palline, o della copertura ed io faccio l`opposto. Crodo sia concesso eliminare i membri della propria squadra se vuoi, ma non è proprio carino penso. E non credo ti servirà la magia!» tutto ciò con voce ferma e decisa, sperando che non si imparanoi nuovamente, e rivolgendole un grosso sorrisone. Se la sua risposta fosse positiva inizierebbe a cercare con lei un punto adatto per creare la loro "base".
Leo: Sofferma gli occhi un po’ più a lungo su MAEGAN quando questa prende la parole e lo prende nel mezzo, come se fosse un rimbambito di prima categoria (spoiler: lo è), e poi con un breve roll-eyes verso il cielo, lascia correre le sue insinuazioni, per concentrarsi sul resto dell’”armata”. Soprattutto accoglie con gioia l’iniziativa di PRIMROSE, la cui rovinosa caduta successiva viene seguita con tutte le attenzioni del caso, con tanto di movimento della testa ad accompagnarne il tonfo e rotolamento annesso. «Sì, sì, io mi immolo per la causa e mi offro come scudo umano sul campo» esterna le sue decisioni in merito, verso il gruppetto composto da CECILIA, TARIS E BLYTHE, ma di certo mandando al creatore tutte le regole del gioco delineate fino ad ora. Però intanto si accuccia a sua volta a compattare una palletta di neve fra le mani, che non si sa mai debba a sua volta rispondere al fuoco.
Tumblr media
Meg: E poi c’è il VIA vero e lei urla «ALL’ATTACCOOOOOO» e quindi alza la testolina e visualizza gli avversari, e decide di prendere di mira proprio TARIS, che prima ha fatto troppe domande. Due palline proprio contro la SERPEVERDE che spera le arrivino una in faccia e una in pancia. Lei poi si riaccascia per prendere altre due palline e di nuovo TARIS sarà tartassata e così per altre tre volte almeno. Hai attaccato la sua amiketta Blythe. Poi decide di usare PRIM come scudo umano «Okay PRIM: tu avanzi e io lancio neve» e infatti ha cinque palline tra le braccia e cerca di colpire LEO e BLYTHE se riuscisse insomma. per poi buttarsi in una fuga verso la trincea a creare altre palline «Forza ragazze!» che sia mai che la sua squadra perda. Si rialza: con una palla gigante fatta da PRIM poco prima e si butta all’attacco contro CECI ridendo forte «AAAAA» urla pure prima di cercare di lanciarla contro l’amica e poi buttarsi fisicamente pure lei stessa contro l’AMICA. E se questa fosse caduta iniziare a riempirle la faccia di neve con quella che trova lì intorno, e ridendo forte. Tutto è lecito, no?
Yara: La palla di neve lanciata da LIU la prende in pieno colpendola sul volto facendole finire un po` di neve in bocca. La sputacchia di fretta pronta a risponderle a tono fissandola negli occhi ed arrossendo leggermente sulle guance quando d`un tratto cade con un tonfo nel cumolo di neve accorgendosi solo dopo di aver la gamba immobilizzata. Si gira con un espressione furente sul volto verso NICO e viene raggiunta da un`altra palla di neve che vede ma non schiva e che va ad infrangersi sulla spalla sinistra. In tutta risposta cerca di tirare, da seduta, la pallina di neve che ha nella mano destra in direzione del ragazzo. Si rigira poi verso LIU urlandole «Che c`è CAMPBELL? Ho per caso preso in giro il tuo fidanzatino?» ed aggiunge sarcastica «...o forse sei tu...Rosablu?» Lancia poi la pallina che stringe nella mano sinistra cercando di colpire la prima persona che vede , in questo caso il malcapitato - o meglio la malcapitata - pare essere TARIS verso la quale dirige una pallina con forza.
Neera: Prova piuttosto la trincea al segnale di LIU e «Ma è fantastica, grande!!!!» si complimenta, sorridendo entusiasta «Non hanno scampo!!!» aggiunge, sorridendo divertita e pronta all’attacco. Nel frattempo di munizioni fin troppe ne ha fatte e perciò quando viene dato finalmente il via «Yu-uuuuuh!!!!» grida, verso l’altra squadra, cercando ovviamente LEO in particolare. Vendemmia, pardon, viennetta, pardon vendetta. Andrebbe a cercare di piegare il braccio destro dietro la schiena, ruotando anche il busto, per poi compiere uno scatto e cercare di colpire il primino sul busto. O dove capita. 2-3 palle di neve. E poi parte alla “dove va va”, lanciando in direzione di CHIUNQUE, ridendo di gusto. Facciamo la QUINN, se questa non ha cambiato squadra.
B: Ma non c’è tempo, ha da finire il muretto assieme a TARIS e poi c’è il VIA e lei è confusissima. « Resto nelle retrovie come ha detto Victoria » conferma verso la SERPEVERDE, fissando l’altra squadra per capire da dove vengono mentre la bacchetta viene sfilata e stretta nella mano destra. « Oh mamma » ha da evitare MEG e NEERA assieme e al momento ciò che le viene in mente è accucciarsi dietro al muretto. « Coprimi TARIS » Alza il catalizzatore, formando un cerchio sopra la propria testa con esso. Una barriera che la difenda al momento viene visualizzata il più chiaramente possibile, mentre con voce ferma « Defènsio Evocàtus » e speriamo vada bene. Che lei deve ancora entrare in scena.
Ceci: Decide che vuole attaccare. Quindi, palle di neve alla mano, freddo che arriva, espressione accigliata aggiuntiva – se riesce a vedere MAEGAN avvicinarsi – o la palla gigante – TENTA di spostarsi dalla traiettoria, decide che è meglio comunque sia levarsi di mezzo, muretto permettendo – e CERCA DI tirare contro alla CORVONERO prima una e poi l`altra palla di neve che si stava portando dietro, con uno sforzo di braccine debole e un tentativo di mira da undicenne che tira cose per caso. Ci crede molto. E spera di riuscire a lanciarle prima dell`eventuale impatto con la palla gigante – in caso di impatto con la valanga, lancerebbe neve a caso all`amica, sia mai. E sta ridacchiando, in tutto questo, rovinando l`espressione accigliata. Nico: E se non si fosse capito è un arbitro pagato. Si gode la scena seduto nel suo bellissimo angoletto, con stampato sul volto il sorriso più sfottò che abbia mai tirato fuori. «UH attacco a sorpresissima di Meg che se la prende con Tarr!» Soprannomi ovunque oggi. «Peccato che pure tu MEG HAI BISOGNO DEGLI OCCHIALI! Non lo vedi che sta troppo indietro!?» Infatti a Taris saranno arrivate si e no delle bricioline. «Però impara dai suoi errori a quanto pare, MEG» ma per chi sta facendo sta telecronaca sks? Magari a YARA, chissà, che se ne sta seduta come lui invece di giocare. «O magari ha parlato con NEERA perché colpiscono BLYTHE insieme! Cattivissime! BLYTHE» la chiama, un po’ a sfottò ma anche preoccupato per vedere come sta, visto che il defensio funziona solo su una delle palle di neve! Avrebbe dovuto pronunciarne uno per ogni pallina! «CECILIA è una corva mancata! Ha aspettato che MEG uscisse allo scoperto da sola per colpirla! Genio!» .  Vic: «LEO! » e gli indica MEG con lo sguardo, correndo poi verso di lei - incurante di PRIM - E comincia lanciando due palle di neve verso MEG di fronte. Ha fatto attenzione comunque a rimanere il più coperta possibile da LEO ed ha preso bene la mira, sperando quindi che i colpi vadano a segno, avanza ancora, incitando CECILIA ad allargare la distanza tra i due gruppi, buttando comunque un`occhio su YARA, per evitare di farsi attaccare, nonostante abbia una gamba fuori uso. B: « CI SONO » risponde all’arbitro, rialzandosi leggermente con il cappellino pieno di neve e qualche ciocca bagnata. E se manca il solito sorrisone, è solo perché le gambe hanno iniziato ad andare a scatti « Adesso? Ma seriamente? » sbuffa sonoramente, provando a mettersi in ginocchio per raccogliere un paio di palline mentre osserva MEG buttarsi su Cecilia. Ed è sulla prima che si concentrerebbe, lanciando pallina dopo pallina con la speranza che le gambe non la tradiscano. Tipo farla cascare a faccia in avanti sul muretto con uno scatto, perché tanto si è capito che è una schiappa. Ma almeno si sta divertendo pure con le gambe ballerine e la bocca piena di neve. « ALLA CARICAAAA » dov’è YARA già che adesso passiamo a lei? Gambe permettendo sempre.
Taris: Spalle e testa contro la copertura, corpo disteso, di dietro per terra e palline fra le mani. Rielabora quel che ha visto, e stringe i denti. Si tira su, cercando di rimanere comunque bassa, senza stendere le gambe, e sta mirando proprio te, MAEGAN cara. Il catalizzatore l`abbiamo abbandonato per terra perché siamo sceme e ci servono tutte e due le mani per caricare i colpi. La destra regge le palline, mentre la mancina una ad una le prende, carica il colpo, inclina il busto -prima indietro, poi avanti - e lancia. Quel che prende come riferimento per mirare sono i capelli, che poi la prenda lì, o da qualche altra parte, o non la prende proprio è un altro discorso. E niente. Si butta di nuovo distesa per terra. Liu: Poi entra in azione: sbuca dal muretto di neve solo con metà testolina - fino agli occhi e da lì lancia con tutte le sue forze una palla prima palla contro LEO che dovrebbe ancora essere nei paraggi. Era lui a voler fare lo scudo umano? Anzi gliene arriva pure una seconda in sua direzione, ma chissà se riesce a colpirlo. Poi è contro YARA che continua la sua battaglia nel tentativo di colpirla con un’altra palla di neve appena presa dal mucchietto preparato da MAEG E NEERA. Povera YARA che è sola e a terra con una gamba immobilizzata. Poi niente è VIC a richiamare la sua attenzione quando corre verso MEG. Inizia a tirare palle di neve una dopo l’altra, svelta man mano che VIC corre, nel tentativo di colpirla. E chissà magari tra le 4576 palle tirate, una le arriverà. Poi abbassa la testa e s’accuccia di nuovo dietro la trincea. Non che ne sia mai uscita veramente eh. Neera: E niente, la neve vola e lei si sta divertendo un sacco. Ma ferma non si sa stare. Non si può fare. Guarda LIU «Senti, ci scateniamo?» propone, con un sorriso divertito. Perchè stare dietro alla trincea è divertente ma… prende un po’ di quelle munizioni e inizia a correre all’impazzata verso la trincea nemica «Yeeeeeeee!!!!!» “Questa. E’. Hogwaaaaaaaaarts!!!” ma niente calcione. Però cerca ancora una volta LEO dapprima, per CERCARE di lanciare 2 palle di neve e poi… si guarda intorno, vedendo MEG bersagliata. E cerca di tirare una palla di neve a VICTORIA e un’altra a CECILIA, tanto per non farsi mancare nessuno. Ma ride come non mai, si sta divertendo tantissimo. Meg: Poi si alza e inizia a correre a caso con la bacchetta alla mano e quindi è proprio VICTORIA che mira e con un fendente da destra verso sinistra e mirando proprio al braccio che usa per lanciare palline urlerebbe «LOCOMOTOR MORTIS» e poi se tutto andasse bene scoppierebbe a ridere. Per poi correre dietro la sua trincea, raccogliere altre palline e dire a LIU’ «INSIEMEEEEE» e se l’altra la seguisse inizierebbe a lanciare a raffica tutta la scorta di palline. Fino alla morte no? Yara: Si riabbassa appallottolando velocemente un altra palla di neve e, guardandosi intorno per vedere le posizioni degli altri primini, corre furtiva in direzione di NEERA. Rifugiandosi sempre dietro all`esile albero precedente ed orienta il braccio nella sua direzione cercando di tirare con forza la pallina sperando di colpirla dalla vita in su. Nico: «YARA spostatiiii» perché sia BLYTHE che LIU se la stanno prendendo con lei, che sta seduta, inerme e nemmeno ci sta provando davvero a difendersi… per ora. «MEG oggi attira palle di neve che una meraviglia. O magari VICTORIA, TARIS e BLYTHE vogliono attirare la sua attenzione» è così che si fa quando ti piace qualcuno no? Lo bullizzi! Come quelle tre che si mettono a lanciare palle di neve addosso alla sua amica. […] «LEONARDO scudo umano BRAN sta facendo bene il suo lavoro direi. Più 3 punti.» Visto che il povero si prende praticamente colpi da tutta la squadra avversaria. In tutto ciò sta anche avendo il coraggio di appuntarsi i punti “persi” e “guadagnati” su un foglio di carta… E quasi si perde l’attacco di MEG. «COS MA INSOMMA! MEG allora è un vizio!» Ha parlato… «Però la tecnica è buona» freebooter «Più 5» E lancia anche una veloce occhiata in direzione di VICTORIA per assicurarsi che dopo la fattura e le palle di neve stia bene. E poi a YARA che lancia le palle di neve in modalità stealth verso NEERA «mi piace la tua tecnica, più 5 pure a YARA!» Anche se gliene ha già tolti una fracca prima, ma questo non deve saperlo per forza. Vic: Continuando a correre alle spalle di LEO, vede arrivare verso di loro una raffica di palline, quindi fa ben attenzione a rimanere dietro di lui, abbassandosi un altro po’, per evitare sia di essere colpita, sia di farsi notare troppo dalla squadra avversaria - a senso suo. Già che è abbassata, riempie le mani di neve e crea due palline che lancia poi, verso NEERA, ruotando il busto verso dietro, e poi, estraendo la bacchetta dal fianco, prende la mira e « Locomòtor Mòrtis! » Con tutta la grinta del mondo verso MEG, con un gesto repentino e dal basso, ben parata dalle gambe e dal busto di LEO - ha deciso di prendere lo "scudo umano" alla lettera. Nel mentre sente la compagna lanciarle lo stesso incantesimo, si spera che sia stato il suo a riuscire almeno. Neera: E se si prende qualche colpo da VICTORIA, ricambiato da altri lanci di neve, conditi dalle risate della ragazzina, che gioca, si diverte, tanto. Ma poi è l’attacco di YARA a coglierla di sorpresa. Si gira verso l’albero e «Quell’albero non ti difenderà!!!» dice, ridendo di gusto e correndo verso YARA, raccogliendo neve e lanciandola senza manco appallottolarla. Piccoli pezzi ma tanti. E se la ride, giocosa. B: Afferra tutte le palline rimaste con un sorriso lieve alla Serpeverde ed un « Ci penso io » che non saprà cosa le prende all’arto ma vuole aiutare. Accertandosi che la via sia libera, si lancerebbe – letteralmente – alla carica. « CHI SI ARRENDE E’ UN PAPPAMOLLAAAA » perché se vi aspettate che lei alzi bandiera bianca per prima, state sbagliando di grosso. Se deve uscire di scena, deve farlo con stile. Inizierebbe quindi a lanciare palline contro TUTTI i membri dell’ALTRA squadra – compresa LIU perché in amore e in guerra di palle di neve tutto è lecito (?) ed incurante di poter essere colpita anche lei. Liu: « Vuoi fare la barriera con la bacchetta così entriamo in campo e tiriamo palle a tutti? » risponde a NEERA quando questa le propone di scatenarsi. Perchè, certo, non vede l’ora di farlo ma non può mica perdere la battaglia. eh. « Io me le metto anche in tasca , se serve » le palle di neve, si (…) ed è così che inizia a riempirsi il braccio sinistro il quale si trova accostato al petto. […] « Defènsio Evocàtus » […] Quindi fa il serpente e quando si alza - portando su con se una valanga di neve che tiene con entrambe le braccia - ha raggiunto YARA. Quindi tenterebbe, se questa non fosse in movimento, di scaraventargliela addosso « questo è per prima » per quello che ha detto a BLY. Toh vendetta. E poi correrebbe via a riprendere i giochi.
Tumblr media
B: « Okay che avevo detto che chi si arrende è un pappamolla » inizia ad alta voce verso i rimanenti compagni, arbitro escluso « Ma inizio ad avere freddo. E mi prude il naso » [...] « Quindi chi ha vinto? » sì NICO, parliamo con te. Facci sapere sto punteggio. Nico: «COS-» chi ha vinto? «Eh… ho perso il conto dei punti ma ha vinto la squadra numero 1. Erano troppo avanti.» Quello eh. E non perché ci sono le sue amiche in squadra, nono. Neera: Solo quando NICO annuncia la vittoria andrebbe ad esultare «Siiiiiiii!!!» contentissima, prima di lanciare un po’ di neve addosso a se stessa, in faccia. Perchè ognuno si diverte a modo suo, lei se la ride. Ma poi andrebbe ad annuire a BLYTHE «Si, direi che è un’ottima.. eeeetciù!!!» starnutisce, mentre la voce diventa acuta «...idea» stava dicendo «Merenda per tutti?» sarebbe quasi ora di cena probabilmente ma vabbè. Comunque tornerebbe al castello con chiunque voglia, per scaldarsi e fare merenda.
Tumblr media
13 notes · View notes
girulicchio · 4 years
Text
Attualità
Non posso esimermi dal dire la mia, davvero. Sarà mancanza dei freni inibitori, sarà spirito filosofico, vena polemica, quello che vi pare, ma non posso davvero trattenermi. Il primo pensiero, che a quanto pare per molti non è così naturale, è la famiglia. Ora, chi ha il coraggio di dire con tutta onestà intellettuale che fosse stata sua figlia (per non dire sua sorella, sua cugina o fare un albero genealogico per l’occasione) nel cuore dell’Africa, rapita da persone che - cito quello che ho sentito - hanno per fortuna sviluppato una linea politica diversa, non sgozzando più le gole in diretta TV... dicevo: chi ha il coraggio di affermare che fosse stata una sua cara l’avrebbe fatta morire perché se l’è cercata, perché lo sapeva, perché l’Africa è popolata da scimmie e non da uomini - e interrompo i perché prima di dover riprendere una terza volta la stessa frase -, allora sì, merita il mio rispetto per la sua opinione. Se il pensiero di queste persone non mutasse in nessun caso, che ci fosse Gesù Cristo o loro stessi in una baracca di paglia e legno, perché non dovrebbe essere lecito? Ah beh, ma c’è chi dice che è tornata senza un graffio, che si è convertita, che probabilmente è un piano per far arricchire qualcuno da cui tornare. Certo, la mente - con mio massimo stupore - riesce a partorire voli pindarici e idee geniali anche quando il quoziente intellettivo sfiora appena le due cifre. Perché Giggino il salumiere, che ha preso la terza media a sedici anni per esasperazione dei professori, ne sa più della Farnesina. La parrucchiera del rione, nota per la sua lingua biforcuta e il fare giolittiano, ha capito tutto e quasi quasi andrà lei a spiegare di persona al nostro governo com’è che si gestiscono certe situazioni, qui in Italia, una delle tre potenze mondiali.  Potenze mondiali... ma se nemmeno più il calcio, l’unica cosa che per anni abbiamo potuto dire “il nostro è meglio” quasi ci appartiene più.  Questo periodo per me - e so che sta per suonare come un enorme cliché - è stato di profonda illuminazione. Al contrario di molti, però, non in senso buonista. Mi sta facendo rivalutare le mie idee, la mia fede. Inizio, forse di nuovo, a vergognarmi del genere a cui appartengo (quello umano, al di là del sesso), alla fede in cui ho scelto di credere, al popolo con cui sono cresciuto finora. Poi, conto fino a dieci. Respiro e penso: no, non vale la pena. Perché tornare indietro? Perché fare questo grosso passo involutivo? Tolleranza, indipendenza, libertà. Ognuno merita il diritto di avere le proprie idee. E non sta a me decidere se e quando hanno la libertà di esercire tale diritto. Insomma: vivo in un mondo di terrapiattisti, vegani, avventisti del settimo giorno e gente che chiama i propri figli con i nomi di personaggi di serie TV. Me ne dovrò fare una ragione. Tra cinquant’anni, sarò io il vecchio rincoglionito, retrogrado, non in grado di accettare la realtà, che propina teorie complottiste dal - a dir poco - dubbio valore e ancor minore consistenza.  Amore, chiunque tu sia quando questo momento giungerà: nel cassetto c’è una pistola. Puntala alla tempia, dalle spalle. Queste sono le mie ultime volontà.
4 notes · View notes