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#festival dei tulipani
cinquecolonnemagazine · 4 months
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Ad Maiora: si conclude la quarta stagione
Giunge al termine la quarta stagione della digital serie AD MAIORA.  Un viaggio cinematografico attraverso episodi che mettono al centro le persone e la forza delle relazioni sociali per trasmettere allo spettatore un messaggio positivo. Otto (1° - Più che vicini, 2° - La Meraviglia, 3° - Un attimo di noi, 4° C’era una volta lei, 5° Tutti giù per terra, 6° - Nutrire l’anima, 7° - Quello che c’è, 8° - Rifiorire) sono le storie di resilienza, girate nel 2024 in Emilia Romagna, da rivedere qui  Del cast sono parte: Stefano Foglia regista e attore, Federico Feliziani sceneggiatore, Manuel Benati e Filippo Romanelli filmmakers. Deborah Annolino, ideatrice del format.  Ad Maiora - la digital serie Nata nel 2020 durante la pandemia Covid-19 come momento di informazione positiva, la digital serie, del genere docufiction, è un progetto no profit prodotto da AD Communications, studio di comunicazione a Bologna.  AD MAIORA racconta attraverso il linguaggio delle immagini, e del cinema, le buone pratiche e gli esempi virtuosi delle realtà del terzo settore.  “Le persone che accettano di fare questo viaggio insieme a noi - spiega l’ideatrice Deborah Annolino - lo fanno con la massima sincerità e la volontà di raccontarsi. AD Maiora ha l’obiettivo di andare alla ricerca di storie che offrono un contributo positivo all’informazione rafforzando i legami tra le persone. Questo progetto ci fa scoprire la bellezza di essere tutti parte di una grande comunità” – conclude l’ideatrice di AD MAIORA. La digital serie ha vinto importanti riconoscimenti nel settore cinematografico: dal primo posto del Festival internazionale della Cinematografia sociale “Tulipani di Seta Nera” alla menzione speciale del “Digital Media Fest” Best oriented Social Movie evidenziando l’essenza sociale del progetto. “Siamo soddisfatti di questo nuovo viaggio - spiega il regista Stefano Foglia – che fa leva sul valore sociale e umano delle persone. La quarta stagione ha rappresentato un importante arricchimento per noi di AD Maiora ed è bello conoscere tante realtà virtuose, dargli voce oltre che visibilità”. Infine le parole dello sceneggiatore, Federico Feliziani: “L’esercizio più grande in questa quarta stagione è stato proprio equilibrare la parte artistica della sceneggiatura e quella giornalistica ben piantata nella realtà. Queste sono state le linee guida che mi hanno guidato nella scrittura: la ricerca di un linguaggio emozionante che sapesse trasmettere empatia con le storie reali raccontate”. Nella quarta stagione di AD MAIORA non c’è solo il racconto delle disabilità ma emergono temi come l’ambiente (la resilienza delle piante raccontata attraverso le immagini del Bosco integrale di Cento, in provincia di Ferrara), l’arte (il Teatro di Camelot come luogo creativo e inclusivo dove ciascuno attore è accolto per ciò che è e può dare). Tutti gli argomenti inoltre si collegano ad alcuni obiettivi di sviluppo sostenibile di AGENDA ONU 2030 come la parità di genere (raccontata nell’episodio del Room and Breakfast di Maranello, in provincia di Modena che include e integra donne vittime di violenza), la salute e il benessere (un esempio è la storia dei volontari del progetto Bologna For Community che accompagnano tutto l’anno un gruppo di ragazzi disabili tifosi allo Stadio per vedere le partite di calcio ma non solo).  Infine c’è spazio per la bellezza di monumenti storici che resistono al tempo e che grazie alle guide dell’Associazione “Succede solo a Bologna” vengono raccontati e fatti conoscere alle future generazioni.   Read the full article
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radiotusciaevents · 5 months
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Un milione di petali colorano il Festival del Tulipano
Un milione di petali ha colorato le vie di Castiglione del Lago durante la sfilata dei carri del Festival del Tulipano. Un festival che ha compiuto 54 anni, ma non li dimostra assolutamente. Sin dal mattino, migliaia di persone hanno invaso le vie del borgo, riempito la piazza del giardino dei tulipani, mangiato nei vari stand e comprato artigianato locale, in attesa della sfilata dei carri. Il…
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Il Festival dei tulipani di Amsterdam
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fashionluxuryinfo · 1 year
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Gran Galà del Sociale assegnati i Premi Sorriso Diverso al Festival Tulipani di Seta Nera 2023 La cerimonia in onda su Rai1 il 26 giugno condotta da Lorena Bianchetti Si è conclusa con il Gran Galà del Sociale condotto da Lorena Bianchetti la XVI edizione del Festival Tulipani di Seta Nera, la rassegna dedicata al racconto cinematografico del sociale e della sostenibilità attraverso storie sulla diversità, sulla fragilità e sull’unicità delle persone e dei luoghi. https://www.fashionluxury.info/it/
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istanbulperitaliani · 4 years
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Festival dei Tulipani
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Ad Istanbul ogni Aprile prende il via, dal 2006, il Lale Festivali, il Festival dei Tulipani. Nei mesi invernali vengono piantati nei parchi, nei viali, nelle aiuole, nelle rotatorie del traffico milioni di tulipani pronti a sbocciare ad Aprile.
Il tulipano é il simbolo nazionale floreale della Turchia.
Sfatiamo subito un mito dicendo che i tulipani non provengono dall’Olanda come molti credono. Il tulipano é un fiore nato nelle steppe asiatiche e la sua coltivazione commerciale (Tulipano in turco Lale dal persiano Lâhle) é iniziata sotto l’Impero Ottomano. Il regno del sultano Ahmed III (1673-1736) viene ricordato come il Periodo dei Tulipani per indicare la realizzazione di numerose e positive riforme e per finire: il tulipano é il simbolo nazionale floreale della Turchia.
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Si deve al tulipano la prima bolla speculativa della Storia del capitalismo.
Oghier Ghislain de Busbecq (1522-1592), l’ambasciatore dell’imperatore austriaco Ferdinando I presso Solimano il Magnifico, colpito dalla bellezza dei tulipani fece spedire alcuni bulbi al suo amico botanico Carolus Clusius responsabile dei giardini reali olandesi. Nei Paesi Bassi questi fiori divennero un vero e proprio bene di lusso. I prezzi dei fiori venivano contrattati a casa del mercante olandese, di origini venete, Jacob van der Beurze, da cui nascerà il nome Borsa per indicare il luogo dove si svolgono i mercati finanziari.
L’interesse per i tulipani divenne talmente eccessivo che alcuni bulbi venivano scambiati con terreni, case e bestiame. Questo eccesso diede origine alla prima bolla speculativa documentata che passerà alla storia come la bolla dei tulipani (5 febbraio 1637).
Immense fortune si accumularono e vennero dilapitate nel volgere di pochi giorni.
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Ma quali sono i posti migliori per ammirare i tulipani ad Istanbul?
Come tutti gli anni ci saranno una serie di iniziative collegate al fiorire dei tulipani: concerti, mostre, concorsi ed altri eventi culturali.
Luoghi dove ammirare i tulipani: I tulipani vengono piantati un po’ ovunque ad Istanbul, naturalmente sono i parchi ad ospitarne le quantità maggiori come il Gülhane Park ad Eminönü e il parco Yıldız vicino ad Ortaköy. Se cercate la magnificenza dovete recarvi al parco Emirgan che oltre ad ospitare il Museo del Tulipano é il luogo dove vengono piantati 2 milioni e mezzo di tulipani suddivisi in 270 qualità diverse.
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Nota: In base alle condizioni climatiche la fioritura dei tulipani dovrebbe, il condizionale é obbligatorio in quanto i cicli della natura non possono essere regolati con il telecomando, raggiungere il suo massimo a metà di Aprile.
La mia Vita a Istanbul: consigli e informazioni turistiche. Disponibile come GUIDA per delle ESCURSIONI in città. Scrivi una e-mail a: [email protected] Seguici anche su www.facebook.com/istanbulperitaliani
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luigicassandra · 2 years
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...un incontro artistico speciale per un Sorriso Diverso al Gran Galà della XV° edizione del Festival dei Tulipani di Seta Nera 🌷...con la meravigliosa e bravissima Cantautrice e Artista Mariella Nava.👏 Grazie! ♥️✌️ @festival_tsn @mariella_nava https://www.instagram.com/p/CeJWA4NKvzv/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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freedomtripitaly · 5 years
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Arroccata su un promontorio sulle sponde occidentali del Lago Trasimeno sorge Castiglione del Lago, uno dei borghi più suggestivi di tutta l’Umbria. Situato in provincia di Perugia, confina con Arezzo e Siena e gode di una vista invidiabile sulle splendide acque del lago. La piccola cittadina fu fondata dagli Etruschi e ampliata dai Romani, ma è nel periodo medievale che raggiunge il suo massimo splendore, sotto la guida della famiglia Corgna. Il suo nome deriverebbe dal termine Castellum Leonis, ossia Castello del Leone, la struttura difensiva che caratterizza il borgo. Il suo passato ricco di storia e la sua bellezza senza tempo rendono oggi Castiglione del Lago uno dei luoghi assolutamente da non perdere quando si visita il centro italia. Immerso nel Parco Regionale del Trasimeno, il borgo è uno dei comuni costieri che caratterizzano quest’area naturale protetta di incredibile bellezza. Cosa vedere a Castiglione del Lago Una visita a Castiglione del Lago non può che iniziare dal Palazzo Ducale, anche noto come Palazzo Corgna, la reggia della famiglia che ha regalato prestigio al paese lacustre, voluta da Ascanio della Corgna nel 1563. Inizialmente concepita come residenza di campagna, il palazzo ebbe l’onore di ospitare personaggi del calibro di Leonardo Da Vinci e Niccolò Machiavelli e nasconde al suo interno splendide sale affrescate, opera tra gli altri di Pomarancio. Il palazzo è attualmente sede del comune di Castiglione. La celebre Rocca del Leone è collegata al Palazzo della Corgna attraverso un affascinante camminamento coperto affacciato sul lago, curiosamente unico punto di accesso alla fortezza. La Rocca domina dall’alto il borgo di Castiglione del Lago e l’intero Trasimeno, e fu realizzata nel XIII secolo per volere di Federico II di Svevia. Si narra che il suo nome derivi dalla sua forma pentagonale ispirata alla costellazione del Leone ed è certamente uno degli scorci più belli ammirabili nel borgo. Camminando poi tra le vie del centro storico di Castiglione del Lago, è possibile coglierne l’aria genuina ed il glorioso passato, curiosando tra gli stretti vicoli ed affacciandosi alle mura medievali che abbracciano l’intero abitato. Il borgo è punteggiato di botteghe artigianali e locande cariche di profumi tradizionali, ed è un vero piacere scivolare tra le sue piazzette e restare sorpresi dalle prospettive che spuntano da dietro ogni angolo. Ancora visibili sono le porte di accesso al centro del borgo, che sono tre: Porta Perugina, del XIII secolo, Porta Fiorentina, risalente al XVI secolo e Porta Senese, di origine medievale ma ricostruita nel ‘900. Di incredibile bellezza è anche il percorso panoramico che segue il perimetro esterno delle mura, detto il Poggio Olivato. Tra gli edifici religiosi di Castiglione, meritano una menzione sia la Chiesa di Santa Maria Maddalena, della metà dell’800, scrigno di opere di Eusebio da San Giorgio, discepolo del Perugino, e la Chiesa di San Domenico costruita dal duca Fulvio Alessandro della Corgna in ringraziamento per un miracolo ricevuto dal santo, e che ospita oggi le tombe di membri della famiglia più importante nella storia del villaggio. Cosa fare sul Lago Trasimeno Il vicino Lago Trasimeno è un’attrazione irrinunciabile e mentre si sosta a Castiglione del Lago sono numerose le attività che la zona lacustre propone. Le coste del lago offrono infatti sia l’opportunità di trascorrere rilassanti giornate sulle loro spiagge attrezzate, tra relax e deliziosi pranzi con vista sulle onde, così come quella di dedicarsi agli sport acquatici più avventurosi, come vela, windsurf, kitesurf e canottaggio. Le spiagge di Merangola Sports Beach, una bellissima area attrezzata, e la spiaggia il Pescatore Cafe Praia, promettono entrambe momenti indimenticabili, mentre se si desidera solcare le acque del lago da Castiglione ci si può imbarcare per raggiungere la non distante Isola Polvese, la più grande delle tre isole del Trasimeno, di grande interesse naturalistico e culturale. Imperdibili sulle sponde dell’isola i boschi di alloro e leccio, così come il Castello Medievale ed il Monastero di San Secondo. Di interesse anche la Piscina del Porcinai, Giardino di Piante Acquatiche opera di Pietro Porcinai, noto paesaggista del XX secolo. Eventi a Castiglione del Lago Castiglione del Lago è anche location di molte pittoresche manifestazioni, come ad esempio Coloriamo i Cieli, un festival di fine aprile che vede i cieli del Lago riempirsi di coloratissimi aquiloni e la Sagra dei Tulipani durante la quale Castiglione viene adornata con bellissimi fiori dalle tinte accese e il paese di anima di carri allegorici, cortei in costume ed anche di un Palio tra contrade. Di importante interesse culturale è la Rassegna Internazionale del Folklore, durante la quale gruppi folkloristici provenienti da diversi paesi mostrano le loro culture popolari esibendosi in un clima di scambio e condivisione all’interno della Rocca Medievale. Luci sul Trasimeno è invece una nuova e scintillante manifestazione che ha di recente preso vita nel periodo natalizio e che ha visto protagonista l’albero di Natale disegnato sull’acqua più grande del mondo: una magia che ha commosso il pubblico e scaldato i cuori. Cosa mangiare a Castiglione del Lago Due preparazioni tradizionali da assaggiare assolutamente se si passa da Castiglione del Lago sono il brustico, un piatto di origine etrusca che prevede pesce arrostito su carboni di cannucce di lago, ed il tegamaccio, una zuppa di pesce dalla lentissima cottura. I primi di pesce sono altrettanto deliziosi, come i tagliolini di brodo di luccio, il riso con sugo di pesce ed il risotto con le tinche, così come estremamente gustosi sono i filetti di persico fritti e la carpa regina in porchetta, ovvero una carpa cotta al forno aromatizzata con pepe sale aglio e finocchio. Tra i piatti di terra si trovano i pici col sugo d’anatra, l’insalata di farro e l’oca o anatra arrosto. Da assaggiare anche la celebre fagiolina del Trasimeno, un fagiolo di ridotte dimensioni dal sapore delicato, oggi presidio Slow Food. Il tutto annaffiato ovviamente dai deliziosi Vini DOC Colli del Trasimeno. https://ift.tt/2GSo9o7 Cosa vedere nel borgo di Castiglione del Lago Arroccata su un promontorio sulle sponde occidentali del Lago Trasimeno sorge Castiglione del Lago, uno dei borghi più suggestivi di tutta l’Umbria. Situato in provincia di Perugia, confina con Arezzo e Siena e gode di una vista invidiabile sulle splendide acque del lago. La piccola cittadina fu fondata dagli Etruschi e ampliata dai Romani, ma è nel periodo medievale che raggiunge il suo massimo splendore, sotto la guida della famiglia Corgna. Il suo nome deriverebbe dal termine Castellum Leonis, ossia Castello del Leone, la struttura difensiva che caratterizza il borgo. Il suo passato ricco di storia e la sua bellezza senza tempo rendono oggi Castiglione del Lago uno dei luoghi assolutamente da non perdere quando si visita il centro italia. Immerso nel Parco Regionale del Trasimeno, il borgo è uno dei comuni costieri che caratterizzano quest’area naturale protetta di incredibile bellezza. Cosa vedere a Castiglione del Lago Una visita a Castiglione del Lago non può che iniziare dal Palazzo Ducale, anche noto come Palazzo Corgna, la reggia della famiglia che ha regalato prestigio al paese lacustre, voluta da Ascanio della Corgna nel 1563. Inizialmente concepita come residenza di campagna, il palazzo ebbe l’onore di ospitare personaggi del calibro di Leonardo Da Vinci e Niccolò Machiavelli e nasconde al suo interno splendide sale affrescate, opera tra gli altri di Pomarancio. Il palazzo è attualmente sede del comune di Castiglione. La celebre Rocca del Leone è collegata al Palazzo della Corgna attraverso un affascinante camminamento coperto affacciato sul lago, curiosamente unico punto di accesso alla fortezza. La Rocca domina dall’alto il borgo di Castiglione del Lago e l’intero Trasimeno, e fu realizzata nel XIII secolo per volere di Federico II di Svevia. Si narra che il suo nome derivi dalla sua forma pentagonale ispirata alla costellazione del Leone ed è certamente uno degli scorci più belli ammirabili nel borgo. Camminando poi tra le vie del centro storico di Castiglione del Lago, è possibile coglierne l’aria genuina ed il glorioso passato, curiosando tra gli stretti vicoli ed affacciandosi alle mura medievali che abbracciano l’intero abitato. Il borgo è punteggiato di botteghe artigianali e locande cariche di profumi tradizionali, ed è un vero piacere scivolare tra le sue piazzette e restare sorpresi dalle prospettive che spuntano da dietro ogni angolo. Ancora visibili sono le porte di accesso al centro del borgo, che sono tre: Porta Perugina, del XIII secolo, Porta Fiorentina, risalente al XVI secolo e Porta Senese, di origine medievale ma ricostruita nel ‘900. Di incredibile bellezza è anche il percorso panoramico che segue il perimetro esterno delle mura, detto il Poggio Olivato. Tra gli edifici religiosi di Castiglione, meritano una menzione sia la Chiesa di Santa Maria Maddalena, della metà dell’800, scrigno di opere di Eusebio da San Giorgio, discepolo del Perugino, e la Chiesa di San Domenico costruita dal duca Fulvio Alessandro della Corgna in ringraziamento per un miracolo ricevuto dal santo, e che ospita oggi le tombe di membri della famiglia più importante nella storia del villaggio. Cosa fare sul Lago Trasimeno Il vicino Lago Trasimeno è un’attrazione irrinunciabile e mentre si sosta a Castiglione del Lago sono numerose le attività che la zona lacustre propone. Le coste del lago offrono infatti sia l’opportunità di trascorrere rilassanti giornate sulle loro spiagge attrezzate, tra relax e deliziosi pranzi con vista sulle onde, così come quella di dedicarsi agli sport acquatici più avventurosi, come vela, windsurf, kitesurf e canottaggio. Le spiagge di Merangola Sports Beach, una bellissima area attrezzata, e la spiaggia il Pescatore Cafe Praia, promettono entrambe momenti indimenticabili, mentre se si desidera solcare le acque del lago da Castiglione ci si può imbarcare per raggiungere la non distante Isola Polvese, la più grande delle tre isole del Trasimeno, di grande interesse naturalistico e culturale. Imperdibili sulle sponde dell’isola i boschi di alloro e leccio, così come il Castello Medievale ed il Monastero di San Secondo. Di interesse anche la Piscina del Porcinai, Giardino di Piante Acquatiche opera di Pietro Porcinai, noto paesaggista del XX secolo. Eventi a Castiglione del Lago Castiglione del Lago è anche location di molte pittoresche manifestazioni, come ad esempio Coloriamo i Cieli, un festival di fine aprile che vede i cieli del Lago riempirsi di coloratissimi aquiloni e la Sagra dei Tulipani durante la quale Castiglione viene adornata con bellissimi fiori dalle tinte accese e il paese di anima di carri allegorici, cortei in costume ed anche di un Palio tra contrade. Di importante interesse culturale è la Rassegna Internazionale del Folklore, durante la quale gruppi folkloristici provenienti da diversi paesi mostrano le loro culture popolari esibendosi in un clima di scambio e condivisione all’interno della Rocca Medievale. Luci sul Trasimeno è invece una nuova e scintillante manifestazione che ha di recente preso vita nel periodo natalizio e che ha visto protagonista l’albero di Natale disegnato sull’acqua più grande del mondo: una magia che ha commosso il pubblico e scaldato i cuori. Cosa mangiare a Castiglione del Lago Due preparazioni tradizionali da assaggiare assolutamente se si passa da Castiglione del Lago sono il brustico, un piatto di origine etrusca che prevede pesce arrostito su carboni di cannucce di lago, ed il tegamaccio, una zuppa di pesce dalla lentissima cottura. I primi di pesce sono altrettanto deliziosi, come i tagliolini di brodo di luccio, il riso con sugo di pesce ed il risotto con le tinche, così come estremamente gustosi sono i filetti di persico fritti e la carpa regina in porchetta, ovvero una carpa cotta al forno aromatizzata con pepe sale aglio e finocchio. Tra i piatti di terra si trovano i pici col sugo d’anatra, l’insalata di farro e l’oca o anatra arrosto. Da assaggiare anche la celebre fagiolina del Trasimeno, un fagiolo di ridotte dimensioni dal sapore delicato, oggi presidio Slow Food. Il tutto annaffiato ovviamente dai deliziosi Vini DOC Colli del Trasimeno. Il borgo di Castiglione del Lago ha molti edifici storici e religiosi da scoprire, oltre alle specialità gastronomiche e alle attività sul Trasimeno.
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universalmovies · 5 years
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Venezia 76 - Mio Fratello rincorre i Dinosauri vince il Sorriso Diverso Venezia 2019
Venezia 76 – Mio Fratello rincorre i Dinosauri vince il Sorriso Diverso Venezia 2019
Il film Mio Fratello rincorre i Dinosauri, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia, ha portato a casa il premio Sorriso Diverso Venezia 2019.
Il premio è stato organizzato dal Festival dei Tulipani di Seta Nera, in collaborazione con Paranormaltv e L’Oro di Bacco Piacere di perle dorate. Come ogni anno viene consegnato all’opera cinematografica presentata al Festival di Veneziache meglio…
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Memoria e spiritualità in Rita Pacilio
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Questi ricordi senza casa La memoria è un’ombra estesaun disegno per recuperare la vitarimasta indietro, la tradizione,ogni cosa omessa. Noi siamo le mani alzate nel confine incatenatosiamo noi quell’aria che si muove sui monti!Se tu fossi nella mia testa capiresti la pruadi ogni traversata, la memoria dei luoghi, se tu fossi nella mia testa non moriresti mai. (da Prima di andare, La Vita Felice, 2016) Sulla scia dei nuovi lirici, l’interlocutore della poesia di Rita Pacilio è il mondo. Detto così può sembrare anche riduttivo, o meglio, genericamente inconcludente il modo con cui si approcci alla sua poesia. Allora diciamo che il suo mondo non è quello autobiografico dei suoi sodali; nel suo mondo hanno un posto privilegiato, l’uomo, la natura, il tempo. La poesia di Pacilio, attraverso tematiche sociali, psicologiche e spirituali, s’interroga, con una parola essenziale e semplice, ma armoniosa e musicale; s’interroga persino sulla morte, disposta allo stupore, alla meraviglia. C’è dunque l’uomo, l’umanità, gli ultimi, i sofferenti, la compassione, l’amore e la ricerca di Dio in tutte le cose nella poesia di Rita Pacilio; emersioni di fragilità e incomprensioni attraverso una vita di sofferenze che trova la forza di esistere nell’affidamento alla natura, più precisamente alla memoria, in un tempo che scorre inesorabile, rendendoci vulnerabili ma anche affascinati dai cambiamenti, dove però i ricordi si affidano altresì all’amore ma con coscienza, alla narrazione di una vita legata agli affetti più intimi, all’universalità dei sentimenti e della speranza di una vita migliore. Il testo più rappresentativo della sua poetica, visionario e intimo allo stesso tempo, è Gli imperfetti sono gente bizzarra (che dà il titolo anche ad un volume, citato più giù). Ce lo dice la stessa Pacilio: «In questo lavoro poetico Gli imperfetti sono gente bizzarra, prendendo per mano il lettore, cammino negli ospedali psichiatrici. Attraverso e mi lascio attraversare come sociologo, ma soprattutto come persona, dalle varie patologie degli esseri umani che vivono una condizione di alienazione, marginalità, sofferenza. Ho visitato la realtà  dei “diversi” tenendo conto della loro normalità  quotidiana, del loro essere bizzarri tra le proprie cose sapendo che ai nostri occhi quel mondo è solamente da compatire. Ho voluto restituire dignità a chi è totalmente dipendente da medici, infermieri e da tutti coloro che se ne prendono cura. In questo libro ho un passo maturo, deciso e consapevole: l’ho meditato, studiato, conosciuto facendo un percorso obbligato che mi ha vista partecipe, in prima persona, del disagio di chi ha una malattia mentale». E allora citiamone una di queste poesie: Sputa i suoi drammicoi colpi di tosseper gioco, per amorescorie sottili nelle mani esibite è latente lo scontento sulle spalle. Gli imperfetti sono gente bizzarralasciati nell’arena, non so dire esattamente,come un silenzio, un ghigno.Ho pensato che Dio ama l’insicurezzae le sfumature dei dirupi. Io mi trovo qui dove non si torna indietro. Rita Pacilio è nata nel 1963 a Benevento e vive nel Sannio. Si è formata presso l’Università degli Studi di Napoli conseguendo la laurea in Sociologia (indirizzo socio-psicologico) e la specializzazione in Mediazione familiare e dei conflitti interpersonali. Si dedica alla poesia, alla narrativa, alla letteratura per l’infanzia, alla saggistica e alla musica. Direttrice del marchio editoriale RPlibri, è Presidente dell’Associazione “Arte e Saperi”; ideatrice e direttrice artistica di Festival dedicati alla poesia tra cui il “Festival della poesia nella cortesia a San Giorgio del Sannio” (dal 2009 al 2019). Con Giuseppe Vetromile cura il “Festival della poesia lungo la via… un altro modo di dire poesia”. Per la poesia ha pubblicato: Luna stelle… e altri pezzi di cielo (E.S.I., 2003); Ciliegio forestiero (LietoColle, 2006); Tra sbarre di tulipani (id., 2008); Alle lumache di aprile (id., 2010); Di ala in ala, con Claudio Moica (id., 2011); Gli imperfetti sono gente bizzarra (La Vita Felice, 2012, vincitore di numerosi premi); Quel grido raggrumato (id., 2014); Il suono per obbedienza, poesie sul jazz (Marco Saya Edizioni, 2015); Prima di andare (La Vita Felice, 2016); La venatura della viola (Ladolfi, 2019); Quasi madre (Italic Pequod, 2022); Di ala in ala, con Claudio Moica (RPlibri, 2022 – seconda edizione). La Pacilio ha le idee chiare su come intende rapportarsi con la sua poesia. L’ha dichiarato in una recente intervista rilasciata a chi scrive (ora pubblicata nel volume Poeti in Campania. Ventisette interviste, Bertoni Editore, 2022): «… è una disponibilità allo stupore, una continua sperimentazione della bellezza e della condivisione della vita e della morte attraverso la ricerca di un linguaggio autentico, alto e potente, raffinato e personale. La poesia è un atto maturo e responsabile di continua esplorazione del mondo e di verifica delle proprie tensioni verso altri. Per me la poesia è sempre stato un luogo di esperienze, di elaborazioni e modificazioni che partono da un movimento di fede e di speranza». (p. 136) Nonostante la struttura poematica della Pacilio rasenti in più percorsi la prosa, ci troviamo di fronte ad una poesia che s’inoltra nella vita e nei suoi meandri mettendosi in gioco, accettando le sfide anche da un punto di vista strutturale del linguaggio, fino a sacrificarsi per cercare altre strade, ripristinando il senso civico dell’esistenza. E anche in questo è evidenziata una certa anomalia rispetto al canone dei nuovi lirici. La memoria è la testimone dei tempi, conoscenza del passato che ci permette di vivere l’odierno con più consapevolezza ˗ almeno così dovrebbe essere ˗ in quanto ˗ come ci dice Cicerone nel De Oratore, «La memoria è tesoro e custode di tutte le cose». E Rita Pacilio lo sa bene, come tutti i neo-lirici cui ella appartiene ˗ sia chiaro, neo-lirici non è un’offesa, non è una brutta parola ˗. D’altronde nella poesia lirica ˗ e non solo ˗ la memoria, che accosta diversi spazi temporali alla realtà, come in Ungaretti di Sereno «che oppone la transitorietà dell’uomo all’immortalità dell’Universo», guarda al futuro (come in Pacilio), desideroso di conoscerlo. E la memoria non ha solo una dimensione personale; e dunque con essa la poesia di Pacilio riesce anche a distaccarsi dalla liricità, in quanto ˗ essa, la memoria, il ricordo ˗ non è soltanto rievocazione del passato, come nella migliore tradizione della poesia lirica. E a differenza di due capisaldi della lirica italiana, Leopardi e Montale, il ricordo, la memoria insomma, non addolciscono gli aspetti più dolorosi della vita, ma rafforzano la consapevolezza che l’esistenza va vissuta e affrontata con tutti i suoi dolori; e per il poeta ˗ come nel caso di Pacilio ˗ è «lavorare sul linguaggio per ricercare le parole adeguate al fine di arricchire la visione di metafore e forme poliedriche del sentimento per eccellenza più vite e presenze che si intrecciano a momenti quotidiani» (ibid.). Read the full article
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livioacerbo · 6 years
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TV generalista e interattiva: come sarà il palinsesto del futuro?
Interessante momento di riflessione e confronto durante la MasterClass organizzata dal Festival dei Tulipani di seta nera e Cinecircolo Romano Come si costruisce un palinsesto? Qual è il futuro della fruizione televisiva e cinematografica? Attorno a queste domande si è snodato il momento di riflessione e confronto tenutosi ieri sera nell’ambito della MasterClass “Palinsesti televisivi”organizzata …
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mumaclo · 7 years
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Siamo fuori tempo per il festival dei tulipani ma se scorgi l'attenzione oltre il consueto ne trovi un paio dietro al mio sorriso.
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fashionluxuryinfo · 1 year
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Il GIARDINO DELLA KOLYMBETHRA una storia di RESILIENZA e RINASCITA. Si conclude la terza stagione del format della giornalista agrigentina Deborah Annolino selezionato tra i finalisti nell’ambito del XVI Festival nazionale “Tulipani di Seta Nera” in collaborazione con RAI Cinema Channel. Il Giardino della Kolymbethra, simbolo di archeologia e natura nella Valle dei Templi di Agrigento, è ufficialmente tra i dieci episodi della terza stagione di AD Maiora – Storie di resilienza. https://www.fashionluxury.info/it/
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istanbulperitaliani · 5 years
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Festival dei Tulipani 2019
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Ad Istanbul per il Festival dei Tulipani 2019 sono stati piantati milioni di tulipani nelle aiuole e nei parchi pubblici.
In breve sono previsti dall’1 fino al 30 Aprile, dalle 11:00 alle 20:00, spettacoli musicali, performance artistiche come la tecnica ebru e l’arte calligrafica, mostre e tanti altri eventi culturali e ricreativi!
Eventi che si terranno quasi tutti nei principali parchi pubblici di Istanbul.
Uno dei luoghi migliori per ammirare i tulipani ad Istanbul é senza dubbio il Parco Emirgan dove sono stati piantanti quasi 3 milioni di tulipani!
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A Piazza Sultanahmet, dal 10 al 30 Aprlie, l’ormai presenza fissa del tappeto di tulipani più grande del mondo composto da oltre 564mila fiori su una superficie di 1.731 m2. Tramite una passerella sarà possibile ammirare il tappeto in tutta la sua interezza.
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Istanbul per italiani é la tua guida turistica per Istanbul! Organizziamo ESCURSIONI con GUIDE TURISTICHE UFFICIALI per chi vuole vivere e comprendere Istanbul. Percorsi speciali. Prezzi speciali. Adatti a tutti e con qualsiasi condizione meteo.Istanbul é una metropoli caotica e affollatissima ma é bellissima! Immergiti nella vita quotidiana di Istanbul e scoprila come non potresti mai fare da solo. Affidati a chi vive qui e conosce, respira e vive la metropoli sul Bosforo.
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pangeanews · 5 years
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La più grande delusione cinematografica dell’anno: “Joker”. (Fidatevi, Heath Ledger e Jack Nicholson sono meglio di Joaquin Phoenix)
A volte gli inglesi sono stupefacenti. Mentre il resto del pianeta adora il sole loro, cinicamente, riducono l’astro a un biscotto da consumarsi con il tè, alle cinque. Disintegrano i falsi miti, intendo, fanno a pezzi le leggende facili. Così, mentre la maggior parte della stampa applaude al “Joker” di Todd Phillips, s’inchina davanti all’interpretazione da Coppa Volpi di Joaquin Phoenix, l’acido Peter Bradshaw mette tutti a posto scrivendo un pezzo dal titolo roboante: “Joker, the most disappointing film of the year”, assegnando al film due stellette sulle cinque disponibili. Ora, Bradshaw, noto per i suoi gusti snob – nel 2012 ha stilato la sua personale lista dei migliori film: insieme a “Toro scatenato”, “The Addiction”, “Io e Annie”, “Andrej Rublëv” e “In the Mood for Love”, ha piazzato “Narciso nero” e “Sangue blu”… – è da vent’anni il critico cinematografico di riferimento del “Guardian”. In questo caso, come sempre, il punto non è stroncare a casaccio o colpire il fegato per gioco, ma far agire il cervello. Meglio, dunque, ragionare intorno a pensieri controcorrente.
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La più grande delusione dell’anno è dunque arrivata. Emerge, elevata alla fama, come la ragazza dei tulipani dei festival, ricca di premi, un tocco aristocratico sulla cultura pop. L’anno scorso abbiamo avuto la solenne versione di Suspiria secondo Luca Guadagnino, ora è il Joker del regista e co-sceneggiatore Todd Phillips: un nuovo mito delle origini per il più famoso avversario di Batman.
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Joaquin Phoenix è Arthur Fleck, patetico perdente e anima solitaria a Gotham City, in un tempo imprecisato dei primi Ottanta. Arthur è stato ricoverato in una clinica psichiatrica, ma ora gli è concesso di vivere con l’anziana madre, Penny (Frances Conroy), nel suo squallido appartamento. Il povero Arthur soffre di una condizione neurologica instabile: ogni tanto, nei momenti più inopportuni, scoppia in risate stridenti. Ha una cotta per la vicina di casa single, Sophie (Zazie Beetz), vorrebbe diventare un comico televisivo come il suo adorato mito, Murray Franklin (Robert De Niro), ma gli riesce soltanto di trovare lavoro come clown. Un giorno, quando le umiliazioni sono diventate insopportabili, disperato per l’ennesimo attacco di bullismo, Arthur piglia la pistola e scopre che il suo talento non è per la commedia ma per la violenza.
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Phillips ha già diretto un film con un personaggio poco divertente e un poco idiota: Alan in Una notte da leoni, interpretato da Zach Galifianakis. Ecco, mi domando come sarebbe stato Joker interpretato da Galifianakis. Voglio dire: Phoenix non ci toglie dalla testa il fatto che Joker dovrebbe essere sexy. Per il resto, c’è la bella scenografia di Mark Friedberg, alcune straordinarie immagini di Lawrence Sher, una interpretazione decisa di Phoenix, che tuttavia non assurge ai livelli raggiunti in The Master di Paul Thomas Anderson. Il film regge fino alla terribile vendetta di Joker attuata in metropolitana, una eco, probabilmente, alla famigerata azione di Bernhard Goetz del 1984 – ma Phillips è ben attento a non connotarla come un gesto razzista. Dopodiché, il film risulta noioso, ed è forzato il legame tra Joker e l’etica anticapitalista. La carriera criminale di Joker, poi, termina in modo imbarazzante.
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Il film si riferisce a pellicole come I giustizieri della notte e Il braccio violento della legge, forse anche un po’ a Star Wars, ma è soprattutto un laborioso, inutile omaggio al classico di Scorsese/De Niro, Re per una notte, con una spruzzata di Taxi Driver, ovviamente non toccando quei vertici.
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Le genesi di questo Joker è matura, per nulla fumettistica, paragonata, ad esempio, al truffatore interpretato da Jack Nicholson nel Batman di Tim Burton, che cade in una vasca piena di acido per trasformarsi in un criminale dalla pelle pallida, i capelli verdi e il sorriso sghembo. Non c’è motivo per cui il Joker elaboratamente vintage di Phoenix non debba essere paragonato al potente e enigmatico Joker interpretato da Heath Ledger ne Il cavaliere oscuro di Christopher Nolan. Il fatto è che a un certo punto nel mondo del fumetto devi fare ingresso e Ledger è più capace perché non è appesantito da troppi dettagli realistici, è perfetto nella grandiosa ironia del noir, e non deve sorreggere da solo la fortuna del film. Questo Joker dura un atto solo, il primo. Il film, nel complesso, è disperatamente serio e assai superficiale.
Peter Bradshaw
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italianaradio · 5 years
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Venezia 76: Mio fratello rincorre i dinosauri vince il premio Sorriso Diverso Venezia 2019
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Venezia 76: Mio fratello rincorre i dinosauri vince il premio Sorriso Diverso Venezia 2019
Venezia 76: Mio fratello rincorre i dinosauri vince il premio Sorriso Diverso Venezia 2019
Venezia 76: Mio fratello rincorre i dinosauri vince il premio Sorriso Diverso Venezia 2019
Mio fratello rincorre i dinosauri di Stefano Cipani, tratto dall’omonimo bestseller di Giacomo Mazzariol, vince il premio “Sorriso Diverso Venezia” 2019. Il riconoscimento è istituito dal Festival dei Tulipani di Seta Nera.
Il Premio, che quest’anno vede la collaborazione di Paranormaltv e L’Oro di Bacco Piacere di perle dorate, è istituito dal Festival dei Tulipani di Seta Nera e ogni viene consegnato all’opera cinematografica presentata al Festival di Venezia che meglio valorizza i temi sociali e umani.
Il Film è stato presentato come Evento Speciale alle Giornate degli Autori della 76ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Ecco la motivazione al premio:
Per aver saputo raccontare con un “sorriso diverso” che saper comunicare non significa solo esprimere pensieri e sentimenti attraverso messaggi verbali o scritti ma anche attraverso gesti, espressioni, comportamenti e con il linguaggio universale della musica. E per aver indicato che la vera accettazione e la vera integrazione si ottengono attraverso un percorso fatto di accettazione, comprensione e amore. Opera prima di Stefano Cipani, che, con una efficace regia istintiva ed una eccellente direzione di attori in gran forma, ha il merito di far conoscere al grande pubblico una bella storia di integrazione sociale, edificante, meritevole e meritoria. Un inno alla diversità, vissuta dal protagonista prima come condanna poi come meravigliosa occasione di arricchimento interiore e integrazione sociale. Hanno ritirato il premio Stefano Cipani e Lorenzo Sisto.
MENZIONE SPECIALE per Lorenzo Sisto, attore con sindrome di Down del film Mio fratello rincorre i dinosauri: Alla bravura e alla spontaneità di Lorenzo, che attraverso il cinema si è fatto voce e volto della diversità. Il suo sorriso è un dono prezioso, di quelli che fanno bene al cuore, e che desideriamo ricambiare con il nostro.
La Giuria che ha decretato il vincitore è presieduta da Catello Masullo, critico cinematografico e presidente Cinecircolo Romano, ed è composta da: Paola Dei, psicologa dell’arte e giornalista critico cinematografico; Ira Fronten, attrice, direttrice dell’Italian Black Movie Awards (IBMA) e presidente della Associazione delle donne Latinoamericane in Itala (ASDLI); Stefano Giussani, Associazione Amici del Poldi Pezzoli; Armando Lostaglio, critico cinematografico, vicepresidente Cinit Cineforum Italiano e fondatore CineCLub “V. De Sica”; Franco Mariotti, regista, giornalista, saggista e critico cinematografico; Massimo Nardin, docente universitario, regista, sceneggiatore e critico cinematografico; Rossella Pozza, critico cinematografico e direttore responsabile della rivista QUI CINEMA Cinecircolo Romano; Roberta Rabino, Associazioneamica arte e cultura; Marcello Zeppi, presidente e direttore artistico del MISFF Montecatini e presidente giuria Bridge of Art.
Alla cerimonia di premiazione, condotta da Cinzia Profita, hanno partecipato tanti giornalisti, critici cinematografici e personalità del mondo della cultura: Diego Righini (Presidente di Tulipani di Seta Nera), Leonardo Jannitti Piromallo (Produttore di Tulipani di Seta Nera), Luca La Bella (Co-produttore), Alessia Di Fiore (archeologa), Angelica Bianca, Christian Carapezza, Katya Cimmino (Staff di Paranormal), Ilaria Mallardi (Premio Sorriso Diverso Venezia 2019 e assistente di produzione).
Il premio “Sorriso Diverso Venezia” 2019 si inserisce nell’ambito della ‘mission’ del Festival Tulipani di Seta Nera – manifestazione istituita da L’Università Cerca Lavoro con il sostegno di Regione Lazio e Roma Lazio Film Commission – che vede in prima linea il Presidente Diego Righini, il Direttore artistico Paola Tassone, il produttore Leonardo Jannitti Piromallo e la presidente UCL Ilaria Battistelli: la kermesse da anni si occupa di utilizzare lo strumento cinema come valorizzatore di tematiche sociali, portando all’attenzione del pubblico prodotti cinematografici interessanti con messaggi di vita vera che forniscano grandi momenti di riflessione, speranza, rispetto e capacità di ascolto.
Cinefilos.it – Da chi il cinema lo ama.
Venezia 76: Mio fratello rincorre i dinosauri vince il premio Sorriso Diverso Venezia 2019
Mio fratello rincorre i dinosauri di Stefano Cipani, tratto dall’omonimo bestseller di Giacomo Mazzariol, vince il premio “Sorriso Diverso Venezia” 2019. Il riconoscimento è istituito dal Festival dei Tulipani di Seta Nera. Il Premio, che quest’anno vede la collaborazione di Paranormaltv e L’Oro di Bacco Piacere di perle dorate, è istituito dal Festival dei Tulipani […]
Cinefilos.it – Da chi il cinema lo ama.
Chiara Guida
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virtualtimemusic · 6 years
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E anche l'ultima data, del nostro breve tour nella terra dei tulipani, è andata. Anche ieri sera è stata un'esperienza incredible, presto condivideremo con tante belle foto fatte dal nostro caro @brennobonamigo Yesterday night was amazing! We would like to thank Keifestival and Café de Kletskop for the beautiful opportunity to play in such a great festival! #virtualtime #netherlandstour #lichtenvoorde #keifestival #animalregression (at Lichtenvoorde) https://www.instagram.com/p/BpeE9yniVFa/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=171cvqg1fojs4
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