Tumgik
#ho il collo bologgato
hoilcollobloggato · 3 years
Photo
Tumblr media
la mia vita al tempo del COVID-19 (giorno 29)
“C'è da avere più paura di tre giornali ostili che di mille baionette.” Napoleone Bonaparte
Questa mattina grazie al ritorno della Regione Emilia Romagna in Zona Gialla, ho potuto fare di nuovo colazione seduto al tavolo del bar. Gettando uno sguardo distratto alla TV accesa su un TG locale, ho notato che un giovane cronista trasmetteva, fermo, proprio di fronte all’MD Discount del Principato di Cibeno Pile. Praticamente a un centinaio di metri da casa mia… L’inviato, che stava chiaramente schiattando dal freddo era inquadrato in un circoscritto campo medio, dopo aver ribadito che la trasmissione era in diretta, prese ad introdurre l’argomento; il vitale, l’urgente succo del servizio: questo sarà un Natale diverso dal solito - i supermercati e i centri commerciali tenderanno ad essere più o meno affollati dell’anno scorso? L’eroico inviato, forniva i risvolti della sua indagine e, dichiarava che: quando il discount è veramente affollato, allora sono presenti nel parcheggio molte più auto di quelle che ci stava mostrando – più auto ci sono, più tempo occorre per parcheggiare, ma la gente comunque non si scoraggia e… proprio in quel momento, alle sue spalle, stava accadendo chiaramente qualcosa. Qualcosa di molto grave. Una sparuta folla di persone vestite da babbo natale, con tanto di barba Ffp2 filtrante, si erano pericolosamente assembrati nei pressi dell’entrata del supermercato. Un vero e proprio sitting con tanto di striscioni e cartelli, e una bandiera della CISL: SIAMO NEL PIENO DI UNA PANDEMIA E VOI PENSATE ALLO SHOPPING! - A NATALE IL COVID NON SI FERMA! Il cronista continuava con le sue banali ovvietà, enfatizzando con quella bizzarra e stupida cadenza tipica dei conduttori TV, quando all’improvviso a grande velocità e sirene spiegate, alle sue spalle prorompe una camionetta della Task Force AntiCovid-19… quattro agenti armati di Atomizzatore Elettrostatico iniziano a spruzzare impunemente i babbi natali e alcune persone che si trovavano a transitare nei paraggi con spesa e carrello; mentre una voce sintetica proveniente da un altoparlante a tutto volume diceva: ATTENZIONE! … ATTENZIONE!
Individuato assembramento non consentito. Secondo le recenti norme anti Covid-19 verrete atomizzati elettrostaticamente, per assicurare il più alto standard di purificazione anti Covid nel rispetto delle vigenti regole e delle superfici… anche quelle più delicate… per ulteriori informazioni è attivo il numero verde messo a disposizione dal Ministero della Salute… BIP! BIP… Salve!… la telefonata potrebbe essere registrata ai fini di tutela dei dati sensibili e per la vostra sicurezza, tra qualche istante sarete collegati a un risponditore automatico interattivo, che vi risponderà da un call center posto in un area abbandonata dell’ex Jugoslavia e potrebbe tenervi in attesa per alcuni minuti intrattenendovi con messaggi il cui contenuto è chiaramente di carattere promozionale… Mentre la voce sintetica continuava con il messaggio e gli agenti della task force spruzzavano impunemente tutto e tutti, esplosero un paio di bombe accecanti, a quel punto dallo squarcio iridescente con un gesto di estrema acrobazia si manifestò una vecchia signora, jeans elasticizzati, stivaletti neri tacco 12, cappellino da baseball dei L.A. Dodgers e tenuta antisommossa… – Ma Ivano scusa… cosa sta accadendo alle tue spalle? chiese la giornalista presente in studio. – Non saprei, ora chiedo gentilmente al cameraman di seguirmi mentre mi avvicino… Finalmente la telecamera strinse l’inquadratura su quella bolgia… si trattava della vecchia Odette, la mia anziana vicina di casa, impugnava un grosso fucile e sparava raffiche di frammenti di OGM direttamente nelle cellule degli agenti della Task Force alterandone le matrici in modo che il DNA dei replicanti omozigoti potesse essere ricombinato. Ivano l’impavido giornalista si avvicinò all’invasata ottuagenaria con l’intento di intervistarla, ma non appena allungò il microfono in direzione del suo volto: [passaggio da inquadratura piano americano a primo piano] – Vuoi pronunciare le tue ultime parole prima che ti strapazzi tutti i cromosomi? SWROOAMMM!
Le informazioni che ci forniscono i media spesso ci fanno sentire un po’ scemi e insicuri, più passivi, anche. Notizie e informazioni ovvie, fornite spesso con un atteggiamento didattico e un lessico banale; notizia di ieri: “ le temperature sempre più rigide spingono gran parte dei motociclisti a rinunciare alle due ruote”. [Sei serio? Stai scherzando?] Accettare l’idea che sta passando un’informazione, anche se ovvia, non fa altro che renderci più inconsapevolmente ottusi, più tolleranti verso la fuffa. L’eterno nulla vomitato dagli organi d’informazione, come lo definisco io. Ricordo gli anni della mia infanzia, quando i miei nonni e i miei genitori, spesso giustificavano, e prendevano in considerazione, notizie, comportamenti, avvenimenti, di un’ovvietà disarmante, perché l’idea gli appariva nobilitata dal fatto di averla letta sul quotidiano, o vista in TV. “L’hanno detto la televisione!” I modi di fare informazione sono cambiati da allora, infatti oggi navighiamo tra l’imbarbarimento del nulla assoluto, del banale, al sensazionalismo becero, alle indicazioni ovvie e deficienti. Spesso, specie sui social, basta scrollare rapidamente lo schermo sui principali titoli dei giornali, per morire dalle risate, o farsi prendere dai conati di vomito. Notizie (quelle dei social), puntualmente e rapidamente ripresa e distorte ad uso troll e haters… da tutti quelli che vivono nell’eterna convinzione di aver capito tutto, e ti insultano civilmente se manifesti dei dubbi, se le tue idee non sono allineate alla loro verità.
Fake news a parte, i costi dell’informazione deficiente – anche quando l’informazione deficiente viene divulgata in modo “ingenuo” e senza secondi fini – sono salatissimi e, soprattutto ci travolgono ogni giorno. Potremmo dire che il costo dell’informazione deficiente è proporzionale all’onnipresenza del messaggio. Per avere in mano la propria vita, si deve controllare la quantità e il tipo di messaggi a cui si è sottoposti. AD USO ESCLUSIVO DEGLI AMICI GIORNALISTI. Cari amici giornalisti e presunti tali, non me l’avete chiesto, ma da affezionato e ormai storico fruitore delle vostre informazioni (mio malgrado), vi fornirò alcuni semplici consigli. Un vademecum disinteressato che potrebbe anche venirvi utile. Un giorno… chissà? – La chiarezza. La chiarezza del linguaggio che usate, meno è sconnesso, infarcito di luoghi comuni o peggio di proverbi e/o detti, di enfasi citrulla (se state parlando al TG), meglio è. – L’intento. L’intento dell’informatore, laddove nessun intento è preferibile a diversi intenti, è quello di informare. – Il tempo. Dove per tempo non si intendono le previsioni meteo, ma bensì il tempo e la cura profusi nell’elaborare i vostri articoli, i vostri resoconti, i vostri podcast, le vostre stramaledette dirette. In che misura li avete rivisti, migliorati prima di darli alla stampa, di postare, di trasmetterli? Più tempo e più cura sono senz’altro preferibili a meno tempo e meno cura… n’è vero? – La verità. La verità (questa sconosciuta), e qualora non fosse possibile averne certezza, cercherete di restituire a chi legge (farete del vostro meglio per…), sfaccettature, argomenti, e quanto basta perché si possano intuire e comprendere, le complessità o la necessità di dover procedere con ulteriori approfondimenti, e/o tempo, per poterla intuire, definire la Verità. Provateci! E per favore, informate e non intrattenete. Ve lo chiedo per favore…?!!!
Infine: se non sapete cosa fare, non fate i giornalisti. Di questi tempi la latenza dei nostri catastrofici mezzi d’informazione è smaccatamente visibile e percepibile a tutti. A causa della pandemia mondiale attualmente in corso della cosiddetta "malattia da nuovo Coronavirus” o COVID-19, si sono trovati di fronte alla necessità di inventarsi “nuovi modi” di esporre i fatti. Per spremere mesi e mesi, migliaia di articoli, centinaia di servizi, ore di trasmissioni da un fatto condensabile in un paio di minuti tutti i giorni è stata trovata – ma sì, voglio essere generoso: è stata elaborata una nuova strategia retorica. (Platone si starà rigirando nella tomba)… Se devi pontificare 10 ore al giorno su una cacca di cane dentro un vaso, serviranno degli accorgimenti… Non credi? Per esporre le frescacce che andranno esposte, per accrescere l’impressione che la cacca di cane sia una notizia seria, e come tale vada costantemente aggiornata, monitorata. Le voci, i volti e i vari format di volta in volta andranno rivisti, e se necessario distorti con la scusa del “vediamola da un’altra angolazione – ma supponiamo che…” Supponiamo? “supponiamo che la cacca di cane non sia realmente una cacca di cane e”… (questa volta a rivoltarsi nella tomba Pirrone di Elide). Ed ecco il germogliare di migliaia di esperti di cacca di cane con la loro gnoseologia, valutazioni etiche, mediche, tecnico - scientifiche, politico - estetiche, sociologiche e filosofiche, anche; che ci spiegano il prima-durante e dopo la cacata. Ciclicamente, all’occorrenza, gli esperti del caso vengono messi in contraddittorio con opinionisti, persone dello spettacolo, semplici scettici e benemeriti ignoranti, così da stabilire la verità fra dichiarazioni contrastanti; quando non funzionano più vengono sostituiti da altri (ma quanti sono?), dopo essersi sottoposti ad un sano sputtanamento pubblico. Purtroppo per tutti noi la pandemia prosegue… Aggiornamenti: alle 17:00 altri aggiornamenti sul numero dei contagi… non perdetevi stanotte la maratona toto-ricoveri! Morbosità: siete in quarantena, avete un caro o un conoscente ricoverato in terapia intensiva? Raccontateci la vostra testimonianza! Sensazionalismo scientifico-demenziale: trovata la prima mosca positiva al Covid-19. Pericolo di Zoonosi. Questa scoperta come cambierà il nostro futuro. Vittimismo-ragionevole: gli animalisti chiedono chiarezza prima che svariati miliardi di mosche innocenti vengano ingiustamente soppresse. Moda & Motori: Armani produce i camici per gli eroi delle corsie. La Ferrari finge di produrre mascherine per evitare di fermare la produzione delle rosse. Analisi matematiche, (matematica-creativa): Com'è dunque possibile che ricoveri e decessi stiano aumentando rapidamente, mentre i contagi continuano ad essere relativamente bassi? A questo punto, oggi, le informazioni a mezzo stampa, TV and CO., risulta talmente degradata e compromessa, impoverita e deficiente che ha finito per spegnere la nostra parte curiosa (la mia di sicuro), quella che avrebbe dovuto aiutarci a sapere e a istigarci un genuino senso del dubbio, anche. La parte che avrebbe dovuto sapere che qui si sta parlando di un pericolo reale, che coinvolge persone reali, in carne ed ossa. Noi.
Mi chiedo se la natura umana sia tale per cui, date certe condizioni, la stupidità finisca per prevalere, contagiando anche gli intelletti più brillanti, abbassando il livello di tutti. Confondendoci al punto di perdere il contatto con ciò che realmente conta… Ma che fine avrà fatto il vasetto con dentro la cacca di cane? Questo mi chiedo. A voi studio. Fine giorno29
0 notes
hoilcollobloggato · 3 years
Photo
Tumblr media
la mia vita al tempo del COVID-19 (giorno 28)
Un paio di anni fa, durante una delle presentazioni del mio libro Ritual de lo Habitual (31 paesi fatali), una persona presente tra il pubblico, mi chiese che cosa intendevo quando affermavo che la gentilezza, spesso, mi sembra più importante dell’intelligenza o del talento. Feci del mio meglio per spiegare quella mia stessa affermazione, con una certa fatica, a quel pubblico molto eterogeneo, che aveva, come sempre un unico punto in comune: la lettura. Argomentai la mia risposta parlando di arte contemporanea… di quanto mi metteva a disagio certa atmosfera di decomposizione triste che accompagnava l’arte contemporanea, che finiva col penetrarti in gola. Presi anche ad esempio Joseph Beuys e le sue tesi, i suoi concetti permeati di generosità e, alla fine riuscii a sfangarmi. Oggi, a differenza di due anni fa, certa arte contemporanea ancora mi deprime mortalmente; ma mi rendo perfettamente conto che rappresenta, e di gran lunga, il miglior commento recente sullo stato delle cose. Per quanto riguarda la mia affermazione sul rapporto tra gentilezza –intelligenza/talento, dopo due anni la penso esattamente allo stesso modo.
Sai qual’è il rammarico più grande che mi porto appresso? Quello di non esser stato più gentile, una volta, quasi quarant’anni fa. Quando frequentavo la quarta elementare alle Scuole Don Milani, arrivò un nuovo compagno: Massimiliano C.. Massimiliano era un bambino timido e magrolino, portava un paio di occhiali con la montatura rossa e due spesse lenti, quei culi di bottiglia che solitamente vedevi solo indosso ai vecchi. Quando era nervoso e non controllava i suoi impulsi, praticamente sempre, Massimiliano era onicofago… aveva la brutta abitudine di mangiarsi le unghie.
E cos’ arrivò nella nostra classe, nella nostra scuola, nel nostro quartiere, e più che altro nessuno se lo filava; a volte, i bambini più grandi, lo prendevano in giro: “hmmm, sono saporite le tue unghie?”, e altre battutacce del genere, di quelle da bambini stronzetti. Io vedevo che il povero Massimiliano ci soffriva, era evidente. Ricordo ancora quanto ci rimaneva male dopo certe offese: occhi bassi a terra, rannicchiato come preso dai dolori di pancia, come se fosse in procinto di sparire. Di rimpicciolirsi, fino a sparire completamente. Dopo un po’ si defilava, le unghie sempre in bocca. Immagino sua madre, che una volta ritornato a casa gli chiedeva: “com’è andata oggi, Massi?”… E lui: “oh… Bene, bene!”… “hai fatto amicizia con qualcuno?”… “Sì, sì!”… A volte mi capitava di vederlo, mentre si aggirava sulla sua bicicletta, tutto solo per il quartiere. E poi… E poi, un giorno, traslocarono e non lo vidi più. Nessuna grande umiliazione finale, nessuna grande rivalsa. Un giorno era lì, e l’indomani non più. Fine della storia.
Ebbene ti starai chiedendo perché mi dispiace… perché ci penso ancora dopo tanti anni? Tutto sommato mi ero sempre comportato abbastanza bene con lui. Io non ero il tipo da battutacce anzi, a volte l’avevo anche moderatamente difeso. Eppure a una considerevole distanza di anni, ho ancora questo tarlo...?
In conseguenza di ciò, ecco una cosa che per me è assolutamente vera, anche se un po’ stucchevole (e mi lascia disorientato): quello per cui provo più dispiacere, sono le volte che non sono stato gentile. In grado di gentilezza. I momenti in cui un altro essere umano si trovava lì, di fronte a me, che soffriva, e io… io non ho reagito con il buon senso, con il pudore, con moderazione… con gentilezza.
O volendo vederla dall’altro lato: nella vita chi ti capita di ricordare con più affetto, con più innegabile simpatia? Le persone che sono state più gentili con te, scommetto.
Qual’è il problema, perché non siamo più gentili? Ad un bambino la si può perdonare, probabilmente, è giusto. Ma, se vogliamo diventare più gentili, dobbiamo anche prenderci sul serio, come individui in grado di agire, realizzare, sognare… Dobbiamo farlo per essere intelligenti, talentuosi, per essere al meglio di noi stessi. Riuscire a farcela, qualunque cosa significhi, è difficile, ed è un bisogno che si rinnova costantemente, una montagna che continua a crescere mentre la stai scalando; e c’è il pericolo, concreto, che impiegherai tutta la vita per riuscire a farcela, mentre i tuoi grandi , buoni propositi rimangono disattesi.
Quando mi guardo indietro, vedo che le circostanze, le scelte, mi hanno spesso offuscato spingendomi ad accantonare la gentilezza. Anche l’ansia, la paura, l’insicurezza, l’ambizione… la convinzione sbagliata che il successo, il riuscire, mi avrebbe liberato da tutto. Di sicuro ho vissuto in questa nebbia, gran parte della mia adolescenza. A volte mi dicevo: devo essere gentile, bene, prima però fammi finire questo… non appena avrò terminato quest’altro… Non appena ce l’avrò fatta, comincerò ad essere gentile. Solo che non ce la fai mai una volta per tutte. È un ciclo che può andare avanti… be’, per sempre. Fai tutte le altre cose, ovviamente, quelle ambiziose, viaggiare, diventare ricco, famoso, dirigente, innamorati, fatti di eroina insieme al fantasma della principessa Diana, mentre l’aereo su cui viaggiate sta precipitando, ma nel frattempo per quanto ti sia possibile, abbandonati alla gentilezza. Spazza via tutto ciò che ti separa, che ti impedisce di poter manifestare gentilezza. Fallo! Sii gentile e condividine i frutti senza risparmio.
E un giorno, fra ottant’anni, quando io ne avrò centoventisei, e saremo così gentili e affettuosi da risultare insopportabili, scrivimi due righe, fammi sapere com’è stata la tua vita. Fammi sentire il tuo calore umano.
Mentre scrivo sento dalla rosticceria cinese Shangai Delight, che sta qui, proprio dietro casa mia, mi giunge il profumo dei loro gamberetti in salsa agrodolce, incurvati su stecchini atropici affilati e sono colto da un certo languirono… e penso alla corsa dei pianeti dopo la fine di ogni vita, in questo inverno sempre più freddo, contrassegnato dai bollettini di guerra della pandemia; e l’espressione “calore umano” mi fa quasi piangere.
Fine giorno28
0 notes
hoilcollobloggato · 3 years
Photo
Tumblr media
a mia vita al tempo del COVID-19 (giorno 4)
Tra le ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 6 novembre 2020, recante misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica, ai fini del contenimento della diffusione del virus Covid -19, oltre all’obbligo di una vaschetta raccogli condensa per la sezione degli ottoni, facenti parte di orchestre professioniste – che per provate esigenze lavorative, e di assoluta urgenza (di cui all’articolo 3) – non possono assolutamente astenersi dal soffiare dentro i loro strumenti, è previsto anche lo stop delle palestre. Durante le scorse misure di confinamento, di blocco e chiusura, indicate giornalisticamente anche con l'anglicismo lockdown, non potendomi recare in palestra ad affinare la mia conoscenza delle arti ginniche, su consiglio del mio amico Rik ho iniziato a seguire un corso avanzato di GAG (Glutei, Adduttori, Gambe) online. Rik, che mi conosce bene, sapeva che avrebbe colpito nel segno consigliandomi di seguire le lezioni del famoso Sensei (先生) Jeff Hanneman. Nel giro di alcuni mesi l’attività fisica in tutte le sue forme, anche quelle più estreme, è diventata il principale scopo della mia esistenza. Fortunatamente, Dio mi ha fornito di un fisico proteiforme e ho trasformato 10 chili abbondanti di polpa piagnucolante in 110 chili di granito mesomorfico. il Sensei (先生) Hanneman consiglia come prima cosa di rispondere alla domanda: che tipo di corpo state cercando? Un grazioso modello Jet Lee, energia e duttile cinetismo fusi nel classico compatto ad alta definizione? O forse un genere Dwayne Johnson, massa ipertrofica, e bestiale enormità…?
Una volta che avete scelto il vostro fisico di riferimento, dovete scovare un metodo di allenamento efficace: sacrificio totale + sofferenza massima = massimo risultato, è sicuramente l’allenamento più consigliato al mondo. Diffidate di chi sfoggia un torace d'acciaio e dice: “io…? Io non ho mai messo piede in una palestra e non intendo farlo, ma posso tirar su questo altare in marmo e gettarlo attraverso quel rosone istoriato lassù quando voglio”. Personalmente, dopo aver seguito i consigli di Hanneman, io promuovo lo stile cane sciolto. Questo significa niente personal trainer (siete allo stesso tempo il dottor Frankenstein e il suo mostro) e soprattutto niente socio. Ritengo che sollevare pesi con un compagno sia come lavorare al trapezio con la rete o cucinare con le presine. Se non siete in grado di prendere una teglia dal forno senza le muffoline, via, ordinate qualcosa fuori. La stessa formula vale in palestra o per chi come nel mio caso si allena a casa. Se avete bisogno di un compare perché vi aiuti a sollevare quei pesacci cattivi, iscrivetevi a un corso di yoga. E quando le braccia prendono a tremare stremate dall'acido lattico, la ghiandola surrenale sprizza adrenalina e il cuore comincia ad andare fuori giri, ragazzi, oh, ragazzi, ecco che il vostro corpo si trasforma, in tutta la sua selvaggia, epifanica grandezza. Non fate sforzi intellettuali mentre vi allenate, è severamente vietato. Chi legge mentre è su uno step o una cyclette, è come il pivello che si spara il Bignami del Kamasutra prima del sesso. Il ruolo del cervello durante un workout è essenzialmente inibitorio e dovrebbe essere ridotto quanto più possibile all’abbandono copulatorio del maschio decapitato della mantide religiosa. A pensarci bene, starei alla larga da step e cyclette. L'esercizio aerobico è parecchio sopravvalutato; e oserei dire che potrete trarre un sufficiente beneficio cardiovascolare e qualche ora di vita in più correndo dal frigo al divano. Anche se le palestre sono momentaneamente chiuse rendendo impossibile esercitarsi su ogni fottuta macchina da bodybuilding e vi allenate dentro casa, ricordatevi di non rinunciare mai allo stile. Per i miei gusti, l'apoteosi dello stile è, e sempre sarà, quello tipo cortile di penitenziario: sole a picco, ghisa rovente, grossi muscoli, costante pericolo ambientale. Lo squallido, duro mondo di un mutante anabolico in calore, insomma. Così, se volete il mio consiglio da esperto, dimenticatevi dell'abbigliamento stiloso da palestra, l'apparato sartoriale è completamente superfluo. Buttate i vostri iridescenti ammenicoli da fitness in lycra, polsini, scaldamuscoli e slip in spandex nel rusco. Lo stile del Top Fitnessman si esemplifica in un'accoppiata minimalista: pelle su muscoli. Gli accessori tradizionali si limitano a tatuaggi, sudore ed effluvi animali. In certi casi è concessa la bandana, meglio se in stile afro; orecchini, medagliette religiose ed anelli sono accettabili solo se ridotti all'indispensabile.
Se non avete, come me, un fisico mesomorfo, un corpo cioè che può essere agevolmente plasmato, che risponde rapidamente a un allenamento mirato, completamente glabro, abbronzato e sempre pronto a fronteggiare nel modo più appropriato qualsiasi tipo di situazione, allora consiglio caldamente la ceretta su tutto il corpo. I peli devono andarsene. Di certo non accumulerete massa, ma migliorerete la vostra appetibilità sessuale. Personalmente trovo la depilazione totale del corpo con la ceretta più esilarante del lanciarsi da 8000 metri con il paracadute, e penso dia alla pelle un aspetto migliore e più levigato di quanto non si ottenga con la rasatura. Il look è Spennato e Laccato, per una vera Bestia, ma una bestia con stile. Se i risultati tarderanno a manifestarsi non demordete.
Sui giornali ieri scrivevano che il vaccino per il Covid-19 ormai è pronto, seguite i miei consigli e per allora avrete raggiunto un massiccio sviluppo muscolare, una buona definizione, e una perfetta simmetria, e accidenti se non passerete le vostre giornate a guardarvi amorosamente allo specchio… e presto, un giorno, post Pandemia Covid-19, deciderete su due piedi di scrivere alla IFBB International Federation of Bodybuilding per chiedere informazioni su come vincere qualche trofeo e, avere una possibilità di essere sponsorizzati da qualche polvere proteica.
Fine giorno4
0 notes
hoilcollobloggato · 3 years
Photo
Tumblr media
la mia vita al tempo del COVID-19 (giorno 3)
Odette, la mia vicina di casa ultra ottantenne, da quando l’intera umanità è ammorbata dalla pandemia di Covid-19, ha sviluppato una vera e propria ossessione per le statistiche ICD - International Classification of Diseases , Injuries and Causes of Death, e tiene delle personali tabelle costantemente aggiornate. Dallo scorso mese di marzo, quando i reparti di rianimazione dei nostri ospedali erano al collasso e il numero dei decessi alle stelle, Odette ha iniziato a stilare dettagliati elenchi delle più gravi conseguenze sulla salute di eventi particolari, come possono essere i periodi specialmente caldi o freddi o le epidemie influenzali, con particolare riferimento agli individui deboli come persone anziane, e bambini. Ma da quando siamo stati travolti dalla così detta Seconda Ondata, leggendo i suoi particolari rapporti è possibile ricavare informazioni e indicazioni altre, rispetto alle statistiche di decessi legati direttamente o indirettamente a cause riconducibili al Covid-19. Da un paio di settimane Odette ha iniziato ad inviarmi regolarmente delle mail con elaborati report che contemplano dati di mortalità per smembramento, mutilazione, tortura, morti da infortunio grave per crimine violento, incidente aereo o automobilistico. Secondo l' USCV – Ufficio Statistico di Crimini Violenti, le possibilità di essere uccisi nella propria camera da letto da uno dei membri della propria famiglia ogni santa notte sono 3 su 5. Le possibilità di farsi tagliare via un braccio o una gamba usando i mezzi pubblici in questo momento 7 su 10! Le possibilità di essere rapiti e avere gli arti recisi e nascosti da qualche parte, cosicché i chirurghi non possono riattaccarli, sono di un agghiacciante 4 su 7! E le possibilità di essere risucchiati fuori da un Boeing 737 max Alitalia sono di 2 su 3, altre compagnie 1 su 3 [ fonte: Cadutalibera, N11 anno 2020 rivista dedicata esclusivamente agli incidenti di volo]. Da qualche parte ho letto che gli scienziati sono convinti che l'appuntamento con la morte di ogni persona sia codificato all'interno del suo DNA. Da tempo hanno localizzato i geni attivi nei cromosomi e decifrato la specifica sequenza di adenina, timina, citosina e guanina che determina la durata della vita dal momento del concepimento. In altre parole, sono convinti che sia possibile fare un esame del DNA ( cosa che un giorno diventerà facile come leggere il codice a barre di un qualsiasi prodotto in un qualsiasi supermercato) e determinare l'esatto giorno e ora della dipartita di un essere vivente. I rischi di tale scoperta sono enormi, ovviamente. Secondo una mia amica bibliotecaria, se l'esame del DNA fissasse la morte di una persona per l’11 di novembre e se questa persona volesse un libro da restituire il 12, allora il prestito sarebbe di fatto impossibile.
Comunque, nonostante l’ossessione di Odette per la morte sia alquanto inquietante e mi spaventi molto, l’altro giorno ci siamo incontrati mentre rientravo in casa e l’ho vista particolarmente provata; mi ha confessato che gli ultimi dati ISS di mortalità per provincia e regione sono terribili. L'incidenza di brutalità che ne emerge, ha raggiunto un livello tale da sgomentare anche il malthusiano più pessimista. Mi sa che nel giro di una settimana diventiamo zona rossa anche noi! Mi ha detto Odette mentre spazzava le foglie dal marciapiedi. Forza Odette, su con il morale, lei sta bene, e soprattutto ha i suoi meravigliosi ricordi. Come dici? I ricordi non sono una consolazione. I ricordi, riguardano i tempi andati, cose che non ci sono più. I ricordi sono le giacche del mio defunto marito nell’armadio, le fotografie sbiadite e sgualcite dei figli e dei nipoti che non mi vengono più a trovare, gli inviti di nozze per matrimoni di gente che non è più sposata, i cartoncini funebri di persone di cui non ricordi più niente. I ricordi sono tutto ciò che non vuoi più ricordare. Be’ credo proprio che lei abbia ragione… Aspetto la sua prossima mail di aggiornamento, e le auguro una buona serata Odette! Buona serata a lei.
Fine giorno3
0 notes
hoilcollobloggato · 3 years
Photo
Tumblr media
la mia vita al tempo del COVID-19 (giorno 2)
Questa notte ho sognato che mi trovavo su uno scuolabus deserto lanciato ai 200 all’ora lungo una carrareccia di montagna. Al posto di guida era seduto Elvis Presley che cantava Jailhouse Rock a squarcia gola. Pochi istanti prima di precipitare lungo una scarpata ha girato la testa verso la mia direzione e da sopra la spalla mi ha detto: « Se non trovi un compagno, aggrappati a una sedia di legno ». Poi siamo morti, credo. Dal momento che secondo il DPCM del 3 novembre possono restare aperti tutti i negozi di parrucchieri e barbieri, ma non i centri estetici, ho deciso di andare a tagliarmi i capelli. Tagliarmi i capelli per me è sempre stato una sorta di gesto epico, un estremo tentativo di combattere la noia. Si da il caso che Romano, il mio barbiere storico, è anche un apprezzatissimo sensitivo specializzato in psicoterapia medianica. Questa sua particolare dote potrebbe farti sorridere, ma ti assicuro che può risultare molto utile: immagina di essere nel bel mezzo di una seduta di psicanalisi e il tuo strizzacervelli muore; non vorrai mica essere obbligato a girare tutta Modena e provincia per scovarne uno nuovo e iniziare tutto da capo, ritornando ancora nell’utero, no? Così con le natiche mollemente abbandonate sulla poltrona di Romano, tra una contropermanente e una rasatura Mutton Chops lui, ti organizza su due piedi, una séance e contatta dal mondo degli spiriti il tuo ultimo sventurato analista: bussa una volta per fissazioni libidinose, due per neurosi ossessive. Ho scelto un taglio di capelli con tendenza vintage, tipo Leonardo Dicaprio in The Departed, mantenerlo mi costerà un patrimonio, ma Romano per la modica cifra di 180.00 euro mi ha venduto 50 ml di crema disciplinante tenuta leggera che, mi assicura, “funziona che è una meraviglia!”. Questo giro, per risparmiare, non ho fatto la barba, tanto con l’obbligo della mascherina… poco importa. Col mio nuovo taglio mi sono sentito subito meglio, ma non appena salito in macchina, all’altezza della seconda rotonda della tangenziale Bruno Losi, due fighetti in una BMW serie 1, color canna di fucile, davanti a me, si soffiavano continuamente il naso, gettando fuori dal finestrino decine di Kleenex rappallottolati. ll mio buon umore ha finito per essere disintegrato da quel comportamento antipatico. Per evitare di schiacciare quei virulenti concentrati di organismi patogeni ero costretto a sterzare continuamente a destra e a sinistra, procedendo in uno zig-zag folle e incontrollato. Guidavo come meglio mi permetteva il mio macinino svedese, ma la mia testa era altrove… Nei pressi della Tintoria Lux, approfittando della mancanza di traffico nella carreggiata opposta alla mia, in barba al divieto di sorpasso, ho premuto l’acceleratore a tavoletta per passarli. Una volta affiancati, ho fatto appena in tempo a riconoscere il tizio che stava al volate: una stella del cinema di Modena; hai visto quel fim giapponese, l’impero dei sensi, in cui una giovane cameriera di nome Sada Abe evira il suo amante Kiki san, e gira per Tokio per tre giorni con il suo cazzo in tasca? Beh, lui faceva la parte del cazzo. Dopo un centinaio di metri, uno sbirro centauro, che si nascondeva dietro al tronco di un platano mi si è messo dietro facendomi cenno di accostare.
– Buongiorno!
– Buongiorno a lei… Ha appena sorpassato in un tratto in cui non era consentito. Favorisca patente e libretto… Sì, ma… Agente c’erano quei due tizi sulla BMW uno era quello di Modena… quello che ha fatto la parte del cazzo in quel film. Stia attento al suo linguaggio giovanotto!Sono 108 euro… si rimetta la mascherina se non vuole altri 400 euro di sanzione…?!!!
–… Qualcosa da dichiarare?
– No.
Prima di rientrare a casa mi sono fermato al bar per un caffè corretto. La barista mi ha fatto i complimenti per il mio nuovo taglio di capelli. Sembrava sincera. Ho dato un’occhiata al mio oroscopo…
TORO: sei incinta un’altra volta. Devi decidere cosa fare.
Fine giorno2.
0 notes
hoilcollobloggato · 3 years
Photo
Tumblr media
la mia vita al tempo del COVID-19 (giorno 1)
Classi in quarantena e il mio paesello pullula di bambini cattivi, a rotelle, scortati da marionette enormi e schifose che indossano braccialetti di palestre chiuse. Il dispenser di disinfettante del bar è difettoso e il tizio prima di me spara incauto uno schizzo a 3000 Km all’ora che mi imbratta le brache; sa odore di etilbenzene. Fa niente, dico… E sorrido. Ordino il solito e in fondo al bancone noto la tipa che l’anno scorso aveva cantato alla riapertura del duomo, dopo il restyling post-sisma, una commovente canzone sulla disfunzione del giunto temporomandibolare, che si sta coprendo dolcemente il volto con la ffp2. Sorbendo il caffè, leggo distrattamente la prima pagina della Gazzetta di Modena: il consueto articolo sul Profeta di Zocca. L’articolo di apertura rimanda a un interessante approfondimento sull’obbligo di chiusura dei ristoranti alle 18:00. C’è anche un virgolettato del Patrizio Chef ed Modna, in cui lamenta di non poter più impiattare le sue note sardine acefale in salsa chimichurri che da giorni se la dormono nella fetente oscurità del suo stellato congelatore. Pago e prima di rientrare faccio un salto al discount per comprare due robe. Niente sardine acefale. All’entrata un enorme e bavoso karateka di Hong Kong mi intima di sistemarmi la mascherina, a disinfettarmi le mani - le tue mani, che anche quando sono più pulite, sempre sporche sono – e a indossare una tuta protettiva in lega anticorrosiva al nichel come richiesto dal vigente DPCM del Governo. Poi, con un gesto ampio, snuda dalla fondina inguinale un enorme tester per la misurazione della temperatura corporea premendomelo con violenza sulla fronte, socchiude gli occhi: può andare, mi dice. Compro un pretzel, due confezioni di attaccatutto, un tubetto di maionese e una cuffia da doccia color pervinca, rivestita con una membrana metallica assolutamente resistente alla benché minima infiltrazione di fluidi petrolchimici. Fuori, nel parcheggio, una donna vestita come un cyborg mesomorfo fa esplodere un carrello per la spesa, un’auto oltrepassa una pozzanghera imbrattando di sudore e gelatina di amuchina un poverocristo. All’improvviso, un enorme minuzzolo di pandemia Covid-19 piomba dal cielo, uccidendo un vecchio fragile con complicanze pregresse. Me ne ritorno a casa: metto su gli Slayer, spremo la maionese, mangio il pretzel, bevo un bicchiere di lambro, metto guanti chirurgici, mascherina, occhiali protettivi, infilo la cuffia da doccia e con l’attaccatutto inizio a rincollare i pezzi di una bellissima maiolica napoletana del ‘700. Vorrei ottenere un effetto tipo Kinstsugi.
Fine giorno1.
0 notes
hoilcollobloggato · 4 years
Photo
Tumblr media
Ci abbandoniamo all'amore perché ci procura un qualche senso di gioia inconoscibile, nient'altro conta. Non alla fine. Qualsiasi maschera o filtro di cui ci premuriamo non fanno altro che esaltare il meglio del peggio ovvero, il pessimo di noi stessi, infatti il miglior modo di vivere orribilmente un amore è quello di essere ciò che fingiamo di essere. In amore, proprio come nella vita, puoi essere un uomo o un truffatore, ma non entrambe. La mia nuova raccolta (parla d'amore), non segue uno schema: devo continuare a scrivere per comprendere cosa sto scrivendo. Un po' come il povero Zanotti, che non sapeva mai cosa dire, finché non sentiva bene cosa andava dicendo, dopodiché doveva dirlo e ridirlo. I finali delle mie ultime poesie sono troppo fiacchi, devo assolutamente prendere quota, e guadagnare una prospettiva più ampia.
0 notes
hoilcollobloggato · 4 years
Photo
Tumblr media
Lascerò un'intera biblioteca per coloro che si impegneranno, un giorno, a viver con le poesie che ho scartato. Quelle scritte col sangue.
0 notes
hoilcollobloggato · 8 years
Photo
Tumblr media
0 notes
hoilcollobloggato · 9 years
Photo
Tumblr media
Dopo aver accumulato un numero imbarazzante di fallimenti, come un giovane medico raccoglie sintomi e diagnosi, alcune delle mie poesie d'amore sembrano aver sconfitto gli anni, pertanto ho deciso di sceglierle, di selezionarle in un'unica raccolta. Oggi che son vecchio come la luna e la sua voce fastidiosa, sprofondo nella neve come un gatto e sgocciolo di nuovo amore, come un rubinetto rotto, è più forte di me, non posso smettere, è come un'emofilia, e non m'importa che l'amore mi ha svuotato le tasche, s'è preso tutti i miei piatti al casinò, lasciandomi al verde. La mia ultima silloge dovrebbe intitolarsi: poesia d'amore senza capo né coda e altri generi caduchi, anche se ultimamente mi suona e mi risuona un tantino troppo criptico.
Ora che montagne di parole e significati mi dividono dal resto dell'umanità tutto mi appare così incerto, caduco, appunto. Capita quando si finisce di scrivere, dopo il tremendo remare, si dondola e dondola in balia; si fa colazione come in un sogno e l'intero giorno è ancora tutto lì, proprio davanti a te, infinito e tenace. Impossibile sopravvivergli, ma alla fine si sopravvive.
Sgoccioli e sgoccioli…
1 note · View note
hoilcollobloggato · 8 years
Photo
Tumblr media
Ma poi riprendo a sgocciolare, con implacabile precisione, una goccia che comincia piano e poi più veloce, più veloce ora a tutta velocità Prendo il mio taccuino e inizio a scrivere, esondo tracimo strabocco slabbro spaglio, una vera e propria alluvione, morbida irta di luce, disperata e felice Un fermento chimico che processa il bello e il buono. Un amorisma strabordante, un abisso. A questo punto, allargo le braccia, mostro il nudo disarmo delle mie ali e mi lascio cadere Scrivo, e sprofondo nell'abisso davanti a me pieno di ansiosa meraviglia.
0 notes
hoilcollobloggato · 4 years
Photo
Tumblr media
0 notes