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#l’innominabile attuale
schizografia · 1 year
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Homo sæcularis non è così contrario alle religioni in sé. Le religioni somigliano molto alle ideologie - e con queste ultime è abituato ad avere a che fare ogni giorno. Chi dice di essere cristiano non deve essere molto diverso da chi dice di essere vegetariano. Sono tutti gruppi, comunità, confraternite. Si può essere comunisti - come anche culturisti. Ogni scelta va rispettata. Sono tutte minoranze. Nicchie. Quel che Homo sæcularis invece non riesce a cogliere è il divino. Non sa situarlo. Non rientra nell’ordine delle cose. Delle sue cose.
Roberto Calasso
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chez-mimich · 2 months
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“… Svegliarsi, in un mattino scialbo o radioso, e sapere che non si ha alcuna incombenza, verso nessu-no. Farsi un caffè, guardare fuori dalla finestra. Sentimento di una durata informe, impregiudicata. Indifferenza. Per giungere a questo, vari millenni erano passati. Ma nulla ne rimaneva, se non una cortina opaca, su ogni lato. Nessuno celebrò il fatto come una conquista. Era la normalità, finalmente raggiunta. Uno stato privo di carattere, precedente ai desideri. Una sorda base dell'esistenza. Non sarebbe mancato il tempo perché si formassero i capricci, i piani, le misure per la sopravvivenza. E questo era il punto decisivo: il tempo non era già occupato, scandito, ferito da gesti obbligatori, in mancanza dei quali si temeva che tutto potesse disfarsi. Questo avrebbe potuto produrre una sensazione esaltante. Così non fu. Anzi, la prima sensazione fu quella di un vuoto…”
(“L’innominabile attuale” citato da Roberto Calasso a proposito di “Brahmana” in “Opera senza nome” - Adelphi)
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massimilianodeconca · 3 years
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L'innominabile attuale
L’innominabile attuale
La sensazione più precisa e più acuta, per chi vive in questo momento, è di non sapere dove ogni giorno sta mettendo i piedi. Il terreno è friabile, le linee si sdoppiano, i tessuti si slacciano, le prospettive oscillano. Allora si avverte con maggiore evidenza che ci si trova nell’«innominabile attuale». (more…)
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deeocan · 3 years
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Oggi zona giallaa.. ne ho approfittato di vedere una delle mie amiche più care, dopo oltre un mese che non ci vedevamo. Andiamo molto d’accordo parliamo di tutto senza paranoie o giudizi vari. Andiamo d’accordo anche sul cibo.. purtroppo,oserei dire.. a volte basta solo uno sguardo per passare dal mcdrive o in altri posti simili. Più volte abbiamo provato a metterci in testa insieme di perdere peso, ma ogni volta con scarsi, scarsissimi risultati. Ogni volta che una delle due prende l’iniziativa, questa, andava scemando, crollando insieme. Oggi l’ho accompagnata a fare delle commissioni, felicissima di vederla e tutto, però poi verso l’ora di pranzo ha nominato l’innominabile tentazione.. e ho sviato cambiando discorso... io so che anche lei nei miei confronti si sente libera di fare tutto e di dire tutto ... mi sento come se gli avessi girato le spalle come se avessi tradito quella cosa che ci faceva essere felici insieme.... come se volessi tenere una cosa tutta per me .. ma ogni volta che ne parlo con qualcuno torno repentinamente sui vecchi passi, e a sto giro non voglio proprio cascarci! So che non leggerai mai questo messaggio, forse è meglio così. ti voglio tanto bene!!.... però questa volta voglio davvero cambiare le cose. Ho intenzione che ogni qualvolta mi senta attratta da una tentazione di scrivere, qua, sulle note su qualsiasi cosa pur di non distrarmi e non perdere il mio attuale obiettivo. Se non lo faccio io per me stessa, non può farlo nessun altro!!
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diceriadelluntore · 6 years
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I Libri del 2018
Che altri si vantino delle pagine che hanno scritto; io sono orgoglioso di quelle che ho letto. Jorge Louis Borges
1 - R. Calasso, L’innominabile attuale, Adelphi
2 - P. Matvejevuc, Breviario Mediterraneo, Garzanti
3 - C. De Hamel, Storia di Dodici Manoscritti, Mondadori
4 - B. Pasternak, Il Dottor Zivago, De Agostini
5 - J. Brotton, La Storia del Mondo in dodici mappe, Feltrinelli
6 - F. Vargas, Il morso della reclusa, Einaudi
7 - C. Bollen, Orient, Bollati Boringhieri
8 - L. Binet, La settima funzione del linguaggio, La Nave di Teseo
9 - S. N. Behrman, Duveen, Il Re degli antiquari, Sellerio
10 - G. Barbujani \ A. Brunelli, Il giro del Mondo in sei milioni di anni, Il Mulino
11 - S. Plath, La campana di vetro, Mondadori
12 - M. Walsh, Un uomo tranquillo, Biblioteca di Repubblica
13 - M. Lowry, Sotto il vulcano, Feltrinelli
14 - M. Haruki, Uomini senza donne, Einaudi
15 - A. Donate, Il Club delle lettere segrete, Feltrinelli
16 - G. Ronza, Aeterna. La macchia nel sangue, Betelgeuse
17 - S, Natoli, La felicità. Saggio di teroia degli affetti, Feltrinelli
18 - Y. Shuichi, L’uomo che voleva uccidermi, Feltrinelli
19 - G. Ieranò, Arcipelago. Isole e Miti del Mar Egeo, Einaudi
20 - S. Bizzotto, Giro del Mondo in una Coppa, Il Saggiatore
21 - P. Carey, Molto lontano da casa, La Nave di Teseo
22 - C. E. Morgan, Lo sport dei re, Einaudi
23 - L. Krazsnahorkai, Melancolia della resitenza, Bompiani
24 - C. Nixey, Nel nome della Croce. La distruzione cristiana del mondo classico, Bollati Boringhieri
25 - M Malvaldi, Per ridere aggiungere acqua. Piccolo saggio sull’umorismo e il linguaggio, Rizzoli
26 - P. Lemaitre, I colori dell’incendio, Mondadori
27 - M. Forsyth, Breve storia dell’ubriachezza, Il Saggiatore
28 - Y. Haenel, Tieni ferma la tua corona, Neri Pozza
29 - T. Braccini, Lupus In Fabula. Fiabe, leggende e barzellette in Grecia e a Roma, Carocci
30 - G. Antonelli, Il Museo della Lingua Italiana, Mondadori
In un anno pieno di cose da fare, ho letto trenta titoli, 2 in più dell’anno scorso, ma non arrivo ancora alle 10 mila pagine, per un soffio, mi fermo a 9826. Anche quest’anno devo dire che le mie scelte di lettura, compresi i libri che mi hanno donato, sono state in generale soddisfacenti: ho la mia classifica sia sui romanzi, con in testa gli autori francesi, e dei saggi. Quest’anno ho letto anche il primo libro di un’amica, una piacevole sorpresa, e le auguro tante gioie letterarie future. Aspetto, se vorrete, di parlarne con voi.
Noi tutti leggiamo noi stessi e il mondo intorno a noi per intravedere cosa e dove siamo. Leggiamo per capire, o per iniziare a capire. Non possiamo fare a meno di leggere. Leggere, quasi come respirare, è la nostra funzione essenziale.
Alberto Manguel, Una storia della lettura, 2009
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libroazzurro · 2 years
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SETTE RACCONTI
 “Sette è il numero dell’iniziazione”
(Zea)
  “Se mai fosse possibile sottrarsi alla società come involucro,
quale società sarebbe desiderabile?”
(Roberto Calasso, “L’innominabile attuale”)
 Testi di Pier Paolo Di Mino
Illustrazioni di Veronica Leffe
 Potete leggere “Sette racconti” su:
https://www.yumpu.com/it/document/read/67087232/sette-racconti
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paoloferrario · 4 years
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Marcello Veneziani recensisce Roberto Calasso, L'innominabile attuale - video YouTube
Marcello Veneziani recensisce Roberto Calasso, L’innominabile attuale – video YouTube
Veneziani recensisce Calassovai a:(8070) Veneziani recensisce Calasso – YouTube
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primavereautunni · 7 years
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Quanto più il mondo è inconsistente, tanto più cresce il numero di coloro che hanno da lamentarsene. Ma anche il loro lamento è inconsistente.
Roberto Calasso, L’innominabile attuale, Adelphi 2017.
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La censura opera sommergendo la gente di informazione irrilevante
Roberto Calasso L’innominabile attuale
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schizografia · 1 year
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Roberto Calasso, L’innominabile attuale
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schizografia · 1 year
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Acquisire alla rivoluzione la forza dell’ebbrezza
Walter Benjamin
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chez-mimich · 7 years
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...La piaga aperta della democrazia è la possibilità che, per vie legali, giunga al potere chi si propone di abolire la drmocrazia stessa...
Roberto Classo “L’innominabile attuale”
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chez-mimich · 7 years
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INNOMINABILE MA MOLTO LEGGIBILE
Cos’è l’innominabile attuale che dà il titolo all’ultima fatica letteraria di Roberto Calasso? Semplice, anzi difficilissimo, si tratta di “tribù” cha abitano la nostra realtà quotidiana. Queste tribù, si chiamano “terroristi”, “secolaristi”, “turisti”… Non si tratta di un analisi sociologica, ma qualcosa di molto più profono, anche più profondo di un saggio filosofico, si tratta di un’opera morale. Non è un libro facilissimo, nemmeno facile, ma non per ciò che si possa pensare; è un libro difficile perché il pensiero di Roberto Calasso sembra appartenere alla categoria dell’escatologia, disciplina che in questi tempi “innominabili” non sembra riscuotere gran successo. Si apre con le riflessioni sul terrorismo, in particolare sul terrorismo islamico, analizzato freddamente e simbolicamente, ma senza l’astio che fu di Oriana Fallaci: “…Il terrorismo islamico è sacrificale: nella sua forma perfetta, la vittima è l’attentatore…” (pag. 14). Secondo Calasso, il terrorismo islamico ha come nemico il “mondo secolare”, mondo che a sua volta sarà al centro della veeemente critica dell’autore che vede nel mondo secolare, una società banalizzata dalla mancanza del divino: “…Duemila anni dopo Cristo, il secolarismo avvolge il pianeta, Così è non perché abbia sconfitto le religioni, bensì perché, fra tutte le religoni, è la prima che non si volga a entità esterne ma a se stessa…” (pagina 52). Insomma i nostri tempi sono tragicamente autoreferenziali, incapaci di dare senso compiuto alle esistenze. Scrive Calasso: “…Ma i puri secolaristi, privi di qualsiasi afflizione religiosa e poco inclini alle fisime spiritualistiche, non riescono a rinunciare al bisogno di sentirsi “buoni”…” (pag. 54).Insomma una società che cerca di fondare la sua morale su entità puramente nominali, dove la società secolarista ci dice che essere ‘cristiani’ non è molto diverso che essere ‘vegetariani’, si tratta di gruppi, comunità, confraternite con pari dignità e legittimità. In sostanza “Il divino è ciò che ‘Homo secularis’ ha cancellato con cura, con insistenza…” (56)
La via di fuga di una società così asettica sembra essere data dalla scienza. Ma la scienza, ricorda Calasso “…Non dà alcun segno di credere all’esistenza del libero arbitrio. Anzi sulla base di argomenti e di esperimenti, lo nega…”(pag. 58). Calasso si spinge oltre paragonando il secolarista al turista che è curioso, appassionato, simpatetico e sempre accompagnato dal pensiero rassicurante del ritorno al luogo dal quale è partito. È da questo paragone che si apre il feroce attacco al turista che altro non è che un secolarista in libera uscita. “L’immagine del turista è generalmente associata ad una certa bruttezza e goffaggine. Come spiegarlo? Il turista vuol innanzitutto star comodo e premunirsi dagli assalti del luogo estraneo che si trova a visitare…”(pag. 66). Il turismo sembra essere un mondo parallelo alla pornografia: “…Massima riduzione nel repertorio dei gesti e delle azioni formalizzate, minime differenze negli abbigliamenti e negli arredamenti, tendenziale abolizione dei preamboli e delle diramazioni narrative…” (pag. 67). Ma è sulla cosiddetta “società digitale”che Calasso sembra affondare i colpi: “…Accerchiando il pensiero, l’informazione tendenzialemente lo soffoca. (…) Se l’intelligenza è stata assorbita in algoritmi è facile immaginare, come passo successivo, che la coscienza subisca qualcosa di simile…” (pag. 77). Ma Calasso non finisce mai di stupire, ed ecco nella seconda parte del volumetto la sezione intitolata “La società viennese del gas dove l’autore raccoglie “parole dette, riferite registrate” tra il 1933 e il 1945, immagini famigliari di grandi intellettuali, scrittori, artisti; parole raccolte in quel periodo che, come scrive genialmente lo stesso Calasso nella brevissima introduzione, “fu il picco del bianco e nero, nel cinema e nella vita…” (pagina 95). Ed ecco scorrere le pagine che raccolgono “detti e contraddetti”, motti, aforismi, battute, pensieri di Klaus Mann, Walter Banjamin, Leonard e Virginia Woolf, Martin du Gard, Giaime Pintor, Simone Weil, solo per cotarne alcuni. Lettura veloce e necessaria.
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massimilianodeconca · 4 years
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L'innominabile attuale
L’innominabile attuale
La sensazione più precisa e più acuta, per chi vive in questo momento, è di non sapere dove ogni giorno sta mettendo i piedi. Il terreno è friabile, le linee si doppiano, i tessuti si sfilacciano, le prospettive oscillano. Allora si avverte con maggiore evidenza che ci si trova nell’innominabile attuale Roberto Calasso, L’innominabile attuale, Adelphi 2017
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chez-mimich · 7 years
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CATTIVERIA. Nel suo ultimo libro, “L’innominabile attuale” Roberto Calasso sostiene che la società secolarizzata si è incattivita. Forse il riassunto del volumetto del grande saggista è un pochino troppo riassunto, ma di questo si tratta. Anch’io ho scoperto che la società si è incattivita. Quello che conta è ormai solo la competizione, lo sgomitare, il “non mollare mai”. Molti sono i segnali inequivocabili che ci inducono a pensare che stiamo vivendo tempi cattivi, duri, aggressivi. Lo leggiamo sui giornali (almeno, lo legge chi legge i giornali), lo sentiamo alla televisione, lo vendiamo nel web. Anche nei luoghi di lavoro o in quelli deputati al divertimento, la musica non cambia: conflitti, livore, astio. Che la società sia diventata cattiva ai limiti della perfidia io l’ho scoperto in auto. No, non si tratta dei soliti contenziosi tra automobilisti e nemmeno del l caro-benzina o dell’impennata delle polizze assicurative. Io ho scoperto che la società è cattiva unicamente guardando nello specchietto retrovisore. Per essere preciso, l’ho scoperto guardando i fanali anteriori delle auto che si accingono a sorpassarmi (quasi tutte). Chi è il designer che dà forma ai fanali anteriori, agli abbaglianti, agli anabbaglianti, ai fendinebbia? A guardare le loro forme direi Jack lo Squartatore: fanali che sono occhi di squali assetati di sangue, di aspidi velenosi, di draghi imbestialiti, di vampiri fatti di eroina. Insomma i fanali sono lo specchio dell’anima. E a proposito di anima, cari designer, ma all’anima de li mortacci vostri, cosa vi fumate prima di disegnare i fanali?
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pangeanews · 7 years
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Il meglio (ma soprattutto il peggio) del 2017: parola di Luigi Mascheroni, gran gourmet della cultura italica
Idee, libri, polemiche, bestselleristi: questo è il mio Alfabeto (letterario) di Natale. Perché la cultura deve imparare a prendersi meno sul serio…
Luigi Mascheroni è lui, firma nobile de ‘il Giornale’. Il suo motto? “La vita serve perlopiù a indossare belle giacche”
ALBERO Sotto Natale, addobbarli con cura. E abbellire così le piazze italiane. Si segnala il luminoso esempio di Roma. Per il resto dell’anno se ne sconsiglia l’abbattimento per non incoraggiare il consumo di carta nel settore industriale dell’editoria. Nel 2017, fra novità e ristampe, sono stati 65mila i titoli sfornati dalle nostre 4.608 case editrici. Troppe le seconde. Eccessivi i primi. Propositi per il 2018: «Pubblicare meno, pubblicare meglio». Tanto vendono solo quelli di Vip, chef e starlette. O Christmas Tree.
BIANCO A Natale è un colore che dona. Anche a molti libri. Marginature larghissime, interlinea 3,5 cm, spazi ampi: più c’è bianco, meno scrivi, più guadagni, meno fatichi, più pubblichi. Tanto bianco e poco inchiostro per arrivare svelti svelti a pagina 150. È il celebre «formato Veltroni». Ma anche degli ultimi Camilleri, ad esempio. Fabio Volo, invece, il Natale scorso ha esagerato. Ha pubblicato A cosa servono i desideri, un libro con molte pagine vuote (letteralmente), con una domanda e tanti puntini sospensivi. Le risposte dovevano scriverle i lettori. Che invece si sono incazzati. E col cavolo che la Mondadori quest’anno c’è ricascata. White Christmas.
CANTO Canti melodiosi che tutti fan sentir gioiosi. La canzone italiana è vivissima, più che mai. Fresca, vivace, nuova. Grandi successi del 2017: Al Bano, Gianni Morandi, Gabbani, Elio e le storie tese (speriamo che si sciolgano davvero), Fedez. E la Ferragni. Wow, che annata. Din don dan.
DONO Quello di premiare con lo Strega Paolo Cognetti, lo è stato. Molto grande. The Gift of Rock.
EMOZIONI La letteratura quest’anno ne ha regalate parecchie. Tipo… tipo, beh… ad esempio… Voglio dire… Ce ne sono, eh. Ora non mi ricordo bene. Ma ce ne sono. Non mi vengono in mente, adesso, però sono convinto ci siano. Forse. Silent night.
FESTE In Italia, le feste dei libri, i festival culturali, secondo un censimento 2017 sono circa 900, da Pordenonelegge, lontano nord-est, all’Ortigia film festival, profondo sud. Festival di letteratura, gialla, rosa, nera, di economia, filosofia, storia, poesia, scienza, teatro, fotografia, fumetti, giornalismo, musica pop, rock, jazz, classica, danza, arti performative. Di libri, non se ne vendono comunque (ma gli uffici turistici con la cultura ci mangiano, eccome). Si alternano tutto l’anno, tranne a Natale, appunto. Oh Happy Day.
GIOCATTOLI Per alcuni, i libri lo sono. Categorie che considerano i libri un giocattolino personale, impacchettato dall’editore di circostanza: politici (ultimamente molti per La nave di Teseo), pop star, porno star, rock star, starlette (Mondadori è bravissima nel settore), chef&padelle (Einaudi e Rizzoli svettano), calciatori, tenniste, pallavolisti, conduttrici e giornalisti. Molti giornalisti (Feltrinelli e Chiarelettere in particolare). Poi registi, attori/attrici, blogger. E, ogni tanto, anche gli scrittori. Adeste Fideles.
HAPPY CHRISTMAS Anglicismi (stucchevoli) che infestano la letteratura e il giornalismo italiano: downgrading, endorsement, credit crunch, bond (James Bond), attachment, coffee break (farne molti), cheap (termine moooolto cheap), follower, retweet (evitare), fashion, cool (termine difficilissimo da usare nel giusto contesto, da cui l’espressione, quando ci si riesce, «Che cool»), all inclusive (i famosi tour culturali all inclusive), background (per scrivere romanzi ci vuole un certo background, o anche solo un bel back), meeting, location. Et cetera (latinismo). Evitare absolutely. Comunque, Merry Christmas Everybody.
IDEE (REGALO) Idee regalateci dal 2017: cyber spionaggio, fake news (una vera fake news tra l’altro), post-verità (segue dibattito sul fatto che non conta la verità di ciò che si dice, ma il diritto di farlo), cloud (viviamo tutti un po’ sulle nuvole), bitcoin (e disquisizioni sulle monete virtuali), Internet delle cose (qualsiasi cosa l’espressione voglia dire), On demand (discussione attorno alla quale ci sarebbero molte demand da fare), populismo/indipendentismo, Youthquake, feminism, blockchain, PayTech, infosfera. Un anno ideale, non c’è che dire. Hallelujah.
LUCI Dal punto di vista letterario e cinematografico, per l’Italia, quest’anno soprattutto ombre. Christmas Lights.
(RE) MAGI Scrittori e pensatori che quest’anno hanno regnato sulla cultura italiana (senza scherzi): Roberto Calasso col saggio L’innominabile attuale (Adelphi, strano), Michele Mari con la nuova edizione de I demoni e la pasta sfoglia (il Saggiatore), Walter Siti col romanzo-scandalo Bruciare tutto (Rizzoli). Non averne di intellettuali così. Astro del ciel.
NUOVO ANNO Libri belli in uscita con l’anno nuovo: Curtis Dawkins, Questo ero io (Mondadori); Michael Poore, Reincarnation Blues (e/o); Toni Morrison, L’origine degli altri (Frassinelli); Catherine Dunne, Come cade la luce (Guanda); Arto Paasilinna, Emilia l’elefante (Iperborea). Dài che c’è speranza. Happy New Year.
OMINO (DI PANE) La cultura italiana è piena di omini. E anche di omine, per par condicio. We Wish You a Merry Christmas.
PACCO Molti i pacchi editoriali dell’anno. Gli esempi maggiori si trovano tutti, stranamente, ai piani alti delle classifiche di vendita: Storie della buonanotte per bambine ribelli, un numero eccessivo di giallisti, Mettici il cuore, il solito polpettone di Ken Follett, i «manuali» per vivere bene (figurati…) che arrivano dalla Scandinavia, Cinquanta ricette per la cucina di tutti i giorni, Oltre l’inverno di Isabel Allende… Bei pacchi, niente da dire. Santa Claus is Coming to Town.
QUIETE Ecco una cosa che serve a Natale. Un po’ di tranquillità dopo le estenuanti polemiche che hanno attraversato la stagione culturale italiana, con domande lancinanti per le coscienze civili e intellettuali del Paese. Tipo: ma è meglio il Salone del libro di Torino o di Milano? Ma chi è Elena Ferrante? Ma che cazzo ce ne frega. È giusto ripubblicare i pamphlet antisemiti di Céline? Ma il nome di Fausto Brizzi si deve lasciare o si deve togliere dal suo film? I cinepanettoni sono finiti? E soprattutto: ma Eugenio Scalfari ci è, ci fa o cin cin? A proposito, auguri. In Dulce Jubilo.
REGALI (belli) che ci ha portato il 2017. Mostre: Damien Hirst a Palazzo Grassi e a Punta della Dogana, Venezia; Il Cinquecento a Firenze a Palazzo Strozzi, Firenze; Bernini alla Galleria Borghese, Roma. Film: Easy di Andrea Magnani; Ammore e malavita dei Manetti Bros; il film di animazione napoletano Gatta Cenerentola. Libri: Giovanni Bignami, Le rivoluzioni dell’universo (Giunti); Roberto Burioni, La congiura dei somari (Rizzoli); Massimiliano Parente, Trilogia dell’inumano (La Nave di Teseo) e Davide Brullo, Abbecedario antartico (Raffaelli). Ma gli ultimi due sono amici, non valgono. A Christmas Gift For You.
STELLA Stelle che hanno brillato nel 2017: il soprano più glamour del mondo, Anna Netrebko; George Saunders (per il suo mirabolante Lincoln nel Bardo); gli eterni U2 che come le stelle fisse non tramontano mai; Johnny Hallyday (la stella più bella che si è spenta); Carlo Rovelli (che per altro è praticamente un astrofisico). Tu scendi dalle stelle.
TORRONI Cose che ci hanno abbondantemente sbriciolato i torroni quest’anno: le polemiche sui libri di testo «pro» e «contro» l’immigrazione. Le dichiarazioni della Boldrini sull’architettura fascista. La Boldrini in generale. Il «caso» delle statue del generale Lee rimosse negli Usa (e anche quelle di Cristoforo Colombo, a rischio). Chi condurrà Sanremo? I libri dei politici. Quelli dei cuochi. I cuochi. I dibattiti sullo share dei talk show (e tutto sommato anche i talk show). Roberto Saviano («Però la serie tv Gomorra è bella, dài…»). Le discussioni sui libri gender. I gender. Le trasmissioni sui libri di Corrado Augias. La Murgia (perché? Boh). I tormentoni delle star della musica: mi sciolgo, non mi sciolgo, è l’ultimo concerto, no è il penultimo… A Natale puoi.
UNIAMOCI (IN GIROTONDO) Ma anche no. Last Christmas.
VISCHIO Persone da baciare sotto il vischio: quelli che ancora comprano i libri. Quelli che magari li leggono anche. Quelli che ancora si fidano dei giornali. Quelli che arrivano fino alle pagine della Cultura. Quelli che la Cultura è una cosa importante («Ma è un po’ noiosa…»). Quelli che loro la Cultura la saprebbero fare meglio, ma va bene anche così. Quelli che la Cultura, insomma, non è poi così importante. Ma male non fa. All I Want for Christmas is You.
Zzzzzz Come le dormite che si fanno a Natale, olè! Ecco. La cultura, spesso, fa davvero dormire. Stille Nacht (a tutti).
Luigi Mascheroni
L'articolo Il meglio (ma soprattutto il peggio) del 2017: parola di Luigi Mascheroni, gran gourmet della cultura italica proviene da Pangea.
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