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#le parole fanno male
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Le parole sono importanti
#albertozuccalà
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em420sblog · 1 year
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19/12/2022. A ME STESSA
Questa la dedico a me. Alla baraonda di cose che mi porto dietro, belle, brutte, senza forma, distrutte, distorte, precise. Tutte quante. Ai miei miliardi di difetti e a qualche pregio. Al mio dare confidenza a tutti, anche ai musi lunghi, alla mia voglia di ridere; a chi mi ha definito un vulcano in eruzione. Sarà vero, sono un vulcano in eruzione. E l’ho capito quando hanno provato a spegnermi, quando hanno provato a togliermi tutto. Abbiate la forza e la grinta di tenere viva la persona che siete, di fare in modo che nessuno la sgualcisca. Non vi fidate chi vi da contro con parole immeritate: non è vero. La gente straparla quando non riesci a conoscerti, quando non gli importa di qualche sei. Ho 23 anni e tanti lati da bambina, ma sono quelli a tenermi viva, a farmi da trampolino, a darmi lo slancio. Sono positivo e questo non va bene a chi ha le nuvole dentro. Ho perso tante persone nella mia vita, ma sapete, credo ed ho imparato che si perde per strada solo chi non può partecipare al tuo viaggio. Solo che non vuole tenere il passo. E sarò fatta anche male, ma i gesti, a casa mia, verranno sempre più delle parole. Un fiore vale più di una cena. Un abbraccio più di un regalo costoso. Perciò vivo bene. Chi non crede nei vostri sogni, non merita di viverli insieme a voi.
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narcisistiedemoni · 1 year
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Visita il mio Blog
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volumesilenzioso · 1 year
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sono particolare, si. storta come la torre di Pisa, segnata da rabbia, odio, ansia e depressione.
quell’odio ce l’ho scritto sulla pelle. il mio corpo è da sempre l’unico posto in cui riesco a scaricare rabbia e sofferenza.
ho perso il conto delle volte in cui mi sono sentita giudicata per tutte le cicatrici che porto addosso. d’altronde non mi aspetto che tutti capiscano, ma sono state le mie esperienze a farmi smettere di giudicare gli altri, perché ho capito che non posso capire tutto e tutti, ed è proprio perché non capisco che non mi permetto di giudicare.
un tempo mostrare le mie cicatrici mi spaventava, sapevo che tutti (o quasi) mi avrebbero giudicata, in primis la mia famiglia. l’estate era un inferno, dovevo scegliere tra morire di caldo o andare in giro con le braccia scoperte e le cicatrici bene in vista, odiavo il fatto di non poterle nascondere. ad oggi le mostro volontariamente, non perché ne vado fiera, non c’è niente di cui andar fiera. le mostro senza problemi semplicemente perché mi sono rotta il cazzo, non mi importa del giudizio degli altri, anzi, in fin dei conti io le trovo anche “carine”, o almeno mi piace consolarmi pensando che lo siano. mi sono rotta il cazzo di avere paura dell’intimità, di avere paura dei vestiti estivi, di avere paura di farmi vedere. ci devo convivere con queste cicatrici, fanno parte di me, quindi non me ne frega un cazzo. dopo aver scattato queste foto, riguardandole, mi sono odiata più del solito, ho pensato “le ragazze normali possono fare foto del genere e risultare attraenti, mentre io sono solo qualcosa di rotto, per niente attraente”. però poi ho pensato che non fa niente, nella vita non voglio essere attraente, anzi, non vorrei proprio essere in vita. quindi è già tanto che sto resistendo, sono ancora “viva”, per così dire, a chi importa se ho qualche cicatrice addosso? ai miei nonni brillano gli occhi quando mi vedono sorridere, loro sono felici che io sia ancora qui. i miei amici hanno visto ogni singola cicatrice e mi parlano ancora, tengono ancora a me, hanno sofferto quando ho provato a togliermi la vita, ci sono stati male entrambe le volte, loro sono felici che io sia ancora qui. il mio cane mi fa ancora le feste e vuole ancora le mie coccole quotidiane, lui è felice che io sia ancora qui. sono io a non esserne felice, ma voglio provare ad esserlo, voglio darmi ancora una possibilità. tutti gli altri non contano, tanto la gente avrà sempre tante critiche da fare e poche parole gentili.
#me
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angelap3 · 19 days
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«Tutti gli imbecilli della borghesia che pronunciano continuamente le parole "immorale", "immoralità", "moralità nell'arte" e altre bestialità simili mi fanno pensare a Louise Villedieu, prostituta da cinque franchi che, accompagnandomi una volta al Louvre dove non era mai stata, si mise ad arrossire, a coprirsi la faccia, e tirandomi a ogni momento per la manica mi domandava davanti alle statue e ai quadri immortali come si potessero esporre pubblicamente simili indecenze.»
203 anni fa nasceva lo straordinario Charles Baudelaire, tra i più grandi "poeti maledetti" del XIX secolo, precursore del decadentismo letterario. Tra le sue incomparabili opere non posso fare a meno di citare la raccolta di poesie "I fiori del male" (Les Fleurs du Mal, 1857), guanto di sfida, tra le altre cose, all'ipocrisia e alla morale perbenista della sua epoca di appartenenza 🥀
*art by Gustave Courbet (1866)
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occhietti · 10 months
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Le parole fanno male.
Le parole uccidono.
Se le persone sapessero quante parole
sbagliate hanno distrutto sogni, rapporti,
autostima, avrebbero un filtro in gola.
Se non hai la capacità di elogiare,
di magnificare, di ammirare e di amare,
devi fare solo una cosa...
tenere la bocca chiusa...
- Francesco Sechi
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em420sblog · 1 year
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13/11/2022
Cara me, esistono persone sbagliate e persone giuste. Questo non dipende da te. Nell’arco della vita ne incontrerai tante, qualcuna ti farà del male, qualcuno ti farà del bene. Capiterà di credere nelle parole, accadranno anche i fatti prima degli addi. Le persone fingono, non darti colpe, tu hai fatto quello che hai potuto. Anche le cose vere se sono destinate a finire, finiscono. Ma fanno spazio ad altre cose, altrettanto vere e forti. Aspettati di tutto dalle persone, anche tradimenti. Aspetto della pioggia dalla vita, ma anche il sole. Non esiste il bene senza il male, non esiste amore senza dolore.
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immersa-neiricordi · 5 months
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Quando avevo 2 anni mio padre ebbe un incidente grave. All'epoca lavorava a più di 1000km di distanza da casa. Mia madre me lo racconta spesso, saputa la notizia partì e mi lasciò con mia zia (era la prima volta che si separava da me). Non immagino nemmeno quanto sia stato difficile per lei, per loro. Rimase un mese su con lui, gli stette accanto giorno e notte soprattutto post operazione. Fortunatamente tutto bene. Un giorno a caso dissi quale era la loro canzone d'amore e mi risposero che a questo evento c'era collegata la canzone di Michele Zarrillo "una rosa blu" (mio padre gliel'aveva dedicata giorni antecedenti l'incidente) canzone che li legava anche a distanza e che li ha accompagnati in quel periodo. A me è sempre piaciuta perchè mi hanno sempre fatto ascoltare canzoni della loro generazione, ma da quando ho saputo questo collegamento tutto si è amplificato. Ogni volta che la ascolto mi vengono gli occhi lucidi perché immagino il dolore che entrambi hanno provato durante quel periodo ed è come se mi immedesimassi in mia madre. Alla frase 'ma se fossi mia io ti legherei, con un laccio al cuore che ti faccia male quando te ne vai' scoppio a piangere come una cogliona. E niente quando sono nata mia madre aveva 26 anni, mio padre 25 con entrambi ho un rapporto stupendo. Ancora oggi dopo 27 anni di matrimonio si amano e anche se non se lo dimostrano con le parole, i fatti parlano. Non li ringrazierò mai abbastanza per tutto quello che fanno per me
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È l’ultima lettera d’amore che ti scrivo.
È stato un lungo cammino, da quel primo giorno che sono entrata nello studio della psicologa.
Ero arrabbiata, delusa, incazzata con il Mondo e con me stessa, ho preso un sacco di decisioni di merda e la serenità sembrava così lontana, da diventare impossibile da raggiungere.
Eppure oggi, mi ha dato un foglio, una penna e mi ha detto “ora, sei pronta a dirle addio”.
Sai, in fondo ho sempre saputo che sarebbe finita così… ed è per questo e per altri mille motivi, che non sono mai riuscita a dirti “ti amo”.
Te lo dico ora, perché ti amavo.
Ti amavo perché eri come uno di quei giorni di fine marzo, che è Estate sotto i raggi del Sole ed è ancora Inverno, quando ti ritrovi all’ombra.
Ti amavo, perché ti guardavo quando eri distratta. Quando lavoravi, guardavi il telefonino, rullavi una sigaretta o ti perdevi nella collezioni dei tuoi mostri e mi rendevo conto, che per averti accanto, qualcosa di buono nella vita, l’aveva fatta.
Ti amavo, perché sentivo il bisogno di coniugare i verbi al futuro ed i sogni al plurale.
Che di notte, mentre dormivi, alzavo le coperte per vedere se respiravi e mi rendevo conto, che da soli si diventa forti, ma in due si diventa un po’ più felici.
Avrei potuto cancellarti, mandarti a quel paese, non risponderti al telefono, voltarti le spalle, dimenticarti, non pensarti, non prendere treni in piena notte, ricordarmi i dettagli, ma non l’ho potuto fare, perché non ci capivo più niente. Ti amavo e basta.
Amavo le tue battaglie perse, l’inchiostro che usavi meglio di me, la voce che era sabbia rotta dalle onde del mare, il modo in cui ti facevano male i sogni, le cazzate che dicevi pur di non dire delle stupide verità.
Allora, ti auguro di circondarti di “persone medicina”
L’ho letto in una stupida poesia, che fa così
“ Nonna diceva che esistono persone che hanno le tisane dentro gli occhi
Camomilla nello sguardo
Che tu le vedi e ti si tranquillizza il respiro, i pensieri.
Diceva che esistono persone che non si spaventano dei tuoi dolori
Che non hanno paura di abbracciarti i traumi
Che sanno dove metterti dentro le parole giuste
Persone che hanno imparato a frequentare così bene il Sole
Che sanno addirittura accompagnarti fino al tuo tramonto “
Lascio a te la rabbia, ascoltare chi voleva solo distruggerci, i punti e le virgole che mancano nelle mie parole, il dolore che ti ha coperto gli occhi e le labbra, rendermi sostituibile, perché io non lascio più sporcare i ricordi e la memoria, a nessuno.
Neanche da me stessa.
E racconterò di noi, alla gente che incontrerò, alla persona che amerò dopo di te, ti ritroverò nei miei progetti per aiutare gli altri, nei film che ti scavano dentro, nei tramonti visti dal finestrino della macchina, nei viaggi dove scoprirò qualcosa di nuovo e negli sguardi dei bambini che non sanno chiedere aiuto.
Tu, porta rancore anche al posto mio.
E ti diranno che è tutto prestabilito, che fa parte di quel rapporto tossico che ti hanno messo in testa, che di buono non ho nulla, che io sono il lupo e tu Cappuccetto Rosso, che sono un fake, che ho rubato, mentito, ma sai, queste parole non sono per riaverti, ma per rendere libera me.
Da tutto questo.
Fatti ancor più carina, un filo di trucco, lascia i capelli sciolti, spruzza il profumo, mettiti quei jeans che ti fanno il culo da paura, sali in macchina, accendi la radio, ma che sia la tua voce la canzone più bella e vatti a prendere tutto il buono di questo Mondo.
Questa è l’ultima lettera d’amore che ti scrivo, se senti un cigolio, è la porta del mio cuore, che si chiude e ti dice addio.
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#Ale
Tuttodunfiato
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io-sono-la-tua-favola · 6 months
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Ti auguro qualcuno da amare...qualcuno che ti ami più dei suoi respiri, qualcuno per cui tu possa diventare respiro.
Ti auguro qualcuno che non ti faccia mai mancare il buongiorno e quel bacio, ogni sera, un istante prima di sognare.
Ti auguro qualcuno che sia poesia...che scriva per te i versi più belli, anche se non lo ha mai fatto prima. Ti auguro di essere la sua penna o quel foglio trovato per caso su cui rendere eterno l'amore che non riesce a spiegarti a parole.
Ti auguro qualcuno con la tua stessa paura di amare, la stessa paura da superare insieme.
Ti auguro carezze, da ricevere quando si ha il terrore anche di un abbraccio...da regalare, quando i silenzi hanno bisogno di gridare e le labbra devono imparare a tacere.
Ti auguro qualcuno che ti faccia sentire l'unica stella da scegliere tra milioni di galassie.
Ti auguro qualcuno che valga la gioia, le pene, i sorrisi, le lacrime, la voglia, il desiderio, la passione, la malinconia, i colori e le tempeste che fanno nascere gli arcobaleni più belli.
Ti auguro qualcuno con cui dividere le distanze e che sappia sfiorarle con le ali di una mancanza da guarire.
Ti auguro tutto l'amore in cui hai paura di credere...immenso, profondo, disarmato...nemmeno una goccia di meno perchè non sarebbe abbastanza per farti sorridere ancora.
Ti auguro "di più" di tutto quel che sogni.
Diventa quel qualcuno ...diventa chi sa amare, oltre il male...oltre il mare....
📖🌹
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mybittersweet · 1 year
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Incontro
Subito è partito un abbraccio lungo. Quello che ho desiderato da tanto tempo. Quell'abbraccio che lui sempre ha voluto darmi.
"Bimba" - ho sentito vicino al mio orecchio - " è bellissimo, finalmente, avere la possibilità di toccarti"
"Posso dire lo stesso"
Sentivo il suo respiro sul mio collo. Poi un bacio leggero. Mi ha guardato e mi ha baciato la fronte. C'era molta tenerezza nel suo sguardo. 
"Andiamo, facciamo un giro. Spero che non sia molto stanco dopo il viaggio "
"Portami tu. Qui sei di casa. E no, non sono stanco. Soprattutto dopo averti vista."
Mi ha sorriso. Mi piace quando lo fa. Mi fa sentire bene e spensierata. 
Le strade del centro storico erano piene di persone che volevano approfittare di quella bella giornata di maggio. Si sentiva il rumore delle onde dietro il muro antico. Nell'aria si sentiva l'odore dell'estate che stava per cominciare. Mi ha seguito tra la gente tenendomi per mano. Ci siamo fermati vicino alla gelateria in una piazzetta. 
"Io cioccolato e pistacchio. E tu che gusti prendi?"
"Menta. Prendo solo questo."
La panchina era calda e il gelato troppo buono. Mi ha guardato attentamente come se stesse decidendo cosa fare o cosa dire. E poi la sua mano è partita verso le mie labbra per pulirle dal gelato che era rimasto. Ha leccato il pollice.
"Sinceramente volevo pulirti le labbra con la mia lingua però ho pensato che sarebbe stato inappropriato con tutta questa gente in giro" 
"Lo farai dopo"
Abbiamo preso la strada verso il b&b che aveva prenotato per questi tre giorni. La camera era molto carina e accogliente. Con le persiane che fanno entrare quel poco di luce che serve per vedere bene l'altra persona. 
"Vieni qui. Fatti baciare."
Ha messo le sue mani sulle mie guance. Mi ha baciato dolcemente ma la mia risposta era più passionale e la sua lingua è entrata nella mia bocca. Mi stringevo a lui e sentivo le sue mani esplorare il mio corpo.
"Voglio vedere la mia bimba godere. Voglio sentirti gemere"
"Voglio godere con te "
Tutto quel tempo di attesa mi aveva fatto crescere la voglia. Volevo le sue mani, la sua bocca e il suo sguardo addosso a me. Volevo, finalmente, fargli sentire come riesce a farmi godere. Mi ha tolto la maglietta continuando a baciarmi il collo. 
"Hai un seno bellissimo. Voglio tuffarmici dentro"
"Fallo"
Con un gesto ho accompagnato la sua testa verso il seno ancora con il reggiseno. Lo ha afferrato con le mani toccando i miei capezzoli duri. Stuzzicarli. Ho chiuso gli occhi. Sentivo soltanto come mi apre il reggiseno e lo toglie. Come lecca e poi succhia il mio capezzolo. Prima uno e poi l'altro. Fino a farmi male. Mi ha baciato di nuovo. Ho messo la mano sopra i suoi pantaloni.
"Come sei duro"
"Mi ecciti da morire"
Ci siamo spogliati rimanendo solo con le mutande.
"Voglio che ti stendi sul letto "
Obbediente, sono andata verso il letto e mi sono sdraiata sulla schiena. Si è avvicinato. Mi ha guardato. E si è sdraiato vicino a me. Le sue mani esploravano il mio corpo caldo e eccitato. Le labbra baciavano ogni parte che potevano raggiungere sentendo giù. Ogni tanto tornava su per baciarmi le labbra. Accarezzavo la sua testa.
"Voglio sentire come sei bagnata "
Ha spostato le mie mutandine e ha messo le sue dita tra le labbra bagnate. Non ho potuto trattenere un gemito. Era bello sentire le sue dita mentre mi guardava.
"Che brava bimba"
Con queste parole mi ha tolto le mutande e  allargato le mie gambe mettendosi in mezzo. Mi sono alzata un po' per guardarlo. Guardavo come mi baciava e leccava il mio interno coscia avvicinandosi alla fica. Le dita stuzzicavano il mio clitoride. Sentivo la lingua calda sulle labbra che affondava. La bocca che succhiava il clitoride. Voleva sentirmi gemere sempre di più e ha messo due dita dentro. Piano. Dentro e fuori. Con la lingua sul clitoride e l'altra mano che mi stringeva il seno. Mi faceva impazzire. Avevo tanta voglia.
"Ti voglio dentro di me"
"Prima la mia bimba deve venire e poi potrà avere il resto."
Ha continuato a leccarmi aumentando la velocità con le dita e la lingua. Dandomi qualche schiaffo sul clitoride fradicio. Non riuscivo più a resistere. Ho spinto la sua testa su di me, subito prima che il mio corpo cominciasse a tremare. Ho stretto le lenzuola con le mani. Questa volta potevo dire il suo nome ad alta voce mentre stavo venendo.
"Sei bellissima quando vieni. Bel visino soddisfatto "
"Mi hai fatto impazzire "
Mi ha baciato e ho sentito il mio sapore dalle sue labbra.
"Mettilo dentro. Ti prego."
Mi sentivo ancora tremare dopo questo orgasmo intenso.
"Lo vuoi dentro? Dimmelo bimba. Voglio sentire."
" Voglio il tuo cazzo dentro. Voglio che mi fai gridare."
Ha tolto le mutande e appoggiato la punta sul clitoride. Lo ha bagnato e spinto dentro. Una sensazione stupenda. Un gemito ancora, forte. Mi ha stretto la testa tra le mani mentre spingeva tutto dentro. Piano. Il suo respiro si è fatto pesante e i miei gemiti aumentavano. L'ho baciato. 
Il suo cazzo mi faceva impazzire. Ho sorriso, mordendomi le labbra.
"È bello vederti sorridere. Come in quel video. Però adesso sorridi a me. Sei mia."
"Si..."
Sempre più veloce, più forte. Il mio seno si muoveva e lui lo afferrava con la mano, mordendomi la spalla. Mi guardava, guardava come godevo. Come ogni movimento mi faceva gemere sempre più forte.
"Girati. Mettiti sulle ginocchia."
Ho fatto come mi ha detto e la prima cosa che ho sentito è stato un schiaffo forte sul mio culo che mi ha fatto un gridare. Poi un altro. Mi ha preso per i fianchi per farmi avvicinare a lui. Un bacio su ogni natica. Ha strofinato il suo cazzo sulle mie labbra bagnate prima di metterlo dentro. Ha preso le mie mani e le ha bloccate dietro la schiena. La mia faccia schiacciata sul cuscino. Altri schiaffi e subito dopo un movimento veloce che mi ha fatto gridare. Usava le mie mani come una leva per sbattermi ancora più forte. Poi si è fermato. Ha baciato la mia schiena.
"Guardami"
Mi sono girata verso di lui. Un colpo forte. Poi un altro. E un altro ancora.
"Sei troppo bella per stare in silenzio "
"Allora fammi gridare!"
Ha ricominciato con il movimento veloce. Dentro e fuori. Il contatto visivo mi eccitava sempre di più. Sculacciate, il suo modo di chiamarmi "bimba", il suo cazzo dentro di me. Avevo voglia di tutto questo. Di lui e di noi insieme in questa stanza.
" Ti dispiace se vengo dentro?"
"Non mi dispiace "
"Allora te la riempio "
Vedevo che non riusciva più a resistere. I suoi gemiti più forti e il cazzo che pulsava dentro di me. Lo ha tirato fuori e istintivamente mi sono girata per pulirlo e succhiarlo un po'. Mi ha tirato su e ci siamo baciati.
"Adesso mettiti come prima"
Mi sono rimessa nella stessa posizione e ho sentito la sua lingua a leccarmi da dietro. Succhiare i nostri umori mischiati. E farmi venire di nuovo.
Dopo si è messo vicino a me.
"È bellissimo vederti venire"
"È bellissimo venire per te"
"È stata una decisione giusta venire a trovarti!"
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der-papero · 8 months
Note
Ciao Papero. Sono appena stata al sud in quel che era casa mia, un paese di campagna, con l'abuso edilizio di fianco alle vecchie case di tufo con il portone ad arco. I miei genitori pure sono emigrati e giù mi sono rimasti pochi parenti, al nord ho un buon lavoro e una casa. Ma non ho le montagne a circondare la vallata, non ci sono le terre con le pecore a pascolare, non c'è l'arte di arrangiarsi. Faccio l'orto e le conserve come faceva mia nonna ma non ho nessuno con cui parlarne, con cui scambiare questo sapere che si va perdendo. Sono stata definita una risorsa fondamentale nella mia azienda, mi stanno facendo proposte ma tutto quel che vorrei è tornarmene in una casa che ormai non c'è più, a vivere di ricordi, dove mi basta pochi minuti per arrivare al mare, per arrivare sotto al nostro vulcano, per arrivare forse alla serenità.
Ne stai parlando con me, cosa della quale ti ringrazio profondamente. Magari puoi considerarlo un inizio, anche infinitamente piccolo rispetto a quel vuoto che provi, e che capisco più di tante altre cose.
Tanti anni fa, una blogger che io ammiro tanto, @vesna-vulovic (la cosa diciamo "buffa" è che ho dovuto smettere di essere un imbecille per poter apprezzare quello che scriveva), quando ancora aveva il vecchio blog, scrisse una frase che non dimenticherò mai, ovvero che quello che manca della nostra casa (nel caso del suo post era l'Italia) è una idea di casa che è tutta nella nostra testa, ci manca un qualcosa che da un lato ci è stato tolto con la mancanza di scelta, e dall'altro forse non esiste più, se non in pochi pezzi di spazio e tempo, che proviamo a costruire con una vagonata di pazienza e con la forza della disperazione.
A me fa male leggerle queste parole, ma non perché non siano belle o sincere, ma perché spero sempre di essere il solo a sentirle e di non vivere con l'idea che un'altra persona possa sentirsi "straniero nella sua nuova casa", ma mi accorgo che siamo un popolo importante e silenzioso, un popolo che avrebbe potuto tranquillamente buttare merda sui luoghi da dove proviene, come fanno tanti per giustificare la loro partenza, forse anche con delle ragioni reali, ma non è di ragione che stiam parlando, e invece vive costantemente in quell'amore silenzioso, tipo quello che potresti provare per i tuoi figli, anche se sono le peggiori creature di questo pianeta, perché sono il legame più forte che hai, ma poi la vita ti mette davanti a delle scelte, e da quelle non si scappa.
A me fa male anche non poterti dare alcun consiglio o soluzione, credimi, se li avessi, egoisticamente li userei per me. Non saprei cosa consigliarti sul tuo lavoro, se accettare o meno tutto quello che l'azienda meritatamente ti offre, o mandare tutto al diavolo e tornare alla tua vera casa. Se non lo facessi non mi azzarderei minimamente a puntare il dito o a rinfacciarti qualche numero da busta paga, giusto per motivare la mia miopia.
Posso solo inviarti un abbraccio fortissimo, per il resto so già che farai ciò che è giusto per te.
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