Tumgik
#ma sta cosa mi ha un po' traumatizzata
fire-but-ashes-too · 8 months
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ma e una mia impressione o elodie l'altro giorno nn era bionda???
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supergaietta · 3 years
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Scusa
Neanche un mese fa mi chiedevo come dire Ti Amo, o meglio, quale fosse il termine adatto per esprimere i miei sentimenti. Oggi mi domando come chiedere Scusa. Cioè non ho problemi a dire che mi dispiace, lo faccio e anche troppo, il problema sta nel fatto che il senso di colpa poi comunque non se ne va. Mi sento già abbastanza in colpa quando chiedo il rimborso per un ordine non arrivato, figuriamoci per questioni più importanti. Dovrebbero esserci tre opzioni: 1. Scusa 2. Mi dispiace 3. Cancelliamo quello che è successo. Quest’ultima, però, non dovrebbe essere solo una frase, si dovrebbe poter realizzare davvero il suo significato. Sono veramente stanca di fare casini cioè è proprio sfiancante. Perché quando qualcuno mi fa un torto o si comporta male nei miei confronti posso benissimo incazzarmi e rivolgere la mia rabbia verso questa persona e invece quando sono io che faccio danni che posso fare? Cioè sì, mi incazzo con me stessa ma poi? Se il problema sono gli altri cerco di chiarire, mi incazzo per un motivo valido, perché voglio arrivare a una conclusione. E invece adesso? Io non ci posso proprio pensare a quello che ho fatto (ma ovviamente lo sto facendo in loop, è così fastidioso). Non ci posso credere che ho fatto un errore che ho evitato così bene per tutto questo tempo. Mi sento proprio una stupida! Mi sento come se fossi stata vicino a un dirupo PER ANNI senza MAI cadere e adesso eccomi qua, precipitata giù perché non sono stata abbastanza attenta. Il dirupo della mia cazzo di sottonaggine. 
Nei momenti buoni penso “Ok, sopravvivrò, niente di grave”, nei momenti meno buoni penso che sono ancora traumatizzata dalla persona che mi ha ghostato... nel 2016. Il casino che ho fatto adesso per quanto mi tormenterà? 15 anni? Mi dispiace così tanto: avevo una cosa bella e adesso non ce l’ho più ed è tutta colpa mia, è sempre colpa mia perché poi certo, chi fa ghosting sarà anche narcisista e incapace di affrontare le situazioni ma alla fine lo so benissimo che anche con XXXX è stata colpa mia. Mi ricordo l’ultima volta che abbiamo discusso, magari se fossi stata un po’ migliore non sarebbe successo nulla. Anche se c’è da dire che se la gente non mi sopravvalutasse in questo modo poi i miei errori FORSE non sembrerebbero tanto gravi. 
Nei momenti buoni, cioè principalmente quando ascolto 25 Febbraio di Francesca Michielin, penso che tutto si sistemerà. Potrebbe trattarsi, semplicemente, di un percorso. Un percorso in cui si deve riacquistare tutta la fiducia, eccetera. Potremmo ricominciare. Ora sì che mi sento nel 2016. Ma non ce lo possiamo permettere di ricominciare tutto da capo, siamo troppo vecchi e stanchi. Proprio come sono stanca adesso e la devo smettere di fare le 5 e soprattutto poi di fare cose quando sono così stremata che oggi della conferenza dei ComaCose non ci ho capito un cazzo. 
Nei pochissimi altri momenti buoni immagino belle giornate. Non per me. Spero che possa esserci un futuro radioso, che le conseguenze dei miei danni non siano solo negative. Che il mio casino si trasformi in una cosa bella. Ma qui sto già andando oltre e mi sto già facendo troppo prendere da film mentali che non riguardano neanche me e quindi non è prudente scrivere qui. Prima ho provato a pubblicare un post privatamente e non ho assolutamente idea di dove sia finito. 
Intanto, lunedì farò una bella cosa ma sinceramente mi sto cagando sotto. E, anche stavolta, l’unica da “incolpare” sono io. Mi sono prenotata io, l’ho deciso io e adesso ho paura e probabilmente farò una figura di merda megagalattica e me ne pentirò. Guardacaso è stata un’altra decisione presa alle 4 del mattino, ma almeno stavolta avevo una scadenza e non c’erano alternative. Però ho anche pensato “Me ne pentirò? E sai che novità! Quindi posso procedere, non sarà più difficile da gestire di quello che sto già gestendo”. Il problema dello stress, però - e non mi era mai capitato prima -, è che credo di sentire l’ansia anche fisicamente. A parte che, in momenti a casaccio della giornata, ho proprio i muscoli tesi come se stessi portando il peso del mondo sulle spalle ma poi mi prude un sacco la testa. Mia madre ha ispezionato ogni centimetro del mio cranio e ha detto che non ho nulla, nessuna irritazione, nessun rossore, nulla, ma ci sono alcuni momenti in cui dovrei tagliarmi le mani per non grattarmi. Quello che è certo è che se inizio a perdere i capelli per lo stress... a quel punto VERAMENTE impazzirò. Perché i miei capelli non si toccano. 
(È utile raccontare le storie. Spesso rileggo quello che ho scritto ed è tipo un'autoanalisi e mi serve per capire cose e ricordarne altre. Tipo obiettivamente è divertente, oggi, leggere "quando mi dichiarerò e scoprirò che non mi ama sarà divertente" perché sì infatti divertentissimo proprio. Poi autoanalizzando le mie playlist ho scoperto il giorno esatto in cui ho iniziato a farmi i film mentali chr hanno portato al disastro. Il 17 novembre aggiungevo canzoni d'amore a una lista di brani apparentemente senza significato. Chissà cosa era successo quel giorno. E quindi questo. Ho scoperto questo. È così utile conoscere quella data? Sinceramente dubito ma è una cosa curiosa cmq boh sto praticamente dormendo) 
(Comunque a volte ho l’impressione che alcune persone si comportino in un certo modo con me perché hanno paura che possa venirmi un esaurimento nervoso da un momento all’altro. come dargli torto. no, a parte gli scherzi, mi sento protetta e al sicuro, come è sempre stato; questa volta però non sono d’accordo)
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Bastava solo un “grazie “ per il caffè, un gesto fatto col cuore sapendo che stai lì tutta la giornata senza poter uscire non m aspettavo nulla Apparte aver pensato che una bevanda calda potesse farti piacere...Bastava un “piacere Mara “ stamattina per assecondare la stupida idea che forse alfre davvero ci tiene ad avere quella seconda vita scritta in lettera,lettera???? Quale lettera? La lettera cestinata? Si priorio quella,sai alfre s è messo in gioco, si xk Le cose che ho fatto stamattina sono state fatte perché ti dico la verità cercavo un approccio con te X sapere cosa pensassi della lettera,una lettera vissuta, scavata, pensata a fondo con il palmo di una mano debole.Io lo so Mara che ti ho fatto del male,porto ogni giorno il peso di questa croce addosso ma mettiti adesso tu nei miei panni, non ho modo di poter farmi perdonare in nessun modo ma almeno voglio sapere perché non riesci a perdonarmi...Dimostra l’empatia che hai anche verso di me, e comprendi quanto sia frustrante per me non solo non poterti dimostrare che ho voglia di rimediare ripresentandomi, ma non ho neanche ottenuto risposta a quelle parole... ignorate tutte cose Per questo cerco di vederti, ho bisogno di sapereLo so che sei stata male, faccio i conti con i tuoi demoni tutti i giorni da quando so,ma mi tortura sapere perché Io L anno scorso ho avuto paura, ma ti ho fatta rientrare nella mia vita dopo mesi di silenzi, alla tua prima dimostrazione di amore Ti ho perdonata Perché non riesci a fare lo stesso?Sei traumatizzata ma Mi hai detto che sei più matura e sei diversa ma io non lo noto, non affronti questa situazione ,la eviti
Non vivere per sempre col mio fantasma oppure fallo, sei libera ma scendi dal piedistallo... te la stai tirando e questo a me nn sta più bene... non mi vuoi più? Va bene ok!!!! Messaggio recepito!non mi stai dicendo nulla di nuovo ma le persone anzi la persona che più ti ha amato in questa merda di vita dovresti trattarla un po’ meglio, il tuo fan numero 1 dovresti trattarlo meglio xk se fossi stata bassa grassa e brufolosa la possibilità di rimediare L avresti data e invece ora pensi che il mondo sia ai tuoi piedi quando le persone lì fuori fanno più schifo che altro ,dove regna falsità, gelosia è inganni ma dove sopratutto i sentimenti pulito sinceri e veri verso una persona vengono cestinati, non contano nulla...io nn conto nulla ma alla fine nn sono più nessuno ed il noi non esiste più come scritto nella lettera, ora siamo io e te con due strade differenti e sai che c è? Che c ho provato a rimanere umile e darmi un altra occasione a me di andare a fondo capire,potermi ripresentare dopo gli errori fatti per poterti amare e darti quella vita che meriti, farti capire che forse quella possibilita me la meritavo, xk me la merito ma non si vive lottando da soli per gli altri ed io in queste condizioni da solo non voglio più lottare.ho SBAGLIATO xk ho SBAGLIATO nelle cose scritte nella lettera ma siamo umani e gli errori si fanno e mi hai messo in croce ma ricorda che errori si ma non ho mai ucciso nessuno ma ad a una certa sti cazzi! io non elemosino più nulla xk oggi come negli ultimi giorni non mi basta più piangere tra queste mura di merda aspettando come un coglione che alle 2 del mattino di trovarti sotto casa anche solo X fumarci una sigaretta come ieri ...ho bisogno di uscire, ho bisogno d ossigeno quello che m hai tolto xk mi manchi, si cazzo mi manca la parte migliore di me e nn c è momento che non penso a te ma il tuo sentirmi dire “ ti amo ancora” non mi basta più... nn mi serve più e allora esco di scena, sparirò, sarò un giorno solo un solo vecchio ricordo e tu il mio xk mille passi sto facendo io e zero tu e questo ampliamente dimostra che non te ne frega nulla... allora goditi la tua vita xk stai bene così senza me, L attrazione mentale e fisica ci sarà sempre non lo nego che mi fai un certo effetto e che t avrei spogliato anche solo con gli occhi ieri e oggi ma da ora non ci sarà più coinvolgimento xk io nn ho più intenzione di nulla..Gli errori miei li so e me lo porterò questo peso addosso ogni giorno ma non farmelo pesare tutta la vita non sono una merda ...Già non stringermi più la mano in lunghe passeggiate o perdermi nei tuoi occhi e nn poterti baciare e fare L amore, mi manca fare L amore con te... era tutto stupendo non ti basta come punizione?io so che t amerò tutta la vita e puoi continuare a tirartela ma da parte mia non ci sarà più nulla xk la merda che sono prova grande rispetto nei tuoi confronti ma non c è sordo più sordo di una persona che non vuol ascoltare o vedere ed io ad oggi sn vuoto non so che altro fare per meritarmi quella possibilità ed è per questo che sapere che “mi ami” non mi basta più nn me ne faccio nullaNel mio cuore sempre ci sarai anche ora ma preferisco mettermi da parte, uscire di scena e non vederti più per non rincorrere chi non vuole
Mi hai fatto male,
Stavolta non ti stai accorgendo tu di tante cose...
....Buona vita Mara
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biby-lr · 5 years
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Ne mancano solo due.
Non sono solita scrivere cose sui social, e chi mi conosce, sa che non sono solita parlare di ciò che provo, ma stasera mi andava di farlo, magari ad un pubblico che probabilmente non esisterà ma che per me sarà comunque fin troppo.
Sette mesi fa ho scoperto di avere un tumore, un linfoma, anche grande, diamine sembrava una palla sul collo e io non me ne ero neanche accorta! A volte si è proprio ciechi, suppongo. E’ stata una bella batosta. Ho dovuto abbandonare una vita che amavo, degli amici, delle persone speciali, le mie abitudini, i viaggi, tutto. Spesso non ti dicono qual è il reale prezzo che un malato deve pagare solo per poter tornare a fare quelle cose basilari che tutti facciamo, quanto si complica la vita quando inizi le terapie che sì, sono tutte studiate per farti stare meglio, ma diamine che cazzo si lasciano dietro, cosa ti lasciano dentro, si prendono un pezzo di te, è vero, non sono melodrammatica, ho cercato sempre di affrontare tutto col sorriso, con una marcia in più, perchè non puoi fallire e soprattutto perchè io non sono una che fallisce, ma credetemi, sopportare tutta questa merda diventa un macigno sulle spalle. Curioso come le parole di mia zia, prima che iniziasse tutto, siano state ‘ora queste belle spalle devono essere larghe’. Io, Atlantide. Quanti rospi da dover mandare giù! E loro giù non vogliono starci!
Il tumore dicono che ti cambi, cambi il modo di vedere il mondo. Non so quanto sia vero. Io mi sento sempre la stessa persona, ma ci è voluto del tempo per capirlo, o forse non l’ho ancora capito. Una parola che ha segnato il mio tumore è stata ‘rimpianto’ perchè ogni volta che pensavo che questa malattia avrebbe potuto uccidermi, non riuscivo a fare a meno di pensare a quante cose ancora non avessi fatto: dare un bacio, vedere il Giappone, una vacanza da sola, un ragazzo con cui poter condividere tutto. E sono cose che ti danno fastidio perchè cambia la percezione che hai di te stessa: il tuo corpo cambia e cambiano le cose che ti permette di fare - non ti permette di fare un bel niente, non risponde quasi, all’inizio mi sentivo come una giovane intrappolata nel corpo di un’ottantenne, quella voglia di fare, di fare qualsiasi cosa che sia qualcosa e riuscire a stento ad alzarsi dal letto per andare in bagno, e sì, io sono stata che fortunata perchè la mia chemio è durata poco, ma non potevo smettere di pensare a quanto mi avesse tolto.
Innanzitutto l’immagine di me stessa. Mi sono sempre ritenuta una donna forte ed indipendente, e all’improvviso mi sono ritrovata ad essere uno straccio da dover essere raccolto da terra e posizionato piano su un letto, avendo cura di non stropicciarmi o di non parlarmi troppo. Non mi piaceva che le persone mi dicessero che tutto sarebbe andato bene, è un’affermazione straziante per chi sta male - è come se annullasse tutto quello che uno prova in quel momento, come se volesse sminuire il dolore che uno prova perchè ‘alla fine tutto andrà bene’, beh la mia risposta allora è sempre stata ‘sì, ma nel frattempo fa tutto schifo’ perché è vero, è così; ma non puoi farlo sempre, spesso devi tirarti su e stamparti un sorriso sulla faccia, raddrizzare quelle quattro ossa e far finta di stare bene, perché c’è gente intorno a te che soffre perché tu soffri e tu puoi fare qualcosa per farli stare più tranquilli, puoi far finta di aver dormito come un ghiro, che le lacrime non siano scese per tutta la notte sul tuo viso allagando il cuscino, che il cuore non ti sia esploso nel petto ad ogni battito.
La cosa che ricordo più vivamente è la settimana prima del responso ufficiale. Tutti mi stavano intorno, non in modo oppressivo ma avevo tutta la famiglia accanto, eravamo sempre a casa di mia nonna e giocavo spesso alla play con mio padre, cosa che per inciso succede una volta ogni dieci anni se tutto va bene, mi sembrava quasi di essere al centro di una formazione protettiva e che tutti volessero proteggermi a loro modo dal cattivone della situazione. Purtroppo non potevano. È stato anche il periodo più brutto perché ogni notte non dormivo, pensavo a cosa ne sarebbe stato, cosa sarebbe potuto succedere dopo, io che dormo anche se fuori ci sono le cannonate (ecco ora il mio sonno è molto leggero, non è più tranquillo come prima).
La prima chemio, ricordo che non mi faceva paura perché ero curiosa, insomma si parla tanto di chemio anche nei film ma io non avevo mai realmente capito di cosa si trattasse, e così ero curiosa di capire. E poi ti mettono un’ago nel braccio e ti cambiano un numero infinito di sacchetti, e pensi che tutta quella roba ora è dentro di te: no, non è come pensare ’evviva sono arrivati i rinforzi!’ No, non senti nulla. Una sensazione che ricorrerà ad ogni mia chemio è questa: è come se la mattina entrassi in quella stanza con tutta la gioia del mondo e ne uscissi prosciugata e debole, come se quella medicina cancellasse la mia felicità, la mia voglia di fare -che poi effettivamente è quello che faceva: mi rendeva sonnolente per tre giorni, nausea, dolori atroci, vomito, e poi iniziavo a non dormire, a non concentrarmi, a sentirmi stupida perché non riuscivo ad avere neanche la concentrazione per rileggere un libro che conoscevo a memoria. Gli effetti della prima chemio durano poco, però. In meno di una settimana ero tornata come nuova e in effetti non volevo tornare per il secondo giro, perché sembrava un po’ come quando ti si toglie il raffreddore e stai bene e il mondo ha di nuovo dei colori, degli odori, dei sapori e tu cosa fai? Torni in ospedale per riprendertelo? Sembrava che ogni volta miricrescessero della ali e potessi tronare a volare dovunque mi sarebbe piaciuto, ma poi ogni quindici giorni dovevano mettermi l’ago e recidermi le ali.
Cambiano i sapori, cavolo. Chi diamine l’avrebbe detto, chi se lo saprebbe aspettato? Tutto ciò che mangi sembra che abbia lo stesso sapore. E io sono rimasta traumatizzata. Perchè un conto è la nausea, che non ti fa tenere nulla nello stomaco, e te ne fai una ragione, perchè sì, ma poi quando stai un po’ meglio e puoi tornare a mangiare, niente è come prima, e questo un po’ mi rattristava perché io sono molto legata al cibo, il cibo è per me, la massima espressione: mangio se sono contenta, se sono triste, cucino se voglio dire qualcosa che non riesco a parole: mi sono sentita privata di un mezzo d’espressione che era stato mio per tuttta la vita e che negli ultimi anni avevo imparato a gestire al meglio. E magari per gli altri può sembrare una cosa superflua ma per me è stata davvero sconvolgente, mi faceva deprimere perchè non avevo nulla su cui puntare, mi sembrava tutto inutile.
Ciò non implica che non ci siano stati momenti belli. Una cosa che ho voluto fin da subito chiarire con me stessa, è che il cancro non è una fase: non è il mio Medioevo, è solo una parte della vita in cui si sono concentrati parecchi eventi negativi, ma ci sono state anche delle cose belle: mi sono rasata i capelli, era una vita che ci pensavo e nonostante avessi paura di vedere solo una malata allo specchio, in realtà non è stato così, mi sono sentita empowered (non mi viene in italiano); o ancora il maglione natalizio, il Natale che è stato bellissimo -ho fatto l’albero di natale tutto da sola, mi ci sono voluti tre giorni e parecchi riposini ma ce l’ho fatta-, ho conosciuto tante persone eccezionali che mi hanno offerto piccolo spiragli all’interno dei loro mondi ed è anche grazie a loro che non sono diventata matta; ho scoperto di essere brava con l’uncinetto e così ho realizzato tantissima roba con la lana. I momenti felici sono stati pochi, è vero, però forse li ho apprezzati di più perchè ho dato loro la giusta importanza.
Ecco, il tumore mi ha aiutato a capire le persone. Mi ha aiutato a mettermi nei loro panni. Perché se il tumore fa soffrire te, fa stare anche peggio chi ti sta attorno. Sembra una pubblicità progresso. Però è vero. Il mio dolore è stato diverso da quello che per esempio ha provato mia mamma nel vedermi così. Spero solo di essere riuscita a far capire a tutti coloro i quali mi sono stati attorno che, nonostante i momenti bui io sono sempre qua, pronta a combattere. Riuscivo a capire, a percepire, sentire quando qualcuno stava male attorno a me, credo che sia una specie di super potere ora, il che non è di conforto, perché io sono sempre stata sensibile, questo nessuno può negarlo, però prima riuscivo a tirare su un muro tra me e il mondo e non mi facevo così tanto male. Ora invece le emozioni vanno ovunque, buone e cattive, corrono all’impazzata e non riesco proprio a contenerle, diamine piango per ogni minima cosa. Forse però è un modo per apprezzare in maniera più sincera il mondo, senza filtri, senza troppa paura di farsi male o di mostrare agli altri le proprie debolezze. Non so, qui devo ancora lavorarci su...
Okay ora pausa doccia, poi torno sperando che Tumblr non butti la bozza.
Allora, dov’eravamo? Le persone, mi sembra. Non crediate che ci sia un filo logico, è un puro flusso di coscienza questo, uno sfogo personale. Non lo rileggerò neanche prima di pubblicarlo. Allora le persone. Ho capito da chi stare lontano. Chi mi era distante e chi davvero vicino. Ora vorrei parlare di una persona, una molto speciale. Oddio, non pensate subito ad una cotta, è “solo” la mia migliore amica. Solo l’ho scritto così perché è molto di più. Ma MOOLTO. Ogni volta che vorrei parlare di lei resto sempre senza parole perché lei ne è talmente tante che non saprei da dove iniziare. Quando ho scoperto del tumore non sapevo se dirglielo o meno. Non volevo farla soffrire. Poi ho pensato che magari non avrebbe sofferto perché potevamo non essere così legate come pensavo io, non so faccio un po’ schifo nei rapporti umani. L’ho incontrata in università, ad una lezione dove non capivamo una mazza (colpa del prof, ovvio). Ci siamo rincontrate per caso e poi lei a pranzo ha iniziato a parlami del suo ex, ed è stato come un fiume in piena. Ha iniziato a parlare e sembrava che non volesse finirla più. Le prime volte che ero con lei tornavo a casa stanca e dovevo rimettere a posto ogni tassello di quanto mi raccontava, un piccolo recap personale. Era sempre gentile. Anche quando era stressata o incazzata per il lavoro, o perché il fratello le aveva combinato qualche pasticcio da dover pulire. È piccolina ma ha un cuore grande, grande. All’inizio non la capivo. Mi sembrava un alieno perché lei sentiva tanto con il cuore, lo fa ancora. E suppongo che questa sia un’arma a doppio taglio. Piano piano abbiamo trovato un modo per funzionare e io, quel giorno a linguistica, non avrei mai immaginato di trovare una persona così importante. Cavolo io voglio fare un tatuaggio con lei, roba che non sono mai sicura di niente, ma di lei sì. Alla fine le ho detto del tumore. Vorrei tanto averle potuto risparmiare un po’ di dolore, avrei voluto donarle un po’ di tranquillità in questi mesi passati, invece mi sembrava di oberarla di preoccupazioni di cui sicuramente non aveva bisogno. Lei mi è stata accanto. Sempre. E più ci rifletto, più mi commuovo. Nonostante lei non sia stata qui con me fisicamente, è stata una delle presenze più tangibili che abbia avuto accanto. Anche solo scambiare due chiacchiere con lei mi rallegrava. E mi dispiaceva per tutte le volte in cui non riuscivo a prendere il telefono e rispondere perché stavo male e non mi andava di parlare, mi dispiaceva perché sapeva che stavo male e io sapevo di farla preoccupare. Mi manca un sacco. Mi manca andare al sushi con lei. Mi manca studiare assieme a lei. Oppure prendere la metro e lamentarsi della gente che è disgraziata. Oppure andare in discoteca, o bere assieme e cantare i cori da stadio per la città. Pranzare assieme in università, quando lei si portava solo una scatolina di quella specie di formaggio e diceva che le bastava, oppure la frutta, mangia sempre frutta, mentre io portavo sempre la pasta. Mi sembra di aver perso cose che non potranno tornare più. Però mi rallegro al pensiero che magari ce ne saranno di più belle. Perché io le voglio bene davvero, e cercherò di fare di tutto per lei. Io sono la sua spalla, può poggiarsi a me anche se adesso non è che mi mantenga poi tanto bene, ma ce la faccio. Vorrei trovare un modo per farle capire di star serena, che tutto andrà bene, anche se adesso è un po’ buio il suo mondo. Il tempo appiana tutto ed è proprio da come reagiamo alle cose che costruiamo noi stessi. Mi piacerebbe davvero capire come fa a fare tutto di pancia, io che resto bloccata sempre nella mia mente. Spero di poter imparare tante cose da lei. E se per caso dovessi leggere questa cosa, ah che imbarazzo, ma la maggior parte delle cose le sapevi già, sai già quanto ti stimi e quanto ci tenga a te e quanto creda in te. Molte cose ci hanno divise in questi mesi, ma siamo sempre rimaste luna accanto all’altra e spero di poter transcorrere così il resto della mia vita, perché con un’amica come te al mio fianco sarebbe tutto più bello.
Ultimamente ho iniziato a pensare che mi sarebbe piaciuto conoscerti prima, per poter condividere con te anche l’infanzia, per poter davvero dire, una volta vecchia, io la conosco da una vita! Vorrei aver trascorso con te l’adolescenza, mi avresti spinta a imparare ad usare i tacchi e a mettere i vestiti invece che le felpe, e io ti avrei contagiata con le serie tv, te ne avrei proposte a centinaia ma te ne avresti forse vista una. E sai quante cose che avremmo potuto cucinare assieme? Magari non avremmo dovuto aspettare i 21 anni per mangiare dei panzerotti assieme! E poi chissà se già prima eri un piccolo grinch? Sicuramente ti avrei invitata a casa a fare con me l’albero di Natale, perché l’ho fatto spesso con le amiche.
Quello che era iniziato come un post di sfogo si è lentamente trasformato, in non so cosa però. La prima frase è “ne mancano due” o qualcosa del genere. Mi mancano due giorni di radioterapia e poi sarà finito tutto. Ma lo sarà davvero? O vivrò sempre nell’ansia che possa tornare? Nell’ansia di dover vedere la mia vita di uovo andare in pezzi per iniziare le cure? Potrò davvero avere la forza di iniziare a costruire qualcosa nonostante questa possibilità? Ho paura. Il mondo fa effettivamente paura ora. È una paura più tangibile perché ci sei già stata a contatto e sai quanto è dura. Ma sai anche che ce l’hai fatta e questo dovrebbe farti stare tranquilla. Perché se l’hai ucciso una volta, e dovesse tornare, puoi solo fargli capire che fine farà: morirà lui e non tu.
Nonostante tutto si va avanti. Sì deve andare avanti. E non devono essere gli altri a dirtelo. Devi realizzarlo da sola, perché se non ci arrivai con i tuoi denti, non ci crederai mai. Non ci crederai mai per davvero.
Notte bella gente, e scusate per le chiacchiere. Love u all.
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andreasiobhan · 6 years
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☀️ 𝐘𝐎𝐔𝐓𝐔𝐁𝐄 𝐂𝐇𝐀𝐍𝐍𝐄𝐋 ⋰ #𝟫: 𝖰&𝖠 / 𝖱𝖾𝖺𝗅 𝖫𝗂𝖿𝖾 𝖳𝗂𝗉𝗌 (𝖯𝖺𝗋𝗍 𝟣). ☀️
Tumblr media
‘ HEEEEY, HEEEEY! Oggi sono estremamente felice perché attendevo di pubblicare questo video da più di una settimana e finalmente ECCOCI QUI!!! – E' il primo Q&A di questo canale e per renderlo speciale vi ho chiesto di pormi domande più sostanziose rispetto a domande riguardo la mia vita, tipo “Preferisci i broccoli o gli spinaci?”, preferisco gli spinaci, ma a nessuno interessa sul serio. – QUINDI, ho raccolto le domande più belle e che mi hanno colpito maggiormente e ho realizzato di essere sul serio logorroica. – Ho deciso di dividere questo Q&A in tre video, oggi avrete il primo, per gli altri due dovrete aspettare il resto della settimana, così da non farvi rimanere incollati al computer per un'ora. – Iniziamo subito!
Dhruva Amelie / @𝘢𝘪𝘳𝘱𝘭𝘢𝘯𝘦𝘴𝘭𝘢𝘯𝘪 chiede: “ 𝐂𝐨𝐦𝐞 𝐬𝐜𝐨𝐧𝐟𝐢𝐠𝐠𝐞𝐫𝐞 𝐥𝐚 𝐬𝐨𝐥𝐢𝐭𝐮𝐝𝐢𝐧𝐞? 𝐓𝐮𝐭𝐭𝐢 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐛𝐫𝐚𝐯𝐢 𝐚 𝐝𝐢𝐫𝐞 "𝐞𝐡𝐢, 𝐢𝐬𝐜𝐫𝐢𝐯𝐢𝐭𝐢 𝐚 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨, 𝐢𝐬𝐜𝐫𝐢𝐯𝐢𝐭𝐢 𝐚 𝐪𝐮𝐞𝐥𝐥𝐨, 𝐩𝐚𝐫𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐧 𝐥𝐞 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐞" 𝐞 𝐢𝐨 𝐥𝐨 𝐟𝐚𝐜𝐜𝐢𝐨, 𝐦𝐚 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐟𝐢𝐧𝐞 𝐦𝐢 𝐬𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐬𝐞𝐦𝐩𝐫𝐞 𝐢𝐧𝐟𝐢𝐧𝐢𝐭𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐬𝐨𝐥𝐚. 𝐄' 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐮𝐧 𝐮𝐜𝐜𝐞𝐥𝐥𝐢𝐧𝐨 𝐢𝐧𝐜𝐚𝐭𝐞𝐧𝐚𝐭𝐨, 𝐬𝐩𝐢𝐜𝐜𝐚 𝐢𝐥 𝐯𝐨𝐥𝐨 𝐦𝐚 𝐥𝐚 𝐜𝐚𝐭𝐞𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐥𝐨 𝐫𝐢𝐩𝐨𝐫𝐭𝐞𝐫à 𝐬𝐞𝐦𝐩𝐫𝐞 𝐚 𝐭𝐞𝐫𝐫𝐚 𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐠𝐥𝐢 𝐩𝐞𝐫𝐦𝐞𝐭𝐭𝐞𝐫à 𝐝𝐢 𝐚𝐧𝐝𝐚𝐫𝐞 𝐨𝐥𝐭𝐫𝐞 𝐮𝐧 𝐜𝐞𝐫𝐭𝐨 𝐩𝐮𝐧𝐭𝐨. ”
Con estrema onestà mi sento di dire che questa è stata la penultima domanda a cui ho risposto mentre preparavo il video anche se la sto inserendo per prima, perché è la domanda più complicata e dura a cui io abbia mai risposto. – È difficile e potrei fare un video unicamente su questo argomento, quindi questa mia risposta sarà forse banale per quanto dovrò sintetizzarla e mi dispiace davvero, davvero tanto. Credo che in futuro riprenderò il discorso per poterlo approfondire meglio, ma comunque, tornando a noi e alla domanda. – La solitudine è un mostro che si attacca alla nostra felicità e la butta giù in due secondi. – Pur cercando di sconfiggerla e di non sentirci soli, lei si insidia nella nostra mente e ci fa isolare dal mondo intero. È incontrollabile, è tra le emozioni e gli stati mentali peggiori che possa esistere. È pesante ed uscirne fuori richiede anni ed un lavoro personale immenso. – Ho detto che questo argomento è complicato e duro perché è qualcosa con cui convivo da quando sono arrivata a New York, ovvero a diciotto anni, fino ad oggi. – Nonostante io ora riesca a gestire questa sensazione, ricordo ciò che ho dovuto vivere tempo addietro e parlarne è faticoso. È faticoso perché è qualcosa di inspiegabile. Ognuno la vive a modo proprio, ognuno ha le sue ragioni, ognuno ha il suo pensiero a riguardo. – È faticoso perché, sebbene la solitudine possa essere in un certo senso “debellata”, persiste la paura di rimanere soli. È sempre dietro l'angolo. – Ho agito in maniera sciocca in alcune situazioni per il semplice fatto che in quel momento la solitudine aveva preso possesso della mia vita e a volte compio ancora oggi alcune azioni prive di logica come per pararmi perché ho il terrore di riprovare quella sensazione. Nessuna frase motivazionale che si trova su internet può aiutare, nessuna frase simile a quella che hanno detto a te può togliere questa pesantezza di dosso, perché la solitudine si incastra nel cervello e sta lì ferma a farci sentire.. Male. – Parlare con le persone non è facile come sembra, perché permettere a qualcuno di entrare nella nostra mente è forse ancora più intimo di un rapporto sessuale fisico. – Non posso dirti come togliere di mezzo questa sensazione, ma posso dirti che a me ha aiutato molto spingermi oltre i miei limiti nonostante la paura e l'ansia. Ho pensato che vivere nella mia comfort zone non mi avrebbe portato proprio a nulla, non avrei imparato niente, non mi sarei mai sentita a mio agio sul serio. – Ci sono voluti anni per arrivare a questo punto e per poter trovare una persona buona a cui legarmi, non è stato istantaneo. – Ho avuto a che fare con qualsiasi essere umano, ma nessuno mi ha fatta sentire tranquilla come questa persona che tra l'altro conoscete, poiché sto proprio parlando di Thomas, Thomas Boucher. – Ci siamo conosciuti “solo” due anni fa, più o meno, e non è stato un legame stretto fin da subito, ma lui ha avuto pazienza e ha cercato di entrare nella mia vita in punta di piedi e con educazione. Mi ha fatta sentire meno sola perché pian piano la nostra amicizia si è trasformata in un rapporto familiare. È diventato un fratello per me e mi sento enormemente fortunata perché mi ha capita fin da subito. Capiva i miei problemi, le mie insicurezze e la mia solitudine. – Quindi ha fatto suoi questi disagi e mi ha dato una mano ad uscirne con calma e con i miei tempi. Mi ha sbloccata e mi sono aperta al mondo fino ad arrivare a questo preciso istante in cui sono talmente tanto sicura di me da fare un video parlando di fatti personali. – Ti voglio ricordare una cosa: la solitudine ti accompagnerà per il resto della tua vita, perché per quanto arriveranno persone ad amarti e a voler passare la vita con te, sei e sarai sempre da sola nella tua testa. – Scrivi ciò che provi, leggi e visualizza il problema con gli occhi, rimboccati le maniche e lavora sulla tua persona. Inizia con il lavorare sull'ambiente in cui ti trovi: cerca un lavoro, cambialo, cercane altri fin quando non troverai quello giusto per te, così da avere persone intorno con la tua stessa passione per avere una sorta di appoggio iniziale. – Impara ad amare la solitudine, perché sarà sempre con te ed è meglio farsela amica. – Quando imparerai ad apprezzarla saprai anche come gestirla, come zittirla, come metterla da parte. Un tempo odiavo da impazzire stare a casa, odiavo non avere nulla da fare e passare il tempo a pensare, quindi cercavo in tutti i modi di stare fuori all'aperto ed in mezzo alla gente peggiorando la situazione, perché anziché sentirmi parte del mondo, mi sentivo ancora più sola. – Adesso ho dei momenti in cui se sto da sola a casa mi sento felice e rilassata, ho dei momenti in cui mi serve da rimanere da sola con me stessa per riprendermi un attimo dal caos. – Ma tutto questo l'ho fatto in maniera graduale, mi sono spinta oltre i miei limiti poco alla volta per non sentirmi male e per non aumentare l'ansia. – Ogni volta che mi costringevo ad uscire di casa quando non volevo, tornavo nella mia stanza quasi traumatizzata e ancora più triste e sola di prima. – Ad un certo punto ho capito di aver sbagliato approccio e di dover fare il tutto con i miei tempi, senza alcuna fretta. – Vuoi uscire? Fallo, ma fallo con la testa e non perché ti senti costretta. Metti un piede alla volta fuori la porta, fallo con calma e quando te la senti, cerca di fare un passetto ogni giorno fin quando non arriverai a fare chilometri e chilometri senza alcuna paura. – E questo discorso non lo devi applicare solamente sull'uscire sul serio di casa, ma applicalo anche per uscire fuori dal guscio in cui ti sei rintanata. – Ti devi esporre e quando riuscirai ad uscire dal guscio un po' alla volta, scoprirai che esistono persone buone o cattive, persone come te, persone diverse da te, farai una scrematura e riuscirai a trovare la persona, o le persone sei fortunata, con cui ti farà piacere passare del tempo. – Non intendo un fidanzato o una fidanzata, intendo anche un semplice amico. Anche a quel punto sarai sola, ma almeno sarai sola in compagnia, se la cosa può avere senso. – Non pensare che noterai dei cambiamenti dalla notte al giorno perché non accadrà mai, ma sappi che arriveranno dei risultati positivi se ti metti con impegno. – Oltretutto voglio anche dirti un'altra cosa: non avere paura di ammettere di sentirti sola, non avere paura di dirlo ad alta voce. Se ti serve aiuto, chiedilo. Se qualcuno ti volta le spalle, passa oltre, non è la persona per te. Vai da altri fin quando non troverai quello che ti prenderà sul serio la mano e ti farà sentire in pace con te stessa.
Sunny M. Lovegrove / 𝘚𝘶𝘱𝘦𝘳𝘯𝘰𝘷𝘢 𝘙𝘦𝘮𝘯𝘢𝘯𝘵 chiede: “ 𝐂𝐨𝐦𝐞 𝐚𝐟𝐟𝐫𝐨𝐧𝐭𝐢 𝐥𝐚 𝐥𝐨𝐧𝐭𝐚𝐧𝐚𝐧𝐳𝐚 𝐝𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐭𝐮𝐚 𝐟𝐚𝐦𝐢𝐠𝐥𝐢𝐚? 𝐏𝐞𝐫𝐜𝐡é 𝐩𝐢ù 𝐨 𝐦𝐞𝐧𝐨 𝐬𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐭𝐞𝐬𝐬𝐚 𝐬𝐢𝐭𝐮𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐞 𝐚 𝐯𝐨𝐥𝐭𝐞 𝐝𝐢𝐯𝐞𝐧𝐭𝐚 𝐯𝐞𝐫𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐭𝐫𝐢𝐬𝐭𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐩𝐨𝐭𝐞𝐫 𝐜𝐨𝐫𝐫𝐞𝐫𝐞 𝐝𝐚𝐢 𝐩𝐫𝐨𝐩𝐫𝐢 𝐠𝐞𝐧𝐢𝐭𝐨𝐫𝐢 𝐩𝐞𝐫 𝐝𝐚𝐫𝐞 𝐥𝐨𝐫𝐨 𝐮𝐧𝐚 𝐛𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐧𝐨𝐭𝐢𝐳𝐢𝐚, 𝐨 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐨𝐥𝐚𝐭𝐢 𝐪𝐮𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐪𝐮𝐚𝐥𝐜𝐨𝐬𝐚 𝐧𝐨𝐧 𝐯𝐚. 𝐄𝐬𝐢𝐬𝐭𝐨𝐧𝐨 𝐥𝐞 𝐯𝐢𝐝𝐞𝐨𝐜𝐡𝐢𝐚𝐦𝐚𝐭𝐞, 𝐨𝐤, 𝐦𝐚 𝐧𝐨𝐧 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐩𝐫𝐨𝐩𝐫𝐢𝐨 𝐥𝐚 𝐬𝐭𝐞𝐬𝐬𝐚 𝐜𝐨𝐬𝐚... 𝐜𝐡𝐞 𝐧𝐞 𝐩𝐞𝐧𝐬𝐢? ”
Tu mi conosci, ma magari qualcun altro no, quindi per chi non lo sapesse: la mia famiglia è molto molto molto unita, ho un rapporto stretto con i miei genitori e con mia sorella, infatti quando sono venuta qui a New York è stato tragico e ho dovuto affrontare parecchi momenti tristi, molti dei quali si ricollegano alla risposta appena data alla domanda precedente. – In quei momenti più tragici pensavo spesso al fatto che videochiamare i miei genitori non fosse la stessa cosa dell'averli davanti ai miei occhi in carne ed ossa. Avevo bisogno di loro fisicamente, mi mancavano terribilmente e questa cosa non è cambiata. – Vivere lontano dalla mia famiglia è difficile, devo fare tutto da sola e posso contare solo su me stessa. Sì, esistono gli amici eccetera eccetera, però la mamma è pur sempre la mamma, come lo è il papà, quindi averli attorno è tutt'altra sensazione. – Immagino entrambi come dei supereroi e per questo quando sto con loro mi sento al sicuro e capisco al 100% la tua tristezza. – È difficile stare da soli, è difficile stare lontani dalle persone che più ami al mondo, però a lungo andare credo diventi quasi un abitudine. Non è bello da dire, ma sì, ci si fa l'abitudine, o perlomeno io mi sono adattata. – Ci sono momenti in cui apprezzo il fatto che loro non stiano qui, perché sono in un punto della mia vita in cui credo sia giusto volare da sola per crescere, maturare e affrontare di petto qualsiasi situazione senza nascondermi sempre sotto le ali dei miei genitori. – È faticoso e a volte serve un abbraccio da parte di mio papà, peeeerò è anche vero che si prova una certa soddisfazione nell'essere indipendenti. – Ogni volta che torno a Dublino realizzo sempre la stessa cosa: i miei genitori non se ne vanno e sono sempre pronti ad accogliermi a braccia aperte. Tieni a mente questa cosa anche tu, perché neanche i tuoi genitori se ne andranno mai dalla tua vita, non importa quanto siano distanti, loro ci sono. – Le videochiamate non funzionano, i messaggi neanche, ma nulla è più bello dell'andare ogni tanto dai propri genitori e sentirli più vicini che mai. Tendiamo a dare per scontato le persone che vivono nella nostra stessa città, mentre averle lontane ci fa rendere conto quanto siano importanti per noi. – In questi anni mi sono adattata, come ho già detto, e ho cercato di cambiare il mio punto di vista a riguardo. Per esempio, se prima vedevo tutto nero, ora credo sia bello sentire la loro mancanza, è bello salire sull'aereo emozionati ed è magnifico il momento in cui dopo mesi mi ritrovo tra le loro braccia. È un'emozione che solo chi la vive può comprendere e io la trovo, non so, appagante. – È un qualcosa che non riesco neanche a spiegare a parole, sto facendo una fatica immane! So solo che la distanza, nonostante la tristezza che reca, sia anche utile, bella e profonda. Per quanto sia tosta, penso più che altro a quanto sia gratificante e dolce vedere mia madre che si commuove ogni volta che mi vede dal vivo per la prima volta dopo tot tempo. – Non credo che questa cosa accadrebbe se abitassimo nella stessa città, quindi la lontananza da casa ha i suoi pro e i suoi contro e tento sempre ci pensare ai fattori positivi per poterla affrontare nel migliore dei modi. – Non so se questa cosa possa essere applicata anche al tuo modo di fare e di vivere, ma in ogni caso voglio provare a consigliarti una sorta di "gioco": quando ti senti giù di morale pensa, o meglio, scrivi tre cose positive riguardo il vivere lontana da loro. Se li scrivi è meglio perché così puoi visualizzarli bene. – Elenca tre cose che ti fanno stare bene e che ti piacciono di New York. Tenta di tirare fuori gli aspetti più belli di questa esperienza che stai vivendo e pensa a quanto saranno belli e calorosi i futuri incontri con i tuoi genitori perché vi sarete mancati come l'aria. Saranno momenti indimenticabili e per nulla scontati. ’
𝘐𝘯𝘴𝘵𝘢𝘨𝘳𝘢𝘮 / 𝘛𝘸𝘪𝘵𝘵𝘦𝘳: @andredhead 𝘚𝘰𝘶𝘯𝘥𝘵𝘳𝘢𝘤𝘬: https://www.youtube.com/watch?v=qCUxlxthHwU
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