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#mappa sismica
pietroalviti · 5 months
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Trema o non trema? Volete saperne di più sui terremoti? A Ceccano vi spiega tutto Mario Murchio, caffè letterario, 17 aprile, ore 17,30
Quali sono le aree più a rischio? Quali le frequenze storiche dei terremoti? La nostra terra è vicina alle falde che si stanno muovendo? Qual è la mappa della sismicità nella Valle Latina? Che rapporto c’è con i vulcani ormai spenti? e con quelli ancora attivi dell’area flegrea? Sono alcune delle domande cui risponderà mercoledì 17 aprile alle ore 17,30 il geologo Mario Murchio, al caffè…
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cinquecolonnemagazine · 7 months
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Mappa sismica del mondo: un'istantanea della pericolosità tellurica
La terra trema. Un brivido impercettibile o una scossa violenta, il terremoto è un evento naturale che può sconvolgere la vita di intere comunità. La sua imprevedibilità rende difficile la prevenzione, ma la mappa sismica del mondo offre uno strumento prezioso per comprendere la pericolosità tellurica in diverse parti del globo. Questa mappa, aggiornata in tempo reale, rappresenta un'istantanea della sismicità globale, mostrando la magnitudo e la localizzazione dei terremoti recenti. I colori, che variano dal rosso intenso al giallo, passando per l'arancione e il verde, indicano l'intensità delle scosse, fornendo una rappresentazione visiva immediata delle zone a rischio. Le zone più sismiche Lo sguardo si posa subito sull'Anello di Fuoco del Pacifico, una morsa di faglie che circonda l'oceano omonimo. Qui, la subduzione di una placca tettonica sotto l'altra genera una sismicità frequente e spesso di grande intensità. Terremoti devastanti hanno colpito in passato e continuano a colpire il Cile, il Giappone, l'Indonesia e altri paesi che si affacciano sul Pacifico. Un'altra zona ad alto rischio è la Cintura Alpide-Mediterranea, dove la collisione tra la placca africana e quella euroasiatica crea un'area di instabilità tellurica. L'Italia, la Grecia, la Turchia e l'Iran sono solo alcuni dei paesi che hanno storicamente sofferto i danni causati da terremoti di forte magnitudo. Non solo terremoti La mappa sismica non si limita a mostrare i terremoti recenti, ma offre informazioni preziose anche sulla pericolosità sismica di una determinata area. Le zone con una storia di terremoti forti sono quelle in cui è più probabile che si verifichino eventi simili in futuro. Un'informazione preziosa per la sicurezza La conoscenza della pericolosità sismica è fondamentale per la pianificazione urbanistica e la costruzione di edifici antisismici. La mappa sismica diventa quindi uno strumento di primaria importanza per la sicurezza di cittadini e infrastrutture. Oltre la mappa sismica del mondo La sismologia è una scienza in continua evoluzione e nuovi strumenti e tecnologie vengono sviluppati per migliorare la comprensione e la previsione dei terremoti. L'utilizzo di satelliti, reti di sismografi sempre più sofisticate e modelli di simulazione all'avanguardia permettono di affinare la mappa sismica del mondo, rendendola un strumento sempre più preciso per la valutazione del rischio sismico. Un futuro più sicuro La mappa sismica del mondo non è solo una rappresentazione della pericolosità tellurica, ma rappresenta anche un impegno per un futuro più sicuro. La conoscenza e la consapevolezza del rischio sismico, unite all'adozione di adeguate misure di prevenzione e preparazione, possono contribuire a ridurre i danni causati dai terremoti e a salvare vite umane. Foto di Angelo Giordano da Pixabay Read the full article
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gaetaniu · 1 year
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La nuova mappa di pericolosità sismica dell'Italia è di nuovo in alto mare
La Torre di Modenesi a Finale Emilia è stata distrutta da un terremoto di magnitudo 6.0 che ha colpito l’Emilia il 20 maggio 2012, uccidendo 7 persone e distruggendo molti edifici storici. Un comitato di revisione ha respinto la mappa aggiornata sviluppata dagli scienziati dell’INGV e già approvata dalla Protezione Civile. Il tortuoso percorso della nuova mappa di pericolosità sismica italiana…
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scienza-magia · 4 years
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Tunguska, nel 1908 in Siberia centrale, è accaduto un evento preoccupante
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Tunguska, ulteriori studi. Meteoriti, un pericolo irrisolto su vita, clima e meteo che potrebbe succedere. In queste settimane si è tornati a parlare di Meteoriti. Lo abbiamo fatto varie volte anche noi. Ma la nostra attenzione si è indirizzata sia verso la possibilità che tali eventi siano corresponsabili di epidemie, ma anche di cambiamenti climatici, se non ben peggio: un cataclisma. La NASA cerca fondi per prevenire l’impatto di grossi massi provenienti dallo spazio, quelli che travolgerebbero il Pianeta annientando l’attuale forma di vita: gli Asteroidi Ciò appare come fantascienza, e mettiamola così, è una delle tante disgrazie remote che potrebbero succedere, perciò niente allarmismo. Ebbene, in questi giorni è apparsa la notizia di nuove scoperte sulla più grande esplosione causata da un Meteorite in epoca moderna. Gli scienziati hanno pubblicato una nuova teoria, stavolta piuttosto sorprendente, se non agghiacciante, per l’evento accaduto nell’area della Tunguska nel 1908 in Siberia centrale. Innanzitutto, la forza dell’esplosione che si ebbe può essere paragonabile a quella di 185 bombe di Hiroshima. Il Meteorite causò una deflagrazione catastrofica. Per decenni gli esperti sono sconcertati dalla detonazione che ha spazzato via più di 80 milioni di alberi, per fortuna in una zona remota dell’immensa Russia.
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Tunguska, Russia, area interessata il 30 Giugno 1908 dall’evento catastrofico. Mappa fonte Google. Lo studio degli scienziati russi pubblicato nel Monthly Notice della Royal Astronomical Society, sottolinea che l’esplosione fu “il risultato di una struttura extraterrestre che non ha avuto un impatto diretto sulla superficie terrestre”. Il meteorite era costituito principalmente di materiale ferroso. Il maggior punto di avvicinamento alla Terra è stato di appena 10-15 chilometri (ipotesi), passando ad una velocità inaudita di 20 chilometri al secondo. Durante la fase di attraversamento dell’atmosfera terrestre ha perso circa 30 milioni di tonnellate di materiale, principalmente evaporato nell’ingresso in atmosfera, con conseguente deflagrazione che poi ha causato l’onda d’urto che ha raso al suolo chilometri e chilometri di foresta. Durante l’avvicinamento alla Terra si dev’essere generata una palla di fuoco enorme, che nell’area interessata potrebbe aver coinvolto tutta la volta celeste, e dare l’impressione di un cataclisma da fine del Mondo. Non è noto se in quell’area ci fossero esseri umani, ma nel caso, non sarebbero sopravvissuti. Moltissime migliaia di animali sono stati uccisi dal cataclisma.  Il Meteorite aveva probabilmente un diametro di circa 200 metri, o forse meno, si parla anche di 50 metri. Dalle informazioni che abbiamo, l’avvicinamento di un Meteorite alla Terra di quelle dimensioni, con gli strumenti attuali sarebbe difficilmente prevedibile. E’ per tale motivo che la NASA ha lanciato un avvertimento che equivale ad un’allerta. Lo studio teorizza che il Meteorite fosse costituito di materiale ferroso, e che per la sua natura e l’esplosione, sia sbalzato via dall’atmosfera terrestre e non abbia raggiunto con la sua massa il suolo. Per intenderci, la palla di fuoco è rimbalzata in atmosfera ad una velocità di 20 chilometri al secondo, perdendo circa 500.000 tonnellate al secondo. Il contatto del Meteorite in atmosfera ha generato una sorta di plasma infuocato, quindi ad altissima temperatura che ha generato un’esplosione e l’onda d’urto.
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Anni dopo l’evento, furono visibili, e lo sono ancor oggi, in Tunguska, gli effetti del cataclisma. Gli scienziati hanno fatto una scoperta terribile: nell’epicentro dell’area più prossima all’esplosione del Meteorite, la temperatura al suolo ha raggiunto valori prossimi ai 500/1000°C. Mentre la superficie del Meteorite aveva una temperatura di 10.000°C circa. Il team di ricercatori sostiene che “l’assenza di goccioline di ferro attorno all’epicentro è dovuta dall’alta velocità del corpo spaziale durante il passaggio attraverso l’atmosfera terrestre, e all’altissima temperatura (10.000°C).” “Con tale velocità e temperatura c’è stata una perdita di massa del Meteorite per sublimazione del materiale sotto forma di singoli atomi, che per altro possono essere trovati sulla superficie terrestre come ossidi di ferro, che non differiscono dagli stessi ossidi di ferro di origine terrestre.” Ciò ha indotto in errore molte ricerche. Questa teoria è supportata dal fatto che non ci sono resti di questo corpo e crateri sulla superficie della Terra.
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Tunguska, punto dove la temperatura ha raggiunto probabilmente i 1000°C. L’evento ha illuminato il cielo notturno sulla sua scia in Europa e persino in America. Le spedizioni sovietiche nel remoto fiume Podkamennaya Tunguska, hanno evidenziato la mancanza di detriti o crateri in superficie. Lo scienziato italiano Luca Gasperini, dell’Università di Bologna, ha affermato che il lago Cheko, a cinque miglia dall’epicentro, ha riempito il cratere ma la sua ricerca è fortemente contestata dagli accademici russi. Il dott. Karpov ha affermato che la nuova teoria “può spiegare gli effetti ottici associati a una forte prosperosità degli alti strati dell’atmosfera in Europa, che ha causato un bagliore luminoso del cielo notturno”. L’evento Tunguska ha portato a una serie di teorie, circa 100. Gli abitanti di Evanki credevano che fosse una visita di un Dio arrabbiato chiamato Ogdy. Affermarono: “ci fu un botto nel cielo e un potente schianto. Lo schianto è stato seguito da un rumore simile a pietre che cadevano dal cielo o di pistole che sparavano. La terra tremava “, ha detto un siberiano nativo a circa 60 km dall’epicentro”. In effetti, altri scienziati hanno sottolineato che si ebbe una scossa sismica causata dalla deflagrazione. Un abitante sostenne: ‘ho sentito un calore insopportabile, come se la mia camicia fosse in fiamme”. Eppure si trovava a 60 km di distanza dall’epicentro dell’evento meteorico. Ci si chiede, un’esplosione di tale entità, abbiamo parlato di 180 bombe atomiche, può avere influenza sul clima? Abbiamo reperito informazioni nel team di climatologi, ebbene, un evento del genere ha avuto ripercussioni in atmosfera con la formazione di una patina di fumo che ha per qualche tempo fatto da schermo ai raggi solari, abbassando la temperatura del Pianeta di qualche decimo di grado centigrado. Ciò al pari di una potente esplosione vulcanica. Ma la ricerca svolta è piuttosto ampia, ci promettiamo di fare ulteriori approfondimenti e aggiornamenti. Gli scienziati coinvolti nello studio sono: Daniil E. Khrennikov, 1 Andrei K. Titov, 2 Alexander E. Ershov, 1,3 Vladimir I. Pariev4 ‹e Sergei V. Karpov 1,5,6 1.  Università Federale Siberiana , Svobodny Av. 79/10, Krasnoyarsk 660041, Russia 2.  Istituto di fisica e tecnologia di Mosca, Institusky Per. 9, Dolgoprudny 141700, Russia 3.  Institute of Computational Modeling SB RAS , Akademgorodok 50/44, Krasnoyarsk 660036, Russia 4.  PN Lebedev Physical Institute, Leninsky Prosp. 53, Mosca 119991, Russia 5.  LV Kirensky Institute of Physics, Centro federale di ricerca KSC SB RAS , Akademgorodok 50/38, Krasnoyarsk 660036, Russia 6 Università statale siberiana di scienza e tecnologia, Krasnoyarsky Rabochy Av. 31, Krasnoyarsk 660014, Russia  Read the full article
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noneun · 6 years
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Caspita, dev’essere una faglia!
Domenica scorsa mi trovavo in un bosco a Sud Est del lago artificiale di Redona e stavo correndo tranquillamente in salita... vabbè camminavo tranquillamente... ok, arrancavo con fatica... comunque il punto è che ad un certo punto, poco dopo l’ottavo chilometro, noto che lungo il lato Sud del sentiero, a poche decine di metri da esso, spuntava una grossa parete grigiastra di roccia:
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La panoramica non rendere l’idea di quanto imponente e quasi perfettamente rettilinea fosse la parete, per cui ho scatato un eloquente anche un dettaglio:
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Ok, ad ogni modo, in quel momento ho pensato: caspita, dev’essere una faglia! Una tal parete che si staglia tanto nettamente nel paesaggio non può essere frutto di semplice erosione, deve per forza emergere per via di una forza che l’ha spinta verso il sentiero!
Così, tornato a casa, dopo una doccia e un pranzo con spaghetti panna e salmone, ho provato a confrontare la geolocalizzazione delle foto con la traccia GPX del mio cardio-gps da polso:
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La geolocalizzazione delle foto sovraimpressa ad una immagine aerea mostra anche l’ombra proettata dalla parete rocciosa, particamente sempre presente dal momento che è esposta a nord.
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Il piccolo puntino nero corrisponde alla posizione degli scatti (a sinistra si vede il lago di Redona) in una foto area in scala minore con sovraimposta parte della traccia GPX.
Non mi restava che andare sull’amatissimo sito di Cartografia Geologica del Friuli Venezia Giulia per verificare l’eventuale presenza di faglie:
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Ed ecco che si trova, quasi perfettamente orientata nella direzione Est Ovest, una linea strutturale di sovrascorrimento secondario... ovvero la scaglia tettonica a Sud vuole ricoprire degli strati rocciosi a Nord a causa di forze compressive. In quest’altra mappa vengono colorate le unità litostratigrafiche:
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Si vede come le rocce calcaree a Sud (verde spento), risalenti ad un intervallo di tempo compreso tra Giurassico superiore e il Cretaceo inferiore (da 164 a 100 milioni di anni fa), sono state spinte verso Nord scontrandosi con le rocce calcaree (verde brillante) del Cretaceo superiore - Paleocene superiore (da 100 a 66 milioni di anni fa) e hanno generato una cosiddetta faglia inversa:
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Se le spinte dovessero continuare a lungo, come già successo in altre zone, si creerebbe una piega coricata, ovvero lo strato a Sud coprirebbe parzialmente gli strati a Nord. Questo fenomeno, che è alla base della formazione stessa delle catene montuose, ha la particolarità di violare il principio di sovrapposizione ovvero fossili più antichi si trovano sopra fossili più giovani e quindi la sovrapposizione degli strati diventerebbe opposta alla norma, con gli strati più antichi sopra quelli più recenti: 
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Tenendo conto di tutto ciò e del fatto che non scopro ora che il Friuli sia una zona sismica, vorrei porre la seguente domanda: perché hanno costruito la bellissima diga sul fiume Meduna che crea il lago di Redona?
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overthedoors · 7 years
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Una mappa interattiva della sequenza di Amatrice-Visso-Norcia
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Ad un anno dall’evento sismico di magnitudo 6.5 del 30 ottobre 2016 la sequenza sismica di Amatrice-Visso-Norcia continua a far registrare numerosi terremoti ogni giorno nell’area. Una quarantina in media, ad esempio, gli eventi giornalieri registrati in questi ultimi giorni, tutti di magnitudo molto bassa con pochi terremoti superiori a magnitudo 2.0.  Dal 24 agosto ad oggi il numero di eventi…
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gdsradio7 · 3 years
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Nel 2021 sono stati 16 mila i terremoti in Italia
Nel 2021 sono stati 16 mila i terremoti in Italia
La Rete Sismica Nazionale ha registrato nel corso dello scorso anno 16.095 terremoti sul in Italia e nelle zone limitrofe, corrispondenti in media a un evento sismico ogni mezz’ora. I più forti sono avvenuti fuori del territorio italiano, come conferma Alessandro Amato, sismologo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV): «Come si vede dalla mappa pubblicata su INGVterremoti, gli…
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ramveggie · 4 years
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Anche nel 2020 la media è di 45 terremoti al giorno: circa 1 ogni 30 minuti
Anche nel 2020 la media è di 45 terremoti al giorno: circa 1 ogni 30 minuti
Nel corso del 2020 la Rete Sismica Nazionale dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha localizzato 16.597 terremoti sul territorio italiano e nelle zone limitrofe. Una media di circa 45 terremoti al giorno con un intervallo di un evento ogni mezz’ora circa.  “Nella mappa che abbiamo realizzato quest’anno si evidenzia che anche nel 2020 i più forti terremoti sono stati…
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danielscrepanti · 6 years
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Come racconteresti la pericolosità sismica a te stesso? Forse penseresti ai rischi che correresti o che correrebbero le tue cose durante un terremoto? Oppure penseresti a ciò che hai intorno o davanti a te, tutti i giorni, e che all’improvviso sparisce?
Qualche giorno fa discutevo di questo problema con una amica ricercatrice che si occupa da anni di pianificazione territoriale e rischio sismico. Le ho scritto un commento a un post nel quale ricordava alla politica ciò che sa bene, “La prevenzione non si vede e non porta voti”, e sottolineava per questo la necessità di maggiore pianificazione e sensibilizzazione.
Io osservavo che chi non si vuole arrendere alle mancanze di un pragmatismo eccessivo della politica contemporanea, può probabilmente migliorare la presa sui cittadini del tema della prevenzione dei rischi che un pericolo può determinare. Ciò implicherebbe concentrarsi sul fatto che in condizioni normali, senza emergenze in corso, manca un linguaggio, una messa in scena convincente della pericolosità sismica, e di conseguenza anche delle politiche e degli interventi per la prevenzione degli effetti degli eventi calamitosi.
Per esempio, la mappa che vedete, rilasciata nel 2004, è stata ricolorata secondo la scala cromatica predisposta per il prossimo modello di pericolosità sismica per l’Italia che sarà rilasciata a breve. Noterete che rispetto alla mappa ufficiale non ci sono campiture verdi. Come ha spiegato nell’articolo linkato di seguito Carlo Meletti, geologo e responsabile pericolosità sismica di INGV, il verde dava “un falso messaggio di sicurezza: il terremoto del 2012 in Emilia è avvenuto in una zona verde che non era affatto poco pericolosa e qualcuno ha pensato che il modello fosse sbagliato”.
Occorre ovviamente fare di più per approssimare la pericolosità e i rischi alla vita quotidiana e alle diversità dei territori in cui viviamo. Le nostre case e le nostre vite si svolgono all’interno dei confini regionali della mappa, ma lì non le vediamo ancora.
Riferimento: https://blog.ilgiornaledellaprotezionecivile.it/italiapaesesismico/2019/01/06/come-si-racconta-la-pericolosita-sismica/
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tmnotizie · 6 years
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ANCONA – Il volontariato di protezione civile, le Istituzioni e il mondo della ricerca scientifica si impegnano insieme per comunicare sui rischi naturali che interessano il nostro Paese. Il 13 e 14 ottobre volontari e volontarie di protezione civile allestiranno punti informativi “Io non rischio” nelle principali piazze italiane, per diffondere la cultura della prevenzione e sensibilizzare i propri concittadini sul rischio sismico, sul rischio alluvione e sul maremoto.
Il cuore dell’iniziativa – giunta quest’anno all’ottava edizione –  è il momento dell’incontro in piazza tra i volontari formati e la cittadinanza. Sabato 13 e domenica 14 ottobre, in contemporanea con le altre città in tutta Italia e con il sostegno della Regione Marche e del Comune di Ancona- assessorato alla Protezione civile-  anche Ancona con i volontari della V.A.B. – Vigilanza Antincendi Boschivi  partecipa alla campagna “Io non rischio”.
 Per scoprire cosa ciascuno di noi può fare per ridurre il rischio terremoto, rischio maremoto, l’appuntamento è in piazza Roma dalle 9 alle 20, dove è allestito un punto informativo gestito dalla V.A.B. insieme ad AGESCI.  Sarà allestito con una serie di pannelli che illustrano il fenomeno del sisma nella sua evoluzione storica (linea del Tempo), nel suo andamento fino ai picchi massimi e sarà presente la mappa di Ancona con evidenziati i punti di raccolta della popolazione  in caso di emergenza, così come contemplato dal Piano comunale.  Per intrattenere i bambini ci saranno giochi istruttivi  a tema e piccoli laboratori  su tavoli e sedie su misura per loro.
“E’ opportuno ricordare- sottolinea l’assessore comunale alla protezione civile, Stefano Foresi, nel complimentarsi per questa nuova edizione –  quanto sia stata utile l’iniziativa specialmente  due anni fa, nell’ottobre 2016, a pochi giorni dalla forte scossa che colpì anche la città di Ancona: sicuramente gli insegnamenti appresi a “Io non rischio”  (come riferito poi)  vennero messi in pratica da molti cittadini che evitarono così comportamenti non appropriati”.
L’edizione 2018 coinvolge oltre 3.400 volontari e volontarie appartenenti a  532 realtà associative, tra sezioni locali delle organizzazioni nazionali di volontariato, gruppi comunali e associazioni locali di tutte le regioni d’Italia.
“Io non rischio” – campagna nata nel 2011 per sensibilizzare la popolazione sul rischio sismico – è promossa dal Dipartimento della Protezione Civile con Anpas-Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze, Ingv-Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e Reluis-Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica.
L’inserimento del rischio maremoto e del rischio alluvione ha visto il coinvolgimento di Ispra-Istituto superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, Ogs-Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale, AiPo-Agenzia Interregionale per il fiume Po, Arpa Emilia-Romagna, Autorità di Bacino del fiume Arno, CamiLab-Università della Calabria, Fondazione Cima e Irpi-Istituto di ricerca per la Protezione idro-geologica.
Sul sito ufficiale della campagna, www.iononrischio.it, è possibile consultare i materiali informativi su cosa sapere e cosa fare prima, durante e dopo un terremoto, un maremoto o un’alluvione.
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Etna: la mappa delle zone a maggiore pericolosità sismica
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Il 26 dicembre 2018 una scossa sismica di magnitudo Mw 4.9 ha interessato il fianco sud-orientale dell’Etna, causando ingenti danni alle zone urbane di nove comuni etnei. Su impulso del Commissario Straordinario designato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per la ricostruzione dell’area etnea, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha messo a disposizione l’esperienza di ricercatori altamente specializzati nel rilevamento geo-strutturale e nella pianificazione territoriale di aree vulcano-tettoniche attive come l'Etna, per l’elaborazione di una mappa statica ed interattiva (WebGIS) delle “microzone omogenee” delle faglie etnee attivate dal sisma del 2018, pubblicata nei giorni scorsi dal Commissario (https://commissariosismaareaetnea.it/). La mappa dell'Etna è frutto del lavoro di un team di esperti coordinato da Marco Neri, ricercatore dell’INGV in comando presso la Struttura Commissariale, e composto anche da geologi del Genio Civile di Catania e dell’Agenzia Invitalia. Nella mappa si individuano sia le faglie che si sono attivate in occasione del sisma, sia le zone di maggiore pericolosità sismica nel territorio, distinguendole in Zone di Attenzione (ZAFAC), Zone di Suscettibilità (ZSFAC) e Zone di Rispetto (ZRFAC). Read the full article
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gaetaniu · 3 years
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Forti indicazioni di acque sotterranee raffreddate al largo delle isole maltesi
Forti indicazioni di acque sotterranee raffreddate al largo delle isole maltesi
Una mappa della posizione dell’acqua raffreddata. Un team internazionale di scienziati ha riportato forti indicazioni di acque sotterranee rinfrescate al largo della costa tra La Valletta e Marsascala, nel sud-est di Malta. Questa scoperta si basa su una spedizione oceanografica effettuata nel 2018. I profili di riflessione sismica acquisiti durante questa spedizione sono stati utilizzati per…
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okmugello · 6 years
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La nuova mappa di pericolosità sismica, Enzo Boschi su Il Foglietto della Ricerca
La nuova mappa di pericolosità sismica, Enzo Boschi su Il Foglietto della Ricerca
La nuova mappa di pericolosità sismica di Enzo Boschi, pubblicata su “Il Foglietto” n° 23 del 12 luglio 2018 ci deve far riflettere.
Un estratto: Il 3 luglio, alle 21:36, Carlo Meletti, sismologo della sezione INGV di Pisa, ha scritto il seguente tweet: “@CarloMeletti In attesa del nuovo modello di pericolosità sismica dell’Italia: ne ho parlato con @Max_Stucchi”. Al tweet è associato un testo co…
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pedrop61 · 8 years
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ALTRI RISULTATI OTTENUTI DALLA GIUNTA RAGGI
43) Riaperti i teatri di cintura; lanciato il primo percorso partecipato per il bando sulla gestione del “Cinema L’Aquila”.
44) Avviati i lavori per il restauro del Teatro Valle per il quale in bilancio si prevedono 3 milioni di euro di investimenti.
45) Riaperta la biblioteca Giovenale e confermato lo stanziamento di 18 milioni e 360 mila euro per il sistema delle biblioteche.
46) Riservata ai romani la possibilità di partecipare con un sorteggio a tutte le inaugurazioni culturali con il progetto “Cittadini in prima fila”.
47) Avviata l'elaborazione del piano sociale cittadino, che nella Capitale mancava da 13 anni, con un confronto sul territorio mediante la campagna #RomaAscoltaRoma. Quindici incontri pubblici per scrivere il programma di azione dell’amministrazione capitolina a favore dei soggetti più fragili e discutere dei temi su cui deve svilupparsi una comunità solidale: povertà, inclusione, questione Rom, politiche educative e scolastiche, violenze, disabilità, dipendenze patologiche, casa, gravi marginalità, minori, famiglie, anziani.
48) Istituito un Tavolo per l'inclusione di Rom, Sinti e Caminanti, nel rispetto della relativa strategia nazionale che prevede di arrivare al superamento progressivo dei campi nomadi presenti nella Capitale.
49) Stop alle targhe alterne. In applicazione il Piano di risanamento della qualità dell’aria: per ridurre lo smog è scattato lo stop per le auto a benzina Euro 2 nell'Anello Ferroviario. Previsto il divieto di circolazione nella Fascia verde, e non le targhe alterne, in caso di polveri oltre i limiti; ripristinate le domeniche ecologiche.
50) Sta partendo la verifica sulla staticità degli edifici scolastici e in bilancio vengono stanziati due milioni di euro per avviare l’iter per la verifica della vulnerabilità anti-sismica delle stesse scuole.
51) In tema di riqualificazione urbanistica della città sono in via di conclusione i lunghissimi percorsi approvativi per via Guido Reni, piazza dei Navigatori ed ex Mercati Generali: interventi che privilegiano il riuso e la valorizzazione della città esistente.
52) Definito un percorso per migliorare la sicurezza e la manutenzione degli impianti sportivi con l’ausilio di un nucleo ispettivo di monitoraggio.
53) Ultimata la prima bozza del nuovo Regolamento degli Impianti Sportivi che verrà predisposto nell'ambito di un progetto aperto, trasparente e partecipativo con chi si occupa di sport a Roma. In aggiornamento anche il Regolamento per i Centri Sportivi Municipali: avviata una indagine per definire l'aggiornamento del tariffario, nel quale saranno incluse nuove discipline sportive e si valuteranno i relativi costi.
54) Creata la mappa della nuova area del sito del Comune di Roma dedicata alle informazioni sugli impianti sportivi che sarà online nei primi mesi del 2017.
55) Avviato un percorso per il restauro dello Stadio Flaminio per ridare vita a una struttura dal grande valore architettonico, artistico e sportivo.
56) Trovate e inserite in bilancio le risorse per la riqualificazione del Palazzetto dello Sport di Viale Tiziano (circa 2 milioni di euro).
57) Avviati progetti per la pratica dello sport nei parchi: il "Progetto Parchi", ovvero una serie di percorsi misurati e certificati dalla Fidal; e i "Punti Sport", ovvero l’azione di riuso di locali abbandonati per farne degli spogliatoi.
58) Compiuta un’analisi sulle società partecipate tramite la quale l’assessorato competente ha fatto emergere una situazione di grande criticità, con sprechi e inefficienze ereditate dal passato. È iniziato un processo di risanamento, a partire da Atac e Ama, che sarà portato avanti con il piano di riorganizzazione del gruppo Roma Capitale in fase di realizzazione.
59) Rinnovate le ordinanze di divieto per centurioni e risciò nel centro storico.
60) Abbiamo dichiarato guerra anche alla sosta selvaggia. Stiamo portando avanti una campagna di sensibilizzazione e aumentare sempre più i controlli per le strade di Roma, in particolare grazie all’utilizzo delle pattuglie dei vigili dotate del sistema Street Control.
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frontiera-rieti · 8 years
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Borbona, don Ernesto: «Dovremo aspettare che la neve si sciolga»
Borbona, don Ernesto: «Dovremo aspettare che la neve si sciolga»
Borbona è uno dei comuni più colpiti dai terremoti di agosto e ottobre. Si trova a due passi da Amatrice, ma anche dalla faglia di Montereale e dalla diga di Campotosto. Una zona ad altissimo rischio, compresa, come Amatrice, Accumoli, Leonessa e altri comuni, nella “zona 1” della mappa di pericolosità sismica Di fronte al proseguire delle scosse, don Ernesto Pietrangeli, parroco di Borbona, non…
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latinabiz · 4 years
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Scossa di terremoto nella provincia di Latina: epicentro tra Sabaudia e le isole pontine
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Mappa Si è verificata una scossa di terremoto nelle acque del mar Tirreno, al largo tra le isole di Ponza e Palmarola, e la zona tra Sabaudia e San Felice Circeo, un movimento tellurico che si è verificato  nella serata di martedì 28 luglio alle 21.13. Il terremoto, di magnitudo 2.6, è stato registrato dai sismografi dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ad una profondità di 12 chilometri. Si legge sul sito dell'Ingv: “Un terremoto di magnitudo ML 2.6 è avvenuto nella zona: Costa Laziale meridionale (Latina) con coordinate geografiche (lat, lon) 41.04, 12.61 ad una profondità di 12 km". Il sisma è stato localizzato dalla Sala Sismica INGV-Roma.  #cronaca Read the full article
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