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umbriasud · 2 years ago
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Regione Umbria, 6 milioni e mezzo ai Comuni per politiche sociali
“Famiglia, minori e anziani autosufficienti”, “Disabili’ e anziani non autosufficienti”, “Povertà e disagio adulti, dipendenze, salute mentale”, “Multiutenza”: sono queste le 4 aree di intervento alle quali la Regione Umbria destinerà 6 milioni 444 mila 958 euro provenienti dal Fondo Nazionale per le Politiche Sociali e che annualmente vengono assegnate alle Regioni per finanziare i servizi…
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linux-ubuntu-it · 7 years ago
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Chrome multi-utente
Con il browser di Google ovvero Chrome, possiamo navigare sul web anche in multiutenza. Ciò vuol dire che più persone possono condividere la stessa installazione di Chrome sullo stesso pc mantenendo la navigazione separata tra i vari utenti. Ognuno con i propri preferiti, la propria cronologia, le proprie password inserite nei vari siti. A tutto questo si aggiunge il fatto che per ognuno degli…
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mywaycommunityinternational · 11 months ago
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saggiosguardo · 6 years ago
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WWDC 2019: iOS 13 si mostra con modalità scura e tante nuove funzionalità
Probabilmente iOS 13 era la novità più attesa della WWDC 2019, insieme a quanto presentato subito dopo. A seguito della buona riuscita di iOS 12 in termini di stabilità e prestazioni (del quale Apple non ha mancato di rimarcare la sua presenza nell'85% degli iDevice contro il 10% Android Pie tra gli smartphone del robottino verde), in quel di Cupertino rilanciano con la tredicesima versione coniugando prestazioni e funzionalità.
Craig Federighi ha iniziato puntando subito sulle performance, dove Apple ha effettuato numerosi accorgimenti. Tra i principali si segnalano un lancio delle app il doppio più veloce, Face ID con maggiore rapidità sino al 30%, app da scaricate dalle dimensioni anche dimezzate, dato che per gli aggiornamenti può arrivare al 60%. Ma naturalmente, per quanto i discorsi sulle prestazioni sono graditissimi, non erano tra le migliorie più attese di iOS 13. La modalità scura non è mancata all'appello.
I vari elementi grafici del sistema e delle app sono stati ottimizzati per rendere bene anche quando non è il bianco la tonalità principale. Le modifiche si estendono pure alla tastiera, che per l'occasione ha inoltre guadagnato la funzionalità di swipe per la digitazione, denominata QuickPath, simile a quanto già presente da tempo su Android e sulle tastiere di terze parti come la Swift Key. Altrettanto a suo agio con la modalità scura è la nuova Share Sheet, che oltre ad un aspetto rinnovato suggerisce in modo intelligente i contatti più appropriati con cui condividere i singoli contenuti, ad esempio basandosi sul riconoscimento facciale nelle foto.
Si passa a parlare delle app. Musica ora permette di sincronizzare i testi dei brani in riproduzione con l'audio in sottofondo, ideale per il karaoke. Safari ha una nuova opzione per modificare la dimensione dei testi visualizzati e può gestire diverse impostazioni per i singoli siti; Mail presenta opzioni di formattazione più simili a quelle offerte dalla versione desktop;  Note ha una nuova visuale a galleria e permette di creare cartelle condivise. Le maggiori attenzioni si sono però concentrate su Promemoria, che oltre ad una rinnovata interfaccia presenta un rilevamento intelligente degli elementi che velocizza la creazione dei to-do, il pieno supporto a QuickType e maggiori opzioni di organizzazione con liste smart e possibilità di taggare contatti per aprire automaticamente conversazioni in Messaggi riguardo ai singoli promemoria.
È poi il turno di Mappe. Le nuove mappe, introdotte lo scorso anno, si espanderanno a tutto il territorio americano entro il 2019 e verranno attivate in alcuni altri paesi mondiali nel prossimo anno. Sono state aggiunte nuove funzionalità per la raccolta di preferiti e collezioni di luoghi, così come Look Around, una sorta di Street View in salsa Apple, che permette di muoversi ad altezza uomo nelle vie cittadine. In aggiunta, sono state introdotte altre features come la possibilità di comunicare rapidamente ai propri contatti quanto manca per raggiungere un determinato luogo.
Si passa dunque a parlare di privacy, argomento piuttosto caro alla mela. Per la geolocalizzazione vi sarà la possibilità di dare autorizzazioni temporanee ed ottenere notifiche per i tracciamenti che avvengono in background; il Bluetooth e il Wi-Fi non potranno più essere utilizzati dalle app come forma di geolocalizzazione continua. Per le autenticazioni, Apple propone il suo sistema di Single Sign On in contrapposizione con quelli offerti da Facebook e Google. Promette di non raccogliere dati personali in eccesso come gli altri servizi menzionati e può sfruttare tutte le modalità di riconoscimento biometrico offerte da Mac, iPhone e iPad. Per aumentare la propria privacy, si potrà scegliere di non comunicare al singolo sito o all'app in fase di autenticazione il proprio indirizzo email, lasciando che sia iCloud a crearne uno fittizio e casuale. HomeKit offrirà un maggiore supporto alle videocamere di sicurezza, con la modalità Secure Video, che permetterà di caricare in modalità codificata i video solo sull'account iCloud dell'utente, senza l'intermediazione di servizi terzi. Si potranno salvare sino a 10 giorni di registrazioni e non rientreranno nel limite di spazio iCloud, con 200 GB dedicati per ogni videocamera. Netatmo, Logitech ed altre aziende renderanno compatibili i propri prodotti. Il raggio d'azione di HomeKit si estenderà pure ai router, con accorgimenti per limitare le possibilità di compromissione sull'intera rete domestica. Linksys ed Eero saranno le prime a sfruttare le nuove potenzialità.
Tornando a parlare di app, Messaggi permetterà di inserire nomi utente e immagini profilo, anche attraverso le Animoji, con possibilità di limitare i contatti che possono vedere tali informazioni. Le Memoji arriveranno su tutti i dispositivi supportati con A9 o superiori e potranno essere utilizzate come stickers in Mail, Messaggi ed app di terze parti.
L'app Camera guadagnerà maggiori effetti per l'illuminazione nei ritratti, come high-key mono e un movimento simulato di avvicinamento o allontanamento al soggetto inquadrato. Ci saranno anche nuove opzioni di editing post-scatto, con una nuova interfaccia più intuitiva e opzioni dedicate anche per i video, tra cui la rotazione da verticale ad orizzontale e viceversa. Foto guadagna nuove opzioni di organizzazione automatica, come Anni, Mesi e Giorni, che facilitano il ritrovamento dei vari eventi, con autoplay dei filmati dove presenti.
iOS porterà novità anche per le AirPods: Siri potrà leggere in modo automatico i messaggi arrivati e permetterà di rispondere immediatamente; sarà possibile inoltre condividere l'audio in ascolto con altri contatti che hanno gli auricolari wireless Apple. HomePod prevederà l'hand-off dei brani in riproduzione tra esso e l'iPhone, così come l'ascolto delle web radio e la multiutenza riconoscendo le voci dei singoli utilizzatori in casa con impostazioni personalizzate per musica, calendario, note ed altro ancora. Per quanto riguarda Siri, l'app Comandi entra nel parco app di sistema in iOS 13 e avrà una nuova serie di automazioni rapide suggerite. Il text-to-speech neurale, tutto, generato via software, restituirà per l'assistente virtuale di Cupertino una voce finale più naturale e fluida. Ma ci sono tante altre funzionalità come l'invio automatico delle chiamate da sconosciuti nella segreteria ed altro ancora. Rimaniamo in attesa di conoscere maggiori dettagli sui dispositivi supportati.
Several screenshots from 9to5Mac, MacRumors and iMore.
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saggiosguardo · 6 years ago
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WWDC 2019: watchOS 6 con App Store e più indipendente da iPhone
watchOS 6 è stato il secondo sistema operativo presentato nel keynote di apertura della WWDC 2019 e la prima novità citata è estetica, con tantissimi nuovi quadranti. Kevin Lynch, sul palco, ha detto che non ne erano arrivati tanti nuovi fin dal primo Apple Watch ed hanno mostrato il nuovo modular compact, la gradient face e la possibilità di usare un colore unico per la infograph introdotta con watchOS 5 sui nuovi Apple Watch.
I primi applausi si sono registrati quando è stato annunciato l'arrivo di tre app che davvero mancavano, ovvero Audiobook, Voice Memo e la Calcolatrice. Quest'ultima è anche capace di offrire alcuni trick utili come la suddivisione dei conti con gli amici.
La cosa più importante, però, è che ora le app sono indipendenti dal Watch e per la musica sono state introdotte le nuove Streaming Audio API, che offriranno agli sviluppatori la possibilità di realizzare app capaci di gestire finalmente la musica in streaming.
L'indipendenza si vede anche per la presenza di un App Store dedicato a watchOS, con schermate iniziali che evidenziano le app più importanti facili da trovare, ricerche vocali e con testi. Queste saranno poi installate direttamente sul Watch e addirittura anche gli aggiornamenti saranno gestiti autonomamente.
Apple completa anche la dotazione di strumenti destinati a preservare la salute degli utilizzatori con l'introduzione di Hearing Health, che monitorerà il rumore ambientale segnalandone l'eventuale eccesso. Il tutto sarà gestito con grande attenzione per la privacy poiché Apple non registrerà nulla sui propri server ma si limiterà ad analizzare dei piccoli sample catturati di volta in volta. Questo sistema sarà poi integrato anche nei quadranti grazie ad una complicazione dedicata.
Al centro di tutto ci sarà la nuova app Salute, che presenterà una homepage dinamica che utilizza il machine learning per identificare in autonomia le informazioni degne di nota. Per le donne il cycle tracking sarà potenziato e capace di identificare i momenti di maggiore fertilità, il tutto sia sul Watch che direttamente su iOS.
Il redesign sarà profondo e toccherà anche ad Attività, dove troverà spazio il nuovo Activity Trends. Un'area in cui il sistema terrà traccia di 9 metriche principali legate alla propria attività e in base a questa creerà grafici e offrirà la possibilità di capire come migliorarsi. Infine sono stati presentati nuovi colori per i cinturini.
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saggiosguardo · 6 years ago
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WWDC 2019: tvOS 13 con multiutenza e supporto per i controller di PS4 e Xbox
Quando inizieranno a cadere le foglie arriverà il nuovo servizio di streaming video Apple TV+, che molto probabilmente sarà immediatamente disponibile anche in Italia. Proprio da qui si è aperto il Keynote odierno della WWDC 2019 con Tim Cook che ci ha mostrato un completo redesign dell'interfaccia per tvOS 13. Praticamente già dalla home ci saranno i video di anteprima dei nuovi contenuti a pieno schermo con le icone separate per righe.
Una cosa importantissima su cui fortunatamente Apple non ha sbagliato è stata quella di prevedere che i contenuti saranno visualizzati da tutta la famiglia, potenzialmente anche in momenti diversi. Ecco perché hanno introdotto la multi-utenza, così che ogni elemento della famiglia potrà tenere traccia delle proprie preferenze.
Oltre ad Apple TV+ l'attenzione sarà concentrata su Apple Music, offrendo la possibilità di godere in modo ancora più immersivo dei contenuti. Ci sarà infatti la possibilità di leggere i testi delle canzoni in tempo reale e ben sincronizzate con la musica.
Grande novità anche per Apple Arcade, servizio che arriverà in autunno con oltre 100 titoli dedicai e che si potrà sfruttare meglio con l'uso di joypad. Ecco perché Apple ha annunciato la compatibilità con i controller di Xbox One S e PlayStation 4.
Infine un cambio di rotta per gli screensaver, che dalle viste dall'alto passano a quelle sottomarine. Grazie alla collaborazione con BBC, in tvOS 13 ci saranno degli incredibili video dei fondali marini in 4K HDR.
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saggiosguardo · 8 years ago
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La WWDC 2017 è stata un passo avanti... ma la direzione è giusta?
Appena si è concluso il keynote di apertura della WWDC 2017 ho fatto in tempo ad installare la prima beta di iOS 11 sull'iPad Pro 9,7", ordinare il 10,5" e partire. Sono rimasto sempre nella mia città ma gli impegni di lavoro mi hanno portato comunque lontano, al punto da non poter neanche leggere gli articoli che i miei amici e colleghi hanno scritto qui su SaggiaMente. Chi ha seguito il nostro live #SaggioMela ci ha sentiti piuttosto contenti delle novità introdotte da Apple, credo di aver detto più di una volta che erano anni che non assistevo ad un evento così ricco. Hanno viaggiato talmente spediti che facevamo fatica a stargli dietro e leggere i contenuti delle slide riassuntive che apparivano sullo schermo per pochissimi istanti. Un bel passo avanti rispetto quei keynote così lenti e noiosi in cui si poteva giocare a briscola per ingannare l'attesa. Mettersi ora a criticare ha dell'assurdo e lo so bene, ma ci sono certamente delle aree in cui si sarebbe potuto fare meglio o magari diversamente. È di queste che vorrei parlare insieme a voi, sempre che teniate a mente che si tratta di riflessioni più che di vere critiche e che, in sintesi, il mio pensiero sull'evento appena archiviato si riassume nella frase
ce ne fossero di altri keynote come questo!
Partirei dagli assenti, che in ambito hardware vuol dire Mac mini. Quasi 1000 giorni di anzianità per il modello "attuale", rimasto fermo al 2014 e con tecnologia Intel Haswell. Persino il MacBook Air, stretto tra MacBook e MacBook Pro di ultima generazione e con architettura superiore (Broadwell) ha ricevuto un minimo di attenzione ed un piccolissimo speed bump, possibile che non si potesse far nulla per il mini?
A differenza del segmento portatili, dove la scelta c'è ed è già variegata, in ambito desktop ci si trova con pochissime alternative. Se escludiamo gli all-in-one, molto validi ma non adatti a tutti per i costi e l'imposizione di quegli specifici schermi (per dimensioni e risoluzione), le opzioni sono solo due: Mac mini e Mac Pro; con quest'ultimo dichiaratamente imbarcato sul viale del tramonto. Apple non sembra essere mai stata affezionata al piccoletto di casa e ho sentito i fan interpretare e proporre motivazioni di ogni tipo dietro tale scelta, ma la realtà dei fatti è che si tratta di un prodotto intelligente e fondamentale nel completamento dell'offerta, che possiede una vastissima schiera di affezionati. Apple: vogliamo un Mac mini al passo coi tempi e che riceva le giuste attenzioni. Così com'è non ha più senso lasciarlo in vendita, ricevono update più frequenti i morenti iPod ed è tutto dire.
La WWDC è dedicata al software e in tal senso ci sono state belle novità, con maggiore attenzione ad iOS 11 ed al suo sviluppo su iPad Pro. Era quel che si chiedeva a gran voce da almeno due anni ed Apple ha dimostrato di ascoltare la sua comunità e di fare finalmente dei passi avanti. Quello che sto vedendo nella beta su iPad Pro fa ben sperare, per quanto si potrebbe anche dire "era ora" o forse "meglio tardi che mai". Non c'è la multiutenza, ma non è così necessaria, mentre l'implementazione del nuovo Dock, del drag&drop, dell'app Files e dell'App Switcher, ci portano finalmente a poter sperare di fare qualcosa di più con il tablet. Forse si arriverà anche ad usarlo per applicazioni altamente professionali in futuro, ma già il fatto di poter svolgere più comodamente i compiti del quotidiano sarà una grande conquista.
Il buon Razziatore ha fatto il punto su iOS 11 qualche giorno fa, per cui non mi ripeto, ma cosa vogliamo dire dell'hardware? Sono in attesa di provare il modello da 10,5" (che sembra di dimensione ottimale) e non ho dubbi che sarà comodo, veloce, bello e ben costruito come i suoi predecessori, ma vogliamo capire se serve o no il 3D Touch? Su iPad non è ancora implementato e alcune delle sue possibili applicazioni in iOS 11 sono state sostitute da un tap prolungato, come sulle sezioni del nuovo Control Center che si aprono per fornire più contenuti. E per muovere il cursore nel testo è stata confermata la possibilità di usare due dita sulla tastiera, in sostituzione dell'omologo comportamento che si ottiene col 3D Touch su iPhone, ma senza la selezione rapida del testo. Io credo che si dovrebbero uniformare le esperienze d'uso e che avere tecnologie e sistemi di interazione differenti sulla medesima piattaforma rappresenti un errore. È logico che iPhone e iPad non siano la stessa cosa e ci debbano essere delle specificità, ma queste devono enfatizzare e massimizzare le potenzialità di ogni device e non il contrario. La selezione del testo è una delle cose più importanti nella scrittura produttiva, John Gruber aveva fantasticato a riguardo pochi giorni fa, ma Apple l'ha resa più efficace su smartphone che su tablet, dove anche l'acquisto e l'uso della Smart Keyboard non aiuta più di tanto.
Ci sono tantissime altre cose che vorrei dire e che proverò ad approndire nella prossima puntata del SaggioPodcast, mentre qui ne voglio aggiungere una sola sull'iMac Pro. Un grigio più scuro con mouse e tastiera estesa in tinta sono cose che gli utenti sperano di avere dal 2011 e non solo sull'inarrivabile modello Pro. L'iMac più carrozzato di sempre non potrà essere acquistato prima di dicembre e solo da chi deciderà di spendere $4999 per un all-in-one con schermo da 27". È bello, è bellissimo e l'hardware si preannuncia interessante (anche se sulle GPU AMD Vega abbiamo solo speranze per il momento) ma è un prodotto sensato? Io gli auguro di venderne un miliardo e che si riveli il successo del secolo, però se mi chiedete cosa ne penso dal punto di vista della sua posizione su target/obiettivi vi dico che mi sembra un qualcosa di totalmente al di fuori di ogni logica possibile. I più facoltosi dei fan potranno anche decidere di spendere tanto per averlo ed esserne soddisfattissimi come è giusto che sia ma se il suffisso Pro qui doveva essere rivolto ad una sfera professionale in cui servano davvero quelle potenze di calcolo, allora ci si è sbagliati drammaticamente una seconda volta.
D'altronde non lo dico io ma loro stessi, che hanno riconosciuto il medesimo identico errore nell'ultimo Mac Pro e promesso l'arrivo di un modello nuovo con il ritorno di una parolina magica: modularità. Dove prodotti del genere hanno senso e si investono cifre importanti nessuno è disposto a trovarsi con un computer blindato. La batosta appena presa non sembra avergli insegnato nulla, purtroppo, perché questo iMac Pro doveva essere concepito in modo diverso. Intanto dovevano andare sul 32" e non dare una mano di vernice a questo, e poi si dovevano lasciar stare gli Xeon e la RAM ECC, tanto chi ha bisogno di queste cose non spende 6000€ per un all-on-one dal bell'aspetto. Non esiste proprio. Dovevano puntare invece sulle nuove CPU Intel-X e, se lo chiedete a me, una bella NVIDIA 1080 Ti o Titan X (ormai ci sono pure i driver). Avrebbero ottenuto un prezzo inferiore ed resa maggiore nel reale e potenziale bacino di utenza. Negli ultimi anni e in special modo in questo WWDC 2017, Apple ha dimostrato di fare tanto, di saper fare auto-critica e guadare avanti senza rimanere vincolata dai legacci della propria tradizione e del non fare per paura di sbagliare. Nel mio piccolo quello che le critico è di trascurare colpevolmente una visione d'insieme o, forse, di non essersi impegnata nel farcela capire (sempre che ne abbiano una).
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saggiosguardo · 8 years ago
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Hi iOS 11: il buono, il brutto, il cattivo (per me)
L'attesa della WWDC è finita, ci siamo abbuffati e stiamo piano piano digerendo le novità. I due contendenti al titolo virtuale dei migliori protagonisti del keynote di lunedì secondo me sono l'iMac Pro e iOS 11. Potrei anche eleggerli ex aequo, sono state le parti più entusiasmanti. Tuttavia, iOS 11 è un discorso più a breve termine da affrontare, visto che ha iniziato il suo percorso Beta, in marcia verso il consueto rilascio settembrino. Una release grossa, che ha profondamente cambiato il sistema operativo mobile di Apple, come credo non avvenisse dai tempi di iOS 7. Intendiamoci, non è che 8, 9 e 10 siano state versioni da buttare, ma la portata dei cambiamenti dell'undicesimo rilascio si estende non solo alle funzionalità. Design, esperienza d'uso, fondamenta: pressoché ogni aspetto è stato toccato, con effetti a lungo termine.
In questa mia analisi a mente fredda voglio toccare tre punti specifici di quanto rilasciato, con una premessa. Non ho ancora provato iOS 11, essendo in mezzo a una transizione. Sto infatti per scombussolare nuovamente il mio parco dispositivi, cedendo l'iPad mini 4 in favore di un iPhone, probabilmente SE, che agirà da muletto prendendo il posto dell'attuale Lumia 650. Cercherò di non giudicarle strettamente sul piano operativo, bensì sul loro prossimo impatto estetico e funzionale per i dispositivi. Come formula base per i tre punti ho scelto il titolo di un film (nonché di una persona che conosco, e che spero non se la prenda a male per il prestito di idea), "Il buono, il brutto, il cattivo".
Il buono
Chi ha un iPad, specialmente dall'Air 2 in poi, non potrà che godere di iOS 11. La quantità di migliorie apportate è tale da soddisfare quasi tutte le aspettative, fatta eccezione per la multiutenza ancora assente (ma lì si entra nelle scuole di pensiero, tra chi la ritiene indispensabile in usi ibridi lavorativi/familiari e chi invece sostiene come l'iPad sia un dispositivo strettamente personale che non necessiti il supporto per più utenti). La presenza del Dock in stile Mac, abbinata al nuovo task switcher, aumenta in modo netto la produttività potenziale del dispositivo. Non bisogna trascurare poi l'uso delle già presenti visuali Slide Over e Split View, migliorate ulteriormente grazie alla possibilità di sfruttare addirittura fino a tre app contemporaneamente (due in Split View e una in Slide Over).
Altre migliorie molto gradite sono l'introduzione del drag and drop, che fa acquisire ancor più senso all'uso di applicazioni in Split View, e del gestore file. Non è il Finder, ma ci si avvicina parecchio e soprattutto non è confinata al solo iCloud Drive. Può diventare infatti l'hub centrale di un vasto numero di servizi cloud, incluso quello proveniente dall'acerrima rivale, Google Drive. Mosse attese da parecchio e doverose, al fine di dimostrare che l'iPad può davvero anelare a sostituire un PC. Rimangono ancora dei passi da fare (sembra che File ancora non sia in grado di gestire supporti esterni o di rete, per esempio), tuttavia la strada è finalmente quella giusta.
Ottima strada anche quella imboccata da varie applicazioni, come Foto e Note, che ricevono ad ogni rilascio delle importanti migliorie. Un ruolo fondamentale, specialmente per l'ambito fotografico, lo sta svolgendo l'intelligenza artificiale. La sua importanza non è stata colta solo da Apple, anche Google la sfrutta in modo massiccio e continua a mostrare gustose innovazioni. Sarà uno sviluppo fondamentale al fine di spingere sempre più su l'asticella di ciò che le app sono in grado di fare. Simile discorso vale per il VR, ambito in cui la mela non ha ancora un dispositivo dedicato ma è già in grado di sfruttare quelli esistenti, preparando insieme agli sviluppatori terzi il terreno per la fase successiva.
Più in generale, iOS 11 ha mostrato che Apple sa ascoltare gli utenti e agire in accordo alle loro esigenze. Lo si nota pure in piccole features come quella che permette di rivolgere le domande a Siri in modo testuale, così come già avviene su altre piattaforme. Si denota poi una decisa sterzata nel design, amplificando quei cambiamenti che già iOS 10 aveva anticipato e portando il sistema verso una nuova direzione. Vedremo nei prossimi tempi come si completerà la transizione di stile, sperando nel frattempo vengano affinati alcuni elementi.
Il brutto
Sarà comodo perché su una singola pagina, da organizzare a proprio piacimento, ma il nuovo Control Center trovo abbia un aspetto che, traducendo un modo di dire degli anglosassoni, solo una mamma può amare. La mamma in questo caso è il mammo, ovvero Jonathan Ive. Non voglio mettermi da dilettante in materia a discutere di design con uno che lo fa di professione da decenni, però mi sembra quasi di rivedere dei vecchi telecomandi coi tastoni leggermente arrotondati, piuttosto che un software moderno. Credo bastasse migliorare sul piano funzionale quello di iOS 10, senza intaccarne troppo pure l'aspetto.
Metto poi nella parte brutta, anche se di fatto inevitabile, l'abbandono degli iDevice a 32-bit. Creerà sicuramente dispiacere ai loro possessori, ma si tratta di prodotti rilasciati 5 anni fa e non poteva durare per sempre. Avrebbero meritato un altro giro? Forse sì, forse no; nel primo caso sarebbe stato utile soprattutto a far terminare loro la transizione estetica che iOS 10 aveva avviato e che 11 sta proseguendo. Ma anche lì, la storia non deponeva comunque a loro favore. L'iPhone 4 è stato lasciato ad iOS 7.1, che presentava ancora vari elementi grezzi sistemati nell'ottava versione. Dal canto suo, dicendo addio ai 32-bit il sistema operativo potrà beneficiare di maggiori ottimizzazioni e minori ridondanze dietro le quinte, che erano dovute al supporto parallelo di due architetture.
Il cattivo
Tornando a parlare di estetica, Apple sta estendendo sempre a più app i grandi titoli in grassetto che già da parecchio contraddistinguono Musica. Quasi ogni parte del sistema è stata coinvolta da questo cambiamento, incluse le Impostazioni. Sul piano estetico, quando per la prima volta ho visto con iOS 10 questi titoloni non ne ero proprio entusiasta. Ora ci ho fatto più l'occhio, non fosse altro per questa volontà da parte di Apple di dare una maggiore uniformità al sistema. C'è però un problema: Ive ha pensato ai dispositivi da 4"?
Sono tutt'altro che pochi, parliamo di iPhone 5s, SE e iPod touch di sesta generazione. Tutti questi sono usati da milioni di persone in tutto il mondo, anche per preferenze personali di maggiore compattezza del terminale (d'altronde, l'iPhone SE era nato proprio allo scopo, per andare incontro alle loro esigenze con un prodotto più aggiornato). Mi è capitato di vedere screenshot e video dove si vede iOS 11 in azione su 5s/SE e l'area occupata da tali elementi testuali è tutt'altro che indifferente. Una rimozione di prezioso spazio a schermo, poco giustificabile guardandola sul piano prettamente estetico. La speranza è che le prossime Beta, da qui alla build definitiva, apportino correttivi in tal senso, volti a gratificare e non punire con la nuova versione gli utenti di iPhone da 4".
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saggiosguardo · 8 years ago
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iOS 11 avrà il suo gestore file. Ma non si chiamerà Finder
Nell'ultimo roundup per l'evento odierno abbiamo scritto e discusso di come potrebbe maturare iOS 11. Ci sono diverse cose che gli utenti richiedono a gran voce e la maggior parte di queste riguardano la produttività su iPad Pro. Multiutenza, drag&drop, multitasking più efficiente, app più professionali, file system navigabile... Quest'ultima è una speranza che si ripropone anno dopo anno dal 2007, perché è sembrata fin da subito una limitazione di iPhone OS rispetto gli altri sistemi dell'epoca. I vari vantaggi dello smartphone concepito da Apple ci hanno fatto mettere da parte tale lacuna e gli aggiornamenti ci hanno concesso dei metodi sempre più eleganti per condividere contenuti da un'app all'altra. Su iPhone si potrebbe dire che quel che si può fare va già più che bene, seppure le novità e le aperture siano ovviamente ben accette, mentre su iPad (specie le edizioni Pro), l'idea di poter effettivamente "lavorare" è minata da una gestione file un po' contorta. Tutto si semplifica se ci si appoggia esclusivamente a servizi cloud ma non è una risposta adatta per tutti. Intanto perché siamo comunque obbligati a scaricare prima in locale i contenuti da modificare, ma anche perché il cloud può essere inadatto per file di grosse dimensioni, sia per i costi dei servizi che per i tempi di scaricamento. La prima timida risposta da parte di Apple è stata l'app iCloud Drive di iOS 9 (per altro semi-nascosta). Utile, per carità, forse anche dovuta, ma non certo sufficiente. Sembra che le cose stiano finalmente per migliorare grazie ad una nuova app decisamente più adatta ai "power users", che è già pronta per essere svelata nell'odierna WWDC.
È stata scoperta e riportata su Twitter dallo sviluppatore irlandese Steven Troughton-Smith, non nuovo a ritrovamenti dietro le quinte della mela. Possiamo vederne solo l'icona, mentre gli screenshot sono rimpiazzati da temporanee coperture: logo Apple bianco su sfondo nero.
Direct link: https://t.co/dXk5piBs6y
— Steve T-S (@stroughtonsmith) 5 giugno 2017
In base alla descrizione, appare disponibile sia per iPhone che per iPad. Steven ha trovato ulteriori piccole informazioni come il nome del bundle, com.Apple.DocumentsApp, che suggerisce un diverso nome interno precedente (che sarebbe forse andato in contrasto con l'analoga Documents di Readdle), e la disponibilità solo a 64-bit. Nulla è dato sapere sulle funzionalità, ma ci auguriamo possa soddisfare davvero le aspettative di coloro che l'attendevano da tempo.
si chiama Files e non Finder
Da notare il nome: non si chiama Finder, come molti si sarebbero giustamente attesi. Files è un un nome fin troppo generico e che rientra in questa sorta di auto-privazione dei propri simboli iconici che va avanti ormai da diversi anni. Il simbolo  sulle tastiere, il menu Archivio trasformato in File, le voci di rete AirPort divenute solo Wi-Fi, per non parlare degli elementi hardware accantonati, come la mela luminosa nei portatili o il MagSafe. Files sembra inserirsi in questa scia e potrebbe persino essere il preludio di uno storico cambio anche su macOS. Oggi diremo addio al Finder? Non manca molto per saperne di più, ricordate la nostra diretta #SaggioMela alle 18:30 su:
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saggiosguardo · 8 years ago
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L'iPad Pro è protagonista di 4 nuovi spot dal sapore "Mac vs PC"
Nell'eterna sfida Mac vs PC, parte dei botta e risposta tra il mondo Apple e quello Microsoft fu la celebre serie di spot realizzati dall'azienda di Cupertino, dove si confrontavano in modo ironico due uomini con stili agli antipodi: il primo, dall'aspetto informale e con un piglio da furbetto, rappresentava il Mac mentre l'altro, con un completo elegante ed occhiali ma dai modi più goffi (i più maliziosi potrebbero averci visto un velato richiamo a Bill Gates), era il PC. Tanti episodi si sono susseguiti tra il 2006 e il 2009, contribuendo sia a migliorare la già buona reputazione mediatica sia soprattutto le vendite dei computer Apple. Benché la mela abbia realizzato altre belle campagne pubblicitarie, quella denominata "Get A Mac" rimane forse quella che ha avuto la maggiore efficacia nel comunicare il suo messaggio. Ora Tim Cook e soci sembrano volerla riportare in auge, rivisitandola un po' nella forma e soprattutto nel protagonista: il Mac passa il testimone all'iPad Pro.
La formula scelta è piuttosto simpatica e riporta dei veri messaggi che gli utenti hanno pubblicato su Twitter (eccone uno), con l'unica modifica costituita da attori a sostituire l'avatar dei profili originali, presumibilmente per le implicazioni sui diritti d'immagine. Il tweet viene prima mostrato e narrato in sottofondo, a cui segue come risposta una breve dimostrazione delle capacità dell'iPad Pro e un siparietto finale dove ritorna sulla scena l'attore.
Il primo spot, visibile qui sopra, fa leva su quello che era uno dei capisaldi di "Get A Mac" a vantaggio della soluzione Apple. Così come i Mac di allora vantavano la ridottissima presenza di virus, oggi lo fanno gli iPad Pro, sollevando l'utente da quei fenomeni spesso temuti su PC. Benché sia considerata una "prigione dorata", nella sua forma predefinita iOS presenta davvero un rischio piuttosto basso di malware e quelle poche situazioni di pericolo sono state prontamente risolte.
Il secondo spot presenta invece un aiuto indiretto proprio da Microsoft. Word, insieme ad altre applicazioni della suite Office come Excel, PowerPoint e OneNote, ha fatto il suo debutto su iPad nel 2014. In questi tre anni, benché non sia ancora arrivato alla stessa potenza della controparte tradizionale, ha effettivamente guadagnato numerose funzionalità che lo rendono utilizzabile in tutta tranquillità per redigere pressoché qualsiasi tipologia di documento. Come sottolinea in modo ovvio Apple, poi, sull'iPad Pro il word processing si fa ancora meglio.
Terza pubblicità, terzo ambito in cui l'iPad Pro supera un PC, e di riflesso anche un Mac, secondo Apple. La variante dotata di modulo 4G conferisce all'utente una maggiore libertà rispetto a dispositivi che si affidano alla sola connettività Wi-Fi, come la grande maggioranza dei computer portatili in vendita. Presenta costi superiori, non solo quelli in fase di acquisto del tablet ma anche la necessità di sottoscrivere un piano dati con un operatore, ma da One Infinite Loop sono certi che la resa giustificherà ampiamente la spesa.
Il quarto e ultimo blocco pubblicitario gioca sul continuo dibattito se l'iPad Pro possa essere considerabile o meno un computer. Col sorriso da One Infinite Loop sostengono che i detrattori hanno ragione a non classificarlo come computer, semplicemente perché risulta meglio di esso disponendo di una maggiore fluidità operativa, del 4G e dello schermo multitouch su cui disegnare o prendere appunti con la Apple Pencil.
Un quartetto di episodi veloci e divertenti, realizzati con quella "pulizia" di esecuzione che ci si aspetta da Apple. Ovviamente, come qualsiasi campagna promozionale, avrà sinceri sostenitori e altrettanti sinceri detrattori. I secondi potranno ad esempio ribattere che al giorno d'oggi i meccanismi di sicurezza di Windows sono sensibilmente migliorati, la versione classica di Word rimane migliore ed esistono in commercio PC dotati di 4G e touchscreen. Non credo tuttavia possano essere questi i veri punti deboli del messaggio che Apple ha lanciato: nei casi appena citati non conta solo la capacità tecnica ma anche l'implementazione e dulcis in fundo le preferenze soggettive degli utenti. Il punto debole dell'iPad Pro risulta di fatto l'ecosistema iOS. Benché l'hardware glielo consentirebbe alla grande, non ha ancora compiuto l'atteso salto di qualità. Varianti dedicate di molte app professionali, Final Cut Pro e Logic Pro per esempio, latitano ancora, così come funzionalità avanzate che nei contesti più tradizionali si danno per scontate come un gestore di file o la multiutenza. La dimostrazione più eclatante del ruolo subordinate dell'iPad rispetto ai Mac è però forse nell'impossibilità di svilupparvici direttamente applicazioni. Considerato che gli spot dimostrano come Apple presti attenzione ai pareri che vengono espressi, la speranza è che a partire da iOS 11 seguano azioni concrete volte a rendere la gamma iPad Pro davvero meglio di un PC sotto ogni punto di vista o quasi.
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saggiosguardo · 10 years ago
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