#oltreloschermo
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aetheriumechoes · 3 months ago
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🔥 Stiamo Perdendo Tutto. E Ce Ne Freghiamo. 📲
💬 Abbiamo più libertà che mai. O almeno così crediamo. Possiamo dire la nostra, votare, scegliere. Possiamo indignarci per un giorno intero su Twitter, commentare un post su Instagram, mettere una faccina arrabbiata sotto una notizia di guerra. E poi? Niente. Finisce lì. Si spegne lo schermo e tutto resta uguale.
📵 Viviamo nella più grande illusione della storia:
Crediamo di essere informati, ma siamo solo distratti.
Crediamo di essere connessi, ma siamo più soli che mai.
Crediamo di essere liberi, ma ci tengono in gabbia con intrattenimento e false scelte.
🛑 La realtà è un’altra, ed è spaventosa. Mentre litighiamo nei commenti, il mondo cambia senza di noi. Le decisioni importanti vengono prese lontano dagli schermi, nelle stanze dove non entriamo mai. E lì, nessuno chiede la nostra opinione.
🚨 Intanto, nel mondo reale: 🔹 I governi si prendono più potere, limitando diritti con la scusa della sicurezza. 🔹 I ricchi diventano più ricchi, mentre miliardi di persone lottano per sopravvivere. 🔹 La guerra viene normalizzata, la libertà di espressione ridotta a un optional. 🔹 Le nuove generazioni vengono educate a non pensare, ma solo a intrattenersi.
💀 E noi? Noi ci stiamo lasciando addormentare. Non scendiamo più in piazza. Non leggiamo più libri. Non lottiamo più per qualcosa che non sia il nostro tornaconto personale. Guardiamo il mondo bruciare e pensiamo: “Tanto io che ci posso fare?”.
⚠️ Ecco il punto: la storia ci insegna che tutto può crollare in un attimo. Pensate che la libertà sia garantita? Che i diritti siano eterni? Guardate cosa succede nei Paesi in cui non c’è più libertà di parola. Guardate come il dissenso viene schiacciato con violenza. Pensate che a voi non possa accadere? È quello che pensavano anche loro, prima che fosse troppo tardi.
📢 È il momento di svegliarsi. 🛑 Smetti di essere spettatore. Inizia a essere parte del cambiamento.
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enricopolicardo · 1 year ago
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One frame and two halves Photo scan of Efke film, masked with a page from The Guardian. Srebrenica, 2004 / London, 2024
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This work begins with a 35mm film strip I shot in Srebrenica in 2004—nine years after the massacre. The town was still visibly wounded. Bullet holes in walls, silence in the air. It felt like a place suspended in time.
The exhibition’s theme was cinema as a space for community. But I kept thinking: what happens when that space is gone? Not just metaphorically, but physically—absent, destroyed. What replaces it? Where do people come together to make sense of what happened, or to believe that it even did?
This strip isn’t presented as a composed photograph. It’s the raw film—unfolded, uncleaned. Flares, hairs, scratches. No attempt at perfection. I paired it with pages from The Guardian, dated 27 April. A record layered on a record. A trace of presence layered over a trace of history.
There’s something about that combination—film and print—that still holds weight. Or maybe held weight. Today, we see tragedies unfold in real time—streamed, posted, reshared. And yet somehow, we don’t believe them. Or we forget. The more we see, the less it registers. The texture of reality thins out.
That’s what I’m really interested in here: not just memory, but the very possibility of believing what we see.
This image—this strip—is a document, but also a question. A question about truth, mediation, and the spaces we’ve lost, physically and culturally, to gather and believe together. If this had been made today—would we trust it? Would we even think it happened?
The project BEYOND THE SCREEN - ART INVADES THE CITY is funded by the Friuli Venezia Giulia region. It is organised by ANAC (National Association of Cinematographic Authors) in collaboration with Young For Fun, Associazione Palazzo del Cinema - Hiša Filma, and Altreforme. Policardo's work is displayed in Pordenone on Via Oberdan and in Trieste on the corner of Via dell'Istria and Via Baiamonti.
The billboard in Pordenone, Italy - July 2024
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--- --- --- --- --- --- Questo lavoro nasce da una striscia di pellicola 35mm che ho scattato a Srebrenica nel 2004—nove anni dopo il massacro. La città era ancora visibilmente ferita. Muri crivellati di proiettili, silenzio nell’aria. Sembrava un luogo sospeso nel tempo.
Il tema della mostra era il cinema come spazio di comunità. Ma io continuavo a chiedermi: cosa succede quando quello spazio non esiste più? Non solo in senso simbolico, ma proprio fisicamente—distrutto, scomparso. Cosa prende il suo posto? Dove ci si ritrova per dare senso a ciò che è accaduto—o per credere che sia davvero accaduto?
Questa non è una fotografia composta. È la pellicola grezza—non tagliata, non ripulita. Ci sono flare, polvere, graffi. Nessun tentativo di “perfezione”. L’ho accostata a pagine del Guardian, datate 27 aprile. Un documento sopra un altro documento. Una traccia di presenza sovrapposta a una traccia di storia.
È questo accostamento—tra pellicola e stampa—che forse ancora trattiene qualcosa. O forse tratteneva. Oggi le tragedie accadono in tempo reale—trasmesse in streaming, postate, rilanciate. Eppure, non ci crediamo. O dimentichiamo. Più vediamo, meno resta. La trama della realtà si assottiglia.
È qui che si concentra il mio interesse: non solo sulla memoria, ma sulla possibilità stessa di credere a ciò che vediamo.
Questa immagine—questa striscia—è un documento, ma anche una domanda. Una riflessione sulla verità, sulla mediazione, e sugli spazi che abbiamo perso—fisici e culturali—dove poterci ritrovare e credere, insieme. Se questa immagine fosse stata realizzata oggi—ci crederemmo? Penseremmo che sia davvero accaduto?
Il progetto OLTRE LO SCHERMO - L’ARTE INVADE LA CITTÀ è finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia. È organizzato da ANAC (Associazione Nazionale Autori Cinematografici) in collaborazione con Young For Fun, Associazione Palazzo del Cinema - Hiša Filma e Altreforme.
L’opera di Policardo è esposta a Pordenone in via Oberdan e a Trieste all’angolo tra via dell’Istria e via Baiamonti.
--- --- --- --- --- --- The billboard in Trieste, Italy - August 2024 photos courtesy of Piero Iuretig
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aetheriumechoes · 3 months ago
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🔥 Il Mondo in Fiamme, ma Noi in Chat
💬 Scriviamo, commentiamo, reagiamo. Condividiamo indignazione, ma solo finché non arriva la prossima notifica. Le guerre si moltiplicano, la corruzione è diventata sistema, la democrazia si sgretola sotto i colpi di nuovi autoritarismi travestiti da "sicurezza e ordine". Le libertà, conquistate con il sangue di chi ha lottato nei secoli, vengono smantellate pezzo dopo pezzo. Ma tranquilli, c’è sempre un nuovo trend su TikTok.
📵 Viviamo nell’era dell’iperconnessione e della totale incomunicabilità. Una nuova Torre di Babele, fatta di milioni di voci che si sovrappongono senza mai capirsi. Parlano tutti, ma nessuno ascolta. Dibattiti urlati, fake news che diventano verità, indignazione a comando. Il senso di comunità è morto, il bene comune è un concetto obsoleto. L'importante è raccogliere più like, ottenere più visibilità, distruggere l’altro per sentirsi superiori.
🛑 Non ci accorgiamo che siamo stati addestrati all’indifferenza. 👁 Vediamo le città in fiamme, i corpi a terra, le proteste represse con violenza. 👂 Sentiamo notizie di regimi che avanzano, di giornalisti silenziati, di diritti strappati via. 🤐 Restiamo in silenzio. Passiamo oltre. Al massimo un commento, una faccina triste, un hashtag. Poi scivoliamo verso la prossima distrazione.
🌎 Il mondo si sgretola sotto i nostri occhi.
I nuovi fascismi non arrivano con stivali lucidi e saluti romani, ma con il volto rassicurante di chi promette "protezione" in cambio di obbedienza.
La libertà di parola esiste finché non disturba il potere. Poi arriva la censura, mascherata da “lotta alla disinformazione”.
I giovani vengono anestetizzati con intrattenimento vuoto, spinti a sognare fama e successo, mentre chi governa accumula ricchezze e potere indisturbato.
⚠️ Svegliamoci prima che sia troppo tardi. Quando realizzeremo che non avremo più voce, sarà troppo tardi per urlare. Il silenzio cadrà su di noi come una sentenza.
🛑 Reagire non è un’opzione, è un dovere. 📢 Rifletti. Condividi. Agisci. O diventerai parte del problema.
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