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Sto seduto sulla scrivania, con le ossa rotte e gli occhi rossi. Una lacrima scende stupida e ribelle lungo la mia guancia. Non ho il coraggio di asciugarla. Voglio sentirne il sapore acre quando scivolerà sulle mie labbra. Piango perché ti amo. Ti amo talmente tanto che travalico i labili confini che separano amore e dolore. Mai la felicità è stata tanto vicina alla sofferenza. Vorrei che tu fossi qui, Cristo. Ma non ci sei. Sento un senso di vuoto assurdo. Mi manca la sostanza stessa di cui è fatta la mia vita da poche settimane a questa parte. Mi sembra di conoscerti da sempre. Per me la vita ormai inizia quando ti vedo e s’interrompe purtroppo bruscamente quando dobbiamo lasciarci. [...] Il pensiero di te mi lacera il petto. Voglio che tu mi aiuti. Voglio che tu mi aiuti a urlarti quanto conti per me. Voglio che tu mi faccia uscire da questo silenzio e che tu mi permetta di comunicare tutto ciò che sento per te. Voglio che tutto il mio amore per te esca da me come acqua dal getto di una fontana e ti sommerga fino a farti chiedere aiuto per riuscire a liberarti. Ma cosa c’è di più bello che nuotare in un lago d’amore? Potresti imparare a vivere nell’acqua e respirare come in un’altra dimensione. Immergiti in me. Io mi immergo dentro di te.
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