Tumgik
#persone che non tornano
ideeperscrittori · 3 months
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HO UN LINFOMA E FARÒ DEL MIO PEGGIO
Fra un mese compio 51 anni e pochi giorni fa ho scoperto di avere un Linfoma Non Hodgkin. È una patologia abbastanza aggressiva ma è stata presa in tempo. Ed è ben curabile, perché la scienza sta facendo passi da gigante nella cura dei linfomi.
Vivo a pochi passi di distanza da un ospedale all'avanguardia che mi ha preso in carico. Sotto molti aspetti, sono davvero fortunato e privilegiato rispetto a molte persone.
Quale sarà il mio atteggiamento di fronte alla malattia? Mi conosco bene e posso prevederlo, perché c'è una parola che lo definisce con precisione. È una parola significativa, addirittura emblematica, che riguarda il mio tasso di maschitudine alfa. Come potete intuire, non mi riferisco a "guerriero", quindi le metafore belliche possiamo tranquillamente metterle da parte.
La parola misteriosa è "mammoletta". Sì, sarò una mammoletta. Questo vuol dire che non vi darò lezioni filosofiche. Non diventerò un maestro di vita pronto a snocciolare grandi verità come "quello che non ci uccide ci rende più forti", "le sofferenze fanno parte dell'esistenza", "l'importante è apprezzare le piccole cose".
Sarò una mammoletta perché lo sono sempre stato, per esempio quando ho scoperto di avere una massa all'inguine. Era un rigonfiamento, duro come un sasso, grande come una pallina oblunga. La mia reazione? Due settimane senza far nulla. Mi sono detto: "Magari passa. Vuoi vedere che fra qualche giorno non ci sarà più? Non ho voglia di affrontare visite ed esami per un falso allarme. Odio gli ospedali".
Questo mio atteggiamento nasce anche da un'idea completamente sbagliata e irrazionale: la paura che gli esami possano creare malattie dal nulla. In pratica una zona oscura del mio cervello ragiona (si fa per dire) più o meno così: sei perfettamente sano, fai l'esame e ti trovano qualcosa. Lo so, non c'è niente di logico in questa convinzione, ma la mia mente non è mai stata fatta di pura logica.
Per quasi due settimane ho cercato di non pensarci anche perché ero in preda all'imbarazzo. Tra tutti i posti, proprio all'inguine doveva capitarmi? Ma la massa non ha dato cenni di sparizione e alla fine mi sono attivato.
Ho riscritto cinquanta volte il messaggio su WhatsApp prima di inviarlo alla mia dottoressa per fissare una visita, perché ogni volta il testo mi sembrava una molestia sessuale: "Buona sera, dottoressa, ho questa massa dura all'inguine e vorrei chiederle un appuntamento per mostrargliela". "Buona sera, dottoressa, ho un rigonfiamento...". Dopo un numero incalcolabile di tentativi, ho trovato le parole giuste e ho scritto un messaggio asettico, inequivocabilmente sanitario, con un perfetto stile burocratico ospedaliero.
Sono stato una mammoletta nei tre mesi e mezzo necessari per giungere alla diagnosi.
Sono stato una mammoletta nel giorno della TAC con mezzo di contrasto. Quella mattina sono giunto all'ospedale in autobus, dopo una notte insonne. Alla fermata ho controllato la cartella che conteneva i documenti. C'erano referti di ecografie, pareri medici e soprattutto l'impegnativa da presentare per svolgere l'esame. Ho controllato perché sono una persona molto precisa, di quelle che tornano indietro mille volte per verificare di aver chiuso il gas. "Non manca nulla", mi sono detto. Ho rimesso i documenti nella borsa. Ho raccolto le forze, mi sono alzato dalla panchina e ho raggiunto l'accettazione dell'ospedale. Senza la borsa. Vi lascio immaginare questa sequenza di eventi: imprecazione, insulti molto pesanti rivolti contro me stesso, corsa a perdifiato verso la fermata. La borsa era ancora lì. Nessuno me l'aveva fregata.
Per fortuna scelgo solo borse brutte.
Sono stato una mammoletta in occasione della PET, che ha rispettato un copione simile a quello della TAC. Venivo da una notte insonne e non ero in grado di comprendere istruzioni elementari, perché la mia intelligenza svanisce quando affronto esami medici. Mi chiedevano di porgere il braccio sinistro e porgevo il destro. Mi chiedevano il nome e recitavo il codice fiscale.
Sono stato una mammoletta quando mi hanno comunicato il risultato della biopsia. Per un considerevole lasso di tempo non ci ho capito nulla. La mia coscienza era come una trasmittente che passava una musica di pianoforte triste sentita mille volte in TV: quella che certi telegiornali usano per le notizie strappalacrime.
Ora guardo al futuro e la mia ambizione non ha limiti: raggiungerò nuove vette nel campo del mammolettismo. So di essere fortunato per molti motivi: l'ematologo, un tipo simpatico, mi ha rassicurato. Le terapie esistono e sono molto efficaci.
Ma mi lamenterò tantissimo, perché non voglio correre il rischio di essere considerato una persona ammirevole da qualcuno. Non lo ero, non lo sono e non lo sarò mai. Rivendico il diritto di essere fragile e fifone. Lasciatemi libero di essere una mammoletta. Per citare un motto di Anarchik, il mio piano è questo: farò del mio peggio.
[L'Ideota]
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ragazzoarcano · 7 days
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“Ti mettono in PAUSA, poi tornano per metterti in PLAY, pretendendo che suoni la stessa musica. Non si ascoltano così le persone.”
— Anonimo
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amespeciale · 8 months
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«Quando ti viene nostalgia non è mancanza. È presenza di persone, luoghi, emozioni che tornano a trovarti».
Erri De Luca
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Non fatevi
scappare le persone
che danno l’anima…
Quelle non tornano più!…♠️
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ombranelvento · 5 months
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Dai valore alle brave persone, non usarle. Perché le persone che non si lamentano, quelle che sembrano avere una resistenza infinita, un giorno anche loro si stufano, se ne vanno e non tornano più.
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mucillo · 5 months
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"Oggi le persone benpensanti, questa classe intelligente così sprovvista di intelligenza, cambiano discorso infastidite quando sentono parlar di antifascismo.
Finita e dimenticata la resistenza, tornano di moda gli «scrittori della desistenza»: e tra poco reclameranno a buon diritto cattedre ed accademie. Sono questi i segni dell'antica malattia.
E nei migliori, di fronte a questo rigurgito, rinasce il disgusto: la sfiducia nella libertà, il desiderio di appartarsi, di lasciare la politica ai politicanti. Questo il pericoloso stato d'animo che ognuno di noi deve sorvegliare e combattere, prima che negli altri, in se stesso: se io mi sorprendo a dubitare che i morti siano morti invano, che gli ideali per cui son morti fossero stolte illusioni, io porto con questo dubbio il mio contributo alla rinascita del fascismo. Dopo la breve epopea della resistenza eroica, sono ora cominciati, per chi non vuole che il mondo si sprofondi nella palude, i lunghi decenni penosi ed ingloriosi della resistenza in prosa. Ognuno di noi può, colla sua oscura resistenza individuale, portare un contributo alla salvezza del mondo: oppure, colla sua sconfortata desistenza, esser complice di una ricaduta che, questa volta, non potrebbe non esser mortale.”
Piero Calamandrei
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lunamagicablu · 5 months
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“Quando ti viene nostalgia non è mancanza. È presenza di persone, luoghi, emozioni che tornano a trovarti” – E. De Luca ******************** “When you feel nostalgic it's not lack. It is the presence of people, places, emotions that come back to visit you” – E. De Luca
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canesenzafissadimora · 4 months
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Le persone tornano, tornano, tornano infinite volte non rendendosi conto che bastava rimanere, rimanere una sola volta.
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Laura Ortolani
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mancino · 6 months
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Non fatevi scappare le persone che "danno l'anima" ...
Quelle non tornano più.
M.Almanno
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fee-ling · 5 months
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Dai valore alle brave persone, non usarle. Perché le persone che non si lamentano, quelle che sembrano avere una resistenza infinita, un giorno anche loro si stufano, se ne vanno e non tornano più.
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ma-pi-ma · 1 year
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A volte le persone tornano. Quelli che non tornano sono i sentimenti. Indietro non si torna!
manuV2372
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gcorvetti · 8 months
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Cyber attacco?
Un mio contatto condivide un video di Omega click che parla di un cyber attacco a livello mondiale, vi lascio il video in fondo anche perché non mi va di riprenderlo e dirvi di cosa parla nel dettaglio ma faccio una riflessione personale, se vi va guardatelo.
Omega dice che sti qua del WEF (world economic forum) hanno prima fatto una simulazione su una pandemia globale e poi è scoppiato il covid, e che sono 6 anni che parlano di questo cyber attacco e secondo lui con molta probabilità ci sono dietro loro, in entrabi i casi. Direi che già questo basta, partendo dal fatto che la cosa è molto da complottari, anche se Omega c'ha sempre azzeccato anche se non al 100%, ma anche se fosse che un giorno apri il pc e ti si inchioda o stai spippolando il telefono e ti si chiude, che problema c'è? Certo nel video si parla di problemi legati al funzionamento di trasporti, ospedali e tutto quello che implica l'uso del pc o della rete, cioè tutto oramai, e dice che l'unica via per evitarlo sarebbe di scollegare tutti i device dalla rete. Ma facciamo un analisi veloce dall'inizio di internet ad oggi, col web 1.0 molti colossi hanno iniziato a guadagnare e molti di noi a scaricare di tutto di più, poi col web 2.0 è iniziata una nuova era dove non solo i colossi dell'economia hanno decuplicato, anche di più, i loro introiti ma anche persone con idee geniali e un minimo di competenza hanno fatto i soldini, vi devo fare degli esempi, non credo. E noi? Quelli che stiamo ai piani bassi? A noi è toccato il compito più aspro quello di stare a guardare e spendere i nostri soldi e il nostro tempo per farsì che questi tizi si arricchissero sempre più, ad oggi la stramaggiorparte delle persone che ha internet soffre di problemi psicologici, alimentari, di identità personale, di paranoia e tante cose belle che ci ha regalato la rete negli anni, soprattutto via social network. Allora questo attacco a chi andrà secondo voi? Ma naturalmente a noi, nonostante i soldi siano nelle banche che anche loro sono connesse o a chi ne ha così tanti che non gli basterebbero 20 vite per spenderli, ma le disgrazie sono sempre destinate a noi, per poi propinarci il solito pippone della sicurezza e farci pagare ancora e ancora.
Personalmente me ne frego, distruggeranno la rete per come la conosciamo adesso? Cazzi loro, se accadrà e sembra che ci siano buone possibilità, io me ne vado a zappare la terra, anzi spero proprio che accada così magari le cose tornano come negli anni precedenti dove se vuoi conoscere qualcuno sei obbligato ad uscire di casa e a socializzare fisicamente. Questo sempre se non scoppia una guerra nucleare prima e addio umanità.
A voi il video
youtube
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a--piedi--nudi · 1 month
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Mi vede in terrazza, occhi negli occhi per un breve istante, poi salta di qua ed entra da me.
Non ci vediamo da cinque giorni.
Inizia il rito silenzioso dell’accoglienza: resto accucciata, mi sfiora il polpaccio poi s’infila fra la gamba e il braccio per cercare carezze; ripete il giro due tre volte poi si lascia accarezzare completamente.
Testina, schiena, dietro alle orecchie, petto, poi ancora testina, mento in alto, occhi chiusi, nasino rosa vicino al mio e poi occhi aperti: vicinissime, piccole persone s’incontrano.
Finiti i grattini fa il giro delle sedie, tutte le gambe posteriori sono oggetto di struscio, poi il frigo e i mobili.
Resto ad osservarla come per entrare nel suo essere totale d’intenzionalità chiara e potente poi mi siedo sulla poltrona.
Finito lo struscio inizia la pulizia, prima in zona cibo poi davanti a me respirando l’aria fresca che entra dalla porta finestra. 
Sto in silenzio: è una pulizia-danza, una ginnastica aerobica con leccata. Eleganza anche mentre si fa il bidet. Brevi istanti di pausa e poi via un nuovo avvitamento elegante e leggero.
Leggo.
All’improvviso è alle mie spalle: gioca con il tiragraffi, selvaggia, agguerrita, occhi sbarrati a tratti sfidanti, s’interrompe, mi guarda. 
Le faccio sempre i complimenti, sembra chiedere approvazione.
A pancia in su, mostra la parte più delicata di sè, un manto bianco morbidissimo: mi tornano alla mente alcuni tratti di “Gatti molto speciali” “Il trucco più grazioso, del quale faceva sfoggio soprattutto per avere compagnia, consisteva nello sdraiarsi di schiena sotto un divano, e poi spingersi fuori da sola facendo leva sulle zampe, con scatti rapidi e bruschi, fermandosi per volgere l’elegante testina da un lato e dall’altro, gli occhi gialli semichiusi, in attesa dell’applauso”.
Fine dei giochi, oggi si è rotto l’elastico che tiene legata la pallina al tiragraffi, Micia è rimasta per un istante interdetta poi si è accontentata di mordere e sfilare l’elastico tenendosi con le zampe aggrappata al cilindro; qualche altro morso alla piuma e poi via, si porta di nuovo davanti alla finestra.
Respira l’aria fresca, osserva fuori possibili prede allungando il collo a destra e sinistra, resta immobile qualche istante poi si gira, mi guarda con quell’aria mista di dolcezza e voluttà.
È finita, intende dire, per ora è finita, gradirei uscire mia cara; se tu mi usassi la cortesia di alzare la zanzariera potrei tornare nel mondo dei vivi, grazie, non temere, quando ne avrò voglia tonerò a mostrarti cosa sono bellezza e libertà. Tornerò.
Alzo la zanzariera, passa sotto come fosse di gomma ma resta fuori ad osservarmi. Ad un certo punto miagola, è cosa strana perché solitamente lo fa solo quando vede il cibo.
Esco, in effetti fuori l’aria e molto più fresca e respirabile; ancora un po’ di grattini e di fusa, poi comincia a sbirciare fra le aste di finto legno della terrazza. Prede. Uccelli. Caccia. Istinto. 
Salta sulla ringhiera. Non esisto più. Posizione aerodinamica, tutti i sensi accesi. Salta. È via. 
Buona giornata. 
A più tardi.
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susieporta · 9 months
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IL SEGRETO
Il segreto?
Vivere connessi al proprio Centro ti permette di stare fuori dai giochi (di ruolo) che le persone vi propongono, le dinamiche psicoemotive i giochi di potere.
Senza vittima, non può esservi persecutore.
Se non ti posizioni da vittima, non attiri il persecutore.
Non reagendo ad una critica, ad un’offesa, la critica e l’offesa tornano al mittente.
Rimanere presenti, integri e centrati, vuol dire non essere manipolabili, toglie potere ai manipolatori.
Il segreto?
È stare fuori dai giochi.
Lascia agli altri i loro giochi, che giochino da soli.
Cade nella rete chi vive in funzione del giudizio altrui.
Vende sé stesso per ricevere in cambio falsa attenzione, falso amore, falso riconoscimento.
Roberto Potocniak
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Quando ti viene nostalgia non è mancanza. È presenza di persone, luoghi, emozioni che tornano a trovarti.
Erri De Luca
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poesiablog60 · 1 year
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Le persone sono distratte, gettano via con noncuranza i loro momenti migliori.
Forse sono convinte che torneranno, ma i momenti non tornano".
Francesca Diotallevi
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