#quotatious
Explore tagged Tumblr posts
Text
Agadir

"Te le vorrei scrivere addosso, sulla schiena, sul culo, intorno ai seni, lungo i fianchi, tutte quelle parole che non riesco a dirti quando mi stai davanti." (Luigi Mancini)
www.malikahajer.tumblr.com
Dopo aver passato un brutto periodo con parte del personale in cassa integrazione e altri di noi invece in alternativa obbligati a fare lavoro part-time, grazie a un notevole sforzo collettivo comune, a scelte sagge e lungimiranti dell’Amministratore Delegato e della Direzione Generale, la nostra piccola azienda, formata da circa trecento unità in tutto, negli ultimi anni ha ripreso decisamente quota.

La primavera di quattro anni fa, a revisione dei conti e del bilancio avvenuta, s’è visto che eravamo passati finalmente in attivo e anche di molto. Quindi sarebbe presto partito un piano di espansione. Hanno comunicato che avrebbero assunto altro personale, aperto delle filiali all’estero e ci sarebbero state comunque nuove prospettive per tutti. Personalmente io ho la fortuna di lavorare da sempre con Carlo: uno dei dirigenti più quotati e professionalmente proattivi e produttivi.

Mi ha assunta lui quindici anni fa e mi ha fatta crescere molto, professionalmente e umanamente. Per dare un’ulteriore motivazione al personale, con l’estate a seguire a tutti noi fu corrisposta una corposa gratifica: un premio di produzione variabile tra tremila e seimila euro, a seconda dell’inquadramento nella scala organizzativa. Inoltre, una piccola rappresentanza aziendale di due o tre unità, tra manager e collaboratori per ogni ramo aziendale, diciotto persone in totale, fu spedita ad Agadir, Marocco.

Motivazione: workshop d'aggiornamento su nuovi prodotti e tecniche di vendita innovative. Il luogo fu scelto scelto apposta dalla DG per spronare, motivare e ovviamente premiare. Al mio capo, incluso anche lui nel gruppetto, fu chiesto di selezionare una persona di sua fiducia e lui scelse me. Non stavo nella pelle. Due settimane di corso, con impegno limitato al solo mattino e dopo pranzo mare, sole e riposo. Incredibile! E poi con Carlo: il mio mentore, una pasta d’uomo!

Ne avevo proprio bisogno. Anche perché mio marito Raimondo e i suoi colleghi, nel loro posto di lavoro in pericolo da anni, nel tempo hanno dovuto subire dapprima tagli dolorosi e alla fine una cassa integrazione a termine, conclusasi con la perdita definitiva del posto. Era quindi di fatto confinato in casa da diversi mesi. Sempre di umore nero e nervosissimo. Spediva curriculum a destra e a manca, ma senza risultato. C’era sempre tensione, grazie ai soldi che scarseggiavano.

Suoi lavoretti qui e là, ogni tanto lo facevano tornare orgoglioso e sorridente. Per qualche ora. Logicamente facevamo economia su tutto: si spaccava il centesimo. Più nessuna tenerezza tra coniugi. Sesso praticamente azzerato. Fine di ogni suo tentativo di seduzione nei miei confronti. I suoi approcci erano infatti conditi solo di sarcasmo e si finiva sempre col discutere. Masticavo amaro. La sua cattiveria, la frustrazione quotidiana veniva a sera regolarmente sfogata su di me. La mia femminilità era sempre e regolarmente mortificata.

Comunque, almeno in ufficio raccattavo ancora qualche sorriso o complimento e quando succedeva era acqua fresca versata su un cuore femminile inaridito e assetato di apprezzamento. Però a settembre dello stesso anno… il corso d'aggiornamento in Marocco! Che bello: viaggio in aereo, sistemazione mia e di Carlo in camere attigue e finalmente uno stacco totale dall’atmosfera familiare più cupa mai sperimentata in oltre dieci anni di matrimonio.

A mio figlio e alla casa per quindici giorni avrebbe pensato Raimondo. Tutta la prima settimana fu un vero sogno, persino troppo bello per essere vero. Con il mio capo, al mattino si seguiva con scrupolo il corso, si prendevano appunti. Poi pranzavamo e al pomeriggio correvamo immediatamente a rosolarci al sole rovente del Marocco. In spiaggia si scherzava, si nuotava, si andava al largo in barca. Immersioni in un mare blu e pieno di pesci multicolore. Un vero sogno. Finalmente da Carlo era uscito fuori il suo lato più umano, allegro e gentile. Lo stimavo e lo apprezzavo, sebbene avesse circa vent’anni più di me. E poi era un bel fusto, oggettivamente.

In segreto avrei desiderato mille volte di più avere lui come marito, invece di quel musone che mi stava ormai esasperando l’esistenza. Ma la realtà è quella che è. Intanto mi godevo lo stacco. Al venerdì sera della prima settimana, dopo cena, esausta me ne tornai in camera. Verso le dieci già dormivo, ma Carlo bussò. Insolito: non s’era mai permesso. Pensai: “avrà bisogno di un’Aspirina o di ago e filo” ma come entrò già mi sentii inquieta. Infatti indossava l'accappatoio. Era anche un po’ brillo. Si sedette sul bordo del letto e mi confessò che s’era separato dalla moglie da circa cinque mesi.

Non l’aveva mai detto a nessuno e non voleva si sapesse in giro. Ma che comunque lui aveva le sue esigenze di uomo, che si facevano ogni giorno più pressanti. Il cuore mi batteva forte: ero terrorizzata e non sapevo cosa fare. Non volevo ferirlo, chiedendogli di uscire fuori, magari fraintendendo ciò che stava cercando di dirmi. Ascoltavo lo sviluppo del suo discorso. La mia bocca era asciutta. Continuò dicendomi che sapevo bene quanto m’avesse aiutata negli anni, che lui era a conoscenza delle difficoltà sia economiche che coniugali che stavo affrontando e che quindi potevamo forse aiutarci a vicenda con reciproco vantaggio. Stava arrivando al nocciolo…

Mi confessò che dal primo pomeriggio di lunedì, giorno in cui mi aveva vista in bikini al mare, era rimasto fortemente colpito dalla mia bellezza folgorante, dal profumo della mia pelle, e poi la mia bocca ormai lo ossessionava. Disse che se fossi stata generosa e aperta con lui mi avrebbe fatto salire entro l’anno di un livello categoriale, cosa che avrebbe comportato un aumento salariale in busta paga di oltre trecento euro lorde e l’anno dopo, se fosse stato contento della mia “fedeltà” m’avrebbe premiata con un corposo assegno mensile di “maggiori prestazioni.” Si trattava a suo dire di circa novecento euro lorde in totale!

Come finì di parlare s’alzò e aprì l’accappatoio. Mi venne vicino completamente nudo, mostrandomi la sua erezione totale. Era inequivocabile: mi voleva. Si sedette nuovamente sul bordo del letto e mi fece cenno di venire tra le sue cosce allargate e inginocchiarmi. Aggiunse che se mi fossi rifiutata ne avrei avuto tutto il diritto, per carità. Che lui non obbligava nessuno… ma che probabilmente, parlando molto chiaro, questo avrebbe segnato la fine della mia carriera e l’inclusione sicura in una lista nera di “sfaccendati” da liquidare alla prima occasione…

Non ebbi il coraggio di parlare e in silenzio obbedii. Ero incazzata nera, ma allo stesso tempo anche lusingata e onestamente confesso che un po' anche io lo desideravo. Mi inginocchiai, aprii la bocca e la feci riposare sul suo glande per circa trenta secondi, in cui cercai di trovare da qualche parte della saliva residua, per lavorarlo come si deve. Poi iniziai a succhiare e a farmelo entrare. Succhiavo sempre più forte. Lui inziò a gemere: “ooooh… femmina benedetta… finalmente… sapevo che avresti capito… brava, brava….” Erano secoli che mio marito non mi toccava. Anche se sotto ricatto, avevo proprio il bisogno fisico di succhiare un bel cazzo.

Mi ricordavo i “basics” e tra le lacrime, fra la gratitudine e la rabbia, rassegnata pian piano lo feci accomodare meglio che potevo nel mio cavo orofaringeo. Svolsi la pratica con competente e diligente freddezza, sebbene dentro bruciassi di rabbia e umiliazione. Venne in maniera esagerata: pretese che ingoiassi tutto. Fortunatamente era di sapore gradevole, al mio palato. Alla fine devo dire che… si: la sua sborra mi piaceva proprio! Saranno stati tutti i dolci che mangiavamo ogni giorno. Era molto che non stava con una donna, mi disse. Mi stese per terra a pancia in giù con un cuscino sotto il bacino, mi allargò le cosce e con fare deciso, senza delicatezze, mi penetrò la vulva. Serrai le mascelle mentre schiumavo rabbia. Ma pensavo all'aumento di stipendio. Entrò facendomi molto male, perché comunque non ero certo lubrificata e piena di libidine per lui.

Pian piano, purché finisse presto, mi adattai ai suoi movimenti e iniziai inevitabilmente a collaborare, ad agevolare la sua penetrazione. Involontariamente iniziai a godere di quel notevole uccello nella fica che pretendeva amore e prepotente accettazione. Venni da pazzi e mentre venivo gli accarezzai i testicoli dolcemente, inarcando la schiena per raggiungerli. Gli chiesi con voce flautata e dolce di spingere di più. A sentirmi ammansita e domata, Carlo intensificò le sue spinte e alla fine uscì dalla mia fica, inondandomi di sborra la schiena. Avevo goduto come una porca, con lui nudo sulla schiena e dentro di me! Incredibile! Ero incazzata nera ma anche sessualmente soddisfatta. Poi, con ovvio imbarazzo lui si alzò e indossò nuovamente l’accappatoio. A occhi bassi, senza guardarmi in viso, mi lasciò come una cosa buttata lì sul tappeto della stanza e se ne andò.

Piansi a dirotto: ero incazzata con me stessa e mi sentivo in colpa. Soprattutto perché non avevo saputo oppormi e poi perché m'era proprio piaciuto: sia nel prenderlo in bocca che mentre mi rompeva la fica: coi minuti che passavano, in entrambe le situazioni avevo provato puro godimento. Moltissimo. Mi ero sentita nuovamente desiderata, apprezzata come femmina fonte di piacere sessuale per un uomo e non sapevo più cosa fare, cosa pensare. Denunciare la cosa avrebbe fatto scoppiare uno scandalo, che di sicuro si sarebbe ripercosso negativamente su tutta l’azienda. Mi avrebbero odiata: per tutti sarei stata di sicuro io la puttana provocatrice. Avrebbe significato certamente perdere il mio lavoro a breve termine.

Tacere e adattarmi invece avrebbe comportato una mia totale sottomissione a Carlo, ma per la mia famiglia alla fine solo dei vantaggi. E del mio lavoro avevamo assoluto bisogno. Tra la rabbia e i dubbi, alla fine mi addormentai. Sognai che Carlo mi prendeva, ma nel sogno non ero imbarazzata, anzi: lo desideravo. Mi sorpresi nel mio dormiveglia tormentato a provocarlo con vestiti sexy e un atteggiamento civettuolo e malizioso, a volerlo dentro. E incredibilmente, pur standomene rilassata a letto, con la fica che mi bruciava ancora, sentivo fisicamente il mio ano contrarsi e desiderare il suo cazzo, in modo inequivocabile.

Verso l’una mi alzai, andai in bagno e pensando a lui mi infilai il manico della spazzola nel culo, mentre mi davo piacere da sola sgrillettandomi la fica. Mi accorsi mio malgrado che non pensavo ad altro che a Carlo! Ma finalmente mi placai e potetti dormire. Lo pensavo intensamente e lo desideravo, soprattutto in culo. Il mattino dopo era sabato; a colazione lui non scese. Me ne andai in spiaggia: neanche lì si fece vedere. Passai la mattinata cercando di essere il più normale possibile, ciarlando con i colleghi: spettegolai come al solito e presi il sole. A pranzo mangiai un’insalata e bevvi un’aranciata. Scambiai solo due chiacchiere rapide con i commensali e subito me ne tornai in camera.

Non riuscendo a riposare, per il nervosismo e l’eccitazione della novità, né a leggere qualcosa, mi risolsi verso le due ad andare a trovarlo in camera. Bussai e lui mi aprì, ancora in pigiama leggero di raso. Sempre restando a occhi bassi, iniziò dicendomi che si scusava tantissimo. Che l’alcool la sera prima gli aveva completamente offuscato la ragione e mi pregava di dimenticare tutto, se potevo. Si vergognava da morire e mi si inginocchiò davanti, abbracciandomi le gambe a occhi chiusi e inalando il profumo della mia pelle cosparsa di crema profumata. Mi stava adorando e si stava umiliando! Carlo: l’uomo più orgoglioso ma generoso, combattivo e a suo modo dolce e pieno di sé che abbia mai conosciuto, adesso era psicologicamente ai miei piedi! Finalmente!

Francamente, ero entrata per dirgliene comunque quattro e poi ero sicura che sarei andata avanti a braccio, a strillare che non poteva trattarmi così, che ero una persona piena di dignità, che avevo una famiglia e i miei diritti di donna. Però, lì per lì mi venne solo da accarezzargli la testa. Ero bellissima e fiera, in costume e pareo. Dopo le sue scuse quindi, mi venne spontaneo solo di girarmi e andarmene. Stava soffrendo ed era vero. Lo conoscevo bene, ormai. Però sul letto in camera mia mi sentivo inquieta: la mamma che era in me provava un assoluto e urgente bisogno di perdonarlo.

La femmina a digiuno da tempo di attenzioni invece era lusingata dal suo desiderio per il mio corpo e continuava a chiedere il suo sesso. Con insistenza. Non resistetti. Era ufficiale: lo volevo da impazzire. Tornai da lui. Mi guardò come se aspettasse una sentenza, ma io invece mi girai di schiena e mi tolsi il costume. Restando completamente nuda, mi inginocchiai spalle a terra e culo altissimo, cosce ben aperte. Gli dissi solo:

-sfondami il culo, Carlo. Sarò tua quando mi vorrai, d’ora in poi, se proprio mi desideri così tanto. Ma in segreto e con tutte le cautele del caso. E non dovrà mai saperlo nessuno. Chiaro?
Sorrideva e piangeva, mi disse solo:
-grazie, grazie, mio dolcissimo tesoro: vedrai, sarò un amante discreto e focoso. Ti piacerà e ne avrai solo grandi vantaggi… sai, ti desidero molto e…
ma io:
-basta chiacchiere: t’ho già perdonato e ti imploro solo di sfondarmi, dai che ti voglio…

Mi prese dolcemente. Fu un vero signore, stavolta. Si inginocchiò e mi ammirò a lungo. Sentivo che mi mangiava con gli occhi, nuda davanti a lui e desiderosa. Quindi iniziò. Dapprima mi inumidì, leccandomi per un po’ prima la fica e dopo molto a lungo il buco del culo. Era abbastanza chiaro cosa volesse provare, del mio corpo. Ero impaziente e glielo facevo capire, contraendo e rilassando l’ano di seguito. Non ne potevo più: lo volevo da morire. Gemevo.
Quando mi entrò in culo, esclamai un: “oooooh… finalmente, amore mio…” capii finalmente che lo avevo sempre segretamente amato e che ormai sarei stata la sua puttana felice da quel momento in poi. Mi cavalcò e mi sfondò per un sacco di tempo. Era contento come un bambino. Mi baciava la schiena, il collo, le spalle e continuava a ringraziarmi, a dirmi che ero una femmina bellissima, che il suo cazzo mi reclamava in segreto da sempre. Moltissimo.

Mi stuzzicava i capezzoli, tenendo le mani a coppa sul seno, intanto che mi cavalcava. Mentre lui si dava da fare, venni due volte di culo: non m’era mai successo prima. Poi con fermezza mi girò. Mi baciò con intensità. Era innamorato pazzo. Mi prese e portò sul letto, mi sdraiò sulla schiena. Mi scopò con amore e gioia reciproca. Aveva un ottimo arnese. Ed era inesauribile: aveva un uccello grosso e per giunta duro come il marmo, per essere un quasi sessantenne. Non sapendo se prendevo precauzioni, al momento opportuno lo tirò ancora una volta fuori e mi sborrò sul ventre e sulle tette una notevole quantità di seme.

Scoprii che anche questo suo gesto mi piaceva! Poi col glande prese a titillarmi i capezzoli. Con notevole e reciproca soddisfazione. Giocammo, scherzammo come dei ragazzini, ridemmo e parlammo. Gli dissi comunque che avevo la spirale e che quindi poteva venirmi dentro liscio. Anzi, lo avrei gradito molto perché sarebbe stato un suo segno di gran desiderio di intimità con me. Gli confessai che ero stata molto colpita dal fatto che tra le tante belle ragazze sulla spiaggia lui comunque fosse stato interessato soltanto alle mie tette e al mio culo! M’ero accorta infatti che guardava solo me! Mi baciò appassionatamente e riprendemmo a scopare.

Ci baciavamo come due innamorati. Al momento opportuno mi accorsi che stava nuovamente venendo e gli dissi: “sai, ho cambiato idea. Quando vieni, ricoprimi nuovamente di sborra il ventre e il seno. Mi piace, quando mi oltraggi così. Trattami come la tua troia da quattro soldi, mancami di rispetto. Poi stasera dopocena ordinami nuovamente di succhiarti il cazzo e ingoiare. Vedrai che sarà tutt’un altro godere. La mia lingua è capace di veri miracoli, se mi ci metto. Ti farò felice. Per tutto il weekend e la settimana restante, voglio passare la notte sempre nel tuo letto: a succhiarti il cazzo, masturbarti, leccarti le palle e l’ano e a farmi sfondare come e quanto tu vorrai.”

Così, piena di vergogna interiore, passai comunque forse la settimana più peccaminosa ma più bella della mia vita. Carlo fu di parola: dopo tre mesi ebbi un livello categoriale e l’anno dopo un aumento per “maggiori prestazioni”. Con grande scorno delle colleghe, che mi guardano tuttora con occhi taglienti. Soprattutto di quelle che si erano dichiaratamente offerte a lui senza che però Carlo neppure le prendesse in considerazione. So che tra loro mi chiamano “la troia del Capo” ma non mi interessa minimamente. Scopiamo regolarmente e io lo ingoio sempre di gusto: spesso a pranzo ci chiudiamo in ufficio e lo spompino rapidamente. Eravamo e siamo comunque molto discreti. Non lasciamo mai tracce evidenti.

Mio marito da circa due anni ha iniziato un lavoro in proprio come rappresentante di infissi ed è spesso fuori casa per alcuni giorni. Non mi manca, però. Quando ha voglia, lo faccio scopare ovviamente, mi faccio inculare e mi fingo innamoratissima. Sono un’attrice nata. Tutte noi donne lo siamo! Lo accarezzo, me lo bacio, lo confondo col profumo e il gusto della mia fica sulla sua bocca. Me la faccio leccare a lungo, da lui. Ma la felicità per me ormai è solo il cazzo del mio capo Carlo: quando mi riempie o mi copre di sborra, io godo veramente come una troia professionista. Tra due amanti consenzienti, nulla è peccato e tutto è assolutamente benedetto in cielo dalla passione.

RDA
35 notes
·
View notes
Text

Storia Di Musica #376 - My Morning Jacket, Z, 2005
Ho trovato affascinante scoprire che Jim James (che è il nome d'arte di James Edward Olliges Jr.) prese il nome della sua nuova band scovando un vecchio cappotto che aveva una targhetta cucita sopra, MMJ, My Morning Jacket. All'epoca la fondò per avere un gruppo che facesse, nelle sue intenzioni, musica acustica, rispetto al suo principale, Month of Sundays. Tuttavia la seconda band, fondata con il cugino Johnny Quaid alla chitarra, Tom Blankenship al basso e J. Glenn alla batteria (tutti e tre proveniente da un gruppo emo-punk, dal solare nome di Winter Death Club) in breve tempo diventerà un piccolo culto della musica indipendente mondiale, e con il quarto disco entra di diritto nella lista maggiolina di dischi dal titolo con una sola parola.
La band, che suona una musica ricchissima di riverberi e potenza, debutta nel 1999 con The Tennessee Fire: in patria ha un successo minimo, ma per ragioni strane sale altissimo in classifica in Belgio e nei Paesi Bassi, tanto che il gruppo organizza un tour europeo, con una esibizione durante un live che entrerà in un documentario olandese, This Is Not America. Nel 2000 si aggiunge in formazione Danny Cash alle tastiere. Nel 2001 At Dawn li fa scoprire anche negli USA, anche grazie al fatto che James registra le parti vocali in un gigantesco silo per i cereali: il riverbero naturale della voce diventerà un marchio di fabbrica dei primi lavori. Suonano da spalla a grandi gruppi come i Foo Fighters che li chiamano personalmente ad aprire i loro concerti, firmano con la ATO Records e pubblicano il terzo disco, It Still Moves nel 2003. Cambiano formazione, Chris Guetig alla batteria, Bo Koster alle tastiere e Carl Broemel alla chitarra. Tutto è pronto per il grande salto. Che avviene nel 2005.
Z è prodotto da Jim James e da John Leckie, produttore inglese tra i più quotati, che lavorò con XTC, Stone Roses, con i Radiohead per The Bends (1995). Pronti a sperimentare nuove cose, registrano le loro canzoni in uno sperduto studio sui Monti Appalachi, a Catskill Mountains, abbandonando il riverbero, il suono souther rock acido per un approccio più ampio ed "europeo" alle canzoni. James tra l'altro per la prima volta da due dischi non userà nessuno effetto per modificare la voce, mostrando il suo timbro naturale e convincente. Più che altro, frutto anche del primo supporto professionale alla produzione, la band esplora le possibilità musicali spaziando con naturalezza dalla psichedelia alla musica stile Motown, con interessanti innesti dub, ska e qualche pazzia emo. Si apre con Wordless Chorus, l'inno di apertura beatificante, che suona davvero come un radicale cambiamento rispetto ai precedenti episodi; Knot Comes Loose ha il suono Motown a cui accennavo prima, riadattato da un gruppo di folk visionari. Lay Low, epica e potente, aggiunge uno di quegli assoli di chitarra a spirale, galvanizzanti, che rimangono in testa per per pò. La stravagante Off The Record è un pop-reggae con un ritornello surf-rock. Tra l'intro ad onde di Gideon, il piano di What a Wonderful Man, un piccolo gioiello pop e l'epica alla Pearl Jam di Dondante, con James che canta un dolente falsetto, il disco apre una nuova prospettiva alla band e non rimane inosservato.
Va infatti in classifica e viene osannato dalla critica: ne seguirà un grandioso tour, che in parte verrà proposto in Okonokos, registrato in due serata al leggendario The Fillmore a San Francisco. La band farà un altro salto mortale con il successivo Evil Urges (2008), ancora più sperimentale e psichedelico, anno nel quale saranno protagonisti di una ormai storica esibizione durante un torrenziale temporale al Bonnaroo Music Festival che durerà 4 ore e mezza. Sono ancora oggi protagonisti della musica internazionale, suonano spessissimo in tour e nel 2025 è appena uscito il loro ultimo disco Is: è l'occasione per scoprire una band che è diventata famosa partendo da un cappotto trovato per caso.
13 notes
·
View notes
Text
Fic Writer Questions
Thank you @graysparrowao3 , this was a great post to come back to Tumblr with :) I tag @redroomroaving @darkurgetrash @forget-me-maybe
Let’s go!
How many works have you got on AO3?
Not counting the two in Volo’s Erotic Library collections, 27!
What is your total word count?
271,334 (excl. VEL!)
What are your top five most kudosed works?
1. Sharp Teeth (624)
2. Après Théâtre (291)
3. Planar Tears (259)
4. Sharess’s Sundries (188)
5. Tail and Tongue (123)
1 was the definition of catching the Rolan wave (but it’s also a really good fic too, and I’m proud of it). 2, Après Théâtre, was my first ever fic, a WWDITS S2 continuation written in lockdown. I got very lucky with its reception!
4 and 5 are definitely the combination of “smut at the peak of the Rolan fandom”, and also the immediate follow-ons to Sharp Teeth, which nets them more foot traffic. (… and also milder kinks than some of the weird shit I’ve posted since lol). I love receiving a little kudos train in my email from someone who’s clearly devoured the whole Sharp Teeth series in one night!
(Also Tail and Tongue is a godawful name that makes Rolan sound like stew, but it’s also kind of hilarious to me because of that so I guess it stays. Note to self for future: no disembodied parts for a “sexy” title!)
What fandoms do you write for?
These days, basically just BG3— but I finished my “last” fic for Ambition: A Minuet in Power in February and immediately got hit with more Ludovico thoughts so we’ll see. I did once sketch out an entire longfic reverse isekai thing for Ludovico and Yvette, with 18th century priest Ludovico falling through a wall into 2010s-to-modern Paris and meeting Yvette… but after Planar Tears, I need to take a year-long break from big plotty longfics for life reasons, so that’s a “maybe one day” idea.
(Relatedly and always: play Ambition: A Minuet in Power, people! It is so much fun!)
Do you respond to comments?
Always. Always always always. The only situation in which a single comment goes un-responded to is if someone left like 6 in a row, and then I might group some of my replies to a later comment. (But at this point, I just like replying to each individually lol).
People reading and enjoying my writing is such a gift; I will always want to say thank you and express my appreciation back.
What’s the fic you wrote with the angstiest ending?
Hmm. Well, all my fics so far have happy endings! I have an original novel on the go that I firmly think will end up ambiguous rather than straightforwardly happy.
Fae Bindings will probably be the “angstiest” for my fics, because it’s not possible to completely fix dead-siblings, post-Lorroakan Rolan. He will be happy… but in large part because he’s lost parts of himself he used to hold dear. At least he’s got a loving, sexy, totally-not-manipulative Fae reader to take care of him through it!
What’s the fic you wrote with the happiest ending?
It’s got to be Sharp Teeth. Planar Tears will also have a happy ending, but the overall bouncy tone of Sharp Teeth lends itself to the most uncomplicated happiness. They have the Tower, and each other, and Rolan has his family and Tav-Reader has her friends. And they’re engaged! That epilogue made me very happy to write.
Have you ever got hate on a fic?
No, and at this point I think I’d truthfully find it quite funny. The closest I’ve got is someone on Reddit complaining in a “what do you hate most in fics thread’ about the untagged eartonguing in what I am absolutely sure from the timing, description and their profile was Sharp Teeth. I have subsequently tagged it because it literally just didn’t occur to me, but it does crack me up that a bit of consensual tongue-in-ear generated such a violent EW NO response. I guess I wrote it very vividly! ;)
I actually have “concrit welcome” tagged on Planar Tears, but no-one’s given me any except a query about my dialogue formatting (British, and sticking to it I’m afraid! I love our non-intrusive single quotation marks. Although I think I maybe follow American style rules about putting dashes inside quotes, so I should maybe make that more consistent some time).
I’d genuinely love to hear stuff like “I really enjoyed X subplot, but it felt like it came kind of out of nowhere?”, or “I see why you needed Y plot point for character growth, but it dragged a bit”, since I’m always trying to hone my skills, and I feel like on a story-telling level it’s particularly hard without outside input. But I also know concrit is hard work and a gift in itself, so I understand why I haven’t got any!
Do you write smut?
Hahahahahahahahahahahahhahhahhahhaha
Do you write crossovers?
Not as yet! I do really enjoy crack though and crossovers lend themselves to that.
Have you ever had a fic stolen?
Not that I know of.
Have you ever had a fic translated?
Not that I know of. I’d be open to it if someone asked!
Have you ever cowritten a fic before?
I currently have something cooking along these lines ;) But it’s early days, so I’ll say no more!
What’s your all-time favorite ship?
Oh man. I don’t read fic for them, because the book closes their story absolutely perfectly— but it’s Elizabeth and Darcy all the way. I have loved that ship since I was 11-12 and fell headfirst into Pride and Prejudice’s embrace.
What are your writing strengths?
I think I’m a good plotter. There’s perhaps a little drag in the midsection of Planar Tears, but I overall really think I crafted a story that sets up the stakes, gives the characters opportunities to grow (and fail) and lets us have some fun on the way. And now, we’re about to run into both Lorroakan— who’s been a lurking, teased-but-not-seen presence through most of the storyline— and well, I’ll let my readers guess why Ethel’s ring has made its reappearance, but I think it’s fair to say she is this novel’s overarching antagonist, and that storyline will hopefully come to a satisfying conclusion!
The next challenge, I guess, is to fully plot out my original novel without the stabilizer wheels of pre-existing canon to catch me. I could also definitely tighten up my plotting skills more generally!
Also I think I write banging smut, but I think I might be biased there ;)
What are your writing weaknesses?
Overly breathy writing, especially in emotional or smut scenes. I need to commit to punctuating more sentences, rather than em-dashing the entire way through it. It reads far better to me when I go back and do that after the fact!
Generally speaking, I’m still yet to hit my own “style”, I think. It varies a lot depending on my latest reading; I sponge it up and then it just leaks back into my own writing. Lately, I’ve gone back to The Age of Innocence to finish it, so my readers can probably expect a slight uptick in formality for Planar Tears chapter 33…
Thoughts on writing in another language?
This reminds me I need to go and fix the little bits of Spanish in Après Théatre (because Guillermo canonically talks to his mum in Spanish, and I did a TERRIBLE job of it lmao).
This is half a joke, but I tried to write “Short Shorts (And Cold Beer) ” in American English (since it’s based on 80s American summer camps) and only half succeeded lol. I am SUPER sensitive to Americanisms where they don’t belong, so no doubt a transatlantic version of me would be annoyed by in the inverse in my own writing there! (I still say Rolan has a “stilted Baldurian accent”, so we’re sticking with the very British accent he has in the game and pretending it’s a Waterdeep vs Baldurian/Elturian difference. American Rolan would sound so wrong!)
First fandom you ever wrote for?
What We Do In The Shadows! I absolutely love writing comedy, and WWDITS was a pandemic lifeline, a much needed infusion of joy.
Favourite fic ever written?
Planar Tears, as ever. We are now in the very final strait, and in my draft Rolan and Catrin are poised on the doorstep of Sorcerous Sundries, about to meet Lorroakan and face a storm of events that has been gathering throughout the whole novel.
I can’t believe I’m this far through it. Far later than I thought I would be, but it was always ambitious to think I’d keep up a one-chapter-a-week schedule anyway. Over a year for 100k+ words (whilst writing other things on the side!) is not only reasonable but far in excess of any writing I’ve ever done before— and I can’t express how weird I’m going to feel when it’s done. My god. But at the same time, I cannot wait. Rolan and Catrin and all my lovely readers deserve their conclusion, and I’m feeling optimistic about writing a good one.
9 notes
·
View notes
Text
fedez e tony effe a sanremo erano quotati a 1.01
10 notes
·
View notes
Text
Eurovision Song Contest, la prima semifinale
Si delineano i contorni dell’edizione 2024 dell’Eurovision Song Contest. Superano la prima semifinale, infatti, artisti favoriti e anche delle “sorprese” che hanno scalzato nomi già quotati. <!--more--> Ecco i classificati alla finale Subito dopo la semifinale, si è tenuta una interessante conferenza stampa, colorata come solo l’ESC può essere.

View On WordPress
2 notes
·
View notes
Text
Sul governo degli uomini
«Essere governati significa essere, in ogni operazione, in ogni transazione, in ogni movimento, annotati, registrati, contati, valutati, timbrati, quotati, brevettati, concessi in licenza, autorizzati, postillati, ammoniti, impediti, riformati, rettificati, corretti da esseri che non hanno né titolo, né scienza, né virtù».
Pierre-Joseph Proudhon
10 notes
·
View notes
Text
Tema
L'Europa ed i valori "occidentali", quelli quotati in borsa ed i "valori coloniali": uguaglianze e differenze.
2 notes
·
View notes
Text
Musica in agonia?
Ieri Ho visto l'ennesimo video di Silvestrin che analizza un pò la situazione bands attraverso una sua rubrica all'interno dei suoi programmi, rubrica che faceva tempo fa. L'idea è semplice bands o artisti singoli mandano un link attraverso i canali e lui ascolta e analizza il brano; levando il fatto che è un pò riduttivo analizzare una band da un brano solo, ma il tema di questo post non è il modus di Enrico, che nonostante non sia al 100% in linea con lui rispetto e seguo con tanto di cappello per il lavoro che fa. Il punto è che nel video lui si concentra sul fatto che l'età media dei rockettari è sui 40 anni, diciamo dai 35 ai 50, toh, e i giovani? Questa è la domanda che si pone, cosa suonano i giovani? Beh le sale prove oramai sono una cosa un pò atavica, diciamo dei miei tempi e molti hanno capito che unendo i soldi si può avere una sala prove propria dove non si ha limite di tempo, l'hanno capito anche gli estoni :D. Questo però delle sale prove non può essere un metro di giudizio per vedere se i giovani suonano rock, ma in linea di massima fa statistica. Quindi dice che i giovani suonano altro e che il rock piano piano sta sparendo o sparirà da qua a qualche anno. Beh, io credo che essendoci un ventaglio di generi più ampio è logico che le persone si distribuiscano lungo il cerchio e quindi verso generi diversi, se contiamo però che i giovani, quindi la generazione Z, ascoltano musica prettamente dal web e che nella maggior parte dei casi è pop, anche se molti pensano che basta accendere un minimo di overdrive per dire che è rock, quindi se io da 20enne voglio fare della musica e i miei riferimenti sono quelli farò quello, se invece cresco con il papà che ascolta rock magari i miei riferimenti sono altri; questo discorso è veramente ampio e dipende molto dal posto e da come si sviluppa la situazione cultural-musicale. Per esempio qua non c'è quasi nulla perché si pensa che la musica sia solo un sotto fondo, abusata al peggio, che il concerto sia solo una tantum che spezza la monotonia, molto monotona.
Non si può vivere di musica in un posto dove il pubblico è poco e troppo sparpagliato e unito solo quando arriva il big dall'estero, ne ho parlato ampiamente in tanti post. Oggi per esempio c'è Reverend beat man, dal cantone tedesco-svizzero, non ho chiesto il giorno libero per andare, se ero libero andavo; il motivo è semplice, non mi dice niente, cioè è uno dei one-man band più quotati in Europa perché il suo spettacolo è simpatico, definiamolo così, ma niente di così eclatante, posto in fondo una sua esibizione. E' un personaggione, ma onestamente c'è di meglio, altri one-man band sono più dotati a livello tecnico e hanno brani più interessanti, ma questo concerto è un grand'evento se vivendo qua seguite pagine inerenti alla musica, ne parlano tanti, tanti di quelli che conosco e che suonano, c'è poi la band garage locale di cui conosco il bassita quindi probabilmente i post messi sull'evento mi escono per questo; ma levando sta cosa non c'è altro, ok si, il chitarrista tuareg il primo Agosto, già biglietti presi, e poi? Il nulla. Quindi riprendendo un pò il discorso, anche leggendo i commenti al video, in Italia vi lamentate e avete comunque gruppi e spesso concerti, perché anche se le band fanno musica trita e ritrita comunque si esibiscono e ci sono i locali per farlo, qua un cazzo, quindi non vi lamentate e pensate che c'è chi sta peggio di voi. Per concludere, anche un pò il cruccio di Enrico che poi è anche il mio, non c'è chi propone musica nuova, anche se penso che ci siano band o solisti che fanno sperimentazione e che hanno brani magari d'avanguardia, il problema è l'ascoltatore, chi andrebbe ad un concerto, anche gratis per carità, ad ascoltare una band che fa per esempio musica non lineare, che sarebbero brani che non hanno una sequenza canonica (intro, strofa, ritornello, ecc ecc), che non hanno un tempo ballabile per esempio o che sia groovy? Quindi se io, ipotetico, propongo avanguardia o qualcosa di nuovo, diciamo, chi mi fa suonare, se pensiamo che i locali sono messi su per fare soldi e se io vado a suonare e il locale si svuota, non suono più. E' il solito cane che si morde la coda, per questo Gaber diceva che i musicisti sono di 3 tipi, il primo fa quello che vuole ma non vende e non suona, il secondo fa quello che vuole il pubblico e passa alla cassa sorridendo ma è prostituzione, il terzo cerca un compromesso tra il suo gusto e quello del pubblico, aggiungo io difficilissimo da trovare. Eccovi il blasonato Reverendo svizzero tedesco.
youtube
2 notes
·
View notes
Text

Negli ultimi anni il nostro modo di lavorare, studiare e comunicare è cambiato. Usare un computer, un tablet o uno smartphone oggi non significa solo navigare o guardare video, ma anche partecipare a riunioni online, gestire file, trasferire dati e molto altro. Ecco quindi che entra in scena il marchio BENFEI. Il quale, nato nel 2014, ha saputo rispondere alle nuove esigenze del mercato con una serie di prodotti pensati per migliorare la connettività in modo semplice e accessibile. Dall’adattatore USB-C a Ethernet alla docking station 12-in-1, passando per hub USB, lettori di schede e custodie per SSD, BENFEI propone soluzioni per ogni tipo di utente, con un’attenzione particolare alla compatibilità e alla qualità costruttiva. Ma per saperne di più, guardiamo ora nel dettaglio alcuni degli accessori più quotati del brand. Di seguito valuteremo con attenzione ogni loro aspetto, dalla costruzione all’autonomia, dal prezzo ai pro e contro. Il risultato? Una visione chiara e concreta per chi cerca strumenti utili, ben progettati e pronti all’uso. Adattatore USB-C a Ethernet BENFEI Iniziamo con l’adattatore USB-C a Ethernet BENFEI. Ovvero un accessorio compatto pensato per chi utilizza dispositivi privi di porta LAN, come i nuovi MacBook, iPad Pro, Chromebook o smartphone Android con porta USB-C. Un prodotto perfetto per attività di smart working, gaming online e molto altro ancora. Design, tasti e funzionamento generale Appena si prende in mano l’adattatore, si nota subito l’attenzione ai materiali. Il corpo è realizzato in lega di alluminio, con una finitura grigia satinata che gli conferisce un look elegante e professionale. Il cavo è rivestito in nylon intrecciato, morbido ma resistente, pensato per durare nel tempo e resistere a piegature e trasporti frequenti. Il connettore USB-C è preciso e si inserisce con fermezza, mentre il terminale RJ45 (Ethernet) ha una struttura interna ben ancorata che evita flessioni o usura precoce. Il formato compatto (circa 10cm di lunghezza totale) lo rende facilmente trasportabile anche in una tasca o in una borsa per laptop. L’adattatore non presenta tasti fisici né led superflui (se non una piccola spia interna che segnala la connessione di rete attiva). Il suo punto di forza è la semplicità d’uso. Basta infatti collegarlo alla porta USB-C del dispositivo e sarà immediatamente riconosciuto dal sistema operativo. Funziona senza problemi su Windows 11/10/8.1, macOS, Linux e persino su iPadOS e iPhone 15. Il chip interno offre prestazioni costanti e stabili, anche durante download o upload prolungati. Può essere usato per scaricare file di grandi dimensioni, eseguire backup su server NAS, oppure per gestire streaming video in tempo reale. Supporta anche funzionalità avanzate come Wake-on-LAN e Auto-MDI/MDIX. Il suo consumo energetico è estremamente basso. Ciò significa che può essere usato anche per ore intere senza incidere sulla batteria del laptop o del tablet. Il guscio in alluminio poi aiuta a dissipare il calore, garantendo una durata prolungata del prodotto e proteggendo i circuiti interni anche se sotto sforzo. Prezzo, concorrenza, PRO e CONTRO Per chi fosse interessato questo adattatore viene venduto a circa 11,99€ su Amazon. Un prezzo decisamente competitivo. Basta pensare che altri marchi più noti propongono prodotti simili ad un costo maggiore, seppur con prestazioni uguali o inferiori. BENFEI offre poi una garanzia di 18 mesi, che aumenta il valore percepito e garantisce assistenza in caso di problemi. Insomma, è uno di quei piccoli accessori che migliorano radicalmente l’esperienza d’uso quotidiana. È solido, compatto, veloce e incredibilmente facile da usare. Tra i vantaggi garantiti vi è sicuramente la compatibilità con un'ampia tipologia di dispositivi (inclusi iPhone 15 e MacBook Pro), un prezzo molto competitivo e un cavo intrecciato assolutamente resistente. Non mancano però alcuni “limiti”, se così possiamo definirli. L' adattatore non supporta Nintendo Switch, non permette di ricaricare il dispositivo mentre è in uso e può scaldarsi lievemente sotto carico prolungato. In ogni caso è, a tutti gli effetti, un acquisto super consigliato, soprattutto per chi lavora seriamente, ma anche per chi cerca un’alternativa affidabile al Wi-Fi. Cavo DisplayPort a HDMI BENFEI Passiamo ora al cavo DisplayPort a HDMI di BENFEI. Esso nasce come risposta semplice ed efficace a un’esigenza molto comune, ovvero collegare un PC dotato di DisplayPort a un monitor, TV o proiettore HDMI. Tale esigenza riguarda tantissime persone. Soprattutto chi lavora con workstation, PC desktop, schede grafiche NVIDIA/AMD o notebook aziendali. Il cavo è unidirezionale, quindi trasmette solo da DisplayPort a HDMI, ma lo fa in modo affidabile e senza bisogno di convertitori o adattatori esterni. Corpo e funzionamento Il cavo presenta una guaina intrecciata in nylon che gli conferisce non solo un’estetica curata, ma anche una robustezza evidente. Non si annoda, non si rovina facilmente e resiste bene alla piegatura, anche dopo un elevato uso quotidiano. I connettori placcati in oro garantiscono una trasmissione stabile del segnale e proteggono dall’ossidazione, prolungando la vita del prodotto. La struttura è solida ma flessibile, e la lunghezza di 1,8m è davvero comoda. Per utilizzarlo non serve installare driver o software. Basta collegarlo dal computer (DisplayPort) al monitor o TV (HDMI) e il segnale viene trasmesso immediatamente. Il dispositivo è riconosciuto all’istante sia da Windows che da macOS. È importante ricordare che si tratta di un cavo unidirezionale. Quindi non può essere usato da HDMI a DisplayPort. Supporta risoluzioni fino a 4K a 30Hz e 1080p a 60Hz, grazie alla compatibilità con lo standard DisplayPort 1.2 e HDMI 1.4. Ciò significa che è ideale per contenuti in alta definizione, film, videoconferenze e altro ancora. È compatibile con numerose schede video (AMD, NVIDIA, Intel), così come con i principali marchi di laptop professionali come HP, Lenovo, Dell. Prezzo, limiti e vantaggi Si tratta di un accessorio economicamente accessibile. Il suo prezzo infatti è di circa 9,77€, e spesso si trova in offerta. Rispetto ad altri cavi della stessa categoria, BENFEI riesce a offrire una qualità costruttiva superiore con un costo minore. Tra i vantaggi riscontrati, questo prodotto, come detto, appare autonomo, affidabile e completo. Presenta infatti una costruzione resistente con nylon intrecciato, i connettori dorati favoriscono una migliore trasmissione ed è compatibile con risoluzioni fino a 4K. Mentre negli elementi a sfavore sembra che non sia ideale per il gaming competitivo ad alta frequenza di aggiornamento. In più non è compatibile con HDMI come input primario (es. console, lettori). In ogni caso, se non si hanno esigenze da gamer professionisti ma si desidera solo estendere il proprio schermo in modo sicuro ed efficace, si tratta di un accessorio assolutamente consigliato. Hub USB 3.0 Alimentato 8-in-1 BENFEI Ottime prestazioni anche per l’Hub USB 3.0 Alimentato 8-in-1. Un prodotto pensato per chi utilizza quotidianamente più dispositivi USB e vuole evitare continui scambi di cavi. Esso infatti consente di collegare fino a 7 periferiche USB e di usare una porta extra per la ricarica rapida. L’hub offre una gestione ordinata e funzionale della propria postazione, con la comodità di interruttori fisici e alimentazione dedicata. È compatibile con sistemi Windows, macOS e Linux. Diventa così un alleato universale su qualsiasi scrivania. Caratteristiche e funzionalità Il corpo principale è realizzato in lega di alluminio, con una parte in plastica ABS nera che avvolge le porte USB. La finitura grigio siderale gli conferisce un aspetto professionale, simile a quello dei MacBook. Le dimensioni (14,5x5,5x2,4cm) lo rendono abbastanza compatto per essere posizionato sul piano di lavoro senza occupare troppo spazio, e il peso di circa 118 grammi dà una buona sensazione di stabilità. Unica pecca è la mancanza di piedini in gomma antiscivolo, ma può essere risolta facilmente con una base o un tappetino. Il vero punto forte dell’hub però è la presenza di interruttori fisici per ogni porta. Ciò permette infatti di attivare o disattivare individualmente le porte USB. Ogni interruttore è accompagnato da un LED che indica lo stato della porta, un sistema semplice ma molto efficace. Le 7 porte USB 3.0 disponibili offrono una velocità di trasferimento fino a 5Gbps, ideale per backup, trasferimento di grandi file o per l’uso di periferiche ad alta velocità. La porta rossa è dedicata alla ricarica rapida, con supporto per QC 3.0 fino a 18W (5V/3,4A o 9V/2A). È compatibile con protocolli come BC1.2, AFC, VOOC, MTK e può ricaricare smartphone e tablet rapidamente. La sua lunghezza è di circa 1,5m, comodo per arrivare anche alle prese più lontane. Prezzo, PRO e CONTRO Il prezzo medio di 37,99 € è molto competitivo. Soprattutto se si considerano la qualità costruttiva, l’alimentazione esterna e la porta di ricarica rapida. BENFEI offre anche una garanzia di 18 mesi, che dà ulteriore tranquillità. Insomma, in confronto a marchi come Anker, Ugreen o Sabrent, questo modello si difende molto bene, risultando più economico a parità di funzioni. Volendo fare una sintesi generale possiamo dire che i vantaggi di questo prodotto sono sicuramente le 7 porte USB 3.0 + 1 porta ricarica rapida, un' alimentazione potente e stabile (48W), la compatibilità ampia con tutti i sistemi e un’ ottima gestione termica e protezione dai sovraccarichi. Potrebbero però essere considerati da alcuni dei limiti, la mancanza di una base antiscivolo e il fatto che non abbia porte USB-C, ma solo USB-A. Adattatore 2-in-1 USB-C/USB-A a Ethernet + 3 porte USB 3.0 L’adattatore 2-in-1 BENFEI è una soluzione versatile pensata per chi utilizza laptop moderni con poche porte e desidera espandere la connettività senza complicazioni. Si tratta di un piccolo hub che unisce una porta Ethernet GB e tre porte USB 3.0 ad alta velocità, con la particolarità di avere due connettori integrati, USB-C e USB-A. Caratteristica che lo rende compatibile con una vastissima tipologia di dispositivi, da MacBook a desktop e altro ancora. È infatti stato pensato per chi è sempre in movimento, ma anche per chi vuole semplificare la propria postazione fissa con un unico accessorio affidabile e robusto. Stile, capacità tecniche e molto altro Il dispositivo presenta un design elegante, compatto, e molto funzionale. Il corpo è in lega di alluminio spazzolato, che non solo protegge i circuiti interni ma aiuta anche a dissipare il calore. La superficie è solida e non trattiene impronte. Il cavo integrato è rivestito in nylon intrecciato, flessibile ma resistente, e termina in una doppia testa USB-A/USB-C. Non vi sono tasti fisici, e il funzionamento è completamente automatico. Nel senso che una volta collegato ad un device, viene subito riconosciuto dal sistema operativo, che si tratti di Windows, macOS, Linux o Chrome OS. Anche su dispositivi mobili come iPhone 15 o tablet Android, l’adattatore funziona perfettamente. Esso poi offre una porta Ethernet Gigabit con supporto fino a 1000Mbps. Mentre le tre porte USB 3.0 garantiscono una velocità di trasferimento fino a 5Gbps. Risultano quindi ottime per il trasferimento di file pesanti, la gestione di backup o il collegamento di periferiche professionali. In più la doppia compatibilità USB-A e USB-C rende questo accessorio assolutamente unico nel suo genere. In quanto capace di adattarsi sia a notebook moderni che a desktop più datati. Nonostante le sue funzioni avanzate, consuma poco ed è molto efficiente. Prezzo d’acquisto, vantaggi e limiti Venduto a 21,99 €, questo adattatore si colloca in una fascia di prezzo estremamente competitiva. Adattatori simili con solo USB-A o USB-C si trovano a prezzi simili o più alti, ma pochi offrono entrambe le interfacce insieme. È poi possibile contare sulla sicurezza del dispositivo grazie al suo design in alluminio, solido e professionale e alla capacità di dissipare il calore. In più non necessita di alcun tipo di configurazione e può essere usato in contemporanea sia per device mobili che fissi. L'unico limite visibile, se così vogliamo definirlo, è la mancanza di una porta per alimentazione pass-through, (non ricarica i laptop). Case SSD M.2 NVMe/SATA BENFEI con cavo USB-C/A integrato Il case per SSD M.2 di BENFEI è un accessorio pensato per chi ha bisogno di trasformare un SSD interno NVMe o SATA in una memoria esterna ad alta velocità. Si tratta di uno strumento fondamentale per chi gestisce file di grandi dimensioni, come fotografi, videomaker, programmatori o chi vuole semplicemente recuperare dati da un SSD inutilizzato. La particolarità di questo modello sta nella doppia compatibilità con dischi SATA e NVMe, nel supporto a più formati (2230, 2242, 2260, 2280) e soprattutto nel cavo USB-C/USB-A integrato, sempre pronto all’uso. Un vero tuttofare compatto, da tenere sempre nello zaino. Uno sguardo nel dettaglio L’estetica è moderna e professionale. Il case è costruito in lega di alluminio satinato, con inserti in plastica ABS, e ha un aspetto elegante e sobrio. Le sue dimensioni contenute (circa 12x5x1,7cm) lo rendono facile da trasportare, anche in tasca. Al suo interno, è presente una piastra con guide regolabili per ospitare SSD di diverse lunghezze, e la chiusura avviene tramite una piccola vite di sicurezza (il mini-cacciavite è incluso nella confezione). Il sistema è intuitivo, stabile e garantisce il corretto contatto tra SSD e dissipatore. Il pad termico incluso aiuta a mantenere le temperature sotto controllo sempre. Non presenta pulsanti fisici. Una volta installato l’SSD, basta collegarlo a un computer o tablet e viene immediatamente riconosciuto come unità esterna. Il meccanismo di montaggio è rapido e ben progettato: basta svitare la parte posteriore, inserire l’SSD, regolare la guida a seconda della lunghezza e chiudere. Grazie al cavo integrato, non serve ricordarsi di portare cavi separati, poiché è tutto dentro al case, già pronto all’uso. La velocità di trasferimento può raggiungere i 10Gbps tramite USB 3.2 Gen 2, naturalmente compatibile con le versioni precedenti. Con dischi SATA, i valori sono inferiori ma comunque ottimi (circa 400-500 MB/s). Il cavo integrato, come detto, ha due connettori USB-C e USB-A, impilati uno sull’altro in modo intelligente. Importante sapere che malgrado le alte prestazioni, il case consuma pochissima energia, ed è utilizzabile anche con portatili a batteria senza impattare visibilmente la loro autonomia. La dissipazione del calore è molto efficace, soprattutto grazie al corpo in alluminio e al pad termico fornito. Prezzo e altre considerazioni Il prezzo di 18,84 € risulta essere molto competitivo. Soprattutto considerando che offre compatibilità doppia (NVMe e SATA), supporto a tutti i formati M.2, cavo integrato, materiali premium e pad termico incluso. Altri case nella stessa fascia o anche superiori richiedono spesso l’uso di cavi separati, supportano solo NVMe o solo SATA, o presentano limiti sulla lunghezza delle unità compatibili. Questo modello invece è completo e flessibile. Gli unici aspetti che potremmo considerare un po' fastidiosi sono la sua apertura con vite, la quale risulta meno pratica rispetto a sistemi tool-free. Manca poi una custodia protettiva inclusa e la velocità massima dipende anche dal dispositivo ospite. In quanto non tutti i laptop supportano pienamente i 10Gbps. Detto ciò il case SSD M.2 di BENFEI resta uno degli accessori più completi e pratici della sua categoria. Lettore di schede di memoria 4-in-1 Passiamo ora al lettore di schede 4-in-1 di BENFEI. Esso nasce per rispondere a un’esigenza concreta, ovvero leggere e trasferire file da diversi tipi di schede di memoria in modo rapido, pratico e su più dispositivi. Questo piccolo adattatore consente quindi di leggere in contemporanea fino a quattro formati di schede: SD, Micro SD (TF), CompactFlash (CF) e Memory Stick (MS). Il tutto con la comodità di una doppia connessione USB-A e USB-C, che lo rende compatibile sia con pc moderni che con quelli più vecchi. Design e specifiche tecniche Il corpo principale è realizzato in plastica nera opaca, leggera ma resistente. Ha una forma rettangolare, leggermente arrotondata ai bordi, che facilita la presa. Ogni slot per scheda è ben etichettato, e c’è sufficiente distanza tra loro per un inserimento semplice. La parte più interessante è il cavo corto con testa USB-C, al quale si sovrappone un adattatore USB-A incluso. La confezione include anche una custodia in silicone morbido, utile per la protezione da urti e graffi durante il trasporto. Il dispositivo non presenta tasti. È infatti progettato per essere plug-and-play. Quindi basta inserirlo nella porta USB di un computer o di uno smartphone compatibile per iniziare subito a lavorare. Una volta collegato, viene immediatamente riconosciuto su tutti i principali sistemi operativi: Windows, macOS, Linux e ChromeOS. Ed è possibile persino collegare e leggere 4 schede contemporaneamente, funzione molto utile per chi lavora con più device. Supporta la trasmissione dati USB 3.0, con una velocità teorica fino a 5Gbps. Valore molto buono per trasferimenti di foto in RAW, video in 4K o file di grandi dimensioni. Gli slot supportano schede SDXC fino a 2TB, a patto che siano formattate in exFAT. Il lettore funziona anche con smartphone Android e iPhone 15 via USB-C, a condizione che supportano l'accesso OTG ai file. Infine il suo consumo energetico è estremamente basso, quindi può essere utilizzato anche con dispositivi portatili senza influire sulla batteria. Prezzo e conclusioni Questo accessorio viene venduto a circa 11,99€, un prezzo più che onesto per un prodotto così completo. Altri lettori che supportano solo SD e MicroSD si aggirano su cifre simili, ma raramente offrono anche CF e MS. Ancora, la presenza del doppio connettore USB-C/USB-A aggiunge un grande valore, perché elimina la necessità di acquistare adattatori esterni. BENFEI offre poi una garanzia di 18 mesi, che aggiunge sicurezza all’acquisto. Tra gli elementi a sfavore possono figurare la mancanza di luci LED o che possa risultare troppo corto per alcune configurazioni. In ogni caso si tratta di un accessorio estremamente utile. Perfetto per chi lavora con diverse tipologie di schede e ha bisogno di velocità, praticità e compatibilità. Docking Station USB-C 8-in-1 BENFEI In un’epoca in cui i laptop si fanno sempre più sottili, le porte scarseggiano. Ecco quindi che la Docking Station 8-in-1 BENFEI nasce per rispondere a questa carenza. Essa infatti offre una sola connessione USB-C per aggiungere HDMI, VGA, USB 3.0, audio AUX e alimentazione Power Delivery. È pensata per chi lavora con più monitor, per chi ha bisogno di collegare più periferiche e per chi desidera una soluzione pratica e ordinata, sia in ufficio che a casa. Presenta una struttura in lega di alluminio satinata, solido ma leggero. Tutte le porte sono ben disposte, con un layout intelligente. Infatti le video-out sono da un lato, le USB dall’altro, l’audio e la Power Delivery in posizione centrale. Il connettore USB-C ha un cavo corto ma resistente, con una guaina morbida e flessibile. In più i bordi sono leggermente stondati, quindi non graffiano altri oggetti se portati insieme in una borsa. Non ci sono pulsanti fisici e il funzionamento è completamente automatico. Basta collegare la docking alla porta USB-C del laptop e tutte le periferiche connesse verranno riconosciute istantaneamente. Tra i suoi vantaggi maggiori vi è l’alimentazione pass-through. Infatti collegando un caricatore USB-C alla porta PD dell’hub, si può alimentare il laptop fino a 85W reali, sufficiente per la maggior parte dei notebook moderni (MacBook Pro, Dell XPS, HP Envy, ecc.). Il dispositivo non ha problemi di surriscaldamento, anche se dopo un uso intenso risulta tiepido al tatto. Read the full article
0 notes
Link
0 notes
Text
Alla scoperta degli “Appointment Setter”: Crippa e Cenedella
Sul gruppo Facebook di Fufflix siamo letteralmente bombardati da richieste su questi nuovi formatori di cosiddetti “appointment setter”. I più quotati sono Beatrice Crippa (finalmente un po’ di quote rosa anche nella fuffa) e Jimmy Cenedella.
Super attivi su Instagram in particolare, postano di continuo esempi di loro presunti guadagni e guadagni dei propri “studenti”, con inviti a contattarli per scoprire come “generare” centinaia di euro al giorno “usando un semplice telefono, comodamente da casa”. Soliti articoli/marchette tipo questo.
LA PRIMA RED FLAG
Ed eccola, la prima red flag: marketing molto aggressivo ai limiti dell’ingannevole, pressing per acquistare subito, corsetto da qualche migliaio di euro imposto prima di presentarvi clienti e promesse roboanti di facili e rapidi guadagni, “anche senza esperienza e competenze”. Aggiungeteci, poi, al solito: mancanza di titoli, abilitazioni professionali/iscrizione ad albi, profili linkedin vuoti/inesistenti, nessuna reale esperienza in aziende minimamente strutturate ed auto-referenzialità massima.
Che poi, fin da subito, dovrebbe spuntare la solita domanda: perché, Cenedella, Crippa ed il resto dei cloni, invece di dedicarsi 8-10 ore al giorno a vendere corsi sul fare i “fissatori di appuntamenti”, non investono anche solo la metà delle ore per svolgere personalmente tale super-semplice e super-remunerativa attività?
Forse perché è ancora più remunerativo vendere il corso? Dicono di avere aziende già pronte alle quali presentare i loro “allievi”. Ma, ancora, perché non ci lavorano loro direttamente, con queste super-aziende? E da quanto, le aziende importanti, chiedono soldi ai sales che dovrebbero vendere i loro prodotti? Per altro, accontentandosi di un corso base e standard propinato da terzi non qualificati, che non è neppure specifico sui prodotti/servizi venduti?
Il target di questi personaggi è abbastanza ben definito: molte donne, solitamente over 35, magari madri in cerca della classica “seconda entrata” (che in questo caso rischia di essere da dietro). Ma anche uomini, per lo più impiegati ed operai.
Che poi, ripeto: se sono così fenomenali a formare questi “appointment setter”, perché chiedono loro 2000 euro come fee di ingresso, invece di fare come fa ogni azienda seria in cerca di bravi venditori, formandoli a proprie spese, prima di tutto e direttamente sui prodotti e/o servizi che poi dovranno vendere?
Che senso ha farsi pagare per un corso generico di “presa appuntamenti”?
Sono ricchi, finanziariamente indipendenti ed hanno bisogno di prendere soldi da persone a basso o nullo reddito? Qualquadra non cosa, direi.
QUANTO DOVETE FATTURARE PER FARE DUE SPICCI?
Il lavoro che dovrete fare, dopo aver sborsato migliaia di euro per fare i primi (veri) soldi a loro, è comunque tutt’altro che semplice. Non mi risulta abbia alcun un fisso garantito tramite contratto, vi costringe ad aprirvi una partita iva (o volete lavorare in nero?) e a ragionare da liberi professionisti pronti ad incassare una valagna di no e a guadangare solo se lavorate (altro che tedicesima e quattordicesima, ferie, malattie e tfr: si fattura o si muore, baby).
E questo, signore e signori, nell’ipotesi migliore possibile, ovvero di un corso utile e valido (che un’azienda seria, ripeto, vi darebbe GRATIS), che vi faccia poi vendere prodotti e servizi VALIDI ED UTILI e non ciarpame proposto magari con pubblicità ingannevole o comunque tecniche di vendita discutibili.
Non conosco le percentuali garantite a questa bassa manodopera che contatta per lo più contatti freddi o tiepidi per fissare appuntamenti ad un venditore ma, per fare i famosi 150-200 euro al giorno promessi, dovreste comunque fissare appuntamenti che poi porteranno a non meno di 4-5000 euro ogni giorno.
IL GRADINO PIÙ BASSO
Voi sarete infatti il gradino più basso della piramide della vendita. Quelli meno qualificati e quindi meno pagati.
Sì, esatto: 4-5000 euro al giorno di fatturato, per portare a casa 200 euro al giorno. Vogliamo considerarli “generosi”, visto che non c’è un fisso garantito e guadagnate solo se producete (ergo magari lavorate gratis per un mese?).
Ok: diciamo che bastano “solo” 2000 euro al giorno e che voi riusciate a chiudere queste cifre appunto come media giornaliera. Se ovviamente vi prendere due giorni di pausa, lavorando i famosi 5 su 7, di sicuro in quei giorni porterete a casa zero. Malattia? Ciao ciao fatturato e quindi guadagni. Se non siete molto preparati e ben formati; se non siete tagliati per questo tipo di lavoro, rimpiangere persino un impiego da 1200 euro netti sarà un gioco da ragazzi, credetemi.
UNA ALTERNATIVA VALIDA E…GRATUITA!
Volete imparare sul serio vendere, partendo dalle basi? Per poi magari potervi proporre ad aziende serie che non guadagnano vendendovi corsi sulle tecniche di vendita che dovreste usare per piazzare i loro prodotti o servizi? Bene: c’è il corso integrale su Youtube di un gigante come Ottavio Alvarez. Trovate tutto, in 21 videolezioni gratuite.
1 note
·
View note
Text
Elia Fiorentini: Opportunità per il mercato italiano nel contesto dei cambiamenti del commercio globale
L’ambiente commerciale globale sta affrontando sfide senza precedenti: i continui aggiustamenti delle politiche tariffarie stanno rimodellando l’assetto dell’economia internazionale. Elia Fiorentini ritiene che questo cambiamento abbia un impatto non trascurabile sul mercato azionario italiano. Dalle caratteristiche di un’economia orientata all’export, al coordinamento delle politiche interne dell’UE, fino alla capacità delle imprese di affrontare l’aumento dei costi, il mercato dei capitali italiano si trova coinvolto in un complesso gioco multilaterale. Sebbene i rischi siano evidenti, il mercato cela anche opportunità degne di attenzione.
Pressioni sul settore export italiano
L’acuirsi delle tensioni tariffarie a livello globale ha avuto un impatto diretto sulle imprese esportatrici italiane. Il settore manifatturiero, pilastro dell’economia italiana, esporta principalmente macchinari, componenti automobilistici e beni di lusso, tutti potenzialmente soggetti ai dazi doganali imposti dagli Stati Uniti. Elia Fiorentini sottolinea che, con l’introduzione di tariffe più elevate da parte degli USA su alcuni prodotti europei, i margini di profitto delle esportazioni in questi settori saranno compressi, con un impatto diretto sull’andamento dei titoli quotati. Allo stesso tempo, le imprese esportatrici potrebbero trovarsi a fronteggiare la doppia pressione della ristrutturazione delle catene di approvvigionamento e dell’aumento dei costi operativi, compromettendo così la loro competitività a livello internazionale.
Le contromisure adottate dall’Unione Europea hanno offerto una certa protezione alle imprese esportatrici italiane, ma si tratta di un supporto prevalentemente a breve termine. Nel lungo periodo, il protrarsi delle tensioni commerciali aumenterà l’incertezza del mercato, con possibili ripercussioni negative sulla fiducia degli investitori. Elia Fiorentini evidenzia in particolare l’impatto sulle piccole e medie imprese, le quali, a causa di risorse e capitali limitati, mostrano una minore capacità di resistenza al rischio e potrebbero affrontare sfide ancora maggiori nella futura competizione di mercato.
Inoltre, le politiche tariffarie stanno influenzando profondamente anche la struttura industriale interna dell’Italia. Molte aziende dipendenti dal mercato statunitense si trovano costrette a rivedere le proprie catene di fornitura globali per far fronte all’aumento dei costi derivanti dalle nuove politiche. Questo non solo incrementa l’onere operativo a breve termine, ma potrebbe anche influire negativamente sulla spesa in conto capitale e sugli investimenti in ricerca e sviluppo nel lungo periodo. Secondo Elia Fiorentini, tali pressioni esterne richiedono un intervento congiunto di sostegno politico e innovazione interna da parte delle imprese, per mantenere un vantaggio competitivo nel futuro.
Opportunità di investimento difensivo nel mercato dei capitali
Nel contesto delle tensioni commerciali, il mercato azionario italiano non è esclusivamente esposto ai rischi. Elia Fiorentini segnala che alcuni settori e comparti stanno mostrando caratteristiche difensive significative, offrendo agli investitori scelte relativamente stabili. Ad esempio, i settori dei servizi pubblici e dei beni di consumo essenziali, grazie alla rigidità della domanda, sono meno influenzati dalle politiche commerciali internazionali. I loro flussi di cassa stabili e la bassa volatilità li rendono la scelta preferita dei capitali in cerca di rifugio. Anche il settore sanitario è molto considerato per il suo potenziale di crescita a lungo termine e la sua natura anticiclica.
Il settore dell’energia verde rappresenta un’altra direzione particolarmente interessante. Negli ultimi anni, il sostegno politico dell’UE allo sviluppo sostenibile si è fatto sempre più forte, e l’Italia, in quanto Stato membro, sta vedendo emergere gradualmente le proprie imprese nel campo dell’energia pulita. Elia Fiorentini osserva che, con l’aumento della domanda globale di energia pulita, la quota di mercato e la redditività delle imprese italiane del settore sono destinate a crescere. Per gli investitori, il potenziale di crescita in quest’ambito non deve essere sottovalutato.
Nonostante alcuni settori abbiano mostrato una buona capacità difensiva, la volatilità complessiva del mercato potrebbe comunque restare elevata. Elia Fiorentini consiglia agli investitori di diversificare i propri portafogli tra diverse classi di attivi e settori per ridurre l’esposizione ai rischi specifici. Inoltre, prestare attenzione ai dati macroeconomici, come l’indice di fiducia dei consumatori e i dati sulla produzione industriale, può offrire un quadro più ampio a supporto delle decisioni di investimento.
Sebbene l’incertezza generata dalle tensioni commerciali stia aumentando la volatilità del mercato, Elia Fiorentini sottolinea che il potenziale di crescita a lungo termine del mercato azionario italiano resta promettente. In quanto importante economia dell’UE, l’Italia vanta una solida base manifatturiera e un ricco patrimonio culturale, elementi che forniscono una base robusta al suo mercato dei capitali. Con l’ulteriore coordinamento delle politiche interne all’UE e l’impegno continuo delle imprese italiane nell’innovazione e nel progresso tecnologico, la Borsa italiana ha buone prospettive di crescita costante nel futuro.
Dal punto di vista degli investitori, Elia Fiorentini consiglia di mantenere un approccio razionale e paziente nel contesto attuale. Le fluttuazioni di breve periodo sono inevitabili, ma attraverso un’analisi approfondita delle dinamiche di mercato e dei cambiamenti normativi, è possibile individuare asset con valore a lungo termine. In particolare, in un contesto esterno complesso, concentrarsi sui fondamentali delle aziende e sulle tendenze di lungo periodo dei settori sarà essenziale per cogliere al meglio le opportunità di mercato.
0 notes
Text
Servizi NOC e SOC: sicurezza IT e operazioni di rete 24 ore su 24, 7 giorni su 7
Affidati a fdrk per proteggere la tua azienda. I servizi NOC e SOC più quotati dell'IT. Puoi avere fiducia nel nostro staff per proteggere la tua rete e i tuoi dati utilizzando la tecnologia all'avanguardia.
servizi NOC e SOC
0 notes
Text
Per Luise un amaro Rally Vallate Aretine
Un problema meccanico mette fine alla gara del pilota di Adria e della moglie Melissa Ferro dopo una serie di buoni tempi in prova speciale. È più forte la delusione per il prematuro ritiro o la soddisfazione per aver confermato, ancora una volta, di essere uno dei più quotati alla rincorsa del titolo valevole per il quarto raggruppamento del Campionato Italiano Rally Auto Storiche? Sono tante…
0 notes
Text

POST DISCUSSIONE ➡️ Invincible
Hola a tutti qui è Anketsu e come ogni Venerdì torniamo con un nuovo Post Discussione.
In questa rubrica si inverte il classico schema in cui sono io a consigliarvi una serie e siete invece voi a dire alla community il vostro giudizio sulla storia del giorno!!!
Oggi abbiamo Invincible, una storia di supereroi piena di azione ed intrighi arrivata alla terza season su Prime Video
<< Curiosità= L'autore della serie originale a fumetti è Robert Kirkman, uno dei fumettisti contemporanei più quotati degli stati uniti e già creatore della saga di Walking Dead e Marvel Zombie. >>
Quindi che ne pensate? A voi piace? Fatelo sapelo sapere a me e a tutti gli utenti della community con un commento qui sotto!!!
🔻🔹️🔻🔹️🔻🔹️🔻🔹️🔻🔹️
Seguimi
➡️ @anketsu
➡️ #Anketsu
Il mio Sito Web
➡️ www.Anketsu.com
🔺️🔹️🔺️🔹️🔺️🔹️🔺️🔹️🔺️🔹️
Tag
#anketsu#ita#otaku#giappone#anime#manga#cartoni animati#animeita#animeitalia#anime japan#fumetti#fumetto#comics#robert kirkman
0 notes