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#sei donne per l'assassino
morriganduska · 1 year
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sei donne per l'assassino / blood and black lace (1964)
[10/MAY/2023]
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freakshowpuppet · 1 year
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lbeblog · 2 years
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Questão (The Question) da DC / Assassino (Sei donne per l'assassino, 1964).
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moviecinepelis · 2 years
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ogladamczasami · 1 year
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Blood and Black Lace
1964 ‘Sei donne per l'assassino’ Directed by Mario Bava
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opsena · 1 year
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Eva Bartok
Sei donne per l'assassino
Mario Bava, 1964
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inutilipensieri · 10 months
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SU GIULIA CECCHETTIN
Vedo amiche che giustamente fanno appello agli uomini, che devono condividere questo dolore e aiutarci a combattere la cultura patriarcale. Leggo decaloghi condivisibilissimi.
Io stavolta vorrei concentrarmi sul concetto di "bravo ragazzo" o di "brav'uomo".
- Se, con i tuoi amici maschi, senti il bisogno di ribadire la tua eterosessualità commentando il culo di ogni essere di sesso femminile che ti passa accanto, o condividendo foto di giovani donne sconosciute in costume da bagno per commentarne le tette (e magari sei pure fidanzato o sposato, Dio non voglia con prole), o vantandoti del fatto che tuo figlio ti ha detto che se fosse ricco, spenderebbe tutti i suoi soldi in puttane (sì, una volta ho sentito anche questa) NON SEI UN BRAVO RAGAZZO/UOMO e SÌ, STAI CREANDO I PRESUPPOSTI PER UCCIDERE UN'ALTRA GIULIA.
- Se taci di fronte ai tuoi amici che si comportano così, forse NON SEI UN BRAVO RAGAZZO/UOMO come credi, anche se non condividi il loro pensiero. Meglio soli che con un mucchio di stronzi. Non hai la forza morale per gestire la solitudine? Diventa adulto. Anche se magari hai più di 40 anni. CRESCI.
- Se hai problemi con le donne che ti rispondono a tono, magari snocciolando dati, esempi e numeri, quando dici una cazzata - sia essa legata alla politica, alla cultura, allo sport o a qualunque altro argomento - e ti senti in diritto di zittirle con insulti solitamente rivolti al loro corpo, prese in giro, e con atteggiamenti paternalistici del tipo: "guarda che io lavoro da molto più tempo di te", anche se poi si copre che non è vero, o addirittura con messaggi privati aggressivi che ti servono a spiegare alla donna che ha osato contraddirti come dovrebbe vivere la sua vita, cosa dovrebbe pubblicare, ma anche cosa dovrebbe dire o pensare, SÌ, SEI COME L'ASSASSINO DI GIULIA e NO, NON SEI UN BRAVO RAGAZZO/UOMO.
- Se usi la manipolazione mentale - love bombing, gaslighting, tentativo di instillare pena o sensi di colpa - per tenerti accanto una persona e/o per testare costantemente il suo affetto per te e/o per averla in pugno, NON SEI UN BRAVO RAGAZZO/UOMO e SÌ, SEI COME L'ASSASSINO DI GIULIA, solo che non hai ancora ucciso. Non fisicamente, intendo.
- Se ti senti in diritto di dire alla tua fidanzata/compagna/moglie cosa dovrebbe fare, come si dovrebbe vestire, cosa dovrebbe pensare, chi dovrebbe vedere e pretendi che sia meno intelligente di te, guadagni meno di te, sia comunque sempre "meno di te", e che si comporti come un soprammobile che dove la metti, sta, NON SEI UN BRAVO RAGAZZO/UOMO e soprattutto SEI L'ASSASSINO DI UN'ALTRA GIULIA.
- Se durante le conversazioni provi, da un lato, a difendere la naturale propensione dell'uomo a usare la violenza "perché è così da sempre" (spoiler di un'archeologa: non è vero) e dall'altro affermi che le donne sono emotive e quindi "meno razionali", punto primo: devi fare pace con il tuo cervello. O sei un essere accecato dalla violenza , e quindi irrazionale, e allora accetti che la donna con cui stai ti tenga in gabbia a casa e ti faccia uscire, se ne ha voglia, con un bel guinzaglio; oppure, se sei così razionale perché sei un uomo, allora la smetti di difendere "la naturale propensione alla violenza". Le due cose cozzano, genio. Non puoi essere contemporaneamente sia più intelligente che incline alla perdita di controllo. Punto secondo: se la pensi così, SEI ESATTAMENTE COME L'ASSASSINO DI GIULIA.
***
Allora, amici maschi, io non vi dico cosa dovete fare. Detesto quando lo fanno con me, perché dovrei farlo io con voi? Mi rifiuto, siete adulti.
Detto questo, però, vi chiedo: vi sentite DAVVERO dei bravi ragazzi?
Non serve che rispondiate A ME. Rispondete a voi stessi e poi agite di conseguenza.
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fettesans · 1 month
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Top, screen capture from Sei donne per l'assassino, directed by Mario Bava, 1964. Via. Bottom, photograph by Aidan Zamiri, from Lily McMenamy's performance A Hole Is a Hole, 2024. Via.
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Monsters figure conspicuously in Gothic literature. The product of a sensibility that glorifies the self in isolation from society, the Gothic explores the darker side of the Romantic vision. In the Gothic mirror, the self is reflected in the extreme poses of rebel, outcast, obsessive seeker of forbidden knowledge, monster. Monsters are particularly prominent in the work of women writers, because for women the roles of rebel, outcast, seeker of truth, are monstrous in themselves. For a man to rebel, to leave a comfortable home and to search for truth are noble acts. Thus, this pattern of behavior is expressed in the heroic epic. For women, however, such assertions of questing self-hood have been deemed bizarre and crazy; consequently the Gothic mode -- and in particular the concept of self as monster -- is associated with narratives of female experience.
In their Gothic narratives women reveal deep-seated conflicts between a socially acceptable passive, congenial, "feminine" self and a suppressed, monstrous hidden self. The monster remains an apt symbol for turbulent inner compulsions, particularly in poetry. However, the madwoman serves a similar symbolic function, and this figure appears more frequently in prose fiction. While the monster is a physical emblem of inescapable stigma, madness is a more subjective aberration which may be overcome when the character or society ceases to regard certain types of behavior as monstrous or crazy. In earlier versions of this genre no escape from social denigration and self-hatred is conceivable; in these closed-end works monsters are more prevalent and madwomen are unredeemable. Some recent writers, challenging traditional, stereotyped attitudes, are creating characters who transcend self-hatred. {124} These heroines experience madness as a stage on the journey toward self-knowledge. In these inner journeys -- the female equivalent of the male adventure -- the heroines learn to identify with their hidden selves and to reaffirm the values which had previously been denied. By this means they reintegrate split selves, restore their fragmented identities and return to sanity and social acceptance with open-ended possibilities before them.
Karen F. Stein, from Monsters and Madwomen: Changing Female Gothic, in The Female Gothic, ed. Julian E. Fleenor (Montreal: Eden, 1983), pp. 123-37.
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Blood and Black Lace (1964)
[Sei Donne per L'assassino]
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moviemaniac2020 · 10 months
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LA ORCA, film "maledetto" del 1976, diretto da Eriprando Visconti, nipote del più noto Luchino, ambientato e girato a Pavia, quando la nostra città in quei decenni era una piccola "Hollywood di provincia", che vide grandi attori e registi aggirarsi per le strade del centro storico e paraggi. Fra le tante pellicole, molte di ambientazioni milanesi, MA girate a Pavia, per ricostruire scenografie caratteristiche o storiche, come "L'Albero degli Zoccoli" di Ermanno Olmi, vincitore della Palma d'Oro al Festival di Cannes, anno 1978 (sequenze in corso Cavour e piazza Botta). Non dimentichiamo Dario Argento e il suo "Le Cinque Giornate", né il romantico "Fantasma d'Amore" di Dino Risi con Marcello Mastroianni e Romy Schneider. Tornando a LA ORCA, con tre giovanissimi Michele Placido, Flavio Bucci e Vittorio Mezzogiorno, opera sesta del Visconti Jr., che immortala la città di Pavia in numerose sequenze, riconoscibilissimi la stazione ferroviaria (interno e piazzale esterno), Piazza della Vittoria, Piazza del Duomo, Corso Garibaldi, Borgo Basso e poi l'immancabile scena al Ponte della Becca - vero e proprio "must" cinematografico in quegli anni (come non citare il duello finale fra il commissario Tomas Ravelli (Thomas Milian) e il capo della banda dei marsigliesi (Gastone Moschin) nell'epico duello de "Squadra Volante" di due anni prima?) - LA ORCA riprende quella sordida Pavia degli anni Settanta, la rende ancora più "poliziottesca" e inquietante dei film di Stelvio Massi ("Mark il poliziotto", "Cinque donne per l'assassino"), più intrisa di lotta politica, più impregnata di sangue, violenza e suspence, dove la delinquenza delle cosiddette "batterie" è di casa, anzi di sotto casa, perché appena esci da uno dei tanti palazzi di via San Giovanni in Borgo e sei figlia di una ricca famiglia borghese pavese vieni sequestrata da tre pochi di buono (nefasta anticipazione a quello che succederà poi, negli anni a venire, a un pavese vero e in carne e ossa come Cesare Casella, tanto da fare uno storico esempio di caso mediatico televisivo). In un claustrofobico casolare nelle campagne pavesi si svolge il resto del film: ruoli che si ribaltano, scene disturbanti fra sequestrante e sequestrata, atmosfere claustrofobiche da clima horror, eros onirico e reale, e un finale da pugno nello stomaco. Dopo la sua uscita nei cinematografi italiani fu la pellicola a essere sequestrata dal Tribunale di Roma per scene di stupro estremamente spinte. Soltanto nel 2006 il film fu rimesso in circolazione tramite trasposizione in DVD. Costato appena 40 milioni di lire, il capolavoro di Visconti incassò più di un miliardo al botteghino finché fu libero di circolare. Fu il maggior successo commerciale del regista, tanto che lo spinse un anno più tardi a dirigere un sequel ("Oedipus Orca"), anch'esso in gran parte girato e ambientato a Pavia (con Miguel Bosè e ancora la protagonista del primo, Rena Niehaus, nel ruolo principale). Senza nulla togliere a capisaldi come "Il Cappotto" di Alberto Lattuada, a "I sogni nel cassetto" di Renato Castellani o a "Paura e amore" di Margherethe Von Trotta, opere classiche girate in riva al Ticino, LA ORCA resta ancora oggi un capolavoro della "Cinematografia alla Pavese", una chicca da vedere e rivedere, per capire com'erano le città di provincia, tipo Pavia, durante i difficili e duri anni di piombo. Assolutissimamente consigliato. DVD ordinabile in edicola, film guardabile in streaming su Prime Video. Cult-movie di nicchia, per pochi, ma senza eguali nel suo genere. LA ORCA (Italia, 1976, drammatico/poliziottesco, 90') di Eriprando Visconti. Con Michele Placido, Rena Niehaus, Vittorio Mezzogiorno, Flavio Bucci.
(rece: Mirko Confaloniera)
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danielpico · 9 months
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Sei donne per l'assassino (1964)
Aka: Blood and Black Lace, 6 donne per l'assassino, Women for the Murderer
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eldritchdog · 1 year
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Tagged by @deerfests 💖💖💖
LAST SONG
Timbuk 3 - Shame On You
CURRENTLY READING
Nothing because I can't focus when things happen all the time adhgjskfjskdk
CURRENTLY WATCHING
Sei donne per l'assassino (1964) though I had to pause because I'm still in Italy and doing all kinds of stuff all the time. It's really good so far and I'll finish it ASAP. I love the antagonist.
CURRENTLY WRITING
Nothing also. My Twin Peaks draft is in limbo, perhaps forever.
Tagging @ whoever, all my friends are already tagged 💖
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Il terrore italiano: i capolavori del cinema horror Made in Italy
Il cinema italiano ha dato vita a numerosi capolavori in vari generi cinematografici, e l'horror non fa eccezione. Negli anni, il cinema italiano ha prodotto alcuni dei più iconici e spaventosi film del genere, che hanno conquistato gli amanti dell'horror di tutto il mondo. In questo articolo, esploreremo alcuni dei più famosi film horror italiani che hanno lasciato un'impronta indelebile nel panorama cinematografico. Terrore italiano: viaggio nei capolavori horror del cinema nostrano Uno dei film più noti del cinema horror italiano è "Profondo Rosso" di Dario Argento, uscito nel 1975. Il regista ha saputo creare un'atmosfera di tensione e terrore grazie a una trama intricata, una colonna sonora inquietante e scene di violenza grafica. "Profondo Rosso" è diventato un vero e proprio cult, riconosciuto come uno dei migliori film horror di tutti i tempi. Un altro film di grande successo è "Suspiria", sempre diretto da Dario Argento e uscito nel 1977. Questo film ha affascinato il pubblico con la sua fotografia straordinaria, i colori vivaci e una colonna sonora memorabile. La storia segue una giovane ballerina che scopre un'oscura e sinistra realtà nella sua scuola di danza. "Suspiria" ha influenzato molti registi successivi ed è considerato un capolavoro del cinema horror. Zombie 2 di Lucio Fulci Passando agli anni '80, non possiamo dimenticare "Zombi 2" di Lucio Fulci, uscito nel 1979. Questo film ha portato il genere degli zombie a nuove vette di orrore, grazie a scene splatter e di violenza estrema. "Zombi 2" è diventato un film di culto nel genere degli zombie e ha lasciato un'impronta duratura nel cinema horror italiano. L'immortale "Cannibal Holocaust" Un altro titolo che merita menzione è "Cannibal Holocaust" di Ruggero Deodato, uscito nel 1980. Questo controverso film ha scosso il pubblico con la sua rappresentazione cruda e realistica di violenza e cannibalismo. "Cannibal Holocaust" è stato oggetto di critiche e controversie, ma è diventato un importante punto di riferimento nel cinema horror per la sua audacia e il suo impatto visivo. Il maestro Mario Bava Infine, non possiamo dimenticare il maestro del giallo italiano, Mario Bava, che ha contribuito al genere horror con film come "La maschera del demonio" del 1960 e "Sei donne per l'assassino" del 1964. Bava ha saputo creare atmosfere cupe e inquietanti, combinando il terrore con una grande maestria tecnica e visiva. Read the full article
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lostgoonie1980 · 2 years
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360. Seis Mulheres para o Assassino (6 donne per l'assassino, 1964), dir. Mario Bava
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losvolumenes · 2 years
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Seis mujeres para el asesino (Sei donne per l'assassino, Mario Bava, 1964)
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Blood and Black Lace (1964)
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