Tumgik
#sii selvaggia
mucillo · 3 months
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"Abbi cura di te.
Perché se ti vedono forte,
penseranno che basti a te stessa,
che non hai bisogno di qualcuno che ti ascolti
o che ti baci sulla fronte.
Se ti vedono bella,
penseranno che non hai miserie da accudire,
che la vita è facile per te
e che i problemi che toccano gli altri ti sono risparmiati.
Se ti vedono sorridente,
penseranno che non hai tristezze da affrontare,
che non hai dolori a soffocarti il cuore,
che non hai paure.
Se ti vedono sicura mentre cammini a testa alta,
penseranno che sei sfrontata
e che credi di essere perfetta,
che non fai errori o, se li fai, sai nasconderli bene.
Ma tu resta te stessa.
Al di là di ciò che potranno pensare.
Sii selvaggia e spontanea, bella,
fuori dai canoni comuni,
solare e orgogliosa di te stessa, sempre e oltre tutto.
Sii semplice e resiliente come i papaveri,
a volte testarda e ostinata come gramigna,
in cerca del sole e piena di vita come girasole.
Danza nel vento e sorridi alla luna,
accogli la pioggia e spargi il tuo profumo, sempre.
Non cercare il posto perfetto per nascere,
trasforma il tuo piccolo prato
nel posto perfetto in cui crescere.
E, sempre e ovunque,
abbi cura di te".
(Margherita Roncone)
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Abbi pazienza.
Abbi fede nei momenti di fatica, sconforto, solitudine.
Resta calma quando ogni cosa è aggrovigliata, o sfugge e non torna. Una cosa è l'impegno, altra cosa è invece l'accanimento. Tu rimani aggrappata alla vita, ciò che deve andare: lascia che vada.
Sii saggia, impara a discernere.
Abbi il coraggio di avere a che fare con il buio. Come un seme d'inverno nella terra. Resta. Con la fiducia che la luce arriva. Sempre.
Ora è il momento di radicarsi.
Abbi pazienza, alcune cose - semplicemente - la richiedono. Che stare nelle cose non è subire passivamente, ma essere incubazione di vita sapiente che conosce il tempo dell'azione e lo rispetta.
Sei natura: sii natura.
Ricorda che ogni cosa è ciclica, ogni cosa per rinascere deve morire; che ogni stato è impermanente.
Con grazia ora osserva, nota, impara. Permettiti di evolvere.
Abbi "una selvaggia pazienza". Dedicati.
Presto ci sarà una nuova primavera. Fidati di me, che ti scrivo dall'ennesima.
[Gloria Momoli]
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susieporta · 5 months
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Abbi pazienza.
Abbi fede nei momenti di fatica, sconforto, solitudine.
Resta calma quando ogni cosa è aggrovigliata, o sfugge e non torna. Una cosa è l'impegno, altra cosa è invece l'accanimento. Tu rimani aggrappata alla vita, ciò che deve andare: lascia che vada.
Sii saggia, impara a discernere.
Abbi il coraggio di avere a che fare con il buio. Come un seme d'inverno nella terra. Resta. Con la fiducia che la luce arriva. Sempre.
Ora è il momento di radicarsi.
Abbi pazienza, alcune cose - semplicemente - la richiedono. Che stare nelle cose non è subire passivamente, ma essere incubazione di vita sapiente che conosce il tempo dell'azione e lo rispetta.
Sei natura: sii natura.
Ricorda che ogni cosa è ciclica, ogni cosa per rinascere deve morire; che ogni stato è impermanente.
Con grazia ora osserva, nota, impara. Permettiti di evolvere.
Abbi "una selvaggia pazienza". Dedicati.
Presto ci sarà una nuova primavera. Fidati di me, che ti scrivo dall'ennesima.
- Gloria Momoli
Illustrazione Azyza
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Abbi pazienza
Abbi pazienza.
Abbi fede nei momenti di fatica, sconforto, solitudine.
Resta calma quando ogni cosa è aggrovigliata, o sfugge e non torna. Una cosa è l’impegno, altra cosa è invece l’accanimento. Tu rimani aggrappata alla vita, ciò che deve andare: lascia che vada.
Sii saggia, impara a discernere.
Abbi il coraggio di avere a che fare con il buio. Come un seme d’inverno nella terra. Resta. Con la fiducia che la luce arriva. Sempre.
Ora è il momento di radicarsi.
Abbi pazienza, alcune cose – semplicemente – la richiedono. Che stare nelle cose non è subire passivamente, ma essere incubazione di vita sapiente che conosce il tempo dell’azione e lo rispetta.
Sei natura: sii natura.
Ricorda che ogni cosa è ciclica, ogni cosa per rinascere deve morire; che ogni stato è impermanente.
Con grazia ora osserva, nota, impara. Permettiti di evolvere.
Abbi “una selvaggia pazienza”. Dedicati.
Presto ci sarà una nuova primavera. Fidati di me, che ti scrivo dall’ennesima.
G. Momoli
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francesca-70 · 1 year
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Abbi cura di te.
Perché se ti vedono forte,
penseranno che basti a te stessa,
che non hai bisogno di qualcuno che ti ascolti
o che ti baci sulla fronte.
Se ti vedono bella,
penseranno che non hai miserie da accudire,
che la vita è facile per te
e che i problemi che toccano gli altri
ti sono risparmiati.
Se ti vedono sorridente,
penseranno che non hai tristezze da affrontare,
che non hai dolori a soffocarti il cuore,
che non hai paure.
Se ti vedono sicura mentre cammini a testa alta,
penseranno che sei sfrontata
e che credi di essere perfetta,
che non fai errori o, se li fai,
sai nasconderli bene.
Ma TU resta te stessa.
Al di là di ciò che potranno pensare.
Sii selvaggia e spontanea, bella,
fuori dai canoni comuni,
solare e orgogliosa di te stessa,
sempre e oltre tutto.
Sii semplice e resiliente come i papaveri,
a volte testarda e ostinata come gramigna,
in cerca del sole e piena di vita come girasole.
Danza nel vento e sorridi alla luna,
accogli la pioggia e spargi il tuo profumo, sempre.
Non cercare il posto perfetto per nascere,
trasforma il tuo piccolo prato
nel posto perfetto in cui crescere.
E, sempre e ovunque,
abbi cura di te.
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Margherita Roncone
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lunamagicablu · 3 months
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Abbi cura di te. Perché se ti vedono forte, penseranno che basti a te stessa, che non hai bisogno di qualcuno che ti ascolti o che ti baci sulla fronte. Se ti vedono bella, penseranno che non hai miserie da accudire, che la vita è facile per te e che i problemi che toccano gli altri ti sono risparmiati. Se ti vedono sorridente, penseranno che non hai tristezze da affrontare, che non hai dolori a soffocarti il cuore, che non hai paure. Se ti vedono sicura mentre cammini a testa alta, penseranno che sei sfrontata e che credi di essere perfetta, che non fai errori o, se li fai, sai nasconderli bene. Ma TU resta te stessa. Al di là di ciò che potranno pensare. Sii selvaggia e spontanea, bella, fuori dai canoni comuni, solare e orgogliosa di te stessa, sempre e oltre tutto. Sii semplice e resiliente come i papaveri, a volte testarda e ostinata come gramigna, in cerca del sole e piena di vita come girasole. Danza nel vento e sorridi alla luna, accogli la pioggia e spargi il tuo profumo, sempre. Non cercare il posto perfetto per nascere, trasforma il tuo piccolo prato nel posto perfetto in cui crescere. E, sempre e ovunque, abbi cura di te. Margherita Roncone art by_giorgioquepee8081 ***************************** Take care of yourself. Because if they see you strong, they will think that you are enough for yourself, that you don't need anyone to listen to you or who kisses you on the forehead. If they see you beautiful, they will think that you have no miseries to take care of, that life is easy for you and that the problems that affect others you are spared. If they see you smiling, they will think that you have no sadness to face, that you have no pains to suffocate your heart, that you have no fears. If they see you confident as you walk with your head held high, they will think you are cheeky and you think you're perfect, that you don't make mistakes or, if you do, you know how to hide them well. But YOU remain yourself. Regardless of what they may think. Be wild and spontaneous, beautiful, outside the common canons, sunny and proud of yourself, always and beyond everything. Be simple and resilient like poppies, sometimes stubborn and obstinate like weeds, seeking the sun and full of life like a sunflower. Dance in the wind and smile at the moon, welcome the rain and spread your perfume, always. Don't look for the perfect place to be born, transform your small lawn in the perfect place to grow. And, always and everywhere, take care of yourself. Margherita Roncone art by_giorgioquepee8081 
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venusbook · 4 months
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Autore: Penelope Douglas
Editore: Newton Compton Editori
Spicy:3,5/5
Titolo: Nightfall
Voto:4/5
Recensione:
“MILLE RAGIONI PER SFUGGIRTI” è l’ultimo volume della serie “DEVIL’S NIGHT” , PURTROPPO IL MENO RIUSCITO.
Il romanzo si alterna tra passato e presente, e tra i POV dei due protagonisti.
Emory e Will, negli eventi del passato, regalano tantissime emozioni, la lettura, quindi, risulta sempre scorrevole e appassionante.
Problematica è la parte inerente al presente dove, dopo alcuni capitoli intriganti, si incappa in qualche caduta di “stile”.
Le prime 500 pagine si divorano, gli ultimi dodici capitoli, infine, pesano come un macigno.
SI HA COME L’IMPRESSIONE, errata o corretta, che l’autrice abbia messo troppa carne sul fuoco e non abbia saputo gestire trama e personaggi secondari.
“MILLE RAGIONI PER SFUGGIRTI” aveva un grandissimo potenziale che, purtroppo, non è stato sfruttato appieno.
Un romanzo “IMPERFETTO”, ma non brutto, o da scartare in toto.
IN UNA SCENA MOLTO SUGGESTIVA, SENZA FARE SPOILER, EMORY SCOPRE LA SUA VERA NATURA.
-------------------------------------------------------------------------- Aydin si sporse e mi baciò la tempia, e non presi nemmeno in considerazione l’idea di allontanarmi. Le sue labbra erano calde e il loro tocco gentile, quasi come quello di… Quasi come quello di un <<padre>>.
«TU SEI LILITH», mi sussurrò contro la pelle. «Non puoi restare ustionata SE SEI TU LA FIAMMA»
Lilith era una figura del nostro folklore. La prima moglie di Adamo, scacciata dal Giardino dell’Eden perché si rifiutava di essere sottomessa.
LEI ERA IL BUIO E LA LUCE.
Non aveva avuto paura di cadere o di bruciare troppo in fretta.
LEI ERA UNA FIAMMA.
(Emory) LILITH, INVECE, È SIMBOLO DI UGUAGLIANZA TRA UOMO E DONNA. EMORY NEL ROMANZO È LILITH IN TUTTI I SUOI MOLTEPLICI ASPETTI. EMORY, DURANTE IL SOGGIORNO A BLACKCHURCH, oltre a non essere più la fragile e indifesa ragazza del passato, oltre ad aver tirato letteralmente fuori gli artigli, è sensuale, seducente, trasgressiva, fin troppo disinibita, posseduta da un’energia sessuale selvaggia e istintiva che esploderà in tutto il suo potere nella famosa scena del treno, potere che investirà, coinvolgerà anche gli altri, lì non abbiamo più Emory, lì c’è Lilith in persona, il demone donna che sta lasciando l’Inferno
SIMBOLOGIA
🔥TESCHIO: Morte e Rinascita.
🔥 SERPENTE: Conoscenza.
🔥 CORNA: Potere.
SIMBOLOGIA CHE RACCHIUDE ANCHE UN DUPLICE SIGNIFICATO.
🔥TESCHIO: Immortalità
🔥SERPENTE: Dea Madre, Lilith.
🔥 CORNA: Simbolo lunare.
🔥 CORNA SU UNO SFONDO NERO: LILITH rappresenta la LUNA NERA, ossia la parte rimossa, quindi buia e nascosta, di ogni donna: quella parte, istintiva e selvaggia, seducente e colma di energia, imprevedibile e ingovernabile dall’uomo, ma non per questo cattiva. (CIT)
«SII LILITH», dissero le ragazze.
Athos si abbassò la Morte Rossa sugli occhi e tutti ci mettemmo in marcia mentre lei sussurrava «MAI EVA».
LILITH RICORDA ALLE DONNE IL PROPRIO POTERE,
IL POTERE DI SCEGLIERE,
IL POTERE DI NON ESSERE ADDOMESTICABILI”. (Cit.)💝
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immensoamore · 2 years
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Abbi cura di te.
Perché se ti vedono forte,
penseranno che basti a te stessa,
che non hai bisogno di qualcuno che ti ascolti
o che ti baci sulla fronte.
Se ti vedono bella,
penseranno che non hai miserie da accudire,
che la vita è facile per te
e che i problemi che toccano gli altri
ti sono risparmiati.
Se ti vedono sorridente,
penseranno che non hai tristezze da affrontare,
che non hai dolori a soffocarti il cuore,
che non hai paure.
Se ti vedono sicura mentre cammini a testa alta,
penseranno che sei sfrontata
e che credi di essere perfetta,
che non fai errori o, se li fai,
sai nasconderli bene.
Ma TU resta te stessa.
Al di là di ciò che potranno pensare.
Sii selvaggia e spontanea, bella,
fuori dai canoni comuni,
solare e orgogliosa di te stessa,
sempre e oltre tutto.
Sii semplice e resiliente come i papaveri,
a volte testarda e ostinata come gramigna,
in cerca del sole e piena di vita come girasole.
Danza nel vento e sorridi alla luna,
accogli la pioggia e spargi il tuo profumo, sempre.
Non cercare il posto perfetto per nascere,
trasforma il tuo piccolo prato
nel posto perfetto in cui crescere.
E, sempre e ovunque,
abbi cura di te.
Margherita Roncone
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Abbi cura di te.
Perché se ti vedono forte,
penseranno che basti a te stessa,
che non hai bisogno di qualcuno che ti ascolti
o che ti baci sulla fronte.
Se ti vedono bella,
penseranno che non hai miserie da accudire,
che la vita è facile per te
e che i problemi che toccano gli altri
ti sono risparmiati.
Se ti vedono sorridente,
penseranno che non hai tristezze da affrontare,
che non hai dolori a soffocarti il cuore,
che non hai paure.
Se ti vedono sicura mentre cammini a testa alta,
penseranno che sei sfrontata
e che credi di essere perfetta,
che non fai errori o, se li fai,
sai nasconderli bene.
Ma TU resta te stessa.
Al di là di ciò che potranno pensare.
Sii selvaggia e spontanea, bella,
fuori dai canoni comuni,
solare e orgogliosa di te stessa,
sempre e oltre tutto.
Sii semplice e resiliente come i papaveri,
a volte testarda e ostinata come gramigna,
in cerca del sole e piena di vita come girasole.
Danza nel vento e sorridi alla luna,
accogli la pioggia e spargi il tuo profumo, sempre.
Non cercare il posto perfetto per nascere,
trasforma il tuo piccolo prato
nel posto perfetto in cui crescere.
E, sempre e ovunque,
abbi cura di te.
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Margherita Roncone
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Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita.
Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
esta selva selvaggia e aspra e forte
che nel pensier rinova la paura!
Tant' è amara che poco è più morte;
ma per trattar del ben ch'i' vi trovai,
dirò de l'altre cose ch'i' v'ho scorte.
Io non so ben ridir com' i' v'intrai,
tant' era pien di sonno a quel punto
che la verace via abbandonai.
Ma poi ch'i' fui al piè d'un colle giunto,
là dove terminava quella valle
che m'avea di paura il cor compunto,
guardai in alto e vidi le sue spalle
vestite già de' raggi del pianeta
che mena dritto altrui per ogne calle.
Allor fu la paura un poco queta,
che nel lago del cor m'era durata
la notte ch'i' passai con tanta pieta.
E come quei che con lena affannata,
uscito fuor del pelago a la riva,
si volge a l'acqua perigliosa e guata,
così l'animo mio, ch'ancor fuggiva,
si volse a retro a rimirar lo passo
che non lasciò già mai persona viva.
Poi ch'èi posato un poco il corpo lasso,
ripresi via per la piaggia diserta,
sì che 'l piè fermo sempre era 'l più basso.
Ed ecco, quasi al cominciar de l'erta,
una lonza leggiera e presta molto,
che di pel macolato era coverta;
e non mi si partia dinanzi al volto,
anzi 'mpediva tanto il mio cammino,
ch'i' fui per ritornar più volte vòlto.
Temp' era dal principio del mattino,
e 'l sol montava 'n sù con quelle stelle
ch'eran con lui quando l'amor divino
mosse di prima quelle cose belle;
sì ch'a bene sperar m'era cagione
di quella fiera a la gaetta pelle
l'ora del tempo e la dolce stagione;
ma non sì che paura non mi desse
la vista che m'apparve d'un leone.
Questi parea che contra me venisse
con la test' alta e con rabbiosa fame,
sì che parea che l'aere ne tremesse.
Ed una lupa, che di tutte brame
sembiava carca ne la sua magrezza,
e molte genti fé già viver grame,
questa mi porse tanto di gravezza
con la paura ch'uscia di sua vista,
ch'io perdei la speranza de l'altezza.
E qual è quei che volontieri acquista,
e giugne 'l tempo che perder lo face,
che 'n tutti suoi pensier piange e s'attrista;
tal mi fece la bestia sanza pace,
che, venendomi 'ncontro, a poco a poco
mi ripigneva là dove 'l sol tace.
Mentre ch'i' rovinava in basso loco,
dinanzi a li occhi mi si fu offerto
chi per lungo silenzio parea fioco.
Quando vidi costui nel gran diserto,
«Miserere di me», gridai a lui,
«qual che tu sii, od ombra od omo certo!».
Rispuosemi: «Non omo, omo già fui,
e li parenti miei furon lombardi,
mantoani per patrïa ambedui.
Nacqui sub Iulio, ancor che fosse tardi,
e vissi a Roma sotto 'l buono Augusto
nel tempo de li dèi falsi e bugiardi.
Poeta fui, e cantai di quel giusto
figliuol d'Anchise che venne di Troia,
poi che 'l superbo Ilïón fu combusto.
Ma tu perché ritorni a tanta noia?
perché non sali il dilettoso monte
ch'è principio e cagion di tutta gioia?».
«Or se' tu quel Virgilio e quella fonte
che spandi di parlar sì largo fiume?»,
rispuos' io lui con vergognosa fronte.
«O de li altri poeti onore e lume,
vagliami 'l lungo studio e 'l grande amore
che m'ha fatto cercar lo tuo volume.
Tu se' lo mio maestro e 'l mio autore,
tu se' solo colui da cu' io tolsi
lo bello stilo che m'ha fatto onore.
Vedi la bestia per cu' io mi volsi;
aiutami da lei, famoso saggio,
ch'ella mi fa tremar le vene e i polsi».
«A te convien tenere altro vïaggio»,
rispuose, poi che lagrimar mi vide,
«se vuo' campar d'esto loco selvaggio;
ché questa bestia, per la qual tu gride,
non lascia altrui passar per la sua via,
ma tanto lo 'mpedisce che l'uccide;
e ha natura sì malvagia e ria,
che mai non empie la bramosa voglia,
e dopo 'l pasto ha più fame che pria.
Molti son li animali a cui s'ammoglia,
e più saranno ancora, infin che 'l veltro
verrà, che la farà morir con doglia.
Questi non ciberà terra né peltro,
ma sapïenza, amore e virtute,
e sua nazion sarà tra feltro e feltro.
Di quella umile Italia fia salute
per cui morì la vergine Cammilla,
Eurialo e Turno e Niso di ferute.
Questi la caccerà per ogne villa,
fin che l'avrà rimessa ne lo 'nferno,
là onde 'nvidia prima dipartilla.
Ond' io per lo tuo me' penso e discerno
che tu mi segui, e io sarò tua guida,
e trarrotti di qui per loco etterno;
ove udirai le disperate strida,
vedrai li antichi spiriti dolenti,
ch'a la seconda morte ciascun grida;
e vederai color che son contenti
nel foco, perché speran di venire
quando che sia a le beate genti.
A le quai poi se tu vorrai salire,
anima fia a ciò più di me degna:
con lei ti lascerò nel mio partire;
ché quello imperador che là sù regna,
perch' i' fu' ribellante a la sua legge,
non vuol che 'n sua città per me si vegna.
In tutte parti impera e quivi regge;
quivi è la sua città e l'alto seggio:
oh felice colui cu' ivi elegge!».
E io a lui: «Poeta, io ti richeggio
per quello Dio che tu non conoscesti,
a ciò ch'io fugga questo male e peggio,
che tu mi meni là dov' or dicesti,
sì ch'io veggia la porta di san Pietro
e color cui tu fai cotanto mesti».
Allor si mosse, e io li tenni dietro.
Inferno, Canto I, Dante nella selva oscura
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bones39 · 4 months
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Haragei
vengo a te come dono del drago
divenuta drago io stessa
con il mio Tuca carico di pioggia
con un amore ideale che ama l assenza
ed una canzone che vibra sull' oceano Pacifico
carica di rabbia
con gli occhi dolci di chi in silenzio ama ciò che invecchia
ed è indulgente con la decadenza della vita
un altra scusa: è l'amore a uccidere, silent.
l'amore, quella forza selvaggia e indomabile
ti mostra la via poi resta dietro l'angolo
come un bambino che gioca a nascondino,
un chacravaka nella notte,
per vedere il mondo senza lui dove va a finire
e noi, di nascondino, siamo tutt'ora campioni.
al bivio una porta esclude l'altra ed io non so escludere
so di chi ce l'ha fatta.
ma hai mai visto una donna come me?
a 30 anni distrutta aggrappata a sogni di bimba?
una bimba, una figlia, una mamma, una compagna, una sorella, un amica....
Goffman e Valhadia avrebbero di che parlare davanti a Lacan.
amore è distruzione,
vita è distruzione,
ove la frammentazione è esaudita
la vita brucia in fretta
ed ha il dolce sapore della verità giusta ne cruda.
non ho mai rinunciato al dolore, solo alla bugia.
Augenblicksgott.
ti sei mai chiesto chi era lui?
lo so, come me, non c'è confine.
ma hai mai pensato quale frammento appartiene a chi lo ha saputo esistere?
e quale frammento sarebbe stato se la scelta fosse caduta qualche anno dopo?
quali porte sono state chiuse?
quale voce onirica sussurra i miei pensieri?
a te che sei e ancora non conosco
sarai frammento nella mia testa
voce e cuore nei mei giorni.
vuoto che resta dove vedevi solo nulla.
l'amore è ben lontano dalla mia Querencia.
l'uomo è un virus che sai di prendere e lo fai comunque.
ti contamina. è autore delle urla di cui tutti ridono.
è fabbro della gabbia in cui ti chiudi.
io sono una tossica, mi piace farmi male per riempire i miei vuoti.
l amor4e è la mia droga, p'iù ami più logora senza mai ucciderti.
ecco il segreto di una vita da vampiro, l eterna straziante esistenza,
libertà assoluta e decadente da ogni forma e aspettativa
ama e perdi. e sii libero di soffrire. di trasformarti,
di vivere con la pelle da borderline
e la fame di un randagio.
Matutolypea e sigarette contro la nausea
ogni volta che le mie dita non scivolano tra i tuoi capelli
tu, la mia casa, l'energia del mio Caim.
messaggio giunto a destinazione, presente all'ncontro.
il perchè si vivrà, mille km per non saltare il destino
per un impattante brillenbrillanz.
con un amtsang nel cervello che morde come un amstaff.
slalom tra le tue manovre strauss
occhi sporchi di flashback come salagok sul domani
la scintilla nei tuoi occhi che illumina la via.
in Russia la terza voce ha un nome: Soviest.
quando non sai cosa fare ogni voce tace alla sua,
in me ancora litiga con Sue-Ellen la tedesca paurosa.
orgogliosa lotta alle ombre.
piccolo seme di anguria,
con un cuore che è uno scrigno e un cervello innocente,
buonanotte.
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random-conspiracy · 6 months
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Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura ché la diritta via era smarrita.
Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura!
Tant'è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch'i' vi trovai, dirò de l'altre cose ch'i' v'ho scorte.
Io non so ben ridir com'i' v'intrai, tant'era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai.
Ma poi ch'i' fui al piè d'un colle giunto, là dove terminava quella valle che m'avea di paura il cor compunto,
guardai in alto, e vidi le sue spalle vestite già de' raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle.
Allor fu la paura un poco queta che nel lago del cor m'era durata la notte ch'i' passai con tanta pieta.
E come quei che con lena affannata uscito fuor del pelago a la riva si volge a l'acqua perigliosa e guata,
così l'animo mio, ch'ancor fuggiva, si volse a retro a rimirar lo passo che non lasciò già mai persona viva.
Poi ch'èi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, sì che 'l piè fermo sempre era 'l più basso.
Ed ecco, quasi al cominciar de l'erta, una lonza leggera e presta molto, che di pel macolato era coverta;
e non mi si partia dinanzi al volto, anzi 'mpediva tanto il mio cammino, ch'i' fui per ritornar più volte vòlto.
Temp'era dal principio del mattino, e 'l sol montava 'n sù con quelle stelle ch'eran con lui quando l'amor divino
mosse di prima quelle cose belle; sì ch'a bene sperar m'era cagione di quella fiera a la gaetta pelle
l'ora del tempo e la dolce stagione; ma non sì che paura non mi desse la vista che m'apparve d'un leone.
Questi parea che contra me venisse con la test'alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l'aere ne tremesse.
Ed una lupa, che di tutte brame sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti fé già viver grame,
questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch'uscia di sua vista, ch'io perdei la speranza de l'altezza.
E qual è quei che volontieri acquista, e giugne 'l tempo che perder lo face, che 'n tutt'i suoi pensier piange e s'attrista;
tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi 'ncontro, a poco a poco mi ripigneva là dove 'l sol tace.
Mentre ch'i' rovinava in basso loco, dinanzi a li occhi mi si fu offerto chi per lungo silenzio parea fioco.
Quando vidi costui nel gran diserto, «Miserere di me», gridai a lui, «qual che tu sii, od ombra od omo certo!».
Rispuosemi: «Non omo, omo già fui, e li parenti miei furon lombardi, mantoani per patria ambedui.
Nacqui sub Iulio, ancor che fosse tardi, e vissi a Roma sotto 'l buono Augusto nel tempo de li dèi falsi e bugiardi.
Poeta fui, e cantai di quel giusto figliuol d'Anchise che venne di Troia, poi che 'l superbo Ilión fu combusto.
Ma tu perché ritorni a tanta noia? perché non sali il dilettoso monte ch'è principio e cagion di tutta gioia?».
«Or se' tu quel Virgilio e quella fonte che spandi di parlar sì largo fiume?», rispuos'io lui con vergognosa fronte.
«O de li altri poeti onore e lume vagliami 'l lungo studio e 'l grande amore che m'ha fatto cercar lo tuo volume.
Tu se' lo mio maestro e 'l mio autore; tu se' solo colui da cu' io tolsi lo bello stilo che m'ha fatto onore.
Vedi la bestia per cu' io mi volsi: aiutami da lei, famoso saggio, ch'ella mi fa tremar le vene e i polsi».
«A te convien tenere altro viaggio», rispuose poi che lagrimar mi vide, «se vuo' campar d'esto loco selvaggio:
ché questa bestia, per la qual tu gride, non lascia altrui passar per la sua via, ma tanto lo 'mpedisce che l'uccide;
e ha natura sì malvagia e ria, che mai non empie la bramosa voglia, e dopo 'l pasto ha più fame che pria.
Molti son li animali a cui s'ammoglia, e più saranno ancora, infin che 'l veltro verrà, che la farà morir con doglia.
Questi non ciberà terra né peltro, ma sapienza, amore e virtute, e sua nazion sarà tra feltro e feltro.
Di quella umile Italia fia salute per cui morì la vergine Cammilla, Eurialo e Turno e Niso di ferute.
Questi la caccerà per ogne villa, fin che l'avrà rimessa ne lo 'nferno, là onde 'nvidia prima dipartilla.
Ond'io per lo tuo me' penso e discerno che tu mi segui, e io sarò tua guida, e trarrotti di qui per loco etterno,
ove udirai le disperate strida, vedrai li antichi spiriti dolenti, ch'a la seconda morte ciascun grida;
e vederai color che son contenti nel foco, perché speran di venire quando che sia a le beate genti.
A le quai poi se tu vorrai salire, anima fia a ciò più di me degna: con lei ti lascerò nel mio partire;
ché quello imperador che là sù regna, perch'i' fu' ribellante a la sua legge, non vuol che 'n sua città per me si vegna.
In tutte parti impera e quivi regge; quivi è la sua città e l'alto seggio: oh felice colui cu' ivi elegge!».
E io a lui: «Poeta, io ti richeggio per quello Dio che tu non conoscesti, acciò ch'io fugga questo male e peggio,
che tu mi meni là dov'or dicesti, sì ch'io veggia la porta di san Pietro e color cui tu fai cotanto mesti».
Allor si mosse, e io li tenni dietro.
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susieporta · 1 year
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𝗢𝗧𝗧𝗘𝗡𝗘𝗥𝗘 𝗖𝗜𝗢̀ 𝗖𝗛𝗘 𝗩𝗢𝗚𝗟𝗜𝗔𝗠𝗢
Ci viene insegnato che dobbiamo lottare
per ottenere ciò che vogliamo
o per meritarlo quando lo otteniamo.
Ma cosa vogliamo?
Nel profondo,
non cerchiamo più "cose".
Cerchiamo una sensazione.
Un senso di completamento
Un senso di completezza
Un senso di non ricerca.
La fine della lotta stessa.
Cerchiamo uno stato di appagamento interiore
Che non ha nulla a che fare con gli oggetti
o con il denaro, o con i risultati, o con gli obiettivi
O "avere ciò che vogliamo".
Cerchiamo la nostra vera natura
Selvaggia, aperta, integra e libera.
Cercandola, la allontaniamo.
Correndo verso di essa, ci perdiamo.
Manda le tue idee nell'etere
e riposa
Sogna i tuoi sogni e lasciali andare.
Torna a immergerti nel momento.
Trova la completezza nell'incompletezza.
Sii felice della tua meravigliosa infelicità.
E riposa nella tua inquietudine.
Siate perfettamente incompiuti.
Lasciate andare la storia della "mancanza".
Lasciate andare la competizione e il dominio.
Lasciate andare la vittoria, la sconfitta, l'essere migliori.
Lasciate andare il "lasciar andare".
Trovate la gratitudine per ciò che avete.
E la presenza nel luogo in cui vi trovate.
Non avete bisogno di manifestare nulla
Per essere più felici di quanto abbiate mai sognato.
Capitalismo, socialismo
Il mondo materiale e il mondo spirituale
Rosso e blu, destra e sinistra
Ciò che si ha e ciò che non si ha
E tutti i milioni di opposti.
E tutto ciò che è stato scritto sulla verità.
Tutte queste cose collassano nella semplicità
e meraviglia.
Ecco l'abbondanza, allora:
Tu, qui, che respiri,
vivo in questo mistero.
Svegliati a te stesso.
Jeff Foster
❣️
Porsia pura
Nettare dell’Essenza che nulla più cerca
Che non cede più alla continua ricerca di una vita migliore,
Di una villa migliore
Di più soldi, più ricchezza
Più amore
Più cose da ottenere sempre e solo da fuori
Queste parole sono pura poesia
Nettare di Amore
È tutto già qui
Tutto quello che hai bisogno è già qui!
Non è nell’altro da amare e dal quale farsi amare
Non è nella ricchezza materiale
Non è nel cammino spirituale
È qui!
Oltre quello che pensi di essere
Qui!
Oltre quello che pensi di dover diventare
È qui!
Oltre quello che pensi di dover ottenere
È Qui…
Q u i
Q U I
❣️
qui…
Astrosapienza
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julias-74 · 1 year
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Nudo femminile, 1891, Max Klinger (German, 1857-1920)
Stanchezza, Paul Verlaine
Dolcezza, dolcezza, della dolcezza! / Calma un po' i tuoi slanci febbrili, tesoro. /Anche nell'impeto del piacere, vedi, talvolta l'amante / deve avere il calmo abbandono d'una sorella. / Sii languida, fammi addormentare sotto le tue carezze, / ritmàti i tuoi sospiri e lo sguardo che culla. / Sì, la stretta gelosa e lo spasmo ossessivo / non valgono un lungo bacio, anche mendace! /Ma nel tuo caro cuore d'oro, mi dici, ragazza mia, / la passione selvaggia suona l'olifante!... / E lasciala suonare quanto vuole, l'accattona! / Appoggia la tua fronte sulla mia, la tua mano nella mia, / e fammi giuramenti che romperai domani, / e fino all'alba piangiamo, o piccola focosa!
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annaeisuoipensieri · 3 years
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Abbi cura di te.
Perché se ti vedono forte,
penseranno che basti a te stessa,
che non hai bisogno di qualcuno che ti ascolti
o che ti baci sulla fronte.
Se ti vedono bella,
penseranno che non hai miserie da accudire,
che la vita è facile per te
e che i problemi che toccano gli altri
ti sono risparmiati.
Se ti vedono sorridente,
penseranno che non hai tristezze da affrontare,
che non hai dolori a soffocarti il cuore,
che non hai paure.
Se ti vedono sicura mentre cammini a testa alta,
penseranno che sei sfrontata
e che credi di essere perfetta,
che non fai errori o, se li fai,
sai nasconderli bene.
Ma TU resta te stessa.
Al di là di ciò che potranno pensare.
Sii selvaggia e spontanea, bella,
fuori dai canoni comuni,
solare e orgogliosa di te stessa,
sempre e oltre tutto.
Sii semplice e resiliente come i papaveri,
a volte testarda e ostinata come gramigna,
in cerca del sole e piena di vita come girasole.
Danza nel vento e sorridi alla luna,
accogli la pioggia e spargi il tuo profumo, sempre.
Non cercare il posto perfetto per nascere,
trasforma il tuo piccolo prato
nel posto perfetto in cui crescere.
E, sempre e ovunque,
abbi cura di te.
Margherita Roncone
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lunamagicablu · 6 months
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La mia anima ha piani che in questo mondo sembrano impossibili La mia anima crede in me ed anche in questo mondo, quadrato, piccolo e miope. Mi incita e mi spinge a ricercare argomenti inconfutabili alla mia logica così umana. Trascende il tempo ed i confini e a volte la perdo. Il mio passo è lento ma la mia anima persevera nei miei sogni, nelle mie preghiere, nei mie canti.. “Non lasciarmi anima”, le chiedo… “Trova il tuo atto di ribellione, e sii selvaggia io sarò là ad attenderti’”, lei risponde. Carla Babudri art _by_kat_zaphire_ ************************** My soul has plans that in this world they seem impossible My soul believes in me and also in this world, square, small and short-sighted. It incites me and pushes me to research irrefutable arguments to my very human logic. It transcends time and borders and sometimes I lose it. My pace is slow but my soul perseveres in my dreams, in my prayers, in my songs... “Don't leave me soul”, I ask her… “Find your act of rebellion, and be wild I'll be there waiting for you'", she replies. Carla Babudri art _by_kat_zaphire_ 
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