Tumgik
#sono più quelli negativi
stefandreus · 2 years
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Ricordi belli (non è facile quando non sei a casa tua a sentire neo-psychedelic music di sera.)
I miei ricordi belli?
la cameramilla. i gatti (dimenticati cavolo...come ho potuto scordarmi di citarli???). il natale quando ancora ci fregava qualcosa. le avventure nel deserto-campo dietro casa de nonna. Le fumate ...da solo ok, ma a scopo mistico-terapeutico e di approfondimento musicale. il pianoforte. quando credevo di contare qualcosa per...vabè. la prima pianta coltivata. l'odore della campagna d'estate, la sera.
quando non esistevo come essere senziente, anche questo direi che semmai non è nè negativo nè positivo ma è il centro focale da cui si snoda 'sto casino quindi buttiamoci pure questo.
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curiositasmundi · 5 days
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Un’inchiesta condotta in Tunisia del quotidiano britannico The Guardian denuncia stupri e torture compiuti della Guardia nazionale tunisina a danno dei migranti. La stessa Guardia nazionale finanziata direttamente dall’Unione europea con l’intento di frenare le partenze verso le coste italiane. Abusi di cui l’Ue sarebbe al corrente, scrivono gli autori, decidendo però di chiudere gli occhi e vantare piuttosto la riduzione degli sbarchi come fa il governo italiano. “Secondo Yasmine, che ha creato un’organizzazione sanitaria a Sfax, negli ultimi 18 mesi centinaia di donne migranti sub-sahariane sono state violentate dalle forze di sicurezza tunisine”, si legge nell’articolo che riporta le testimonianze di donne stuprate in pieno giorno: “Veniamo violentate in gran numero; la guardia nazionale ci porta via tutto”. Così, dopo i raid e le deportazioni per abbandonare i migranti in zone desertiche ai confini con Algeria e Libia, già costate vite umane, il controverso accordo siglato l’anno scorso tra Tunisi e Ue con la benedizione di Giorgia Meloni presenta nuovamente il conto in termini di diritti violati. E tuttavia continua a incassare entusiasmi, come quello che il premier britannico Keir Starmerha manifestato a Meloni durante la sua visita a Roma. Del resto, sulle deportazioni in aree desertiche di confine la commissaria europea agli Affari interni Ylva Johansson ha già negato ogni corresponsabilità perché “l’Ue non sponsorizza le espulsioni”, né vede “effetti negativi dei finanziamenti Ue sul fronte dei diritti fondamentali”. Potrà mai ammettere corresponsabilità di fronte a stupri e torture? Più importante è il fatto che quanto emerge da inchieste come quella del Guardian confermi una situazione in netto peggioramento. Una cosa nota anche al governo italiano, come ricordano le ordinanze di alcuni nostri tribunali, che tuttavia conferma la Tunisia nella lista dei Paesi d’origine considerati sicuri al fine di trattenimenti dei richiedenti e degli eventuali rimpatri.
Secondo il Guardian, una parte consistente degli oltre 100 milioni già stanziati grazie al memorandum Ue-Tunisia sarebbe andata proprio alla Guardia nazionale, quelli che dovrebbero combattere i trafficanti. Ma lo stesso quotidiano ha già sostenuto “che gli ufficiali della Guardia Nazionale siano in combutta con i contrabbandieri per organizzare i viaggi in barca dei migranti”. Un’evoluzione già vista in Libia, dove i soldi dell’Italia e dell’Europa sono finiti in mano alle milizie che controllano il territorio, i ministeri, la guardia costiera libica e i famigerati centri di detenzione dove i migranti subiscono torture ed estorsioni prima di finire imbarcati, ripresi e imprigionati un’altra volta.
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Tra le testimonianze, anche quelle di chi, in mare, aveva davanti a sé i fari delle motovedette della guardia costiera italiana. Ma è finito lo stesso a bordo di quelle della guardia tunisina che, una volta riportato a terra lo ha ammanettato, caricato sugli autobus e deportato nel mezzo del nulla. “Il 28enne di Conakry, in Guinea, era a bordo di una delle quattro imbarcazioni intercettate al largo di Sfax nella notte del 6 febbraio 2024. Gli occupanti – circa 150 tra uomini, donne e bambini – sono stati portati a terra a Sfax, ammanettati e fatti salire su autobus“, racconta l’articolo. “Verso le 2 del mattino sono arrivati in una base della Guardia Nazionale vicino al confine con l’Algeria. Poco dopo, racconta Moussa, le forze di sicurezza tunisine hanno iniziato a violentare sistematicamente le donne. In seguito Moussa racconta che alcune riuscivano a malapena a camminare”. Ancora: ““C’era una donna incinta e l’hanno picchiata fino a quando il sangue ha iniziato a uscire dalle sue gambe. È svenuta”, sussurra Moussa al piano superiore di un caffè di Sfax. I media stranieri non sono benvenuti in città. Il suo racconto è confermato dalle organizzazioni di Sfax che lavorano con i migranti sub-sahariani”. Secondo l’organizzazione sanitaria di Sfax che cura le ferite delle donne vittime di violenza, “nove su dieci” delle donne africane migranti arrestate nei dintorni di Sfax hanno subito violenze sessuali o “torture” da parte delle forze di sicurezza”. Quanto ai pestaggi, sarebbero quotidiani, senza risparmiare vecchi e bambini. Come ha dichiarato alla firma del memorandum, l’Ue intende anche migliorare il codice di condotta per la polizia tunisina, un’ambizione che include la formazione sui diritti umani. “I trafficanti di Sfax, tuttavia, raccontano al Guardian di una corruzione diffusa e sistematica tra loro e la guardia nazionale”. ““La guardia nazionale organizza le imbarcazioni del Mediterraneo. Le guardano entrare in acqua, poi prendono la barca e il motore e li rivendono a noi”, dice Youssef. Spesso, dice, la scarsità di motori da 2.000 sterline a Sfax fa sì che la guardia nazionale sia l’unico venditore. “I contrabbandieri chiamano la polizia per avere motori di ricambio. Un contrabbandiere potrebbe comprare lo stesso motore quattro volte dalla guardia nazionale””.
[...]
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Tumblr media
Parlami di te, racconta
E' la richiesta con cui ci si ritrova spesso a fare i conti, quando una nuova persona entra nella nostra vita e desidera conoscerci, o per meglio dire, cerca indizi per dare inizio all'elaborato processo della conoscenza e decidere, una volta raccolte le informazioni, se restare o andare via.
Parlami di te…e spesso si resta senza fiato...
e da dove iniziare?
Dall'infanzia? dagli eventi più significativi e quali? Quelli positivi o negativi? O semplicemente quelli che affluiscono, senza controllo vigile?
L'unicità di ogni essere umano, le credenze culturalmente assimilate e i valori di riferimento individuali e collettivi diventano il cocktail che si sorseggia mentre si sceglie, più o meno consapevolmente, se raccontare attingendo alla memoria del dolore, se spostare l'indice referenziale sulla propria cultura formale, se far rivivere immagini colorate e luminose.
A ognuna il suo stile e le sue scelte di memoria, nel tessere le trame della propria esistenza.
E' la memoria che funge da archivio dell'esperienza che ci permette di tracciare al nostro interlocutore un itinerario della propria vita.
Memorie che riaffiorano indesiderate, memorie che ci consolano, memorie evocate dagli altri.
Memoria della mente e memoria del corpo.
Così, ogni individuo ricostruisce la propria vita, i fili con i quali tessere le trame, quali ignorare; dimenticare, non considerare.
Raccontarsi è affascinante, è un esercizio di consapevolezza - ci si racconta agli altri, ci si racconta a se stessi, ci si racconta... e la vita prende forma; si ama, si condivide, si ha un posto nel qui e ora, si sceglie se vivere orientati verso il passato, proiettati nel futuro o aderendo al presente.
Ognuno di noi, più o meno consapevolmente, sceglie dove attingere il proprio nutrimento, realtà e finzione si mischiano nei ricordi: dettagli assumono proporzioni importanti e interi periodi vengono dimenticati… si fluisce insieme alla vita e quando nei periodi di passaggio si lascia spazio al rituale del ricordo, quando si tirano le somme…e le sintesi sono spietate, muoversi sulla simbolica linea del tempo, tornare lì ai bivi imboccati di allora, raccontarsi cosa sarebbe successo, se si fossero scelte le altre vie, in quelle vite parallele…può essere affascinante, forse doloroso a volte, ma sicuramente arricchente.
Quando i “se avessi, se avessi potuto, se avessi avuto…'' affluiscono prepotenti, la sospensione del rammarico e del pensiero che odora di frustrazione può regalare anche, però, delle piacevoli sorprese.
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rideretremando · 7 months
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Costanza Modica, 17 anni. Studentessa di Pisa. Il suo discorso al Consiglio Comunale di Pisa
***
"Buongiorno a tutti, sono Costanza Modica, ho 17 anni, il 23 Febbraio ho partecipato al corteo. Insieme ad altri studenti sono scesa in piazza.
Siamo scesi in piazza per manifestare il nostro dissenso contro quello che sta succedendo in Palestina, un genocidio, un massacro di gravità inaudita dimenticato, se non peggio, da tutta la nostra politica e ancor di più dal nostro governo.
Non ne potevamo più, non potevamo più sentirci complici e volevamo manifestare per esprimere chiaramente e con forza il nostro dissenso e lo sgomento per la situazione della popolazione palestinese.
Eravamo 100, 100 ragazzi, qualche universitario, molti liceali e alcuni studenti delle medie che manifestavano insieme a noi. Per chi non lo sapesse, un corteo di 100 persone è un corteo piccolo, quasi deludente.
Siamo partiti da Piazza Dante, dirigendoci verso Piazza dei Cavalieri, ma già in via San Frediano, una via stretta, abbiamo trovato una camionetta con la squadra antisommossa ad aspettarci, poliziotti con caschi, scudi e manganelli in riga e compatti, mentre alle spalle ci hanno raggiunto delle volanti della polizia bloccandoci davanti alla cancellata del Liceo Artistico.
Abbiamo alzato le mani in segno di pace, abbiamo fatto capire che eravamo pochi e non avevamo nessuna intenzione violenta, abbiamo chiesto come mai ci avessero bloccati, non ci rispondevano, abbiamo più volte cercato di capire ma non ci hanno mai risposto.
E poi la prima carica, la prima carica che ci ha spinti indietro di 3 metri, no, non ci hanno spinto indietro con gli scudi ma con le manganellate. Da quel momento è scoppiato il panico, io ero indietro ed ho aiutato i bimbi più piccoli ad andarsene, mentre altri più avanti erano stati colpiti duramente, alcuni seriamente feriti, altri presi e portati via.
In un crescendo incontrollato non hanno risparmiato colpi ai ragazzi che erano davanti, anche a quelli che cercavano evidentemente di arretrare con le mani alzate, hanno colpito con violenza, con apparente cattiveria, quasi con sadica soddisfazione. Hanno colpito e ferito ragazzi, per la maggior parte minorenni, disarmati e con le mani alzate.
Non hanno fatto passare l’ambulanza per una ragazza ferita alla testa, una è caduta ed è stata presa dal giacchetto mentre cercava di rialzarsi e colpita ripetutamente (come hanno mostrato molti video), il tutto senza mai nemmeno il tentativo di un dialogo, senza mai degnarci di una risposta al contrario di quel che ha dichiarato il ministro Piantedosi.
Non potevamo fare altro che scappare, ad un certo punto le volanti che ci chiudevano da dietro si sono dileguate e così ce ne siamo andati, loro ci hanno seguito per tutta via San Frediano e poi si sono fermati.
Questo avvenimento ha avuto una visibilità mediatica enorme con riscontri sia positivi, che, purtroppo, negativi. Abbiamo letto di tutto, sia messaggi di solidarietà, sia falsità, falsità che vogliamo sfatare qui ed adesso.
Si, deputato Ziello, eravamo incappucciati, pericolosi cappucci dei nostri giacchetti e delle nostre felpe, pioveva e come tutti i comuni mortali ci siamo coperti.
No, i poliziotti non ci hanno detto neanche una parola, non ci hanno ritenuto degni di un dialogo, di un confronto, non hanno cercato una mediazione, ci abbiamo provato noi, solamente noi, ma siamo stati bloccati da un muro silenzioso di uomini in divisa antisommossa, considerati bestie da scacciare e schiacciare.
E come osate paragonare un poliziotto che è caduto facendosi male alla gamba, con 13 ragazzi disarmati al pronto soccorso, come osate parlare di feriti da ambo i lati, come osate parlare di scontro alla pari?
No, non avevamo nessuna intenzione di andare in sinagoga o al cimitero ebraico, e anzi, vogliamo ricordare che noi non siamo antisemiti, siamo ragazzi che lottano contro le azioni portate avanti dal governo Israeliano e da quello Italiano.
Vorrei ricordarlo perché questa differenza, evidente e scontata, soprattutto per politici esperti e maturi come voi, sembra stranamente sfuggire alla maggioranza che si lamenta delle strumentalizzazioni altrui.
Insomma tutte queste falsità non reggono e non possono reggere, basta ragionarci sopra, con onestà.
Molti esponenti del governo, con il ministro Salvini in prima linea, si sono espressi dicendo “non toccate le forze dell’ordine, sono un patrimonio sacro”, ribadendolo più volte.
Forse non è bastato il richiamo del Presidente Mattarella, forse non erano sufficienti le sue parole, forse bisogna ribadire l’ovvio: non toccate gli studenti, non toccate il futuro dello stato italiano, il futuro del paese che dite tanto di amare.
E ringraziate, ringraziate ogni giorno i ragazzi che sono ancora qua, che non hanno paura e che lottano per un paese migliore, ragazzi che meritano, prima di ogni altra cosa, le vostre scuse.
Vi lamentate dei giovani, dite che sono dei vandali, bloccate in tutti i modi la loro voce, anche violentemente, e continuate a lamentarvi del distacco che hanno dalla politica odierna eppure, quando vengono massacrati, li attaccate, dite che è colpa loro, anche quando è del tutto evidente che state raccontando bugie.
Bugie non solo nelle interviste rilasciate dai maggiori esponenti politici, che forse non conoscono bene Pisa, che vedono da lontano, ma anche negli interventi del consiglio comunale di lunedì. Alcuni di noi hanno partecipato ed hanno assistito ad un teatrino imbarazzante riconducibile al nulla.
Non ci sono state prese di posizione da parte della maggioranza, se non una difesa della polizia, un vago richiamo alla necessità di aspettare le indagini e mille scuse per condannare i ragazzi che manifestavano, con paralleli totalmente campati per aria.
Siete rimasti così attaccati al vostro partito, alle indicazioni ricevute dall’alto, al ruolo che vi hanno imposto, o che (peggio) vi imponete, da perdere ogni onestà intellettuale; con noi davanti è una delle cose peggiori che potevate fare.
E no, non mi soddisfanno le parole del Sindaco, no, non mi soddisfa l’ordine del giorno che è stato approvato perché è vago, inconsistente e ridicolo. E la cosa peggiore è che ci avete fatto perdere del tutto la fiducia nelle istituzioni cittadine e questa è una sconfitta bruciante.
Nessuno di noi chiede di andare indietro nel tempo, o di dimenticare quello che è successo, ve lo dovete ricordare, dovete guardare i video, ascoltare le testimonianze, guardarci in faccia e prendere dei provvedimenti immediati, dovete riconoscere il problema. Non possiamo accontentarci di una superficiale vicinanza senza un provvedimento adeguato.
Chiudo dicendo che noi non ci fermeremo, avete provato a bloccarci a spaventarci, ad umiliarci, ma non ci siete riusciti, continueremo a manifestare, a lottare contro le ingiustizie e a guardarvi in faccia, noi sì, senza paura.
Pensavate che questa oppressione ci potesse in un qualche modo fermare? Abbiamo già dimostrato venerdì sera che non sarà così, riempiendo pacificamente la piazza che ci era stata chiusa con la violenza, ma ve lo confermiamo di nuovo in questa sede.
Non ci avete fermato anzi ci avete dato un motivo in più per scendere in piazza, chiedere giustizia per i manifestanti, chiedere provvedimenti adeguati contro chi si è abbandonato alla violenza.
Capisco che alle volte uscire dai vostri ideali politici di partito sia difficile, ma se vi fermaste un solo secondo ad ascoltarci davvero, a sentire la nostra voce e le nostre ragioni, capireste che non siamo vandali, siamo ragazzi che lottano per una causa comune, siamo i figli e il futuro di ogni paese democratico che si rispetti."
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toscanoirriverente · 1 year
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Metà dei giovani che termina le scuole superiori non è in grado di comprendere quello che legge (solo il 51% degli studenti -1 punto rispetto al 2022 raggiunge almeno il livello base, con un divario tra Nord e Sud che raggiunge la quota di ben 23 punti percentuali; in Matematica il 50% degli studenti (invariato rispetto al 2022) raggiunge almeno il livello base con un divario tra le aree del Paese che raggiunge i 31 punti, anche se c'è un leggero progresso al Sud e nelle Isole.
In Inglese il 54% degli studenti raggiunge il B2 nella prova di reading (+2% rispetto al 2022) e il 41% in quella di listening (+3% sul 2022 e + 6% dal 2019).
"E' giusto dire che assistiamo ad un effetto 'long Covid', è una immagine appropriata - ha detto il presidente di Invalsi Roberto Ricci - si fatica a tornare ai livelli pre covid.
Gli apprendimenti sono un continuum, se si inseriscono discontinuità questo finisce per avere un peso".
Al sud solo 50% degli studenti comprende quello che legge
In alcune regioni del Mezzogiorno solo 1 ragazzo su 2 delle scuole medie comprende correttamente quello che legge e addirittura 2 studenti su 3 (il 35-40%) non sono capaci di leggere e comprendere un testo in inglese. E' quanto emerge dal Rapporto Invalsi 2023 presentato oggi. Si confermano, in parte ampliate, forti evidenze di disuguaglianza di opportunità di apprendimento nelle regioni del Mezzogiorno sia in termini di diversa capacità della scuola di attenuare l'effetto delle differenze socio-economico-culturali sia in termini di differenze tra scuole e, soprattutto, tra classi.
Alle elementari un bambino su 3 non sa la matematica 
Peggiora il rendimento degli studenti italiani: il confronto nel tempo degli esiti della scuola primaria mostra un indebolimento dei risultati in tutte le discipline sia in II che in V elementare. In II elementare i risultati di Italiano e di Matematica sono più bassi di quelli del 2019 e del 2021 e, sostanzialmente in linea con quelli del 2022. In Matematica 1 bambino su 3 non raggiunge le competenze di base né in II né in V. Qui i risultati del 2023 sono più bassi di quelli degli anni precedenti, compreso il 2022, in tutte le discipline, incluso l'Inglese. Emerge dal Rapporto Invalsi 2023 presentato oggi
Il Rapporto evidenzia una differenza dei risultati tra scuole e tra classi più accentuata nelle regioni meridionali, specie per quanto riguarda la Matematica e la prova di Listening. Ciò significa - evidenzia l'istituto Invalsi - che la scuola primaria nel Mezzogiorno fatica maggiormente a garantire uguali opportunità a tutti, con evidenti effetti negativi sui gradi scolastici successivi
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susieporta · 1 year
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Mi sono sbagliata su molte cose e il momento in cui è successo è stato la mia salvezza.
I miei errori mi hanno salvata.
Ogni volta che ho commesso uno sbaglio di valutazione o un errore di fiducia, ho dato spazio al Distruttore di agire.
Freud lo chiamava Istinto di Morte.
Io lo chiamo il Distruttore.
Il Distruttore è uno degli archetipi più potenti, perché permette di cambiare: è la parte interna con cui mettiamo fine alle cose che non vanno più bene per noi.
Se non sai attivare il Distruttore in modo funzionale, succede che rimani a consumarti in una situazione che ti logora.
Il Distruttore esiste e se ne frega del pensiero positivo, de “la vita è bella”, dell’ “amore per sempre” e dell’ottimismo ad ogni costo.
Il Distruttore produce le guerre e tutti quegli eventi scellerati più o meno tragici causati dall’uomo di ogni tempo o storia.
Ma più in fondo, il Distruttore sta dentro ciascuno di noi, che ci piaccia o no.
Io ho un Distruttore dentro e ce l’hai anche tu.
Bisogna onorarlo e saperci fare con Lui.
Perché il Distruttore agisce e il suo lavoro è distruggere.
Se lavora bene, fa marcire il seme per permettere al germoglio di nascere, rompe i legami con i nostri genitori e con le persone che per un tempo ci fanno da guida, ma poi “anche basta”, quando è tempo di prendere il volo.
Il Distruttore è il garante della nostra possibilità di separarci, di diventare cioè emotivamente indipendenti.
Le separazioni del Distruttore, quando lo facciamo lavorare bene, non causano danni eccessivi: di solito si tratta di un dolore momentaneo finalizzato ad una trasformazione.
Se non lo usiamo bene, invece, il Distruttore può essere davvero dannoso, come d’altronde ogni cosa: pure l’amore diventa dannoso quando non è governato da un atteggiamento sano.
L’amore è insano quando diventa manipolazione, possesso, controllo.
Il Distruttore è insano quando agisce non per trasformare, ma per eliminare.
E non importa che lo faccia dentro di te o fuori.
Il risultato è un deserto in cui scarseggiano acqua e cibo e di deserto… si muore.
Lo puoi agire abusando di tv, sostanze, social, sport, cibo, pensieri negativi, emozioni come odio, invidia, rancore.
Lo puoi agire abusando delle relazioni, permettendo a qualcun altro di distruggerti o trasformandoti nel manipolatore di turno.
Insomma, non importa come lo fai.
Se non impari a governare questa parte così potente di te, finisce che a finire sei tu.
Se impari ad usarla, se impari a mettere distanza da te, a distinguere, a separare, allora inizierai a fiorire.
Io prendo sempre esempio da Cenerentola e Psiche, due che di separazioni e Distruttori se ne intendono: entrambe nelle loro storie superano la prova di dover separare mucchi enormi di lenticchie e semi per tipologia, una prova impossibile a prima vista, proprio come quando ci troviamo ingarbugliati in mezzo a mille pensieri e il cuore batte e ti chiedi se ce la farai da sola e compili liste infinite di buoni motivi per andartene, ma anche per restare.
Cenerentola e Psiche riescono a separare le lenticchie l’una e i semi l’altra e devono farlo prima, come la prima di altre prove, per poter arrivare a costruire il loro amore sano.
Se non impari a distinguere il vero dal falso, quello che è tuo da ciò che non lo è, le tue scelte da quelle altrui, i tuoi valori da quelli degli altri, non puoi maturare e costruire relazioni sane.
Ti auguro di separare i tuoi semi ogni giorno.
Di fare del Distruttore il tuo alleato.
Di sederti la paura accanto e andare verso gli altri senza tralasciare mai nessuna parte di te.
Meriti di restare intero, intera."
Manuela Toto
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palmiz · 2 years
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Giusto per ricordare cosa hanno e stanno passando molti nostri anziani in ospedale...
Alla memoria di Franco :
,"Storia che non so se riesco a raccontare bene ma che forse servirà a qualcuno.
Mio suocero, Franco – 87 anni arzilli a parte un po' di perdita di memoria a breve termine – è entrato in ospedale per una cosa da nulla e non lo abbiamo rivisto più.
Domani ce lo riportano sigillato in una bara, per il funerale, dopo un mese e mezzo di follia in cui non abbiamo visto né angeli né madonne né eroi né eccellenza sanitaria né nessuna delle belle cose che si sentono in TV.
Tre o quattro infermieri molto carini e disponibili, come lo sono alcuni esseri umani random, e per il resto solo tanta, tanta brutta distopia.
In ospedale Franco ha preso il covid. E quindi non è uscito dopo due giorni come previsto.
Asintomatico al 100%, gli è stato somministrato uno psicofarmaco così, tanto per gradire, in modo che non rompesse i coglioni al personale sanitario. Pare sia la prassi, somministrare psicofarmaci a chi non ne ha bisogno, senza avvisare, in modo che non rompa i coglioni a quelle persone che le sue tasse stipendiano.
Nessuno però ha mai sentito parlare di effetto paradosso, forse all'università a punti non lo insegnano, eppure Franco comincia a comportarsi in modo strano, aggressivo, delirante. Usiamo quindi la nostra Laurea della Vita - avendo casi in famiglia di persone soggette all'effetto paradosso - e suggeriamo al personale sanitario da noi stipendiato che forse si tratta di quello. Interrotto il trattamento non necessario, Franco torna se stesso, arzillo e gentile come sempre, in attesa di negativizzarsi e tornare a casa.
Ma la notte di Natale, viene trasferito in tutta fretta a centocinquanta chilometri di distanza, senza che si avvisino i familiari, senza le sue cose, senza telefonino, come un pacco regalo che nessuno vuole. Motivazione ufficiale: nessuna. Motivazione ufficiosa: probabilmente il posto che occupava lui, vicino a casa, serviva a qualcun altro e noi non siamo nessuno, non abbiamo parenti politici, medici, camorristi, prelati. Il nostro posto è sul tram a cui ci possiamo attaccare.
Nell'ospedale lontano, Franco viene messo insieme ai malati gravi, attaccati al respiratore. Non ha nessun sintomo, ma il tampone continua a essere positivo.
Nell'ospedale lontano, il personale sanitario non entra nella stanza di Franco se non per lo stretto necessario, nessuno gli parla, NESSUNO acconsente ad aiutarlo a usare il tablet per fare le indispensabili videochiamate alla famiglia, come faceva nell'ospedale vicino. È impossibile sentirlo, vederlo, perdiamo ogni contatto, ci dobbiamo affidare solo alle telefonate con medici che sono puntualmente vaghi.
Franco intanto ricomincia a delirare. Ops, hanno sbagliato, hanno letto la cartella clinica vecchia in cui c'era lo psicofarmaco inutile, e quindi scusate adesso glielo togliamo di nuovo, tanto che vuoi che sia per una persona di 87 anni.
Dopo un breve miglioramento, lo scombussolamento di Franco però continua. Riusciamo a fargli una telefonata (UNA in dieci giorni) e lo sentiamo molto strano. Manda affanculo tutti, lui che è tipo maestro Shifu nella vita, smette di mangiare anche quando davanti gli viene messo lo sciù al cioccolato, che per lui è droga.
Visto che nessuno se ne frega di questo suo comportamento e nessuno sembra turbato dal fatto che non mangi e beva da due giorni ("eh non sappiamo che fare, sapete, che dite, lo leghiamo?"), usiamo la nostra Laurea della Rete e facciamo ricerche. Sul sito della fondazione Veronesi leggiamo che la dose di cortisone per gli asintomatici secondo il protocollo Covid è di massimo 6mg. All'ospedale vicino gliene davano 4mg. Chiediamo a quelli dell'ospedale lontano, risposta: 20mg. Come mai? Il medico: ah boh così. Nessuno ha mai sentito parlare dei possibili effetti negativi del cortisone ma noi sì: abbiamo casi in famiglia. Sotto nostro suggerimento, diminuiscono la dose di cortisone e noi valutiamo di farci assumere a tempo pieno, a sto punto.
Franco migliora un po' ma non mangia più e dice che è stato abbandonato. Nessuno del personale sanitario stipendiato dalle nostre tasse acconsente a una videochiamata. Li preghiamo in ginocchio, se ne sbattono altamente le palle, in gergo tecnico. Una dottoressa dice al figlio di Franco al telefono: deve accettare che suo padre ha fatto la sua vita. Gli americani le avrebbero risposto: come no, bitch.
Ultimo atto. Ore 11 di sabato 9 gennaio. Decidiamo di andarci a riprendere Franco perché è nostro. Positivo o non positivo, è passato un mese e mezzo, è ora che torni a casa, avrà la carica virale di un lillipuziano e comunque sticazzissimi. Dottoressa del primo turno: oh si, ottima idea, si può organizzare, adesso chiamo, adesso vedo, vostro padre sta benino, in ripresa. Ore 15:00 dello stesso giorno, di persona all'ospedale lontano, dopo un'ora di macchina. Dottore del secondo turno: se spostate vostro padre, muore per strada. È in condizioni gravi.
Gravi in che senso? Stava bene tre ore fa. È covid? No non è covid, è un'infezione virale, no, batterica, no, sistemica, no, non lo sappiamo dobbiamo vedere adesso andate via che sono due ore che siamo appresso a voi. Oh, scusa se ti abbiamo disturbato, persona a cui le nostre tasse pagano lo stipendio.
Non resta che attendere, ci dicono. Attendiamo. Alle 23:30 ci chiamano: Franco non ce l'ha fatta. Torna a casa in una bara sigillata, nel pigiama in cui è uscito un mese e mezzo fa.
Non ce l'ha fatta, caro dottore, in che senso?
A sopravvivere al sistema anticovid, che isola gli anziani sapendo di condannarli a morte? A sopravvivere a un trasferimento non necessario che noi familiari non abbiamo autorizzato? A sopravvivere a un bombardamento di farmaci inutili, di indifferenza umana, di medici e infermieri incapaci? A sopravvivere a un virus asintomatico preso in ospedale?
Cioè, di cosa è morto, esattamente, Franco Lombardi?
Diranno, beh, di vecchiaia. Certo, se spingi un anziano giù per le scale e muore, puoi sempre dire che non ha retto l'urto a causa dell'età. E chi lo nega. Il problema della spinta, e delle scale, a chi vuoi che interessi?
Siamo molto addolorati, incazzati, amareggiati e basiti per questa storia che probabilmente ci accomuna a tante persone. Soprattutto ci pentiamo per quella sera di Natale, quando Franco è stato portato via senza motivo e senza consenso - io avevo detto, chiamiamo i carabinieri. Eeeeh ma dai, i dottori ne sanno più di te, che fai, non ti affidi al nostro meraviglioso sistema sanitario con gli occhi chiusi e il cuore impavido?
Ci siamo affidati, abbiamo sbagliato. Non commettete lo stesso errore. Controllate tutto e riportatevi a casa gli asintomatici a qualunque costo. Franco ci mancherà tantissimo e non meritava una fine così, nessuno la merita."
Manuela Salvi
Brutta, brutta distopia.
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colonna-durruti · 2 months
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https://www.facebook.com/share/Uwe6spdRgU491h87/
LE COMPAGNIE PETROLIFERE TRA CAMBIAMENTI CLIMATICI, DATI INSABBIATI E GREENWASHING
Questo grafico riassume una delle azioni più squallide e vigliacche legate al mondo del negazionismo climatico. Mettetevi comodi, perchè ci sarà da mettersi le mani nei capelli.
A cavallo tra gli anni '70 e '80 una delle più grandi compagnie petrolifere, la Exxon Mobile, aveva prodotto tramite i propri scienziati diversi studi per valutare l'eventuale impatto dell'aumento di anidride carbonica in atmosfera. I risultati, molti dei quali ottenuti con un livello di precisione assolutamente comparabile a quelli prodotti a livello accademico, mostravano oltre ogni ragionevole dubbio che l'anidride carbonica prodotta bruciando di combustibili fossili era destinata a cambiare il clima, con possibilità di rischi catastrofici e irreversibili. Stiamo parlando di oltre QUARANT'ANNI FA.
Tanto per darvi un'idea del livello di consapevolezza che EXXON aveva nel 1982: il grafico qui sotto è preso da pagina 14 del report risultato dallo studio. Le curve nere indicano le previsioni dei modelli della EXXON (sono due per via dell'incertezza nei modelli), la curva rossa invece mostra i dati della concentrazione di CO2 osservati fino ad ottobre 2019, mentre la curva azzurra è la previsione del modello IPCC RCP6.0.
Non vi sto nemmeno a dire che questi risultati non furono comunicati al pubblico e solo recentemente un'inchiesta ha rivelato che EXXON conosceva le sorti del nostro pianeta già quasi 40 anni fa. I risultati del report sono stati ignorati e negli anni successivi EXXON ha speso il suo tempo a confondere l'opinione pubblica e a sfruttare la politica per continuare a produrre CO2 in modo indisturbato.
È incredibile il livello di accuratezza della previsione, ma è ancora più incredibile che questi documenti siano stati letti e *compresi* dalla dirigenza EXXON, e siano stati presentati come "ambigui", pur consapevoli del fatto che i risultati scientifici fossero solidi. Un modus operandi che non è esclusiva della Exxon ma anche ALTRE compagnie petrolifere nel corso degli ultimi venti anni hanno speso fior di quattrini per finanziare in modi più o meno oscuri le lobby del negazionismo climatico. Exxon dovrà difendere la propria posizione nei tribunali, ma quanto è emerso negli ultimi anni è qualcosa di assolutamente spaventoso.
Non solo: perché viene messo in atto un altro comportamento per cercare di limare o mascherare le responsabilitá delle compagnie petrolifere di fronte ai cambiamenti climatici. Il cosiddetto Greenwashing, ovvero citando Wikipedia '' la strategia di comunicazione di certe imprese finalizzata a costruire un'immagine di sé ingannevolmente positiva sotto il profilo dell'impatto ambientale, allo scopo di distogliere l'attenzione dell'opinione pubblica dagli effetti negativi per l'ambiente delle loro attività''. Cosa giá nota fin dagli anni '70 ma attualissima ancora oggi, messa in atto tramite media, giornali, e perfino divugatori utilizzati per diffondere addirittura dati errati e ovviamente al ribasso rispetto a quelli reali su temperature o concentrazione di gas serra in atmosfera. Quando certi meccanismi si intrufolano anche nel mondo di chi certe cose dovrebbe comunicarle in modo integro e con dignitá morale, capite che la situazione diventa sconfortante.
La scienza non ha bisogno di mentire. Bastano i dati a parlare. E, cosa ancora piú importante, bisogna saperli comunicare correttamente, senza vendere la propria dignitá per una manciata di soldi. Perchè, alla fine, negazionismo e complotti hanno le gambe molto corte.
Matteo, Galselo Wrapsy
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itsmyecho · 11 months
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sono un ragazzo di 17 anni, soffro di depressione e bipolarismo per via ereditaria da mia madre. Nonostante ciò mia madre non lo accetta, credo che si senta "in colpa" di questa mia condizione. Solo nell'ultimo anno oltre la depressione e il bipolarismo mi hanno diagnosticato vari disturbi dell'apprendimento, che spiegano il perché vada male a scuola. Cerco di fare finta di nulla con gli amici, sono sempre quello gentile e sorridente, che è sempre disponibile e che è sempre pronto a far tirare fuori un sorriso, mentre dentro vorrei solo urlare tutte le mie emozioni. Quando i miei amici mi chiedono "Come stai?" mi viene un colpo al cuore, non posso dirgli che pochi giorni prima ho avuto pensieri suicidi, per l'ennesima volta. Quindi rispondo "bene" restando nella consapevolezza che questo mentire però non mi aiuterà mai.
Però mi consolo a sapere che non sono unico, che quello che sto passando altre persone ne sono già passate e che mi possono aiutare.
Una di queste persone sei tu.
Non è semplice andare avanti con i pensieri, soprattutto quando cerchi di evitarli e credi che così tutto possa migliorare. La mente parla, si crea lo stress, e arrivano pensieri molto brutti. A volte, è più facile dormire che affrontare queste cose, e poi la solita sensazione ritorna appena ti svegli, non è vero? Non sono un dottore, non sono nessuno e non sarò qui a darti una citazione o una frase che ti dia coraggio; sarebbe molto superficiale per queste situazioni. Quel che ti posso dire è di diventare selettivo, taglia fuori chiunque generi energia negativa, perché non puoi iniziare la tua "guarigione" nello stesso posto dove è iniziata la "malattia", capisci? Tu sei così come sei ora, non puoi cambiare il tuo "io". Se non ti senti accettato, sei semplicemente nel posto sbagliato, è come andare con gli euro in un altro paese: ovviamente non verranno accettati.
La seconda cosa che posso consigliarti è di parlare senza paura. Proprio per questo, prima devi essere selettivo. Non puoi farlo con chiunque, perché molte persone ascoltano senza capire niente, o semplicemente non vogliono capire. Questa sensazione ti distruggerebbe ancora di più perché ti sentiresti ancora peggio. Quindi, scegli chi avere attorno e non tenere amicizie per formalità, cosa che ancora oggi non capisco perché esista. Parla, tira fuori quel che hai dentro. Noi siamo cresciuti con l'idea che parlare molto probabilmente non aiuta, ma è la cosa più sbagliata. Noi, come esseri umani, dobbiamo comunicare. È nel nostro sangue, la mente stessa comunica attraverso il linguaggio del corpo quando non si apre bocca; è nel nostro essere. Quindi, parla, esprimi quel che senti a modo tuo, e già questo sarà il tuo primo passo verso la strada che vuoi fare.
Abbi un obiettivo nella vita, pensa a cosa vuoi fare. Non ti sto chiedendo cosa vuoi fare tra cinque anni; ti chiedo solo di scegliere cosa essere nella vita e cerca di fare piccoli passi verso questa meta. Altrimenti, siamo persi e camminiamo tra i pensieri che si sono generati nella nostra confusione, perché è proprio così che si crea lo stress. Sono decisioni nella vita che dobbiamo prendere, ma non vogliamo farlo. Inoltre, vorrei che tu capissi che il cervello è come un muscolo e ha l'abilità "memoria muscolare". Ogni cosa che fai in ripetizione viene appresa e ripetuta anche senza volerlo a volte. Proprio per questo ci viene detto che i pensieri positivi sono importanti e bisogna evitare quelli negativi, perché altrimenti pensi negativamente anche senza volerlo, e presumo che stia accadendo proprio questo ora. Devi fare attività che generano dopamina, che può aiutarti molto.
Ovviamente, questi sono solo consigli, e se davvero ci tieni a stare bene, sono sicuro che seguirai qualcosa. Non finire come quelli che possono cambiare la loro vita ma sono impegnati a piangersi addosso.
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pensieroso-e-attento · 11 months
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Oggi è un giorno di quelli dove la testa viaggia tra pensieri, idee, dubbi, paranoie e paure. Da tutto ciò si originano molti se e molti ma.
Durante certe giornate ci vorrebbe qualcuno con cui poter parlare di qualsiasi cosa. Magari passando da cose divertenti/spiacevoli della giornata a riflessioni che ti porti dentro da tanto per poi finire a parlare dei piani per il prossimo futuro con tutti i dubbi che si trascina dietro.
Questo qualcuno è diverso da persona a persona. C'è chi ha trovato questa figura in un genitore, chi nel partner, chi nel fratello o la sorella e chi ha trovato ciò in un amico.
Infine, ci sono quelle persone che si tengono tutto dentro e combattono tutti questi pensieri da soli.
Ricordo ancora la sensazione che provavo, sentirmi debole perché sopraffatto da pensieri negativi. Pensieri piccoli che singolarmente non provocherebbero alcun problema ma che ammassati sulle spalle ti schiacciano a terra lo spirito quasi come a sprofondare nell'oceano dove tutto si fa pian piano più cupo. Quella sensazione sgradevole, un sentirsi sbagliati perché sembri esserne l'unico a soffrirne ma sai che così non è. Che gli altri siano più forti? No, tutti, nessuno escluso, hanno dei momenti cupi.
Ho trovato il mio "qualcuno", sono più persone che insieme formano questa figura e a tutte loro voglio un bene quasi senza confini. Nonostante io abbia questo qualcuno oggi non saprei nemmeno da dove iniziare ad aprirmi. Arrivato a questo punto meglio mettere una gigantesca pietra su questa giornata e dare tutto me stesso con lo scopo di svegliarmi domattina senza questa malinconia addosso.
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leblogdeciccio · 1 year
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"I pensieri negativi sono sempre stati più potenti rispetto a quelli positivi. Questo accade perché essi si radicano in noi con più forza, rimangono aggrappati al nostro inconscio come i molluschi sugli scogli. Ed è per questo che occorrono diversi pensieri positivi per contrastarne solo uno negativo."
Corrado Debiasi in “Il Monaco che Amava i Gatti”
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it-d0esnt-matter · 10 months
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MALE DETTI SENSORI
Tuning Lover pt.1
Partiamo subito a pompa con la rubrica sul Tuning, che è il motivo principale per cui ho deciso di riprendere a tenere un blog.
Dovete sapere che ieri sera sono andato letteralmente in crisi a causa di alcuni maledetti sensori di parcheggio che ho ordinato da Aliexpress (tanto so gli stessi che avrei comprato da AutoDoc solo a 10 euro di meno).
All'inizio avevo deciso di acquistare dei sensori colorazione silver che grazie allo sconto nuovo utente ho pagato solo 3,50 euro anziché 7,90. In più, grazie al fatto che ho ordinato anche altre cose di cui vi parlerò più avanti, avevo ottenuto anche la spedizione gratuita. Io contentissimo e soddisfatto concludo l'ordine e pago.
Il giorno dopo, cioè ieri, mi metto a vedere dei tutorial su come montare questi sensori sul mio modello di auto - PANICO - in tutti i video non montavano i sensori sulla parte cromata del paraurti posteriore ma sulla maledettissima parte nera in plastica. Essendo la parte più sporgente aveva anche più senso montarli lì, per non rischiare che il sensore misuri male la distanza, e poi essendo in plastica è anche più semplice da forare con la fresa. Così, prima che spediscano l'ordine, faccio immediatamente il rimborso per acquistare quelli di colorazione nera, anche se ho dovuto usare un altro account per godere dello sconto e ho anche dovuto pagare 2 euro in più per la spedizione, essendo un unico articolo.
Nonostante i risvolti negativi, risolvo così il problema emerso e penso di essere apposto. Ma non è finita qui, perché dopo neanche 10 minuti continuo a guardare altri tutorial e scopro che alcuni montano questi sensori anche sulla parte cromata nonostante sia leggermente meno sporgente, perché comunque il suono di allerta dei sensori parte molto prima e non misura i millimetri e così è anche più sicuro che in caso di lievi tamponamenti i sensori non si danneggino, in quanto protetti dal paraurti in plastica.
Risultato? Mi sto mangiando le mani per aver cambiato la colorazione dei sensori. Non partiamo benissimo direi.
Tutt'ora ho ancora dubbi su quale sia il metodo migliore per montare questi sensori. In fondo la scelta si basa su:
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Fatemi sapere voi dove gli avreste montati. Alla prossima disavventura e Stay Tuned.
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lavitafattapuntino · 10 months
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Tempo fa la mia metà scrisse :
Nella vita non ho mai trovato qualcuna che mi apprezzasse o si interessasse di me e di ciò che sono.
Ma quando ti ho scritto le prime volte, poter leggere i tuoi messaggi era come un libro che raccontava la tua vita in piccoli pezzi, un viaggio magnifico con un personaggio pieno di carattere che adoro alla follia.
Che amo alla follia.
Potessi dividere montagne, cancellare le distanze per ritrovarmi da te e sentire il mio cuore battere all'unisono.
Potrei non trovare le parole più adatte se non riferendomi a degli oggetti, per questo, non ho nemmeno poesie, ma solo le stesse parole messe nello stesso ordine da sempre.
Parole pure e sincere, ripetitive anche.
Quei momenti in cui mi sento terribilmente triste, non faccio altro che essere geloso di quanto tempo io stia da un altra parte, quando vorrei essere con te.
La gelosia è una brutta bestia, non mi farò rovinare da essa, infatti, quando mi rassicuri mi sento come cullato in un prato di fiori.
Voglio restare con te per sempre. In questi giorni penso sempre come sarebbe la convivenza con suoi lati positivi e negativi, me per lo più positivi, mentre quelli negativi cerco di trovare una soluzione o come fare per farmi sopportare, voglio passare giorni, mesi, anni, ore e minuti con te, sei la mia vita e ti amerò sempre e per sempre.
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unafarfallablu · 1 year
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00:15
Da quando ti ho conosciuto fino a quando per caso e per qualche motivo ti ho perso,
Non ci siamo mai stati l’uno per l’altra nei rispettivi compleanni, solo una volta ci siamo scritti gli auguri, dopo di allora ogni anno è stato così, senza me e senza te.
Ieri una persona mi ha detto che spesso le persone si vogliono bene anche senza stare insieme, senza bisogno di parlarsi, anche se si perdono altrove con la loro vita, perché il solo fatto di sapere l’esistenza dell’uno e dell’altro basta per la propria felicità.
Ci sono giorni e sono tantissimi, in cui sono talmente arrabbiata con te che quasi ti odio e i pensieri negativi mi divorano il cuore e i ricordi,
E poi ci sono giorni e sono rispettivamente molti di naturale tranquillità in cui mi rendo conto che hai smesso di rendermi felice da tempo, e che se sono felice lo sono anche senza di te, e smetto di avere paura.
Ci sono giorni e non li so più quantificare in cui non importa la felicità, la tristezza, la tranquillità, il mondo e l’amore che trovo intorno a me, se non ci sei mi sembra tutto meno bello, tutto molto più brutto.
Ci sono giorni in cui mi dico (e lo pensò davvero) che io di te non me ne faccio più niente.
Continui ad essere presenza nella tua interminabile assenza, e non lo me lo spiego, non so più come fare per poterti non pensare più, non sai quanto vorrei poter dimenticarti.
Il tuo ricordo mi lascia un vuoto incredibile dentro, sono passati tre anni o forse di più.
Ci sei stato, poi sei andato via, poi sei tornato, poi sei andato via, sei tornato e poi di nuovo via.
Non sopporto più tutti gli addi che ti ho dato, non sopporto più la tua continua e sfiancante presenza.
Io della nostra storia non so più che farmene.
Ecco tutto, ma se non ci fosse la nostra storia io non avrei i nostri ricordi e quelli io non riesco a barattarli con niente.
Io ti voglio bene,
Molto bene, così tanto che se tu sei felice senza di me io sono capace di questo, di tenermi la tristezza purché possa donare tranquillità a te.
Spero che un giorno qualcuno mi ami come io ho amato te.
Ti auguro di essere amato senza sentire il bisogno necessario di difenderti, un giorno.
E che la vita non me lo faccia sapere mai!
Ecco tutto,
Buon compleanno A, mi manchi ma sto bene.
🦋.
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A volte mi chiedo come sarei ora se fossi rimasta in Italia.
Se sarei diventata una persona meno stressata più realizzata, più aperta
"diventare" straniera mette in moto un'infinità di meccanismi che è impossibile capire almeno che tu non li viva in prima persona. In molte occasioni vieni messa in secondo piano, hai un valore diverso. Non dico che sia fatto volontariamente anzi magari spesso non è così. Ma rimane un fatto.
Devi saperti far valere, far sentire la tua voce e quindi dipende tutto dal tuo carattere e io, a volte, mi mette invece di proposito in secondo piano. Questo mi rende una di quelle persone da "tappezzeria" che ci sono ma se non ci fossero sarebbe uguale. In altre situazioni invece succede il contrario, faccio di tutto per essere la prima. Non so da cosa dipende.
Vabbè per farla breve succede che mi capiti di pensare che cosa sarebbe successo se invece che andarmene me ne fossi andata che ne so, a Roma (proprio a caso 'sta città). Il posto dove vivi ti condiziona moltissimo, a 18 anni ancora di più. Non mi pento delle mie decisioni, ma sono cosciente che non sia tutto oro colato. L' Austria mi ha insegnato tanto, ma mi ha cambiato anche in negativo, in molti lati.
Kein plan. Mi chiedo solo come faccia a capire se sono più i lati positivi o quelli negativi, non vorrei che stessi solo perdendo tempo stando in una realtà che non fa altro che svalorizzarmi...
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dilebe06 · 2 years
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Leggere i commenti alle puntate di House of the dragon ti fa capire la totale mancanza di raziocinio, attenzione e capacità critica della gente. Altro che analfabeti funzionali!
La campagna di odio contro Alicent infatti ne è un chiaro esempio.
Mai, nemmeno contro Sansa, ho letto così tanti commenti negativi. E leggendoli.. rido per non piangere.
Ho fatto - per adesso - una terna dei miei commenti nonsense preferiti:
Al terzo posto... " Alicent è una pessima madre perché molla sempre il figlio in braccio alle balie e invece guarda Rhaenyra che tiene in braccio l'ultimo nato. Lei sì che ama i suoi figli. Alicent invece no."
Questo commento mi fa morire dal ridere perché denota la totale assenza di conoscenza di come funzioni il mondo medievale in generale - le balie e le nutrici...hai presente?! - e si vuole stabilire il premio Mamma dell' Anno in base al minutaggio di quanto il bambino stia in braccio alla madre. La gara la vince Lysa Arryn.
Oltre ad essere una stronzata clamorosa è pure un autogol: Alicent mollerà spesso il figlio alla balia ma almeno non gli ha regalato lo stigma del bastardo. Perché sì, essere bastardi è un onta, una vergogna.
Mi pare invece chiaro come sia Alicent che Rhaenyra amino i propri figli. Come tutte le madri di GoT: Da Cersei a Cat, da Lysa a Dany con i suoi draghi...c'è stata una madre che non ha amato i suoi figli in questa storia?
Alla seconda posizione troviamo un altro commento che mi era mancato tanto e che va sempre tanto di moda quando si parla di GOT e affini: "Alicent è andata a letto con il Re perché voleva il potere ecc ecc".
Questo non è divertente come gli altri ma l'ho sentito così spesso contro Sansa che ormai gli sono un pò affezionata. Gli voglio bene.
Anche qui, la gente si scorda che siamo nel Medioevo praticamente e che le donne sono al comando del padre prima e del marito poi. Invito a pensare a Lysa Tully che voleva sposare il suo Baelish. E come è andata a finire? Ha sposato Jon Arryn. E perché? Perché le donne fanno quello che il padre gli dice di fare. Fine.
Sbaglio o è stato Otto a dire a sua figlia di andare a letto con il Re? Me lo sono sognato?! Non credo.
Molto più probabilmente si odia così tanto Alicent che si dimenticano e modificano le cose per portare acqua al proprio mulino.
E infine l'ultima. Che è anche quella che almeno ha un fondo di verità. Ma è inesatta anche questa: " Alicent odia Rhaenya ed è cattiva con lei perché è invidiosa della sua libertà. Che lei può fare quello che vuole mentre la Regina è costretta ad essere doverosa."
Che Alicent sia scocciata e disturbata dalla libertà di Rhaenya è palese. Ma ricondurre l'astio tra le due a questo è troppo semplice e comodo.
Il grande motivo ha un nome: la vicenda Criston Cole. La sua relazione con Rhaenyra - che ha portato all'allontanamento del padre di Alicent - mostra ad Alicent quanto la sua amica sia inaffidabile. Alicent ha garantito per lei, andando contro lo stesso Otto, convinta delle buona parola della giovane. E invece la Regina scopre che Rhaenyra ha mentito, che il Re l'ha coperta e che lei è stata stupida a fidarsi di loro. E chiunque pensi che sia solamente l'invidia, la solitudine e rabbia il sentimento di Alicent, si è convenientemente dimenticato del vestito verde delle nozze di Rhaenyra.
Mentre voi state lì a pensare all'invidia di Alicent, lei sta già pensando ai suoi figli. Al futuro. Perché quella bugia di Rhaenyra ha dimostrato che della ragazza non ci si può fidare e che quando salirà al trono, l'ipotetica frase " non ti preoccupare per i tuoi figli Alicent, non gli farò del male." varrà mezzo soldo bucato.
Detto questo, è comprensibile come ci siano dei personaggi che piacciono e altri che proprio non si digeriscano. Quelli che solo a vederli in scena ti fanno salire il nervoso a mille. E' legittimo. E' giusto. Alicent poi non è certo uno stinco di santo...tutt'altro.
Ma l'odio totalizzante rischia di far perdere l'80% della storia del personaggio: le sue motivazioni, contesto, educazione, caratterizzazione. IL PERCHè un certo personaggio fa/dice certe cose. Rischia ossia di semplificare la storia in BUONI E CATTIVI cosa che sarebbe una grande limitazione al grande lavoro di ambiguità e umanità di Martin. E questo vale per Alicent ma anche per Otto, Criston Cole o Rhaenyra stessa. Come valeva per Dany.
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