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#stessi problemi mentali
susieporta · 6 months
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DETOX-PULIZIA-LASCIARE ANDARE
Appunti per una pulizia di corpo-mente-energie secondo la Medicina Energetica Spirituale (MES)
Affrontare un processo di pulizia o "Detox", non è da sottovalutare, nel nostro mondo immaginario, abbiamo una visione molto romantica di cosa possa essere un processo di pulizia, e questo poi fa si che quando iniziamo un detox serio, finiremo per boicottarlo perchè quando arriviamo a scoprire di che cosa si tratta veramente, andiamo in crisi e non sappiamo come fare per portare avanti un qualcosa di profondo che nella nostra immaginazione è invece visto come un qualcosa che come una magia deve risolvere tutti inostri problemi.
Partiamo con il dire che il detox è si una pulizia, sì, certamente, e come ogni pulizia che si rispetti, ha delle sue regole, una sua struttura, una certa tempistica e ancora più importante, richiede un certo tipo di atteggiamento.
Quando ad esempio facciamo le pulizie di casa, dobbiamo togliere la polvere, lavare lo sporco che c'è in giro, fare ordine, buttare le cose che non servono più, riparare ciò che si può riparare e mettere in ordine la confusione che si è creata.
La stessa cosa vale per noi, siamo come una casa disordinata, sporca ed impolverata, a causa di tutta una serie di errori che abbiamo fatto negli anni, sia alimentari che ti stile di vita ecc, e quando andiamo ad approcciarci ad un processo profondo di pulizia, andiamo fare proprio quello che si farebbe per pulire casa, solo che il nostro corpo, essendo un organismo vivo, avrà una sua risposta, perchè pulire significa andare a lavorare su almeno tre livelli: quello fisico, quello emozionale e quello energetico.
Non solo esistono tossine fisiche, ma esistono anche tossine emozionali e blocchi energetici e con la pulizia attraverso un certo tipo di alimentazione andiamo a lavorare su tutti e tre i livelli.
Quando s'inizia a lavare e pulire la nostra dimora corpo-mente-energie, ovviamente s'innescheranno tutta una serie di resistenze ai nuovi input che stiamo dando al nostro sistema per i quali non si vorrebbe cambiare ma continuare a fare le cose che facciamo senza però stare male o sentirci appesantiti, pulire dunque implica il trovare un nuovo equilibrio, cambiare abitudini e stile di vita, un vero e proprio allenamento a ritrovare se stessi e ritrovare un modo di funzionare più naturale.
Per poter arrivare ad nuovo equilibrio è necessario entrare nell'ottica di lasciare andare appunto abitudini vecchie che non è detto siano salutari per noi, solo perchè una cosa è diventata una zona di confort non vuol dire che sia in linea con la nostra costituzione e noi siamo pieni di abitudini/zone di confort sbagliate per il nostro funzionamento.
Quello del lasciare andare è il passaggio più difficile perchè va a toccare anche la sfera emozionale, quindi il lasciare andare tutta una serie di attaccamenti a situazioni, pensieri negativi, modi di vedere le cose, modi di rispondere alla realtà che non sono sani e allineati a ciò che siamo.
Quindi un Detox non è :"Mangio più leggero per qualche giorno"
si tratta di un processo e lavoro profondo su se stessi e di conoscenza di se stessi, che se fatto correttamente scardina tutti quei percorsi rigidi mentali, emozionali e fisici che abbiamo creato in anni di imposizioni, credenze e fissazioni, che poi sono proprio questi che hanno portato alla condizione della quale ci lamentiamo.
Molto spesso non riusciamo ad entrare nell'atteggiamento giusto di lasciare andare ciò che non ci serve più, e preferiamo dunque le nostre zone di confort e abitudini alla nostra salute, questo conflitto interno sotterraneo che va riconosciuto se si vuole raggiungere un buon risultato con il detox, accade quando non abbiamo ancora chiaro cosa vogliamo per noi stessi, per la nostra vita e per la nostra salute.
Roberto Potocniak & Eleonora Benzi
Questa e altre tematiche vengono affrontate nella nostra Accademia, se volete saperne di più qui sotto c'è il link della pagina di presentazione della nostra Accademia di Medicina Energetica Spirituale (MES)
https://accademiames.mykajabi.com/informazioni-accademia
oppure potete richiedere info al seguente indirizzo: [email protected]
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arreton · 1 year
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Oltre la salute mentale - Il Tascabile
Nel suo articolo La meditazione che fa bene al capitale, Ronald Purser spiega come la tecnica buddista della Mindfulness sia diventata la ricetta perfetta da vendere sul mercato perché ci rende pacifici, cioè “vuole convincerci che le cause della nostra sofferenza vanno ricercate soprattutto dentro noi stessi, e non nel contesto politico ed economico che determina il modo in cui viviamo”. In questo caso si tratta di una forma mercificata della mindfulness, che di per sé può invece essere un utile strumento per gestire lo stress, l’ansia e modificare alcuni automatismi mentali che ci fanno soffrire. Il problema si presenta quando viene ridotta a una ricetta per il successo e si trasforma nella panacea di tutti mali, o addirittura come una filosofia rivoluzionaria necessaria per cambiare il mondo.
Qualcosa di simile potrebbe succedere con le terapie psicologiche quando si paventa la possibilità di risolvere qualsiasi problema semplicemente iniziando una terapia. Quando problemi strutturali come la povertà, la violenza domestica, lo sfruttamento, la disoccupazione o la distruzione dell’ecosistema diventano questioni personali, allora il campo d’azione si riduce alla depressione, al self empowerment, allo stress da lavoro correlato, all’abuso di sostanze o all’ansia. Il contesto sociale rimane sospeso, lasciando spazio esclusivamente all’interpretazione e gestione dei sintomi della paziente. Il processo clinico della terapia è un’ottima risorsa che aiuta le persone a conoscersi e curarsi ma non può essere la bacchetta magica per risolvere i conflitti che riguardano la collettività. Per esempio, una campagna di sensibilizzazione sul burnout lavorativo lanciata su Instagram propone come unica soluzione rivolgersi a un servizio di psicoterapia online a prezzi calmierati. Organizzarsi per migliorare le condizioni di salubrità, i ritmi di lavoro, la cultura aziendale, ridurre i turni e la competizione sfrenata rimangono invece rimossi dai possibili scenari d’azione.
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prisonerinthedark · 7 months
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Alla fine si tratta di trovare qualcuno con i nostri stessi problemi mentali.
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lunamagicablu · 2 years
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GLI EFFETTI COLLATERALI DELLA CONSAPEVOLEZZA.La cerchia dei vostri amici si restringerà. I soliti discorsi vi sembreranno sempre meno interessanti. Non potrete sostenere le conversazioni sul mondo che va sempre di male in peggio, sulla colpa di quel tizio, eccetera. Diventerete scomodi per i vostri amici, perché rovinerete il solito gioco.Vi sarà pesante fare il lavoro che non amate o fare ciò che non ha senso. Perciò, sceglierete o di cambiare tutto, radicalmente, o di accettare e di impegnarvi al massimo. Mancheranno i fattori che prima vi tenevano sul vostro lavoro (la necessità, la paura, l’abitudine).Anche le vostre relazioni subiranno un colpo. La maggioranza delle relazioni non sono unioni degli uguali, ma un insieme delle dipendenze e delle compensazioni.Vi sentirete soli, perché saranno tagliati i rapporti costruiti sul vuoto, sull’egoismo, sul consumismo. E questo nuovo vuoto prima vi spaventerà, ma presto si riempirà con tutte le cose vive e vere che voi avete dentro.Non potrete più ingannare voi stessi o gli altri, sentirete qualsiasi bugia interiore nelle parole, nei pensieri, nelle azioni.Capirete che la gente intorno a voi sta soffrendo. Non è la loro vita pesante che crea questa sofferenza, ma il sentore che qualcosa non va, nella vita. Se prima eravate molto occupati a vivere la vostra sofferenza, ora non ne avrete più, e perciò potrete aiutare gli altri, nei modi che riuscirete a trovare.Vi vergognerete per le vostre parole e azioni del passato, perché capirete che la fonte dei vostri problemi siete voi e non gli altri. Ma dopo che lo avrete capito, la vergogna se ne andrà e arriverà una calma interiore.Parlerete meno, perché non ci sarà più posto alle parole pronunciate per paura, per invidia, per egoismo. Non scriverete dei commenti pieni di indignazione nei social, non li sentirete importanti. Capirete che il silenzio è veramente quell’oro che prima non riuscivate a vedere.Crollerà il vostro quadro della realtà. Capirete che non esiste soltanto una vostra opinione, l’unica giusta, e tutte le altre ingiuste, ma uno spazio infinito delle varianti e delle possibilità. State vivendo quella vita che meritate, e non ne avrete altra se non diventerete responsabili di ciò che state facendo.Giorno dopo giorno, tutto ciò che è vero crescerà, si rafforzerà e metterà le radici. Non è un processo piacevole, spesso si tratta della rottura delle annose abitudini e degli stereotipi. Ma quando emergerete dalle macerie dei cliché mentali, capirete che ne valeva la pena.
MonolituM
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THE SIDE EFFECTS OF AWARENESS.
Your circle of friends will shrink. The usual speeches will seem less and less interesting. You won't be able to sustain conversations about the world always going from bad to worse, about that guy's fault, etc. You will become uncomfortable for your friends, because you will ruin the usual game.It will be hard for you to do work you don't love or do things that don't make sense. Therefore, you will choose either to change everything, radically, or to accept and give your all. The factors that previously kept you on your job (necessity, fear, habit) will be missing.Your relationships will also take a hit. Most relationships are not unions of equals, but a set of dependencies and compensations.You will feel alone, because relationships built on emptiness, selfishness and consumerism will be cut. And this new emptiness will first frighten you, but it will soon fill up with all the living and true things you have inside.You will no longer be able to deceive yourself or others, you will feel any inner lie in your words, thoughts, actions.You will understand that people around you are suffering. It is not their heavy life that creates this suffering, but the feeling that something is wrong in life. If before you were very busy living your suffering, now you will not have any more, and therefore you can help others, in the ways you can find.You will feel ashamed for your past words and actions, because you will understand that the source of your problems is you and not others. But after you realize that, the shame will go away and an inner calm will come.You will speak less, because there will no longer be room for words spoken out of fear, out of envy, out of selfishness. You won't write outrageous comments on social media, you won't feel they matter. You will understand that silence is truly that gold that you could not see before.Your picture of reality will collapse. You will understand that there is not only one opinion of yours, the only right one, and all the others unfair, but an infinite space of variations and possibilities. You are living the life you deserve, and you won't have any more unless you take responsibility for what you are doing.Day by day, all that is true will grow, grow stronger and take root. It's not a pleasant process, it often involves breaking age-old habits and stereotypes. But when you emerge from the rubble of mental clichés, you will understand that it was worth it.
MonolituM
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exterminate-ak · 1 year
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di Pierpaolo Mandetta:
Oggi voglio parlare di un tema importante che riguarda migliaia di donne (ma anche uomini) che stanno male, ma che per la nostra società è ancora ritenuto un disagio di poco conto, da sopportare.
Il carico mentale.
Poche ore fa sono rimasto chiuso fuori casa.
Non mi era mai successo. Sono tornato dal podere, ho svuotato una scatola di fagioli in un cuonzo, un filo d’olio e ho pranzato come un operaio russo dell’80. Poi ho lavato i piatti di due giorni, ho messo a posto i sacchi della spazzatura da portare fuori stasera, mi sono rivestito e sono uscito meccanicamente di casa per tornare al podere. E zac. Cazzo! Avevo lasciato le chiavi dentro.
Proprio oggi che Max è a Milano per lavoro, quindi non avevo neanche le sue.
Io, che sono quello precisino, scrupoloso e concentrato. Com’è potuto succedere?
Per fortuna il proprietario di casa aveva una copia delle chiavi, e quindi il lieto fine è arrivato. Però in quel momento, lì davanti alla porta chiusa, sulle scale, ho esitato. Mi tremavano le mani, e sentivo come se la mia testa si potesse frantumare perché troppo piena. Sentivo che avrei potuto piangere e gridare fino a graffiarmi ma gola, una reazione esagerata per un episodio così banale. E allora ho avuto un crollo. Il bisogno che tutto il corpo cadesse a terra come una camicia, ma fatta di cemento. Una camicia estenuante. E ho pensato “adesso preparo una valigia e me ne vado”. Ve lo giuro, è stato il mio primo istinto. E ho capito così di essere al limite. Mentalmente.
Al limite del carico mentale, della malattia del multitasking, del peso delle responsabilità che affligge spesso un componente della coppia, soprattutto la donna. E stanco di quanto il problema sia ancora ritenuto una lamentela di chi non è disposto a sacrificarsi abbastanza, come se i sacrifici fossero una bella cosa. Un capriccio, come spesso succede per i disagi psicologici.
Chi esprime sofferenza viene preso in giro. E uomini e donne parlano ancora delle casalinghe come di gente che in fin dei conti “non fa un cazzo”. Bella vita, beata lei, fortunata a stare in casa.
Ma andiamo con ordine.
Avete presente che nei paesini si narrano quei pettegolezzi della serie “un giorno è uscita pazza e ha lasciato il marito”? Oppure “ha mollato la famiglia ed è scappata con uno. Ha abbandonato i figli!”. O ancora “non si sa perché, non vuole più parlare con nessuno, si è trasferita”.
In queste storie, “lei” è sempre descritta come una donna che fino a un certo punto si è comportata con dedizione, apparente spensieratezza, e regolarità. Una donna regolare, che fa le stesse cose ogni giorno senza proteste, anzi con piacere. E che poi una mattina ha avuto un corto circuito.
La pazza del villaggio. La divorziata. La strana. La stronza ribelle.
Punto. Lei non è una persona, è un dovere che non segue più il suo copione. Nessuno si chiede cosa abbia scatenato simili reazioni, perché non ci sono motivi che scusino l’aver lasciato il proprio ruolo di moglie o madre.
Eppure è possibile che dietro quel gesto di follia ci sia semplicemente un accumulo di stress divenuto insopportabile. E che quella che sembra una fuga sia in realtà una salvezza.
Le donne che “scappano” da una condizione ingestibile sono donne che si mettono in salvo. E uno dall’esterno penserà ma come, e i figli? Se ami tuo marito, non te ne vai. Se vuoi bene ai tuoi figli, non puoi lasciarli. Ma è una stronzata retorica. Quando lo stress, la disperazione, il senso di soffocamento diventano massimi, può subentrare la depressione, o problemi mentali più feroci. Possono succedere le tragedie che vediamo al tg. Dimenticare un figlio in auto, posare distrattamente la candeggina nel frigo. E allora, preferire la propria salute all’infelicità momentanea della famiglia diventa un atto di coraggio, di amore per se stessi.
Vuol dire mettersi in salvo.
Ma da dove viene il carico mentale?
Per la nostra orribile cultura, la donna nasce casalinga. E ricordiamo ai gentili spettatori che le faccende di casa sono un lavoro. Fisico, mentale, che richiede ore. Come un qualsiasi altro mestiere, ma questo non è retribuito.
Con l’avanzare dei diritti e dell’emancipazione, la donna non si è equiparata all’uomo, ma ha solo aggiunto più doveri: oltre a quello della famiglia, anche il lavoro. Mentre l’uomo, in una società maschilista, restava al suo posto.
L’uomo lavora e porta a casa i soldi, e non ha alcuna aspettativa sociale da soddisfare oltre a questo ruolo. Sì, deve inseminare la moglie, ma poi finisce lì, visto che il mondo si aspetta comunque che a crescere i figli sia lei. La donna, invece, deve essere moglie, madre, una brava domestica, e in più coniugare un lavoro pagato per contribuire alle spese.
Eppure è il 2023. Si parla di femminismo, Netflix propone mille titoli sull’abbattimento degli stereotipi, e i giovani d’oggi sembrano così sensibili. Allora perché lo stress mentale colpisce molte donne?
È semplice: perché siamo tutti figli di quel modello familiare, ancora attuale. Di mia madre, di mia nonna, delle nostre madri. Che hanno sofferto, hanno sacrificato tutto il loro tempo, hanno gestito ruoli che dovevano invece essere condivisi, e infine ci hanno trasmesso quell’educazione. Perciò, molti bambini hanno appreso che le donne soddisfano i bisogni, e molte bambine hanno imparato che dovranno occuparsi di svariati compiti senza fiatare. E questo insegnamento ha radicato nei nostri sentimenti, nei sensi di colpa, nelle frustrazioni, nelle aspettative degli adulti che siamo oggi, nella comunicazione politica, nei cartoni animati, nei luoghi comuni. Formando nuove relazioni, nuovi matrimoni, che sono freschi all’apparenza ma antichi nelle dinamiche.
Adesso sarebbe ingiusto parlare direttamente dell’uomo che amo, come fosse un imputato. Quindi alleggerisco il discorso e invento una storia.
Mio marito si chiama Matteo. È l’uomo migliore che potessi aspettarmi in una società così complessa ed egocentrica. Lui è uno degli ultimi romantici, è fedele, è molto sincero. Un compagno di vita.
Però è un uomo. E forse è stato un bambino che ha vissuto i modelli genitoriali in quel modo lì, che uno lavora soltanto e l’altra lavora e pulisce casa.
A questo punto tutti ci facciamo una domanda ovvia: conosciamo bene i nostri fidanzati, i nostri mariti. Sappiamo chi sono, prima di andare a vivere insieme. Come e cosa pensano. Allora come cazzo si fa a partire con una relazione splendida e a finire per interpretare i tristi ruoli di mamma e papà, se ci siamo ripromessi di non farlo?
Io penso che sia colpa dell’educazione, perché ciò che assorbiamo da piccoli emergerà solo quando ci ritroveremo nelle dinamiche di coppia della casa, rievocando quella in cui siamo cresciuti.
Succede per caso. Con piccoli eventi innocui. Per esempio, a me piaceva tanto cucinare per lui. Era uno stereotipo, quello della mogliettina, ma uno dei due doveva pur farlo, e per me era una forma d’amore. Solo che poi cucini oggi, cucini domani, e ti ritrovi incastrato nell’obbligo di farlo. E non farlo ti fa sentire in colpa. E poi c’è lui, che lo fa poco, perciò quando glielo chiedi non si tira indietro, ma per cucinare ti mette la cucina sottosopra. Perché tu hai il tuo metodo rodato, sai che poi dovrai lavare, e allora cerchi di usare meno pentole, di stare attento alle macchie, di abbassare la fiamma per consumare meno, magari sciacqui subito lo scolapasta così l’amido non si incrosta. E allora lui cucina entusiasta, e dopo è un macello, quindi gli suggerisci di stare attento al gas, di non versare l’acqua sul piano cottura, di sciacquare le latte del sugo altrimenti puzzano, e lui si snerva perché si sente rimproverato e odia prendere ordini. Lui ha il suo metodo.
Ed è così che brevetta il suo nuovo modo per fare sempre le cose alla cazzo di cane. Il suo metodo.
Be’, anche io ho il mio. Chi stabilisce quale sia giusto? Eh…
Così, se lasciarlo cucinare vuol dire il doppio del lavoro poi per rimettere a posto, inizi a dire vabe’, lascia stare amore, faccio io.
E quello è l’inizio della fine. Faccio io.
Chi lo diceva? Sì, mia madre. Anche tua madre, tu, che leggi. Faccio io. Lo so che lo diceva. Faccio io vuol dire da qui in avanti non preoccuparti più.
E così, da un gesto d’amore, si passa a un compito. Io divento più zelante nelle faccende domestiche, lui più spensierato. Si accomoda l’idea che preparare la cena sia il mio rituale. Di rado mi chiede se deve pensarci lui, quando mi vede molto stanco. Ma non si abbasserà mai a seguire i miei consigli, perché si sentirebbe umiliato. Perciò macchia il pavimento, il sale finisce sotto il mobile, pentole ovunque, ditate di olio.
Nell’arrabbiarmi mi sento mia madre. In che modo assomiglio a lei? Nello stesso modo in cui lui si comporta da adolescente. Se dopo avermi inchiavicato la cucina, lava anche i piatti, allora è il mio compagno. Ma se fa “a modo suo” e mi lascia quaranta pentole sporche, allora è mio figlio.
Con questa dinamica di compagno/figlio, tutto va a puttane.
Se la casa è sporca e va pulita, lui dice ma sì, che fa, riposati, ci pensi un altro giorno. Non è che dice amore, ci penso io. No. Te la risolve dicendo che quel bisogno non esiste. Quindi si sottrae a un dovere. E allora pulisco casa come sempre, ma con quel tocco di rancore e veleno che mi intossica la giornata.
Ogni tanto lui passa pure l’aspirapolvere, ma senza tralasciare il brevetto “a modo mio”. Che vai a guardare e la zozzima sta lì, bella evidente. E di nuovo non gli posso dire nulla, se no litighiamo e lo stresso e lo esaspero e non sono mai grato.
Quindi cucino. E pulisco casa. E la spesa. Perché se cucini, sai ciò che manca. Altrimenti non lo sai.
Poi c’è il bonus: fare una spesa decente, pensando a un’alimentazione sana, alle verdure, al variare coi pasti. Questo qui è un pensiero che dall’esterno sembra una sciocchezza, invece è carico mentale. Vuol dire programmare ogni cazzo di giorno della settimana in un colpo solo, pensando a cosa cucinare oggi, domani e così via, sapendo di dover variare tra carne, legumi, pasta, verdure. Spazi mentali.
Come la risolve lui? “Amore, che devo prendere?”. E io gli devo scrivere la lista. Questo vuol dire che non alleggerisce la mia mente, ma mi libera solo dell’azione di fare la spesa, lasciandola comunque un mio problema. Grazie al cazzo.
Quando invece fa la spesa senza avvertire, soddisfa più che altro le sue voglie. Se ha voglia di uova al sugo, compra la salsa, e magari venti cioccolate alle nocciole per dopo cena. Stop.
Poi ci sono le bollette. L’affitto. La lettiera dei gatti, il veterinario, le pipette. Le visite mediche per noi, che prenoto io. Lui invece non ha problemi a filare in farmacia. Adora acquistare subito le medicine, perché non deve soffrire di mal di testa neanche per cinque minuti. Poi le posa sul comodino, assieme a tutte le altre. Io ho organizzato due cassetti per i farmaci, ma lo trova scomodo. Preferisce averli tutti spalmati lì dove può vederli, tra la polvere e le monete da venti centesimi, per mesi. Anche se il prossimo Moment lo prenderà l’anno prossimo, quando si accorgerà che è scaduto e allora andrà a prendere altri farmaci, che di nuovo getterà sul comodino assieme a quelli scaduti.
Se glielo faccio notare, si altera come io facevo con mia madre a sedici anni. È il suo modo di tenere in ordine e non devo rompere il cazzo. Per il resto, ci penserà domani.
Una volta litigammo per la spazzatura. In realtà tante volte. Succede quando io esterno stanchezza. Gli dico che non ce faccio più, e allora lui, per senso di colpa, reagisce con rabbia e stabilisce “bene! Da domani penso io alla spazzatura!”. L’eroe che salva il mondo, la grande impresa. Che invece dovrebbe essere una naturale divisione dei compiti.
E ovviamente dopo tre giorni si è già rotto il cazzo di ricordarsi quand’è che si butta la plastica e quando l’organico. Perché questo è un carico mentale, non è molto piacevole. E così ritorno al mio corso, a tenere a mente che di lunedì c’è la plastica.
Piccola nota buffa. A lui piacciono le bevande in vetro. Solo che il vetro, a differenza della plastica, va portato di sotto, nel secchio. Invece il principino si scola le sue fottute gassose e lascia le bottiglie lì, tutte carine e allineate, accanto al forno. I suoi trofei. Non scende a buttarle manco se questo potrebbe determinare la pace in Ucraina. Tra mille anni, gli alieni le troverebbero lì, impolverate, il nostro cazzo di reperto archeologico, tutte le sue bottiglie di gassosa.
C’è un aspetto, tra tutti, che si adopera per consolidare questi ruoli tra noi. I doveri, i rancori e libertà di non preoccuparsi. Ed è il retaggio antico del chi porta i soldi a casa.
Nel nostro caso, lui è quello stipendiato. Qualcuno, alla fine del mese, gli dà del denaro e certifica dunque il suo lavoro. Lo rende reale, tangibile.
Nessuno lo fa con me. Significa che tutti i lavori mentali e fisici dentro e fuori casa non esistono. Ed è così che diventano dovuti. Diventano assodati. Diventa impossibile lamentarsene. Non è qualcosa che puoi togliere, sono le basi. Puoi solo aggiungere. E io faccio anche quello.
Mi occupo del podere. Ma come, e lui non se ne occupa? Ma certo. Ma qui si tratta di carico mentale. Che non si limita al fare, all’agire. Si tratta di pensare, di occupare uno spazio della mente per un’ansia, una data, un problema, un’urgenza, una telefonata, un dettaglio.
Programmo le potature, i trattamenti, tutte le migliorie del pollaio e della tenuta. Nuovi spazi, aiuole, alberi. Nuove idee per l’ospitalità. Ma mi preoccupo pure di quel tubo che perde, la rete rotta da cui possono entrare le volpi, gli afidi sul limone, lì ci vorrebbe una panchina, lì c’è troppo sole, il vento ha spezzato un palo, il decespugliatore, il tagliasiepe, l’irrigazione, l’orto, le semine in serra.
E lui non mi sostiene in niente? No, certo che partecipa. In moltissimi compiti. Ma prima di ognuno c’è la fatidica domanda: “amore, posso fare qualcosa?”. E nella mia testa vorrei solo rispondergli “sì, andare a fanculo”. Perché se i compiti devo organizzarli mentalmente io e poi affidarglieli, allora mi sta solo aiutando, ma non mi alleggerisce. Il mio stress resta lì. Quel che dovrebbe fare è invece assumersi la responsabilità, togliendo a me il peso di alcuni pensieri.
Così un pensiero. Dieci pensieri. Cento pensieri.
E allora fatico a dormire. Prendo il Brintellix. Convivo con l’ansia, che mi convince che c’è sempre un motivo per essere in allerta. Sono intrattabile. Sono gonfio, debole, con ossa doloranti. Sono irascibile. Vorrei quello e poi non mi piace. Sono la pazza di casa.
E quando sono molto, molto stanco, gli chiedo di aiutarmi. Invece lui lavora. Lo dice così, con convinzione, io lavoro!, quasi allibito che io non capisca che lui sta già facendo il massimo. Ha il suo mestiere pagato, che gli occupa l’intero spazio utile di carico mentale.
E allora mi arrabbio. Mi sento solo. Uno straccio logoro. Di aver sbagliato. Di non farcela. Mi sento perso e sopraffatto. E lui si snerva nel vedermi così, si sente inutile, di non riuscire a rendermi felice, di essere maltrattato e ossessionato, e allontanato.
E nelle coppie in cui entrambi sono stipendiati, perché i doveri ricadono comunque su di lei? Be’, perché per la società è ancora umiliante che un uomo svolga compiti “da donna”.
Pensateci. Ci sono centinaia di chef e influencer maschi che preparano piatti sui social. Ma chi commenta? Le donne. Gli uomini cucinano solo per mestiere. A casa, col cazzo che lo fanno.
Non parliamo della vita sessuale. Quante volte fidanzati e mariti si lagnano delle loro donne che non gliela danno più? Sorpresi, poi. Non ci arrivano proprio, che dopo cinquemila cose a cui pensare, ansie e livori, tu a fine giornata non hai tutta ‘sta voglia di fare un pompino all’uomo che ogni giorno ti chiede “che si mangia stasera?”.
No, no. Loro sono come in quei film con Massimo Boldi. Che lui è un cofano spelacchiato coi mutandoni a quadri, ma si aspetta che la modella di turno impazzisca di voglia per lui. Così ti vogliono. Devi fare i servizi, devi lavorare e alla fine devi pure impazzire di carica erotica per loro.
Infine ci sono i viaggi. Lui viaggia per lavoro, sicuramente sarà successo anche a voi. Un’altra merda di situazione che lo convince che, siccome al ritorno è stanco, può pretendere di tornare in un ambiente confortevole. Quindi si aspetta che io sia la Penelope del cazzo, che attende il marito con le mani incrociate al petto, pronta a baciarlo e a stendergli il tappeto. Perché dopotutto lui viaggia e si affatica, io invece resto qui a grattarmi la fessa e a farmi idromassaggi. Non pensa che senza di lui viene meno perfino quel timido aiuto che mi dava.
E concludo. Con pochi ingredienti diluiti nel tempo, una bella coppia moderna torna indietro al secolo scorso. A quando ogni faccenda era un obbligo imposto dall’alto. A quando invece di comunicare si preferiva urlare. A quando si sognava di volare via dalle difficoltà. A quando si chiedeva aiuto troppo tardi. A quando il dolore si manifestava solo con le accuse.
Il carico mentale è uno di quei problemi sociali che esistono anche se li banalizziamo o non affrontiamo. Distrugge le coppie, cancella l’amore, istruisce nuovi figli a replicare comportamenti sbagliati nelle relazioni.
È lì, colpisce molte donne, colpisce ugualmente tanti uomini, a seconda del modello di famiglia che ci ha cresciuti e un po’ condannati al ruolo di chi si accolla il mondo sulle spalle.
Potrei chiuderla con una melassa che restituisca un po’ di buon umore. Con la raccomandazione di dialogare, di esporre con coraggio i propri sentimenti, anche quelli dolorosi. Ma la verità è che potrebbe non bastare. E non è colpa tua, non è colpa sua.
Il patriarcato è dentro tutti noi da tanti secoli. La maggior parte delle persone ci convivono, sapendo che qualcosa di putrido sta rosicchiando le loro vite ma incapaci di riconoscerlo. Altre ne restano schiacciate e annullate. Altre fuggono.
In nessun caso è una sconfitta o una colpa. In nessun caso possiamo immaginare quanta disperazione si nasconda dietro i sorrisi di ogni giorno o a scelte plateali.
Però, quando sentiamo di quella donna che da un giorno all’altro è uscita pazza e ha mollato tutto, potremmo non giudicarla. Forse si è solo salvata la vita.
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avereunsogno-62 · 2 years
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Oggi voglio parlarvi dell'importanza della seduta psicoterapeutica. Molte persone si chiedono se sia veramente necessario andare da uno psicologo o uno psicoterapeuta per risolvere i loro problemi, ma la verità è che la psicoterapia può avere un impatto significativo sulla salute mentale e sul benessere generale di una persona.
Innanzitutto, è importante sottolineare che la psicoterapia non è solo per coloro che hanno disturbi mentali diagnosticati, ma può essere utile per chiunque voglia migliorare la propria qualità di vita e risolvere problemi personali o relazionali. La psicoterapia può aiutare a gestire lo stress, l'ansia, la depressione, la rabbia, la solitudine e molte altre difficoltà che possono ostacolare la felicità e il benessere. 💪
Inoltre, la psicoterapia può aiutare le persone a migliorare le loro relazioni, sviluppando la capacità di comunicare in modo efficace e risolvere i conflitti in modo costruttivo. Spesso, la terapia può anche aiutare a rafforzare l'autostima e la fiducia in sé stessi, aiutando le persone a sentirsi più sicure di se stesse e a fare scelte più consapevoli. 🤗
Un'altra cosa importante da considerare è che la psicoterapia è un ambiente sicuro e privato in cui le persone possono esplorare i loro sentimenti e le loro emozioni senza giudizio o paura di essere giudicati. Lo psicoterapeuta è lì per ascoltare attentamente e offrire sostegno, guidando la persona nel processo di esplorazione di sé stessi e della propria vita. ❤️
Infine, è importante sottolineare che la psicoterapia non è una soluzione veloce o facile ai problemi. Richiede tempo, sforzo e impegno da parte del paziente, ma se fatta con il giusto atteggiamento e con l'aiuto di uno psicoterapeuta qualificato, può portare a risultati duraturi e significativi. 💯
In conclusione, la psicoterapia può essere incredibilmente utile per chiunque stia cercando di migliorare il proprio benessere mentale e le proprie relazioni. Se stai affrontando difficoltà personali o relazionali, considera di parlare con uno psicologo o uno psicoterapeuta per vedere se la terapia potrebbe essere utile per te. Non c'è niente di sbagliato nell'ottenere aiuto per risolvere i problemi della vita, e la psicoterapia potrebbe essere il primo passo verso una vita più felice e soddisfacente. 😊
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bergamorisvegliata · 2 years
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MA DI CHE AMORE PARLIAMO?
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"Ma ce l'hai una fidanzata?"; "Sei sposato?"; "Quante volte hai "combinato" con una donna?"; "Cosa aspetti a farti una famiglia?".
Quante volte tra amici, colleghi di lavoro, conoscenti o in altri contesti da "bar sport", ci siamo sentiti rivolgere queste domande? E quanto volte ci siamo sentiti un poco infastiditi, anche per il fatto che domande del genere hanno sempre l'effetto di invadere la nostra sfera privata.
E sempre restando in "tema", domande tipo "Sei mai stato innamorato?"; "A che età sei stato insieme a una ragazza?", e via discorrendo, come se l'essere innamorati, essere e vivere in una determinata situazione "sentimentale", avere come unico e solo obiettivo il matrimonio o comunque il fatto di avere un amore a cui dedicare la nostra vita, fosse il più completo della nostra persona.
Ed è qui che casca l'asino! Già, perchè se continuiamo a considerare che queste siano le sole motivazioni che ci portano a completare la nostra personalità, il nostro carattere e ad aumentare la nostra autostima...direi che c'è qualcosa che non va...
E' proprio il fatto -e qui prendo un po' "a prestito" alcune considerazioni fatte più volte dalla nostra amica Elisa Renaldin-
di rimanere ancorati a vecchi schemi, a rimanere chiusi in gabbie mentali o in recinti percettivi, che ci distoglie da quello che è ciò realmente l'amore. Sì, perchè amare (o amore che dir si voglia) non è solo un verbo riferito a una persona, ma è soprattutto il considerare che è ciò che sta attorno a noi che va coltivato con affetto, parsimonia, passione e dedizione: cosa c'è di più amorevole di dedicarsi a un animale domestico? Che c'è di più bello di veder crescere delle piante di casa? Che cos'altro può esserci di migliore che non mantenere in un certo modo e a nostra immagine la nostra casa e i nostri oggetti?...ovvero: non è forse bello avere cura di ciò che ci sta più a cuore, o avere una passione per la musica, per lo sport, per qualsiasi altra forma di spettacolo o di arte? E inoltre: anche il solo amare e prenderci cura di noi stessi è la forma d'amore più alta che ci possa essere.
Perchè, come sono racchiuse in alcune belle e profonde frasi di Frida Kahlo, "Innamorati di te, della vita e dopo di chi vuoi"; oppure "L’amore è come un profumo, come una corrente, come la pioggia. Sai, cielo mio, tu sei come la pioggia e io, come la terra, ti ricevo e accolgo."
Si potrebbe citare anche Oscar Wilde con "Amare sè stessi è l'inizio di una storia d'amore lunga tutta una vita"; o ancora "Un uomo che ama se stesso compie il primo passo verso l'amore reale".
Ma c'è un'altra componente dell'amore, ed è quella legata al sesso (e qui mi rivolgo ai miei "consessuali"): quante volte, parlando e ragionando su queste tematiche e soprattutto tra uomini, si è magnificato il fatto di fare sesso (in realtà il termine è un altro, ma non scadiamo nel volgare...) come della panacea di tutti i mali? Niente di più sbagliato!
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E qui si confondono sessualità e piacere con una mera, banale e vuota soddisfazione fisiologica da riempire, peraltro: si ritiene che dandosi al sesso "estremo", ogni problema per magia venga a scomparire, come se le ansie e le frustrazioni del periodo opaco che si sta vivendo in quei momenti scomparissero solo portandosi appresso una donna. E non crediate che le donne siano migliori degli uomini, in quanto frasi provocatorie, atteggiamenti persuasivi, sguardi ammiccanti e solo per soddisfare un tornaconto personale, spesso e volentieri traggono in inganno gli uomini. Ma è questo il vero amore? O anche riconoscendo che non è vero (e infatti non lo è...): sono queste le giuste soluzioni ai nostri problemi? Naturalmente NO!!!
E qui torniamo al discorso centrale e "centrato": se sappiamo cogliere l'essenza stessa dell'amore, prima di tutto amiamo noi stessi, dedichiamo a noi molto tempo in più del solito; curiamoci meglio, vogliamoci bene: ad esempio, anzichè recarci al lavoro con l'automobile e ovviamente nel limite del possibile, facciamo quattro passi. Il lavoro è troppo distante da casa? Cambiamolo, cerchiamo un luogo più vicino, è difficile? Sì se rimaniamo ancorati a vecchie credenze, a vecchi dogmi e ai soliti paradigmi; no se abbiamo il coraggio di cambiare noi stessi e di conseguenza di abbattere antichi pregiudizi; "cosa c'entra con l'amore" vi starete chiedendo...C'entra, c'entra...solo dimostrando che sappiamo amare il nostro corpo (nostro ovviamente come parte di noi stessi e non di altri, giusto per ribadire il concetto di "amore"), la nostra persona, venire incontro alle nostre esigenze che possano migliorare il nostro stile di vita...ecco, solo in quel caso, e naturalmente anche amando tutto ciò che ci circonda una volta trovata la tranquillità, potremmo davvero dedicarci all'amore, facendo bene attenzione a non scambiare questo amore con il sesso "estremo", in quanto si può amare una persona anche senza "accoppiamento fisico", ma con la stessa passione e amore che abbiamo verso di noi.
Riguardo a un altro "genere" di amore, o comunque completando il "discorso-amore": non siate delusi se la persona che ritenete di amare non vi corrisponde. Pensate solo per un attimo a quante altre persone sono in cerca di voi, e a quante persone vi amino senza che lo sappiate. Infatti, l'amore per poter esistere veramente dovrebbe "circolare", ossìa:
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leggete bene la frase dell'immagine sopra. Ebbene, amare e amore non corrispondono tanto (come si è sempre creduto) essere invaghiti e innamorati di una persona, in questo caso l'amore è "fermo", "immobile".
L'amore "circolare" riguarda un po' tutte le persone, ma saper amare, innanzitutto, è anche saper fare del bene, dimostrare affetto in ogni situazione, essere spesso presenti nelle situazioni più delicate, e -come scritto poche righe più in alto- amare qualcuno anche se non corrisposto, e immaginare che altri lo siano di noi, tanto prima o poi sappiamo che quella persona che amiamo o quella persona che ci ama, prima o poi s'innamorerà di noi e viceversa.
Infine (e con questa ultima constatazione chiudiamo)e tornando all'amore che molti conoscono, quello "tradizionalmente" inteso: MAI E POI MAI proporre attimi di "follia" o di "estremismo" sessuale, ma nemmeno di semplice abbandonarsi...Infatti non si può certo programmare una relazione del genere, ma se proprio ci si vuole abbandonare a quei piaceri, invitate la persona che desiderate a bere un caffè, oppure al cinema o per ciò che preferite; se e quando la "scintilla" dovesse scattare, con naturalezza e spontaneità vi lascerete andare e potrete godere dei momenti più belli.
Ma se anche ciò non dovesse accadere, non abbiate mai fretta e ricordate che comunque l'amore prima o poi si accorgerà di voi.
Infine, come è condensato nella frase dell'immagine qui sotto:
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e allora...
Buon Amore a tutte/i!!!
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Non faccio altro che causati nuovi blocchi invece di aiutarti a liberarti dalle tue prigioni mentali...
Non hai idea di quanto mi odio...
Mi dispiace, mi dispiace così tanto...
Solo che scusarmi non cambierà ciò che sono e non so nemmeno risolvere i problemi che mi rendono così...
Quindi se stai con me continuerai a subire gli effetti collaterali del mio essere un errore vivente...
A volte vorrei lasciarti, solo perché penso che così facendo tu potresti rinascere, pian piano guarire da tutto ciò che ti ho causato.
Credo che saresti una persona diversa, più felice, se stessi con una ragazza normale...
Che cosa posso fare per mettere fine a questo? È come se ti stessi trascinando a fondo con me, sempre di più, però ti amo e il solo pensiero che tu esca dalla mia vita per sempre mi fa morire...
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Assassini ma anche scimuniti
La ritardata mentale qui sopra sembra avere fretta di uccidermi, spararmi le radiazioni, per quanto dolorosissime e pericolose per la salute, non le basta più, a quanto pare vuole subito il cadavere...
Ci sono giorni in cui non mi è possibile nemmeno salire in terrazza perché si aggirano per il condominio loschi figuri o perché quelli che ci vivono di solito sembrano diventare pazzi, più pazzi del solito: incontrollabili Mi sacrifico io e non mi muovo di casa È un sacrificio che non posso fare per troppo tempo, perché i bastardi per stanarmi sparano molte più radiazioni, quindi o di qui o di là si muore lo stesso Adesso però sembra che si sia intensificata la linea dura: hanno fretta di uccidermi, e tutto questo con il consenso, l'aiuto e lo stipendio dati dallo Stato e dalle istituzioni italiane Insomma, l'Italia mi vuole morta, mi vuole morta il nostro esercito, il nostro Presidente, il nostro Governo, questi qui sopra sono solo la loro manovalanza, e se sono viva lo devo solo a me stessa, soprattutto quando l'infiltrazione terrorista di colpo si sente in grado di mostrarsi in tutto il suo tradimento...
(Ci sarebbe anche da chiedersi se questo é Zuckerberg travestito...Attenzione all'Intelligenza Artificiale e in cosa consista veramente, questi bambini invitati a giocare in questo ex convento cosa ci stanno a fare in realtà?)
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Si tratta di "Dai vita Onlus" una associazione che ha sede nell'ex convento delle Antoniane qui a Gravina di Catania, sulla via Etnea, a meno di un chilometro da casa mia... (per capirla tutta dovete leggere quel che ho appena postato su Threads... https://www.threads.net/@longoolgamaria_ )
Cosa sia l'IA l'ho capito da subito ma é argomento tabù (tabuto, insomma...!), poiché devo continuare a vivere tra la gente e la gente non vuole problemi e non vuole essere associata a persone in grave pericolo di vita come me, sono costretta a limitarmi, tranne nei casi in cui sto per essere uccisa e quindi non dovendo più frequentare pusillanimi la dico tutta così come la so... Insomma, il controllo telepatico delle mente umana passa dalle mafie locali alle dittature di Stato, e questo nel mondo intero, come fu per il coronavirus Voi capite che i cretini si esaltano all'idea di questo enorme potere dei loro padroni o dei loro parenti e pensano di poter fare quello che vogliono sulle persone che gli sono indicate come controllate dal di dentro (mi chiedo la CIA e il Vaticano come stanno vivendo questo momento di grande scoperta della telepatia da parte dei cretini tecnologici...) Insomma, é uno di quei momenti strani durante i quali se non sei una bambina drago non sopravvivi e se sei una bambina drago ti ammazzano peché lo sei...
L'Intelligenza Artificiale, nome in codice per l'interferenza telepatica, é sempre esistita, siamo tutti potenzialmente telepatici, alcuni più di altri perché reggono meglio l'interferenza, altri in maniera più controllata perché più coscienti In effetti la coscienza uccide la telepatia, ma c'è un motivo per il quale ci chiamano "bambini drago" (anche se ho 55 anni il termine rimane quello, non ce n'è uno per quando si è adulti perché normalmente ci uccidono mentre ancora siamo bambini) Il motivo è che la telepatia fa parte dell'essere umano e che lo pseudo collegamento telepatico tecnologico è dovuto non a della tecnologia ma ad un drago! Uno spirito della Natura che si diverte a collegare gli esseri a se stesso e poi fa scherzetti a quelli che vogliono continuare a vivere nel mondo delle illusioni L'interferenza telepatica é evidente negli omosessuali e nei drogati e anche in alcune malattie mentali in cui l'individuo è totalmente preso da questo collegamento telepatico e non riesce più a distinguere le proprie sensazioni, emozioni, i pensieri stessi e se stesso da ciò che lo afferra L'unica maniera per restare con i piedi per terra é quello di essere sempre coscienti di se stessi, di sapere esattamente cosa siamo e cosa vogliamo e di togliersi di dosso il troppo della radiazione che permette il collegamento telepatico Perché di una radiazione si tratta anche se non é altro che il corpo del drago...
I mafiosi, quelli veri, sono spesso preti, sanno come funziona questa cosa telepatica e ne approfittano facendo finta che si tratta del loro potere, quando invece non lo é Ci sono, è vero, dei taser, delle armi di interferenza con il sistema energetico del corpo di qualunque essere vivente, ma quelle armi servono solo a creare sintomi di malattie, servono a procurare clienti a medici e farmacisti, non hanno niente a che vedere con la telepatia, al massimo, se usati in misura molto massiccia possono causare sciatiche, intorpedimento muscolare o paralisi totali ma passeggere che di solito non durano più di un'ora
Io queste cose le so perché i vicini di casa mi sparano addosso questi taser ed erano così sicuri di potermi fare ammalare che mi hanno gettato addosso tutto il loro arsenale La chiamano "iniziazione", ma se non sei una bambina drago una iniziazione simile può solo ucciderti
Per quel che riguarda i bambini drago, cioè i super eroi imbattibili protetti dalla Natura, occorre fare una precisazione: siamo tutti potenzialmente bambini drago, siamo tutti eterni perché dopo la morte ci reincarniamo e ad ogni vita dobbiamo superare delle prove per diventare più forti I bambini drago sono soltanto gli esseri umani più evoluti, quelli che hanno affrontato ogni vita con maggiore coraggio e coscienza e quindi sembrano dei super eroi se confrontati al resto dell'umanità
Se lasciamo perdere religioni e scienza e guardiamo la realtà per quella che é molte delle cose che vi ho raccontato vi saranno evidenti La scienza è la nuova religione e la tecnologia la nuova ottusità, non abbiamo bisogno di telescopi nè microscopi, nè di occhiali per guardare la realtà, abbiamo i nostri sensi e la nostra coscienza e quando non sono nostri ce ne accorgiamo, anche se non vogliamo ammetterlo...
A presto...!
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silvershadoww · 4 months
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diciamo che epra sono punatata verso una visuale piu calma e 'minimalista? quasi infantile, ho uno stle molto vario che si espand in varie cose, non voglio limitarmi in qualcosa, ma voglio fare cose che siano piu spicifche , rappresnetativee d iconiche e che si focalizzino tute su un unica energia, se spendi le energie in troppe cose poi si disperdono, quindi io voglio spenderle su qualcosa di specifico ,la mia arte è molto visionaria ed ampia e voglio sia lasciare qualcosa nel fumetto, intso come illustrazione / disegno ma anke ualcos che abbia a che fare con la moda, le subculture undegound per intenderci, ma devo ancora trovare una chiave , un qualcosa di fisso in tutte le cose mutvoli che ci sono, non mi piaciono le cose eccssvamnete profonde psicologche cc eccc , io voglio rimanere sempre in qualcosa ke sia leggro spensieratoe soft funny un po come la mi infanzia, la chiave un po goth rimane sempre, ma anke quella street . sn tutte varianti ke hnno fatto parte di me . e anke la spititualità ke mi spinge a fare le cose, nn voglio perdere troppo tempo nell'analisi della mia perosna pk io sono smplicemente quetsa , mi sono gia analizzata abbastanza. nonotante io sia una erosna che tende ad isolatsi abstnza, ho bisogno di connessioni, i amiciize e cogloo oltivare queste . diciamo ke un po come tutti, ho il mio mondo introspettivo (che ono i disgenie l poesia, la scrittura , che sono come miei diari perosnali, esposyi alle persone . 9 e poi c'è la me sociale e sinceramnete io voglio splednere nn mi poace stare siolata u knowww .. in raltà in mezzo a utto questo caos sn una perosna abbastanza simpy che si accontenta delle cose semplici, mi basta un tramonto, il mare, stare on persone che mi vogliono ebne , having fun ,a pprezzare ed amare la vita momento per momento per quella che , vale sempre bene sognare in grande ma a volte si guatrd un po troppo lontano da dove si è . ho disprezzato tanto la mia sicily ma andarsene dalla sicilia è difficle, diventa la tua acsa il tuo mondo, è vero che l'isola ti risucchia, ma in ondo m pice , so che fuori c'è il mondo e c'è di piu, e pi persone interessanri , ma è bene anke costruire qui una rete di persone . dicevo questo. è ebne curare il perosnaggio, non posos negar, nikolebka è un perosnaggio, ma sono io, è la mia estenzione !! e curare un personaggio per farlo splendere, nn si puo negre, belelzza carattere perosnaltà e vai dove vuoi ... isolarsi nn fa bene , essere un perosnaggio misterioos è ok .. ma isolaris troppo mmmmhh..... najh! io voglio avere una bella rete di amiciize ! sono una perosna di cuuore, e voglio esser e amaa dalle perosne e mare ! creare dei blocchi e mettere l'ofio è solo un osa infantile, io voglio poratre l'ampre e la lice 11 voglio stare bene me e anche li altri . nel mondo c'è talmente sofferenza etalmnte falsità e ipocrisia , che e-è veramnete brutto... basta vedere cio che sta succedendo in palestina .. e noi siamo povelgiati che posismo almentarcie stare male per problemi futili .. io sono stata male molto spesso per i miei stessi porblemi mentali, per undo mi sono tarscurat , e tutta l'energia e la voglia dentro i me accumolata che doveva esplodere, ma guarre al passato con ebene e male non ha senso .. ogni periodo aveva le sua diverse sfaccettature, ma si va sempre vanti come sempre. anke guardare alle persone in quel modo è stupido. io non riesoc a farti stare male perchè se pensoa te che stai male sto male io . ma non posso iusare troppa della mia empatia ni tuoi confronti, posos solo perdonarti perhcè ti capisco. ma prenderoati . coem perodno me stessa. sono smepre stata io, ma a n preda alla confusione , alla trsitezza a pensieri ed emozioni difficili da gestire .. ma quetse espieinze ti sevono per espanderti ed essere di aiuto all'altro.. quando dico che voglio essere io l'opera d'arte intendo io, il mio aspettofuori edentro e la mi vita .. (poi i dipinti ecc sn solo le mie lttle visioni)nnn sono una punkabbestai. i dont even like smoking cannabis or getting drunk till bad . ma lo dico sempre, alla fine sono solo una little girl..
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susieporta · 1 year
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Gli effetti collaterali della Consapevolezza.
1)-La cerchia dei vostri amici si restringerà. I soliti discorsi vi sembreranno sempre meno interessanti. Non potrete sostenere le conversazioni sul mondo che va sempre di male in peggio. Diventerete scomodi per i vostri amici, perché rovinerete il solito gioco.
2)-Vi sarà pesante fare il lavoro che non amate o fare ciò che non ha senso. Perciò, sceglierete o di cambiare tutto, radicalmente, o di accettare e di impegnarvi al massimo. Mancheranno i fattori che prima vi tenevano sul vostro lavoro (la necessità, la paura, l'abitudine).
3)-Anche le vostre relazioni subiranno un colpo. La maggioranza delle relazioni non sono unioni degli uguali, ma un insieme delle dipendenze e delle compensazioni.
4)-Vi sentirete soli, perché saranno tagliati i rapporti costruiti sul vuoto, sull'egoismo, sul consumismo. E questo nuovo vuoto prima vi spaventerà, ma presto si riempirà con tutte le cose vive e vere che voi avete dentro.
5)-Non potrete più ingannare voi stessi o gli altri, sentirete qualsiasi bugia interiore nelle parole, nei pensieri, nelle azioni.
6)-Capirete che la gente intorno a voi sta soffrendo. Non è la loro vita pesante che crea questa sofferenza, ma il sentore che qualcosa non va, nella vita.
Se prima eravate molto occupati a vivere la vostra sofferenza, ora non ne avrete più, e perciò potrete aiutare gli altri, nei modi che riuscirete a trovare.
7)-Vi vergognerete per le vostre parole e azioni del passato, perché capirete che la fonte dei vostri problemi siete voi e non gli altri.
Ma dopo che lo avrete capito, la vergogna se ne andrà e arriverà una calma interiore.
8)-Parlerete meno, perché non ci sarà più posto alle parole pronunciate per paura, per invidia, per egoismo.
Non coltiverete più odio ma solo amore...verso tutti.
Non scriverete dei commenti pieni di indignazione nei social, non li riterrete importanti.
Capirete che il silenzio è veramente quell'oro che prima non riuscivate a vedere.
9)-Crollerà il vostro quadro della realtà. Capirete che non esiste soltanto una vostra opinione, l'unica giusta, e tutte le altre ingiuste, ma uno spazio infinito delle varianti e delle possibilità. State vivendo quella vita che meritate, e non ne avrete altra se non diventerete responsabili di ciò che state facendo.
10)-Giorno dopo giorno, tutto ciò che è vero crescerà, si rafforzerà e metterà le radici. Non è un processo piacevole, spesso si tratta della rottura delle annose abitudini e degli stereotipi.
Ma quando emergerete dalle macerie dei cliché mentali, capirete che ne valeva la pena.
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sognosacro · 7 months
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Io
nella considerazione delle composizioni ancestrali della preistoria
abbiamo riscontrato un compito importante della contemplazione nel sistema mondiale.
Il preistorico era solito a contemplare la bellezza della natura in modo organico e riscontrava in sè una completa sensazione di benessere.
La nostra idealizzazione del passato ci ha resi importanti interpreti delle testimonianze rese incomplete dall'uomo.
La possiamo dedurre come una mancanza di conoscenza o di imposizione sociale sulla creatività dell'uomo.
Dobbiamo disporre di ogni mezzo per scorgere in noi stessi la stessa bellezza di quel tempo, per riproporre la natura nel suo stano naturale.
In questo paesaggio storico ritroviamo la bellezza della natura in uno stato rurale incolto.
Il suo volto naturale era ricoperto di erbe e piante di ogni genere e ricopriva l'intera superfice.
Non esisteva elettricità e le stelle erano molto più visibili di oggi.
Nella preisotira il comportamento dell'uomo rifletteva l'animale in quanto nell'osservazione incorporava la maggiore quantità di informazioni disponibili.
L'esperienza interiore dell'uomo era compresa dall'imparare ad esistere ed evolvere.
Il suo comportamento riportava la complessità del suo modo di comprendere e la semplicità del proporre il problema da risolvere.
Nel suo compito si realizzavano diverse impostazioni mentali che riproponevano le sue osservazioni.
La prima a sviare la sua consistenza in qualcosa di diverso era la soluzione.
Questo meccanismo si è riproposto per millenni.
Adesso in questa occasione, vi comunico che non ci saranno più problemi da risolvere, ma vie da seguire.
Il compito di un uomo è quello che porta la persona a superare tutto ciò che avviene durante il percorso.
Quello che va fatto è liberare la propria mente e recepire il simbolo da seguire.
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cinquecolonnemagazine · 11 months
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Ludopatia: cos'è e come curarla
Cos'è la ludopatia e come curarla? Quello che semplicisticamente è definito come il vizio del gioco è, in realtà, qualcosa di molto più complesso. La ludopatia, infatti, è inserita nel Manuale dei Disturbi Mentali, ha un'origine neurobiologica oltre che sociale con sintomi riconoscibili e conseguenze devastanti. Da vizio a disturbo mentale La ludopatia, detta anche Disturbo da Gioco d'Azzardo, è l'incapacità di gestire e domare gli impulsi legati al gioco. Per questo motivo fino a una decina di anni fa era considerata un disturbo di tipo compulsivo. Nel 2013, poi, il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali - DSM 5 (APA, 2013) l'ha compresa nell'ambito delle "dipendenze senza sostanze" e dei disturbi da addiction. La stessa categoria alla quale appartengono, per intenderci, lo shopping compulsivo, le dipendenze da lavoro (workaholism), la dipendenza da Internet. Dal 2012, in Italia, la ludopatia, intesa come gioco d'azzardo patologico, è inserita dal Sistema Sanitario Nazionale nei Lea, i Livelli essenziali di assistenza sanitaria. Quali sono i sintomi della ludopatia I sintomi della ludopatia sono gli stessi che riscontriamo nel caso delle dipendenze da sostanze: - craving: cioè forte desiderio - assuefazione - astinenza - depressione - irritabilità - disturbi delle funzioni cognitive - ansia - alterazione del ritmo sonno-veglia Come riconoscere una persona affetta da ludopatia? Ecco alcune delle sue caratteristiche più riconoscibili: - il pensiero è sempre rivolto al gioco: ripensa alle esperienze passate, escogita il modo per ottenere i soldi per giocare, pianifica la successiva sessione di gioco - utilizza il gioco per placare emozioni come sensi di colpa, ansia, disagio - diventa irritabile se tenta di ridurre o di abbandonare il gioco - ha bisogno di investire nel gioco quote di denaro sempre crescente e quando perde spesso ricomincia a giocare per recuperare quanto perso Chi soffre di ludopatia tende a nascondere la propria patologia e il denaro giocato. Molto spesso a causa della ludopatia chi n'è affetto perde importanti occasioni di studio, lavoro o relazioni sentimentali e rapporti di amicizia. Le persone ludopatiche, infatti, tendono a ricorrere a tutte le loro conoscenze per procurarsi il denaro da giocare. Cosa causa la ludopatia? Il passaggio della ludopatia da disturbo compulsivo a disturbo del comportamento ha cambiato il modo di guardare alle cause scatenanti. Il Disturbo da Gioco d'Azzardo nasce da una combinazione di diversi fattori di natura biologica, sociale e psicologica. Da un punto di vista biologico possiamo farlo risalire a un malfunzionamento nel sistema dei neurotrasmettitori con particolare riferimento a quelli che coinvolgono la dopamina, la serotonina e la noradrenalina. Ciò compromette alcune funzioni legate al ragionamento. Sono particolarmente predisposte a sviluppare questa patologia anche le persone che hanno problemi a gestire gli impulsi. Da un punto di vista sociale contano molto la storia familiare e l'esposizione al gioco. Le persone con familiari ludopatici tendono a diventare essi stessi ludopatici più facilmente. Ludopatia: come curarla? Come si cura la ludopatia? Il primo passo è riconoscere di avere un problema e chiedere aiuto. Può sembrare banale ma questo tipo di disturbo crea un vortice che toglie lucidità. Il secondo passo è affidarsi a un professionista che valuterà il percorso di cura più adeguato. Tale percorso prevede generalmente diverse sessioni di psicoterapia alle quali può essere abbinata, all'occorrenza, la somministrazione di farmaci specifici. In copertina foto di Clarence Alford da Pixabay Read the full article
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lestreghedifenix · 1 year
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GLI EFFETTI COLLATERALI DELLA CONSAPEVOLEZZA
- La cerchia dei vostri amici si restringerà. I soliti discorsi vi sembreranno sempre meno interessanti. Non potrete sostenere le conversazioni sul mondo che va sempre di male in peggio, sulla colpa di quel tizio, ecc. Diventerete scomodi per i vostri amici, perché rovinerete il solito gioco.
- Vi sarà pesante fare il lavoro che non amate o fare ciò che non ha senso. Perciò, sceglierete o cambiare tutto, radicalmente, o accetterete di impegnarvi al massimo. Mancheranno i fattori che prima vi tenevano sul vostro lavoro (la necessità, la paura, l'abitudine...).
- Anche le vostre relazioni subiranno un colpo. La maggioranza delle relazioni non sono unioni degli uguali ma un insieme delle dipendenze e delle compensazioni.
- Vi sentirete soli, perché saranno tagliati i rapporti costruiti sul vuoto, sull'egoismo, sul consumismo. E questo nuovo vuoto prima vi spaventerà, ma presto si riempirà con tutte le cose vive e vere che voi avete dentro.
- Non potrete più ingannare voi stessi o gli altri; sentirete qualsiasi bugia interiore nelle parole, nei pensieri, nelle azioni.
- Capirete che la gente intorno a voi sta soffrendo. Non è la loro vita pesante crea questa sofferenza, ma il sentore che qualcosa non va, nella vita. Se prima eravate molto occupati a vivere la vostra sofferenza, ora non ne avrete più, e perciò potrete aiutare gli altri, nei modi che riuscirete a trovare.
- Vi vergognerete per le vostre parole e azioni in passato, perché capirete che la fonte dei vostri problemi siete voi e non gli altri. Ma dopo che lo avrete capito, la vergogna se ne andrà, e arriverà una calma interiore.
- Parlerete meno, perché non ci sarà più posto alle parole pronunciate per paura, per invidia, per egoismo. Non scriverete dei commenti pieni di indignazione nei social, non li sentirete importanti. Capirete che il silenzio è veramente quell'oro che prima non riuscivate a vedere.
- Crollerà il vostro quadro della realtà. Capirete che non esiste soltanto una vostra opinione, l'unica giusta, e tutte le altre ingiuste, ma uno spazio infinito delle varianti e delle possibilità. State vivendo quella vita che meritate, e non ne avrete altra se non diventerete responsabili di ciò che state facendo.
Giorno dopo giorno tutto ciò che è vero crescerà, si rafforzerà e metterà le radici. Non è un processo piacevole, spesso si tratta della rottura delle annose abitudini e degli stereotipi. Ma quando emergerete dalle macerie dei cliché mentali, capirete che ne valeva la
pena.
#lestreghedifenixtarot #lestreghedifenixwitchtcraft
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interlinked49 · 1 year
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voi non sapete io quanto le invidio le ragazze normali che non hanno tutti sti problemi mentali esaurimenti ogni tre x due crisi di nervi identità rabbia repressa pensieri intrusivi che se avessero la meglio dovrebbero farmi un tso voi non sapete che cosa darei per non essere io per essere normale per un giorno per non sentirmi come se fossi un animale in gabbia come se ogni giorno stessi per esplodere e distruggere tutto non sapete quanto vorrei essere normale
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yoursweetberry · 2 years
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Sono andata con mio padre a fare la spesa, ora sono a casa e prima di cenare vorrei fare un bagno caldo di almeno mezz’ora.
Mia zia non so che problemi mentali abbia ma mi ha chiamata per raccontarmi di un’amica di mia zia marilena che ha gli stessi sintomi e le cose di mia mamma e le hanno diagnosticato un tumore dopo aver fatto 3000 controlli diversi. Però “non lo dire a tua mamma lo sto dicendo a te così”.. certo perchè io chi sono? mica ho dei sentimenti? vabbè nemmeno più resto scioccata
lo giuro quanto vorrei venisse a me un tumore e sapere di morire perchè veramente non riesco a desiderare altro non ce la faccio più
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