Tumgik
#un anno di scuola
omarfor-orchestra · 10 months
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phjlavtia · 1 year
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going insane a parte che mentre stavamo nella navetta per il diciottesimo sono uscite le materie d'esame ma poi tipo bell e buon si scopre che alcuni non vanno più in scienze domani e io ci dovevo andare sabato quindi sicuramente chiamerà altri e io comunque ho studiato ma mo sono le cinque meno dieci e io sto ripetendo da un'oretta chimica e ora mi devo mettere a fare biologia perché quella viene alla prima ora e io oggi non ho aperto mezzo libro. le mie cervella mi stanno uscendo dalle orecchie come dio sfaccimma mi ricorderò ste cose so solo che gli alcoli sono quello che il mio stomaco sta digerendo mo e la formaldeide è quella che vorrei bermi ora perché non ce la faccio più
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lonelysmile · 2 years
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cari azzurri,
godetevi il seppur breve ma meritato riposo
non avrei mai pensato di dirlo ma, dopo quasi un anno che vi seguo, nonostante tutto mi mancherete
buone vacanze 💙
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papesatan · 6 months
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E già qualcuno fra i parenti ha osato chiedermi del concorso. Ma come, non partecipi? Vedo già le mie zie insegnanti partir gagliarde con le solite domande cui non saprò cosa rispondere. La verità porterebbe a una bruta discussione, meglio tentar la via della cieca ignoranza o, peggio ancora, della menzogna compiacente. Ogni volta resto muto e interdetto, incapace di soffrirne a voce, perché ho un lavoro, cristo, un lavoro creatomi dal nulla, MI SONO DATO un lavoro e per loro non è abbastanza, perché non è un posto pubblico. Forse chi ha visto Quo vado? ma vive al nord non ha ben chiaro quanto quel film ritragga fedelmente la gretta mentalità della mia terra, ma è davvero così e non fa ridere per niente. Ricordo ancora benissimo i mesi precedenti l’apertura, il silenzio dei parenti, il vuoto intorno, le risatine di mia nonna: “Ma verrà qualcuno?” e l’insistenza di mia zia: “Hai mandato le Mad? Dovresti provare col sostegno, da lì è più facile entrare” (e di questa immonda realtà parleremo un’altra volta). Ci litigai, speravo d’aver chiarito una volta per tutte le mie intenzioni, ma puntualmente dopo qualche mese tornò a chiedermi: “Allora, hai mandato le Mad? Nessuna supplenza?” “Eh, no” mentii “purtroppo nulla”. Ci rinuncio, perché quella dei nostri genitori ormai è una generazione totalmente slegata dalla realtà, convinta di vivere ancora gli anni ‘90, dove tutto era possibile, dove entravi dove volevi con l’aiuto di zio Cosimino, dove il politichino di turno sistemava gli amici di amici, dove una laurea e un concorso significavano qualcosa. Oggi la mia dipendente, povera crista che quando non lavora passa le giornate a studiare, mi ha rivelato che per la sua classe di concorso i posti messi a bando per la Puglia saranno 3. Come dovrei non incazzarmi? Come si può restare calmi di fronte a tanto schifo? Capite perché ho mandato tutti al diavolo, aprendo la MIA scuola? Non possiamo star qui a invecchiare all’ombra di mamma e papà, in attesa che lo stato ci permetta di fare ciò che abbiamo sudato e studiato decenni per fare. In famiglia nessuno sa che ad aprile ho rinunciato all'orale. Non li ritengo stupidi, è probabile che qualcuno abbia capito (forse mia madre?), dall’Usr dell’Emilia Romagna si sono fatti vivi dopo un anno (un anno!) dal superamento dello scritto, questo sì, ma è poco plausibile che venga indetto un nuovo concorso senza aver posto fine al precedente. Almeno il dubbio deve averli sfiorati. Ma non ho il coraggio di dirglielo, lascerò che lo capiscano da sé, se vogliono, non sopporterei la cenere di quegli sguardi delusi, il ricordo di mio padre che dopo lo scritto esulta al telefono: “Volesse Iddio che ti sistemi”, la segretaria dell’Usr che alla rinuncia insiste incredula al telefono ed io che le rispondo: “Non posso, ho cambiato vita”. No, la verità li ammazzerebbe, non so manco perché poi. E la cosa che mi fa più ridere è che proprio loro, le mie care zie insegnanti, gente del mestiere, non capiscono che non potrei affiancarlo in nessun modo a ciò che già faccio, perché è già un lavoro a tempo pieno. Come potrei mai dedicarmi il pomeriggio al doposcuola e preparare al tempo stesso le lezioni del giorno dopo? Partecipare ai consigli, collegi vari, attività pomeridiane ed essere ubiquamente al mio locale? Gestisco un’attività, cazzo, non è mica il lavoretto dell’estate. Ma non lo capiranno mai tanto, meglio che m’abitui sin da ora a ripetere: “Oh, sì, eccome se ho sentito! Non vedo l’ora di tentar la sorte anch’io alla lotteria!”    
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orotrasparente · 1 month
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mia mamma è cresciuta in una famiglia molto povera perché mio nonno materno è morto quando aveva poco più di 30 anni sul lavoro, non ha potuto studiare perché lavora da quando ha 13 anni ma qualche anno fa ha deciso di iscriversi a scuola serale e quest’anno prenderà la maturità, i compiti capita qualche volta che glieli faccio io perché sono materie giuridiche e vabbè il diritto è la mia cup of tea, mo ha preso un ottimo voto in diritto e sfotterla è la cosa che mi riesce meglio:
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l-incantatrice · 1 month
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Oggi a scuola di mio figlio fanno la foto di classe. Lui e i suoi compagni si sono messi d’accordo per vestirsi eleganti,perché è l’ultimo anno che sono insieme e vogliono un bel ricordo. Stamattina ha indossato pantaloni neri e camicia bianca. Che teneri che sono!
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fridagentileschi · 1 year
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Bella risposta ai gretini
Alla cassa di un supermercato una signora anziana sceglie un sacchetto di plastica per metterci i suoi acquisti.
La cassiera le rimprovera di non adeguarsi all’ecologia e gli dice:
“La tua generazione non comprende semplicemente il movimento ecologico. Noi giovani stiamo pagando per la vecchia generazione che ha sprecato tutte le risorse! “
La vecchietta si scusa con la cassiera e spiega:
“Mi dispiace, non c’era nessun movimento ecologista al mio tempo.”
Mentre lei lascia la cassa, affranta, la cassiera aggiunge:
” Sono persone come voi che hanno rovinato tutte le risorse a nostre spese. E ‘ vero, non si faceva assolutamente caso alla protezione dell’ambiente nel tuo tempo.”
Allora, un pò arrabbiata, la vecchia signora fa osservare che all’epoca restituivamo le bottiglie di vetro registrate al negozio. Il negozio le rimandava in fabbrica per essere lavate, sterilizzate e utilizzate nuovamente: le bottiglie erano riciclate. La carta e i sacchetti di carta si usavano più volte e quando erano ormai inutilizzabili si usavano per accendere il fuoco. Non c’era il “residuo” e l’umido si dava da mangiare agli animali.
Ma noi non conoscevamo il movimento ecologista.
E poi aggiunge:
“Ai miei tempi salivamo le scale a piedi: non avevamo le scale mobili e pochi ascensori.
Non si usava l’auto ogni volta che bisognava muoversi di due strade: camminavamo fino al negozio all’angolo.
Ma, è vero, noi non conoscevamo il movimento ambientalista.
Non si conoscevano i pannolini usa e getta: si lavavano i pannolini dei neonati.
Facevamo asciugare i vestiti fuori su una corda.
Avevamo una sveglia che caricavamo la sera.
In cucina, ci si attivava per preparare i pasti; non si disponeva di tutti questi aggeggi elettrici specializzati per preparare tutto senza sforzi e che mangiano tutti i watt che Enel produce.
Quando si imballavano degli elementi fragili da inviare per posta, si usava come imbottitura della carta da giornale o dalla ovatta, in scatole già usate, non bolle di polistirolo o di plastica.
Non avevamo i tosaerba a benzina o trattori: si usava l’olio di gomito per falciare il prato.
Lavoravamo fisicamente; non avevamo bisogno di andare in una palestra per correre sul tapis roulant che funzionano con l’elettricità.
Ma, è vero, noi non conoscevamo il movimento ambientalista.
Bevevamo l’acqua alla fontana quando avevamo sete.
Non avevamo tazze o bottiglie di plastica da gettare.
Si riempivano le penne in una bottiglia d’inchiostro invece di comprare una nuova penna ogni volta.
Rimpiazzavamo le lame di rasoio invece di gettare il rasoio intero dopo alcuni usi.
Ma, è vero, noi non conoscevamo il movimento ambientalista.
Le persone prendevano il bus, la metro, il treno e i bambini si recavano a scuola in bicicletta o a piedi invece di usare la macchina di famiglia con la mamma come un servizio di taxi 24 h su 24. Bambini tenevano lo stesso astuccio per diversi anni, i quaderni continuavano da un anno all’altro, le matite, gomme temperamatite e altri accessori duravano fintanto che potevano, non un astuccio tutti gli anni e dei quaderni gettati a fine giugno, nuovi: matite e gomme con un nuovo slogan ad ogni occasione.
Ma, è vero, noi non conoscevamo il movimento ecologista!
C’era solo una presa di corrente per stanza, e non una serie multipresa per alimentare tutta la panoplia degli accessori elettrici indispensabili ai giovani di oggi.
Allora non farmi arrabbiare col tuo movimento ecologista!
Tutto quello che si lamenta, è di non aver avuto abbastanza presto la pillola, per evitare di generare la generazione di giovani idioti come voi, che si immagina di aver inventato tutto, a cominciare dal lavoro, che non sanno scrivere 10 linee senza fare 20 errori di ortografia, che non hanno mai aperto un libro oltre che dei fumetti, che non sanno chi ha scritto il bolero di Ravel…( che pensano sia un grande sarto), che non sanno dove passa il Danubio quando proponi loro la scelta tra Vienna o Atene, ecc.
Ma che credono comunque poter dare lezioni agli altri, dall’alto della loro ignoranza!
Fonte: blog decideilpopolo.it
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focacciato · 3 months
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QUANDO LE FAI GLI AUGURI E LE REGALI UN MAZZO DI MIMOSE MA MAGICAMENTE NON SCOMPAIONO SECOLI DI DISPARITÀ DI GENERE, IL NUMERO SPROPOSITATO DI FEMMINICIDI, LA RIDICOLIZZAZIONE DELLE MOLESTIE SESSUALI E L'USO IMPROPRIO DEI PRONOMI DI GENERE
Nel 2024 sono state uccise 9 donne a fronte delle 42 vittime del 2023. I femminicidi aumentano in anno in anno ed è stupido pensare che siano casi isolati. È tutt'altro. È colpa di una cultura patriarcale che getta ogni giorno di più le fondamenta su un sistema intrinseco di possesso. Secondo Save the Children l'84% delle donne ha ricevuto almeno una molestia nella vita. Un dato che preoccupa perché continua ad aumentare. Le donne muoiono e ancora le istituzioni e i giornali cercano di minimizzare il tutto parlando di casi isolati, di branchi, di pazzi. Qua non si tratta di mostri, si tratta di persone pienamente convinte di ciò che fanno, di chi non accetta un no, di chi semplicemente pensa di poter dominare l'altra persona. È importante e fondamentale cambiare registro, instaurare una cultura del rispetto e dell'affettività a scuola. Iniziare a zittire l'amico che fa una battuta sessista in un gruppo whatsapp. Ognuno può fare il proprio. Anche da un semplice no. È ora di smetterla di ignorare, di minimizzare, è ora di essere alleat3
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abatelunare · 3 months
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Baci, baci, baci. Ormai non pensavano ad altro che a baciarsi. Era una sete febbrile di baci (Giani Stuparich, Un anno di scuola e Ricordi istriani).
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belladecasa · 2 months
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Io: assurdo sto piuttosto bene da tre mesi a questa parte amo il litio ehehhe
Sempre io: convinta di avere un linfoma e di star per morire e allo stesso tempo desiderosa di prendere un’altra laurea nonostante la prima mi abbia irreparabilmente logorata mentalmente per poi tentare di fare lo stage in Commissione Europea e allo stesso tempo odio il mio lavoro e voglio lasciarlo e allo stesso tempo penso no dai potrei fare carriera qui e allo stesso tempo sto studiando per prendere le certificazioni di insegnamento dell’Italiano mentre aspetto di fare il percorso per i 60 cfu ma forse boh il prossimo anno faccio il bando MIUR e vado ad insegnare in Francia o in Belgio perché tanto a Bruxelles potrei pure lavorare nella scuola dove ho fatto lo stage sicuro mi riprendono per fare un tot di ore ma non voglio veramente andare all’estero perché voglio stare qui io sono troppo italiana stare qui e fare quattro figli quello che voglio è solo questo fare i figli con il mio amore sì sì ma avevo anche detto a me stessa (e non solo) che non avrei mai messo nessuno in questo mondo soprattutto considerando i miei trascorsi psicologi e rinologici eppure eccomi qui solo i bimbi mi rendono felice ma sto anche per morire ecc.
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omarfor-orchestra · 1 year
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Perché ho la sensazione che finirò per lasciare l'università
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kon-igi · 6 months
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Buongiorno di nuovo.
Altro quesito che potrebbe essere di interesse comune.
Ho fatto il vaccino antinfluenzale e ho gli anticorpi covid, essendomelo preso circa tre settimane fa.
Da ottobre a oggi, in media ogni due settimane, sto prendendo virus/batteri diversi per cui mi son fatta mal di gola e una settimana di "sanità (non mentale...che quella lasciamo perdere...), poi super raffreddore e una settimana di respiro, tosse assurda e dopo due settimane ho avuto un po' di siesta in cui ho fatto l'antinfluenzale, poi mi son presa il covid, son stata bene per una settimana e di nuovo mi son presa raffreddore e tosse ed ira pure dissenteria...
Premesso che lavoro con untori di 6 anni che vengon sbattuti a scuola anche con 39°C di temperatura (oltre che con cagotto, tosse, congiuntivite, nausea, ecc ecc), può rientrare nella normalità (da sfigata) prendere la qualsiasi, una dopo l'altra, così a ripetizione?
Non ho voglia di passare un inverno sempre ammalata (che poi divento untrice a mia volta, perché a parte quando ho avuto il covid con febbre, mica son stata a casa...alla faccia di chi dice che i dipendenti pubblici si approfittano e bla bla bla).
C'è qualcosa che si possa fare x aumentare le difese immunitarie ed ammalarsi meno? (ovviamente non posso sopprimere i bambini, non ho intenzione di stare a casa a deprimermi e a svenare l'inps e farei a meno della ffp2 everytime, come invece avevo dovuto fare lo scorso anno, reduce dal cancro).
Thanks a lot!!!
Per spiegare perché questo succede, userò l'allegoria dell'organismo come una casa in continua costruzione.
Questa sei tu
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ma invece di essere circondata da fiori con sole sorridente e nuvolette, tu sei stata costruita qua
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(questo vale per qualsiasi essere vivente, mica solo per te)
Un ambiente ostile... una landa desolata squassata da fiamme, cenere e polvere; l'aria stessa che si respira è un'esalazione velenosa (cit.).
L'ossigeno è corrosivo, i raggi ultravioletti cancerogeni, ogni cibo tossico e infetto, quindi la nostra lotta per la sopravvivenza comincia già al primo vagito di saluto a questo mondo (di merda).
Ma il nostro organismo è stato addestrato da milioni di anni di evoluzione a difendersi egregiamente e lo fa replicando costantemente le cellule di tutte quelle parti di corpo che sono soggette a tali attacchi.
E per tutte intendo proprio tutte... non c'è tessuto, organo o apparato che non necessiti di continua rigenerazione cellulare, per morte programmata o indotta.
Tu sei quella casetta, quindi, dove ogni giorno centinaia di operai posano nuove mattonelle, nuovi tubi, nuovi fili, nuovi mattoni e nuove tegole per mantenerti esteticamente e funzionalemente a posto.
Ovviamente ci sono i direttori dei lavori che controllano che gli operai facciano un buon lavoro, dando istruzioni dettagliate e tenendo d'occhio gli apprendisti, visto che l'impegno è tanto e il turn over molto serrato.
Ogni giorno i direttori (il sistema immunitario, se non s'era capito) devono licenziare quegli operai che vanno fuori di testa e costruiscono muri storti o annodano i tubi... ed è così che la maggior parte delle volte evitiamo che ci venga un tumore da qualche parte.
La maggior parte delle volte... a ogni costante replicazione cellulare, infatti, c'è il rischio che qualcosa vada storto e purtroppo a volte l'operaio fuori di testa fa danni invisibili e silenziosi e a volte insegna anche agli altri a fare pessimi lavori.
(per inciso, quando diciamo che un qualcosa è CANCEROGENO non significa che ti faccia venire istantaneamente un tumore ma che aumenta la possibilità che faccia inserire dati sbagliati nella replicazione di una cellula, facendola saltare fuori 'diversa')
Per ciò che riguarda gli attacchi esterni di virus e batteri, i direttori dei lavori danno istruzioni alle guardie affinché siano sempre all'erta: foto segnaletiche, armi specifiche e metodi di comunicazioni rapidi ed efficaci ma se chi attacca dall'esterno è in gran numero, assalta frequentemente e la casa è malandata, allora il sistema immunitario fa un po' più fatica ad arginare i danni.
La tua casa è già stata devastata da un tumore che per fortuna hai preso e bloccato in tempo, indebolita da un'infezione impegnativa come quella da Sars-CoV2 e costantemente sotto stress emotivo e ambientale.
Se mi chiedi come aumentare le difese immunitarie verso le infezioni io ti rispondo di dargli meno lavoro, così fanno meglio quello che rimane loro: mangia bene e in modo equilibrato, bevi tanto ma solo acqua, evita alcol e fumo e dormi un numero adeguato di ore.
Tutte le solite sciocchezze da allerta colpi di calore estivi ma poi alla fine siamo solo delle casette fragili in un mondo post-apocalittico pieno di zombie radioattivi e purtroppo non possiamo fare tanto di più <3
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Mia mamma in questa foto aveva compiuto da poco 18 anni. Stava per finire il liceo classico, erano arrivati in otto alla fine, due ragazze e sei ragazzi. Gli altri erano tutti figli di medici, professori e avvocati, lei era l’unica ad essere figlia di un elettricista e di una casalinga. I miei nonni avevano la quinta elementare e lei per andare a scuola tutte le mattine si svegliava alle cinque perché doveva prendere il pullman degli uomini che andavano al lavoro. Arrivata all’ultimo anno scolastico il suo nonno paterno le disse che era arrivato il momento di trovare lavoro, cercavano una segretaria, un posto fisso ben remunerato e di prestigio per una brava ragazza. Mia mamma era davvero brava a scuola e le dispiaceva smettere di studiare, ma non se lo poteva permettere, non c’erano abbastanza soldi. Allora una sera il suo papà, il mio amato nonno Lidio, la prese in disparte e le disse: “questi soldi sono stati messi da parte per il tuo corredo, prendili e iscriviti all’università. A comprarti le lenzuola farai sempre in tempo”. Era il 1960, mio nonno non aveva nemmeno la terza media, era orfano di mamma, eppure è sempre stato avanti anni luce. Dopotutto lui aveva avuto due figlie femmine e a chi gli diceva “poverino che sfortuna non hai avuto il maschio” lui rispondeva sempre che le sue figlie erano state quanto di più bello la vita potesse offrigli. Mia mamma si è laureata in cinque anni, studiando la mattina e dando ripetizioni il pomeriggio per mantenersi. È diventata professoressa e da quando è in pensione scrive libri e corregge tesi. E tutto per merito di un padre operaio rivoluzionario che nel 1960 preferì investire in cultura piuttosto che in biancheria per la casa. Mio nonno era un supereroe.
Irene Vella
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Quando racconto che impiego mediamente mezz'ora (a volte di più) per correggere un compito, persone/colleghi mi guardano straniti.
Io non so come correggano gli altri, ma per me correggere non significa solo segnalare un errore/problema, ma spiegare perché è un errore/problema e mostrare come sarebbe dovuta essere la risposta corretta (cosa che nelle foto non si vede, vi risparmio le mini-lezioni tecniche di filosofia).
Alla fine faccio sempre un piccolo riassunto di cosa è andato storto (e a volte anche di cosa è andato bene).
Sottolineo che è tutto tempo non pagato, ma che è comunque parte imprescindibile del mio lavoro, cioè una parte funzionale, che non posso non svolgere. Quindi, per metà del tempo, io lavoro gratis e questa cosa è bene che si inizi a dire a voce alta.
"Lavorate solo 18 ore a settimana!"... No, siamo pagati per 18 ore a settimana e lavoriamo il doppio. Non abbiamo orari, ci portiamo SEMPRE il lavoro a casa, il nostro lavoro permea le relazioni personali, le relazioni in famiglia, caratterizza weekend e vacanze, diventa un membro in più del nucleo famigliare.
"Fate tre mesi di vacanze estive! Natale, Pasqua, tutti i ponti!"...Davvero stiamo ancora a discutere di questo? Io ci andrei a lavorare d'estate, pure per Natale e Pasqua, ma ahimé la scuola è chiusa e gli studenti sono a casa. I giorni di ferie dei docenti sono uguali a quelli di tutti i dipendenti pubblici, con la differenza che i docenti questi giorni non se li possono gestire come desiderano, ma sono vincolati alle tempistiche della scuola. Ciò significa che se vogliamo andare a farci una settimana in montagna o al mare ci tocca farlo in alta stagione, quando tutto costa il triplo (quindi restiamo a casa, è sottinteso. Spesso a correggere i compiti).
"Vi pagano per stare seduti e parlare!"... Vero, ora prova tu a parlare ininterrottamente per 5 ore al giorno, ogni ora a 30 adolescenti diversi, rumorosi e maleducati (non tutti eh, per carità), ai quali - per la maggior parte - non importa assolutamente nulla di quel che hai da dire.
E poi sentiti dire che rubi lo stipendio, che non sei formato, che la colpa di ogni male della società è tua e della tua categoria.
Fatti quindi caricare ogni anno di obblighi e responsabilità aggiuntive e ulteriori, ma che non corrispondono a un aumento del monte ore contrattuale e, di conseguenza, a un aumento dello stipendio.
E poi fatti insultare/picchiare/accoltellare/sparare dal primo alunno/genitore che passa e che non trova giusto un tuo voto o un tuo commento. E poi sentiti dire che quel che è successo è colpa tua, che non sai capire le difficoltà dei ragazzi e le problematiche delle loro famiglie.
Fatti bloccare gli adeguamenti/aumenti stipendiali per 15 anni.
Lavora in modo precario per decenni, sapendo che, se mai passerai di ruolo, non avrai diritto a veder riconosciuta la ricostruzione di carriera (a meno che non insegni religione, loro sì che possono, ma si sa...loro hanno un santo in paradiso). Ah, se lavori con MAD (tra i 4'000 e i 10'000 docenti ogni anno) non hai nemmeno diritto ai contributi.
“Se non sei di ruolo dopo 10 anni è perché non hai passato i concorsi, quindi è colpa tua!”
Altra splendida storica narrazione, peccato che i concorsi siano pensati non per essere passati con lo studio e l'impegno, ma con la fortuna; peccato che, a volte, in 3 anni si fanno 4 concorsi con modalità tutte diverse, e poi niente per altri 10 anni. Seriamente? Perché siano seri i concorsi andrebbero fatti a cadenza regolare con modalità fisse e sensate, pensate per valorizzare capacità, merito ed esperienza. Non raccontiamoci balle, se ai concorsi non passa il 90% delle persone è perché alle casse dello Stato facciamo più comodo da precari, con uno stipendio basso e fisso pagato per soli 8 o 9 mesi all'anno. Perché, se i concorsi fossero seri, se i concorsi fossero davvero dirimenti per quanto riguarda la competenza o meno di un docente all'insegnamento, allora chi non passa il concorso non dovrebbe poter insegnare mai, in generale. Invece, come docenti di ruolo non andiamo bene, non siamo sufficientemente formati e competenti per poter mettere piede in un'aula scolastica, ma come docenti precari sì, andiamo benissimo, peccato che il lavoro sia il medesimo! Come possiamo non andare bene come docenti di ruolo, ma andare bene come docenti precari?
“Eh ma non ci sono i posti per stabilizzarvi!”
Ah no? E allora come mai lavoro da 10 anni? Spesso sulla stessa cattedra? Altre balle!
Sèntiti negare da sempre l'istituzione di un Albo Professionale perché, in fondo, si sa che un docente non è un vero professionista. Chi sa fare fa, chi non sa fare insegna.
Sèntiti dire ogni anno che non basta la laurea triennale, non basta la magistrale, non basta l'abilitazione, non bastano i duecento corsi di aggiornamento obbligatori a pagamento che ti hanno costretto a fare quasi ogni anno (salvo poi annullarne la validità al primo cambio di ministro). No. Quest'anno c'è un requisito minimo nuovo, un nuovo corso, un nuovo percorso...solo che stavolta non costa 10 euro e nemmeno 100, nemmeno 1000, ne costa tra i 2000 e i 2500, equivale a 60cfu e devi farlo altrimenti sei fuori. Come dici? Sei già laureato due volte e lavori da 15 anni? Non importa, per noi sei fresco di diploma, non sai fare niente, non hai mai fatto niente, quindi paga e ringrazia. Ah, sappiamo entrambi che è solo un modo per fare cassa, vero? Neanche a dirlo, ormai ci conosciamo. Stiamo già preparando l'aggiornamento nuovo, quello che arriverà tra due o tre anni!
E poi sèntiti dire che non puoi lamentarti delle tue condizioni lavorative, perché quel lavoro l'hai scelto tu e se non ti piace puoi andare a fare altro, magari un "lavoro vero". Come se la scelta fosse tra l'accettare condizioni umilianti e lesive della tua dignità come individuo e come professionista o cambiare lavoro, buttando nel cesso magari decenni di "investimenti" in istruzione e formazione. Come se una professione non potesse prevedere aggiustamenti e miglioramenti.
Fai tutto questo, fallo per 1500 euro netti al mese (se ti va bene, io l'anno scorso l'ho fatto per poco più di 1000, quest'anno per circa 800) e poi sentiti dire che devi tacere e ringraziare, che i veri insegnanti, quelli bravi, lo fanno per vocazione! Per missione! Per passione!
Ci ho provato eh, ma purtroppo queste non sono valute accettate all'Eurospin, non riesco a pagarmi cibo e bollette con la passione, questi stronzi di negozianti vogliono i soldi!
Come se poi passione e retribuzione fossero scelte che si escludono a vicenda. Non posso svolgere con passione un lavoro per il quale ricevo una adeguata retribuzione? No? È vietato?
Se ancora faccio questo lavoro è per i miei ragazzi. Perché ancora conservo una parte di quella illusione che mi fa credere di trasmettere loro qualcosa.
Anzi, detto proprio onestamente, fuori dai denti e in modo consapevolmente volgare, se ancora non ho fatto un bel pompino con ingoio alla canna di un fucile è proprio per la paura di far passare loro il messaggio che non c'è speranza.
Però sono sempre più stanco.
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l-incantatrice · 4 months
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Finita la scuola ho accompagnato mio figlio al funerale del papà di un suo amico. A settembre ė morta la mamma di una sua compagna. Entrambe sono state morti veloci e improvvise. Penso a quei poveri ragazzi che da poco si sono affacciati alla vita…quest’anno è un anno importante e impegnativo per loro;hanno la maturità e poi devono scegliere la facoltà universitaria …ora sono come angeli a cui manca un’ala
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quellostrano-1980 · 2 months
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New Orleans, 1960. La bimba afroamericana di 6 anni Ruby Bridges va al suo primo giorno di scuola, ma non è accompagnata in classe dalla mamma o dal papà, ma da quattro poliziotti armati. Il percorso da casa alla scuola lo ha fatto tra due ali di folla, passando in mezzo a persone che le urlavano addosso e tentavano di colpirla. Quando è entrata in aula era l'unica presente, gli altri alunni erano stati ritirati dai genitori e gli insegnanti si sono rifiutati di fare lezione. Tutti tranne una, Barbara Henry, che ha continuato ad insegnare ed è stata la sua unica maestra. Per un anno, la piccola, si è dovuta portare il cibo da casa evitando tentativi di avvelenamento. La sua famiglia ha subito ritorsioni: il padre è stato licenziato, alla madre è stato proibito fare la spesa nel negozio di alimentari vicino casa e i nonni sono stati espropriati dalla terra che coltivavano come mezzadri. Ruby Bridges era la prima nera ad entrare in una scuola fino ad allora riservata ai bianchi. Didascalia di Edoardo Pivoni (fonte: Facebook)
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