Tumgik
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kivrinlaroche · 1 year
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IL FUOCO CHE CI NUTRE
"Una volta che hai fatto qualcosa, non lo dimentichi mai. Anche se non riesci a ricordare."
LA SCINTILLA (capitolo quattro)
La sveglia sul comodino squillò e un braccio uscì dal lenzuolo per spegnere quel fracasso. Il sole faceva già capolino dalla finestra esposta a est. “Avevi detto che avresti cambiato la suoneria della sveglia Non ne posso più di quel gracchiare!”
Una massa di capelli color argento si mosse. “Uhm…Buongiorno anche a te…Domani lo farò, te lo prometto.”
L’uomo girò la testa. “Dobbiamo alzarci, prima che si faccia tardi. Io vado a preparare la colazione.” Scostò la coperta e si buttò giù dal letto. “Forza bambolina, alzati.”
“Ancora un minuto.” sospirò la ragazza stiracchiando le braccia per poi girarsi dall’altra parte.
“Ok, un minuto, non uno di più. E non riaddormentarti!” fece lui indossando un paio di pantaloni e una maglietta.
Andò in bagno per urinare poi si sciacquò il viso con l’acqua fredda per svegliarsi. Si guardò allo specchio, indeciso se farsi la barba o no.
Quasi quarantenne, aveva un viso molto gradevole, il mento forte gli dava un’aria da duro che le donne, e anche molti uomini, avrebbero definito sexy.
Dovrei dare una spuntatina anche ai capelli pensò afferrando le ciocche che ormai gli arrivavano alle spalle. Anzi, dovrei rasarli totalmente, darei meno nell’occhio. Oppure tingerli...
Il colore dei capelli, platino con sfumature dorate, e il fatto che li avesse così lunghi attirava l’attenzione della gente. Così come gli occhi grigi dai riflessi viola, molto particolari, non mancavano di catturare gli sguardi di tutti.
Si pettinò e legò i capelli in una coda poi andò in cucina a preparare la colazione.
La donna entrò, ancora assonnata, in un assurdo pigiama verde fluo, e gli sparò un bacio sulla guancia. Magrissima e slanciata aveva i capelli corti neri, in quel momento tutti scarmigliati, e gli occhi scuri che tradivano le sue origini asiatiche.
“Uova e bacon?” chiese mentre si avviava ciabattando verso l’ingresso.
“No, faccio i pancakes.” rispose lui mentre poggiava sul tavolo gli ingredienti.
Lei rientrò con un quotidiano tra le mani. Sedette al tavolo in cucina e iniziò a sfogliarne le pagine. Mentre leggeva commentava le notizie a voce alta.
“Sempre le stesse cose, guerre, crimini di tutti i tipi, addirittura un ministro del governo beccato con una prostituta. Mai una bella notizia…”
“Ti aspettavi forse qualcosa di diverso? Viviamo in un mondo violento e siamo crudeli quanto basta.”
Finì di cucinare, portò i pancakes in tavola e iniziarono a mangiare.
“Stasera probabilmente farò tardi.” le disse. “Quando esco dal lavoro devo passare da Jordan per aiutarlo a rimontare la moto.” Jordan Porter era uno dei suoi più cari amici.
“Ma... Per stasera avevo programmato un po' di shopping. Con te! Perché non me l’hai detto prima?!” chiese la donna iniziando ad irritarsi.
“Te lo sto dicendo adesso… Ti avevo accennato al fatto che aveva dovuto controllarla per riparare un guasto… Prima o poi doveva pure rimontarla, no? Io e Jo abbiamo dovuto incastrare il poco tempo libero che abbiamo..." Con un sospiro aggiunse: "Tu non mi hai detto che volevi uscire con me!… L’idea dello shopping ti è venuta in mente quando, esattamente? Cinque minuti fa?" "Potresti anche rimandare, se ci tieni tanto...”. Mentalmente si augurò che non cambiasse idea perché fare compere con lei significava trascinarsi per i negozi di mezza città fino all’ora di cena.
“Io e te abbiamo grossi problemi di comunicazione, mio caro…In ogni caso te ne avrei parlato più tardi." Fosse solo la comunicazione... pensò lui. "Comunque… Al solito i tuoi impegni vengono sempre prima di tutto…Va bene, fai come vuoi. Io esco da sola!”
Evitò di ribattere per non impelagarsi in infinite discussioni. Fecero colazione in silenzio.
Finirono di prepararsi e lei, col muso lungo, a malapena lo salutò.
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“Mammina, dove stiamo andando?” chiese il bambino seduto nel seggiolino posteriore dell'auto.
“Doveva essere una sorpresa, tesoro, ma…” disse la donna mentre allacciava la cintura di sicurezza del piccolo “…te lo dico in un orecchio…”
Si avvicinò alla testa del bambino e sussurrò: “Al parco…”
Il bambino iniziò a strillare e abbracciò la mamma, tutto contento. Lei gli baciò la testa poi sedette al posto di guida. Mise la cintura e avviò il motore.
Era il pomeriggio di una bella giornata di inizio primavera. Aveva in programma di dare una sistemata al garage e fare una cernita di cose da buttare. Quel sole luminoso le aveva fatto cambiato idea: poteva rimandare tutto e stare all’aperto con Lucas. Così ne aveva approfittato, con l’intenzione di portare suo figlio al parco a giocare con gli altri bambini e lei a godersi la lettura di un libro nell’aria tiepida.
Accese la radio per ascoltare un po’ di musica, inforcò gli occhiali da sole e partì.
Lucas canticchiava a modo suo una canzone trasmessa dalla radio e lei, divertita, ogni tanto gli lanciava uno sguardo dallo specchietto retrovisore. Aveva percorso circa mezzo chilometro quando una grossa macchina nera sbucò da una strada laterale alla sua destra e prese in pieno il lato del passeggero. Due finestrini andarono in frantumi e gli occhiali da sole volarono da qualche parte. L’urto violento fece scoppiare gli airbag e trascinò il veicolo nella corsia opposta dove si fermò. Il bambino urlò dallo spavento. L’autista dell’auto, con le mani sulla testa, scese di corsa, si diresse allo sportello della donna e lo spalancò. Chi aveva assistito all’incidente si avvicinò velocemente alle macchine danneggiate e qualcuno chiamò la polizia.
“Oddio! Mi dispiace signora... Mi sono distratto un attimo… Tutto bene? Come si sente?”
“Il bambino! Il mio bambino. Lukeee!” gridò la donna, sotto shock.
Il tizio diede un’occhiata al retro dell’abitacolo e aprì lo sportello posteriore. “Chiamate un’ambulanza, presto!” urlò.
Il bambino nel seggiolino stava piangendo e chiamava la mamma. La donna, accasciata sul volante, sull’airbag sgonfio, si lamentava, ancora confusa.
Subito dopo arrivò una pattuglia della polizia insieme ai soccorsi. I poliziotti fecero allontanare i curiosi mentre gli infermieri valutavano le condizioni del bambino che, a parte il grosso spavento, non aveva necessità di cure immediate. Ad un primo esame la mamma sembrava quella messa peggio.
Caricarono madre e figlio e l’ambulanza partì mentre i sanitari prestavano le prime cure alla donna. Aveva sicuramente riportato una frattura della gamba destra e il forte dolore al torace fece sospettare la frattura delle costole. Il dolore alla gamba e al torace le fece perdere i sensi un paio di volte e quando si svegliava, la nausea le faceva ingarbugliare lo stomaco. Lucas era seduto accanto all’infermiera che lo aveva fatto scendere dall’auto. Cercava di rassicurarlo e di distrarlo ma lui lanciava continue occhiate alla madre, sdraiata lì accanto, poi ricominciava a piangere.
Li portarono all’ospedale più vicino. Alla donna fecero le radiografie e il medico diagnosticò, oltre alla frattura composta del perone, l’incrinatura di tre costole nella parte destra del torace, dovute allo scoppio degli airbag mentre al bambino programmarono una risonanza magnetica per l’indomani.
Dopo qualche ora, la donna era sdraiata sulla barella con la gamba già immobilizzata. Con voce rassicurante coccolava il bambino e gli accarezzava la testa. “Ascolta Luke, adesso devi fare il bravo.” Avevano gli occhi arrossati dal pianto. Era arrivato il momento tanto temuto. “Mamma dovrà andare in una stanza e tu in un’altra tutta colorata dove ci sono altri bambini. Devi far finta che siamo a casa e che stiamo dormendo nelle nostre camer...”
“Ma mamma, non voglio lasciarti da sola!” fece Luke affranto, di nuovo prossimo alle lacrime.
“Non sono sola, amore mio. Forse più tardi verrà Chlo insieme a Matty. E poi, tu sei nella tua cameretta... Siamo nella stessa casa, giusto? Stanotte ti addormenti e domani vieni a trovarmi, va bene? La signora qui ti accompagnerà da me.” Indicò l’infermiera pediatrica con la divisa a pupazzi e lei annuì.
“Sei il mio splendido bambino coraggioso!”. Lui annuì, non troppo convinto e la madre gli baciò il viso.
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La sveglia suonò alle prime luci dell’alba. La ragazza con i capelli neri si mosse, automaticamente tirò fuori il braccio da sotto la coperta e la spense.
“Oggi tocca a te, Bea.” disse l’uomo coricato accanto a lei.
“Ancora un minuto poi mi alzo.” rispose lei sbadigliando.
Il minuto passò poi ne passarono due. “Uff! Ho capito…” borbottò lui alzandosi dal letto.
Affrontò la solita routine quotidiana. Si fece velocemente la barba e andò in cucina a preparare la colazione.
Dopo un po’ la donna entrò stiracchiando le braccia e gli diede un bacio sulla guancia. Uscì in pigiama all’esterno per prendere il giornale.
“Non ci crederai, Daemon.” disse la donna rientrando in casa con lo sguardo su una pagina del quotidiano che aveva in mano. “Un altro incidente d’auto, a due passi da qui.” “Uhm… qualcuno che conosciamo?” chiese lui.
“Non hanno scritto il nome, solo le iniziali: ‘Ieri pomeriggio, intorno alle 15,30, la berlina della trentenne R.T. è stata investita da un suv che non ha rispettato il segnale di stop. La donna, che in quel momento si trovava in auto col figlio di sei anni, ha riportato lesioni al torace e a una gamba. Il bambino è rimasto illeso ed entrambi sono ricoverati al Westcross, il bambino per accertamenti…’” Lesse la donna.
“Proprio dove lavoro io. Accidenti! Per fortuna il bambino non si è fatto niente…” commentò.
“Ok, è tutto pronto, ora mangiamo, Bea. Per favore prendi il succo di frutta.” disse portando a tavola il piatto con uova e bacon.
Dopo aver fatto colazione, finirono di prepararsi e uscirono per andare nei rispettivi posti di lavoro.
Daemon entrò in ospedale, si infilò un camice pulito e sedette in una sala con i colleghi e gli infermieri per il briefing mattutino. Dopo mezz’ora, con una decina di cartelle cliniche sottobraccio, iniziò il lavoro di routine. Verso le tredici un collega, Samuel Fielding, entrò trafelato nella stanza dove Daemon stava compilando una lista di esami.
“Ti devo chiedere un favore, collega!”
“Uhm… Il tosaerba è rimasto fulminato dalla tua bellezza? Un meteorite ha colpito uno degli orrendi nani da giardino che fanno la guardia a casa tua?”
“Dai, non scherzare, amico!” ribatté Sam ridacchiando. “Mia madre è caduta e sembra si sia fratturata una caviglia, devo proprio scappare da lei e portarla qui. Ti chiedo solo se puoi dare un’occhiata alla donna dell’incidente d’auto di ieri, non sono riuscito neanche a vederla in faccia… Ti giuro! E' l’ultimo favore che ti chiedo…”
Daemon si scusò: “Oh! Mi dispiace per tua madre, Sam. …" "Va bene, dimmi in che stanza è… Conoscendoti non sarà l’ultimo favore che mi chiedi… E la prossima volta che ci incontriamo non dimenticare il paio di birre che mi devi dall’ultimo favore che ti ho fatto.”
“E’ nella dodici. Grazie fratello, sei un vero amico! E il miglior internista che conosca, quei due sono in buone mani! Questa è la sua cartella clinica e questa è quella del bambino.” disse, indicandole. “Ah! E mettine in conto altre sei. Ciao, io vado!" fece Sam mentre usciva dalla sala.
Sei un gran leccaculo, fratello! pensò Daemon scuotendo la testa e facendo un cenno di saluto con la mano.
Ultimò la lista e la consegnò alla postazione degli infermieri. Diede altre disposizioni e si diresse nella stanza dodici con le due cartelle cliniche in mano.
Aprì la porta della camera ed entrò, gli occhi ancora posati su un foglio della cartella del bambino. Si girò e la richiuse.
“Buongiorno, sono il dottor Daemon Targaryen, medico internista. Oggi sostituisco il dottor Fielding che l’ha presa in cura.”
La donna non rispose e non restituì il saluto.
Lui sollevò lo sguardo e si avvicinò al letto.
Era semi seduta, col viso rivolto verso la finestra dove le tende chiare schermavano la luce del giorno. Indossava la camiciola d’ordinanza dell’ospedale.
I cavi del monitor e il deflussore di una flebo uscivano dal suo corpo. La gamba destra, ingessata fin sotto il ginocchio, poggiava su un cuscino. I suoi capelli risplendevano anche in quella luce smorzata. Girò la testa e puntò su di lui un paio di incredibili occhi azzurri con sfumature viola.
“Rhaenyra Targaryen. Buongiorno dottore.” rispose lei dopo qualche secondo.
Rhaenyra guardò stupita quell'uomo. Poi si scosse, cercando di dissimulare la sorpresa: “Come sta oggi mio figlio, dottore? Nessuno mi ha ancora dato notizie.”
“Suo figlio sta benissimo, signora, non c'è da preoccuparsi.” fece lui dopo un attimo di esitazione.
“Stamattina ha fatto la risonanza magnetica ma va tutto bene e non ha niente di rotto. A breve verrà dimesso.” continuò automaticamente Daemon avvicinandosi ancora di più e fissando Rhaenyra.
“Mi perdoni se… Per caso… ci conosciamo? Mi sembra di averla già vista da qualche parte. O magari è un’artista famosa? Abbiamo lo stesso cognome e mi chiedevo se…”
Aveva una bellezza eterea e allo stesso tempo sensuale. La pelle del viso non aveva alcuna imperfezione e gli occhi, dal taglio nord-europeo, erano orlati da ciglia chiare. I capelli lunghi e un po’ mossi, color platino con sfumature dorate, identici ai suoi, incorniciavano un ovale perfetto, così come era perfetta la linea delle sopracciglia di una tonalità più scura delle ciglia. Aveva una piccola gobba sul naso delicato che lo rendeva particolare e molto gradevole.
Anche lei non riusciva a staccare gli occhi dal suo viso. Le somigliava tantissimo, era come vedere un parente lontano. Un Targaryen come me. Aveva gli occhi grigi con le stesse sfumature viola dei suoi e una bellezza particolare. Qualche ruga gli segnava la fronte e i lati della bocca ma a parte questo non doveva avere più di quarant’anni.
Avevano in comune gli stessi inusuali colori e persino la pelle color latte. Ma soprattutto c’era qualcosa di familiare nel modo in cui lui si muoveva, nel tono della voce bassa e calda, nel corpo asciutto e muscoloso sotto il camice da dottore ed emanava qualcosa che istintivamente la faceva sentire a proprio agio.
“No, dottore, non ci conosciamo e non sono famosa.” lo interruppe Rhaenyra sorridendo e cercando di darsi un contegno. “Effettivamente abbiamo un cognome insolito e a quanto pare anche i nostri nomi non sono molto comuni.”
Daemon le chiese come si sentisse e se avesse dolori. Poi si concentrò sulla flebo e spostò la mano per accertarsi che la cannula fosse ben posizionata. Le sfiorò inavvertitamente il polso. Una scintilla percorse i loro corpi e i loro cuori accelerarono il battito. Il monitor di Rhaenyra registrò l’aumento della frequenza cardiaca. Ritrassero la mano di scatto e Daemon la guardò di nuovo. “Mi scusi… Dev’essere l’elettricità...”
All’improvviso la porta si spalancò ed entrò un bambino in pigiama, i capelli scuri e riccioluti, seguito da un’infermiera con la divisa tutta colorata del reparto pediatrico e si precipitò vicino al letto gridando “Mamma! Mamma!”
“Oh! Luke! Tesoro mio!” fece Rhaenyra allungando le braccia per abbracciare il bambino. Con una smorfia di dolore cercò di tirarsi su ma le costole incrinate glielo impedirono.
“Vieni qui, luce dei miei occhi, fatti abbracciare! Come stai? Come hai dormito?”
“Mammina mi sei mancata tanto!” disse il bambino strofinandosi gli occhi pieni di lacrime.
“Dottor Targaryen, lui è Luke, Lucas. Mio figlio.”
“Piacere di conoscerti Lucas detto Luke. Vuoi salire sul letto?”
Il bambino annuì e Daemon lo sollevò per farlo sedere accanto alla madre. Luke le posò la testa su una spalla e lei gli baciò il nasino.
“Mammina, lo sai che il dottore mi ha fatto entrare in una macchina dove c’era un tubo lungo lungo? E mi ha messo le cuffie dove c’era la musica e io dovevo stare fermissimo. Poi mi ha detto che ero stato coraggioso e poi mi ha dato una caramella alla frutta!”
“Oh, tesoro! Ma io lo so che sei un bambino bravo e coraggioso, sei il mio ometto.” rispose lei sorridendo e accarezzandogli la testa.
“Signora, ora verrà il dottor Carter, il medico radiologo, per informarla di tutto" Intervenne l’infermiera. "Lucas è stato veramente bravo, non ha fatto i capricci, ha mangiato e giocato con un altro bambino della camera. Stamattina chiedeva continuamente di lei quindi l’ho portato qui... Bene, io vado Luke. Ora starai un po’ con la tua mamma. Ci vediamo dopo, va bene?” Rhaenyra la ringraziò e il bambino le sorrise. Gli mancavano due incisivi inferiori e uno superiore. Era adorabile.
Mentre aspettavano il medico, Daemon fece scendere Lucas dal letto e visitò Rhaenyra, le auscultò il torace e le chiese alcuni dati per completare l’anamnesi e aggiornare la sua cartella clinica.
Dopo un po' arrivò il dottor Phil Carter e spiegò a Rhaenyra che la risonanza magnetica di Luke era negativa. Nonostante l’urto violento, il bambino non aveva riportato traumi di alcun genere e che la dimissione era prevista per l’indomani.
“Lei signora potrà essere dimessa tra un paio di giorni. Purtroppo per le costole incrinate non si può far niente, guariranno col tempo. Invece per la frattura al perone che fortunatamente è composta dovrà tenere il gesso per almeno sei settimane. Al termine tornerà qui e le faremo una radiografia di controllo; se va tutto bene lo toglieremo. In ogni caso le prescriverò anche degli antidolorifici. Se vuole avvisare suo marito…”
“Non c’è nessuno!” fece lei d’impulso stringendo il bambino al petto. “Mi scusi, dottore…” fece Rhaenyra contrita. “Mio marito è in Iraq da due anni ma non ho sue notizi… Ci siamo trasferiti da poco, siamo soli, io e Luke, e in questa città non ho familiari che lo possano accudire… Ho un’amica che forse… Dopo quello che è successo vorrei averlo con me…” “Sarebbe un problema rinviare la sua dimissione? Potrebbe dormire qui con me. La prego dottor Carter…”
“Ma certo, signora, non potremmo mai separare un bambino dalla madre... Se il dottor Targaryen è d’accordo chiederò di approntare un lettino in questa camera. Mi dispiace per quello che è successo e vista la situazione faremo di tutto per…”
“Si, sono d’accordo! Ci penserò io, signora!” rispose Daemon guardando Rhaenyra.
“Naturalmente se per lei non è un problema che me ne occupi io.” aggiunse in fretta.
Lei gli restituì lo sguardo. “Non vorrei disturbare nessun…”
“Non mi disturba affatto!” rispose lui. “Lo faccio volentieri. D’altronde sono circostanze… particolari… E poi, dobbiamo pensare a sistemare questo ometto, vero Luke?” continuò, scarmigliando i capelli del bambino che lo guardò e sorrise.
Quel pomeriggio e nei due giorni successivi Daemon andò più volte a trovare Rhaenyra per assicurarsi che il lettino per Lucas fosse stato portato in camera, che avesse dormito bene, che non avesse dolori, che i cuscini fossero sistemati a dovere. Ogni scusa era buona per starle intorno. Quando le procurò un paio di grucce e l’aiutò ad alzarsi dal letto per esercitarsi a fare qualche passo, valutò di sfuggita che doveva essere alta circa un metro e settanta. Lui la superava almeno di una decina di centimetri.
All’inizio quella ragazza lo incuriosiva, il perché fossero così simili fisicamente era il primo pensiero. Il secondo fu che nonostante i Targaryen sparsi nel mondo fossero pochissimi, loro due probabilmente provenivano da rami diversi della stessa famiglia. Che strane coincidenze... pensava. Due Targaryen che si sono conosciuti per un caso assurdo.
Pian piano il limite sottile della mera curiosità sconfinò in qualcosa di molto vicino all’attrazione. Non riusciva a capire il perché ma in lei c’era qualcosa di indefinito che lo stuzzicava e al contempo lo affascinava. Che fosse simpatica e sempre pronta a sdrammatizzare era una casualità. Rhaenyra era una donna forte, fiera e indipendente. I radicali cambiamenti che aveva dovuto affrontare nella sua vita ne erano la prova, così come l’aver cresciuto il bambino senza alcun tipo di supporto familiare. Era perfettamente conscio di queste qualità, eppure, contro ogni logica, quando la guardava c’era in lei un'aura di impercettibile vulnerabilità che attivava, senza che se ne rendesse conto, il suo istinto di protezione. Ribadendo fino alla nausea come lo strano e assurdo interesse verso quella donna fosse del tutto innocente, Daemon ingannava sé stesso.
Ma, inganno o no, alla fine non potè più evitare di pensare continuamente a lei. La notte, nel suo letto, tardava a prendere sonno rivivendo come in un film tutte le scene di quelle giornate. Gli tornava in mente Rhaenyra in quella ridicola camicia d’ospedale che a malapena nascondeva le sue forme. Chiudeva gli occhi e il bellissimo viso, il sorriso, i suoi occhi erano nella sua mente. Persino il nome gli faceva battere forte il cuore.
Che cazzo mi sta succedendo!? Sto per caso impazzendo?. Il tenore dei suoi pensieri era sempre lo stesso. Non ho più quindici anni! Ho una donna a cui voglio bene e io penso ad una sconosciuta? Dovrei farmi gli affari miei e lasciare Rhaenyra in pace!
Il giorno dopo si svegliava con Rhaenyra in mente e di nuovo non vedeva l’ora di andare da lei. I propositi della notte precedente regolarmente spazzati via.
La mattina in cui lei e il bambino sarebbero stati dimessi, Daemon si presentò in camera con una sedia a rotelle.
“Buongiorno a tutti! Siete pronti?” fece con entusiasmo.
“Ho portato questo drago per la tua mamma, piccolino. Ora si siede sulla sella e lo cavalca fino alla macchina.”
“Siii, ti stavo aspettando, zio!” rispose elettrizzato il bambino. “Mamma, guarda, lo zio Daemon ti ha portato un drago tutto rosso! Ma lo sai cavalcare, mammina?”
Aveva iniziato a chiamarlo ‘zio’ il giorno precedente. Daemon e Rhaenyra non capivano il perché ma sorridevano divertiti per quello strano appellativo.
Rhaenyra stava in piedi, sostenuta dalle grucce. Era già vestita con una gonna a disegni geometrici e un maglioncino in tinta e stava ridacchiando. “Vi prego, non fatemi ridere. Le costole…” disse lei poggiando una mano sul lato dolorante. Daemon la guardò in apnea. Aveva i lunghi capelli raccolti in una treccia che le scendeva sul petto. Alcune ciocche erano sfuggite al pettine e ne incorniciavano il viso. La luce che entrava dalla finestra alle sue spalle faceva risplendere il corpo e quei capelli, come un alone luminoso. Sembrava un angelo moderno uscito da un dipinto rinascimentale.
Rhaenyra se ne accorse e si schiarì la voce: “Vogliamo andare, dottore?”
“Si, si, certo!” rispose annuendo e distogliendo lo sguardo. “Ora, mammina, se permetti, ti aiuto a sederti sul dorso del drago rosso.” scherzò Daemon avvicinando la sedia a rotelle.
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Ieri ho letto la considerazione di un filosofo [Emil Cioran] che rimpiangeva il tempo trascorso in "conversazioni insipide",
affermando che avrebbe potuto impiegarlo meglio imparando il cinese o il sanscrito. Tu, invece, non hai mai definito insipida una conversazione: non assumi un atteggiamento di sufficienza e chiusura, neppure per vezzo. E sai perché, secondo me, niente nella tua vita è "insipido"? Perché il sale sei tu, sei tu stesso il sapore della vita, intesa come ininterrotta osservazione e pensiero.
In una letterina a Ranieri, la tua adorata Fanny Targioni-Tozzetti si definiva "insulsa", invece tu vedevi in lei meraviglie: l'hai quasi deificata e trasferita nel nostro immaginario come una donna sensualissima che con un solo bacio avrebbe risolto la tua vita: tu sei "il sale della terra"...
Tu vedi negli altri delle bellissime qualità, perché hai uno sguardo vivido e un cuore buono. Tu esalti il valore della realtà. Per questo è oltremodo piacevole stare con te.
Avversando una pletora di critici e di giornalisti che addirittura te lo fanno rinnegare, a me piace moltissimo il tuo canto "Consalvo", perché in esso dici delle cose "normali": parli di come ti fa sentire l'amore, senza eccessive sovrastrutture filosofiche. Immagini che Fanny ti baci, e per quel bacio consideri la tua vita non vissuta inutilmente; vorresti un amore lungo e tranquillo e accetteresti serenamente la vecchiaia; quel bacio cambia tutta la tua visione della vita e della morte. Che dolcezza, che semplicità! Esprimi un amore "sano", equilibrato, "normale". Nel "Consalvo" dai un saggio di come sarebbe stato Leopardi se fosse stato amato.
Pensa che uno psichiatra [Mariano Luigi Patrizi], in uno studio su di te, ha asserito che tu, se ricambiato, saresti stato "tirannico" con la tua donna. Evidentemente non ha capito niente di te.
[...]
Posso descrivermi fisicamente?
Ho i capelli lisci castani, gli occhi castani scuri, la pelle chiara, sono alta 1,64 m, porto la taglia italiana 42-44, non sono grassa né magra, ho il viso rotondetto con una particolarità che mi accomuna a te, ovvero la parte centrale del viso (zigomi e naso) più avanzata rispetto al resto del volto: si chiama "prognatismo alveolare", l'ho letto in un trattato di Cesare Lombroso. Se mi avessi vista, forse avresti detto anche di me che sono bella. Di solito, quando si vede una persona simile a sé, almeno per qualche particolare, la si ritiene bella. Ho il naso simile al tuo, ma in miniatura; il tuo è ovviamente più grande perché è un naso maschile. Se ti piacciono le statue delle dee classiche, purtroppo io non sono come loro; ma se ti piace il tuo volto, ti piacerà anche il mio.
Ho appena scoperto che tu, a 18 anni, nel 1816, hai predetto l'avvento dell'arte cinematografica, nonché la poesia di Aldo Palazzeschi fatta di suoni onomatopeici. E questo non lo dice nessuno storico della letteratura, l'ho scoperto io leggendo un tuo scritto. Tu non sei un uomo dell'800, sei un uomo di tutte le epoche: nella tua immaginazione c'erano frammenti di tutte le epoche a venire.
A te non andava mai bene niente.
Mi spiego: eri critico su tutto, tranne su ciò che possiede bellezza e valore essenziali e fondamentali, come la classicità, con l'eroismo e le altre sue virtù, l'antichità primigenia, la natura non modificata dall'uomo. Giudichi persino il cinema, che immagini, "una diavoleria". A me, questo tuo ipercriticismo e il tuo saper discernere, nel gran caos, ciò che è essenziale, connaturato all'uomo e a lui veramente utile, piace moltissimo. Credo che avresti da ridire su tutto, ma sempre con una saggezza che non è cattiveria, anzi è profonda bontà, e mi piacerebbe ascoltare i tuoi pareri, che mi manterrebbero viva e mi divertirebbero. Un famoso intellettuale, Umberto Eco, scrisse che probabilmente tu avresti pareri banali sull'attualità: niente di più inverosimile, secondo me. Credo che Eco, per quanto fosse coltissimo e ti avesse studiato, non si fosse connesso, emotivamente, con il tuo spirito. E quando non c'è connessione emotiva, non c'è vera comprensione.
Io mi piaccio. Quando mi guardo allo specchio, vedo che il mio volto esprime la mia interiorità, è in armonia con essa. Ricordo che un ragazzo che mi piaceva e che non mi ricambiava, mi suggerì ironicamente di gettarmi da uno scoglio denominato "degli innamorati infelici". Un po' come fece Saffo dalla rupe di Leucade. Questo ragazzo era quasi arrabbiato perché ero innamorata di lui.
L'innamoramento non ricambiato è una sorta d'inimicizia.
Quando passa, si fa intimamente pace con quella persona dalla quale volevamo qualcosa che non era in grado di darci. Quando guardo le sue foto e ricordo che lo trovavo bello, penso che dovevo essere sotto l'influsso di una qualche forma di pazzia.
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em420sblog · 2 years
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24/02/2023. Per mia madre
L’ho vista sempre farsi in quattro per riuscire a fare tutto. L’ho vista combattere battaglie che chiunque avrebbe definito impossibili. L’ho vista vincere quelle battaglie. L’ho vista preoccuparsi oltre modo per me e l’ho sentita spesso avvicinarsi al letto di notte, soltanto per accarezzarmi il viso. L’ho vista sorridere quando raggiungevo un traguardo che credevo difficile e l’ho vista nascondere la rabbia, quando l’ostacolo ai miei sogni erano i limiti e i pregiudizi degli altri. L’ho vista tenace nel difendere i suoi valori e ho capito ben presto che sarebbero stati anche i miei. L’ho visto asciugarsi velocemente le lacrime quando gli chiesi cosa fosse l’amore poi ho subito aggiunto che per me l’amore era lei. L’ho vista guardarmi con gli occhi adoranti di chi sta ammirando un eroe che esiste davvero. L’ho vista ripetermi che nella vita non si può avere tutto, ma l’ho vista anche impegnarsi per potermelo dare, quel tutto.l’ho visto esattamente così, la mia mamma. Ed è la mamma che il mio cuore sceglierebbe di avere di nuovo ogni giorno.
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danilacobain · 2 years
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Selvatica - 23. Chi è quello?
Corinna non si aspettava di trovarlo lì e in quel momento anche lui si chiese cosa ci stesse facendo. Perché era evidente che gli avesse mentito. Non era a casa malata come aveva creduto lui, era in giro con quel tipo con i tatuaggi in faccia. Li aveva visti salutarsi mentre stava per scendere dalla macchina e il sangue gli era schizzato al cervello. Se lo ricordava bene, quel tipo. Era lo stesso con cui l'aveva vista fuori dall'università. Un amico, lo aveva definito lei.
A quel punto non credeva che fosse soltanto un amico.
«Che ci fai qui?»
Infilò le mani nelle tasche dei jeans per evitare di stringerle. «Sono venuto a vedere se avevi bisogno di qualcosa, ma a quanto pare stai benissimo.»
Corinna lasciò cadere le braccia lungo i fianchi. A ben vedere non aveva una bella cera, sembrava aver pianto e cos'era quella roba sulla faccia, sangue?
«Sono scesa a gettare l'immondizia.»
Ma certo. Se doveva risolvere i suoi drammi con quel tipo lui si sarebbe fatto da parte, ma almeno meritava che glielo dicesse in faccia.
«Saliamo?» gli chiese, accennando un sorriso.
«Non sono sicuro che ti faccia piacere.»
«Che dici? Certo che mi fa piacere.»
Ante rimase immobile, sollevando le sopracciglia. «Che hai fatto al viso?»
Le dita sembrarono tremare quando le sollevò per portarle sulla guancia. «Mi sono fatta male al lavoro.»
Con sua grande sorpresa, Corinna si avvicinò e gli circondò la vita, poggiando la testa sul suo petto. «È stata una giornata pesante, voglio solo tornare a casa e dimenticare tutto.»
Ante si ritrovò a stringerla tra le braccia. Diavolo, come aveva fatto ad affezionarsi a lei in così poco tempo? Il suo odore gli faceva sentire lo stomaco in subbuglio e il cuore gli schizzava nel petto. Corinna alzò gli occhi su di lui. Erano stanchi e pieni di una tristezza che avrebbe voluto scacciare a ogni costo.
«Sali con me? Voglio davvero che resti.»
Ma cosa c'era da dimenticare? E chi era quel ragazzo? Ante le sfiorò la guancia con il dorso della mano. «Va bene. Però devi dirmi chi è quel ragazzo che ti ha accompagnata a casa.»
Corinna si allontanò dalle sue braccia e infilò la chiave nel portone. «Si chiama Carmine, ma non è come credi.»
Entrarono nel portone e lei iniziò a salire le scale. Ante le afferrò un braccio e la costrinse a fermarsi. «Corinna, mi hai dato buca per poter uscire con lui. È il tuo ex? Guarda non me ne frega niente se vi vedete ancora, voglio solo sapere la verità.»
Lei si appoggiò contro il muro. Sembrava sfinita. «Non sono uscita con lui e non ti ho detto nessuna cazzata. Sono in piedi dalle sei, ho la testa che mi scoppia e mi han...sono andata a sbattere contro un mobile al lavoro. È stata una giornata terribile. Non volevo essere un peso per te, stasera.»
«Sì ma lui che c'entra?» A Ante non era sfuggita l'esitazione quando aveva parlato di essersi fatta male.
«Lui è l'ex fidanzato della mia coinquilina. Quello che vuole da me è che io li faccia incontrare per poter fare pace. Questo è tutto. Non sono uscita con lui, non sto con lui, e vorrei non vederlo più.»
Corinna spostò lo sguardo verso il pavimento, poi verso il muro di fronte a lei. Ante la osservò, il suo cuore gli diceva che gli aveva detto la verità su Carmine, ma non su tutto il resto. C'era ancora qualcosa che teneva per sé, qualcosa che la tormentava, soprattutto in quel momento. Le prese la mano, stringendola e carezzandola con il pollice.
«Grazie per avermelo detto. Forse è meglio se ti lascio andare a riposare.»
Lei strinse la presa sulla mano. «Non te ne andare. Resta un altro po'.»
Ante la accarezzò con lo sguardo, sollevando l'angolo della bocca in un mezzo sorriso. «Hai l'aria distrutta.»
«Vedi? Questo è il motivo per cui non volevo che mi vedessi.»
Ante rise. Che stupida, era bellissima lo stesso. E lo era ancora di più quando sorrideva. I suoi occhi marroni lo risucchiavano in un vortice di emozioni, la voglia di baciarla e il bisogno che lei si aprisse con lui, che non gli nascondesse quello che teneva dentro.
Intrecciò le dita alle sue e riprese a salire le scale, con lei che gli camminava al fianco. «Sai che conosco un modo per farti passare il mal di testa?»
«Davvero? In che consiste?»
Corinna lo guardò con gli occhi pieni di speranza, ed era seria. Il cambiamento della sua espressione quando si rese conto di quello a cui si riferiva Ante gli provocò una scarica di eccitazione. Nel suo sguardo c'era una traccia di imbarazzo ma lì in mezzo faceva capolino il desiderio.
Ante la baciò sulla bocca, in maniera tutt'altro che delicata. Sentì il corpo di Corinna abbandonarsi tra le sue braccia, le sue labbra muoversi in sincronia con le proprie. Poi si staccò e piantò gli occhi nei suoi. «Entriamo?»
L'appartamento era molto bello, curato, con mobili in stile classico nell'ingresso e nella sala, che in quel momento era occupata da una coppia. Corinna li salutò e fece le presentazioni. Claudia e il suo fidanzato Michele. Il ragazzo lo riconobbe e gli chiese una foto. Era sul punto di negargliela ma non voleva sembrare scortese con gli amici di Corinna e gli chiese solo di non metterla da nessuna parte.
Attraversarono un minuscolo corridoio e si fermarono davanti a una porta chiusa. Di fronte si apriva un'altra stanza, dentro c'era una ragazza dai capelli neri con le gambe incrociate sul letto intenta a studiare. Si presentò come Monica, gli fece la radiografia e si scambiò un paio di sguardi eloquenti con Corinna facendole colorare le gote di rosa scuro, cosa che divertì molto Ante.
Poi lei lo fece entrare nella sua stanza e chiuse la porta.
«Da quanto tempo vivi qui?» chiese dopo essersi guardato attorno. Sembrava una stanza molto vissuta, piena di foto, libri e quadretti di dipinti. Il letto era abbastanza grande per due persone.
«Da sempre. Questa è casa mia. Ho iniziato ad affittarla da quando mamma... si è trasferita.»
«Mi piace qui», si sedette al bordo del letto. «Tra queste pareti sono custoditi tutti i tuoi segreti.» Allungò le braccia verso di lei che si lasciò circondare, prendendogli il viso tra le mani. Gli lasciò un bacio umido sulle labbra.
«Vado un attimo in bagno. Devo controllare il taglio sul viso.»
«Vengo con te, posso?»
«Certo.»
Osservò Corinna mentre si guardava allo specchio. Sembrava avesse recuperato un po' di colorito al volto e appariva più serena. Le rughe di preoccupazione sulla fronte si stavano distendendo e gli sorrideva quando incrociava il suo sguardo. Le tolse l'ovatta dalle mani e le prese il mento.
«Ti ricordi la prima volta che ci siamo conosciuti?» Lei annuì, strizzando gli occhi quando Ante poggiò il batuffolo imbevuto di alcool sulla ferita. Non era niente di grave, un minuscolo taglio che presto sarebbe guarito senza lasciare traccia. «Ho come la sensazione che oggi ti sia capitato qualcosa di simile.» Le accarezzò il volto. «Quando vorrai parlarmene io sarò felice di ascoltarti.»
Corinna non aveva staccato gli occhi dai suoi e appariva vulnerabile come non mai. Si chinò a baciarla, spingendola piano contro la parete. Forse glielo avrebbe detto, forse no. In quel momento però l'unica cosa che voleva era lei, nel senso più carnale possibile. Le infilò le mani sotto la maglia, sulla pelle calda della pancia, fino ai seni piccoli e sodi.
«Aspetta, aspetta. Ci sono gli altri.» disse lei, col fiato corto, facendo pressione sul suo petto per allontanarlo.
«Faremo piano.» Si avventò di nuovo su di lei, strizzandole le natiche.
Corinna gli morse il labbro e lui gemette.
«Almeno andiamo in camera.»
Ante sorrise e si allontanò da lei per permetterle di uscire dal bagno e andare in camera da letto.
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giuliashi · 27 days
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Toupet: Come Scegliere il Modello Giusto per Ogni Forma del Viso
Il toupet è un accessorio versatile e raffinato che può trasformare completamente il look di un uomo. Tuttavia, scegliere il modello giusto non è sempre facile, poiché è essenziale considerare la forma del viso per ottenere un risultato armonioso e naturale. In questo articolo, ti guiderò nella scelta del toupet ideale per ogni tipo di viso, assicurandoti di fare la scelta più adatta alle tue caratteristiche fisiche.
Il viso ovale è spesso considerato la forma ideale perché è ben proporzionato e può adattarsi a quasi tutti i tipi di toupet. Se hai un viso ovale, hai la fortuna di poter scegliere tra una vasta gamma di stili. Sperimenta con diversi tagli, lunghezze e volumi. Un toupet leggermente mosso o un taglio corto e strutturato possono enfatizzare la simmetria del tuo viso. Evita, però, stili troppo voluminosi sulla parte superiore, che potrebbero allungare ulteriormente il viso.
Un viso rotondo tende ad avere linee morbide e guance piene. L'obiettivo principale nella scelta di un toupet per questo tipo di viso è quello di allungare e sfinare l'aspetto del viso. Opta per un toupet con un po’ di altezza sulla sommità e lati più corti. Un taglio con volume sulla parte superiore aiuta a creare l’illusione di un viso più lungo e definito. Stili con ciocche leggere che cadono lungo i lati del viso possono anche contribuire a snellire l’aspetto generale.
Il viso quadrato è caratterizzato da una mascella forte e tratti angolari. Per questa forma del viso, è importante ammorbidire gli angoli e aggiungere un po’ di rotondità al look complessivo. Scegli un toupet con strati morbidi e ciocche leggere che cadono intorno al viso per ammorbidire la mascella pronunciata. Un taglio con una frangia laterale o ciocche che scendono diagonalmente può aiutare a rompere le linee rigide del viso quadrato. Evita stili troppo spigolosi o corti, che potrebbero accentuare ulteriormente gli angoli.
Il viso rettangolare, o allungato, è caratterizzato da una maggiore lunghezza rispetto alla larghezza. Per bilanciare questa forma del viso, è consigliabile optare per un toupet che aggiunga un po’ di larghezza ai lati. Un toupet con volume laterale è ideale per questo tipo di viso. Stili con ciocche che sfiorano la fronte o che cadono sui lati possono ridurre l’impressione di lunghezza. Evita tagli troppo lunghi o lisci, che potrebbero allungare ulteriormente il viso.
Il viso a cuore ha una fronte larga e un mento stretto. L’obiettivo nella scelta di un toupet per questa forma del viso è quello di bilanciare la larghezza della fronte con la parte inferiore del viso. Un toupet con frangia laterale o strati che cadono lungo i lati del viso può aiutare a ridurre la larghezza della fronte. Cerca un modello che aggiunga volume nella zona del mento per creare un equilibrio visivo. Evita stili che accentuano la parte superiore della testa, come quelli con troppo volume sulla sommità.
Il viso a diamante è caratterizzato da zigomi larghi e una fronte e un mento più stretti. Per questa forma del viso, l’obiettivo è armonizzare le proporzioni, addolcendo gli zigomi pronunciati. Un toupet con volume nella parte inferiore del viso può bilanciare la larghezza degli zigomi. Stili con frangia o ciocche morbide lungo i lati possono aiutare a ridurre l’accento sugli zigomi. Evita stili che sollevano troppo i capelli sulla sommità della testa, poiché potrebbero accentuare la forma a diamante.
Il viso triangolare, o a pera, è caratterizzato da una mascella larga e una fronte stretta. L’obiettivo nella scelta di un toupet per questa forma del viso è quello di riequilibrare le proporzioni, aggiungendo volume nella parte superiore. Un toupet con volume sulla parte superiore della testa e lati più corti può aiutare a riequilibrare le proporzioni del viso. Stili con frangia o ciocche che aggiungono larghezza alla fronte sono ideali. Evita stili con troppo volume nella parte inferiore, che potrebbero allargare ulteriormente la mascella.
Conclusione
La scelta del toupet giusto per ogni forma del viso è fondamentale per ottenere un look naturale e armonioso. Prenditi il tempo di analizzare la tua forma del viso e considera attentamente quale stile si adatta meglio alle tue caratteristiche uniche. Ricorda, il toupet non è solo un accessorio, ma un elemento chiave per esaltare il tuo stile e la tua personalità.
Un toupet ben scelto non solo migliora l’aspetto esteriore, ma può anche aumentare la tua fiducia in te stesso. Con la giusta combinazione di stile, colore e taglio, potrai ottenere un risultato che ti farà sentire a tuo agio in ogni situazione, riflettendo al meglio la tua identità.
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dolcifragole · 3 months
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Surfista? Nuova fissa nuovo uomo, giusto il tempo di lasciar raffreddare tia per riprendere nuovamente tutto da capo, so già come andranno le cose, e mi va bene, e quello che mi da energia, voglia di fare, di vivere, e speranze per i prossimi mesi.
Peccato che sente che a letto fingo, mi ha definito fredda, un ghiacciolo, una tavoletta di legno, non sono ne sensuale ne passionale a suo avviso. Mi ha fatto salire dei dubbi allucinanti, e anche il fatto che non sono riuscita a fargliela bere neanche per un secondo la storiella del sono venuta. Mi mette un sacco a disagio come cosa, ho sempre pensato che scopo da dio e che faccio pompini da paura e invece no. Noi ci siamo conosciuti tramite il sesso, se non lo soddisfo da quel punto di vista come faccio a tenermelo vicino?
Poi di sicuro il fatto che fuma peggio di me non aiuta che la sua erezione stia su, quindi cazzo e davvero difficile scopare con lui. In cambio però amo come scopa, come mi bacia mentre scopiamo, come mi stringe e mi domina in modo soft. Amooooo. Però sto bastardo ha detto che ha fatto scopate migliori senza baciare e che il baciarsi lo fanno solo le persone "affiatate".
Ha fatto pure un disegno, era diviso in tre e quello principale raffigurava un uomo trafitto da una lancia, e una donna che sembrava lo consolasse o/e sostenesse con le catene a polsi e caviglie, in fine sotto la scritta "nothing really metters" quello sì che mi ha colpito...
Se penso a lui, lo sento che mi accarezza il viso, che mi mette la mano dietro la testa infilandola tra i capelli e con sicurezza e decisione mi stringe, per poi accarezzarmi, con lui qualsiasi cosa è così, una scarica intensa che poi si alleggerisce o viceversa, come se facesse orgasmare il mio bisogno d'amore.
Dai finisco di sclerare di lui domani, è tardi e vado a dormire, anche se sarà difficile, avevo promesso a me stessa di non dormire mai più con un ragazzo nel mio letto, proprio per evitare di avere i ricordi ogni volta che vado a dormire da sola e sentirne la mancanza, come con tia, con lui addirittura il momento della nanna mi sentivo abbandonata, spero che non diventerà così anche col surfista, ho bisogno di un pochino più di tempo per guarire completamente.
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Toro da record. Mai così in serie A nelle sfide in casa: ecco di cosa si tratta
Il presidente Cairo, al termine della partita, lo ha definito «un derby solido». Ancora una volta, il Toro, non è riuscito a vincere una stracittadina, in compenso, però, nella ripresa ha fatto vedere di volersela giocare a viso aperto, sabato come non mai. ATMOSFERA MERAVIGLIOSA MA…Nelle parole dei protagonisti, al termine della partita, anche un po’ di rammarico per il risultato finale. Era…
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automatismi · 9 months
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Secondo la strizzacervelli il mio bambino interiore vuole essere visto, sembra essersi anche offesa quando l'ho definito un bambino del cazzo e dispettoso.
Per lei devo guardare al sogno da un'altra prospettiva, quella dove il piccoletto che si infila sotto la mia auto soltanto per farsi notare sia io.
Non è crescere, lasciarsi indietro ogni traccia dell'infanzia e dell'adolescenza?
E la figura adulta, quella con un ombra al posto del viso, che gioca in compagnia del bimbo? Starebbe ad indicare un me prossimo? Che aiuto potrebbe dare una persona che non esiste ancora? In che modo un futuro inesistente può interagire con un presente reale nella ricerca di un passato di cui non si ha memoria?
Nessuna risposta, soltanto un cioccolatino gentilmente offerto dalla strizza ad un bambino del cazzo seduto di fianco a me.
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giannysstuff · 11 months
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COLLISTAR LIFT HD+ SIERO LIFTANTE RIMODELLANTE VISO E COLLO 30ML
Siero dedicato all’ovale con 100% Acqua di Rosa Tea Italiana per un’azione liftante e rassodante grazie a: • Lift HD+ Complex, stimola la sintesi di collagene ed elastina. • Tens-Activ®, per un effetto tensore immediato. • Estratto di Rosa Tea Italiana per un ovale definito. Un siero viso fluido e setoso dalla texture piacevolmente massaggiabile per un’applicazione sensoriale. Un prodotto ad…
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giancarlonicoli · 1 year
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18 mag 2023 16:45
“IL DIAVOLO DAL VISO D’ANGELO” – SE NE VA A SALISBURGO HELMUT BERGER, STORICO COMPAGNO DI VITA LUCHINO VISCONTI. AVEVA 78 ANNI - CONSIDERATO L’UOMO PIÙ BELLO DEL MONDO, AVEVA LAVORATO NE “IL GIARDINO DEI FINZI CONTINI” E IN “LUDWIG” - LA LORO RELAZIONE FU TENUTA NASCOSTA ALL’INIZIO, CONSIDERATO CHE LA MORALE NEGLI ANNI '60 CONSIDERAVA L'OMOSESSUALITÀ UN TABÙ – LA DEPRESSIONE, LA MORTE RISCHIATA PER ECCESSO DI STUPEFACENTI E IL VIDEO SCANDALO CON MADONNA… - VIDEO -
Da corriere.it
HELMUT BERGER 22
È morto a Salisburgo l’attore Helmut Berger, storico compagno di vita di Luchino Visconti. Era stato definito «l’uomo più bello del mondo». Tra i suoi film, «Il giardino dei Finzi Contini» e «Ludwig».
È MORTO HELMUT BERGER
Da fanpage.it
Bello e angelico nel ruolo di Alberto Finzi-Contini ma anche in quello di Martin von Essenbeck ne La caduta degli dei. È morto a Salisburgo l'attore Helmut Berger, storico compagno di vita di Luchino Visconti. Definito "l'uomo più bello del mondo" e "il diavolo dal viso d'angelo", nacque a Bad Ischl il 29 maggio 1944 e si trasferì in Italia a 18 in cerca di fortuna come fotomodello e, al contempo, studiando all'Università di Perugia.
La relazione con Luchino Visconti
È il 1964 quando, nel corso delle riprese del film Vaghe stelle dell'Orsa, incontra Luchino Visconti. Da quel momento, la svolta privata e professionale. La loro relazione durò fino alla morte del regista, ovvero fino al 1976. La relazione fu tenuta nascosta da principio, considerato che la morale negli anni '60 considerava ancora l'omosessualità come uno stigma e un tabù. Luchino Visconti non aveva mai nascosto il suo orientamento bisessuale. Era Helmut Berger che non voleva si sapesse della loro storia, da quanto raccontano le cronache di quegli anni.
La carriera
Helmut Berger fu diretto da Luchino Visconti nel 1967 per "La strega" nell'episodio "La strega bruciata viva. Il successo arrivò due anni più tardi: La caduta degli dei. Per quel film, l'attore riceve la nomination al Golden Globe come miglior attore giovane. Nel 1970 è Alberto Finzi-Contini nel film di Vittorio De Sica Il giardino dei Finzi Contini. Nel 1975 è il protagonista dell'apprezzatissimo Salon Kitty di Tinto Brass.
La depressione
Dopo la morte di Luchino Visconti, nel 1976, Helmut Berger entra in un periodo di forte depressione che lo costrinse a una sosta molto lunga. Nel 1977 rischia di morire per eccesso di stupefacenti. Nel 1980 riesce a farsi scritturare per lo sceneggiato televisivo Fantômas dall'amico Claude Chabrol. Negli anni successivi, il declino fisico lo tenne lontano dalle produzioni importanti fino a rinascere nel ruolo di Egidio nello sceneggiato tv de I Promessi Sposi. Nel 1990 Francis Ford Coppola lo scritturò per Il Padrino III, affidandogli il ruolo di Frederick Keinszig, un ricco e potente banchiere svizzero. Nel 1992 un video scandalo con Madonna lo riportò in auge.
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carmenvicinanza · 1 year
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Helga Stentzel
https://www.unadonnalgiorno.it/helga-stentzel/
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“Surrealismo domestico significa trovare la magia nel banale, vedere la bellezza nelle imperfezioni e connettersi alla realtà quotidiana in un modo nuovo. Adoro notare somiglianze giocose, che si tratti di un maglione steso che sembra un cavallo o di una fetta di pane che ricorda la testa di un cane. Questo è il punto di partenza. Da qui momento in poi le storie e le immagini iniziano a ronzarmi nella testa: come sarà questo cavallo? Qual è il suo nome? Gli piace correre con gli altri cavalli? La lista potrebbe continuare all’infinito!”
Helga Stentzel è un’artista visiva londinese di origine russa, che spopola sul web per le sue immagini dal forte impatto. Il suo stile, definito surrealismo domestico, consiste nel creare opere con oggetti di uso comune, vestiti, utensili da cucina, libri e cibo.
Lavora su una vasta gamma di media tra cui illustrazione, fotografia, pittura murale, scultura, video e animazione in stop motion.
I suoi fotomontaggi giocano con la pareidolia (la tendenza subconscia del cervello umano ad attribuire forme note alle cose) per indurre chi osserva a ristabilire un contatto con l’io bambino e a riscoprire il fascino di cose che si trovano in ogni casa.
Nel 2020 ha vinto il premio Food Art Creator of the Year. Ha partecipato a numerose mostre collettive a New York e Londra e tenuto una personale a Seoul, in Corea, nel 2022.
È nata a Omsk in Siberia il 20 aprile 1986 e si è laureata in Graphic Design e pubblicità alla Central Saint Martins, nota scuola di moda londinese.
Ha lavorato nel settore pubblicitario e gestito un’attività di abbigliamento per bambini prima di diventare un’artista a tempo pieno.
Per Helga Stentzel il cibo e altri oggetti domestici hanno personalità nascoste che possono essere portate in vita ricreando personaggi colorati e divertenti.
Ha creato cavalli, zebre, mucche, dinosauri con i panni stesi, un cucciolo con una testa di lattuga, un tostapane con il pane in cassetta, volti con le lavatrici. Trasforma qualsiasi materiale in cose completamente nuove. Crea il personaggio che ha nella testa, fotografa la scena e, talvolta, aggiunge illustrazioni disegnate a mano, come occhi e bocche che si muovono su cucine, dentifricio, carta igienica e tanti altri oggetti. Utilizza piccoli pezzi di carta e ingredienti scelti con cura per creare l’illusione dei lineamenti del viso.
Ha anche disegnato una sua linea di abbigliamento, Made By Helga.
Le sue opere spopolano per creatività, ironia e un’estetica gentile.
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infocastellazzi · 2 years
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Nefertiti lift è una procedura di medicina estetica non chirurgica che mira a migliorare l'aspetto del collo e della linea della mascella. Il trattamento consiste nell'iniezione di tossina botulinica (Botox) nei muscoli del collo e della mandibola, rilassando i muscoli e creando un effetto di sollevamento. Il risultato è un aspetto più giovane e definito, con una linea della mascella più affilata e un collo più liscio. Il Nefertiti lift prende il nome dalla regina egizia Nefertiti, nota per la sua bellezza e la linea del collo slanciata. Inoltre La terapia con il botulino, nota anche come iniezioni di tossina botulinica, è un trattamento medico minimamente invasivo usato per ridurre rughe, linee sottili e altri segni di invecchiamento sul viso. Viene utilizzata anche per trattare alcune condizioni mediche come iperidrosi (sudorazione eccessiva), emicrania cronica, spasmi muscolari e disturbi dell'occhio come il blefarospasmo. Il botulino viene iniettato direttamente nei muscoli bersaglio, causando un temporaneo rilassamento muscolare che riduce l'aspetto delle rughe e allevia i sintomi associati alle altre condizioni. Gli effetti della terapia durano da 3 a 6 mesi, dopodiché potrebbe essere necessario ripetere il trattamento. 1. Riduzione delle rughe: il botulino rilassa temporaneamente i muscoli facciali, riducendo così l'aspetto di rughe e linee sottili. 2. Trattamento dell'iperidrosi: il botulino può ridurre la sudorazione eccessiva bloccando i segnali nervosi che stimolano le ghiandole sudoripare. 3. Sollievo dalla cefalea a grappolo e dall'emicrania cronica: il botulino può essere usato per prevenire o ridurre la frequenza e la gravità di questi tipi di mal di testa. 4. Trattamento del blefarospasmo: il botulino può alleviare gli spasmi muscolari involontari delle palpebre. #BotulinoBeauty #BotulinoExperience #NoMoreWrinkles #ByeByeAging #BotulinoGlow #ForeverYoung #YouthfulSkin #SmoothSkin Ecco invece alcuni hashtag per il Nefertiti Lift: #NefertitiLift #SculptYourJawline #DefinedJawline #BeautyFromEveryAngle #SculptedBeauty #JawlineGoals #NefertitiLiftTransformation #ChinUp (presso Turin, Italy) https://www.instagram.com/p/CqLHI2yI7_J/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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laclinicadeinasi · 2 years
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RINOPLASTICA ALLA CLINICA DEI NASI : un tocco di raffinatezza in più
La Rinoplastica spesso è fatta da piccoli dettagli che sono determinanti nè è un esempio questa nostra PAZIENTE che aveva un naso regolare , senza difetti evidenti ; ma desiderava ottenere un tocco di raffinatezza in più con un dorso più definito e la punta lievemente ruotata in alto, abbiamo realizzato il suo desiderio armonizzando la sua bellezza) ;
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wdonnait · 2 years
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Wolf cut, taglio di capelli corto e sfumato
Nuovo post pubblicato su https://wdonna.it/wolf-cut-taglio-di-capelli-corto-e-sfumato/114736?utm_source=TR&utm_medium=Tumblr&utm_campaign=114736
Wolf cut, taglio di capelli corto e sfumato
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Il taglio di capelli “wolf cut” è un taglio di capelli corto e sfumato che ricorda le orecchie e il pelo di un lupo. Il taglio di capelli è stato chiamato così perché le sue linee e le sue sfumature ricordano le linee e il pelo di un lupo. Il taglio di capelli è stato molto popolare tra i giovani negli ultimi anni e spesso associato con uno stile di vita attivo e sportivo
Come si fa
Il taglio di capelli “wolf cut” è una tendenza crescente tra i giovani che amano uno stile di vita attivo e sportivo. Il taglio di capelli è caratterizzato da capelli corti e sfumati che ricordano le orecchie e il pelo di un lupo, da qui il suo nome.
Il taglio di capelli wolf cut è perfetto per coloro che hanno capelli spessi e sani. Il taglio di capelli è versatile e può essere personalizzato per soddisfare le esigenze individuali dei clienti. È possibile optare per un look più corto e ordinato o per uno più lungo e spettinato, a seconda delle preferenze personali.
Il taglio di capelli wolf cut è perfetto per coloro che cercano un look moderno e alla moda. Il taglio di capelli è facile da mantenere e richiede solo una piccola quantità di styling per mantenere la sua forma. È possibile utilizzare una piccola quantità di gel o cera per fissare i capelli e creare un look ordinato e definito.
Il taglio di capelli wolf cut è adatto a tutti i tipi di capelli, sia lisci che mossi. È importante che i capelli siano ben curati e sani prima di sottoporsi a questo taglio di capelli, per evitare di rovinare i capelli. Per mantenere i capelli sani e in forma, è importante utilizzare prodotti per capelli di qualità e limitare l’uso di phon e piastre.
In sintesi, il taglio di capelli wolf cut è una scelta ideale per coloro che cercano un look moderno e alla moda. È facile da mantenere e adatto a tutti i tipi di capelli, sia lisci che mossi. Se sei interessato a questo taglio di capelli, ti consigliamo di rivolgerti a un professionista per ottenere il miglior risultato possibile.
Wolf Cut personaggi famosi
Il taglio di capelli “wolf cut” è diventato sempre più popolare negli ultimi anni, non solo tra i giovani ma anche tra i personaggi famosi. Molti attori, cantanti e sportivi hanno scelto di adottare questo taglio di capelli per un look moderno e alla moda.
Tra i personaggi famosi che hanno scelto il taglio di capelli wolf cut, possiamo citare: Chris Hemsworth, l’attore australiano noto per aver interpretato Thor nei film della Marvel, che ha scelto questo taglio di capelli per il suo ruolo nel film Extraction (2020). Anche l’attore e cantante Zayn Malik ha scelto questo taglio di capelli per un look più fresco e giovanile.
Il campione di calcio Cristiano Ronaldo è un altro personaggio famoso che ha scelto il taglio di capelli wolf cut. Il suo taglio di capelli, oltre ad essere alla moda, gli permette di mantenere un aspetto ordinato durante le partite.
In generale, il taglio di capelli wolf cut sta diventando sempre più popolare tra i personaggi famosi perché è versatile, facile da mantenere e adatto a tutti i tipi di capelli.
Wolf cut in base al viso
Il taglio di capelli “wolf cut” può essere adattato a diverse forme del viso per creare un look equilibrato e armonioso. È importante scegliere un taglio di capelli che valorizzi i tratti del viso e che sia in grado di creare un equilibrio tra le proporzioni del viso.
Per chi ha un viso rotondo, si consiglia di optare per un taglio di capelli wolf cut con capelli più lunghi sulla parte superiore e sfumati sulle tempie. Questo creerà l’effetto di allungare il viso e di creare un equilibrio tra le proporzioni del viso.
Per chi ha un viso ovale, si consiglia di optare per un taglio di capelli wolf cut con capelli più corti sulla parte superiore e più lunghi sulla nuca. Questo creerà l’effetto di valorizzare i tratti del viso e di creare un equilibrio tra le proporzioni del viso.
Per chi ha un viso quadrato, si consiglia di optare per un taglio di capelli wolf cut con capelli più lunghi sulla parte superiore e sfumati sulle tempie. Questo creerà l’effetto di ammorbidire i tratti del viso e di creare un equilibrio tra le proporzioni del viso.
Per chi ha un viso lungo, si consiglia di optare per un taglio di capelli wolf cut con capelli più corti sulla parte superiore e più lunghi sulla nuca. Questo creerà l’effetto di accorciare il viso e di creare un equilibrio tra le proporzioni del viso.
In generale, è importante scegliere un taglio di capelli wolf cut che si adatti alle caratteristiche del proprio viso e che sia in grado di creare un equilibrio tra le proporzioni del viso. 
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Taglio per capelli ricci bambini: quali errori non fare
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I ricci dei bambini possono essere indomabili e privi di forma senza un taglio adeguato, tanto più se si si tratta di un taglio scalato per capelli ricci bambini. Quali sono gli errori da evitare con i capelli ricci scalati? 
La scalatura rappresenta la scelta migliore quando si tratta di capelli ricci, specialmente se si vuole ottenere un effetto naturale, equilibrato e definito. Purtroppo scalare i capelli ricci non è così facile. 
Se il taglio dritto è alla portata di tutti (anche delle mamme), non si può dire lo stesso quando si parla di scalatura dei capelli ricci. 
In questo caso è sufficiente scalare troppo o tagliare nei punti sbagliati per ritrovarsi con vari problemi, dal taglio poco armonico alla distribuzione sbagliata del volume fino alla mancanza di definizione. 
Capelli ricci scalati
Il taglio scalato è tra i migliori tagli capelli per bambini, ma esiste scalatura e scalatura: sforbiciare a caso o tentare scalature troppo nitide potrebbe annientare tutti i vantaggi del taglio scalato sui capelli ricci. 
La scalatura perfetta passa anche e soprattutto dalle mani esperte alle quali si sceglie di affidare il taglio dei capelli.  
Non solo carré scalato. Il parrucchiere per bambini possiede le competenze e l'esperienza necessarie per trovare la scalatura giusta per ogni tipo di riccio. 
Quali sono gli errori commessi con il taglio scalato per capelli ricci bambini? 
Il taglio scalato per capelli ricci bambini può valorizzare i capelli e il viso del piccolo soltanto se viene realizzato da un parrucchiere esperto. 
Di fatto, senza le conoscenze settoriali e l'esperienza, la chioma rischia di essere rovinata e il bambino potrebbe vivere tutto come un trauma. Cosa non fare ai capelli ricci?  
Tecnica di scalatura - Le linee guida su come tagliare i capelli ricci bambina o bambino sono diverse dalle tecniche basilari destinate ai capelli lisci, pena la disattesa delle aspettative. 
Taglio con capelli bagnati - Se i capelli lisci si tagliano completamente con i capelli bagnati, non si può dire lo stesso dei capelli ricci. Il capello bagnato non rende né l'idea della lunghezza né l'effetto della scalatura. 
Separazione in sezioni - Tra gli errori commessi con i capelli ricci scalati c'è la suddivisione della chioma in sezioni seguendo l'origine. Purtroppo, così facendo, non si ha idea delle direzioni differenti dei capelli ricci asciutti. È necessario sezionare in base al modo naturale in cui cadono. 
Tipo di riccio - La mancata valutazione della tipologia dei ricci potrebbe creare più di qualche problema. Di fatto capello riccio e capello mosso non sono la stessa cosa. 
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lovesickshanties · 2 years
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OFMD ficlet - V
"NO!"
"NOOO FERMO!"
"Oh no oh no oh no-"
"Bevo al mio amore!" lesse Stede, premendosi una mano sul cuore. "E così, sollevata la fiala, Romeo beve. Ah, onesto speziale, le tue droghe sono rapide. Così, con un bacio, io muoio."
"OH NOO-"
"E adesso, quando Giulietta si sveglierà..!" gemette Black Pete, nascondendo la faccia sulla spalla di Lucius.
Lucius, gli occhi un po' lucidi, lo cinse con un braccio.
Non capitava spesso di leggere Shakespeare a un pubblico completamente vergine.
Stede sollevò per un istante lo sguardo dalla pagina e trovò  gli occhi di tutti ansiosamente puntati su di lui.
Anche un paio di brillanti occhi neri.
Stede sentì un fiotto di calore affluirgli al viso; tornò rapidamente a nascondere il naso nel libro e proseguì la lettura, cercando di rendere il più possibile giustizia alla scena.
Alle ultime battute di Giulietta, però, lo sconforto generale raggiunse il culmine.
"Caro pugnale; questa è la tua guaina." lesse Stede, con voce carica di pathos. "Arrugginisci qui, e fammi morire."
"AVEVATE DETTO CHE ERA UNA STORIA D'AMORE!" esplose Wee John, il faccione rosso rigato di lacrime. 
Stede sollevò di nuovo gli occhi con aria colpevole. "Lo è." confermò timidamente. "Una delle più belle mai scritte."
"FIGURIAMOCI LE ALTRE!" tuonò Wee John nascondendo il volto fra le mani prima di scoppiare in lacrime. Frenchie gli battè cautamente qualche colpetto di conforto sulla schiena.
Anche Black Pete singhiozzava silenziosamente fra le braccia di Lucius, mentre Mr. Buttons si asciugava gli occhi. "Era la preferita di Karl." spiegò, commosso.
The Swede guardava Stede come se avesse appena preso a calci un cucciolo, sentimento che Stede stava iniziando a condividere. 
"...E insomma finisce che sono tutti morti." fece Roach con una smorfia, strappando un ululato di angoscia dal petto di Wee John. Stede si sentiva inspiegabilmente colpevole. Fece per aprire la bocca, quando-
"No." si intromise Ed, apparentemente lui per primo sorpreso di avere parlato. Quando tutti gli occhi si rivolsero a lui, carichi di attesa, si schiarì la voce e si alzò in piedi. "Fingere la propria morte non funziona bene, quando ci sono dei testimoni." osservò, allargando le braccia. "E quel frate? Dite un po', voi vi sareste fidati del frate?"
Tutti scossero la testa.
Stede rimase in silenzio, perplesso, ma curioso di scoprire dove Ed sarebbe andato a parare. 
Edward incontrò il suo sguardo e alzò le sopracciglia, "Ecco perché hanno dovuto mettere su una farsa infallibile. Una frottola a prova di bomba. Si sono finti morti, di nuovo, finché non li hanno davvero lasciati in pace." disse. "Una farsa al quadrato."
I presenti pendevano dalle sue labbra.
"Quindi ce l'hanno fatta?" chiese The Swede, trepidante.
"Ci puoi scommettere i denti che ti restano," confermò Ed, e un boato di sollievo esplose tutto intorno, sormontato dallo strozzato "oh, grazie al cielo" di Black Pete.
"Sono fuggiti per mare e hanno avuto nove figli, sei maschi e tre femmine," proseguì Edward, annuendo con aria saputa. "E nessuno lo ha mai scoperto, nemmeno il tizio che ha scritto la storia."
"...E invece lo sabes tu." commentò asciuttə Jim, che non aveva ancora detto una parola. 
Edward gonfiò il petto. "Naturalmente," replicò, "sono cresciuto nella vecchia Inghilterra."
E con questa sorprendente rivelazione Edward lanciò a Stede un'occhiata che lui, se non si fosse trattato di Ed, non si fosse trattato di Stede, avrebbe definito quasi implorante.
"Oh, sì, è assolutamente andata così." si affrettò a farfugliare Stede, quando ebbe finalmente mangiato la foglia. "C'è un sacco di disinformazione sulla Londra elisabettiana. Sono vissuti per sempre felici e contenti. Naturalmente."
"...naturalmente." mormorò Edward abbassando lo sguardo con un timido sorriso, prima di guardare Stede con un luccichio negli occhi scuri.
E chissà perché, nella mente di Stede Shakespeare ripeté, "C'è più pericolo nei tuoi occhi che in venti delle loro spade."
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