Tumgik
#viva la libertà
aitan · 7 months
Text
Tumblr media
CHARLES MINGUS E ORSON WELLES
CAPODANNO AL FIVE SPOT
Capodanno 1959, seduto in prima fila, proprio sotto il contrabbasso di Mingus c’era Orson Welles, quasi un alter ego del jazzista, per genialità, esuberanza, fierezza, complessità. E anche per le tante disavventure artistiche. Per Mingus era un idolo, lo seguiva dai tempi radiofonici di The war of worlds, adorava Quarto potere (dove in una scena c'era il suo amico d'infanzia Buddy Collette che suonava il sax in una festa sulla spiaggia), ammirava il suo modo di vestire, il suo impegno politico (sempre in prima linea per la difesa dei diritti civili, il suo Macbeth tutto nero è del 1936), la sua voce (“mi ricorda Coleman Hawkins. Potevi sentirla a un miglio di distanza”). E non era il solo jazzista a essere stato sedotto dalla voce radiofonica di Orson Welles, anche Miles Davis lo citava come un’influenza sul suo modo di suonare: “Fraseggio, tono, intonazione: tutte queste cose possono avere come modello un maestro della parola”.
Il 1959 sarà un anno d’oro del jazz per quantità, qualità, creatività. Al Five spot, piccolo, fumoso, maleodorante locale di Bowery, scelto come luogo di riferimento da artisti e intellettuali, l'anno comincia con un formidabile double bill: sono di scena, uno dopo l’altro, Sonny Rollins, alla testa di un trio con il bassista Henry Grimes e con il batterista Pete La Rocca, e Charles Mingus con il pianista Horace Parlan, il batterista Roy Haynes (che sostituisce il fedelissimo Dannie Richmond arrestato) e i sassofonisti Booker Ervin e John Handy. È la prima sera dell’anno, ma nel club di Bowery dei fratelli Joe e Iggy Termini è anche l’ultimo impegno di quel prestigioso, favoloso cartellone con Mingus molto irrequieto per tutta la scrittura. Aveva appena registrato la musica per il film di John Cassavetes Shadows, una colonna sonora bocciata nel rimontaggio finale (la stessa cosa sarebbe successa anni dopo con Todo modo di Petri), aveva ripreso i suoi musicisti brutalmente e una volta aveva minacciato violentemente i clienti di un tavolo che, durante il suo set, non smettevano di parlare. Oltretutto ogni sera tendeva ad allargare il suo set e Sonny si inferociva, talvolta rifiutandosi di suonare. Ma era un gran clima, entusiasmante e effervescente. Rollins era in un momento di transizione, alla vigilia di un ritiro clamoroso per rinnovare il linguaggio del suo sax tenore con il leggendario e solitario corso di aggiornamento stilistico sul ponte di Williamsburg: «In un posto tranquillissimo, un angolo morto che oggi sarebbe impossibile ritrovare con il traffico che c’è» il suo racconto, dove poteva esercitarsi liberamente.
Anche Welles, come Mingus, era reduce da una delusione cinematografica: la Universal gli aveva tolto di mano la post-produzione del nuovo film, L’infernale Quinlan, ne aveva tagliato una ventina di minuti e aveva fatto girare nuove scene, modificando il primo montaggio. Più o meno nello stesso periodo era finito in soffitta un documentario intitolato Viva Italia (Portrait of Gina) perché Gina Lollobrigida aveva messo un veto, non gradendo il suo ritratto di giovane attrice ambiziosa e la Abc tv lo aveva bocciato ritenendolo cosi poco ortodosso da non poter essere trasmesso. Era un film di mezz’ora scarsa sull’Italia, paese che Orson ha frequentato per 20 anni (la terza moglie è stata l’attrice italiana, Paola Mori). Dopo un lungo oblio (Orson aveva perduto l'unica copia esistente all'Hotel Ritz di Parigi) è stato riscoperto nel 1986, proiettato al festival di Venezia ma poi di nuovo bandito su intervento della Lollobrigida.
La presenza del regista di Quarto potere al Five spot non era casuale
Nel club di Bowery si poteva incontrare chiunque, da Jack Kerouac che leggeva le sue poesie, alla mitica baronessa Pannonica de Koenigswater scesa dalla sua Rolls Royce, a William de Kooning che voleva respirare la libertà del jazz, a Leonard Bernstein che si divertiva a curiosare nella notte, allo scrittore Norman Mailer con la sua passione per quella musica. Ma la musica da sempre è stata una grande passione di Welles. La mamma pianista gli aveva fatto prendere lezioni di piano e violino e Orson aveva anche mostrato un certo talento, tanto da essere considerato un ragazzo prodigio. In gioventù era stato un grande sostenitore del jazz di New Orleans, ma sicuramente ammirava Charles Mingus per la sua musica e la sua personalità, il suo impegno, il suo agire tellurico.
(Marco Molendini)
Non potevo non condividerlo.
Due miei ingombranti miti nella stessa foto, nello stesso locale, nello stesso articolo.
24 notes · View notes
lunamagicablu · 9 days
Text
Tumblr media
O Grande Spirito, tu che tutti ascolti, ti prego per mio fratello, l’orso. Fa che la dolce luna brilli nelle sue notti da bambino: in questo modo lui si ricorderà sempre del calore di sua madre. Fa che il suo coraggio sia continuamente rinnovato dai fiori dei boschi: in questo modo potrà muoversi fra loro senza pena. Dona alle sue gambe potenza e destrezza: in questo modo lo faranno sempre correre in libertà. Fa diventare più acuto il suo udito e il suo olfatto: in questo modo fiuterà ogni pericolo. Fa che tutti gli uomini, che amano la bellezza e la forza, lo seguano nel suo cammino: in questo modo l’orso non perderà la strada e ritroverà la sua tana. Fa che tutti gli esseri umani amino la vita e rispettino quella degli altri: in questo modo nessuno dovrà dispiacersi dei propri errori. Infine, fa che il mio selvaggio fratello orso viva per sempre libero, finché il sole risplende nel cielo. Questa è la mia preghiera o Grande Spirito, per il mio fratello orso. Capo Dan George (24 luglio 1899 – 23 settembre 1981), ultimo Grande Capo Indiano. art by beorn1975 **************************** O Great Spirit, you who listen to all, I pray to you for my brother, the bear. Make the sweet moon shine in his childhood nights: in this way he will always remember the warmth of his mother. Make his courage continually renewed by the flowers of the woods: in this way he will be able to move among them without pain. Give his legs power and dexterity: in this way they will always make him run freely. Make his hearing and his sense of smell sharper: in this way he will sniff out every danger. Make all men, who love beauty and strength, follow him on his path: in this way the bear will not lose his way and will find his den again. Make all human beings love life and respect that of others: in this way no one will have to regret their mistakes. Finally, make my wild brother bear live forever free, as long as the sun shines in the sky. This is my prayer, O Great Spirit, for my brother bear. Chief Dan George (July 24, 1899 – September 23, 1981), last Great Indian Chief. art beorn1975 
9 notes · View notes
fridagentileschi · 2 months
Text
🇦🇷🇻🇪 | Messaggio del presidente argentino Javier Milei ( @JMilei ) al popolo venezuelano, dopo la frode elettorale: "La frode perpetrata dal dittatore Nicolás Maduro è una vittoria di Pirro. Può aver vinto una battaglia, questo lo crede, ma la più importante è il fatto che i leoni venezuelani si sono svegliati e presto o tardi il socialismo terminerà. Terminerà questo modello che porta solo alla povertà. Perché il socialismo ovunque è solo un fenomeno omicida che genera solo la fame. Così animo cari venezuelani continuate a lottare e non abbassate la guardia...viva la libertà!!!
( Via X )
12 notes · View notes
orcc7 · 1 month
Text
Viva la libertà 🇮🇹
11 notes · View notes
grotesqui · 8 months
Text
"viva la libertà viva la pace" NO devi dire due parole: Israele merda
24 notes · View notes
marcoleopa · 10 months
Text
Digos Milano= OVRA?
Se ne facciano una ragione il prefetto, il questore, il commissario et similia. La Costituzione sulla quale hanno giurato, è Antifascista.
La libertà di espressione e di critica, è democrazia.
Tutta la mia solidarietà a Marco Vizzardelli
26 notes · View notes
susieporta · 1 month
Text
Fra tutte le maschere che avrei potuto indossare, come mai è stata scelta proprio quella? Fra tutti i modi in cui avrei potuto rispondere a quello che ho incontrato nella vita, come mai sono stati scelti proprio quelli? Come non è finto quello che c’è sotto, neanche quello che appare lo è. Dipende da come lo uso, da come imparo a usarlo. Sono il risultato di quello che sono e del particolare modo in cui rispondo alla vita. Rispondo, indicativo presente.
Sembra facile
Facile amarmi
per quel fascino strano delle mie parole,
perché so cogliere il nocciolo e la meraviglia,
perché sembro forte come una roccia al sole,
perché ti guardo senza abbassare le ciglia.
Ma voglio che mi ami
per il mio cercare di capire ancora e ancora,
perché rispetto la polvere e la tela del ragno,
perché per sentirmi viva mi serve l'avventura,
perché mi fido troppo - ne ho bisogno -
per la sete di libertà e intimità profonda,
e perché entrambe mi fanno paura;
perché tendo all'imperfezione,
coltivo l'incompiutezza,
pratico la fragilità e la mancanza,
perché mi sembra sicura solo l'incertezza,
per il disordine della mia stanza.
Sembra facile
da “Innesti di rose sull’ortica”
Calibano Editore 2019
9 notes · View notes
occhietti · 9 months
Text
Tumblr media
Stare con me è difficile,
lo so e l’ho sempre saputo.
Sono una di quelle che vive di piccoli gesti e di attenzioni. Un fiore, qualche bella parola, una cena fuori, una canzone, una porta tenuta aperta per farmi passare per prima, uno sguardo ogni tanto.
Sono una di quelle che danno peso alle parole. A quali vengono scelte, come vengono dette, al tono di voce. E le parole, quelle che segnano, devi dirle bene. Devi dimostrarle bene.
Sono una di quelle che non si accontenta, mai. Non mi accontento di un amore mediocre, di una relazione mediocre, di un uomo mediocre.
Sono una di quelle che ama la propria libertà, e proprio perchè la amo mi rifiuto di metterla da parte per il primo che promette amore eterno. Che poi si sa, le parole se le porta via il vento.
Sono una di quelle che è capace di mettersi a ballare senza musica sotto la pioggia, solo per sentirsi un po’ più viva, un po’ più libera, un po’ più selvaggia.
Sono una di quelle che se c’è una strada dritta, spianata, distesa sceglie quella più tortuosa, più diroccata e insidiosa, ma che in un modo o nell’altro arriva alla meta.
Sono una di quelle che non rimane indifferente o zitta se una cosa non le sta bene. No. Io sono una di quelle che sbatte pugni contro il muro, che si incazza e bestemmia contro il cielo per farsi sentire.
Sono una di quelle che non tieni in un angolo, perchè se voglio stare in disparte mi ci metto da sola.
Sono una di quelle che non sceglie chi giura amore o chi ostenta affetto in pubblico, ma che sceglie quelli con l’anima in fiamme, delusi e feriti e che per strappargli uno sguardo amorevole devi pregare, perchè se scegli loro stai sicura che ti distruggeranno, ma ti ameranno davvero.
Sono una di quelle che fa ciò che vuole, come vuole, con chi vuole, anche pentendosene ma lo fa perchè in quel momento vuole così.
Sono una di quelle che indossa un sorriso e la sua armatura e non la vedi crollare manco se ti impegni, anche se poi magari crollo a casa da sola.
Sono una di quelle che passa le nottate sveglia, perchè la notte è per persone vere.
Sono una di quelle che vede e sente tutto, ma che non lo dà a vedere per poi colpirti e farti male quando vuole.
Sono una di quelle che incassa colpi su colpi ma non cade, e se cade si rialzerà sempre una volta in più. Perchè mi è stato insegnato così: toccare il fondo per avere più spinta.
Sono una montagna russa, io.
E voi preferite le giostre a cavalli.
- Andrea Nicole 
21 notes · View notes
canesenzafissadimora · 4 months
Text
Non so se vivrò altre vite
non so se sono morta di altre morti.
So che in questa vita sono morta più volte
e sono rinata altrettante.
Non mi aggrappo a niente
non ho nessuna certezza
non possiedo nessuna verità
tranne che l'amore è l'unica cosa reale
e che un giorno morirò.
E quel vivere in questo mondo meraviglioso
nuda di tutto tranne che di amore
quel camminare scalza
senza perdere l'anima in strada
senza sapere se questo sarà il mio ultimo passo
o forse il primo da un'altra parte.
Questa benedetta incertezza
di sapermi viva qui e ora
è il più grande dei tesori
la più grande delle libertà.
Tumblr media
Ada Luz Márquez
9 notes · View notes
omarfor-orchestra · 8 months
Text
He said viva la libertà viva la pace
14 notes · View notes
libero-de-mente · 5 months
Text
LIBERTÀ
Liberarsi, essere liberi.
Si lo so oggi è il 25 aprile, si celebra "la liberazione" e credo che in realtà liberi non lo siamo proprio del tutto.
Esiste un'altra libertà alla quale dovremmo quasi tutti ambire.
Quasi tutti, perché molti cervelli chiusi a tenuta stagna non la otterranno mai.
Essere liberi di vivere le proprie idee, senza nasconderle e trovando liberamente chi le viva insieme.
La libertà di emanare luce, per illuminare il percorso della propria vita aiutando chi cammina nella penombra.
La libertà di unire le stelle del firmamento a piacere, creando sinuose curve o geometrie intriganti. Insieme a chi vuole intersecare quelle linee con noi.
La libertà di poter dire "ora basta", di potersi fermare quando si vuole, per ricaricarsi o per meditare. Senza l'obbligo di dover correre.
La libertà di poter stare in solitudine per scelta propria e non per quella di altri, a volte quando si resta con se stessi ci si sente davvero liberi.
La libertà di avere un proprio posto segreto, da condividere con chi si vuole o con nessuno, a seconda delle proprie volontà.
La libertà di potersi esprimere senza essere giudicati, senza dover fare attenzione alle parole per evitare giudizi spietati.
La libertà di non avere un cuore soggiogato da nessuno, ma la possibilità di farlo battere liberamente con chi si vuole.
La libertà di non essere più schiavi, di non avere più padroni del pensiero.
La libertà di vivere degnamente comunque, perché molti vivono con sacrifici che dal di fuori non si percepiscono.
Quando le menti saranno libere non ci si dovrà più ricordare, per essere liberi. La sottomissione non sarà più neanche un ricordo, dimenticata.
"Dorme sepolta nel nostro cuore
Non è la gioia, n'è il buonumore
Che ci tengono sveglie le pulsazioni
Ma la felicità di ricordi silenziosi"
(- cit. La Guerra di LiberoDeMente)
7 notes · View notes
lunamagicablu · 7 months
Text
Tumblr media
O Grande Spirito, tu che tutti ascolti, ti prego per mio fratello, l’orso. Fa che la dolce luna brilli nelle sue notti da bambino: in questo modo lui si ricorderà sempre del calore di sua madre. Fa che il suo coraggio sia continuamente rinnovato dai fiori dei boschi: in questo modo potrà muoversi fra loro senza pena. Dona alle sue gambe potenza e destrezza: in questo modo lo faranno sempre correre in libertà. Fa diventare più acuto il suo udito e il suo olfatto: in questo modo fiuterà ogni pericolo. Fa che tutti gli uomini, che amano la bellezza e la forza, lo seguano nel suo cammino: in questo modo l’orso non perderà la strada e ritroverà la sua tana. Fa che tutti gli esseri umani amino la vita e rispettino quella degli altri: in questo modo nessuno dovrà dispiacersi dei propri errori. Infine, fa che il mio selvaggio fratello orso viva per sempre libero, finché il sole risplende nel cielo. Questa è la mia preghiera o Grande Spirito, per il mio fratello orso.
Capo Dan George (24 luglio 1899 – 23 settembre 1981), ultimo Grande Capo Indiano. AI Art Shop ******************** O Great Spirit, you who all listen, I pray to you for my brother, the bear. Let the sweet moon shine in his childhood nights: in this way he will always remember his mother's warmth. He ensures that his courage is continually renewed by the flowers of the woods: in this way he will be able to move among them without pain. He gives his legs power and dexterity: in this way they will always allow him to run freely. It makes his hearing and his sense of smell become more acute: in this way he will smell any danger. Let all men, who love beauty and strength, follow him on his path: in this way the bear will not lose his way and will find his den again. He makes all human beings love life and respect that of others: in this way no one will have to regret their mistakes. Finally, he lets my wild brother bear live free forever, as long as the sun shines in the sky. This is my prayer, O Great Spirit, for my brother bear.
Chief Dan George (24 July 1899 – 23 September 1981), last Great Indian Chief. AI Art Shop 
19 notes · View notes
lallabye · 1 year
Text
Destinata ad una perenne solitudine
Tutto
per mantenere viva la tua libertà
34 notes · View notes
ma-pi-ma · 2 years
Text
- Che fate?
- Manifestiamo per il diritto al lavoro.
- Porci fascisti! Azionate gli idranti! Dovete morire!
.
- Che fate?
- Ci sballiamo sparandoci in vena le peggio droghe.
- Bravi! Viva la libertà!
.
- Che fate?
- Ci opponiamo al ricatto del Green Pass.
- Luridi NoVaX! Le regole vanno rispettate sempre!
.
- Che fate?
- Scarichiamo clandestini illegalmente.
- Bravi! Niente regole, niente confini!
.
- Che fate?
- Festeggiamo il Natale in famiglia.
- Siete pazzi?! È un assembramento! Sgombrate!
.
- Che fate?
- Siamo in piazza per Greta Thunberg.
- Bravi! Siete il nostro futuro!
.
Orwell vi fa una pippa.
.
Matteo Brandi
105 notes · View notes
italofobia · 8 months
Text
vedete che ci vuole poco cazzo. forella piscia in testa a quasi tutti i concorrenti con una frase scritta per la libertà palestinese altro che viva la pace
12 notes · View notes
frittamista · 21 days
Text
Quando faccio queste riflessioni me sento una 90 enne pero tant’è
Non so perché ma per qualche strana ragione, dicevo che Ultimo lo odiavo solo perché lo ascoltavano tutti e allora io per capriccio “Madonna che sfracellamento di coglioni”, la realtà invece è che quando sono in macchina a volte lo ascolto e canto a voce alta le sue canzoni. A furia di andare contro a “Loro”, volevo dimostrarmi Originale. Frequentare i studenti di sociologia della sapienza perché “ao semo comunisiti daje viva la libertà, se vestimo al mercato de porta portese perché dovemo dimostra de esse diversi”. Ho pensato: come sono uguali tutti questi diversi. Il discorso purtroppo è vasto e potremmo starne a parlarne fino a domani senza mai venirne a capo. Mi sono sentita una cretina per giocare il ruolo della diversa. Non so, sarà dal film Amelie che ho inglobato il mito di: donna strana= affascinante. Si tratta di dosaggio anche. Dove inclinarsi su ciò che sentiamo di doverci tendere. Sentirlo. Nella pancia. Non negli occhi degli altri. E questo vale anche per gli ideali fanatici di tutti. Li vedi stanno sempre fra di loro, tutti insieme, che parlano delle stesse cose. Si stringono la mano convinti che stanno cercando la stessa cosa, ovvero uno uguale a loro che gli dice le stesse cose. Vedono i divertimenti degli altri come “leggerezze effimere”. Per me la verità è che siamo fatti anche di contraddizione e che ognuno vive questa vita al suo modo e se lo fa star bene perché sente che quello è il suo passo verso il sentiero del mondo.
2 notes · View notes