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Arosio, 6 anni per truffe
Ex commercialista arrestata
Arosio Agata Rota, radiata dall’albo nel 2014, ha accumulato varie sentenze Episodi tra il 2007 e il 2011. Pochi mesi fa l’ultimo caso: 112mila euro “spariti”
Arosio
È finita in manette nelle ultime ore l’ex commercialista di Arosio, Agata Rota.
Per la precisione è stata commercialista fino al 2014, ma poi per gravi fatti era stata radiata, il 28 aprile del 2014, dall’albo professionale su disposizione dell’Ordine dei Dottori Commercialisti di Como. La donna è stata arrestata per accumulo di pene il 29 ottobre dai carabinieri della Tenenza di Mariano Comense per l’espiazione della pena di 6 anni e un mese di reclusione.
In particolare era gravata di una serie di sentenze di condanna, nel frattempo diventate esecutive, per svariate truffe messe a segno tra il 2007 e il 2011.
Si tratta di vecchi episodi consumati anche in Calabria, nella zona di Corigliano Calabro. E poi ce ne sono delle altre che hanno visto coinvolte, come parti offese, cittadini di Arosio. Nelle ultime ore è finita in carcere a Como. E la situazione potrebbe aggravarsi ulteriormente visto che nelle prossime ore scadrà anche la possibilità di ricorrere in appello per l’ultima condanna di un anno e otto mesi di reclusione (pena non sospesa) e 600 euro di multa ricevuta a Monza nel mese di giugno. Nello specifico era finita nei guai per una truffa da oltre 100.000 euro.
Lei, ex commercialista, insieme al marito, aveva convinto un conoscente a versare 112.500 euro in assegni, prospettandogli la possibilità di costituire una nuova società con la quale partecipare a una procedura fallimentare al tribunale di Varese, subentrando in una società soggetta a un concordato preventivo. In realtà non si sarebbe costituita alcuna società, ma i due imputati avevano incassato gli assegni provocando alla presunta vittima, un uomo di 45 anni di Muggiò, un consistente danno patrimoniale.
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Truffò un cliente per centomila euro Condannata commercialista di Arosio
Un anno e otto mesi per Agata Rota e dieci mesi al marito Giovanni Rocca: i coniugi avrebbero raggirato un uomo di Muggiò simulando la creazione di una società
AROSIO
Un anno e otto mesi di reclusione (pena non sospesa) e 600 euro di multa per la commercialista di Arosio, e 10 mesi i reclusione (pena sospesa) e 300 euro di multa per il marito. I due sono stati ritenuti responsabili di un giro di truffe da svariate decine di migliaia di euro.
Sono stati condannati ieri mattina, infatti, da Giovanni Gerosa, giudice del tribunale di Monza, Agata Rota e il coniuge Giovanni Rocca, difesi dall’avvocato del Foro di Monza, Lelio Cerizza. In ballo c’è una presunta truffa da oltre 100.000 euro.
Lei, commercialista, insieme al marito, secondo la ricostruzione del tribunale di Monza, avevano convinto un conoscente a versare 112.500 euro in assegni, prospettandogli la possibilità di costituire una nuova società con la quale partecipare a una procedura fallimentare al tribunale di Varese, subentrando in una società soggetta a un concordato preventivo. In realtà non si è costituita alcuna società, ma i due imputati hanno incassato gli assegni provocando alla vittima, un uomo di 45 anni di Muggiò, un consistente danno patrimoniale.
L’avvocato difensore, durante le sue conclusioni, aveva chiesto la derubricazione del capo di imputazione, trasformando l’accusa da truffa in appropriazione indebita, ma il giudice non ha accolto la linea difensiva.
Il giudice, invece, ha modulato le pene compiendo una distinzione tra le due figure. Nel caso della moglie, ritenuta evidentemente una figura chiave della truffa, non è stata concessa neppure la sospensione della pena. Circostanza che è stata, invece, riconosciuta al coniuge.
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¿Al fin paz en Zaragoza?
Tras décadas de confrontación, tanto en los negocios como en lo familiar, y del sonado divorcio en 2015 de Miguel Zaragoza Fuentes y su esposa Evangelina Fuentes Guzmán, parece que al fin se conjuró —mediante distribución de multimillonaria heredad— el conflicto en una de las familias más prominentes de la industria petrolífera del país.
Hasta donde es sabido (los acuerdos se habrían pactado confidencialmente a principios de año) implica reparto de activos y rutas de distribución, respetando los derechos y negocios de los hijos del matrimonio Fuentes-López a manera de una red en que cada área dada en heredad depende de las demás… y todas ellas de un núcleo operativo estratégico bajo la ejida del patriarca Zaragoza Fuentes como es Planta de almacenamiento y licuefacción de Manzanillo y las operaciones en Jalisco al parecer con su hija Evangelina. Así, Miguel Zaragoza López, quien dirige el negocio original Grupo Gas Zeta, consolida Súper Gas de Juárez y la planta de almacenamiento Windstar. En tanto que su hermano Tomás Zaragoza López, al frente de gas Tomza, participaría en el fortalecimiento de la red en el resto del país.
Por su parte, su hermano Jesús Zaragoza López que se ha diversificado a la distribución de gasolinas, consolida las operaciones en el Bajío y Centro del país; y Eduardo se concentra en la distribución de Tropigas en Centroamérica; Gabriel Zaragoza, se encarga de desarrollar Coahuila, y Myriam Zaragoza, se concentra en Baja California Norte y Sur,, en tanto que la región sureste recaería en la hermana de todos ellos, Guadalupe Zaragoza López.
Sildenafil para el IFT. El análisis que presentó Carlos Casus, a nombre de la organización sin fines de lucro Corporación Universitaria para el Desarrollo de Internet, indica que el IFT no puede imponer reglas de interconexión que permitan acceder a la red concesionada a América Móvil a fin de desarrollar Internet en México especialmente en temas académicos y de investigación. Eso debería calentar a los comisionados que preside Gabriel Contreras, por el sólo hecho de que la observación viene del abuelo de la extinta Cofetel y que les evidencia en su poco alcance incluso para fomentar la creación de conocimiento en la red. The monopoly alive.
Avión con gorgojo. La negociación entre Aeroméxico, que preside Javier Arrigunaga, y el sindicato de pilotos, que encabeza Mario Alberto González, atraviesa un momento delicado: por un lado, una aerolínea balancea costos e ingresos de una industria globalmente inestable y competida; por otro, un sindicato que cercano a una disputa local de mandos en donde los actores prominente ofrecen a votantes mejoras mágico-económicas como las de igualar el salario de un piloto nuevo con el de los más experimentados “que no los tienen ni los pilotos de Obama”. Un incremento artificial de costos —por auspicio político— desataría una crisis casi mortal en la aerolínea. Un “Brexit” en escala aérea.
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