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LA STRADA ... di Sam
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Strada... Una parola ed immensi significati. Come immense sono le strade che percorriamo. Strade che vanno in direzione opposta, strade che viaggiano parallele o la stessa strada che in due o più persone si percorre. Lastradadisam vuole essere un'unica strada in cui tutti si è in cammino. Un luogo dove passare, ristorarsi e ripartire arricchiti di quello che hai dato e da quello che la strada ti ha dato. Concludendo con l'augurio dei Modena City Ramblers nella canzone "La Strada": "Buon viaggio hermano querido e buon cammino ovunque tu vada forse un giorno potremo incontrarci di nuovo lungo la strada".
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ziosam6 · 3 months ago
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IL TRENO VA...
"La carovana è pronta per partire ultimo annuncio a tutti i passeggieri signori su in carrozza il biglietto è regalato e un bicchiere levato all'avventura!" (Il treno dei Folli - MCR)
Ogni posto di lavoro conserva le sue chicche preziose, basta solo saper guardarsi intorno. Il progresso tecnologico ha portato treni sempre più all'avanguardia. Pareti sintetiche custodi di tubi, cavi in fibra, centraline, hanno preso il posto dei pannelli in legno su cui sono issati quadri. I salotti con le poltrone in velluto e gommapiuma, separate per la prima classe e divanetti uniti per la seconda, hanno ceduto il passo a sedute sintetiche. Ritirate computerizzate in tutto e per tutto hanno preso il posto di semplici tazze che scaricavano direttamente a terra. Prendersi una pausa dalla routine quotidiana e farci un giro sopra è come fare un viaggio nel passato. Quel passato che ormai non esiste più ma che ancora ti fa sognare.
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ziosam6 · 4 months ago
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21 marzo giornata mondiale della poesia.
Lungi da me comporre versi a tale altezza ma ho provato comunque a scrivere qualcosa che vicino ci andasse.
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ziosam6 · 4 months ago
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LETTERA A G…
Sono trascorsi un paio di giorni da quando ci hai lasciato e “se ti scrivo solo adesso un motivo ci sarà. Non è mica San Lorenzo, non ci sono stelle matte, su sta’ piccola città. Non ci sono desideri da non dire come tempo fa, il desino ha la sua puntualità.
Hai lottato come un uomo, con la brutta compagnia. Non eri mica stanco che nessuno mai è pronto quando c’è da andare via. Hai pregato bestemmiando per la rabbia, per tutta l’agonia, per le scelte che stava facendo Dio”.
L’incipit di questa canzone, Lettera a G, Ligabue l’ha scritta per la morte di suo cugino. Oggi sembra che queste parole riecheggino per Te e per Noi.
Perché in questi 15 anni circa di musica ne abbiamo condivisa, ascoltata, scambiata, parecchia.
Te, cultore della musica a 360 gradi, dai grandi del Rock internazionale ai cantautori italiani, Io con il limite di ascoltare solo musica italiana;
Te, sempre pronto a farmi ascoltare un artista o una canzone nuova e le delusioni che ti si leggevano in volto ogni qualvolta non conoscevo quello che mi proponevi;
Te, affascinato dall’evoluzione tecnologica avvenuta intorno alla musica, specialmente con l’applicazione di “shazam” e le tue “sfide” contro di essa: quando salito da Voi per un caffè mi invitavi in camera e mi dicevi: “prova a vedar se il telefono la riconosce” e subito dopo “madonna conosce anche sta qui”.
In questi 15 anni, da quel settembre 2010 a Rosolina con il gruppo “Ricorrenti” fino al tuo ultimo periodo di strada n’è stata fatta parecchia e tante sarebbero le cose da ricordare. Le gite fatte in montagna, al lago, la giornata di Bologna alla ricerca di via Paolo Fabbri 43 per citarne solo alcune. Altrettanti sono gli episodi tragicomici avvenuti, da maggio 2013, in casa con Paolo (da me rinominata “Casa Vianello 2”) ed i vicini di pianerottolo.
Il tuo cammino però non è sempre stato caldo e soleggiato ma ha conosciuto anche tanti momenti freddi e tempestosi. Momenti di difficoltà in cui hai voltato le spalle a chi sempre ha cercato di aiutarti. Momenti duri dai quali sei sempre ripartito tendendo nuovamente le mani a chi non ti ha mai lasciato solo.
Hai giocato la tua partita fino alle fine. Subendo attacchi dagli avversari e facendo falli a tua volta subendone le sanzioni; sei stato messo in panchina e sei tornato nuovamente in campo per essere protagonista.
Non ho usato questa metafora calcistica a caso. Perché questo sport è stato un’altra tua grande passione che dovevi condividere con chi ti circondava. Come quella volta che mi chiamasti alle 23.00 per comunicarmi il risultato della partita tra il Castel di Sangro e l’Albinoleffe importantissima sfida di un qualche girone del campionato di Serie C.
Restando sempre in tema calcistico abbiamo avuto negli anni una continua sfida. Tu che sfoggiavi sempre con orgoglio capi di abbigliamento della tua squadra preferita, il Verona, ed Io che ti promettevo un giorno sarei riuscito a farti indossare la mia maglia e la mia sciarpa del Chievo fotografandoti per immortalare l’evento. Ebbene, oggi possiamo dire che anche questa partita l’hai vinta tu. Te ne sei andato ma sempre indossando gli stessi colori gialloblu.
Concludo questo mio ricordo di Te, che vuole essere anche un augurio, con la serata al concerto di Max Gazzé all’Arena di Verona. La canzone è “Mentre dormi”: “Vola... Adesso vola Oltre tutte le stelle alla fine del mondo vedrai, i nostri sogni diventano veri!”
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ziosam6 · 4 months ago
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Proprio cone la vita di una persona,
bella e affascinante quanto fragile.
Non puoi prenderla con forza,
rischieresti di farla in frantumi.
Non puoi tenerla tra le mani,
l'amore egoistico la scioglierebbe.
Puoi starle vicino alla giusta distanza;
non troppo lontano per poterla proteggere
ma nemmeno troppo vicino per lasciarle i suoi spazi.
Giorno dopo giorno ti potrai così accorgere
sebbene appare fredda e distante
che al suo interno scorre una calda linfa vitale,
quell'Amore nascosto ai più,
pronto ad esplodere a coloro che sanno andare oltre le apparenze.
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ziosam6 · 5 months ago
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Mi è capitato, quasi per caso verrebbe a dire, se non avessi imparato che il caso non esiste, di leggere queste righe messe in evidenza da una lettrice.
Da molto tempo i libri mi affascinano. In loro si possono trovare sempre spunti interessanti. Citando un vecchio professore di filosofia: “I libri non si comprano per leggerli ma anche se in essi vi è solamente una frase particolarmente significativa.”
Subito, leggendo quanto sottolineato, mi è salito il ricordo di un libro letto anni addietro: “Piedi di cerva sulle alte vette”. Un viaggio in cui la protagonista, Timorosa, è promessa in sposa ad un suo cugino assai pessimo, il Sig. Codardo. Disperata chiede aiuto al Pastore che pianta in Lei il “Seme dell’Amore” ma deve compiere un viaggio (di crescita interiore) affinché questo seme germogli. In questo progredire verso le Alte Vette non è sola ma in compagnia di Tristezza e Sofferenza.
La fiaba di Aladin ci insegna che siamo tutti dei “diamanti grezzi” solamente chi ha la sensibilità di guardare oltre l’apparenza potrà cogliere la splendente gemma che esso racchiude.
Per questo sono concorde con quanto afferma il protagonista sul darsi valore e scansare i mediocri, coloro che vogliono sminuirci. Come Timorosa, ahimè, è difficile buttarsi verso le alture. Liberarsi dai condizionamenti che ci hanno accompagnato in tutti questi anni avendo affianco sempre Tristezza e Sofferenza.
La strada della vita può essere “uno sputo” oppure un lungo sentiero. Spetta a noi scegliere se camminare a fatica con una palla al piede o in compagnia di persone eccezionali che sapranno rendere unico il nostro domani solamente essendoci.
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ziosam6 · 5 months ago
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Una sola domanda: Perché? Sono giorni che penso ad una risposta. Giorni che provo a cercare spunto in parole come pudore, vergogna, gimnofobia ma poi ritorno sempre alla domanda iniziale; perché? Immagina per un momento di essere in un posto paradisiaco, tropicale, al caldo, riservato a persone che praticano il naturismo. Immagina, in questo luogo, di non essere solo e di trovarti insieme ad altre 3 persone: due uomini e una donna. Immaginiamo che il trio, favorito dallo status adamitico e dall'intraprendenza della Lei in questione, si cimenta in un threesome da far invidia ai più noti canali del settore. Peccato non essere soli in questo posto paradisiaco ma un altro avventuriero frequenta la medesima spiaggia. Non è un fantasma ma una persona in carne ed ossa. Persona vista dal trio e ben conscio della sua presenza. Non ci fanno caso e continuano il loro caldo momento; del resto anche lui resta in disparte, osservando la scena ma, facendosi totalmente i fatti suoi. Una volta concluso il gioco a tre la nostra sirenetta, dopo aver preso tutto e in ogni dove, si alza e fa un bagno in mare per ripulirsi e rinfrescarsi. Tornata sul bagnasciuga ri-vede il quarto vacanziero coprendosi immediatamente, per vergogna - pudore - gimnofobia che sia, tutte le sue parti intime per non mostrarle. Ecco quindi la domanda di partenza... Perché? Quale logica alla base di tale gesto?
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ziosam6 · 6 months ago
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Caro 2024 ti scrivo…
Il nostro percorso sta per giungere al termine. Il mio cammino proseguirà con il tuo successore. In questi ultimi momenti ripenso a tutto quello che abbiamo combinato insieme.
Con te si era stabilito fin da subito che dovevamo fare solo quello che ci piace e ci rende felici. Senza tanto farsi influenzare dai pensieri altrui ma osando qualcosa per cui ne valesse la pena.
Fu così fin da subito. Messi i scarponcini ed impugnato i bastoni si sale a Campodalbero per percorrere il suo sentiero dei presepi. Una giornata fresca ma luminosa. Veramente rigenerante.
Ancora colmi di questa gioia che non perdi tempo a mostrarci anche l’altra faccia della medaglia, quella del dolore, raggiungendoci con una notizia troppo prematura. L’anima del nostro amico Frà ha lasciato il corpo terreno per tornare nell’oltre.
La vita prosegue con il suo percorso abitudinario. Tarda primavera, quasi estate riprendono le convocazioni a Bibione. Torniamo nuovamente in laguna sui pedali come fatto fino a non molto tempo fa.
Sei stato anche compagno e testimone di cambiamenti, oserei dire, epocali. Il cambiare abitazione ed indirizzo sulla carta di identità dopo quasi 30 anni e lasciare il mio lavoro di sempre. Per il primo ho già fatto un post precedentemente mentre, per il capitolo Genovesa, sarebbe anche pronto ma non è ancora giunto il tempo di pubblicarlo. Né parlerò con chi ti precederà.
Concludo questa riflessione con ciò che meglio ha rappresentato il nostro “life motive”. Il nostro essere protagonisti della nostra felicità e senza farsi influenzare dai pensieri altrui. Tanto che per evitare ogni interferenza non ne feci parola con nessuno se non in corso d’opera.
Sarai ricordato come l’anno in cui rifiuto la convocazione settembrina a Bibione e lascio il mio paese in un martedì mattina di settembre per arrivare, nel pomeriggio di sabato, a Torino dai miei parenti. Cinque giorni di pedalate e di avventure seguendo le tracce dell’AIDA Ovest (Alta Italia Da Attraversare).
Sei stato l’anno in cui ho riscoperto l’amore. Quello stesso amore che anni prima mi ha profondamente ferito tanto da non voler più sperimentarne ancora. Questo amore si è fatto spazio dentro di me ma ha paura di uscire allo scoperto. Troppo fragile e spaventato.
Chissà, magari chi verrà dopo di te avrà la giusta chiave motivazionale. Nel frattempo faccio tesoro di quei pochi momenti in sua compagnia.
Siamo giunti alla fine di questo percorso. Ti saluto come si saluta l’amico di un tempo. Ti ringrazio per quanto mi hai insegnato e fatto sperimentare. Nello zaino ho già sogni e progetti da condividere con chi verrà dopo di te. Con il quale camminerò un altro anno, fiducioso di giungere alla fine e salutarlo come ho fatto oggi con Te.
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ziosam6 · 6 months ago
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FIORE (Addendum)
Proseguendo la via del fiore … viene da aggiungere un ulteriore paragrafo. Una vicenda che narra di incontri mancati o mancati incontri; perché le parole sono le stesse ma la situazione ha un sottile risvolto differente. Avrei potuto parlare di incontri mancati nel caso in cui ci fossimo realmente incontrati ma poi, per le più svariate ragioni, desisto dai buoni propositi e non faccio nulla. È Natale, occasione in cui poter osare un po’ di più, e preparare un bouquet con una rosa color rosa al centro per omaggiare la tua dolcezza. Ornata dal pungitopo per richiamare il periodo festivo attuale e per il suo significato di buon auspicio in generale. Il tutto con un poco di Erica bianca affinché i sogni si avverino. Alla fine non ho preparato nulla e lasciato che le cose vadano come dovevano andare. Purtroppo sono andate molto diversamente dal previsto. È mancato proprio l’incontro. Le nostre strade hanno preso binari diversi. Ogni mia azione è svolta in punta di piedi per non calpestare e ferire. Mi chiedo solamente se il seme gettato qua e là sia caduto sulla buona terra e se quel fiore un giorno… sboccerà.
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ziosam6 · 6 months ago
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"L'avidità ha avvelenato i nostri cuori, ha precipitato il mondo nell'odio, ci ha condotti a passo d'oca fra le cose più abbiette, abbiamo i mezzi per spaziare, ma ci siamo chiusi in noi stessi. La macchina dell'abbondanza ci ha dato povertà, la scienza ci ha trasformato in cinici, l'avidità ci ha resi duri e cattivi, pensiamo troppo e sentiamo poco."
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ziosam6 · 6 months ago
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NATALE '24: L'INDIFFERENZA
È la vigilia di Natale ed oggi, come allora, "non c'è posto per loro in albergo". Trascorro questa notte in un dormitorio per "emergenza freddo" messo a disposizione da Caritas Veronese. Per loro è una notte come altre. Si cerca di arrivare al caldo alla mattina e poi un altra giornata di strada come tutte le altre da tempo immemore. In questa notte, osservando i nostri ospiti nell'oscurità, ripenso al dialogo fatto con uno di loro incontrato durante il mio servizio:
"il male più grosso che c'è oggi è L'INDIFFERENZA; la gente cosiddetta per bene ci passa accanto e prosegue oltre per non avere sensi di colpa. Sul ciglio della strada che c'è una persona o un sacco della spazzatura è indifferente, tanto ci sono abituati"
In questa notte penso che hai proprio ragione.
Oggi il vero rivoluzionario, il vero figo (per usare uno slang attuale) è il buon samaritano che non passa oltre. È colui che ha capito e compreso che la vera felicità è rendere felici gli altri, tutto il resto verrà dato sovrappiù. Ecco allora, in questa notte, il mio augurio è che questa stella non illumini solo un angolo di strada, una mangiatoia isolata, ma possa illuminare lo sguardo di molti. Gli stessi che con piccole azioni possano portare gioia nel mondo e renderlo veramente Un Altro Mondo! Buon Natale 🥊🥊
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ziosam6 · 7 months ago
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FIORE (parte 3 di 3)
Canto i Modà ma senza ascoltarli...
Il suo compleanno è trascorso. Il messaggio pensato non l'ho inviato ma ho scelto la strada della sobrietà per limitare i danni. Dalla risposta generica che ho ricevuto sembra esser stato comunque gradito.
Da tale risposta però nasce un'altra domanda che mi pongo in continuazione: potevo forse fare di più o diversamente? Dovevo osare di più, essere più esplicito, come nella precedente riflessione?
E qui, a suggerire la risposta, mi vengono in mente due brani dei Modà:
"Chiedimi se sono felice Chiedimi se sono capace di amarti anche oltre le stelle. L'ho scritto già sopra la luna ma puoi leggerlo solo di sera."
A questa strofa di "Puoi leggerlo solo di sera" si collega a pennello anche la fine del ritornello di "Testa o Croce".
"Sotto un cielo che mi invoglia neanche stelle so rubare Testa o Croce non esiste se decide il cuore."
In tua presenza sono certamente la persona più felice ma amare e dimostrarlo come si deve è sempre stato un mio limite.
Per questo motivo penso tu possa leggerlo solo di notte, quando tutti dormono, quando lo scenario è più discreto e al tempo stesso pià intimo.
Ma le stelle non so rubare e figurarsi come fare; se è giusto fare una cosa o un'altra.
Basta pippe!!! Dicono i Modà: Testa o Croce non esiste se decide il cuore.
Il cuore in questione però ha troppa paura di soffrire ancora.
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ziosam6 · 7 months ago
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FIORE (parte 2 di 3)
Dalla poesia l'ispirazione del messaggio di compleanno (mai inviato).
Domani è il giorno del tuo compleanno e come sempre, in queste situazioni, 1000 idee e 1000 parole pervadono mente e cuore; senza mai trovare una soluzione finale.
Sono più di 15 giorni che ho già pronto il tuo messaggio da inviarti ed ogni giorno lo rileggo, immagino, fantastico e poi tutto svanisce: Battisti oggi direbbe: "vorrei, non vorrei ma, se vuoi."
"Ho perso le parole eppure c'è le avevo qua un attimo fà"
Questa di Ligabue penso sia l'incipit più appropriato per questo messaggio.
Il FIORE simbolico te lo vorrei regalare veramente (sogna il cuore). Però mi conosci appena... Non so se sia cosa buona... Forse faccio una cavolata... rischio di perdere tutto ancora prima di aver tentato... (afferma la mente).
Guardando al futuro ecco il senso della poesia di Peparello. Come non passa giorno che non visita un sito internet di fioristi per vedere quale mazzo di fiori potrei inviarti.
E' vero che "vola solo chi osa farlo" ma poi cosa scrivere sul biglietto?
Camminando lungo il sentiero chissà quanti fiori ci sono passati accanto e non c'è ne siamo nemmeno accorti.
Poi, per qualsiasi motivo, giungi in un prato fiorito.
Ed è proprio lì, dove un fiore può perdersi in mezzo ad altri cento, risalta invece per la sua luce.
Come in un bouquet; fiori diversi, colori simili ma mai uguali ed ognuno con il suo profumo caratteristico.
Starei ore ad ammirare ed annusare questo mazzo di fiori per scorgere in esso, da tutte le angolazioni possibili, il suo fiore più bello. Lo stesso fiore che oggi festeggia il compleanno. A cui, con tutta la mia gioia, vanno i miei più cari auguri.
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ziosam6 · 7 months ago
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FIORE (parte 1 di 3)
Ti regalo un fiore per ogni promessa mantenuta per ogni esperienza con te vissuta. Un fiore per ogni desiderio esaudito per tutte quelle volte che al volo mi hai capito. Un fiore per tutte le volte che mi hai perdonato per ogni sole che mi hai regalato. Un fiore per ogni tuo gesto spassionato per ogni incomprensione che hai gettato nel passato. Un fiore per ogni tua lacrima asciugatasi in fretta per il tuo modo di essere perfetta. Un fiore per non farti mai dimenticare che basta un tramonto e uno scorcio di mare. Un fiore al momento giusto tra le tue mani per rendere unico il nostro domani.
(Carlo Papparello - Poesia)
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ziosam6 · 7 months ago
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17 – 23 settembre 2024 – AIDA OVEST sia!!!
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Spesso diciamo fare “di necessità virtù”. La necessità, in questo caso, era trovare un modo per essere autonomo il più possibile in mancanza della patente di guida momentaneamente revocata. La virtù, come conseguenza, è divenuta la bicicletta.
Ogni giorno dovevo fare circa 40 km per andare e tornare dal lavoro; ai quali se ne aggiungevano circa la metà per tutti i giri che facevo “fuori via” per trascorrere il tempo tra un impegno e l’altro.
Il pensiero agli inizi era assai preoccupante in seguito, dopo le prime tratte riuscite con successo, vedendo che la cosa era fattibile ho iniziato a prenderci gusto ed anche ad appassionarmi. Era una gioia muovermi in bicicletta ed il mio sguardo iniziava a puntare lontano ad una parola sempre ammirata ma mai sentita che potesse essere mia un giorno: cicloturismo.
Il viaggio pensato per primo e sul quale fantasticavo essere fatto a breve era quello di raggiungere i miei parenti a Torino. Prima o poi ci andrò, mi ripetevo. Nel frattempo in bici sono giunto a Bibione, Lido degli Estensi, Cesenatico, Trieste, Capodistria e tante altre piccole destinazioni giornaliere.
Quest’anno avevo deciso dovesse essere l’anno zero. Quello in cui il momento è giunto e si parte. In Piemonte vi giungono varie ciclovie, quella del Po la più conosciuta ed altre minori. Queste ultime sono tutte raggruppate in un unico itinerario denominato AIDA (Alta Italia Da Attraversare) che collega Trieste – Verona nella parte Est e Verona – Moncenisio per la parte Ovest. Nessun dubbio: AIDA Ovest sia!!!
Scelto il periodo, scelto il tragitto, ipotizzato in quante tappe farlo e come alimentarsi e dormire manca da scegliere la compagnia per il viaggio. Squadra che vince non si cambia e quindi, anche in questo viaggio, ho scelto la compagnia di sempre: la mia.
Molti hanno sempre mosso critiche a riguardo con mille paure e preoccupazioni anche plausibili. Io ho sempre sostenuto, ed anche questo viaggio n’è stato la conferma, di viaggiare da solo ma di non essere mai solo. Lungo la strada incontri sempre qualcuno a sostenerti, aiutarti o, semplicemente, salutarti.
Di seguo non voglio perdermi nella descrizione dettagliata delle tappe ma riportare solamente fatti significativi vissuti appunto lungo “La Strada”.
Prima tappa: Verona (Bussolengo) – Brescia (Travagliato)
Questa prima tappa la si può riassumere in una parola: imprevisti. Maltempo, strade chiuse e non segnalate, deviazioni di percorso, salite più impervie di quanto fossi preparato, tempi idealizzati non corrispondenti a quelli reali ma tutto affrontato con il sorriso e l’entusiasmo del primo giorno di viaggio.
Seconda tappa: Brescia (Travagliato) – Milano
Questa tappa doveva dividersi in due ma a causa della partenza ritardata di un giorno ho dovuto fare una tratta in treno per rimettermi al pari sulla tabella di marcia. Infatti. Ripartito da Travagliato percorro una decina di km fino a Romano. Prendo il treno e raggiungo quella che avrebbe dovuto essere la metà della seconda tappa ovvero Treviglio. Da qui il viaggio è proseguito lungo l’Adda prima ed il canale della Martesana poi. Tutta sede propria lontano dal traffico. Una vera gioia pedalare e respirare l’aria Manzoniana come riportava la targa sopra un bel ponte attraversato.
Terza tappa: Milano – Novara
La vera tappa cicloturistica per eccellenza. Lascio la Lombardia per giungere in Piemonte. È la più lunga di tutto il tragitto. Ho perso una borsa strada facendo avvisato da un ciclista solitario prima e raggiunto da un altro gruppo di ciclisti che hanno recuperato la mia borsa dopo. Questi ultimi inoltre percorrevano un tratto comune al mio. Quindi mi hanno aspettato e fatto compagnia per un po’ di km lasciandomi qualche utile suggerimento. Infine è stata l’unica notte trascorsa all’addiaccio su una panchina nel parco centrale della città.
Quarta tappa: Novara – Vercelli (Lamporo)
Anche questa tappa è stata divisa in due perché non riuscivo ad arrivare a Torino con una tirata di oltre 120 km. Inoltre il percorso segue un’antica via della Francigena su cui ciclisti e pellegrini procedono insieme nella stessa direzione e meta. La notte è trascorsa presso un’accoglienza pellegrina in un ostello donativo. Una realtà sconosciuta ma che ho potuto conoscere e su cui mi si è aperta una finestra su un mondo vasto e ancora abbastanza sconosciuto che ho avuto modo di approfondire.
Quinta tappa: Vercelli (Lamporo) – Torino
Infine l’ultima tappa: la più difficile. Difficoltà data dalla stanchezza di 5 giorni sui pedali. Difficoltà data dal non riuscire ad aggiungere una meta a me cara che ho potuto ammirare solamente dal basso. Difficoltà perché orami dici “sei arrivato” ed inevitabilmente tiri i remi in barca. Difficoltà completamente sparita lasciando spazio alla gioia e all’entusiasmo quando finalmente sono giunto sotto la Mole Antonelliana prima e dagli amati parenti come tappa finale del mio viaggio.
Sesta tappa: Torino (Mirafiori) – Verona (Bussolengo).
Questa non è una vera tappa ma quanto un ritorno a casa. Torino – Verona infatti non è stata fatta in altrettanti giorni ma in 3 ore di treno. Gli ultimi km che separavano la stazione di Verona da casa mia sono stati un continuo flash-back di quanto realizzato nella settimana precedente. Tanta la fatica ma la gioia ancor maggiore.
Ed in conclusione concordo con le parole di mio padre al rientro a casa: “Sapevo che te eri via de testa ma non immaginavo fino a sto punto”.
Però si sa… la fine di un viaggio altro non è che l’inizio del sogno di quello successivo!!!
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ziosam6 · 1 year ago
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Dopo una giornata di frenesia, mobili smontati e rimontati, trapani e avvitatori che staccano e creano nuovi alloggiamenti, montacarichi che incessantemente muovono da una parte all'altra la tua vita... Cala la sera.
Nel silenzio della notte mi perdo a pensare ad una foto scattata quasi involontariamente senza un preciso significato. Una foto del vecchio appuntamento, fatta dalla strada, in attesa di partire.
Ecco quindi l'idea del trittico:
Il cuore dà (foto uscita);
il cuore riceve (foto entrata);
e dove per sempre resterà una parte del mio cuore (in quell'appartamento).
Una foto dallo sguardo all'insù. Rivolto a quel 5° piano ed i 28 anni trascorsi in esso
Arrivato poco più che 16enne posso definirlo, nel bene e nel male, essere il luogo di tante "prime volte". Ah se i muri potessero parlare... Meglio di no! I primi parcheggi perfetti con la macchina... Se non ci fosse stato l'albero davanti. Le prime dediche e richieste dai vicini... Mi fa piacere sentirti suonare la tastiera ma non cantare al karaoke! E tante altre.
In tutti questi anni è stato luogo di tante partenze ma di altrettanti sicuri ritorni.
Perché si torna sempre dove si è stati bene e i posti sono semplicemente persone. (Nessun posto è casa mia - C. Galeazzo)
Sono questi gli anni di maggior vagabondaggio per mille lavori, week-end milanesi per scuola, 3 anni in Seminario o in parrocchia a Verona presso il Quartiere Indipendenza, anni della prima convivenza stabile e varie settimane di convivenza con gli scout.
Nel corso degli anni è stato anche un luogo "absentes adsunt" dove gli assenti sono assai presenti. Non ci sarà, nella nuova casa la "cameretta della nonna". Non ci saranno tutte quelle famiglie che negli anni hanno lasciato un segno per le loro particolarità prima di lasciarci, a loro volta, verso nuove destinazioni, dimensioni o, semplicemente, lasciamo noi spostandoci.
Ai tanti ricordi che si lasciano altrettanti se ne immaginano. Ricominciando da zero e sognando in grande. Anche perché...
"la prossima volta che mi sposto sarà quando vien a torme Pizzamiglio!"
(Cit. Il fante di Spade).
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ziosam6 · 2 years ago
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Ecco! Per questo Natale 2023 la parola che auguro è: Calma!
L'immagine che ad essa associo in questo momento è senza dubbіо quella di una candela. Elegante nella sua semplicità. Con una fiamma che rende soffuso il buio circostante donando un senso di pace e armonia; profumando quegl'istanti semplicemente essendoci. La candela però non si accende da sola. Senza una fiamma è bella ma fredda.
L'accendino o il fiammifero, a sua volta, si estinguerà presto se non da il suo prezioso supporto a qualcuno.
Solo insieme, collaborando uno con l'altro, portano luce e fragranza. In breve, sono una bella squadra!
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ziosam6 · 2 years ago
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In tutti questi anni si è detto e si è fatto di tutto. Cos'altro aggiungere in questo Natale?
Riflessione sul Natale 2023.
Non aggiungo nulla; parto da quello che non c'è.
Lo faccio con un'immagine che mi ha colpito quest'anno.
Natale è quel posto vuoto alla tavola imbandita;
Natale è quel brivido di freddo quando gli altri si scaldano nel calore di un abbraccio;
Natale è quell'augurio non detto. Quello delle occasioni mancate per la paura di ferire o di ferirsi.
L'augurio per illuminare questo Natale (e non solo) è preso dal ritornello della canzone “Mani” di Fabrizio Colombo.
“Mani, prendi queste nostre mani, fanne vita fanne amore,braccia aperte per ricevere chi è solo.
Cuore, prendi questo nostro cuore, fa che si spalanchi al mondo germogliando per quegli occhi che non sanno piangere più.”
Buon Natale
Sam
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