#io valgo
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Ogni volta che sono troppo, o troppo poco, elimino un/a stronzo/a dalla mia vita e improvvisamente sono nuovamente giusta. Giusta per l unica persona per cui conta: me.
Che non mi lascio non perché non posso, ma perché vale la pena scegliersi e restare la propria costante in un mare di variabili.
#Persone#Relazioni#Critiche#Se stessi#Aspetto#Difetti#Gusti#Idee#Personalità#Io valgo#Io scelgo#Io voglio#Io sono
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Mi è capitato, quasi per caso verrebbe a dire, se non avessi imparato che il caso non esiste, di leggere queste righe messe in evidenza da una lettrice.
Da molto tempo i libri mi affascinano. In loro si possono trovare sempre spunti interessanti. Citando un vecchio professore di filosofia: “I libri non si comprano per leggerli ma anche se in essi vi è solamente una frase particolarmente significativa.”
Subito, leggendo quanto sottolineato, mi è salito il ricordo di un libro letto anni addietro: “Piedi di cerva sulle alte vette”. Un viaggio in cui la protagonista, Timorosa, è promessa in sposa ad un suo cugino assai pessimo, il Sig. Codardo. Disperata chiede aiuto al Pastore che pianta in Lei il “Seme dell’Amore” ma deve compiere un viaggio (di crescita interiore) affinché questo seme germogli. In questo progredire verso le Alte Vette non è sola ma in compagnia di Tristezza e Sofferenza.
La fiaba di Aladin ci insegna che siamo tutti dei “diamanti grezzi” solamente chi ha la sensibilità di guardare oltre l’apparenza potrà cogliere la splendente gemma che esso racchiude.
Per questo sono concorde con quanto afferma il protagonista sul darsi valore e scansare i mediocri, coloro che vogliono sminuirci. Come Timorosa, ahimè, è difficile buttarsi verso le alture. Liberarsi dai condizionamenti che ci hanno accompagnato in tutti questi anni avendo affianco sempre Tristezza e Sofferenza.
La strada della vita può essere “uno sputo” oppure un lungo sentiero. Spetta a noi scegliere se camminare a fatica con una palla al piede o in compagnia di persone eccezionali che sapranno rendere unico il nostro domani solamente essendoci.
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ma dopo 3 colloqui da un'ora e mezza ciascuno si può parlare di riscatto?
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Io valgo 5 lacrime e una buona notte
E quindi adesso dormi e piangimi
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Io sono doppia.
Sì, io sono sensibile. E sono anche forte. Sono introspettiva. Ed estroversa.
Amo la solitudine. E sono espansiva.
Sono fragile. Ed intensa. Mi sento umile.
E so quanto valgo. Sono riservata.
E a volte esplosiva. Sono delicata.
E determinata.
Mi ferisco facilmente e cado. E ho una grande resilienza per rialzarmi ogni volta.
Sono pervasa da un'idea romantica della vita che non sempre mi facilita l'incontro con la realtà.
Mi indigna profondamente l'ingiustizia e divento un leone quando sento invasi i diritti miei, di chi amo o degli esseri umani in generale.
A volte sento male al fisico quando un'emozione è forte, bella o brutta che sia.
Se assisto al successo di qualcuno mi commuovo di gioia ed empatia;
ma anche se assisto al dolore di qualcuno, non posso evitare di piangere.
Sento tutto, sento sempre.
Tengo moltissimo al significato delle parole perché le parole sono semi per il nostro cervello, che generano pensieri buoni come frutti maturi o cattivi come la gramigna.
Tutti questi aspetti a volte rendono più complicata la mia vita e anche le mie relazioni, ma le rendono anche dense di una ricchezza impareggiabile: dobbiamo saperlo noi e devono saperlo le persone che scelgono di averci nel loro mondo.
Nicoletta Travaini
_____"Il dono delle persone sensibili"
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Ma io, quanto valgo? Sono come un insetto o sono come Napoleone?
Fêdor Dostoevskij, da "Delitto e Castigo" (Raskol'nikov)
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Mi sento davvero tanto sola ultimamente. Nessuno si fa più sentire tra le poche amicizie che ho coltivato quest'anno, come se si fossero totalmente dileguati. Finché si sta insieme si è tutti amici ma poi appena ognuno ha i propri impegni ci si dimentica a vicenda. Come se ci fosse una scadenza e poi ci si annoia.
Amici che avevo qualche anno fa mi hanno dimenticata come se non fossi mai esistita.
Eppure ci si segue tutti su instagram ma nessuno sa più nulla l'uno dell'altro.
Ho perso l'amore, non ho amici su cui contare (tranne qualcuno ma vive lontano) e nessuna voglia di vivere ultimamente.
Ma perché la gente si stufa presto? Perché per un periodo sei al centro del mondo e poi ti getta in un angolo?
Mi sento davvero a pezzi. Sono forse io che non valgo nulla e non voglio accettarlo?
Non ci capisco più niente.
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a volte temo di non essere guarita davvero dai miei pensieri intrusivi. a volte penso di non farcela, di mollare tutto e sparire.
non riesco a chiedere aiuto, non riesco ad esprimere le mie emozioni. non capisco il perché io mi senta così tanto sola e sostituibile. c'è sempre una voce che mi ripete che valgo zero.
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Nel quartiere incrocio una vecchia, dalle rughe le darei 120 anni, ci scambiamo uno sguardo di sfida, io dall’auto, lei dal marciapiede.
Indossa una pelliccia lunga, a occhio visone, peserà il doppio di lei, sbuca solo la testa bianca un po’ spelacchiata, sicuro va a fare la piega per Pasqua. Fa un caldo porco, sono a mezze maniche, la immagino grondante come la strega delle lande. Lei resiste perché il rancore, si sa, isola meglio del Gore-Tex.
Nella vita è stata la moglie di un dentista al quale ha dato tre splendidi figli: Paolo, il più grande, ha ereditato lo studio e una pancetta rassicurante, gioca a padel tutte le settimane, convinto che sia sport, sposato, due figlie con lunghi capelli castani e voti alti, l’orgoglio della nonna; Simona, in terapia da vent’anni, ogni martedì alle 18, divorziata, ceramista per passione, insegnante alle medie di professione, un figlio, frequenta un avvocato che pippa, usa la Longchamp; Andrea, il piccolo, viaggiatore, amatissimo, quello per cui si ammazza il vitello grasso, zio che ammalia con l’aria da scapestrato, pantaloni di lino, capelli un po’ troppo lunghi, non ha mai lavorato un giorno ma in famiglia si dice sia molto sensibile.
Il marito è crepato due anni fa, ma lei non si è lasciata andare. Ha gli occhi da faina, tiene ancora i conti, maltratta la signora delle pulizie.
Distolgo lo sguardo per prima. È venerdì santo, Cristo muore ma lei no, io non valgo una ruga del suo décolleté imbalsamato.
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grazie:
per avermi fatto realizzare di quanto sia facilmente dimenticabile
per avermi fatto realizzare di come hai buttato via un anno insieme come se fosse stato niente, come se io fossi niente
per avermi fatto capire che valgo molto di più dei tuoi like a foto di tette e culi, e dei tuoi continui, inutili tentativi di cercare attenzioni
per avermi fatto capire che tu sei già andato avanti con la tua vita e io ancora ferma a te, a noi
per avermi fatto piangere così tanto da non avere più lacrime per farlo, anche se vorrei
per avermi lasciato traumi che sarà molto difficile superare
e soprattutto
grazie per avermi fatto capire come non voglio essere amata
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Io posso affermare con convinzione ed in maniera lucida e razionale i motivi per i quali non c'è affatto da volermi bene e da piacere agli altri a livello sentimentale e a livello fisico. È tutto qua il nocciolo della questione. Io non ho ad un certo punto iniziato a pensare in maniera negativa nei miei confronti, ma ho da sempre pensato solo in maniera negativa nei miei confronti. Con tutte le variazioni che ci sono state durante il percorso, ma il filo conduttore è stato questo. Per questo motivo, allora, per me non funzionano i compitini di tutte le psicologie facili e veloci, non funziona scrivere su un quaderno che io valgo e poi inizio a crederci come se fossi stata illuminata. Il lavoro che dovrei fare sarebbe innanzitutto quello di inquadrare nella sua totalità la struttura del pensiero, prendere ogni pezzo e smontarlo per poi ricostruire un nuovo modo di parlare di me che corrisponde poi al modo in cui percepisco me e la mia esistenza. Perché nessuna buona volontà o nessun affetto mi dimostrerà mai che io sono una persona amabile, bella, che il mio corpo è attraente nonostante tutto anche se quell'affetto è sincero e accalorato. Non c'è da dimostrare proprio un bel niente perché non si tratta di una cosa che non credo ma di una cosa che ho mai sfiorato col pensiero, e non si tratta nemmeno di cancellare delle frasi sbagliate che ad un certo punto ho iniziato a fare mie e scriverci sopra quelle nuove perché quelle frasi "sbagliate" sono cresciute assieme a me, hanno iniziato a formularsi appena il pensiero ha trovato l'ausilio delle parole, sono la mia essenza.
Non c'è, dunque un errore da correggere nel testo, è l'intera trama che va smontata e riscritta daccapo. Ma fin quando tenderò a dimenticare, fin quando non riuscirò a ricordare non vedo come si possa fare questo lavoro di ristrutturazione.
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sto cercando di essere forte, ma sono ancora a pezzi anche se non lo dico a nessuno. mentre tutti pensano che io stia meglio, io continuo a sentirmi inutile e ho il pensiero fisso di non essere importante per nessuno perché non valgo niente. sento ancora quel vuoto che mi porto dentro da anni e che continua a dilatarsi di giorno in giorno. ancora non mi vedo quando mi guardo allo specchio, ancora sto come prima
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Quanto siamo disposti ad aspettare qualcuno che non cammina al nostro stesso passo? Fino a che punto sappiamo dare, senza ricevere subito?
L’affetto è una moneta da scambiare, o un dono da offrire anche al buio?
Alle persone a cui ho chiesto: “Se non ricevi, smetti di dare?” ho ricevuto sempre risposte tristi e prevedibili: “Sì, perché io valgo e merito reciprocità.”
E d’altronde, anche io avrei risposto così. Avrei detto:
“Se vedo che resti, anche senza che io ti rincorra, allora forse posso fidarmi.”
Alla fine, forse, pensiamo tutti di avere ragione. Ma in realtà siamo tutti uguali: facciamo fatica ad ammettere, anche solo a noi stessi, di essere un po’ egoisti.
E non ci sarebbe nulla di male, se almeno fossimo sinceri. Con noi stessi, prima di tutto.
Aurora De Pace
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Ti scrivo questa lettera per liberarmi dal dolore che ti ho lasciato farmi. La scrivo per me, non per te. Scrivo per darmi la possibilità di esteriorizzare quelle ferite che mi sanguinano dentro senza lasciare tracce, per guarire, per voltare pagina. Merito di stare meglio, ecco perché ti scrivo.
E forse, in mezzo a questa sofferenza, potrei anche ringraziarti: mi hai mostrato con chiarezza quali erano i miei punti deboli. Ora li conosco anch’io, ne sono più consapevole perché pulsano ancora, e non permetterò a nessuno di usarli di nuovo contro di me. Farò delle mie debolezze i miei punti di forza. Ogni ferita che riuscirò a guarire diventerà una mia medaglia. È vero, sono crollata, ma mi rialzerò più forte di prima.
“Voglio lasciarmi tutta questa storia alle spalle ma non voglio dimenticare."
Voglio liberarmi semplicemente dal dolore, e anche dal risentimento, dall’attaccamento emotivo che ho nei tuoi confronti e che mi fa male, voglio liberarmi dalla paura di amare, di fallire, di non valere abbastanza. Non voglio dimenticare perché non voglio fare lo stesso errore, trasformerò questo dolore in una lezione tatuata sul cuore.
Ho capito di essere crollata, di essermi ridotta in polvere non per colpa tua, ma perché avevo tradita me stessa: mi ero abbandonata a te, avevo lasciato che il mio cuore battesse nel petto di qualcun altro, con la facoltà di poterne fare ciò che voleva. Ho lasciato la responsabilità della mia felicità nelle mani sbagliate. Ho tradito me stessa ed è forse questo che mi fa più male: ho ignorato il fatto di essere la persona più importante nella mia vita; ma stai certo che ho imparato bene la lezione…
Ho deciso di ricostruirmi su delle basi più sane, che rispecchiano davvero il mio sentire e tutto ciò che sono, senza essere più influenzata da nessuno. Voglio darmi la possibilità di rinascere dalle mie ceneri e di tutta questa storia farò tesoro. Mi sono resa conto di essermi ridotta in queste condizioni per un sentimento che ho confuso con l’amore e di cui faccio ancora fatico a capire la natura. Forse la mia mente era bloccata in un’idea di noi che non corrispondeva alla realtà e mentre ero persa in quell’illusione, ti ho lasciato farmi del male, sicura che fosse normale, che fosse parte del gioco. L’unica certezza che ho per ora è che non lascerò più nessuno farmi del male in questo modo. Merito di più, valgo più di questo.
“Oggi è il primo giorno della mia seconda vita."
E voglio farne la mia più grande opera d’arte. Mi sono resa conto di aver buttato al vento troppa energia, troppo tempo, troppe emozioni. Ho lasciato che i miei sentimenti fossero calpestati come delle foglie morte quando erano frammenti di me da maneggiare con cura. Ho sprecato troppo della mia vita finora, l’ho sprecata dando importanza alla persona sbagliata e non dandone alla persona giusta. Ora, è inutile avvelenarsi l’esistenza con pensieri così cupi da oscurare ogni piccola gioia. Ho una vita nuova da vivere, una vita senza te. Merito la felicità e lotterò per ottenerla.
Il tempo che abbiamo è limitato su questa Terra e non voglio avere dei rimpianti quando ormai il mio tempo sarà giunto al termine. Voglio vivere una vita degna di essere vissuta, motivo per il quale oggi libero me e libero te. Non voglio pensare che tutto ciò che sei si limiti a ciò che mi hai fatto quindi ti lascio andare. Vivi la tua vita, sii felice, ma molto lontano da me. Non ti auguro il male che mi hai inflitto, non servirebbe a nulla. Ti allontano da me ma ti avverto: non pensare di poter tornare indietro sperando che io ti porga l’altra guancia, perché ho imparato a proteggermi, ad avere rispetto di me stessa e permettere che qualcuno come te si prenda di nuovo gioco di me è un’offesa alla mia intelligenza che non tollererò.
Questa sofferenza mi ha trascinata nel mio inferno personale e più mi aggrappavo al passato e più soffrivo, inutilmente, fino a perderci ogni barlume di forza e di speranza per il futuro; solo mollando la presa sono tornata a respirare, solo accettando la mia sconfitta, il mio fallimento, e smettendo di lottare per evitare di guardare in faccia lo stato nel quale mi ero ridotta, ho capito quanto mi ero fatta violenza. Sono rimasta a terra per un po’ e non me ne pento, perché è stato quando mi sono resa conto di essermi persa del tutto che mi sono ritrovata.
Sei stato un maestro crudele, ma ho fatto tesoro dei tuoi insegnamenti. Ora, quando butto un occhio sul passato, solo due parole rimbombano dentro di me col furore della verità che non teme di squarciare le menzogne dolci come il miele; queste due parole, te le dedico con tutta me stessa: “Mai più”.
Simonetta Saporito
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MI SENTO VUOTO E NESSUNO MI RISPETTA
Osserva, dove non c’è amore, rispetto, e accettazione in se stessi, esiste un certo senso d’inferiorità, un senso di vuoto, una mancanza, un buco.
Per riempire questo vuoto e questa mancanza di amore, ognuno dentro di sé, sente la spinta, già da piccolo, a diventare qualcuno, a diventare speciale, il migliore, il più bravo, il più bello, il più buono, più altruista, il più santo, oppure…
Il più, ricco, potente, famoso.
Da li nasce spesso la competizione, la rivalità, l'invidia e la gelosia, l'avidità, l'orgoglio, la vanità e l'egocentrismo, oppure frustrazione, delusione, depressione.
Tutti, in un modo o nell'altro sono in questo dramma.
Tutti vivono cercando di colmare una mancanza di amore, compensando in qualche modo, tentando in qualche modo di dimostrare al mondo che "io esisto, io valgo, guardatemi sono qui...io esisto…ci sono anch’io"
Tutti cercano di dimostrare sempre qualcosa.
Nessuno è libero dentro da se stesso e dal bisogno di dimostrare.
Nessuno è in pace con se stesso perché nessuna si accetta totalmente, tutti cercano di essere altro da sé, tutti desiderano sentirsi speciali o di essere considerati ‘speciali’ dagli altri. Nessuno è appagato da se stesso, di ciò che egli è.
Tutti vogliono essere altro da sé stessi.
Nessuno si accetta e si ama, così com’è.
Questa è la radice del conflitto con se stessi, con gli altri, e con il mondo.
E' a causa di gente estremamente frustrata, e a causa di gente con grossi sensi di inferiorità che esistono le guerre, le dittature, le violenze, i soprusi. Ognuno cerca di dimostrare qualcosa.
In quale ‘trip di potere’ ti stai cacciando?
Che tipo di potere stai cercando?
Potere su chi o su cosa?
Potere intellettuale
Potere emozionale
Potere fisico
Potere di seduzione
Potere economico
Potere politico
Potere sul marito, sulla moglie, sui figli.
Potere sugli altri, attraverso le tue malattie.
Potere sugli altri, per mezzo dei sensi di colpa.
Potere, cercando di dimostrare a te stesso o al mondo quanto vali, quanto sei bravo, capace.
Osservate che esiste, quasi sempre, un senso di rivalsa in tutto ciò.
Quando non riesci a dimostrare il tuo potere, oppure di essere speciale, allora abbandoni i giochi e ti autocommiseri, ti deprimi ed entri nel ruolo della vittima, ultimo tentativo di avere potere sugli altri attirando la loro attenzione o facendoli sentire in colpa...
Ora, dobbiamo essere consapevoli che in ogni essere umano esiste un naturale bisogno di completezza, di ricerca, di evoluzione e questo fa parte della nostra natura: crescere, maturare, fiorire e dare dei frutti, ma questo non ha nulla a che vedere con i condizionamenti che vi spingono a competere e a diventare i migliori, a diventare i numeri uno.
Osservate il senso di superiorità come agisce in voi.
Osservate come agisce in voi il senso d’inferiorità.
La crescita non ha nulla a che vedere con questi condizionamenti sociali.
La società sfrutta la vostra frustrazione trasformandola in ambizione così che, possiate far parte della grande macchina, vivere e morire per essa.
Questo non è il senso reale della vita.
La vita è crescere diventando sempre di più degli individui, degli esseri unici, non superiori o inferiori a qualcun altro, ma semplicemente voi stessi, unici.
Ognuno non può fare altro che diventare ed essere se stesso.
Nessuno può realmente diventare altro, né meglio, né peggio di qualcun altro. Dunque, dov'è il problema?
Perché non sei felice di te stesso?
Perché ti sforzi a essere più così, o meno colà.
Perché non cerchi di essere semplicemente te stesso.
Perché non cerchi di crescere nella tua direzione.
Perché non cerchi di far fiorire il tuo albero, e di condividere poi i tuoi frutti che saranno unici nel loro genere, perché imitare gli altri?
Come pensi di poter crescere se prima non ti accetti così come sei.
Osserva attentamente e scoprirai che ciò che ti aiuta a crescere è l'amore e l'attenzione che dai a te stesso.
Roberto Potocniak
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Sono ormai arrivata al punto che lamentarsi e piangere su ciò che mi fa male non ha senso, tanto non cambia nulla. Non vale nulla ciò che provo, ciò che mi ha ferita.
Non valgo nulla io.
Le mie parole vanno al vento ma la realtà non cambia.
Tanto vale restare in silenzio e tenersi impegnati.
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