#difficoltà relazionali
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pier-carlo-universe · 5 months ago
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Narcisismo: Cos'è e come comportarsi con una persona narcisistica. Di Alessandria today
Un’analisi del narcisismo: caratteristiche, problemi e possibili soluzioni. Il narcisismo è una condizione psicologica caratterizzata da un eccessivo amore per sé stessi, che spesso si traduce in un comportamento egocentrico e manipolativo.
Un’analisi del narcisismo: caratteristiche, problemi e possibili soluzioni.Il narcisismo è una condizione psicologica caratterizzata da un eccessivo amore per sé stessi, che spesso si traduce in un comportamento egocentrico e manipolativo. Questo tratto, che può variare da una lieve tendenza a una vera e propria patologia (disturbo narcisistico della personalità), ha un impatto significativo…
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unfilodaria · 1 year ago
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Grande e grosso come sono divento minuscolo quando devo tentare un approccio col gentil sesso, ponendomi dubbi e domande che un “sano di mente” non si porrebbe mai. E dietro l’ingenua domanda del “ma ti sto creando disagio?” Si nasconde, invece, il proprio disagio a condurre quello che è il naturale match dialettico tra un uomo e una donna, che va avanti dalla notte dei tempi.
Mi domando davvero come sia arrivato a sposarmi o a convivere. Probabilmente ero “finalmente” fuori di me.
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artide · 2 months ago
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questo anno ho iniziato la prima seduta di terapia dicendo che era ora di parlare di mia mamma. Sono cinque anni su quella poltrona ma lei per me è stata la grande assente, proprio per la sua totale vicinanza nella mia vita. Difficile mettere in discussione la persona da cui emotivamente hai dipeso. non è un caso se una volta mosse le acque si sono poi ripresentate nella mia vita lavorativa, affettiva ed interiore delle dinamiche che credevo estinte e perché questo anno sia stato cosi complesso, caratterizzato dalla precarietà, e dalla difficoltà ad essere visto su tutti i fronti, in cui riconoscimento da parte di partener, genitori, colleghi sia stato messo costantemente in discussione. Eccomi quindi a mettere sotto al microscopio dopo il padre la madre, nelle dinamiche relazionali con me, tra loro e con noi fratelli. Casa, scuola, donne, tutti i contenitori aperti.
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luminousundertowmist · 2 months ago
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Dibattito pubblico sul femminismo.
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La frase "Il femminismo sta distruggendo la famiglia e la donna stessa" è una critica ricorrente nei dibattiti pubblici, basata soltanto su una visione tradizionalista (retrograda) della società.
Il femminismo promuove l’uguaglianza di genere e i diritti delle donne, permettendo loro di accedere all’istruzione, al lavoro e a una maggiore autonomia economica - questione che non va bene a chi rivendichi privilegi solo per il genere maschile.
Il femminismo contribuisce a ridurre la violenza domestica e gli abusi, dando alle donne strumenti e consapevolezza per non dover più accettare relazioni tossiche o abusive - questione non gradita soltanto agli uomini che ritengono un loro diritto abusare di una donna e questione non gradita alle donne che preferiscono una qualità della vita migliore solo dal punto di vista economico: alle donne a cui va bene farsi mantenere da un uomo, a cui non importa se quell'uomo non le rispetti affatto.
Le donne oggi sono meno disposte a tollerare relazioni dannose proprio grazie alla maggiore consapevolezza dei propri diritti e alla possibilità di scegliere liberamente se e con chi costruire una famiglia.
Le famiglie moderne tendono a essere più paritarie e basate sul rispetto reciproco; il femminismo ha contribuito a cambiare la percezione sociale del ruolo della donna nella famiglia - questione che non va bene per gli uomini che si sento "qualcuno" solo quando dominano una donna; questione che non va bene per le donne che si sentono "qualcosa" solo quando è un uomo a dirgli che cosa devono fare nella loro vita.
La libertà di scelta nelle relazioni e nella maternità è uno degli effetti più evidenti e positivi del movimento femminista.
Il femminismo non ha distrutto la famiglia né la donna: ha invece reso possibile per molte donne uscire da situazioni di abuso e costruire relazioni più sane e paritarie. Se oggi le donne non si “accontentano” più di relazioni tossiche, è proprio grazie alle conquiste ottenute dal femminismo.
Le critiche che vedono nel femminismo una minaccia alla famiglia si basano su una concezione statica e patriarcale della società, mentre i dati mostrano che la trasformazione portata dal femminismo ha migliorato la qualità della vita e la libertà di scelta sia delle donne che delle famiglie nel loro insieme.
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Le dinamiche disfunzionali – caratterizzate da conflitti cronici, ruoli distorti e comunicazione inefficace – sembrano riflettere una difficoltà di adattamento a nuovi modelli relazionali. Non si tratta di un "attacco" esterno, ma di una crisi interna legata alla rigidità di strutture incapaci di evolversi.
I genitori conservatori hanno difficoltà ad accettare l’autonomia dei figli; segreti, manipolazioni e incapacità di gestire i conflitti caratterizzano tutte le famiglie conservatrici.
Il femminismo non è "colpevole" della crisi esistente nelle famiglie conservatrici, ma è solo uno dei fattori che ha accelerato una transizione già in atto, mettendo a nudo contraddizioni preesistenti.
La vera sfida consiste nella costruzione di nuovi equilibri che integrino istanze di libertà individuale con il bisogno di appartenenza, evitando il ritorno a modelli oppressivi.
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susieporta · 6 months ago
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Mannaggia al cinema mannaggia, che della psicologia trasmette una versione caricaturale, nel bene, nel male, nel medio, comunque sempre un po’ caricaturale. (Being Erica, serie mezza sconosciuta, con relazione terapeutica sorprendentemente realistica).
Non siamo supereroi sempre un passo avanti, nemmeno impiegati del timbro sulla cartella clinica. Siamo come siamo, di solito in leggera difficoltà quando capitano le vacanze. Ora il collega normativo dirà “Le vacanze ce le dobbiamo prendere punto”, il collega Oddio dirà, giustamente, “Oddio ma siamo sicuri”. Il collega con approccio democristiano (mi piacerebbe potermi definire con approccio filosofico però non esageriamo), dirà DIPENDE.
Ricordando sempre la solita buona regola per cui non siamo indispensabili, dobbiamo essere utili, ricorderei anche che non tutte le storie sono allo stesso punto, non tutte le persone hanno le stesse risorse disponibili, per cui è vero che capita di dover comunicare i giorni di riposo non a tutti nello stesso modo. E non siamo noi, è quello che rappresenta per qualcuno sentirsi lasciati soli.
Queste però sono sfumature, piccole accortezze relazionali. All’università pensavo che magari un giorno in vacanza sarei stata raggiunta dal mio paziente malavitoso ipocondriaco, arrivato nel giorno del mio matrimonio a chiedermi consulta urgente. (Terapia e pallottole, vedetelo se non lo avete visto. Titolo originale “Analyze this”, che mi piace perché mi sa proprio di “Tieee, beccate sto casino”).
Invece, anche se qualche momento leggermente cinematografico lo abbiamo vissuto, l’unica cosa che realmente succede è che ci auguriamo gli uni agli altri delle buone vacanze, e a gennaio ci si rivede con la stessa attenzione con cui fai i recap delle storie a cui tieni. I saluti che preferisco sono quelli con colpevole sorriso sornione accompagnati da sentimenti tipo “lo so che so pesante lo sooo, ma che devo fa”.
Pesanti a volte, sempre cari.
Prima delle vacanze faccio questa cosa per cui mando messaggi di testo mentali in cui ricordo a chi mi mette più apprensione, cose che abbiamo già detto, cose stile “copriti”, ma non escludo un giorno di inviare un “er gas” prenatalizio a qualcuno.
Olimpia Parboni Arquati
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messaggioinbottiglia · 2 months ago
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L'Aygo rossa sfreccia veloce sulla strada. Ad ogni irregolarità dell'asfalto il suo abitacolo si riempie di rumori sinistri, mentre i corpi mio e di papà si adattano come possono ai sussulti. Fuori dal finestrino la campagna sfoggia un verde dalla brillantezza sprezzante. Il colore vive del ricordo delle recenti piogge e splende sotto lame di luce giallognola provenienti dall'orizzonte. Dai sedili posteriori ci guardano i borsoni del tennis. Papà ha tutte e due le mani sul volante, sopra il capo una dolce aureola di fatica. La sua espressione è serena; si gira un attimo verso di me e chiede: Con le ragazze come va?
La domanda non mi sorprende. Anzi: è un momento tipico delle riunioni familiari, al pari dei pranzi con nonna. Eppure, come in ogni occasione, mi coglie impreparato. Rimesta l'emozione e la rende confusa. Penso, per un lunghissimo secondo, di proporre un discorso sul timore, sulla delusione e sulle difficoltà relazionali. Sento qualcosa che tenta di emergere; si muove, scalpita. Mi si formano delle goccioline di sudore sulla schiena. La verità mi imbarazza. Così come l'essere sincero e il mostrarmi vulnerabile. Ah, che disdetta non poter liberare i fantasmi! Come si fa a parlare di vuoto e di solitudine? Come si colma la distanza tra l'ipotesi della volontà e la volontà vera e propria?
Mi concentro per un attimo sul panorama. Mugugno qualcosa di incomprensibile. Faccio un bel respiro. Tremo all'idea della rivelazione. Non sopporto di esser nudo. Lentamente mi retraggo e codardamente, per l'ennesima volta, mi piego alla consuetudine. La vettura scarlatta sta girando a destra per imboccare il ponte sul Tevere: è scattante e satura di trepidazione. Il mio responso è sgradevolmente analogo ai molteplici precedenti: Nessuna nuova, pa.
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smokingago · 6 months ago
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Cyber-relational addiction
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Le caratteristiche tipiche delle persone che manifestano tale dipendenza, anche da poco tempo, sono le seguenti e possono svilupparsi dall’adolescenza in poi:
La persona ha bisogno di passare molto tempo in rete per intraprendere e mantenere relazioni amicali e/o sentimentali
Si verifica una perdita di interesse per le relazioni amicali e/o sentimentali offline.
La persona dipendente dalle relazioni online ha più volte tentato, senza successo, di controllare, ridurre o interrompere il suo accesso alla rete
Il tratto caratteristico è quello della compulsione, ovvero della tendenza a non riuscire a fermarsi dal comportamento e vi è una sorta di frenesia al momento dell’azione.
Anche se tale forma di dipendenza è abbastanza recente, le motivazioni alla base di tale condizione possono essere ricollegate anche ad altre forme di dipendenza, come scarsa autostima, ansia e difficoltà relazionali o comunicative.
Molte persone si rifugiano in questa realtà, al fine di evitare ciò che percepiscono difficile e spesso reale.
Infatti, nella cyber-relation addiction, si raggiunge velocemente un effetto positivo, ovvero il fatto di chattare o dialogare con qualcuno, dal posto sicuro ovvero la stanza di casa.
Tale situazione di comodità, alimenta tale comportamento proprio perché semplifica il mondo comunicativo e relazionale.
Per molte persone sostenere una relazione non è facile, perché porta la persona ad uscire dalla propria zona di comfort, mascherando alcune parti di sé e negandone altre, costruendo anche diverse personalità.
Dal web
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dilebe06 · 2 years ago
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Moving
In realtà avrei voluto saltare il solito commento poiché impegnatissima ma poi ho trovato la necessità di buttar giù almeno qualche riga.
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Moving è una serie coreana che nonostante il suo altissimo badget, una bellissima storia, un cast con i controcazzi e una oggettiva mancanza di difetti, ho trovato poco conosciuta e poco vista. E' un peccato perché la serie merita sicuramente la visione.
Partendo dal cast che ho trovato perfetto. Tutti gli attori hanno dato il 100% nei loro ruoli, anche gli attori stranieri - che spesso sono cani come ricordo il tizio italiano di Vincenzo - ed i ragazzi più giovani. Nota di merito per Han Hyo Joo , interprete di Lee Mi Hyun . L'avevo già vista in Shining Inheritance e più recentemente in W ma qui sboccia completamente. Intensa, letale ma amorevole e capace di divenire fredda come il ghiaccio quando serve.
Anche Jang Joo Won è stato uno dei miei personaggi preferiti poiché un vero e proprio tenerone. Grande, grosso, letale ma capace di mostrare umanità e sofferenza, solitudine e smarrimento. Ho amato la parte dove Jang Joo Won si perde per la strada e piange sentendosi smarrito. Non è una perdita reale ma sta parlando della sua vita. E' lì che lui si è perso e non sa più cosa fare di essa. Queste parti poetiche forse sono state le mie preferite.
Da notare poi come la serie offra a tutti i personaggi una caratterizzazione, un background, una psicologia che li rende umani, vivi, reali e non figurine di cartone messe lì a fare numero. Questo è particolarmente vero per i "villain" della storia: ho apprezzato molto che essi non fossero cattivi perché sì, perché lo richiede la trama. In questo caso, faccio spoiler ma sti cazzi, i nord coreani sono risultati i personaggi più interessanti della storia. Le loro vite distrutte, in ostaggio, per il loro paese e contro il loro paese... le loro storie sono tristissime e diventa difficile, nonostante siano i villain, non avere empatia verso di loro.
Ho percepito la disperazione della Corea del Nord nel tentativo raffazzonato di trovare super uomini da mandare contro i loro vicini: troppo veloci, troppo superficiali, troppo crudeli. Ma questo reclutamento forzato mostra benissimo il tormento del Paese.
Parlando della trama poi, è interessante. Moving prende una classica storia di gente con i superpoteri - alla Avangers per intenderci - che non deve lottare contro il Thanos di turno ma li mostra nelle difficoltà relazionali, di scelte di vita, di sopravvivenza.
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Come dice giustamente Jang Joo Won, Moving non è una storia di combattimenti ma un romanzo d'amore. Amore verso i genitori ma anche verso i figli, verso la patria (qualunque essa sia), verso l'interesse amoroso di turno, verso la vita... @suzuran-s-rooftop
Le scazzottate, i proiettili in testa, lo splatter, la distruzione, diventa quindi solo uno sfondo dove i personaggi navigano sopravvivendo, crescendo e maturando.
Punto focale della serie è la relazione genitori-figli e cosa i primi sono capaci di fare una volta che vedono i loro pargoli in pericolo. Per la loro sicurezza sono disposti a rinunciare a tutto: sicurezza, libertà... è un bellissimo messaggio. In questo caso i tre genitori Jang Joo Won, Lee Mi Hyun o Lee Jae Man dotati anch'essi di poteri che annusando i loro figli in difficoltà non esistano nemmeno un secondo per proteggerli e salvarli.
Vorrei poi porre l'accento sulla questione dei servizi segreti Sudcoreani e sul Vicedirettore Min. Tralasciando tutte le imprecazioni che gli ho tirato, diventa difficile non essere almeno un po' d'accordo con lui: sappiamo e abbiamo visto come anche gli altri paesi abbiano i super uomini ( Frank sempre nei nostri cuori) e che non esitano a mandarli in missione in Corea. Può essa rimanere senza protezione? Ma allo stesso tempo, nessuno vuole fare davvero questo lavoro. Discorso difficile.
Altra nota poi è la quantità impressionante di splatter. Ora, io sono sensibilissima su questo frangente e per me è stato davvero troppo. La serie infatti non lesina su arti mozzati, occhi cavati, impalamenti ecc ecc ed io ho trovato difficoltoso vedermi certi combattimenti che infatti ho skippato con la morte nel cuore perché amo le scene di rissa.
La serie offre anche delle storie d'amore anche se la mia preferita è stata quella di Kim Doo Shik e Lee Mi Hyun : lenta, delicata, romantica e pericolosa. Ho amato poi, tutti i rimandi che sono stati inseriti, come nel finale il tetto della casa viola, in richiamo alle parole passate della madre su come il viola fosse il suo colore preferito. Tetto fatto di quel colore per indicare al padre la via di casa. Carini da morire.
Anche Kim Bong Seok e Jang Hee Soo sono stati adorabili: mi è piaciuto come abbiano legato sin da subito e fossero uno il sostegno dell'altro. Come Bong aiutasse Hee sia nei suoi allenamenti sia nella relazione con il padre e come Hee fosse sempre super gentile con Bong.
Ultima nota, il finale.
Ho apprezzato che il finale della serie tornasse all'inizio: gli americani. La loro storyline si era conclusa con la morte di Frank nel quarto episodio e poi non se ne era saputo più nulla. Ma con la fine della serie, tornano in tutta la loro gloria e mi è piaciuto che gli autori non se ne siano dimenticati e anzi, probabilmente saranno la base per una seconda stagione.
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E adesso, il vero motivo perché ho sentito il bisogno di scrivere queste righe:
Nonostante le mie belle parole, nonostante non abbia trovato criticità oggettive, nonostante l'ottima produzione, Moving non è riuscito a farmi innamorare. Mi è piaciuto, ho visto una bella storia fatta benissimo e potrei parlare per ore delle cose positive di questa serie. Ma non mi ha preso il cuore.
Non è stato come Someday o Circle o anche High and Low, drama da produzione più "brutte" a volte, con anche errori e cagate che però hanno saputo conquistarmi.
Ed è proprio la ricerca del perché questo non sia avvenuto ad avermi spinto a scrivere: ho pensato che mettendo "su carta" la serie, mi sarebbe giunta l'illuminazione.
Spoiler: non è arrivata.
Ci dovrò riflettere sopra ma in compenso mi sono data due risposte: la prima è il troppo splatter. Come detto sopra non solo non ne sono un amante ma proprio non riesco a vedere queste scene, portandomi quindi a non potermi godere metà dei combattimenti.
La seconda motivazione potrebbe essere la coralità. Tanti personaggi, tante storie, tanti background che mi hanno fatto volteggiare come una pallina impazzita da una parte e dall'altra. Non sono riuscita a concentrarmi su nessuno dei protagonisti perché tutti in un modo o nell'altro lo erano.
Detto questo, che rimane una mia opinione da considerare con il tempo, Moving rimane una serie assolutamente da vedere!
VOTO 8.3
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blackrosesnymph · 2 years ago
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Comunque devo dire la verità, prima volta che mi ritrovo a voler sinceramente bene ad una persona dietro l'eventuale disturbo, al di là della manipolazione e del love bombing, al di là della mia tendenza all'idealizzazione del partner e la mia dipendenza...peccato che tutte queste dinamiche ci privino della possibilità di godere di un affetto sano, perché c'è tanto affetto sincero e tanta stima reciproca dietro la patina di difficoltà relazionali.
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accidentiaituoiocchi · 2 years ago
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Quanto è difficile non farsi condizionare dagli altri?
Ogni relazione è a sé e ha le sue dinamiche. Non per forza sentirsi tutto il giorno è segno d'amore, non per forza ci sono regole fisse su quando come dove scriversi
Eppure questa mia amica fa commenti per ogni cazzo di cosa e a volte mi mette in difficoltà e mi vengono mille dubbi che forse sbaglio, forse non stiamo impostando le cose nel modo giusto e mi odio onestamente perché cedo in questo confronto eternamente sbagliato
Quando la relazione è mia, siamo due persone specifiche che stanno creando le proprie dinamiche
Però mi fa anche incazzare perché io non mi permetto di commentare le sue dinamiche relazionali
E quindi vaffanculo
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micro961 · 2 days ago
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I Lost Antimo pubblicano l’EP “We Are So Afraid But Insist”
Sei brani di introspezione, rabbia e rinascita
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I Lost Antimo, giovane band alternative/pop-punk, pubblicano il loro primo EP “We Are So Afraid But Insist”, disponibile su tutti i digital store. Un esordio che lascia il segno, con sei tracce scritte nel corso del primo anno di attività e che raccontano la nascita artistica e identitaria del gruppo. Nato con l’idea iniziale di raccogliere quattro brani, l’EP è cresciuto con la band, arrivando a includere tutte le sei tracce composte finora. Un viaggio emotivo e musicale che parte da basi pop-punk, ma che si apre a contaminazioni hardcore, alternative e melodiche, riflettendo le diverse influenze dei membri della band. Il titolo dell’EP è tanto un acronimo “nascosto” (W.A.S.A.B.I., in omaggio a una delle prime cene di gruppo in un ristorante giapponese) quanto un’affermazione esistenziale: abbiamo paura, ma insistiamo, come fanno tutti i giovani adulti che cercano di trovare un equilibrio in un mondo che corre troppo in fretta.
TRACK BY TRACK
Denial
Parla di difficoltà relazionali e comunicazione compromessa in una relazione in crisi. L’ostinazione rischia di distruggere anche l’amore più forte.
All Messed Up
La preoccupazione per il futuro e la responsabilità di una generazione che lotta per restare a galla in un mondo sempre più instabile.
No.4
Il senso di smarrimento e l’urgenza di essere ascoltati, mentre si prende coscienza che l’unico vero supporto siamo noi stessi.
I Will Be Fine
Primo singolo della band, è un inno di resistenza emotiva contro le insicurezze e il buio interiore. Una promessa a sé stessi.
Self-Awareness
Domande esistenziali e consapevolezza dei propri limiti, ma anche la capacità di sorridere nonostante le paure.
Get Out Of My Mind
Ballata finale intensa e liberatoria: la fine di una relazione e l’inizio di una rinascita personale. Dalla sofferenza alla chiarezza.
Ascolta l’EP
I Lost Antimo nascono nel settembre 2023 a Bologna.
La formazione è composta da:
Roberto - voce/chitarra Andrea - chitarra/seconde voci Matteo - basso
Silvio - batteria
Fin dall'inizio scelgono di concentrarsi su musica originale, unendo le rispettive influenze, dal pop- punk californiano all’alternative rock, per creare un’identità sonora personale, aperta alla contaminazione. Dopo il debutto con il singolo e videoclip “I Will Be Fine” a marzo 2025, pubblicano a maggio lo struggente e potente EP d’esordio “We Are So Afraid But Insist”.
Instagram: https://www.instagram.com/lostantimo/
YouTube: https://www.youtube.com/@lostantimo
Facebook: https://www.facebook.com/lostantimo
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unfilodaria · 2 years ago
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Sempre sui Dating. Ho capito che non mi piacciono le bionde, soprattutto le finte bionde.
Ma ho capito soprattutto che non mi piace il concetto di Dating. È tutto falsato. Una grande vetrina di “vorrei ma non posso” un catalogo di merce umana dove teoricamente stabiliresti le tue fortune amorose da un like, un cuore, dato o ricevuto. E il contatto umano, l’alchimia del primo sguardo? L’essere colpiti o infastiditi dal suono della voce?
Non c’è nulla di tutto questo. Solo immagini e se non sei fisicamente decente o hai sbagliato le pose pensando di essere super sexy o super simpatico/a sei tagliato/a fuori irrimediabilmente dalla giostra. Non parliamo delle frasi ad effetto, poi, tutto irrimediabilmente falso, forzato, stonato.
Siamo ormai una società consumistica anche nei rapporti umani. Siamo merce di scambio in mano a chi specula sulle nostre difficoltà amorose e relazionali
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edoardozolloitalian · 28 days ago
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Edoardo Zollo: Psicologo e Psicoterapeuta Italiano a Londra per il Tuo Benessere Psicologico
Trasferirsi in una nuova città può essere un’esperienza entusiasmante, ma anche impegnativa dal punto di vista emotivo. Londra, con il suo ritmo frenetico e la sua ricca multiculturalità, può mettere a dura prova la salute mentale di chi vi si stabilisce. In questo contesto, trovare un supporto psicologico nella propria lingua madre può fare un’enorme differenza. Ed è proprio qui che entra in gioco Edoardo Zollo, uno studio professionale che offre servizi psicologici specializzati per la comunità italiana nella capitale britannica.
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Chi è Edoardo Zollo?
Edoardo Zollo è un professionista italiano con anni di esperienza come psicologo italiano a Londra e psicoterapeuta italiano a Londra. La sua missione è fornire un supporto concreto e professionale agli italiani che vivono all’estero e che desiderano affrontare problematiche personali, relazionali o professionali in un ambiente sicuro, empatico e culturalmente sensibile.
Con un’attenzione particolare all’ascolto attivo, al rispetto dell’individualità e a metodi terapeutici scientificamente convalidati, Edoardo Zollo è diventato un punto di riferimento per chi cerca un psicologo italiano a Londra capace di comprendere non solo la lingua, ma anche le sfumature culturali che influenzano il nostro modo di pensare, sentire e relazionarsi.
I Benefici di Parlare con uno Psicologo Italiano nella Propria Lingua
Affidarsi a uno psicologo italiano a Londra offre numerosi vantaggi, soprattutto quando si affrontano temi complessi come ansia, depressione, solitudine o difficoltà nelle relazioni. Parlare nella propria lingua madre consente di esprimersi in modo più autentico, immediato e profondo, senza le barriere linguistiche che possono limitare la comunicazione emotiva.
Inoltre, un psicoterapeuta italiano a Londra come Edoardo Zollo è in grado di comprendere profondamente il contesto culturale da cui proviene il paziente. Questo aspetto è particolarmente importante per chi vive un senso di disorientamento culturale o una crisi d’identità legata all’esperienza migratoria.
Servizi Offerti
Presso lo studio Edoardo Zollo vengono offerti diversi servizi psicologici, disponibili sia in presenza che online:
Psicoterapia individuale per adulti e giovani adulti
Supporto psicologico per italiani espatriati
Consulenze per problematiche relazionali e familiari
Supporto per ansia, stress e disturbi dell’umore
Psicoterapia per studenti italiani a Londra
Ogni percorso terapeutico viene costruito su misura, in base alle esigenze specifiche del paziente, con l’obiettivo di promuovere il benessere psicologico e lo sviluppo personale.
Un Approccio Integrato alla Psicoterapia
Edoardo Zollo adotta un approccio integrato alla psicoterapia, combinando diversi orientamenti terapeutici come la psicoterapia cognitivo-comportamentale, la psicodinamica e l’approccio umanistico. Questo consente di adattare il percorso alle caratteristiche uniche di ciascun paziente, ottimizzando l’efficacia del trattamento.
La sua metodologia si basa su valori fondamentali come empatia, rispetto, autenticità e professionalità. Il lavoro clinico di Zollo si distingue per la capacità di creare un ambiente accogliente, protetto e non giudicante, dove ogni persona può sentirsi libera di esplorare sé stessa.
Perché Scegliere Edoardo Zollo?
Se sei alla ricerca di un psicologo italiano a Londra, di una psicoterapeuta italiana a Londra o di un team di psicologi italiani a Londra, lo studio di Edoardo Zollo rappresenta una scelta sicura, professionale e umanamente vicina. Ecco alcuni dei motivi per cui tanti italiani si affidano ai suoi servizi:
Esperienza comprovata con la comunità italiana all’estero
Servizi personalizzati e flessibili (in studio o online)
Approccio umano, empatico e professionale
Condivisione di lingua e cultura
Recensioni eccellenti e testimonianze autentiche
Un Punto di Riferimento per la Comunità Italiana a Londra
Con il tempo, lo studio Edoardo Zollo è diventato un punto di riferimento per la comunità italiana a Londra. In collaborazione con altri psicologi italiani a Londra, lo studio promuove attività informative, eventi di sensibilizzazione e progetti di sostegno alla salute mentale per italiani che vivono nella capitale britannica.
L’obiettivo è non solo curare il disagio psicologico, ma anche prevenire l’insorgenza di problematiche più gravi attraverso l’educazione al benessere psicologico e l’empowerment personale.
Contattaci
Se senti il bisogno di parlare con qualcuno che ti capisca davvero, non esitare a contattare Edoardo Zollo. Prenotare una consulenza è semplice, discreto e rappresenta il primo passo verso un maggiore equilibrio emotivo e benessere personale.
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siparla · 2 months ago
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Mascolinità da ripensare
L’educazione sessuo affettiva non è un lusso. È una necessità.
Senza di questa, le conseguenze ricadono su partner, famiglie, figli e sull’intera società. Le difficoltà emotive ed affettive maschili sono una questione che affonda le sue radici nella cultura patriarcale e nel modo in cui i bambini maschi vengono educati. A causa del contesto, molti uomini vivono difficoltà relazionali che si riflettono nei rapporti con le donne, con le proprie famiglie e con i partner. I femminicidi in Italia non sono casi isolati—solo nel 2025 ne contiamo già 11— e non sono nemmeno fenomeni sociali ma si tratta di strutturale e sistemica violenza di genere. Una realtà, questa, troppo spesso sminuita nel dibattito pubblico, nonostante gli impressionanti livelli di brutalità e disumanizzazione che la caratterizzano.
Per affrontare questa crisi, è fondamentale introdurre, accanto all’educazione civica, moduli di educazione sessuo affettiva nelle scuole. Senza un intervento strutturato, il divario generazionale—già marcato da age e digital gap—rischia di amplificarsi, andando a nutrire il profondo gap politico tra uomini e donne, che ha contribuito a importanti fenomeni di radicalizzazione. Ignorare questi elementi rischia di alimentare la pericolosa e tossica narrazione che negli ultimi anni ha contribuito alla creazione di categorie e concetti, come quello degli incel, senza affrontarne le cause profonde.
Assumendo un ruolo chiave in questo contesto, il femminismo intersezionale e’ definito da un approccio includente, che riguarda anche gli uomini e può offrire loro spazi di emancipazione da modelli di mascolinità che ingabbiano l'emotività degli uomini stessi Uno spazio che permetterebbe a molti giovani uomini, alienati da queste conversazioni e in cerca di conforto di non trovarlo in contesti di radicalizzazione machista dominati dall'estrema destra. L’obiettivo cardine di tale movimento e’ quello di permettere un loro coinvolgimento e dimostrare che il femminismo è per e di tutti e tutte, e che solo un cambiamento culturale condiviso può portare a una società più equa e consapevole.
I risultati e gli effetti di questa dinamica in Italia si riflettono in casi di cronaca, come i femminicidi di Sara Campanella e Ilaria Sula - per citare due tra i casi più recenti, nelle campagne pubblicitarie—come quella per la Festa del Papà di quest’anno a Bologna—e nei media. Ne è esempio la serie inglese Netflix Adolescence, che esplora il tema della mascolinità e delle sue contraddizioni, toccando anche gli effetti del bullismo, del cyberbullismo e dell'assimilazione della sottocultura degli incel sui più giovani.
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In occasione di questo nostro primo blog, abbiamo deciso di parlare con chi fa parte del nostro gruppo, con i nostri compagne e compagni di Sinistra Italiana Belgio.
L’idea è quella di rendere questo format ricorrente. Vogliamo far conoscere non solo cosa pensiamo, ma anche chi siamo: dare volto e voce a chi anima il nostro progetto politico, raccontando come vediamo il mondo e perché lo vogliamo cambiare.
Per questo argomento abbiamo parlato con Laura De Bonfils, femminista attivista per i diritti LGBTI , segretaria generale del network europeo Social Platform e membro dell’assemblea nazionale di Sinistra Italiana.
Quali sono oggi i principali ostacoli all’introduzione di un’educazione sentimentale, sessuale e affettiva  nelle scuole italiane? E in che modo possiamo contrastare le resistenze culturali e le politiche che la ostacolano?
In Italia esiste già una proposta di legge sull’introduzione dell’educazione affettiva e sessuale nelle scuole, bloccata da tre anni e mancante della volontà politica di renderla obbligatoria. Questo perché l’educazione affettiva e sessuale sono ancora considerate da molti un tabù e associazioni anti-diritti fanno pressione contro la loro introduzione, come la lobby anti diritti Pro-Vita & Famiglia. Organizzazioni di questo tipo si oppongono a questo importante curriculum nascondendosi dietro la scusa della paura dell’introduzione della non esistente “teoria del gender” nelle scuole, e a motivazioni che nascono da ideologie religiose, che sono chiaramente un pretesto per limitare i diritti e  l’informazione dei ragazzi. 
L’assenza di una legge lascia quindi margini di discrezionalità alle singole scuole con gli istituti del centro-nord e delle grandi città più attivi.
Attualmente gli argomenti di contrasto alla violenza contro le donne, educazione a relazioni corrette e rispettose e la promozione della parità sono inseriti nell’insegnamento di educazione civica. Questa è stata introdotta come materia trasversale dall’anno scolastico 2020-21 nel primo e secondo ciclo d’istruzione per almeno 33 ore di formazione e, in sede di programmazione, i consigli di classe possono adottare soluzioni organizzative differenti.
L’organizzazione mondiale della sanità (OMS) afferma che un’educazione sessuale e affettiva di alta qualità può aiutare nella prevenzione delle violenze di genere fin dall’età adolescenziale. 
Il ministro dell’istruzione Giuseppe Valditara, dopo il caso Cecchetin, aveva presentato un piano per le scuole intitolato “Educare alle relazioni”. Un percorso facoltativo, extracurriculare, che è stato giudicato insufficiente da numerose organizzazioni che si occupano di prevenzione della violenza. Mentre cinquecentomila euro stanziati all’inizio per l’educazione sessuale e affettiva nelle scuole sono stati alla fine destinati a formare gli insegnanti sulla prevenzione dell’infertilità. Insegnamento molto diverso da quello che prevede l’educazione sentimentale e sessuale.
Che ruolo ha il femminismo intersezionale nel combattere le forme di mascolinità tossica?  Come possiamo rendere il femminismo intersezionale più accessibile e realmente inclusivo, soprattutto per chi oggi si sente escluso da queste conversazioni?
La nostra società si basa su gerarchie di potere e ogni persona ha caratteristiche diverse - alcune che convivono allo stesso tempo. Ognuna delle gerachie divide le persone in base a una caratteristica: il sesso, la razza, l’identità di genere, l’abilità, la sessualità, per citarne alcune. Queste sono assi di oppressione con, da un lato le persone privilegiiate e dall’ altro quelle oppresse, che contano meno e subiscono discriminazione. Ogni persona può essere attraversata da più di un asse di oppressione e quindi trovarsi in un punto di intersezione. 
Il femminismo intersezionale è un femminismo che rivendica la lotta comune, che rivendica il prendere in considerazione le intersezioni tra assi di oppressione, rendendo l’analisi politica e sociale più complessa e rivendicando che per la liberazione dal patriarcato dobbiamo considerare tutti gli assi di rivendicazione e che nessunə è liberə se non siamo tuttə liberə!
L’approccio del femminismo intersezionale è una prospettiva politica che contiene molteplici lotte contro tutte le oppressioni possibili, senza imporre una gerarchia fra loro ma rivendicando le specificità di ciascuna.
Come per esempio la lotta per la rivendicazione dei diritti civili, che non ha maggior valore della lotta per i diritti sociali e allo stesso modo le rivendicazioni delle persone razionalizzate.
La lotta comune dovrebbe essere contro il sistema capitalista, patriarcale e colonialista,  votato all’accumulazione di profitto attraverso lo sfruttamento delle persone delle risorse naturali e umane dei paesi del sud globale del mondo. 
La mascolinità tossica è un prodotto del patriarcato che insegna agli uomini la loro posizione di dominio. Per questo motivo, un approccio che riconosce la diversità e le diverse oppressioni dovrebbe combattere alla radice la diffusione della mascolinità tossica. Serve un insegnamento alle differenze e alla comune lotta contro le oppressioni.
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Questa è solo una delle tante voci che vogliamo raccogliere. Continueremo a ospitare approfondimenti e testimonianze per dare spazio a un dibattito collettivo e necessario.
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susieporta · 4 months ago
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La difficoltà nel compiere certi movimenti fisici, indica un blocco nell'espressione emotiva legata a quei movimenti.
Oltre che nelle dinamiche relazionali ed esistenziali legate a quelle emozioni.
La tensione alla gola è indice del fatto che si sta reprimendo tristezza o rabbia.
Una tensione alle spalle può indicare che si sta trattenendo paura o vergogna.
Tensioni alla zona occipitale del capo, oltre che agli occhi, che si stanno cercando di controllare i segnali da parte del mondo esterno, nel tentativo di regolare la propria ansia.
Le tensioni al torace che si stanno reprimendo sentimenti di amore e di compassione.
Tensioni all'addome indicano trattenimento di dolore, ansia e paura abbandonica.
Tensioni alla pancia possono indicare vergogna o dolore.
Tensioni alle gambe e alle giunture, che si sta limitando la propria capacità di esprimere movimento libero e autonomo.
Tensioni ai piedi che si sta trattenendo la propria capacità di esprimere indipendenza.
Le tensioni al volto sono quasi sempre il segno di un irrigidimento emotivo generale.
Il volto è il nostro biglietto da visita nei confronti della società e degli altri, dunque le tensioni in questa zona possono significare un trattenimento dell'espressività emotiva in generale.
Tali tensioni vanno a costituire quella che in bioenergetica viene chiamata "maschera", la quale è una parte significativa della corazza muscolo caratteriale.
La maschera trattiene le emozioni, ne impedisce l'espressione, e al medesimo tempo crea le condizioni affinché noi non riusciamo più a sentire tali emozioni nella nostra esistenza.
Se provate a immobilizzare un braccio, vi renderete presto conto che, dopo qualche minuto, la vostra percezione di esso scompare.
La stessa cosa accade per le emozioni in un corpo bloccato dalle contrazioni psicosomatiche.
Il lavoro da fare in questo caso è ripristinare una mobilità significativa del corpo, reintegrandone la facoltà di agire energeticamente nel mondo.
Nel mio nuovo libro, "L'armatura invisibile", spiego come fare per riaprire il proprio corpo al flusso della vita.
Omar Montecchiani
#quandolosentinelcorpodiventareale #artedilasciarandare #armaturainvisibile
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sounds-right · 3 months ago
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Weekend Solidali a Galatina (Lecce)
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"Weekend solidali. Palestre di autonomia" è un progetto promosso da Portatori sani di sorrisi Odv, in collaborazione con l'8xMille Chiesa Valdese e i servizi socioassistenziali del territorio, il quale ha l'obiettivo di offrire delle opportunità concrete a persone che affrontano dipendenze o situazioni di vulnerabilità sociale.
L'iniziativa, avviata lo scorso gennaio e in corso fino all'autunno, coinvolge quattro gruppi di partecipanti, ognuno impegnato separatamente per nove weekend consecutivi in attività di crescita personale e professionale. La sede operativa di questo progetto è il Dinamiko Village di Galatina, luogo pensato per accogliere i beneficiari in un ambiente stimolante e protetto.
Durante i fine settimana, i partecipanti vengono coinvolti in laboratori e attività strutturate, tutto pensato per favorire l'autonomia e il reinserimento sociale. Tra queste iniziative troviamo: la cura degli spazi comuni, per promuovere il senso di responsabilità e il valore della condivisione; uscite sul territorio, per familiarizzare con l'ambiente circostante e riscoprire le sue opportunità; laboratori di agricoltura sociale, falegnameria e arte figula, con l'obiettivo di stimolare competenze lavorative e artigianali; musicoterapia, attività espressive e ippoterapia, strumenti fondamentali per lo sviluppo delle capacità relazionali e comunicative; gruppi di introspezione e supporto clinico, per aiutare i partecipanti a rafforzare la consapevolezza di sé e delle proprie risorse.
Questo progetto è strutturalmente seguito da un'équipe multiprofessionale composta da operatori specializzati e volontari, che affiancano i partecipanti in questo percorso. Il primo gruppo di beneficiari ha concluso il proprio percorso, e dai primi riscontri ne emerge un impatto significativo siccome i partecipanti hanno sviluppato una maggiore fiducia nelle proprie capacità, sperimentandosi in contesti nuovi e scoprendo nuove prospettive per il futuro.
Il cambiamento, però, non è stato semplice. Affrontare le proprie fragilità e uscire da schemi ormai consolidati può essere difficile, ma è proprio attraverso le difficoltà che si aprono opportunità di una reale trasformazione. La crisi, se affrontata con consapevolezza, può diventare il primo passo verso una nuova autonomia.
"Weekend solidali" , dunque, non è solo un progetto di supporto, ma una vera e propria palestra di vita, dove il cambiamento diventa possibile grazie alla forza del gruppo e alla guida di professionisti e volontari. Un'iniziativa che dimostra come l'inclusione e la solidarietà possano fare la differenza nella vita.
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