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Algoritmi, piattaforme proprietarie e censure arbitrarie
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I livelli di arbitrio che il sistema degli algoritmi mette in atto sono sempre più elevati. Come alcuni di voi già sapranno, ormai, in queste piattaforme proprietarie è quasi impossibile interagire con un essere umano e far capire perché non c'è nessuna violazione del regolamento, nei casi in cui si incorre in evidenti errori da automatismo irragionevole. Vale la pena di perdere qualche minuto per provare a ottenere soddisfazione, ricorrendo a questa sorta di arbitrato. Anche se qualche dubbio sulla efficacia di questo metodo è più che lecito, visti i precedenti, evidenziati nella foto che pubblico qui di seguito.
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In precedenza, avevo segnalato un post molto diffuso di un personaggio pubblico che si riteneva in diritto di insultare i suoi interlocutori. Il risultato è alquanto paradossale: insultare gli interlocutori è permesso; commentare in maniera sarcastica è incitamento all’odio.
Assurdo.
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Questo è un esempio emblematico di quanto la svalutazione del lavoro povero (*) e l'ideologia del lavoro usa e getta danneggino complessivamente tutti.
Il budget stanziato è di poco superiore ai 10mila euro per complessive 900 ore di lavoro su una fascia oraria di 10 ore al giorno, 7 giorni su 7, incluse tutte le festività.
Si richiede la partita IVA e si include nei 10K del budget anche l'IVA, quindi retribuzione e contributi sono in tutto euro 8.259 e ricchi 2 centesimi.
L'ora lavorata al lordo di IVA e contributi è pagata poco più di 11 euro.
Nulla per tutte le ore di straordinario richieste. Nessuna maggiorazione per le ore lavorate nei festivi.
Nessun TFR maturato.
Sono istituti tipici del lavoro dipendente perché un libero professionista come può gestire più clienti contemporaneamente, per un intero semestre, con questi ritmi di lavoro?
Si tratta chiaramente di un full-time, con autonomia di gestione più formale che sostanziale.
Però si predispone l'offerta per un libero professionista, con comprovata esperienza, e con paga oraria che non raggiunge nemmeno il minimo sindacale, tutto considerato. Il tutto a Milano, sedicente capitale economica del Paese.
Bel Paese, non c'è che dire.
(*) Ovvero il lavoro con contratto di stage e quindi gratuito o semi-gratutito, quello che è stato messo in crisi dai 560 euro circa di reddito di cittadinanza che finalmente saranno cancellati secondo il piano dell'esecutivo attualmente in carica, con ampia maggioranza parlamentare a suo sostegno e diffuso consenso anche tra le fila dell'opposizione, su questo punto.
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Mi spiace rovinare i sette milioni circa di battute, più o meno sagaci, sulle varie peripezie da intraprendere per accedere al nuovo leggendario bonus, ma...
- non sono 20mila euro, versati sul vostro conto, con bonifico, che uno, volendo, si può mettere da parte per ogni evenienza;
- sono invece le solite detrazioni parametrate alle spese da fare per sposarsi (e non sono nemmeno esattamente 20K, in realtà);
- ci sono limiti di età;
- ci sono limiti di reddito/patrimonio.
Più che incentivo al matrimonio (religioso?), insomma, mi pare il solito incentivo agli introiti di un settore imprenditoriale, oggi caro al governo di turno.
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Il potere ideologico occulta il ricatto occupazionale - come è definito nell'esempio evidenziato, in foto - e addirittura riesce a far credere assurdità del tipo: "solo le imprese [private] creano lavoro". Questo potere ideologico, ovviamente, farà di tutto per contrastare un potere politico che dovesse riuscire a introdurre innovazioni normative che possono limitare (anche solo marginalmente) il ricatto occupazionale. Per questo tipo di potere ideologico, l'idea da combattere più di ogni altra è quella secondo cui a tutte le persone dovrebbe essere garantita, quantomeno, la possibilità di sottrarsi al ricatto occupazionale, avendo un reddito minimo di sussistenza che lo Stato assicurerà a chiunque sia inserito in un programma per l’occupazione. Il c.d. reddito di cittadinanza è una forma ancora più limitata e condizionale di questo tipo di sussidio (che è, a sua volta, un modello più avanzato, ma comunque intermedio rispetto a quello del reddito di base universale e incondizionato). Riflettere sul peso e sulle conseguenze di questo potere ideologico è fondamentale per chiunque si voglia definire, a qualunque titolo, "progressista". Perché, nel corso degli ultimi decenni, non solo è svanita la dimensione storica (e quindi finita) della società capitalista, ma siamo addirittura arrivati all'occultamento pervasivo del ruolo che l'intervento pubblico può svolgere nel ridurre - come minimo - l'impatto delle diseguaglianze, in una società in cui queste tendono a essere via via crescenti e il benessere, pertanto, sempre meno generale e diffuso.
(*) Il testo in foto è tratto da "Diritto costituzionale", di Roberto Bin, Giovanni Pitruzzella (2017)
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Il merito è un giudizio di valore (*).
La meritocrazia, quindi, è prevalentemente (se non esclusivamente) uno strumento di legittimazione delle diseguaglianze.
In foto, una riflessione di Mantovani.
(*) https://bit.ly/3zjVbZX
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Nel tempo della neolingua orwelliana realizzata, quelli di cui bisogna avere davvero paura sono proprio i sedicenti moderati.
Allo stesso modo, va inteso il loro motto: "l'Italia sul serio".
Non dico niente, infine, sul refuso in sé: è solo il segno di una compulsiva smania di protagonismo, che è l'esatto contrario di ciò che un leader moderato ha (e mostra), in ogni epoca.
Un leader moderato serio, secondo il linguaggio comune, si intende.
Non nella neolingua orwelliana, secondo cui (ricordiamolo ancora una volta): «la guerra è pace, la libertà è schiavitù, l'ignoranza è forza».
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Non esistono Nazioni Buone
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La questione della Decima MAS (*), probabilmente, offre l'occasione più unica che rara - in questi tempi di manicheismo fanatico - di  aprire uno spazio di riflessione su quanto sia irrealistica (e mistificatoria) questa idea che possano esistere delle Nazioni Buone, che si battono fino alla morte contro le Nazioni Cattive. La nostra storia relativamente recente, proprio con riferimento all'epitome del Male Assoluto, ci dovrebbe mettere bene in guardia: l'Italia è stata la patria del fascismo e noi siamo stati a lungo alleati di Hitler, fino al punto di dar seguito anche alle deliranti politiche razziste, a partire dal luglio del 1938 (in foto, la prima pagina de Il Giornale d'Italia che dava la grande notizia). Anche dopo l'apertura agli Alleati, nel 1943, in Italia ci furono forze che rimasero fieramente fasciste e forze che continuarono a rispondere direttamente al comando tedesco, decimando le forze partigiane e senza alcun rispetto per le sorti dei civili. Questi che scelsero di rimanere al fianco dei nazisti erano appunto i corpi scelti della X-MAS di Junio Valerio Borghese (sì, quello che poi cercò anche di fare un golpe sul finire del 1970, nell'ambito della famigerata strategia della tensione). Sarebbe molto importante riflettere su cosa siamo stati noi, come Nazione, e su tutto quello che si era cercato di fare a partire dal 1948 per la costruzione di una comunità internazionale dopo le due sanguinarie guerre mondiali e sotto la minaccia dell'olocausto atomico. Perché è evidente che, in larga misura, è andato perso questo sforzo di pacificare il pianeta e aprire una nuova stagione della storia umana. (*) Reparto dei mezzi d’assalto della Marina italiana che nel marzo del 1941 assunse la denominazione di X flottiglia MAS (dal motto dannunziano memento audere semper). Nel maggio 1943 il comando della D. MAS fu assunto da J.V. Borghese, il quale, dopo l’8 settembre, ne fece una formazione militare autonoma per continuare a combattere al fianco del Terzo Reich. In questa fase, fu impegnata soprattutto nella lotta contro i partigiani. Fonte: https://www.treccani.it/enciclopedia/decima-mas_%28Dizionario-di-Storia%29/ Sul "golpe" Borghese del 1970: https://www.treccani.it/enciclopedia/junio-valerio-borghese_%28Dizionario-di-Storia%29/ Sulla strategia della tensione: https://www.treccani.it/enciclopedia/strategia-della-tensione_%28Dizionario-di-Storia%29/
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Riflessioni interessanti (*), per chi cerca di capire
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Sono quattro i plausibili motivi del ritiro.
In ordine crescente di importanza:
1. colloqui Usa-Russia,
2. inganno militare,
3. protezione civile,
4. carenza di risorse.
Premesso che nessuna motivazione elencata esclude le altre (semmai le integra), trascrivo le due principali:
Terzo - Impossibilità di garantire servizi essenziali ai civili.
L’impossibilità di garantire i servizi di base (riscaldamento, elettricità, acqua potabile) durante l’inverno, a causa dei bombardamenti ucraini e dei blackout programmati, ha spinto i decisori politici di Mosca a optare per la deportazione di massa degli abitanti di Kherson verso i territori occupati a est. L’evacuazione si è conclusa con successo, riscontrando una certa collaborazione da parte della cittadinanza. Segno che i civili rimasti negli ultimi mesi nel capoluogo occupato (filorussi, collaborazionisti, apolitici, rassegnati) non nutrono un aprioristico odio viscerale per l’occupante, tanto da seguirlo senza opporre resistenza nel ripiegamento. La mossa di trasferire la popolazione locale prima dell’imminente assedio ucraino possiede una valenza propagandistica piuttosto marcata: Mosca tutela i civili diligenti (evacuazione di Kherson), mentre Kiev approfitta cinicamente della loro presenza (scudi umani a Mariupol’); ciò che i russi fanno oggi con un estuario di mezzo, non è stato fatto dagli ucraini ieri con i corridoi umanitari. Un elemento cognitivo che verrà sicuramente valorizzato dalla propaganda moscovita sia per convincere il popolo russo della giustezza dell’operazione militare sia per incipriare la pessima immagine di crudele aggressore agli occhi della cittadinanza più stanca (e quindi più accondiscendente) dei territori occupati. In questo senso vanno lette le parole di Putin pronunciate il 4 novembre (Giornata dell’unità nazionale della Russia): «I civili non dovrebbero subire bombardamenti, misure offensive, controffensive e altre attività militari». D’altronde, una città non è fatta di soli mattoni, ma anche di persone; conquistare un centro urbano vuoto non ha alcun valore sostanziale, soprattutto se risulta impossibile reinsediarvi altre persone fedeli a causa di bombardamenti ravvicinati e assenza di comodità basilari. Le Forze armate russe “svuotano” oggi con largo anticipo Kherson, mentre altre città dell’Ucraina libera saranno probabilmente costrette a emulare l’azione russa in condizioni di ritardo. È il caso della capitale Kiev (3 milioni di abitanti), per la quale è allo studio un piano di evacuazione di massa in caso di blackout totale durante la stagione fredda.
Quarto - Efficientamento delle risorse militari (motivo principale).
La campagna bellica della Russia è contraddistinta da una carenza allarmante di uomini al fronte. Secondo lo Stato maggiore Usa i soldati russi uccisi o feriti dall’inizio dell’invasione supererebbero i 100 mila, numero simile alle perdite ucraine. Le centinaia di migliaia di uomini mobilitati dalla Russia nelle ultime settimane non sarà inoltre operativa sul campo di battaglia prima del 2023. Ma la pressione ucraina si sente ora. Ecco perché il generale Surovikin ritiene essenziale salvaguardare il più possibile la vita dei militari attualmente al fronte in attesa dei rinforzi.
(*) Fonte: https://www.limesonline.com/notizie-mondo-oggi-10-novembre-guerra-ucraina-russia-kherson/129964
Con un taglio più sintetico (e un maggiore pessimismo), leggi anche: https://www.lafionda.org/2022/11/14/la-ritirata-russa-da-kherson-non-prelude-la-pace
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I tre rimossi della destra, “ma anche” del PD
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Elly Schlein sta lavorando a una sorta di revival del suo tentativo di riportare le tematiche della sinistra nel PD.
Ricordiamo che #OccupyPD fu slogan scelto per assonanza con quello che, in USA, stava accadendo contro Wall Street, luogo simbolico di una politica asservita alle sole logiche della speculazione finanziaria, in una competizione che va bene solo ed esclusivamente per quei pochi che riescono a vincerla (in un modo o nell'altro).
Ricordiamo anche che non andò a finire bene il suo tentativo giovanile, perché il PD, fin qui, ha fagocitato ogni tentativo di porre questioni sociali diverse dall'agenda unica neoliberista.
I tre rimossi della destra (come dice lei qui, in foto), purtroppo, sono anche i tre rimossi del PD. Il PD non solo non fa nulla per ridurre le diseguaglianze e cancellare il lavoro povero e precario, eliminando sia lo sfruttamento dell'essere umano, sia quello delle risorse del pianeta.
Il PD, fin qui, purtroppo, quando è stato al governo ha ulteriormente precarizzato e impoverito il mondo del lavoro, favorendo forme via via più intense di sfruttamento.
E questo, chiaramente, non cancella le diseguaglianze, né salva il pianeta.
Quindi, come sempre, la vera domanda resta questa: il PD ha coscienza del ruolo svolto fin qui nel processo di egemonia delle destre e di questa cultura aziendalista sempre più predatoria?Il PD è disposto a fare tabula rasa delle ricette sbagliate degli scorsi anni, riscrivendo il proprio statuto, e chiudendo ogni rapporto con quel mondo che altro non è che una destra che non si sente a proprio agio col berlusconismo e coi suoi eredi?
Io non escludo niente a priori, ma certo è che questi nodi non si possono sciogliere con la pacatezza e il compresso. Ci sono rami malati che vanno recisi, perché altrimenti muore l'intera pianta.
Questo è.
Poi bisogna capire bene anche che pianta è, quella che si sta cercando di salvare.
Ma questa è un'altra storia.
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L'anticomunismo, al posto dell'antifascismo come nuovo valore costituente - Adesso direttamente dal ministro del merito agli studenti
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Questo passaggio, in particolare, è mera ideologia:
«là dove prevale si converte inevitabilmente in un incubo altrettanto grande: la sua realizzazione concreta comporta ovunque annientamento delle libertà individuali, persecuzioni, povertà, morte. Perché infatti l’utopia si realizzi occorre che un potere assoluto sia esercitato senza alcuna pietà, e che tutto – umanità, giustizia, libertà, verità – sia subordinato all’obiettivo rivoluzionario.
Prendono così forma regimi tirannici spietati, capaci di raggiungere vette di violenza e brutalità fra le più alte che il genere umano sia riuscito a toccare. La via verso il paradiso in terra si lastrica di milioni di cadaveri».
Così come il capitalismo può portare e ha portato al fascismo e al nazismo (e ai colonnelli in Grecia e ai generali in Cile, etc. etc), allo stesso modo il socialismo novecentesco poteva produrre e ha prodotto esperienze totalitarie.
Le purghe staliniane, però, non sono inevitabili così come il capitalismo non è automaticamente e sempre e solo fascismo, genocidio e guerra.
Quale che sia l'opinione politica di chi legge il dato storico, quale che sia la considerazione che si abbia della storia (e dei suoi corsi e ricorsi) e dei rapporti economico-sociali, non si può onestamente scrivere e pretendere di insegnare una roba del genere.
Chiude così:
Il crollo del Muro di Berlino segna il fallimento definitivo dell’utopia rivoluzionaria. E non può che essere, allora, una festa della nostra liberaldemocrazia. Un ordine politico e sociale imperfetto, pieno com’è di contraddizioni, bisognoso ogni giorno di essere reinventato e ricostruito. E tuttavia, l’unico ordine politico e sociale che possa dare ragionevoli garanzie che umanità, giustizia, libertà, verità non siano mai subordinate ad alcun altro scopo, sia esso nobile o ignobile.
Per tutto questo il Parlamento italiano ha istituito il 9 novembre la “Giornata della libertà”. Su tutto questo io vi invito a riflettere e a discutere”.
Bene.
Riflettiamo e discutiamo insieme di come uscire da questa deriva ideologica che spaccia per insegnamento storico questa paccottiglia propagandistica.
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Istituti culturali beneficiari di finanziamento pubblico (2012-2014)
Centro di Cultura e Storia amalfitana
Fondazione Cardinale Giacomo Lercaro
Fondazione Federico Zeri
Fondazione Istituto Gramsci Emilia Romagna - onlus
Fondazione per le Scienze Religiose Giovanni XXIII
Istituto Internazionale di Studi Liguri
Fondazione Biblioteca Luigi Micheletti
Centro Camuno di Studi Preistorici
Fondazione Giuseppe Di Vagno
Accademia Etrusca di Cortona
Accademia della Crusca
Accademia Toscana di Scienze e Lettere La Colombaria
Fondazione di Studi di Storia dell'arte Roberto Longhi
Fondazione di Studi Storici Filippo Turati - onlus
Fondazione Ezio Franceschini - onlus
Fondazione Spadolini Nuova Antologia
Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux
Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria
Istituto Nazionale di Studi Etruschi ed Italici
Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento
Museo Galileo - Istituto e Museo di Storia della Scienza
Istituto Alcide Cervi
Associazione Culturale "MAESTRO Rodolfo Lipizer" - onlus
Società Internazionale per lo Studio del Medioevo Latino (S.I.S.M.E.L.) - onlus
Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori
Fondazione Artistica Poldi Pezzoli - onlus
Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea - CDEC - onlus
Fondazione Centro Nazionale Studi Manzoniani
Fondazione Giangiacomo Feltrinelli
Istituto Lombardo - Accademia di Scienze e Lettere
Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia - INMSLI
Istituto per la Scienza dell'amministrazione Pubblica - I.S.A.P.
Accademia Nazionale di Scienze Lettere ed Arti di Modena
Centro Internazionale per lo Studio dei Papiri Ercolanesi
Fondazione Biblioteca Benedetto Croce
Istituto Italiano di Studi Storici
Istituto Italiano per gli Studi Filosofici
Società Nazionale di Scienze Lettere ed Arti di Napoli
Istituto Nazionale Tostiano di Ortona
Fondazione "Centro Studi Filosofici di Gallarate"
Centro Internazionale di Etnostoria (*)
Istituto Nazionale di Studi Verdiani
Ente Olivieri Biblioteca e Musei Oliveriani
Fondazione Gioacchino Rossini
Fondazione Nazionale Carlo Collodi
Fondazione Archivio Diaristico Nazionale - onlus
Fondazione Guglielmo Marconi
Centro di Studi Sul Classicismo
Fondazione Istituto Internazionale di Storia Economica "F. Datini"
Fondazione Museo del Tessuto di Prato
Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali - onlus
Fondazione Casa di Oriani
Centro Nazionale di Studi Leopardiani
Accademia Nazionale delle Scienze detta dei XL
Accademia Nazionale di San Luca
Associazione Italiana Biblioteche
Associazione Nazionale per gli interessi del Mezzogiorno D'italia  
Centro "Pio Rajna - Centro di Studi per la Ricerca Letteraria, Linguistica e Filologica"
Fondazione Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Fondazione Adriano Olivetti
Fondazione Alcide De Gasperi
Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico
Fondazione Bettino Craxi
Fondazione Giacomo Brodolini
Fondazione Giulio Pastore
Fondazione Istituto Gramsci - onlus
Fondazione Istituto per la Storia dell'azione Cattolica e del Movimento Cattolico in Italia "Paolo VI"
Fondazione Lelio e Lisli Basso Issocco
Fondazione Liberal
Fondazione Maria e Goffredo Bellonci - onlus
Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia - onlus
Fondazione Ugo La Malfa
Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice
Giunta Centrale per gli Studi Storici e Deputazioni di Storia Patria
Istituto di Studi Pirandelliani e sul Teatro Contemporaneo
Istituto Internazionale Jacques Maritain
Istituto Luigi Sturzo
Istituto Nazionale di Architettura
Istituto Nazionale di Studi Romani - onlus
Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano
Istituto Storico Italiano per Il Medio Evo
Società Dante Alighieri
Società Geografica Italiana - onlus
CIRIEC - Centro Italiano di Ricerche e d'informazione sull'economia pubblica, sociale e cooperativa (*)
Fondazione Accademia Musicale Chigiana - onlus
Centro Internazionale di Studi Rosminiani
Istituto per la Storia e l'archeologia della Magna Grecia
Accademia delle Scienze di Torino
Centro Studi Piero Gobetti
Fondazione Carlo Donat-Cattin
Fondazione Luigi Einaudi
Fondazione Rosselli
Museo Nazionale del Risorgimento Italiano
Società Filologica Friulana
Ateneo Veneto
Fondazione Giorgio Cini - onlus
Fondazione Scientifica Querini Stampalia - onlus
Fondazione Ugo e Olga Levi - Centro di Cultura Musicale Superiore - onlus
Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti
Società Letteraria di Verona - Gabinetto di lettura
Accademia Olimpica
Centro Internazionale di Studi di Architettura "Andrea Palladio"
Istituto di Scienze Sociali Nicolò Rezzara
(*) Sito non disponibile. Scheda tratta da quello della Direzione generale biblioteche e istituti culturali.
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Fonti:
http://milano.corriere.it/notizie/cronaca/15_aprile_22/expo-turni-scomodi-lavorare-all-expo-otto-10-ci-ripensano-45dbd36c-e8b6-11e4-88e2-ee599686c70e.shtml
http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/lombardia/expo-in-fuga-dall-impiego-estivo-otto-giovani-su-dieci-rifiutano-lavoro_2107277-201502a.shtml
http://www.ilgiornale.it/news/milano/expo-otto-giovani-su-dieci-rinunciano-lavoro-stipendio-basso-1119302.html
http://www.leggo.it/NEWS/ITALIA/expo_lavoro_turni/notizie/1312251.shtml
https://www.facebook.com/HuffPostItalia/photos/a.281341131965530.49064.276376685795308/656496387783334/?type=1&theater
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Istituto Piepoli - 31 marzo 2014
(pubblicato il 2 aprile)
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SWG - 11/12 marzo 2014
(pubblicato il giorno 16)
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EMG (per La7) - 15/16 marzo 2014
(pubblicato il giorno 17)
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Datamedia (per Il Tempo) - 14/17 marzo 2014
(pubblicato il giorno 19)
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Ipsos (per Ballarò) - 17 marzo 2014
(pubblicato il giorno dopo)
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