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L'ottico di Lampedusa: storia di 94 mani
L’ottico di Lampedusa: storia di 94 mani
Questa è la storia di una storia che non avrei mai voluto leggere, la storia di una storia che non avrei mai voluto fosse accaduta, una di quele cose che, quando le leggi, pensi “minchia che coraggio quelli lì!”, e piangi. L’ottico di Lampedusa (2017, Salani editore) è un romanzo/non romanzo che parla del naufragio di un barcone al largo della suddetta isola siciliana. E fin qui nulla di nuovo. Se…
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#3 ottobre 2013#carmine menna#emma jane kirby#immigrazione#l&039;ottico di lampedusa#lampedusa#letture disoccupate#Salani editore
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Incubi disoccupati
Ho rimandato la scrittura di questo post per molto tempo, perché mi vergognavo di quello che sto per affermare e perché, alla fine, c’è sempre stato altro di cui poter scrivere (altro che facesse in modo che potessi procrastinare all’infinito l’ammissione di una piccola verità, per me un po’ stupida). Un paio di anni fa ho iniziato a leggere un libro di Koushun Takami, questo qua.

Era il periodo…
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Kindle nel Caribe. Volume 1: "I Cariolanti", Di Sacha Naspini
Kindle nel Caribe. Volume 1: “I Cariolanti”, Di Sacha Naspini
Inizia oggi un nuovo capitolo della saga del LettoreDisoccupato, capitolo che si chiama Kindle nel Caribe, perché quando mi sono trasferito qua ho dovuto lasciare a Bologna il 99% dei miei libri, perciò mi toccherà molto spesso di affidarmi al caro, vecchio, per niente simpatico ebook reader. Vabbè, a parte i brontolii da vecchio scorreggione, oggi mi va proprio di darvi conto di una lettura che…
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Questa è la storia di un viaggio. Anzi, questa qui, a dirla tutta, è la storia di tanti viaggi. Questa qui è la storia di un viaggio lungo qualche decade, che ha come protagonisti due fratelli, uno, Miguel, che ha l’enorme privilegio di essere bellissimo e l’altro, Santiago, che si porta addosso l’altrettanto gigantesco fardello di essere semplicemente normale nella sua estetica. Ed è anche la storia di una famiglia composta da quattro anime, tutte a loro modo dipendenti dalla straordinaria bellezza di Miguel, tutte a loro modo vogliose di smarcarsi dal fatto di esserne così succubi. Alla fine, però, questa è prima di tutto la storia di Massimo Cuomo, scrittore che qualcuno ha ancora il coraggio di definire “emergente”, che di emergente ha ormai solo il bisogno di raccontare al mondo il suo ultimo, meraviglioso romanzo, che è pari (se non superiore) al suo stesso titolo. Bellissimo è un romanzo che ho aspettato per un sacco di mesi, e che al tempo stesso ho avuto paura di leggere. Perché ha molto a che fare col realismo magico, stile da me tutt’altro che prediletto, e perché è stato scritto da una persona che ho il privilegio di definire amica, ma che proprio in qualità di amica non volevo deludere, nel caso il libro non mi fosse piaciuto. Tranquilli, niente di tutto ciò è accaduto. Ma andiamo alla fredda recensione. In un ospedale di Merida, nel nord dello Yucatan, vede la luce l’essere perfetto, quello che fa sembrare i suoi vicini di culla dei piccoli mostri, che fa sospirare e applaudire le folle, che farà innamorare una metà della città e ingelosire l’altra. E che trasformerà la vita del suo fratello maggiore, della sua non bellissima madre e del suo frustrato e opportunista padre in una sorta di continua ricerca dell’indipendenza dall’opprimente figura di Miguel. La storia dei due fratelli Moya corre parallela, in un alternarsi di piccoli e grandi avvenimenti che li vedrà alcune volte rivali, altre volte complici silenziosi, ma sempre dediti al raggiungimento di uno scopo del quale verranno a conoscenza solo col passare degli anni. Miguel cresce e diventa il trofeo sentimentale più ambito dalle donne di Merida, mentre Santiago proverà, semplicemente, a non avere nulla a che fare con le donne, forse conscio del fatto che su questo campo mai potrà competere col fratello. Negli anni le vite dei due si intrecciano e poi divergono, sempre “per colpa” dell’opprimente fascino che l’estetica di Miguel emana. La narrazione di Cuomo, dettagliatissima e mai noiosa (difetto secondo me peculiare di molti scrittori del realismo magico), porta il lettore a viaggiare tra le strade di Merida, nelle stanze della casa dei Moya, nella vecchia Ford rossa di nonno Hermenegildo, con una leggerezza che impedisce di staccare gli occhi dalle pagine, portandoti a pensare “no, voglio vedere come va a finire” ogni volta che il sonno ti impedirebbe di andare avanti. Cuomo ti fa “vedere” Merida, ti porta a odiare fisicamente Belisario Lopez, ti invita a gustare i tipici piatti yucatechi, a ballare insieme a nonno Hermenegildo il Jarabe Tapatìo, magari in compagnia della bellissima Rosita Romero. Uno dei passaggi secondo me più belli di questo libro vede i due fratelli a contatto col sentimento per antonomasia:
“È questo l’amore?” chiede una sera Miguel a Santiago. “Questo cosa?” risponde Santiago. “Come avere sempre lo stomaco vuoto” dice Miguel. “È fame” replica Santiago. “L’amore non esiste”. “Allora forse l’amore è avere fame”.
E di citazioni se ne potrebbero fare a decine, vista la minuziosa dovizia con cui sono curati i dialoghi. Ma non c’è bisogno di citare oltre, c’è solo da far capire al lettore, e qui spero di essere abbastanza bravo, che Bellissimo è uno di quei libri che vanno oltre le classificazioni semplicistiche, perché leggendolo si capisce quanto lavoro ci sia dietro la sua stesura, quanto sentimento lo scrittore ci abbia riversato, quanto tempo sia stato speso alla ricerca di quella perfezione narrativa che, lasciatemelo dire, è stato trovata al cento per cento. Dai tempi dell’esordio col bello ma acerbo Malcom, Cuomo ha finalmente trovato la sua via, è arrivato a capire che sì, lui è un grande scrittore, e di grandi storie deve parlare. Che dire, leggete Bellissimo, fatelo leggere anche a chi, come me, mai se ne sarebbe interessato. Perché ho proprio l’idea che questo sia uno di quei libri dei quali sentiremo molto parlare nei mesi a venire.
Fin qui la recensione seria. Ora è giunto il momento di metterci il tocco del LettoreDisoccupato, sennò faccio la fine di quei noiosi e spocchiosissimi recensori che parlano bene solo dei libri che sono già di successo o di quelli dal cui editore sono pagati (ops…).
Io Bellissimo l’ho ricevuto dalla mani di mia suocera qui in Costa Rica. E la prima foto che gli ho fatto (al libro, non alla suocera) l’ho fatta sull’amaca. Embè?, direte voi. Embè sappiate che l’amaca c’entra eccome con Bellissimo, anche se al momento dello scatto non potevo ancora saperlo. Poi me lo sono portato in giro praticamente dovunque, e quello che vedrete di seguito non è altro che il resoconto di un viaggio, del mio viaggio insieme a un libro che parla di migliaia di viaggi, di fughe e ricongiungimenti, di America e sogni, di donne e sofferenza. E che pretende di essere letto per quello che è: semplicemente un Capolavoro. (Ndb: per questa recensione ne’ lo scrittore ne’ l’editore hanno sganciato un centesimo che fosse uno. Purtroppo…). Esta es la Historia de mi viaje con Bellissimo. Desfruten.
Gio, un lettore molto soddisfatto.
“Bellissimo”, storia di mille viaggi e di un capolavoro. Questa è la storia di un viaggio. Anzi, questa qui, a dirla tutta, è la storia di tanti viaggi.
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Quello che ho (ma anche quello che non ho)
Quello che ho (ma anche quello che non ho)

Ho cambiato vita. O almeno è quello che sto cercando di fare da qualche mese. Per i quattro gatti che ancora non lo sapessero, da circa due settimane vivo in Costa Rica con moglie e cani. E tutto questo è stramaledettamente bello. Strano. Nuovo. Allucinante. Stimolante. E tante altre cose che adesso non sto a elencare, sennò finisce che perdo il filo e non esplico il concetto che sono qui,…
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Quell'insana, meravigliosa voglia di rileggere.
Quell’insana, meravigliosa voglia di rileggere.
Sono un lettore seriale, e non so se questa sia una bella cosa. Il lettore seriale medio è uno che: ci mette giorni a scegliere il prossimo libro da leggere, non è mai soddisfatto dei sessantadue volumi appena acquistati, passa e ripassa la quarta di copertina come un ipocondriaco farebbe col bugiardino di un antibiotico, infama lo scrittore famoso perché troppo commerciale e lo scrittore di…
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#chuck palahniuk#daniel pennac#douglas adams#edward bunker#italo calvino#joe r. lansdale#John kennedy toole#john niven#pier vittorio tondelli#stefano benni#tibor fischer
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Del cazzo che ce ne frega di Elena Ferrante
Del cazzo che ce ne frega di Elena Ferrante
Non leggo la Ferrante, credo di non averlo mai fatto perché, come ai tempi di Dan Brown e J.K. Rowling, sono profondamente disincentivato a comprare il libro di una autore che viene molto, troppo pubblicizzato prima ancora che l’opera stessa venga alla luce. Men che meno lo farò adesso, vista l’enorme esposizione mediatica alla quale è stata sottoposta questa donna che ha l’enorme colpa di avere…
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Writers against ignorance. Friends edition: Massaroli e Morozzi.
Writers against ignorance. Friends edition: Massaroli e Morozzi.
Lo so, Ferragosto è già passato, quindi tutti a pensare che le vacanze sono finite. Ma davvero stiamo ancora a correre dietro a questi banalissimi luoghi comuni? A me risulta che il 376% degli italiani sia ancora in giro ad affollare spiagge, campeggi e ristoranti di pesce. Io stesso sto ammorbando due povere ragazze nella loro stupenda locanda immersa nelle montagne del Trentino (e non posto le…
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Writers aganst ignorance. Friends edition: Panzacchi e Cuomo.
Writers aganst ignorance. Friends edition: Panzacchi e Cuomo.
Io i libri da portarmi in vacanza li avevo già scelti, erano tre e mi sembravano più che sufficienti per una settimana in montagna. Li avrei letti probabilmente tutti, e avrei anche trovato il tempo di buttare un occhio all’edizione estiva di Internazionale e, ça va sans dire, e alla mia compagna di una vita, la Settimana Enigmistica. Poi mi è venuta la malaugurata idea di creare questa rubrica,…
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Writers against ignorance. Volume 2: Fogli, Poldelmengo, Berselli, Bonazzi e Padua.
Writers against ignorance. Volume 2: Fogli, Poldelmengo, Berselli, Bonazzi e Padua.
Secondo capitolo della saga estiva di LettureDisoccupate (e, per chi se lo fosse inspiegabilmente perso, ecco l’acclamatissimo primo capitolo). Seconda copiosa puntata con gli scrittori che mi/ci/vi consigliano uno o più libri da portarsi sotto l’ombrellone in spiaggia, sull’amaca tra due palme, sotto un albero in pineta, su di un ghiacciaio in capo al mondo, sotto il climatizzatore in centro a…
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Writers against ignorance. Volume 1: Porazzi, Petrelli e Vargiù.
Writers against ignorance. Volume 1: Porazzi, Petrelli e Vargiù.
Chi ha imparato a conoscere il sottoscritto e questo memorabile blog sa benissimo che da tre anni, ormai, sto combattedo un’inutile battaglia contro i libri da ombrellone e, soprattutto, gli scrittori che grazie all’ombrellone si mantengono tutto l’anno (e non faccio nomi, sennò mi dite che mi accanisco sempre contro i poveri Vespa, Crepet, rapper di quarto livello e youtubers con la bocca sporca…
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#Alberto petrelli#Anna Piazza#annamaria Vargiù#estate#letture disoccupate#libri#Malaparte#ombrellone#porazzi#spaggia#Stefano Bonazzi
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Ridere di Lvi (è cosa buona e giusta)
Ridere di Lvi (è cosa buona e giusta)
Ieri mattina sono andato in edicola per comprare un orrendo quotidiano, uno di quelli che scrivono roba alla Studio Aperto, per intenderci. No, non ve lo dico il nome, che poi mi querelano. “E perché lo hai comprato, se ti fa così tanto schifo?”. Domanda legittima, caro interlocutore. La risposta è che avevo un mero interesse personale nel farlo, mi aspettavo d trovarci una notizia riguardante un…
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Berselli e le scimmie (sull'aereo).
Berselli e le scimmie (sull’aereo).
Anche le scimmie cadono dagli alberi ovvero Anche i migliori a volte falliscono (proverbio giapponese)
Nell’ultimo post vi ho raccontato di quanto sia stato bello e monotematico il mio viaggio a Porto, perciò non vi tedierò oltremodo parlandovi ancora della libreria più bella del sistema solare. No, oggi vi voglio tediare con una delle mie ormai proverbiali microrecensioni, e per farlo mi sono…
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#Alessandro berselli#Anche le scimmie cadono dagli alberi#blog#capolavori#editore#letture#letture belle#letture disoccupate#libri#libri belli#piemme
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C'è un posto nel mondo in cui non ero mai stato
C’è un posto nel mondo in cui non ero mai stato
C’è un posto nel mondo in cui non ero mai stato. Cioè, ci sono un discreto quantitativo di posti nel mondo in cui non sono ancora mai stato. Vabbè, non sono mai stato in un casino di posti, ma proprio uno sproposito di posti, però non era questo che volevo dire. Volevo dire che c’è un posto preciso nel mondo in cui non ero mai stato, un posto in cui mi sarebbe piaciuto andare, ma che non avrei mai…
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#blog#blogger#lettore disoccupato#letture disoccupate#libreria lello#libri#libri belli#Livraria Lello e Irmão#porto#portogallo#posto
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And the winner is...
And the winner is…
Premessa: ne è valsa la pena.
Un paio di settimane fa avevo chiesto a voi, o numerosissimo popolo che affolla la virtuale platea di LettureDisoccupate, di aiutarmi nella scelta del libro che avrei dovuto leggere (qui il link del post in questione). Avevo indetto una sorta di primarie per capire chi, tra Massimo Carlotto, Paolo Panzacchi e Christopher Hitchens, si sarebbe meritato la fortuna di…
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Quando finisci di leggere, o stai per finire di leggere, o hai appena iniziato a leggere, o stai pensando di leggere un libro, il più delle volte sei perseguitato da un dilemma, una perplessità, una domanda che ti trivella le cellule del tuo cervellino già martoriato da migliaia di pensieri e che difficilmente ti lascia in pace: “E poi?”. No, Giorgia e le sue lagne da scimmia urlatrice non c’entrano nulla. “E poi?” è la domanda che si pone il lettore incallito quando viene assalito dall’ansia della scelta, da quale libro prendere in mano e divorare, una volta terminato quello la cui lettura è ancora in corso. Siamo fatti così, noialtri. Siamo degli accumulatori compulsivi, paranoici e mai sazi, vogliamo sempre avere la libreria piena, debordante di roba ancora intonsa e, una volta pronti per l’estrazione del prescelto, non siamo mai sicuri che questo sia, effettivamente, IL PRESCELTO. Sì, è un po’ come vivere in una piccola Matrix de noantri, ma con meno effetti speciali e più crisi esistenziali. Comunque, questo mio solito, incomprensibile preambolo è stato messo per iscritto perché oggi, come tante altre volte nella mia vita, mi trovo a dover estrarre un nuovo prescelto dalla mia libreria/comodino (leggi qua per rinfrescarti la memoria). La scrematura l’ho già fatta, ora mi tocca fare le primarie per capire a chi toccherà l’onore di essere sfogliato durante le mie notti insonni. In ordine assolutamente casuale, eccovi i tre pre-prescelti, a cominciare da: Perchè sì? Che domande, perché Massimo Carlotto è Massimo Carlotto, una certezza come la morte, le tasse e l’inesistenza di dio. Di tutti i suoi libri che ho letto non ce n’è (ancora) uno che mi abbia fatto schifo. Ancora, appunto, e da qui arriviamo al dubbio. Perché no? Perchè c’è la paura di essere deluso, ma anche la delicatezza dell’argomento trattato, l’Argentina degli anni bui, i desaparecidos e la ricerca delle proprie origini, roba che di notte ti fa riflettere e stare male. Non so.
Passiamo a Paolo Panzacchi Perché sì? Perché è bravo, scrive da dio e conosce la letteratura contemporanea molto, molto meglio del sottoscritto. Ha un argomento valido su ogni questione letteraria gli venga posta e non è mai banale in quello che dice e scrive. Perché no? Perchè, nonostante io sappia che quella che sto per dire è una stronzata, ho paura di essere deluso. Paolo è un caro amico, e la seppur recondita idea che il suo libro possa non piacermi mi fa stare male. Bel dilemma…
Concludiamo con un peso massimo, nel bene e nel male Perché sì? Perché in materia di religione la penso come lui, da sempre, perché non sono mai abbastanza gli intellettuali che si schierano apertamente contro qualsiasi tipo di credo religioso, supportando le proprie teorie con dati reali. E questo saggio di Hitchens, a detto di molti che lo hanno letto, è un capolavoro. Perché no? Il nostro caro scrittore ateo, soprattutto negli ultimi anni della sua vita, ha avuto posizioni politiche abbastanza ambigue, arrivando a essere accanito sostenitore dell’invasione dell’Iraq e dell’Afghanistan, oltre ad aver votato per George W. Bush, e tutto ciò ai miei occhi risulta semplicemente folle, un insulto all’intelligenza umana.
Ora, io la mia presentazione l’ho conclusa, potrei dire che aspetto suggerimenti e consigli da voi, numerosissimi lettori di questo blog (si vocifera che il vostro numero sia sempre crescente, sembra che adesso vi si conti sulle dita di ben DUE mani, oddio!). Ma la verità è che non sono un democratico, in tema di libri, film, musica, sport, finanza, cucina, tempo libero, arte, punto croce, pulizia dei piedi, fotografia, telegiornali, birre artigianali, malattie imbarazzanti, serie tv, giardinaggio, igiene intima, nomicosecittàletteratestamento e tutto il resto, difficilmente mi affido agli altrui consigli. Come i politici nostrani, anch’io penso che le primarie siano una minchiata colossale, e, sempre come loro, le ho appena celebrate giusto per darvi un contentino e farvi sentire importanti. La verità è una, sola è imprescindibile: IL LIBRO È MIO E DECIDO IO! E ho le idee molto chiare, come al solito…
(ho bisogno di aiuto, vi prego, ma non ditelo in giro…)
Gio, una certezza. O forse no. Boh.
Il solito dubbio Quando finisci di leggere, o stai per finire di leggere, o hai appena iniziato a leggere, o stai pensando di leggere un libro, il più delle volte sei perseguitato da un dilemma, una perplessità, una domanda che ti trivella le cellule del tuo cervellino già martoriato da migliaia di pensieri e che difficilmente ti lascia in pace:
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L'intervista. Patrick Fogli: Alfa, i social e gli strani incontri in libreria.
L’intervista. Patrick Fogli: Alfa, i social e gli strani incontri in libreria.
Con Patrick Fogli ho seriamente rischiato la denuncia per stalking, visto che sono molti mesi che lo inseguo, in maniera più o meno opprimente (più più che meno, a dire il vero). Comunque, dopo mille messaggi e tanti rinvii, allo scadere del 2015 è stato lui stesso a ricordarmi che ci saremmo dovuti vedere per fare due chiacchiere. E le nostre due chiacchiere sono quelle che seguono, oltre alle…
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#blog#bologna#editore#frassinelli#intervista#io sono alfa#letture disoccupate#patrick fogli#piemme#scrittore#social
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