Those little bits, crumbs of thoughts that come out of my brain. Sometimes I simply need to share them to feel happy.
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Hermana yo sì te creo.
Ho subito una violenza e non l’ho denunciato. Ho avuto paura dei vostri occhi, che sono tantissimi ed insistenti e fate tante domande. Come ero vestita, che strada facevo da sola, che lavoro faccio, se ho successo nella vita, che gusti sessuali ho, se ho bevuto, se mi drogo. Ho pianto? Ho urlato? Non me lo ricordo. Perchè non sono scappata? Perchè non ho resistito? L’ho fatto? Giuro, non me lo ricordo.
Hermana yo sì te creo, dicono le donne in Spagna. Sorella, io ti credo. Era il Luglio 2016, Pamplona, nel caos indescrivibile dei Sanfermines, la corsa forsennata davanti ai tori, ad inseguirla sono cinque uomini, le offrono da bere, la drogano. Le violenze che consumano in quel portone di Pamplona sono riprese con i cellulari, viene derisa sul gruppo Whatsapp dove gli amici sono pronti a mortificare, farne trofeo. Un copione che si ripete da tempo, si tratta di un gruppo di 21 maschi che si muove da Siviglia con obiettivi precisi: cercare ragazze e abusarne, discutendo online le droghe migliori, corde, farmaci per intontire.
Nè i video, né i messaggi del gruppo sono ammessi al processo. Viene ammessa però la relazione di un investigatore privato che dalla violenza ha cominciato a seguire lei, lei che ha continuato a studiare, a viaggiare, a vedere gli amici.
Hermana yo sì te creo, urlano le donne spagnole, e pian piano sulla rete si aggiungono le donne del mondo. Si urla contro la denuncia che diventa condanna per la vittima, rea di non aver lasciato ai suoi carnefici il diritto di distruggerle la vita, rea di non essersi protetta abbastanza, di aver vissuto nonostante esistano certi tipi di uomini.
Hermana yo sì te creo, perché voglio mettere una minigonna senza dover pensare se sarà un buon alibi, voglio viaggiare sola, voglio portar fuori la spazzatura senza dovermi guardare intorno per tutto l’isolato, voglio non dover vedere la mia carriera messa in discussione, le mie capacità misurate a prestazioni sessuali.
Hermana yo sì te creo, perché vorrei che denunciare non richiedesse tutto questo dannato coraggio.
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Italian people are keeping up peaceful protests in the Salento against the construction of a deeply impacting gas pipeline, TAP, which will run for 55 km among villages and ancient olive trees, 10000 of these will be eradicated to make space for the gas pipeline. The project contains two de-pressurizing site which will throw tons of poisoning elements in the atmosphere. Government has tried to suffocate peaceful demonstrations using a big amount of police officers to "protect" the construction works by the Swiss company, even if local Mayors have asked for dialogue and have ended up being beaten while peaceful demonstrating their dissent to the construction.
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Italian people are keeping up peaceful protests in the Salento against the construction of a deeply impacting gas pipeline, TAP, which will run for 55 km among villages and ancient olive trees, 10000 of these will be eradicated to make space for the gas pipeline. The project contains two de-pressurizing site which will throw tons of poisoning elements in the atmosphere. Government has tried to suffocate peaceful demonstrations using a big amount of police officers to "protect" the construction works by the Swiss company, even if local Mayors have asked for dialogue and have ended up being beaten while peaceful demonstrating their dissent to the construction.
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Fotogramma #1
Ti ho vista una mattina di sole accecante, i tuoi colori erano gli unici ad avere senso nel biancore estremo delle domeniche primaverili. Una bellezza maleducata, una presenza che annulla l'atmosfera, scioglie le altre essenze e focalizza occhi, mente e le fantasie. Ricordo il tuo profumo, sono sicuro fosse il tuo profumo perché me lo sento ancora addosso. Lo lasci su tutto, una scia quasi da toccare anche ore dopo essere andata via. Profumavi ed eri accigliata, presa da chissà quale battaglia. Mi sono innamorato di quella soldatessa delle parole, parlavi con un tono sicuro e scandito parole che non ascoltavo da tempo. Mi sono innamorato di tutti i libri che immaginavo avessi letto, quei libri che riempiono ogni angolo di questa casa. Ammassati con un ordine tuo, maniacale nell'incastrarsi con i tuoi umori altalenanti. Mi sono innamorato della tua voce, ferma e avvolgente, della quale ora conosco tutte le sfumature, le note ed i respiri. Mi sono innamorato della tua eleganza spregiudicata, il tuo indossare i colori del tuo umore e le forme che ti senti addosso. Mi sono innamorato di te che eri padrona di te stessa, conscia delle tue forze e tante fragilità. Le ho imparate, annotate e le ho assaporate. Hai un sapore selvaggio e nobile. Mi sono fermato un giorno in una piazza assolata e ti ho vista irraggiungibile, inconquistabile, da affiancare e accompagnare. Tu che eri tua e di nessun altro. Ed io ho imparato ad essere mio e di nessun altro. Accanto a te.
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Quest'estate che (finalmente) sta finendo
Oggi, 23 settembre 2016, sono una persona diversa da chi ero prima che questa lunghissima estate prendesse il via a Giugno. Nonostante sia stata decisamente, sinceramente e palesemente un'estate di merda, ne sono uscita migliorata, e ho tantissimo da ricordare. È un paradosso bello e buono, ma non così insensato come avrei pensato qualche settimana fa, quando di buono, ancora, non potevo vedere nulla. Adesso so di aver messo un impegno sovrumano nel godere di ogni minimo momento a mia disposizione, di qualunque natura esso fosse e di aver, quindi, assaporato ogni dettaglio con la meticolosità di un pittore davanti al proprio capolavoro. Ho fotografato ogni momento, focalizzando su tutto, senza buttar via niente, in maniera quasi carnale. E poi le persone, le belle persone che mi hanno circondata. Alcune sono tornate, alcune sono arrivate nella mia vita come manna dal cielo, altre c'erano e mi hanno sottolineato che resteranno, sempre. Penso che proprio le persone abbiamo la potenzialità di essere la più grande ricchezza dove le circostanze sono occasione di affanno. Quelle giuste, quelle con la quale puoi stare seduta davanti al mare senza dire una parola per ore e sentire di aver passato il tempo nel migliore dei modi possibili. Quelle con le quali riesci a costruire qualcosa di bello. Quelle dalla quale impari anche solo respirando la loro stessa aria. Quelle che imparano da te. Quelle con le quali, stanca sfinita, ridi perché è quello di cui hai bisogno. Quelle con cui senti di voler ancora condividere, qualsiasi cosa leggi o fai, o vorresti fare. Di queste persone ho dei ritratti ben precisi nella mia memoria. Visi fermati in momenti qualsiasi. Custodisco sorrisi, pianti, espressioni di stupore, soddisfazione e delusione. Tutto estrapolato da sfondi sfocati. Solo loro, e niente altro. Come gemme preziose su lisci tessuti monocromatici. Quest'estate, che non è finita come doveva, che in un certo senso non è neanche iniziata come pensavo, ha finito per rendermi ricca. Sono cambiata, diversa, anche migliore. E, forse, è bene che domani finisca. Perché sono pronta ad affrontare l'autunno, così, nuova, come la persona che sono diventata.
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Your enemy will be your hero,
your fear will burst your courage,
endless love will lead your rage.
Follow that ray of light,
burst through that closed door,
face the voices hidden in the dark.
Nails biting your skin,
sweat clouding your sight,
a trill pushing you ahead.
Your enemy will be your hero,
your fear will burst your courage,
endless love will lead your rage.
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Racconto: La futura regina
Nella pomposa atmosfera pesante dell'odore dei fiori, tra i colori sgargianti e caotici, sfila minuta la futura regia. Lo sguardo basso, gli occhi porte chiuse di un'anima occupata a galleggiare in qualche altro mare; si trascina sotto una corona troppo grande, troppo tutto per una così esile figura. Come una piuma si piega, alla mercè degli sguardi curiosi e dei suoi sogni infranti. Degli amori veri delle favole rimane un vecchio dal sorriso sdentato e troppo famelico per rappresentare affetto; ed il suo sguardo, allora, quello che madre ripeteva di tenere alto e fiero, si abbassa alle piccole dita dei piedi che sbucano ritmicamente da sotto la pesante gonna ampia. Fino all'ultimo secondo potrà fingere che seduto sulla sedia ornata ci sia un giovane, anche non bello, ma giusto, tenero e, soprattutto, scelto. Le appaiono davanti gli occhi di Nazim, teneri e pieni di mirto mentre la insegue sulla riva del fiume. Quella volta che era inciampata e lui, con quel sorriso un po' storto e caldo, l'aveva presa tra le braccia e rimessa in piedi. Si era dimenticata della grossa macchia di fango sul vestito quando, rimessa sulle proprie gambe, quel paio di occhi cerulei le avevano rubato attimi di respiro. Madre l'aveva sgridata a lungo, ma un lieve sorrisino non si era cancellato dal viso per giorni e sere che aveva passato a chiedersi se i principi dalle mille e una notte avessero gli occhi grigi come Nazim. Quel ragazzino pochi mesi più vecchio di lei era certamente lontano dall'età per essere marito, quella figura un po' raggrinzita davanti a lei, invece, poteva pagare le cento pecore a padre, rivestirla di sete e perle del fiume. Madre diceva che avrebbe vissuto nel castello in cima alla collina, tra le ricchezze, a riposare sui soffici cuscini reali. La futura regina, quindi, muoveva piede nudo dopo l'altro verso il suo splendido destino, silenziosa come richiesto alle spose, graziosa nonostante la corona pesante, le collane che soffocano. Tolgono l'aria come un sogno che si infrange, come la solitaria lacrima che le si era bloccata negli occhi all'annuncio estasiato del padre. Una lacrima, invece, era scesa testarda dalle palpebre di Nazim, ma quella aveva fatto molto più male. Ne aveva sentito l'amarezza sulle labbra solo a guardarla scendere. Il ragazzino aveva piegato la testa davanti alla futura regina ed una fitta le aveva attraversato il corpo, congelato i muscoli e la stessa lacrima che, di nuovo, non era riuscita a scendere. La chioma folta e scura di Nazim era stata l'ultima cosa che aveva visto prima che lui si fosse voltato di scatto, lasciandola sola tra i fiori profumati del prato. I fiori oggi puzzano, un bruciore alle narici, una pressione alle tempie. E' tutto sbagliato oggi. Il vecchio sorride e la reginalle non alza il viso. Qualcosa di caldo le scende dagli occhi e le traccia le guance, nella mente la voce di madre ripete allo sfinimento che le regine non piangono, non urlano, non corrono, non giocano. Ed il vecchio Re, che le cinge il viso con le dita lungue e storte, finge di non vedere che il viso della futura regina torto dai singhiozzi somiglia a quello di una bambina.
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Essere giovane in Italia
Essere giovane in Italia significa farsi il culo a quattro per poi cadere nel “dietro le quinte” dei grandi eventi. E’ stancante, fa incazzare e fa perdere la voglia di fare qualcosa per cambiare questo Paese. Diciamocelo in faccia, ragazzi. Ai piani alti, di qualsiasi palazzo stiamo parlando, non gliene frega un amato cazzo del nostro entusiasmo, esperienza, capacità innovativa. Siamo braccia per far brillare gli altri, manovali senza paga e con le palle che girano.
Essere giovane in Italia significa sentirsi ripetere che “ai loro tempi” le cose andavano meglio, perchè si sbracciavano per lavorare. E a te, che dopo un mese senza notti ti ritrovi le tue idee sopra il nome di un altro, rode. Cazzo se ti rode.
Essere giovane in Italia è esprimere la tua opinione in una riunione, venire zittito da uno “che ne sa di più” e riascoltare a parole sue la tua opinione. E ti chiedi, che perdo tempo a fare?
Ma essere giovane in Italia significa anche che alla prossima occasione ci riprovi di nuovo, perchè sogni davvero di poter cambiare le cose. Di essere ascoltato. Di poter fare senza essere fermato. Ti alzerai di nuovo prestissimo e andrai a dormire tardi, parlerai di grandi progetti con grande entusiasmo. Regalerai la tua esperienza, i tuoi anni di studi, quello che sai del mondo moderno.
In Italia si deve essere giovani nonostante tutto, come fosse una lotta. Tenersi l'entusiasmo e i sogni stretti stretti, perchè tutto ad un tratto, a colpi di no, potresti svegliarti un giorno e non aver più voglia di fare. Perchè, giovani o no, ci si stanca di spalare guano mentre gli altri galleggiano sereni.
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8 Marzo
Stanche, esauste, forti con un bimbo per mano e la vita in un sacco sulle spalle.
Vestite di poco a vendersi per non aver le gambe spezzate di nuovo dal mercante di turno.
Con il dolore tra le gambe, lacrime amare e un futuro segnato da un rasoio arrugginito.
Spose quando a vestir di bianco dovrebbero essere le bambole. Madri e mai figlie. Merce più che esseri umani.
Vittime umiliate per aguzzini giustificati da una gonna corta o un bicchiere di troppo.
A combattere per una paga che non sarà mai quella giusta, per un’istruzione che non è per tutte, per un lavoro che è sempre un lusso, per una maternità che diventa una prigione e che fa perdere quel agognato posto.
Tenetevi la festa. Per troppe, è ancora lotta.
#8 marzo#donne#donna#diritti#immigrazione#mutilazione genitale femminile#prostituzione#spose bambine#lavoro
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Join FeatherOfHope at 1pm PST/ 4 pm EST/ 10 pm CET. We’ll look for the positive side of this year which is coming to an end.
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12 Days Of Hope
From December 13th to december 25th, we are asking you all to join us in a journey of positivity, hope and self love. Every day at 1pm PST (4 pm EST, 10 pm CET), a question focusing on the good we have in our life will be posted on @ERFeatherOFHope.
Join us, take it as a little challenge to improve your self love and mental health. Ask your friends to play with you, let’s spread love and positive vibes!
www.featherofhope.org
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Riflessioni sotto un cielo notturno
Quando si perde una persona importante, il dolore resta. Cambia, cresce con noi ma non sparisce mai. Diventa una costante. Come il cielo, che non ci fai mai caso, ma poi tutto ad un tratto alzi gli occhi ed eccolo là, era su di te ed ora te lo sei ricordato. Quando perdi qualcuno è così, il dolore non lo vedi sempre ma c'è. Alzi un secondo gli occhi e ritorna, a volte tutto insieme, come la bellezza del cielo, e ti toglie il fiato. Solo che ti stringe il cuore. E fa male.
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Conversation
-Per te, farei tutto.
-Sogno un mondo che si possa cambiare e gente pronta a farlo.
-Allora, ti sarò accanto a combattere.
-No, non combattere. Amami. Cambiamo il mondo con la pace.
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La guerra c'è. Da anni. È stata portata a casa degli altri e propagandata come strumento di democrazia e pace. La guerra contro la pace. Mah. Ma poi la guerra è guerra. E cresce. Si vendica. E quando ritorna a casa sua, da dove è venuta, tutto un tratto non è più guerra di pace. Uccide innocenti. Ma la guerra non è mai stata pace e raramente uccide colpevoli. Gli innocenti muoiono mentre i colpevoli parlano nei palazzi e suoi giornali. La guerra sta tornando a casa sua, dove sono i colpevoli?
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Carnal
And I will love you
Fiercely
Painfully
My blood will sing
Only in your presence
My head dizzy
Of your scent
My hands full
Of your skin
Clean sheets on the floor
Dirty bodies afloat
Where hearts feel alive
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Tutoring bullying victims, my experience as a tutor.
Something quite peculiar has happened to me this October, Bullying Prevention Month, and I feel like it would do some good to share it with you all who have pledged to fight bullying in your daily life with #RiseAgainstBullies.I have been actively working as a private tutor for a couple of years but I have been doing it occasionally since I started High School. This year, though, I had decided not to take any student under my wings because I am one exam from getting my degree in Physics and I want to concentrate on that. Sometimes, though, there are requests you can’t say no to, especially if you are indicated as the only one for the job. It is quite flattering, and I have an ego too, after all.
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#bullying#Bullismo#bullying prevention#bullying prevention month#school#tutoring#tutor#help#studying
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A cosa serve?
Serve a fare male. Non è bello e forse neanche giusto, ma forse è quello che serve. Ho scoperto andando ad Auschwitz anni fa che leggere numeri scritti non fa lo stesso effetto di vedere. La gente al giorno d'oggi commenta disinteressata da Facebook, dalla poltrona di casa tutto è lontano, anche i fatti di casa nostra. Ma davanti ad una foto così, una foto che non avresti mai voluto vedere, non si può essere lontani, non si possono inventare battute e fare discorsi su "casa mia" e "casa loro". È finito il tempo in cui ci si copriva gli occhi davanti a ciò che "non va mostrato", non ci hanno mostrato un sacco di cose e questo è il risultato. La vera domanda è: cosa è stato fatto di tanto grave in quei luoghi da rendere la morte in acqua un destino migliore?
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