Tumgik
ccreativecorner · 4 years
Text
Perché non si parla più dell’articolo 13 che minacciava l’esistenza di internet nel 2019?
Tumblr media
Image by Darwin Laganzon from Pixabay
È passato più di un anno dalla approvazione del famigerato articolo 13 (ora art. 17), il quale avrebbe dovuto distruggere internet come lo conosciamo, ma sembrerebbe tutto rimasto come prima.
 Cos’è l’articolo 17?
 Un aggiornamento del diritto d’autore sotto forma di direttiva europea.
Il cambiamento sostanziale consiste che le grandi piattaforme online definite aggregatori digitali (Esempio You Tube e Instagram) ora sono responsabili delle azioni pirata dei propri utenti.
 Prima di questo aggiornamento molte aziende del settore avevano già progettato degli algoritmi in grado di individuare e demonetizzare, o addirittura bloccare, utenti che utilizzavano materiale protetti da copyright senza autorizzazione.
 Tuttavia questi filtri vengono spesso ingannati, e controlli approfonditi venivano effettuati solo dopo la pubblicazione.
 L’ex articolo 13 inizialmente imponeva che:
le piattaforme potevano concedere la pubblicazione di contenuti solo dopo che fossero sicuri che tutto il materiale contenuto in esso fosse copyright free.
 I problemi del filtro
 Consapevoli che ogni singola persona, che realizza qualcosa di unico, acquisisce il diritto d’autore automaticamente, grazie alla convenzione di Berna del 1886.
 E essendo anche consapevoli, che ogni giorno vengono caricate online quantità esorbitanti di materiale dagli utenti, nel caso di You Tube più di 500 ore di materiale video al minuto.
 Sorge immediatamente un problema, la tecnologia attuale non è in grado di filtrare e di certificare che I contenuti siano di fatto 100% copyright free.
 Ammorbidimento dell articolo 13 che diventa l’articolo 17
 La pressione causata dall’opinione pubblica ha di fatto ottenuto dei risultati.
 L’articolo 17 ora non obbliga più le piattaforme ad eseguire il filtraggio preliminare. La direttiva ora richiede che questi servizi debbano fare tutto ciò che gli è tecnicamente possibile per prevenire caricamenti illegali, però non devono impedire i caricamenti legali.
 Censura scorretta
 Un algoritmo non è in grado ti determinare come un materiale protetto viene utilizzato, e sappiamo che ci sono delle eccezioni che permettono l’utilizzo di questi materiali protetti dal diritto d’autore.
 Per citare un esempio si potrebbe avere il diritto di utilizzare materiale protetto in caso in cui il nuovo contenuto multimediale sia una recensione dell’opera originale.
 Il condizionale utilizzato nel periodo precedente “potrebbe avere diritto di utilizzare” non è un caso perché la decisione non può essere presa dall’autore del opera originale, ne dalla piattaforma online , ma solo dal sistema giuridico.
 Di conseguenza, una piattaforma con le tecnologie attuali non riuscirà mai a realizzare un filtro che riesca a riconoscere il diritto fair use, per tanto dovrebbero creare un algoritmo che blocca ogni singolo video che presenti anche in minima parte un opera protetta.
 Queste eccezioni, durante le mie ricerche, ho scoperto essere numerose e complicate.
Non esistono dei parametri che ti permettono di essere tranquillo sulla legittimità nell’utilizzo di materiale protetto e ogni singolo caso viene giudicato separatamente.
 Questo tema meriterebbe uno studio e post separato, ma la sua complessità serve per comprendere com’è arduo realizzare un filtro che rispetti questo diritto.
 Sono infatti numerosi gli Creators che si lamentano di questo filtro che già prima dell’artico 17 era molto severo, imponendo un’auto-censura per evitare di imbattersi in questi problemi.
 Soluzioni alternative
 Anche se complicato nulla vieta una collaborazione tra produttori di contenuti e le varie piattaforme.
 Un esempio di ottima collaborazione l’ho trovata tra You Tube e le case discografiche.
 Non so se ci avete mai fatto caso, ma You Tube è pieno di cover di canzoni protette da copyright,
ciò è possibile solo grazie a accordi presi dal colosso, e di fatto si potrebbe considerare una vittoria per tutti.
 I Creator sono liberi di condividere la propria versione della loro canzone preferita, con un guadagno di visibilità, gli studi discografici monetizzano da questi utenti, e la piattaforma evita problemi da entrambe le forze, continuandoci a guadagnare.
 Naturalmente è difficile applicare questa filosofia in altri settori, tuttavia potrebbe diventare in futuro un compromesso adeguato.
 Conclusioni
 Nonostante l’ammorbidimento della direttiva molte figure ritengono che la battaglia non sia ancora finita, per citarne una, Julia Reda.
 Essendo questo articolo parte di una direttiva europea, ogni singolo stato ha 24 mesi per trasformare questa direttiva in vere e proprie leggi. Ed essendo passati poco più di 15 mesi dalla approvazione, è ancora prematuro discutere delle effettive conseguenze di questa azione politica europea.
 C’è inoltre da tener conto che ogni stato europeo interpreterà la direttiva diversamente, e la implementerà nel loro già presente definizione di diritto d’autore.
 Prima di concludere ci tengo anche a precisare che il diritto d’autore e il copyright non sono la stessa cosa, tuttavia durante la stesura dell’articolo ho alternato I due vocaboli proprio per la varietà degli stati coinvolti.
 La conseguenza sarà che assisteremo a numerosi scenari futuri, uno per ogni singolo stato europeo.
 Alberto La Cerignola
0 notes
ccreativecorner · 4 years
Text
Instagram un’altra vita? Ecco come aumentare i follower
Tumblr media
Image by Erik Lucatero from Pixabay
Con questo post mi concentrerò principalmente su Instagram, ma di fatto questa filosofia che vi propongo può essere applicata a qualsiasi forum sociale presente su internet
 Ci tengo inoltre a precisare che non sono un grande utilizzatore di Instagram, tuttavia è un mondo che mi sta incuriosendo e per questo ho deciso di analizzarlo.
 Come crescere su Instagram
 A primo impatto a molti sembrerebbe un processo naturale e scontato, e ci si potrebbe aspettare di vedere aumentare i follower in modo esponenziale senza tanti sforzi, e con questi pregiudizi diventerebbe facile sminuire Chiara Ferragni.
 Ma è sufficiente aprire un profilo Instagram e renderlo aziendale per vedere che le cose non vanno bene come si spera.
 Ci sono diversi doveri da adempire per vedere i like aumentare.
Ma ci tengo subito a precisare che non esiste una formula magica che vi farà ottenere il successo, questi fattori sono da considerare più come degli elementi che aumentano la probabilità di espandersi in questo mondo virtuale, senza darne la certezza.
 Unicità
 Una pensiero in cui mi sono imbattuto spesso è che queste piattaforme sono sature, tuttavia vedo nascere di continuo nuove nicchie e nuovi format che non avrei mai immaginato.
 Più che concentrarsi nel seguire le mode si dovrebbe trovare una nicchia non esplorata o individuare format stranieri e provare a importarli in Italia.
 Instagram a differenza di You Tube gira molto attorno alla persone, bisogna trovare un modo per risultare unici. Sicuramente la bellezza aiuta ma non è essenziale. La personalità invece è il fattore chiave. I personaggi di internet che hanno successo sono quelli ben riconoscibili per il tormentone che li caratterizza.
 Costanza
 Questo è il fattore più arduo, non ci si rende conto del tempo da dover investire nei social finché non ci si trova dentro.
 I propri follower si aspettano una ritmo ben definito, che non deve essere accurato come altre piattaforme, per esempio Twitch, piattaforma di streaming online, che richiede un giorno e un orario preciso nel quale andare live.
 Su Instagram non c’è bisogno di essere cosi meticolosi, tuttavia bisogna avere un ritmo costante nella pubblicazione.
 La scelta dell’orario è molto più libera rispetto ad una volta, continua ad essere vero che ci sono degli orari di punta, tuttavia Intagram rimane sempre nelle tasche dei vostri follower, e anche se per minor tempo si ritroveranno a scorrere la home anche nei momenti più impensabili.
 Interazione
 Arriviamo ai famosi #, il metodo più efficace per promuoversi.
 Gli # li classificherei in tre principali categorie. I classici, di tendenza, la nicchia.
 Definirei classici gli # molto ampi e vari, se prendessimo in considerazione un artista #disegno o #arte sono molto ampi e vaghi.
Tuttavia proprio per questa ragione ci potrebbero essere degli utenti che seguono questi specifici #, e in caso in cui I vostri contenuti sono interessanti o costanti è possibile attirare l’attenzione di questi appassionati.
 Di tendenza sono quegli # che sono al centro dell’attenzione di tutti per un breve periodo, riconsideriamo l’artista, nel caso sia appena uscito un nuovo capolavoro Marvel.
#Marverl e #nomefilmuscito diventerebbero molto ricercati, e sfruttandoli potreste attirare un pubblico che di norma non vi avrebbe trovato.
Naturalmente è opportuno che il vostro post sia coerente con l’argomento di tendenza.
 Gli # di nicchia sono quelli più importanti per i canali con pochi iscritti. Questi # non danno molta soddisfazione immediatamente ma a lungo termine, se gestito in modo dinamico possono attirare nuovi follower in modo costante.
 L’interazione non si ferma qui, essere attivo e non solo con propri follower ma anche con gli altri utenti che hanno le nostre stesse passioni, dovremmo seguire anche noi gli # che utilizziamo. “seguire” non solo inteso come mettere il follow e basta, ma nel senso di guardare e commentare gli altri utenti che sono attivi nel settore in cui vi siete inseriti.
 Community
 Tra gli utenti più riconosciuti ho individuato la tendenza di crearsi dei gruppi di Discord o Telegram.
Questa parte la trovo interessante e penso che sia più volta a consolidare i follower che a crearne di nuovi.
 Questo fattore può anche diventare redditizio perché, quando un utente comincia avere molti seguaci, richiede un abbonamento mensile per rimanere in questi gruppi privati.
 Coerenza e Rinnovo
 Un altro fattore che ho trovato interessante nella mia esplorazione di questi social è il fatto che se un utente possiede più following che follower viene ritenuto un perdente.
 Pertanto gli stessi utenti, a differenza di molti altri social, tendono a pulire i profili meno seguiti. Di conseguenza è più facile rispetto ad altre piattaforme perdere seguaci.
 Bisogna cercare di rimanere coerenti e facilmente identificabili, d'altro canto bisogna cercare di innovarsi nel tempo.
 Un’altra vita?
 Questi sono solo alcuni dei fattori rilevanti, ma come potete notare crescere e rimanere vivi su questa piattaforma richiede molto sforzo e soprattutto molto tempo.
 A molti giovani viene naturale questa dedizione, tuttavia non bisogna sottovalutare lo sforzo impiegato per sopravvivere.
 Alberto La Cerignola
0 notes
ccreativecorner · 4 years
Text
Tumblr media
0 notes
ccreativecorner · 4 years
Video
In questo breve video di presentazione di Mariabianca Minelli per il corso di Rivoluzione Digitale 2020, viene spiegato di cosa si occupa il blog Creative Corner.
0 notes
ccreativecorner · 4 years
Text
Internet? Nuovo mondo e nuova vita
Tumblr media
Photo by bert sz on Unsplash
I primi anni assieme al personal computer per me sono davvero difficili da ricordare.
Al tempo mia madre lavorava come programmatrice in una piccolo azienda di Senigallia e di conseguenza, ancora prima che nascessi, era presente un computer in casa.
 A detta di mia madre già a 4 anni provavo ad interagire con la macchina, ricordo a fatica un gioco chiamato Ecco the Dolphin e alcuni programmi istruttivi, con dei mini giochi all’interno.
 Sicuramente I videogiochi sono stati la causa che mi hanno avvicinato al computer e mi hanno fatto esplorare lo strumento nel dettaglio.
 I primi ricordi leggermente nitidi risalgono alle elementari, mi ricordo che al tempo possedevo Mame32 un emulatore di giochi arcade, passavo intere giornate a giocare ai videogiochi, e mi ricordo che erano infiniti. Di sicuro nonostante ci abbia passato gli anni a Giocarci non sono riuscito a vederne nemmeno la metà.
 Col passare degli anni, la tentazione verso quello strumento è aumentata, sopratutto con l’arrivo dei videogiochi di strategia, Imperium la guerra gallica aveva dato il via a questo processo di dipendenza.
 Ho iniziato ad esplorare altre funzionalità del computer alle medie, avevo scelto il corso multimediale, ed ho avuto degli ottimi insegnati, ci avevano fatto programmare una versione rudimentale di battaglia navale con Excel, e fatto esplorare PowerPoint e paint.
 Inoltre negli stessi anni ho scoperto anche l’esistenza di internet, non è che prima non l’avessi in casa, solo che non mi ero ancora reso conto delle sue potenzialità. Ho scoperto i flash game, l esistenza di corti animati su internet, mi guardavo un sacco di stick fight e Wikipedia dove copiare e incollare I contenuti da mettere nelle presentazioni, che venivano tutte le volte riconosciuti dagli insegnanti.
 Internet mi aveva davvero aperto la mente, e aveva acceso in me il desiderio di provare a produrre qualcosa anch’io.
 Sfortunatamente non potevamo permetterci adobe flash, quindi gli ingegnai per sfruttare quello che avevo, ovvero PowerPoint.
 Grazie alla modalità presentazione e la possibilità di settare il tempo di permanenza di ogni slides, riuscii a intuire la possibilità di realizzare con quello strumento delle animazioni.
Non riuscivo a fare grandi cose, ho solo realizzato stick fight, ma mi divertivo tantissimo a creare e poi condividere questi corti con I compagni delle medie durante l’ora di informatica, mi ricordo che anche gli insegnati erano molto stupiti e soddisfatti del mio lavoro.
 Finite le medie iniziai lo stesso percorso di studi di mia madre, nella stessa identica scuola, tuttavia mi ricordo che i professori dell’epoca non furono molto coinvolgenti e mi allontanarono dal mondo multimediale e finii le superiori come perito chimico. Ma nonostante ciò in quei cinque anni passai pomeriggi interi al computer, perché all’inizio delle superiori scopri la possibilità di giocare online.
 I videogiochi Imperium le grandi battaglie di Roma, Metin2 e S4 league per I miei genitori sono stati una malattia.
 Anche prima della combinazione tra internet e I videogiochi, esisteva in quest’ultimi un fattore sociale: Andavo a giocare a casa dei miei amici, e condividevo con loro le mie avventure e segreti scoperti in questi mondi, tuttavia la vita reale e virtuale non si mischiavano, rimanevano distinte.
 L’arrivo di questa nuova tecnologia, che ci connetteva tutti contemporaneamente, alterando la percezione dello spazio e del tempo, mi fornì un nuovo ambiente socialmente attivo, una seconda vita con un secondo nome.
Questo ambiente diventò talmente reale che strinsi amicizie con persone lontane centinaia di chilometri da me, con alcuni di loro ho sentito abbiamo sentito l’esigenza di conoscerci di persona.
 I videogiochi non sono stati l’unico aggancio al mondo virtuale, la rivista “disegna manga e anime” della De Agostini mi ha mostrato l’esistenza di forum, con persone che condividono le mie stesse passioni.
L’idea di questo editore di offrire oltre alla rivista materiale uno luogo di ritrovo virtuale per appassionati dei cartoni animati nipponici, è stata apprezzata da molti, me compreso.
L’esperienza in questo ambiente è stata breve ma intensa, ma anche qui per me si era ripresa la percezione di vivere una seconda vita.
 In questo caso addirittura al punto da prendermi un cotta per una ragazza di Pescara, Purtroppo non sono mai riuscito ad incontrarla. Dopo anni ripensandoci non posso nemmeno essere certo che fosse una ragazza, mi aveva mandato delle sue foto, ma non era sufficiente per determinare chi ci fosse dall’altra parte.
 Dalla fine delle superiori, ho iniziato ad imparare la lingua inglese ad un livello sufficiente da cambiare radicalmente il mio rapporto con il computer e internet.
Non è che abbia smesso di giocare con persone online, le oltre 1000 ore passate a giocare a League of Legends lo dimostrano, ma non sono più immerso come prima.
 Ho scoperto un altro lato di internet molto più colto e interessante che ha iniziato a prendersi molto del mio tempo, Ted-Ed è stato il primo canale You Tube impegnativo che ho incontrato, ma ne sono susseguiti molti altri.
Non solo nella piattaforma di YouTube, ma sparsi nel web ho incontrato un sacco di fonti interessanti, capaci di dissetare il mia curiosità, su qualsiasi argomento che mi possa venire in mente, fisica, statistica, arte, psicologia, sociologia, giurisprudenza, ecc ecc
 Con il mio percorso da designer e grazie al piacevole rapporto che ho avuto con questa tecnologia, finalmente posso iniziare anch’io ad arricchire questo mondo e forse in futuro ispirare le nuove generazioni.
Alberto La Cerignola
0 notes
ccreativecorner · 4 years
Text
youtube
Breve presentazione di uno dei volti dietro al blog Creative Corner
0 notes
ccreativecorner · 4 years
Video
youtube
Video di presentazione di Sabrina Sottil per il corso di Rivoluzione Digitale 2020.
Vi spiego chi sono e di cosa ci occupiamo nel blog Creative Corner.
0 notes
ccreativecorner · 4 years
Text
youtube
Video presentazione di Rita Valenti per Creative Corner per il corso di Rivoluzione Digitale. Chi sono e di cosa parleremo nel nostro blog?
0 notes
ccreativecorner · 4 years
Text
Social Network: uno strumento per farsi conoscere nel mondo delle arti grafiche.
In questo post vorrei parlare della relazione fra i Social network e arti grafiche evidenziando la loro potenzialità come strumenti di comunicazione e promozione, cercando di trasmettere quelle che sono state le mie impressioni da quando ho iniziato ad utilizzare questi strumenti con questo scopo.
Oggi giorno, quando si parla di Social Network, non è praticamente più necessario dare una definizione di cosa sono, vista la grande diffusione dell’uso delle reti sociali negli ultimi anni. Mi sembra comunque utile riportare una definizione che ho trovato su Wikipedia per chiarire esattamente di cosa si tratta:  “Social Media, o Social Network, è un'espressione generica che indica tecnologie e pratiche in Rete che le persone adottano per condividere contenuti testuali, immagini, audio e video. I professori Andreas Kaplan e Michael Haenlein hanno definito i social media come un gruppo di applicazione web basate sui presupposti ideologici e tecnologici del Web 2.0, che consentono la creazione e lo scambio di contenuti generati dagli utenti.”  
Tumblr media
I social network oggi disponibili sono moltissimi. Foto di Tanja Cappell su Flickr
Ed è proprio quest’ultima parte, ovvero lo scambio o condivisione di contenuti, che più interessa a chi lavora o semplicemente si diletta nella pratica delle arti grafiche e della comunicazione. Questo tipo di mestiere infatti, ha un forte contenuto pratico (oltre che teorico ovviamente) che un buon professionista deve poter mostrare al pubblico, cercando di promuovere le proprie capacità. 
Se una volta per vedere contenuti di questo tipo si andava tipicamente a vedere una mostra, un esposizione in una galleria o all'aperto, oggi, a questi importanti mezzi di promozione tipici del settore, si aggiungono i Social Network. 
Tumblr media
Social Network come una esposizione in formato digitale e permanente. Foto di j-No su Flickr.
Da queste piattaforme è possibile mostrare le proprie capacità di comunicazione, la tecnica, i propri interessi, i particolari stilistici e molto altro. La differenza sostanziale con le esposizioni la fa in gran parte la tempistica, il costo ed anche la facilità con cui gli artefatti possono raggiungono un platea di persone molto più ampia e varia. 
Tumblr media
Condividere, postare e promuovere ovunque ci troviamo.  Foto di Firm Bee da Pixabay.
Moltissimi artisti e professionisti del settore trovano sempre nuovi modi per interagire con il pubblico. Per citare qualche esempio, su Instagram molte pagine/comunity come 36daysoftype, Goodtype, Typismpubblicano delle challenge a tema, dove chi partecipa deve interpretare il tema cercando di mostrare il proprio stile e le proprie skills, tutto questo in cambio di un repost nella pagina della comunity. L’obiettivo è quello di far conoscere il proprio lavoro a più utenti possibile, ricevendo critiche, complimenti oppure consigli che aiutano a migliorare.
Altre comunity come quella di The Futur utilizzando Facebook, ti permette di postare con un tag alla loro pagina il tuo progetto di branding o rebranding, con l’obbiettivo di aprire poi una “critique session” live sul loro seguitissimo canale di youtube dove si ha la possibilità di raggiungere una platea di persone molto ampia. 
Esistono numerosissime piattaforme dove poter promuovere i propri contenuti, da quelle più professionali a quelle con contenuto interamente creativo come Pinterest fino ad arrivare a quelle più legate all’interazione fra gli utenti.
Una delle ultime arrivate nel mondo dei Social Media si chiama TikTok, e nonostante l’obbiettivo principale della rete sia quello di condividere brevi clip video con base musicale, molti artisti come James L.Lewis sfruttano questa rete per pubblicare live session di Sign Painting. Con la possibilità di mostrare direttamente il proprio processo creativo, e stimolare l'interesse degli utenti.
Tumblr media
Condividere il processo creativo per farsi conoscere. Foto di Juraj Varga da ;Pixabay.
Qualche mese fa mi sono creato il mio account personale su Instagram per poter pubblicare e promuovere i miei contenuti. Ho optato per tp. a base di inchiostro come username, per richiamare al contesto artistico.
Devo dire che dopo mesi di attività mi ha stupito parecchio la potenzialità di questi mezzi di comunicazione. Ho ottenuto commenti, critiche, complimenti e qualche piccola collaborazione con pagine più seguite, che hanno contribuito a migliorare la mia visibilità.
Approfittando dei concetti appresi in questi mesi di lezione con il corso di #RivoluzioneDigitale spero di imparare a sfruttare sempre meglio questi importanti strumenti che il potente mondo di internet ci ha messo a disposizione.
Tommaso Patrucco
0 notes
ccreativecorner · 4 years
Text
Un nuovo mondo
In questo post cercherò di presentarmi meglio raccontando la mia prima esperienza con internet.
Mi chiamo Sabrina e sono una studentessa di Design e Comunicazione visiva presso il Politecnico di Torino. Con alcuni miei compagni ho aperto questo blog per approfondire alcuni temi riguardo la relazione che ha il digitale con il mondo dell’arte, della grafica e della comunicazione in generale.
Il mio primo approccio con uno computer fu a casa di mio zio. Quando andavamo a trovarlo mi permetteva di accenderlo e di giocare ad alcuni giochi che Windows 98 aveva di default come prato fiorito o solitario, però ancora niente internet perché quello era una cosa per grandi.
Tumblr media
Bambino usa computer fisso; fonte: Pexels; autore: cottonbro
Iniziai a navigare nella rete in terza o quarta elementare utilizzando il portatile di lavoro di mio padre. Mi era permesso usarlo sotto la sua supervisione e solo per motivi scolastici come fare delle ricerche o cercare le risposte a domande cui non riuscivo a rispondere consultando le pagine di Wikipedia.
In seconda media mi regalarono il mio primo portatile, un HP, e fu questo il periodo in cui acquisii più libertà nella navigazione. Ricordo che principalmente passavo il tempo su YouTube a guardare video che ora definirei inutili ma fu allora che iniziai a percepire le potenzialità della rete e di come digitando una qualsiasi parola su quella barra di ricerca mi apparissero in pochissimo tempo infiniti risultati, video articoli, immagini. 
Tumblr media
Schermata home di YouTube; fonte: Pexels; autore: cottonbro
Sempre in questo periodo mi approcciai ai primi sociali come Facebook o msn per mantenermi in contatto con i miei compagni di scuola e i miei amici. Ovviamente fu una lotta con i miei genitori perché mi dessero il permesso e anche una volta convinti vollero assicurarsi che non inserissi dati troppo specifici o personali come indirizzo di casa e inizialmente non ho potuto usare neanche il mio vero cognome, ma inserirne uno fittizio.
Da questo momento in poi internet diventò parte della mai vita quotidiana, come per tutti del resto, avendolo poi compreso nella promozione telefonica del primo smartphone Samsung che mi regalarono a 13 anni.
Sabrina Sottil
0 notes
ccreativecorner · 4 years
Text
Roba da ricchi.
Quando ero piccola installare un computer non significava solo attaccare una spina e cliccare un tasto, ma collegare grossi e pesanti monitor ad unità di sistema, alla tastiera, al mouse e se i soldi permettevano sotto il tavolo che reggeva il tutto si inserivano anche stampante e scanner.
Tumblr media
Floppy Disk; Fonte: Pexels
Quando ero piccola avere un computer in casa era come avere una televisione in camera da letto, insomma roba da ricchi. Però come con ogni cosa sudata e comprata, dovevano essere dettate delle leggi e mia mamma è sempre stata brava in questo:
La spina si può staccare solo quando il Computer è spento.
La password è segreta, se vuoi usarlo chiamami e la inserisco io.
Non si può navigare su Internet dopo le nove di sera.
Non salvare i disegni fatti con Paint sul Desktop ma crea una cartella solo per te.
A differenza di mia madre l’unica regola dettata da mio padre era di non pigiare troppo forte sulla tastiera che non riusciva a seguire la partita in Tv.
I computer per me erano una finestra sul mondo, da una stanza potevo arrivare ovunque e a chiunque. 
Tumblr media
Bambino che guarda il Pc; Fonte: Pexels
Ogni cosa che sapevo fare me l’aveva insegnata mia mamma, come si modifica il nome di un file, come aprire e chiudere i programmi, come cambiare utente e come selezionare le pagine su internet.
Non dimenticherò mai la prima volta che mi sono iscritta ad un Social Network. Mia mamma ovviamente era seduta di fianco a me, e seguiva passo passo ogni mia mossa. Facebook era una di quelle “cose” che potevano permettersi di guardare solo i grandi e finalmente anche io arei avuto quel privilegio. Io e mamma abbiamo creato una mail e scelto la password in modo che tutte e due potessimo ricordarla sempre. Mi ha insegnato come cercare i miei amici e come scrivere i post sulla bacheca, mi ha insegnato a scrivere i messaggi nelle chat e non dimenticherò mai il legame che Facebook ha creato tra noi.
Tumblr media
Pagina per registrarsi a Facebook; Fonte: Pexels
0 notes
ccreativecorner · 4 years
Text
I beni culturali ai tempi della realtà virtuale
Sullo sfondo di una emergenza sanitaria di così tragiche dimensioni, quali sono oggi le proposte dei musei e quali le tecnologie che essi stanno utilizzando e che utilizzeranno per far fronte alle nuove esigenze?
In questo scenario dove prolificano tour museali e mostre virtuali on line, giocano un ruolo fondamentale anche le funzionalità e gli sviluppi della realtà aumentata, per la digitalizzazione delle opere e dalla loro renderizzazione in modelli 3D osservabili ed esplorabili e della realtà virtuale, per la possibilità di vistare intere mostre utilizzando un qualsiasi dispositivo.
Tumblr media
Ragazza al museo osserva un quadro; fonte: Pexels; autore: Una Laurencic
Queste tecnologie atte ad offrire esperienze immersive sono in grande crescita, soprattutto se si considera la loro interdipendenza con il settore del videogioco.
Nel caso dei percorsi virtuali l’utente dovrà dotarsi di appositi visori, dai più sofisticati ai Cardboard (dispositivi in cartone in cui è possibile inserire il proprio smartphone). 
Per quanto riguarda invece la realtà aumentata non saranno necessari grandi investimenti: ognuno di noi, o quasi, possiede uno smartphone o un tablet. Le soluzioni di realtà aumentata sembrano le più adatte di questi tempi; sia per un discorso igienico dato dal periodo storico, sia perché utilizzando dispositivi personali, questi non richiederebbero investimenti né manutenzione da parte della struttura, evitando anche di gravare sull’ambiente per quanto riguarda lo smaltimento.
Tumblr media
Ragazza utilizza dispositivo per realtà virtuale; fonte: Pexels; autore: fauxels
C’è poi da domandarci quali mutamenti, seppure momentanei, potranno interessare i modelli di business dei musei: essi avranno la possibilità di decidere in che termini condividere i contenuti digitali, veicolando ad esempio i loro contenuti preview in forma gratuita per poi prevedere la vendita dei contenuti informativi completi su diversi canali.
Ad oggi sono già esistenti modelli di erogazione di contenuti culturali di questo tipo, come ad esempio l’esperienza VR Mona Lisa: Beyond the Glass, realizzata nell'ambito del progetto Vive Arts di HTC che permette di rendere fruibili a un pubblico sempre più ampio le opere d'arte più famose al mondo grazie alla realtà virtuale. In particolare, indossando gli appositi visori i fruitori possono immergersi a trecentosessanta gradi nella storia della realizzazione del celebre dipinto e nelle tecniche pittoriche innovative sperimentate da Leonardo.
Tumblr media
Quadro La Gioconda di Leonardo Da Vinci; fonte: Unsplash; autore: Alina Grubnyak
Sabrina Sottil
0 notes
ccreativecorner · 4 years
Text
I web designer si estingueranno?
“Crea il tuo sito web Fai da te in pochissimi minuti!”
Ormai il network è pieno di questi annunci, che fanno intendere ai consumatori che non hanno bisogno di assumere un Graphic Designer per creare il proprio mondo su Internet ma anzi lo possono fare da soli, come vogliono e gratuitamente.
Tumblr media
Schermo di un notebook; Fonte: Pexels 
La domanda che mi viene fatta più spesso infatti è: la tua professione sta esaurendo? C’è ancora qualcuno che ha bisogno di te? Perché dovrei assumerti se posso farlo da solo ed in meno tempo?
A prima vista sembra che non ci sia più niente da fare, nei prossimi anni non ci sarà più bisogno di web designer e la sensazione di estinzione si fa sempre più viva.Infondo se ognuno può crearsi il proprio sito web, cosa dovrebbe spingere a pagare un designer?
Mi sono dedicata tanto a questa domanda, e voglio spiegarvi in questo articolo perché avrete sicuramente bisogno di un Web Designer per realizzare il vostro blog sul web.
Per prima cosa i template sono limitati. Come utenti avrete bisogno di almeno una conoscenza di base della programmazione se volete creare il vostro sito web con un CMS gratuito. Senza questa conoscenza potete solo accontentarvi ed essere soddisfatti con la versione limitata.
Tumblr media
Codice html; Fonte: Pexels 
In secondo luogo un Template è fatto su misura per un pubblico ampio. Noi siamo in grado di realizzare siti web che sono allineati al 100% con l’utente e la sua esperienza. Ci mettiamo nei panni di quest’ultimo e seguiamo i suoi potenziali errori e preveniamo la frustrazione prima che si manifesti. Manteniamo il sito web aggiornato, ne gestiamo la sicurezza e siamo in contatto personale con i nostri clienti.
Tumblr media
Realizzazione templete personalizzato; Fonte: Pexels 
Infine pochissimi template sono Responsive, questo significa che non offrono un uso sufficientemente maturo sui dispositivi mobili, il che è ovviamente insufficiente a lungo termine con oltre il 60% di accesso da schermi più piccoli.
Tumblr media
Ragazza che usa un sito su uno smartphone; Fonte: Pexels
Forse la professione del Web Designer si svilupperà non tanto verso una funzione pratica ma piuttosto consultiva. Forse i nostri futuri clienti si "svilupperanno" maggiormente da soli con l'aiuto della nostra guida professionale.
Una cosa è certa: un sito web nasce per presentare informazioni, e come comunicheremo queste informazioni in futuro non darà mai limiti alla nostra creatività e per questo ci distingueremo sempre dai programmi automatizzati.
Rita Valenti
0 notes
ccreativecorner · 4 years
Text
Marketing esperienziale: l’importanza dell’UI/UX design
Basta 1/10 di secondo per creare la prima impressione su una persona e i siti web e i loro contenuti non fanno differenza: ci vogliono circa 50 millisecondi affinché il consumatore si formi un’opinione su un sito web o su un prodotto e stabilisca se è di suo gradimento o meno, e quindi se deciderà di “rimanere” o “andarsene”.
Tumblr media
Shopping online da smartphone; fonte: Pexels; autore: cottonbro
L’usabilità di un sito è il primo fattore che un team di marketing digitale dovrebbe valutare e tenere a mente quando progetta un sito. È davvero importante per tutte le strategie di marketing digitale avere un occhio di riguardo per gli aspetti di UI (User Interface) e UX (User Experience). 
L’UI indica tutto ciò che si mette tra un dispositivo e un utente finale permettendo la reciproca interazione.
L’UX invece è l’insieme di atti volti a migliorare la soddisfazione dell’utente, migliorando così la fruizione di un sito web.
Quali sono gli elementi che pesano sull’esperienza e sul gradimento da parte dell’utente di sito web e di un contenuto?
Prima di tutto è necessario individuare quali sono gli obiettivi del sito. Essi possono essere molto specifici e di carattere temporaneo o promozionale, oppure potrebbe avere carattere istituzionale e duraturo nel tempo.
A questo punto ci si deve chiedere a quale scopo gli utenti dovrebbero visitare il sito e cosa potrebbe renderlo unico e distinguerlo dai competitor, stilando una lista dei fattori sui quali andare ad agire per ottenere il miglior grado di usabilità possibile.
Tumblr media
Ragazzo che naviga su sito da pc; fonte: Pexels; autore: cottonbro
I fattori che hanno un impatto tangibile sull’usabilità sono i seguenti:
facilità d’uso
percezione d’insieme
visual design
testi e layout
velocità di caricamento
Ecco i cardini di User Experience (UX) e User Interface (UI) Design, due discipline differenti che si completano e si integrano a vicenda e che rappresentano le basi metodologiche essenziali per la realizzazione dei siti eCommerce a supporto del Marketing Esperienziale. Sia esso il disegno di un sito, di una app mobile o di un banner, i web designer devono seguire principi che permettano ai contenuti di supportare il Marketing Esperienziale, attraverso le discipline dell’UI/UX Design: è per questo che i moderni siti di eCommerce devono non solo fornire una buona User Interface ma soprattutto una buona User Experience, che va oltre la bellezza artistica e incorpora gli obiettivi di business aumentando nel contempo la soddisfazione e il coinvolgimento del consumatore.
Sabrina Sottil
0 notes
ccreativecorner · 4 years
Text
La fotografia digitale ha davvero ucciso quella analogica?
Voglio iniziare citando un film a cui sono molto legata: I sogni segreti di Walter Mitty di Ben Stiller.
"Certe volte non scatto, se mi piace il momento, piace a me, a me soltanto, non amo avere la distrazione dell'obbiettivo, voglio solo restarci, dentro."
Tumblr media
Ragazzo che guarda il panorama; Fonte: Pexels 
Negli ultimi anni si sono poste in evidenza le tante differenze tra fotografia analogica e digitale, cercando di analizzarne tutti gli aspetti. Certamente entrambe sono “costruzioni ed interpretazioni della realtà” operate dall’autore. Ognuna può essere il risultato finale di una ricerca approfondita, o di uno “scattare e basta”; la differenza la fa colui che preme il pulsante di scatto che può essere più o meno consapevole e responsabile delle scelte effettuate.
Esiste quindi differenza tra una fotografia nata per una mostra, frutto di una ricerca di mesi o anni e una che nasce per vivere solamente dentro le “stories” di Instagram, che durano esclusivamente ventiquattr’ore?
Tumblr media
Mostra fotografica; Fonte: Pexels 
L’idea fissa del fotografo Leonello Bertolucci mi ha sempre fatto riflettere: “Oggi si fotografa con lo smartphone: guardando uno schermo, con le braccia tese, il congegno lontano da sé, quasi sospeso tra noi e il mondo. Si perde la dimensione intima, la concentrazione, la riflessione, l’esatta percezione dell’inquadratura e dunque della composizione, il contatto fisico con la macchina fotografica come vera protesi dell’occhio e “organo” del nostro corpo.” 
Tumblr media
Ragazza che fa una fotografia con lo smartphone; Fonte: Pexels 
Oggi le immagini ci fanno riflettere meno, perché guardiamo senza vedere. Il guardare dovrebbe ritornare un atto “lento” inserito in una società nella quale tutto è fin troppo veloce.
Penso che la fotografia non sia cambiata, siamo noi che siamo cambiati e stiamo ancora cambiando. Probabilmente sarà ancora una volta il tempo a conservare per i posteri le immagini capaci di testimoniare la nostra epoca e ad ingoiare invece tutta quella miriade di immagini che non hanno la capacità di arrivare alle profondità dell’animo umano. Ma come si stabilisce se una fotografia è buona o no? E voi vi prendereste il compito di decidere? 
Rita Valenti
0 notes
ccreativecorner · 4 years
Text
Ricordi d’infanzia: alla scoperta di internet
Ognuno di noi in un modo o nell’altro, in momenti ed età diverse, si è probabilmente trovato nelle condizioni di approcciarsi al mondo di internet. Penso sia un evento che si porta nel cuore ma della quale non si parla spesso o addirittura si dimentica, eppure ha segnato le nostre vite per sempre. Quindi eccomi, sono Mariabianca e sono qui per raccontarvi la mia personale esperienza, sperando di suscitare piacevoli ricordi a chi leggerà questo post.
Tumblr media
Bambino al computer; fonte: Pexels, autore: Todd Trapani
La prima volta che ho visto il computer di casa si presentava come una scatoletta con un modesto schermo bombato che mostrava tubi colorati a dir poco ipnotici, i famosi 3D pipes di Windows 98. Era posizionato in uno stanzino piccolo e buio, che ne aumentava maggiormente l’alone di mistero. Insomma, questo strumento magico dalla quale tenersi alla larga mi provocava un miscuglio di emozioni che si alternavano tra curiosità, tensione e paura. Il computer era molto simile a quello dell’immagine sottostante:
Tumblr media
Amstrad mega pc 386sx; Fonte: Flickr, autore: Matt Sharpe
Qualche anno dopo iniziai a navigare sulla rete. Parlare di navigazione è esagerato: visitavo più e più volte le stesse identiche pagine caricate precedentemente in modalità offline da mio padre. All’epoca infatti non c’erano le agevolazioni sull’utilizzo di dati che abbiamo ora, quindi centellinarne l’uso era d’obbligo e io ero troppo piccola per sapermi gestire da sola.
Successivamente, quando internet divenne più accessibile, cambiai il computer in una versione più recente. Come nuova attività iniziai a giocare a Solitario e Pinball di Windows e a salvare su Google le prime immagini, o meglio, le anteprime delle immagini di Google.
Tumblr media
Schermata di google immagini; fonte: Flickr, autore: OcLeo
Il cambiamento radicale avvenne all’età di tredici anni grazie ad una rivista di nome “Disegna Manga e Anime” della De Agostini: feci così la mia prima iscrizione ad un sito. Nello specifico era una sorta di forum online dove si potevano postare i propri disegni e ricevere o fare commenti all’interno della community.
Spesso e volentieri la conversazione continuava su altri forum, dove si giocava principalmente a giochi di ruolo. Così, in una semplice chat, si creavano storie di fantasia o si rimaneva aggiornati sulle novità della rete che consistevano solitamente in meme o in assurde hit musicali filonipponiche. Elemento nettamente diverso dai social moderni era che nessuno dava proprie informazioni personali o conosceva l’aspetto dell’altro, ognuno recitava costantemente i panni di un personaggio inventato.
Alle superiori arrivò Facebook, e con lui un profilo reale e una pagina personale dove postare i miei disegni. Tuttora cerco di mantenermi aggiornata sulle nuove tendenze e i nuovi svariati mezzi che la rete offre, senza dimenticare dove tutto è iniziato.
Grazie per aver letto questo piccolo spicchio di vita, spero possa ispirare qualche chiacchierata in compagnia.
Mariabianca Minelli
0 notes
ccreativecorner · 4 years
Text
Procreate vs Photoshop: diversi modi di essere creativi
Se siete abili navigatori di Instagram avrete sicuramente notato che, da un paio di anni a questa parte, molte illustrazioni postate sull’applicazione vengono realizzate sul touch screen di un iPad pro. Ciò che permette la magia è l’app Procreate, primo valido rivale di Adobe Photoshop, programma di riferimento per fotografi, grafici e disegnatori da tempi immemori.
Obiettivo di questo post è definire i punti forti e deboli di entrambi i programmi, cercando di capire come si potrebbe evolvere il mondo del disegno digitale d’ora in avanti. La speranza è anche quella di darvi una mano a scegliere gli strumenti più adatti al vostro modo di creare.
Tumblr media
Strumenti artistici digitali a confronto; fonte: Pexels, autore: Anthony Shkraba
Ho iniziato ad approcciarmi alle illustrazioni digitali circa nel 2010. All’epoca l’idea di poter disegnare direttamente su uno schermo era quasi fantascienza, o comunque conosciuta da una ristrettissima cerchia di persone dati i prezzi molto elevati e la specificità nell’utilizzo di tavolette grafiche con LCD incorporato. Ora, con il rapido avanzare delle tecnologie, l’iPad utilizzato come tela si è diffuso a macchia d’olio portando con sé pro e contro rispetto al classico computer e tavoletta grafica.
Tumblr media
iPad con pennino annesso; fonte: Flickr, autore: Geenius Meedia
Citando direttamente la Apple:
“Procreate è uno studio d'arte completo che puoi portare ovunque, ricco di funzionalità uniche e strumenti creativi ed intuitivi.”
Questa frase racchiude in sé gran parte dei punti forti del nuovo programma: semplicità, accessibilità e portabilità. Permette a tutti di imparare facilmente ad utilizzare elementi digitali simulando gestualità e dimensioni di un classico blocco da disegno.
Un altro elemento da tenere in considerazione è che Procreate costa solo 10 € ed è per sempre, al contrario di Photoshop che costa circa 25 € al mese.
Tumblr media
Tavoletta grafica Wacom Intuos; fonte: Pexels, autore: Andrea Piacquadio
Ma ora spezziamo una lancia a favore di Photoshop. Innanzitutto, è bene ricordare che al momento è il programma standard richiesto nell’industria di grafica e animazione. Le aziende, in particolare le società più grandi, non ritengono ancora che l'app Procreate sia uno strumento creativo valido per portare a termine un lavoro.
Questo perché Photoshop presenta un maggiore numero di funzionalità, è versatile e permette di lavorare a formati, dimensioni e su un numero di livelli il cui limite sono le necessità progettuali, senza essere limitati dalla RAM più o meno potente che invece influenza di molto il lavoro sui tablet.
Inoltre, Photoshop è accompagnato dall’intero pacchetto Adobe Creative Suite, una serie di programmi in grado di comunicare tra di loro direttamente e che di conseguenza facilitano la modifica e la rielaborazione dei file.
L’intuitività e l’espressività delle nuove applicazioni può dunque essere intesa come una caratteristica assolutamente positiva, poiché permette a più persone di sperimentarsi in un contesto artistico. Tuttavia, al momento questa semplificazione ha il limite di ridurre le funzionalità complessive dello strumento. Bisogna comunque tenere in considerazione che Procreate è relativamente giovane sul mercato, è molto probabile che si svilupperà ed evolverà nel tempo in una forma più completa e professionale.
La cosa più importante comunque è che è possibile creare opere d'arte straordinarie in entrambi i modi. Dipende dalle preferenze personali e dall’uso che se ne fa, senza contare che probabilmente l’utilizzo combinato di entrambi permette di ampliare maggiormente le possibilità nel processo creativo.
Mariabianca Minelli
0 notes