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Chicana Film Roma
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chicanafilmroma-blog · 8 years ago
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Bracciano Adventures 
SOS SAVE THE LAKE!!!!
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chicanafilmroma-blog · 8 years ago
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Boccaccio 70 la riffa
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chicanafilmroma-blog · 8 years ago
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Mamma Roma | Pier Paolo Pasolini | 1962
Silvana Corsini, Ettore Garofolo
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chicanafilmroma-blog · 8 years ago
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Il grado di civilizzazione di una società si misura dalle sue prigioni. (Fëdor Dostoevskij)
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chicanafilmroma-blog · 8 years ago
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HA LELLA!
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chicanafilmroma-blog · 8 years ago
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RICORDI
Stanotte cadono le Perseidi, gli sciami delle stelle della notte di S. Lorenzo, non è un caso che proprio in una notte come questa riesco finalmente a scrivere un ricordo, ho il dolore nel cuore e così fuoriescono le parole dalla mia testa. Mia madre, il mare inquieto della mia vita, molto meno amato, a volte odiato, molto spesso sommersa delle sue ondate in tempesta, da cui ho dovuto ben presto imparare a galleggiare per sopravvivere, sta evaporando, non la sento più da tempo dentro me, non sento più la sua presenza, prima bastava che lei mi pensasse o nominasse o che mi cercasse in sogno e io la sentivo, a distanza di miglia, di notte, di giorno, ho sempre sentito il suo richiamo, sapevo che era urgente e allora la raggiungevo anche solo con una telefonata. Ma ora no, non più ….. anzi no, non è vero, un richiamo l’ho percepito ma senza capire in quel momento che lo fosse. Ieri sera mentre cambiavo le lenzuola del mio letto un fortissimo odore di mia madre mi ha invasa al punto di pensare che quelle lenzuola che stavo mettendo potessero venire dal suo letto, l’odore della sua pelle, dei suoi capelli ha invaso totalmente la mia camera, automaticamente ho odorato quelle lenzuola pensando che fossero state già usate, ma l’odore non era lì, era nella stanza … incredula e stupita ho pensato che fosse lei, che mi cercava, ho pensato che le stava accadendo qualcosa … forse un premonizione … e un brivido mi ha percorsa, era tardi e non ho chiamato, ho solo cercato di allontanare i pensieri pesanti ….
Ma non è questo l’argomento di cui volevo scrivere, ma di qualcosa legato a lei, qualcosa che mi raccontò quando ero un’adolescente, in quel suo assurdo modo di non risparmiarmi mai i dettagli anche se scabrosi, senza rendersi conto che ero sua figlia e … spesso troppo piccola per certi argomenti, … ma dovevo crescere e dovevo sapere come andava la vita,  mi ripeteva spesso e questo la giustificava in tutto.
Quando il fatto accadde mio fratello maggiore aveva tre anni e anche io già c’ero ma da un anno o poco meno,  sono nata i primi di settembre a due anni di distanza da lui.  Era l’estate del ’59, faceva molto caldo, la casa era piccolissima e in più c’era la nonna materna, Maddalena, bella e ingombrante con il suo seno opulento e protettivo, di cui ancora ricordo la morbidezza quando mi ci rifugiavo, a riscaldare  una bella fetta dell’aria di casa.  Si sudava in continuazione, la notte non si dormiva, mia madre e mio padre erano giovanissimi con il cuore caldo che galoppava ad ogni sguardo, ma, la casa piccola, la nonna in giro, i bimbi da accudire, tenevano costretti i desideri dei due.
Eppure quella sera era particolare,  neanche i soliti impegni, riuscivano a decantare i “calori” sempre più prepotenti dei due giovani, stanchi di approcciare un’ amore fugace era il massimo che gli veniva concesso. Quella sera non si resistevano, si sfioravano ad ogni movimento, in cucina, per apparecchiare e per mettere la cena in tavola, la pelle scottava, la si poteva sentire anche solo all’ avvicinarsi dell’uno all’altro, forse per il caldo di quei giorni, forse per la mancanza di intimità degli ultimi periodi, avevano esasperato il desiderio che diveniva sempre più ossessivo, oppure erano “le stelle!” disse mia madre, ammiccando intrigante a mio padre sottovoce … “stanotte è S. Lorenzo! Andiamo a vedere le stelle!!” mio padre rise abbassando lo sguardo complice, per non farsi notare dalla suocera.
Quella sera la cena venne consumata più velocemente del solito. I bambini vennero messi a dormire presto, e la nonna pure, con il compito di vegliare su di loro. Tutto venne svolto con la complicità di chi sa ma fa finta di non sapere.
All’epoca non c’erano ritrovi, localini, o posti dove andare per stare da soli, lì a Ponte Mammolo dove vivevano, erano solo poche case, immerse nei prati e qualche boscaglia.  Ad Est l’unico posto tranquillo e non frequentato che si potesse trovare,  era il prato del carcere di Rebibbia, esisteva già allora questo edificio imponente e triste, di “correzione”… sono tutt’ora convinta che la correzione avvenga sia a chi sta dentro che a chi sta fuori.  Forse proprio per il tentativo di correggere e il monito che emanava il luogo alcuni anni prima e fino al ‘53 in quel quartiere di fronte al carcere,  ci aveva vissuto Pasolini, probabilmente per scrivere i suoi libri o sceneggiature dei suoi film, penso che respirare quell’aria alimentasse le sue idee libertarie e,  ne sono sicura, la sua presenza aveva seminato il pensiero libero, la trasgressione, la ribellione agli stereotipi del tempo, in forte contrasto con l’aria che emanavano quelle mura di detenzione.  i miei probabilmente non ne avevano mai sentito parlare, ma ne vivevano inconsapevolmente l’atmosfera incoraggiando gli animi più miti.
Rebibbia, una grande struttura circondata da un’alta muraglia, tutt’attorno si disseminava un prato selvaggio, e incolto, forse era già recintato con delle reti metalliche o forse no.  L’idea venne a mio padre, era sicuramente l’unico posto dove nessuno li avrebbe potuti sorprendere. “Li è il posto più buio di tutta la zona, da li si vedranno benissimo le stelle e … nessuno ci vedrà!” disse a mia madre, che in preda ad agitazione ma forse più per il desiderio dell’amore misto a qualcosa di nuovo e insolito, che per la paura di farsi scorgere dagli sguardi indiscreti del quartiere, con il rischio che l’indomani tutta Ponte Mammolo sapeva cosa avevano fatto quella notte, acconsentì. Facendo finta di passeggiare con il naso in aria, cercando le stelle cadenti, si inoltrarono nel prato adiacente alle mura del carcere, all’improvviso, come si ritrovarono nel mezzo dove l’erba era più alta, mia madre additò una stella nel cielo e facendo una piroetta su se stessa cadde all’indietro trascinandosi mio padre in un abbraccio felice. Furono baci e furono carezze, furono risa e gridolini. Quelle mura avrebbero parlato di loro disse mia madre,  quell’amore rubato avrebbe regalato un profumo di speranza e libertà a chi era tra quelle mura … risero amandosi ancora e più intensamente …. All’improvviso una luce li illuminò, “ chi siete, cosa fate?” li interrogò un giovane in divisa e armato , che un po’ se la rideva di sottecchi per averli colti di sorpresa, lei emise un grido e si coprì immediatamente, mentre lui rispose al guardiano, con la voce tremante rivestendosi alla bene e meglio       “non stamo a fa niente de male …  fa caldo e guardavamo le stelle cadenti” e il militare “ ma nà casa non ce l’avete? Sapete che qui è proibito stare?” “ andatevene a casa o vi arresto!” si alzarono scusandosi e fuggirono, seguiti dallo sguardo torvo e minaccioso della guardia,  più per l’invidia di quell’amore libero che per la vera trasgressione effettuata, si guardarono correndo … “ è proprio per quello che è più bello farlo qui!” e risero di cuore … 
Anna&Leone
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chicanafilmroma-blog · 8 years ago
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chicanafilmroma-blog · 8 years ago
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chicanafilmroma-blog · 8 years ago
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chicanafilmroma-blog · 8 years ago
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chicanafilmroma-blog · 8 years ago
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the GODDAFELLAZ
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chicanafilmroma-blog · 8 years ago
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Graffiti Bombing in Rome
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chicanafilmroma-blog · 8 years ago
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Born In Rome 
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chicanafilmroma-blog · 8 years ago
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My director ❤️
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chicanafilmroma-blog · 8 years ago
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BigProject #sunday #staytuned #graffiti #bestofrome #video #rap #trowup #lovely verompemoerculo
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chicanafilmroma-blog · 8 years ago
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ChicanaFilm #familyprod. #makewithlove 🎬
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chicanafilmroma-blog · 8 years ago
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scare
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