Tumgik
ciscornx · 7 years
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M’han detto che, nel marasma del 2016 fatto di trap scadente, singoloni commerciali, accuse di plagi, dischi dei soliti vecchi, hellvisback, e rap reaction di gente inglese a caso, valeva la pena dare un ascolto all’album di rkomi (veramente ha scelto un nick che se lo ripeti velocemente più volte diventa il suo nome reale?? un po’ come quando in prima elementare facevamo ripetere al bambino demente “gafi” velocemente, o oca, gatto, bene..).
Effettivamente però l’album convince, soprattutto per stile di scrittura. In alcuni tratti sembra di sentire il Marracash di “chiedi alla polvere”, in altri invece si sente tutta la nuova scuola con metriche e incastri diversi, che non rincorrono necessariamente chiusura della rima. 
Indipendentemente dalle storie di strada/droga/spaccio/super liquidator il disco ti trascina dalla prima all’ultima traccia senza annoiarti troppo. Modesto (rispetto a quello che si sente in giro) anche l’uso del autotune, anche se sono convinto che prima o poi verrà reso illegale e vivremo tutti felici e contenti. Da quanto o capito, soprattutto dai featuring, dovrebbe far parte della cricca sfera/charlie/tedua/izi ecc ecc. Per quanto mi riguarda, di quella scuderia scelgo questo cavallo, anche se il doping che stanno iniettando nel mercato musicale rap/trap dei giorni nostri, prima o poi darà i suoi effetti e resisteranno, per fortuna, solo quelli che hanno qualcosa da dire.
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ciscornx · 7 years
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quando un po’ di tempo fa Matteo Bordone l’ha passato a Mu (o forse Pastore a Babylon, boh?) , ho pensato: “cacchio senti qui er Neil Young de noialtri”! Poi ascolti l’ep e ti rendi conto che in realtà non è “de noialtri” perché anche di questo riesci a capire le parole solo a sommi capi.. e allora ti metti ad ascoltarlo distrattamente come fai con la musica internazionale quando non hai tempo per azionare il dizionariocerebraleautomatico“italiano-inglese”.  Il risultato non è affatto deludente, solo un paio di pezzi troppo forzatamente dissonanti(scordati), lo-fi wannabe, ma per il resto si arriva in fondo senza problemi. Sarà la vicinanza tra veneti e trentini, che tanto si amano perché condividono la passione per il processo di fermentazione che trasforma gli zuccheri in una sostanza inebriante chiamata alcool, ma tanto si odiano per la diversa situazione politica, o sarà che comunque piuttosto di sentire l’ennesimo remake musica anni 80 (vedi theggiornalisti/icani ecc ecc) ascolterei pure l’ultimo album di natale della Pausini, ma questo Krano mi piace. Sarà perché xé sincéro da leggersi con erre arrotolata.
ah, e finalmente riesco a sentire qualcosa cantato in veneto che non siano quei 4 boari della bassa, paladini delle feste della birra (gli avanti e endré del veneto)
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ciscornx · 7 years
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Un «compagno» da un milione per sera, 1976
«E spararono al cantautore / in una notte di gioventù / gli spararono per amore / per non farlo cantare più / gli spararono perché era bello / ricordarselo com'era prima / alternativo, autoridotto / fuori dall'ottica del sistema» R.Vecchioni
Nella primavera del 1976 Francesco De Gregori, proiettato in una nuova dimensione di popolarità e con il nuovo album “Buffalo Bill” in uscita, intraprese una tournée che partì da Pavia; la seconda tappa era in previsione Venerdì 2 aprile al Palalido di Milano con due concerti, uno pomeridiano e uno serale. Rimmel, uscito l’anno prima, era stato in classifica 40 settimane, vendendo la cifra record di 500.000 copie. La tournèe la organizzava il Piccolo Teatro di Milano. Sullo sfondo c'è la Rca, la casa discografica del cantuautore. Il biglietto costava 1500 lire.
Prima del concerto della sera, accanto al botteghino, vengono distribuiti volantini «contro i padroni della musica» firmati da Stampa Alternativa: «Decine di migliaia di incazzati hanno capito che i Palalido sono i loro Vietnam, i loro campi di battaglia». Soltanto due mesi prima, nello stesso Palalido, uno spettrale Lou Reed (2000 lire) è stato costretto a interrompere il concerto tra lanci di sassi e bottigliette. Per evitare altri attriti si aprono precauzionalmente le porte a tutti. E il concerto si svolge con le luci accese.
Dopo una prima interruzione da parte di alcuni ragazzi appartenenti ai collettivi politici studenteschi — tra cui Gianni Muciaccia, leader e bassista del gruppo musicale Kaos Rock e Nicoletta Bocca, figlia di Giorgio - che gli strapparono la chitarra di mano ed imposero la lettura dal palco di un comunicato contro l’arresto di un compagno a Padova, il concerto riprende. De Gregori e la sua band finiscono come possono, poi alle 22:30  tornano nei camerini. I contestatori, minacciando ulteriori tumulti, lo spinsero a tornare sul palco per rispondere in pubblico alle loro domande.
«Quanto hai preso stasera?» «Credo un milione e due… – sussurra con un filo di voce De Gregori -, ma poi c'è la SIAE…». «Se sei un compagno, non a parole ma a fatti, lascia qui l'incasso».
«La rivoluzione non si fa con la musica. Prima si fa la rivoluzione, poi si potrà pensare alle arti o alla musica. Lo diceva anche Majakovski che era un vero rivoluzionario e si è suicidato. Suicidati anche tu!». De Gregori ascolta pallido e silenzioso. Con scarsa convinzione mormora al microfono: «Forse sono una vittima dell'industria…».
Dopo circa venti minuti di interrogatorio, la polizia fece irruzione nel Palalido e lanciò fumogeni, disperdendo i contestatori. Dopo quella sera, il cantautore minacciò di smettere, di non cantare più.
«Mancava solo l’olio di ricino. La contestazione è quando tu prendi una persona e gli contesti delle cose […] Un’aggressione è quando io ti prendo a cazzotti e ti dico che sei stronzo. Quella era un’aggressione, non c'è stato nessun dialogo. Non canterò mai più in pubblico.» F. De Gregori
Nonostante il paventato ritiro, già nell'autunno del 1976 De Gregori fu di nuovo sul palco per una serie di concerti nel sud italia, ma tenendo un basso profilo. Terminato tale tour, per più di un anno non suonò in pubblico e si allontanò dalle scene. Lo avvistarono a fare il commesso in una libreria di Trastevere.
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ciscornx · 7 years
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E niente, arrivano dei pischelli di 17 e 19 anni, fanno un intruglio di 20 anni di musica, ma lo fanno con stile. Arrangiamenti da professionisti, ma allo stesso tempo melodie semplici e condivisibili. Energia allo stato puro per i fratelli D’Addario, che sono ben supportati da una bassista con i controcazzi e da un tastierista ricolmo di groove. Sono veramente impressionato, in particolar modo dalla potenza live che dimostrano più che dal lavoro su cd. Ora vediamo come reagiranno all’usura del tempo.
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ciscornx · 8 years
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The Lemon Twigs perform four tracks live at Amoeba Records, LA.
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ciscornx · 8 years
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“State per assistere al concerto della migliore band al mondo” Lo ripetono spesso, nel documentario tanto atteso sull’ascesa degli Oasis. è promessa che non può essere tradita e che probabilmente nella seconda metà degli anni novanta poteva suonare come credibile. La prova del tempo ha dimostrato che in parte e così: dopo di loro più nessuno è riuscito a scrivere inni generazionale come Wonderwall, a riempire i campi di Knebwort con 250.000 persone e a disturbare l’opinione pubblica in una continua lotta tra abuso di droghe, violenza e rapporto fraterno malato. Sono stati gli ultimi veri grandi rocker prima dell’ascesa di internet, delle star da talent show, dei concerti con i cellulari, delle dirette streaming su facebook. Sono stati quelli che se ne sono fottuti fin dal principio del giudizio altrui e hanno perseguito a testa bassa il loro obbiettivo. Non c’era l’ansia del politicamente corretto, del dover per forza ambire a vincere un brit award, del diventare i profeti di una generazione, dell’invecchiare bene per monetizzare al massimo l’investimento. La loro forza è sempre stata la genuinità, ed il coraggio di essere se stessi fino infondo: degli emeriti teste di cazzo. se mai avremo ancora in futuro altre band di così elevata risonanza, spero solo non siano si liverpool, ne di manchaster, perché sentire le interviste è un vero e proprio strazio: Non si capisce un cazzo!
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ciscornx · 8 years
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Tutti hanno almeno uno scheletro nell'armadio, nel cassetto della vita, nella dispensa dei rapporti di coppia, ma soprattutto nel ripostiglio dei gusti musicali. Spesso risalgono all'età adolescenziale, in quella fase in cui ti rendi conto che la musica è molto di più degli 883 e degli Articolo31 e quindi ti sposti su quei generi che non tutti ascoltano, popolati da una miriade di gruppi anglosassoni che nel bel paese cerchiamo di imitare a forza. In quei momenti peró sei ancora molto vulnerabile, quindi ti sforzi di sentire album di progressive rock da 2 canzoni in un'ora di CD, ma inevitabilmente, basta il primo tormentone scritto bene che coli nuovamente a picco. A me è successo xcon le vibrazioni, per esempio.. Un singolo che riprendeva palesemente la progressione di starway to heaven, l'estetica da rocker wannabe, e finisci che compri l'album.. E ti piace pure.. Poi non li molli più!! Anche se ormai ascolti solo i Van der graaf generetor, ogni volta che esce un loro album ti fiondi al negozio di dischi, magari fai pure la fila alla firma degli autografi negli instore per dirgli che “era meglio prima”.. E i tuoi amici non capiscono. Poi succede che cresci (NB NON HO DETTO MATURI), e inizi a fare il raffinato, di quelli che ascolta solo roba da pitchfork quando ancora non spingeva keynie West (si si, non si scrive cosi), e ostenti a tutti il fatto che non guardi più la televisione perche passa solo merda (omettendo di dire che passi ¾ della GG al PC e che non guardi la TV solo perchè hai paura di prenderti male per myles Cyrus (si si, non si scrive così)) e inizi a fare un sacco di incisi fra parentesi per fare i commenti cinici.. Finché un giorno sei in macchina, aspettando di sentire Mu in radio e ti passano il pezzo maledetto in radio. Lukas Grahm, che canta di come ha inseguito il sogno che tu hai abbandonato da un po’, e di come ce l'ha fatta.. E te ne innamori! All'inizio pensi alla solita baracconata americana della storia vengo dalla strada e sono arrivato in cima, stile sogno americano real-HH, poi scopri che invece arriva dal quartiere anarco-hippie di Copenaghen e non riesci più a staccati… Tipo che proprio non dormi la notte.. E pensi: perché cazzo la Danimarca deve essere il TERZO PAESE AL MONDO PER ESPORTAZIONE DI MUSICA ALL'ESTERO?? solo perchè non hanno Tonino Accolla??
PS: la canzone che volevo postare era l'altra dei 7anni, ma poi ho sentito la versione di questa e… Niente
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ciscornx · 8 years
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Solitamente non mi metto mai a sponsorizzare troppo quello che faccio, nel campo della creatività.. Lo ritengo più uno sfogo personale per allontanarmi dalla banalità della vita di tutti i giorni, dalle routine lavorative, da una condizione mentale che ti porta a riempirti le giornate con un lavoro che sopporti a malapena per poterti permettere quei due giorni di libertà alla settimana. Poi c'è da dire che per assurdo passo il resto della giornata a fare inutili preamboli a discorsi che vorrei affrontare, soffermandomi su inutili considerazioni che potrei benissimo risparmiarmi. Ma questo è un altro discorso. Sta di fatto che l'altro giorno è uscito il video di cui sopra, ed è stato un traguardo. Anni passati a suonare in gruppi, a provare a fare musica propria: - grimble crumble - rose nightmare experience - celtic mess - sflantugem TUTTI TENTATIVI.. Si facevano canzoni perlopiù banali e scontate, con testi rigorosamente in inglese.. MAMMAMIA CHE FASTIDIO CHE MI DAVANO I TESTI IN INGLESE. Non avere la padronanza totale di una delle colonne portanti della struttura canzone mi faceva imbestialire. E come riferimento ho sempre avuto "il Pol". Era riuscito a farmi piacere un genere a me estraneo solamente con la forza dei suoi testi. E da allora l'ho sempre rincorso: sia imitandolo un po', sia cercando in tutti i modi di finire a suonare in gruppo con lui. Fino ad un anno fa quando, svanita ogni opportunità di suonare nei Congegno, riuscì a convincerlo che ero la persona giusta per portare avanti il suo progetto acustico. Credevo nella forza dei suoi testi ed ero più che convinto che sarebbe bastato anche un chitarrista mediocre come me a tenere botta nei pezzi. Non mi sbagliavo di molto, la comunicatività del suo cantato trascina l'ascoltatore fino alla fine, e i 5 minuti svaniscono in pochi ricordi confusi. Da allora tutto è cambiato, ho iniziato a scrivere i miei pezzi e finalmente posso scrivere ciò che tendenzialmente non dico. Questi sono i CENTROMALESSERE
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ciscornx · 8 years
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Solitamente non sono uno che parla molto della propria arte, o perlomeno faccio, scrivo, improvviso qualche canzone, ma senza la pretesa che qualcuno debba leggere o ascoltare. Creo esclusivamente per il gusto di evadere dalla monotonia di queste giornate spese a lavorare per pagare i bagordi dei due giorni di libertà. C'è anche da dire che il tempo che non passo a lavorare lo spreco a fare inutili preamboli ad argomenti che vorrei affrontare, perdendomi in vagonate di parole inutili come sta succedendo adesso. Sta di fatto che con l'uscita del video dei centromalessere ho chiuso un ciclo per iniziare uno nuovo. Sono ormai da più di 10 anni che vado in giro a suonare con diversi gruppi e provo a dare forma a delle canzoni che possano non solo piacere a chi ascolta ma prima di tutto piacere a chi le sta suonando e a chi le sta proponendo. Durante la mia esistenza musicale ho dato forma a molti progetti che guardandomi indietro risultano essere tutti quanti incompiuti. Fino a oggi, infatti, le canzoni sono sempre risultate semplicistiche e, la cosa che più da fastidio, i testi erano scritti in una lingua che non padroneggiavo (e non padronreggio tutt'ora) pienamente con la conseguenza di non poter avere il controllo totale su ciò che creavo. Mi sono sempre scontrato con tutti i membri dei gruppi in cui ho suonato per cercare di portare l'italiano all'interno della canzone ma nessuna mi ha mai dato retta (sai che scoperta, come se nessuno avesse mai scritto canzoni in italiano!!!). E così gruppi come i Grimble Crumble, i Rose Nightmare experience, i Celtic Mess, i Sflantugem, hanno si contribuito a creare il gusto musicale che influenza il "processo compositivo (parole grosse per definire 4 accordi messi in successione con una melodia per il cantato), ma sono sempre stati dei figli nati male perché partiti con le prerogative sbagliate. Già ai tempi in cui mi divertivo con queste band di scapestrati inseguivo come modello quello di un ragazzo della Val di non, che grazie ai suoi testi diretti e taglienti è riuscito a farmi piacere un genere fino ad allora a me sconosciuto, magari un poco odiato. La sua abilità nel creare un ritmo martellante attraverso la metrica e l'utilizzo di parole tendenzialmente inusuali, mi ha sempre affascinato. E così l'ho rincorso per anni cercando prima di entrare a suonare nei Congegno, e poi, quando questa speranza è venuta meno, cercando di formare un gruppo acustico con lui. La maggior parte delle persone che lo circondavano infatti non condivideva il gusto per la musica acustica perché era convinta che l'unico metodo di espressione valido per parlare di determinati concetti potesse essere esclusivamente il punk hardcore. Io invece ero convinto che se i suoi testi, se fossero stati associati ad una melodia più orecchiabile, sarebbero arrivati all'orecchio di più persone e quindi avrebbe raggiunto lo scopo maggiore. È così che a distanza di un po' di anni riesco finalmente a chiudere questo sogno, non da protagonista ma da seguace convinto delle potenzialità di questo progetto e orgoglioso di un disco che nel suo piccolo segnerà un solco netto nel modo di porsi verso il concetto di canzone melodica Sono orgoglioso di presentarvi l'inizio del nuovo flusso creativo.
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ciscornx · 8 years
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Quando tutto finisce
Aiutatemi a capire come può l’albero senza radici, non crollare e marcire lentamente in mezzo a tutti i rovi che la vita ha accumulato col passare del tempo.
Ricordo che una delle prime cose che mi insegnarono durante le lezioni di scienze, forse per il fatto che il mio paese era incastrato in una metropoli di abeti e larici, era che generalmente le piante si sviluppano innanzitutto in basso: i primi 10 anni di vita il seme si sviluppa sotto terra, e quando si inizia a vedere la pianta, siamo arrivati ormai ai 15 anni di vita. Bene. Poi lo sviluppo procede di pari passo, più il fusto si sviluppa, più le radici si diramano.
E così dovrebbe essere la vita di ogni uomo.
Non è possibile che nel giro di un paio d’anni si possa perdere entrambi i genitori, radici stabili e linfa vitale. Basterà la minima folata per accasciarsi a terra e non risollevarsi più.
E difronte a tutto questo ti senti impotente, vorresti solamente prendere un po del dolore altrui e aiutare a portarlo avanti: la compassione.
Ma non c’è modo, continueremo a lamentarci dei nostri piccoli crucci… Continueremo a lamentarci in autunno perché le nostre foglie ingialliscono a poco a poco e cadono lentamente quando sappiamo benissimo che l’anno dopo torneranno, più forti e rigogliose.
Al vostro fianco per condividere un po’ di fatica.
Con una dedica, per quel che vale.. https://www.youtube.com/watch?v=KVET9aL9khc
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ciscornx · 8 years
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Inquietudine Parte 2. Non rinunciateci!
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ciscornx · 8 years
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oggi mi sento particolarmente vecchio, e in quanto tale MI ODIO
Non ho scelto di appassire, ma un po’ alla volta ci si assopisce lentamente. TIENI LA MENTE SVEGLIA
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ciscornx · 8 years
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QUEGLI ANNI IN CUI L’INDIE ANDAVA FORTE
Sarà stato verso metà delle scuole superiori, che andai a trovare i cugini di Parigi. Già per me era un trauma abbandonare un paesino di 300 anime per scontrarmi con una città metropolitana. (Chi era mai salito su una metropolitana fino ad allora?). Ma ad aspettarmi c’era ben più che qualche migliaio di persone in più o antenne telefoniche che diventano monumenti o opere d’arte che diventano istantanee telefoniche. Ad aspettarmi c’era un vero e proprio movimento musicale/culturale che fino ad allora ignoravo e manco immaginavo.
Dobbiamo pensare che all’epoca, in Val di Rabbi, la connessione internet era buona solo ad aprire una pagina Google o per navigare lentamente tra i forum italiani che parlavano di gruppi come Doors (http://www.thedoors.it che era in una versione che dire spartana è dire poco) o Led Zeppelin. Youtube era un miraggio: sapevamo della sua esistenza e di come sulla carta avrebbe dovuto funzionare, ma nessuno a Piazzola ha mai potuto vedere più di 3 secondi di video dopo mezz’ora di caricamento. (E consideriamo che all’epoca se usavi il pc per più di mezz’ora i genitori ti guardavano come se fossi un marziano!)
Ricordo ancora il disagio che provai nel trovare una versione live rarrisima di Supper’s Ready (https://www.youtube.com/watch?v=szJq1lwnkNw) dei Genesis e non poterla guardare.. non vedere Peter Gabriel trasformarsi in un fiore!! Comunque arrivai a Parigi leggendo “il Martello degli Dei” e dibattendo con lo zio parigino sul fatto che “i Pink Floyd di Syd Barret erano decisamente superiori a quelli di Waters/Gilmur”. cazzo di discorsi da adolescenti deficienti e annoiati!
è in questo contesto che il cugino, sempre chiuso in stanza a strimpellare una Les Paul Studio rossa , mi introdusse a qualcosa di nuovo; mi disse che c’erano una serie di band nuove che venivano dall’Inghilterra e andavano molto forte a Parigi Ricordo ancora oggi che mi passò su una di quelle chiavette MP3 da 128 KB (ci stavano si e no 70 canzoni) l’album “First Impression Of the Earth” degli Strokes, Fu amore a primo ascolto: quelle chitarre acide, la batteria sincopata, la voce da “cazzo me ne frega a me di qualsiasi cosa?”. L’immaginario della rock band era finalmente rinato sotto altra forma dopo gli ultimi vagiti del brit pop e quel poco di cross-over che era passato per casa mia.
Da li il passo a Franz Ferdinand, Artick Monkeys, Libertines, Babyshambles, Kings of Leon (cazzo che bello che era il loro primo album e dovevo pure andare a vederli in quel tour in cui erano venuti in Italia con i Jet ma ero ancora troppo bocia e all’ultimo la mamma fece saltare i miei piani) fu molto breve.
C’erano un sacco di idee molto valide, quel po di sfrontatezza che non guasta mai, e fame di ridare al rock il giusto peso nello scenario musicale mondiale. Poi arrivò la droga (in realtà c’è sempre stata ma gli effetti si raccolgono sul lungo periodo!), l’alcool, la vita da star e i tanti soldi.. E il declino fu il passo successivo. Dopo i the Killers, la musica indie si è trasformata in ritmi in levare, tastierine, coretti giusti e via di emulazione della musica da club californiana. E quindi addio bei sogni parigini, addio anni dai capelli sporchi e dai giubbotti di pelle. ADDIO FINO A QUANDO SI RIPRESENTERA’ LA VOGLIA DI RISTAMPARE GLI ALBUM, DI FARE REUNION E DI PAGARSI LA REHAB! (credo sia già successo per molti dei sopracitati!!)
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ciscornx · 8 years
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Questa volta non mi sto schierando a favore della buona musica, ma scagliando contro la piaga che attanaglia centinaia, forse migliaia, di locali in tutto il mondo. No, non sto parlando delle tribute band. Non sto parlando manco degli strumenti appesi “ad cazzum” sulle pareti dei pub, per ricreare un po’ quell’atmosfera ruuock che tanto piace a grandi e piccini che vogliono sentirsi ribelli. Sto parlando della musica di sottofondo, e specificatamente dei pezzi commercialoni riarrangiati in chiave lounge-jazzy-bossanova-stagranceppa. OPS: indirettamentemi sto scagliando contro le cover band, giuro che non lo volevo! Comunque è diventato abbastanza logorante il fatto di doversi sorbire canzoni che già facevano abbastanza cacare di suo, suonate con sto piano che ti aspetteresti su una crociera di bassa lega.
Metti, per dire, 21 gun dei Green Day, che non spicca sicuramente ne per originalità ne per ricercatezza dell’arrangiamento (ma va bene così altrimenti andavo ad ascoltarmi qualcun altro!).. Se poi la rifai mettendoci gli stessi ritmi e gli stessi chitarrini di altre 100.000 canzoni, con l’aggiunta di una voce femminile gattamortosa, la minestra diventa più insipida del repertorio dei Ramones (ahahah). Potresti fargli cantare Verano Zombie che comunque la gente nel club continuerebbe a battere col dito sul bicchiere, a muovere lentamente la testa e a sorridere con aria spensierata (EOO!) VI ODIO, VOI, LA DONNA COL VESTITO A BRILLANTINI, I CONTRABBASSISTI DI BOSSANOVA E QUELLO CHE SI è INVENTATO CHE STA MUSICA POTEVA FUNZIONARE NEI CLUB/RISTORANTI
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ciscornx · 8 years
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Si è sempre alla ricerca di qualche gruppetto interessante che ti svolti la giornata, almeno per quanto riguarda la parte della giornata che prende in considerazione la musica. (nel mio caso gran parte della giornata). Poi ti imbatti in questo album che ti si incolla addosso per un paio di giorni.. e non te ne liberi. Fino a quando non lo hai assimilato non te ne liberi. C’è da dire che questi Temples non fanno nulla di nuovo, anzi fanno del vecchio vecchio, ma fatto bene. L’intro del disco di con questa 12 corde mi ricorda/e i Beatles, poi ci si proietta in un’oretta di rock psichedelico. il punto più alto arriva con “A question isn’t answered” in cui si trova il giusto compromesso tra viaggi mistici, pacca distorta che non disturba mai e armonizzazioni finali a tre voci.
C’è chi ha cercato di portare il genere nel 2016, loro invece sono tornati indietro hanno registrato il disco e lo hanno portato ad oggi. Do ragione a Pitchfork che li descrive come "Tame Impala minus the sneaky modernizing touches, Foxygen sapped of irreverence.” Il disco comunque fila e lo ascolterete più di una volta.
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ciscornx · 8 years
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Oggi sono a Genova.  Le onde,imperterrite, cercano di slegarsi una volta per tutte dalla monotonia dell’azzurro del mare e vanno alla conquista di un pezzetto di riva, ma i guardiani, intransigenti, le rispediscono indietro. L’unica volta che sono venuto a Genova è stato a 16 anni per rivivere quei luoghi narrati dal cantautore per eccellenza. Da allora quei posti, quelle atmosfere riecheggiano nella mia memoria ogni volta che mi si presenta davanti il mare della Liguria.. In testa il susseguirsi di immagini concitate, di una domenica in cerca di palanche per finire tra le braccia di lingua di fuoco Jamin-a, mentre la luna si specchia nuda sul porto di Genova.
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ciscornx · 8 years
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50 dischi da noisey non tutti da ascoltare (parte 2 di 5)
Via con la seconda decina di dischi suggeriti da noisey.
BATTERIA - La Batteria
“Gruppo di uomini e donne specializzati nel perseguire rapine a banche, uffici postali, gioiellerie. La struttura della «batteria» è orizzontale, con parità di grado fra uomini e donne ed è comunque quasi sempre finalizzata a pratiche anti-capitalistiche e anti-borghesi. L’aspetto illegale delle loro azioni si potrebbe collegare anche alle agitazioni politiche e sociali dell’epoca dei cosiddetti anni di piombo.” Leggo questa definizione e mi ricordo immediatamente quando per la prima volta mi approciai ai Calibro 35. “Colonne sonore di film polizieschi anni ‘70″ e subito ti proietti in quel mondo. Ti immagini nascosto all’angolo di un palazzone con la pistola spianata, o a bordo di un’alfa romeo in un inseguimento metropolitano. Ecco, i La Batteria fanno proprio questo. E ci riescono pure molto bene. Se i Calibro 35 sembrano essersi evoluti e proiettati in un altro pianeta (Space), i Batteria sembrano ancora ben radicati nella “Roma a mano armata”. Disco molto valido in cui non devi far altro che chiudere gli occhi e diventare il protagonista del tuo film preferito.
XIII - NO 
No, anche per me. Non mi garba molto. Sarà per le percussioni che, anche questa volta, mi ricordano il kit “techno” di garageband, sarà per la mia ignoranza in materia, ma non ci sento ne dei grandi suoni ne delle grandi atmosfere. NO.
IOSONOUNCANE - Die
Disco osannato da tutta la critica musicale e che ha colto per un paio di settimane anche la mia attenzione. Non conoscevo IOSONOUNCANE quindi non posso parlare della sua transizione. Posso parlare della sua abilità nella costruzione di loop mai ripetitivi (concedetemi l’ossimoro), nel far vivere il sapore della sua terra attraverso la musica e nel creare degli impasti vocali che esaltano i pezzi. Partenza MONUMENTALE con Tanca che attraverso una percussione profonda e dei suoni acidi ti getta dritto in mezzo ad un mare in tempesta.  Quel che più vale in questo album è la ricerca e la continua contaminazione di nuovi suoni che si mettano al servizio di una storia che IOSONOUNCANE cerca di raccontare con due punti di vista. Una grande fusione di elettronica, cantautorato, folk, psichedelia e accenni di pop.
FATHER MURPHY - Croce
Disco che mi ha corteggiato più volte dalle pagine delle riviste specializzate, ma che non è mai riuscito manco a portarmi fuori per un caffè, non dico a letto. Pezzi colmi di dissonanze, voci che inneggiano litanie strazianti, urla che sfumano in latrati, piatti maltrattati e catene. Il tutto, a quanto dicono, dovrebbe rievocare la morte e la resurrezione. Io in tutto questo trovo solo un pretenzioso sforzo di essere dissonanti, rumorosi e fuori dagli schemi a tutti i costi. Più mi sono sforzato di capire questo lavoro, più mi sono reso conto che il sentimento che mi ha pervaso durante l’ascolto è stato la NOIA. Occhi attenti sul cronometro che scorre e che sembra non avvicinarsi mai alla fine del pezzo/canzone. Mi spiace, perché i lavori prima non mi erano dispiaciuti. Il volersi superare ed innovare ad ogni costo, a volte fa perdere la concezione del reale.
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