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crowdfuture-blog · 10 years
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Analisi delle piattaforme italiane di crowdfunding. Aggiornamento semestrale.
[originariamente pubblicato su Italian Crowdfunding Network Blog]
Le piattaforme di crowdfunding in Italia continuano a nascere ad un ritmo inarrestabile, negli ultimi mesi intensificato ulteriormente dall’entrata in vigore del regolamento CONSOB in materia di equity crowdfunding e, quindi, dall’arrivo degli operatori finora esclusi dal gioco. Dalle 16 piattaforme del 2012, siamo arrivati a contarne ben 41 a novembre 2013, tra attive e in fase di lancio, per un valore totale del mercato di circa 24 milioni di Euro. Qual è la situazione a sei mesi dall’ultima rilevazione? Ce ne stiamo occupando proprio in queste settimane, chiedendo 10 minuti del loro tempo a tutte le piattaforme di crowdfunding italiane per compilare il breve questionario che trovate al seguente link: https://unicatt.eu.qualtrics.com/SE/?SID=SV_0ieQDubm66z5FIx La survey sarà aperta fino al 28 aprile e invitiamo tutte le piattaforme a partecipare. I portali che risponderanno al questionario saranno inclusi nel report con una breve descrizione. L’Analisi aggiornata sarà pubblicata nel mese di maggio 2014. Grazie a tutti per la collaborazione! Daniela Castrataro & Ivana Pais
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crowdfuture-blog · 10 years
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Crowdfunding - Come finanziarsi online [ebook]
L'ebook "Crowdfunding - Come finanziarsi online. Introduzione al finanziamento collaborativo online", di Daniela Castrataro e Tim Wright, fondatori e direttori di twintangibles Ltd, è ora disponibile per l'acquisto. Edito da Greenbooks, l'ebook rappresenta una guida e allo stesso tempo un insieme di strumenti essenziale per consentirvi di entrare nel mondo del crowdfunding con successo. Dal momento dell’impatto della crisi finanziaria globale, il crowdfunding è passato dall’essere un fenomeno di nicchia del Web 2.0 a un business che fa girare 5 miliardi di dollari all’anno. Con le proiezioni che mostrano somme di raccolta in piena crescita per i prossimi anni fino a totali una volta impensabili, possiamo affermare che non si tratta più di un fuoco di paglia, o di un fenomeno di oggi che domani già non sarà più.  Il crowdfunding sta emergendo come metodo di finanziamento preferito da molti imprenditori e creativi, un veicolo d’investimento sofisticato con rendimenti reali per una serie di investitori, e un’espressione di impegno diretto e supporto per una generazione di cittadini iperconnessi e digitali.  Ma quali sono le sue origini? Cosa lo rende diverso? Come si fa e, soprattutto, cosa fare perché la vostra campagna di crowdfunding abbia successo? Questo libro è la risorsa che proverà a fornire risposte a tutte queste domande. L'ebook è scaricabile direttamente dal sito web di twintangibles (dove troverete un indice dei contenuti completo) al prezzo di £8 (E 9,99), nei formati .mobi e .epub per tutti gli e-reader.
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crowdfuture-blog · 10 years
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Aspetti giuridici del crowdfunding - Crowdfuture 2013
A seguito della conferenza Crowdfuture, tenutasi lo scorso ottobre, sono stati pubblicati i proceedings relativi alla track legale, curata dal prof. Giandomenico Mosco, ordinario di Diritto Commerciale presso la LUISS Guido Carlo, partner dell'evento. Dopo l'introduzione dello stesso prof. Mosco, troviamo una vasta gamma di contributi, che elenchiamo di seguito: 1) Roberta Mangione (LUISS) Equity Crowdfunding e diritto dell’intermediazione finanziaria 2) Casimiro Antonio Nigro (LUISS) Equity Crowdfunding e diritto societario 3) Claudio Di Falco (Cleary Gottlieb Steen & Hamilton) - Tecniche di protezione dei crowdfunders (investitori non professionali): limiti e prospettive di tag-along e diritto di recesso 4) Alessandro Portolano (Chiomenti Studio Legale) - Le regole di condotta applicabili a banche e imprese di investimento nell’ambito della disciplina in tema di Equity Crowdfunding Seguono quindi i contributi dei partecipanti alla tavola rotonda "Equity Crowdfunding, effettiva opportunità di patrimonializzazione per le imprese?", che comprendono: 1) Francesca Brunori (Confindustria) - Piccole imprese e mercato dei capitali. L’opportunità del Crowdfunding  2) Luca Enriques (LUISS) - La disciplina italiana uccide il Crowdfunding nella culla? 3) Leonardo Frigiolini (UNICASIM/UNICASEED) - Il ruolo delle SIM e l’importanza di un unico sostegno multidisciplinare allo startupper 4) Salvatore Rizzo (Banca Interprovinciale Modena) - Equity Crowdfunding: i possibili rischi di compliance per gli intermediari 5) Martina Tambucci (CONSOB) - Il ruolo degli intermediari tradizionali e degli investitori professionali nell'Equity Crowdfunding
I proceedings, curati da nois3 Srl, twintangibles Ltd e il prof. Mosco della LUISS, sono gratuitamente consultabili e scaricabili su Slideshare:
  Aspetti giuridici del crowdfunding from Crowdfuture - The Future of Crowdfunding
Buona lettura!
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crowdfuture-blog · 11 years
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Crowd Valley Releases Global Crowdfunding Report
Oggi ospitiamo un guest blog post di GrowVC, keynote speaker alla scorsa edizione di crowdfuture. GrowVC ha recentemente stilato un report sui trend globali del crowdfunding. Potete richiederne una copia qui. 
“The crowdfunding market is growing quickly, with the JOBS Act’s provisions mostly in effect and several national and state regulators implementing their own rules, making the current setting a valuable moment to frame the situation”, states Markus Lampinen, CEO of Crowd Valley, the US-based platform, back office and ecosystem service provider. For this reason, Crowd Valley has recently published Global Crowdfunding Market Report, presenting it, for the first time, at UC Berkeley’s Academic Symposium on crowdfunding .
With data collected on over 6,000 individuals and companies from all over the world, Crowd Valley’s report gives an overview on global trends and applications of crowdfunding.
The snapshot on the crowdfunding global market, obtained with Crowd Valley’s report, can be used, later on, as a starting point to evaluate the impact of the aforementioned regulations and  the sector’s overall development in time.
The analysis conducted on a sample of 500 organizations and professionals of the over 6,000 interested in Crowd Valley’s services highlighted several interesting market opportunities. Following  are reported some of the key findings:
The greatest interest comes from those looking at an equity crowdfunding model;
There has been noticeable growth in alternative asset classes beyond startups;
Most interest has come from North America and Europe, showing a correlation between interest in the sector and forthcoming regulatory activity.
Tumblr media
For all those interested in receiving a copy and finding out more on the results, please register online here.
About Crowd Valley Inc
Crowd Valley provides the platform, back office and ecosystem services for crowd funding, peer to peer investing and alternative asset marketplaces for securities professionals. The Crowd Valley infrastructure also allows you the option of connecting your network to hundreds of other networks and investment communities around the world. For more information or to get started with your own platform please go to www.crowdvalley.com
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crowdfuture-blog · 11 years
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Focus sulle free activities del pomeriggio di crowdfuture! Video Advertising Online, Report sul Crowdfunding in Italia, DIY Crowdfunding
Hola! -2 a crowdfuture e abbiamo ancora qualcosa di nuovo da raccontarvi! :)
Oggi vi diamo qualche informazione in più sulle free activities del pomeriggio di CF13, che si svolgeranno in parallelo ai workshops, per ampliare l'offerta di crowdfuture e per offrire un’alternativa a coloro che purtroppo sono arrivati tardi per registrarsi ai workshop (ma c'è ancora qualche posto per Personal Fundraising e Localvesting... affrettatevi ad acquistare il biglietto!).
Aula 13 - Ore 15:30
E-buzzing - Video Advertising Online ai tempi di Vine e Instagram - Esperienza partecipativa e il caso AirB&B : tutti i segreti del successo in StopMotion.
I video sono un elemento fondamentale per il successo delle campagne di crowdfunding: è generalmente riconosciuto che le campagne con video hanno più possibilità di attrarre e raccogliere fondi rispetto a campagne senza un video. Su Kickstarter, solo per fare un esempio, i progetti con video hanno un tasso di successo maggiore rispetto a quelli che non lo hanno (50% vs 30% secondo il sito di kickstarter. Trovate altre statistiche interessanti qui). Ecco quindi che i nostri Gold Sponsor E-buzzing, oltre a sostenere l’evento, ci offriranno un interessantissimo seminario sul video advertising online. Vine sta a Twitter come Video for Instagram sta a Facebook. Il primo è nato nel Giugno del 2012 il secondo nel Giugno del 2013. Il primo consente la creazione di clip da 6’’ il secondo da 15’’. Si tratta di due grandi opportunità per gli inserzionisti i quali, invece di proporre spot televisivi video on-line già esistenti, ora possono creare contenuti originali in una forma completamente nuova così da estendere la propria visibilità anche oltre l’audience delle singole piattaforme. Ebuzzing svela tutti i segreti per realizzare video in stopmotion in grado di suggestionare.
Aula 1 - Ore 15:00
Presentazione approfondita dell’aggiornamento del Report sul Crowdfunding Italiano
Ivana Pais dell’Università Cattolica di Milano e Daniela Castrataro di twintangibles, socie fondatrici della Italian Crowdfunding Network, presentano l’aggiornamento dell’Analisi delle Piattaforme Italiane di Crowdfunding, ad oggi il più completo rapporto sul mercato del Crowdfunding in Italia. Il report, che presenta protagonisti, numeri, modelli, specificità e criticità del mercato italiano del crowdfunding, nelle sue scorse edizioni (novembre 2012 e aprile 2013) ha ricevuto 60 mila visualizzazioni e continua ad essere un punto di riferimento per il settore. Sarà disponibile gratuitamente per visualizzazione e download subito dopo la conferenza.
Aula 1 - Ore 15:45
Tim Wright, twintangibles - Il Do-It-Yourself (DIY) crowdfunding (in Inglese)
Cresce sempre di più la tendenza a portare avanti una campagna di crowdfunding non su una piattaforma ma su un sito proprio. In questo seminario, potrete conoscere in anteprima i principali risultati del report di twintangibles sul tema.  In particolare, Tim Wright si concentrerà sui seguenti punti:
- Cosa sta spingendo la crescita del settore e quali sono le prospettive future
- Le sette situazioni chiave nelle quali l’opzione DIY dovrebbe essere considerata per portare avanti una campagna di crowdfunding
- Quattro dei maggiori rischi e considerazioni per il crowdfunder “DIY”
Il seminario sarà in inglese.
*** Ricordate che i seminari sono gratuiti ma è necessaria la registrazione! ***
Grazie per aver scelto di partecipare numerosi anche quest’anno!
Ci vediamo dopodomani!!
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crowdfuture-blog · 11 years
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Opsidea! Crowdfunding per la promozione territoriale del Sud Italia
Oggi i nostri platform sponsors ci raccontano qualcosa in più sulla loro piattaforma Opsidea, una piattaforma in via di lancio che offre due modelli di crowdfunding, il reward e l'equity. Le iniziative pubblicate sulla piattaforma vertono principalmente alla promozione territoriale del Sud Italia.
Chi siete e cos'è Opsidea, com'è nata?
Mi presento: mi chiamo Sebastiano Gennaro, co-fondatore di Opsidea, ed ho 32 anni. Laureato presso l’università L. Bocconi di Milano, ho conseguito esperienza lavorativa nell’ambito della consulenza e del supporto alle aziende presso primari player a livello internazionale.
Opsidea è la piattaforma di crowdfunding che offre l’opportunità di portare avanti una campagna di crowdfunding con il modello “equity” o “reward”, in base alle proprie necessità. Le iniziative pubblicate sulla piattaforma vertono principalmente alla promozione territoriale del Sud Italia, allo sviluppo dell’imprenditoria locale, all’innovazione scientifica e tecnologica e alle iniziative legate alla tematica “Smart Cities”. In attesa dell’abilitazione come “Portali on-line per la raccolta di capitali di rischio per startup innovative” da parte di Consob, Opsidea è per gli startupper una vetrina per promuovere le proprie iniziative, al fine di raccogliere capitali, e per i potenziali investitori lo strumento per selezionare le iniziative migliori.
L’idea di Opsidea nasce dall’analisi del momento storico, in cui si trova il mondo occidentale e, in particolare, l’Italia. La crisi dell’economia finanziaria e la crescente difficoltà di accesso al credito tradizionale creano le basi per lo sviluppo del crowdfunding, come reale alternativa alle banche e/o alle finanziarie.
La stessa analisi ha portato a collocare l’attività di Opsidea nel Sud dell’Italia, a partire dalla Puglia. La scelta del posizionamento è frutto delle seguenti considerazioni:
il sistema di raccolta fondi attraverso il crowdfunding, ad oggi, è concentrato nel Nord dell’Italia;
a livello territoriale, non sono presenti piattaforme on-line di crowdfunding focalizzate sul modello equity based: infatti ad oggi le piattaforme “territoriali” seguono il modello reward based;
gli investimenti, sia a livello europeo che nazionale, mirano allo sviluppo dei territori del Sud dell’Italia e sono focalizzati al sostegno e allo sviluppo di start up innovative.  
Il nostro obiettivo è, pertanto, diventare un punto di riferimento per i startupper del Sud dell’Italia.
 A chi sarà rivolta e come funzionerà?
Opsidea si rivolge a start up e progettisti, che propongono iniziative per lo sviluppo del Sud Italia, tramite innovazione tecnologica, “Smart Cities” e imprenditoria locale. In particolare, tutte le “startup innovative”, aventi le caratteristiche definite dalla legge, possono adottare il modello di crowdfunding equity based.  Le start up, che non rientrano all’interno della definizione di start up innovative, e i progettisti (ad eccezione di alcune categorie specifiche come  armi, prodotti legati al tabacco, materiale adult oriented, etc.) possono usufruire del modello di crowdfunding reward based.
Opsidea si propone come vetrina di idee innovative come “Coltivatori di Emozioni”, un nuovo modo di raccontare la storia del vino e dei prodotti della terra attraverso la partecipazione emotiva e diretta del consumatore. Grazie al web e a strumenti tecnologici è possibile vendemmiare anche da casa propria, monitorare le diverse fasi della raccolta dell’uva ed entrare nel vivo delle operazioni quando il grappolo è pronto per essere pigiato.
Per quanto riguarda il funzionamento del servizio, questo si sostanzia nella pubblicazione delle iniziative promosse, nell’assistenza ai progettisti in fase di pubblicazione, nella promozione delle iniziative, nonché nella gestione dei rapporti con gli investitori stessi.
E' uno dei primi esempi di piattaforma ibrida in Italia. Come mai questa scelta?
Sviluppare una piattaforma di crowdfunding ibrida significa offrire l’opportunità agli utenti di raccogliere capitali tramite due modelli di crowdfunding: reward ed equity. Le motivazioni della nostra scelta sono da ricercarsi in due considerazioni.
La prima considerazione è molto semplice: ampliare il range di clientela e offrire i propri servizi non solo a start up innovative (come richiesto dal Regolamento Consob), ma a tutte le iniziative per lo sviluppo del Sud Italia, tramite innovazione tecnologica, “Smart Cities” e imprenditoria locale. La seconda considerazione, invece, è che noi crediamo in una connessione tra il modello reward e il modello equity. Il modello ibrido accompagna lo startupper dalla messa in atto di un’idea fino alla realizzazione di una vera e propria iniziativa imprenditoriale. Mi spiego: tramite il modello reward si possono raccogliere i primi capitali necessari per far partire un’iniziativa; tramite il modello equity lo stesso promotore, una volta avviata l’attività, può rivolgersi ad investitori per portare avanti la stessa.
Credo che questo sia straordinario e possa dare grande soddisfazione.
Perché avete deciso di avviare una nuova piattaforma in un Paese che ne conta già oltre 40? Cosa differenzia la vostra piattaforma dalle altre?
Opsidea ha caratteristiche che la differenziano dalla altre, nonostante il crescere esponenziale delle piattaforme.
Abbiamo già sottolineato che la nostra piattaforma adotta un modello di business sia con il modello reward che con quello equity. Inoltre Opsidea mira a divenire il primo operatore di crowdfunding equity based territoriale, con focus iniziale in Puglia.
La scelta della localizzazione territoriale è data dall’approfondita conoscenza del territorio, in cui opera la piattaforma, e dalle partnership concluse o previste con:
associazioni di promozione del territorio;
amministrazioni pubbliche;
associazioni industriali e artigiani;
radio locali;
Università;
Incubatori e  Acceleratori di Startup.
Opsidea punta a creare un network eterogeneo, consociando università, incubatori di start up, amministrazioni pubbliche, industriali, artigiani e artisti, atto a:
diffondere la cultura del crowdfunding nel Sud dell’Italia, partendo dal Salento;
promuovere la fiducia in tale strumento, cercando di superare la diffidenza, che ancora accompagna l’utilizzo di internet nella promozione delle iniziative;
promuovere lo sviluppo territoriale;
stabilire i principi di funzionamento di un modello di sviluppo e promozione territoriale, attraverso il crowdfunding e l’equity fundraise al fine di poterlo replicare.
Opsidea vuole essere il fulcro e il garante di un circuito virtuoso di iniziative locali meritevoli che possano essere giustamente supportate da investitori istituzionali e privati, che puntano ad un ritorno economico ma anche allo sviluppo di un territorio dalle altissime potenzialità ancora non totalmente espresse.
Esattamente un anno fa, la prima edizione di crowdfuture. Come valutate lo sviluppo del crowdfunding in Italia tra l'autunno 2012 e l'autunno 2013?
Nel corso dell’ultimo anno il crowdfunding è diventato un fenomeno di massa anche in Italia, ma in alcune zone del nostro Paese è rimasto ancora un “oggetto misterioso”. Questo ha generato un aumento del numero delle piattaforme di crowdfunding e di utenti, che contribuiscono ad una rapida e virale diffusione della conoscenza di questo nuovo strumento di raccolta di capitali.
Sempre nel corso dell’ultimo anno il crowdfunding è stato inserito all’interno dell’Agenda Digitale del Governo ed è stato oggetto di regolamentazione da parte di Consob, che lo ho consacrato definitivamente a strumento di raccolta di capitali di rischio.
Infine va detto che sull’argomento si è mossa anche la Commissione Europea: è infatti in atto una consultazione (che chiuderà il 31 dicembre) avente come obiettivo il potenziamento dell’azione dell’Unione Europea nella promozione di questo specifico strumento.
Avete avviato o avete intenzione di avviare le procedure per essere inseriti nel registro CONSOB? Come state trovando il processo? 
Il processo è attualmente in corso, anche se molti punti rimangono ancora da approfondire. Spero che un dialogo possa essere instaurato tra l’Autorità di Vigilanza e l’ICN (Italian Crowdfunding Network) attraverso dei tavoli di lavoro, che possano definire linee guida per tutti gli operatori non iscritti di diritto all’interno del Registro Consob.
Cosa ne pensate del regolamento, contribuirà a far crescere il crowdfunding in Italia? Cosa migliorereste?
Il Regolamento è sicuramente un punto di partenza per la crescita del crowdfunding e, a mio avviso, rappresenta il riconoscimento a livello istituzionale dello stesso come strumento di raccolta. Credo che il Regolamento Consob sicuramente contribuirà alla crescita del crowdfunding sia in termini di operatori che in termini di utenti. Il mio dubbio è che il Regolamento troppo in anticipo rispetto alla fase, in cui si trova attualmente il mercato. Il tempo chiarirà questo dubbio.
Sarete a crowdfuture anche da spettatori. Quali sono le track che seguirete e perché.
Tutte le track sono particolarmente interessanti; purtroppo solo io e Mariapia, co-fondatore di Opsidea, saremo presenti all’evento e ne selezioneremo due.
In particolare pensiamo di seguire “Regulation una prospettiva europea”, al fine di comprendere l’evoluzione a livello europeo della normativa sul crowdfunding (in particolare a livello equity). Una visione completa e internazionale è di grande importanza per portare avanti qualsiasi tipo iniziativa, ancora di più se ancorata al web.
La seconda track, che riteniamo di grande interesse, è sicuramente “Aspetti legali del Crowdfunding”. Infatti la track tratterà tematiche di attualità con speakers di grande autorevolezza che forniranno importanti spunti di riflessione.
Nel pomeriggio parteciperemo al workshop sul crowdfunding territioriale, in modo da avere un confronto diretto con gli altri operatori del settore, che hanno già intrapreso l’attività.
Per conoscere meglio Opsidea e il crowdfunding in Italia, partecipate a crowdfuture sabato 19 ottobre!
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crowdfuture-blog · 11 years
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Focus sui keynote di crowdfuture: Kevin Miller, RunRev e Luke Lang, Crowdcube
Chi sono i due keynote speaker di crowdfuture? Leggete qualcosa in più su di loro in questo post!
Kevin Miller, RunRev: Change your Business with Crowd Funding - Our Story • 30 days • £500K
Kevin Miller è il fondatore di RunRev, un società di software basata a Edinburgo che è riuscita a raccogliere £495,000 su Kickstarter in 30 giorni.  RunRev è stata fondata nel 1997 con l’obiettivo di consentire la creazione rapida di applicazioni per i settori business, commerciale, creativo ed accademico. Nel 2003, ha acquistato i diritti di un’esistente piattaforma per linguaggi di programmazione, che è stata progressivamente sviluppata in un semplice e popolare linguaggio di programmazione per desktop chiamato Livecode, che può essere usato, tra le altre cose, per creare applicazioni mobile. Una società di successo quindi, che ha lavorato con clienti prestigiosi e che ha venduto vastamente il proprio prodotto. Nel 2012, hanno deciso di rinfrescare e modulare la base del codice, renderlo open source e innalzare il profilo della società. Non si trattava di un semplice progetto in quanto implicava anche un profondo cambiamento del business model. Per metterlo in atto, avrebbero avuto bisogno di un’iniezione di capitale e hanno cominciato a considerare il crowdfunding come metodo per reperirlo. Hanno così deciso di avviare una campagna, preceduta da un’eccellente preparazione. La campagna rappresenta un’ottima testimonianza dell’arte del possibile con il crowdfunding: non solo  ha raccolto una somma significativa in soli 30 giorni, al tempo la somma più alta raccolta su Kickstarter in Regno Unito nel settore tecnologia, ma è anche testimonianza diretta del potere trasformativo del crowdfunding, in quanto ha messo RunRev in grado di elaborare un business model interamente nuovo, di sviluppare il proprio prodotto in open source e di farsi accompagnare in questo percorso da tantissimi fan appassionati.
Chiave del successo, come accade per la maggiorparte delle campagne di crowdfunding, è stato il livello di preparazione e analisi che il team di RunRev ha effettuato ancora prima di pensare di lanciare la campagna, e Kevin ci dirà di più di tutto questo processo durante il suo Keynote a crowdfuture.
Luke Lang, Crowdcube: “Crowdcube: Transforming Equity Finance “.  
Luke Lang è uno dei due fondatori di crowdcube, la maggiore piattaforma di equity based crowdfunding al mondo, che ad oggi ha raccolto quasi 14 milioni di sterline finanziando più di 70 imprese.
Crowdcube, basata in Regno Unito, è stata fondata da Luke e il suo business partner Darren Westlake a febbraio 2011. Luke e Darren, entrambi imprenditori di vasta esperienza, hanno vissuto in prima persona le sfide e le difficoltà del trovare capitali per una startup o una growth business. Secondo Luke, già per troppi anni ormai imprenditori con idee brillanti hanno speso il loro tempo andando a bussare alle porte di investitori tradizionali, che non sono necessariamente le persone migliori per giudicare se l’idea è valida o no. Pertanto si sono messi alla ricerca di un modo migliore per fare le cose democratizzando gli investimenti, da un lato dando a tutti l’opportunità di investire in piccole startup e società in crescita, dall’altro offrendo agli imprenditori la possibilità di accedere a nuove fonti di finanziamento.
Nasce così Crowdcube, che mette gli imprenditori in grado di attrarre investimenti da amici e famiglia in modo semplice, e allo stesso tempo offre l’opportunità a clienti e fornitori di diventare parte della società e partecipare ad essa su nuovi livelli.
Dopo appena 2 anni e mezzo di attività, Crowdcube è la piattaforma di equity crowdfunding di maggior successo al mondo. Ha finanziato ben 73 progetti con un totale di 14 milioni di sterline, dando la possibilità a oltre 47 mila investitori di investire nelle società in cui credono e contribuendo così ad una vera e propria democratizzazione dei capitali.
Luke ci parlerà della storia e dei successi di Crowdcube, mostrandoci anche qualche esempio di società finanziate tramite il portale.
Kevin e Luke saranno con noi sabato a crowdfuture. Per informazioni e tickets, andate qui. 
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crowdfuture-blog · 11 years
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Il Futuro del Non Profit italiano è nelle mani del crowdfunding? di Paola Palmerini (Mission Continuity)
L’economia italiana attraversa una fase di generale difficoltà e coinvolge anche il terzo settore che sempre più deve confrontarsi con fenomeni di ridimensionamento della spesa pubblica e di disponibilità al dono degli individui, con una contestuale crescente domanda di servizi e di risorse da parte della collettività, acuita e aggravata dalla progressiva crisi del welfare.
Che lo si accetti o no, questi fattori sono destinati a modificare radicalmente il mondo del non profit italiano, come attestano le statistiche che registrano i primi significativi effetti della attuale congiuntura  sociale, politica ed economica.
È necessario chiarire che in Italia con l’espressione “Enti Non Profit”, si fa riferimento ad un panorama assolutamente variegato ed eterogeneo nel quale convivono associazioni, fondazioni, cooperative sociali e comitati di ogni dimensione; realtà molto diverse dunque, accomunate dalla quotidiana sfida di garantirsi efficienza, efficacia e sostenibilità economica, rispetto ad una causa sociale (mission).
Questi enti fanno affidamento sulla raccolta fondi da parte di donatori individuali, da parte di aziende e di enti erogatori, ma spesso rischiano di disperdere risorse ed energie a causa di un’inadeguata progettazione strategico-operativa, irrinunciabile invece, in un contesto di risorse sempre più scarse. È per questa ragione che diviene fondamentale dotarsi di strumenti organizzativi, gestionali e di programmazione, che nel rispetto dell’identità “non profit” – e proprio allo scopo di fare meglio e di più – impattino positivamente nel perseguimento della causa sociale, creando valore aggiunto per l’ente, ed esternalità positive per il territorio, per la comunità di riferimento e per il complesso sistema di stakeholder coinvolti.
Alla luce della situazione attuale è necessario dunque applicare gli strumenti, di cui sopra, in tutti gli ambiti di lavoro dell’ente non profit: dalla gestione dei progetti, fino alla raccolta fondi. Sfruttare al meglio gli strumenti offerti dal web per il fundraising e per la presentazione delle proprie campagne, rientra sicuramente nelle possibilità, e ormai, nei must have di un ente non profit.
Il crowdfunding donation based e quello reward based possono diventare alleati fondamentali del terzo settore, offrono infatti le potenzialità del consueto fundraising trasferitosi in parte sul web, e divengono essi stessi canali innovativi dotati di logiche proprie, e si fanno portatori di prassi e caratteristiche specifiche. Il crowdfunding per il non profit è quindi canale e strumento allo stesso tempo, e in quanto tale, deve essere conosciuto, “maneggiato” e pianificato con cognizione di causa, affinché non esaurisca ma incrementi, il capitale di fiducia, sociale e umano, di cui ogni ente non profit necessita per sopravvivere.
  Mission Continuity e Retedeldono terranno un workshop sul donation-based crowdfunding a crowdfuture! Per maggiori informazioni e per prenotare, clicca qui.
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crowdfuture-blog · 11 years
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Focus sulle track di #cf13: Open Source (di Alessio Biancalana)
Il rapporto tra open source e crowdfunding è complesso: altrettanto complessa è la costruzione di una campagna di crowdfunding ben fatta attorno ad un software aperto. Se con la democratizzazione della pratica dell'investimento (e il conseguente abbassamento della soglia minima del capitale richiesto, fino a un euro o poco più) raccogliere denaro in una modalità simile è diventato molto più simile grazie anche a mezzi digitali - tipo, facciamola breve, Internet e i portali come KickStarter - è anche vero che però non molti si avventurano in qualcosa di simile per sviluppare prodotti open concorrenziali con alternative chiuse, commerciali.
Allo stesso tempo però il campo dell'open source, ormai un attributo che può essere attaccato a parecchie cose diverse, è diventato un volano dell'innovazione per tutti coloro che hanno bisogno di fare il bootstrap del proprio progetto in poco tempo, per arrivare ad un MVP (Minimum Viable Product) accettabile. O per vincere un hackathon, ovviamente. Quali sono gli ingrendienti per una campagna di crowdfunding che coinvolga anche un'adeguata strategia di adozione di software open, e open sourcing del prodotto stesso?
Ce ne occuperemo nella track Open Source, attraverso il punto di vista di un esperto in ogni settore che tocca queste parole chiave da vicino e da lontano: sono coinvolti infatti in questo discorso ovviamente i manager, le community, i partecipanti e gli organizzatori di hackathon, i produttori di software aperto e hardware aperto. Abbiamo voluto radunare un tiger team per fornire una ricetta che ci liberi da ogni male; durante la track Open Source di CrowdFuture interverranno quindi: - Claudio Carnevali, CEO di OpenPicus, per il settore dell'Open Hardware; - Jacopo Romei, agile coach in eBay, per il settore del management e dell'economia open; - Paolo Sinelli & Andrea Piovani, founder di WhyMCA, per il settore degli hackathon; - Marco Vito Moscaritolo, membro di Drupal Italia, per il settore delle community open. Ognuno avrà un suo spazio per parlare della situazione dell'ecosistema open source secondo la sua visione: il bello tuttavia verrà nel pomeriggio, dove ci sarà un interessante faccia a faccia tra tutti loro, pronti a portare il loro punto di vista in una tavola rotonda dove si discuterà ulteriormente lo stato delle cose e verrà trovato un denominatore comune a tutto questo, redigendo di fatto delle linee guida per la presentazione di un progetto di successo finanziato in crowdfunding, che coinvolga le community già attive, eventualmente ne crei di nuove e rispetti in ogni senso dell'open source sia la filosofia che l'ambito materiale (ossia come vengono gestite le risorse, il possesso della proprietà intellettuale del software scritto e dell'hardware progettato).
Che altro dire? Venite a trovarci. Capirete sicuramente tantissime cose, e non solo: avrete la possibilità, nel caso lo vogliate, di partecipare alla tavolta rotonda insieme ai migliori esponenti della scena open italiana per far valere il punto di vista - magari insegnandoci qualcos'altro.
Per partecipare alla track Open Source e al resto della conferenza, trovate i biglietti qui: crowdfuture2013.eventbrite.com
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crowdfuture-blog · 11 years
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Crowdfuture: il programma completo
Mancano poco meno di due settimane a Crowdfuture e il programma completo è finalmente qui! E’ valsa la pena aspettare : 45 speaker nazionali e internazionali ci spiegheranno cos’è il crowdfunding ora, con uno sguardo a cosa potrebbe diventare nel prossimo futuro.
La giornata inizierà con Ivana Pais e Daniela Castrataro della Italian Crowdfunding Network che presenteranno l’ ultimo rapporto sul mercato del crowdfunding italiano, report pubblicato per la prima volta poco dopo la prima edizione di Crowdfuture a Ottobre 2012 e che è stato visualizzato quasi 60 mila volte. Ora il numero di piattaforme italiane è quasi quadruplicato e l’Italia ha fatto molta strada rispetto l’anno scorso, non da ultimo diventare il primo paese in Europa a creare un regolamento specifico per l’equity crowdfunding. Una buona parte della conferenza sarà dedicata proprio a questo argomento, ma prima saremo onorati di avere con noi il primo keynote del giorno, Kevin Miller da RunRev. Kevin è il fondatore e CEO di RunRev, una società di software basata a Edimburgo che ha sviluppato LiveCode, un linguaggio di programmazione open-source per le app. Con il suo team sono riusciti araccogliere più di £ 490.000 su Kickstarter, con un’eccellente campagna che Kevin ci racconterà (potete già leggere qualcosa su Kevin e RunRev qui) . Dopo lo speech di Kevin, inizieranno 5 sessioni parallele:Gamification, coordinata da Leo Sorge, che cercherà di esplorare il legame tra crowdfunding e Gamification. Claudio Bedino di Starteed ci racconterà le somiglianze tra approcci intrinsecamente gamificati e le motivazioni interne della gente che fa crowdfunding. Federico Pacilli co-fondatore di Baasbox, LiveCode, un software open source per applicazioni mobili, e Marcello Mari, social media manager presso GlobalWebIndex e giornalista presso TechEconomy, parleranno di design motivazionale nei social network e della rilevanza della qualità dei dati raccolti nei processi di gamification e analisi dei big data, così come nei processi decisionali. Infine, Marco Strano, psicologo e “cyber criminologo” , metterà a confronto due psicopatologie: crowdfunder Vs utente di app.
La track sul crowdfunding civico, a cura di Alessio Barollo e Tim Wright, affronterà questo strumento di finanziamento innovativo per scopi civili. Alessio introdurrà la track spiegando il crowdfunding civico come metodo per guidare i processi per creare interazione tra la pubblica amministrazione, i cittadini, le associazioni e le imprese al fine di finanziare opere pubbliche di riqualificazione urbana. Abbiamo poi un video realizzato appositamente per la conferenza da parte di ZUS, le persone dietro uno dei migliori esempi di crowdfunding civico finora, il ponte pedonale di Rotterdam. Un altro video ci mostrerà Rhizomatica, società con la missione di migliorare l’accesso alle telecomunicazioni mobili per le persone senza copertura a prezzi accessibili o del tutto assente. Ci parleranno di tecnologia per lo sviluppo di comunità nei paesi in via di sviluppo. Francesco Cingolani, architetto e blogger, parlerà del crowdfunding come un tentativo di dare un nuovo ruolo sociale ai beni materiali. Infine un panel moderato da Chiara Spinelli della Italian Crowdfunding Network guarderà al crowdfunding civico e al bilancio partecipativo con l’aiuto di Angelo Rindone di Produzioni Dal Basso, Stefano Stortone, Emmanuele J. Pilia e Francesco Cingolani, mettendo a confronto le opinioni di esperti di vari settori (economia, informatica, scienza, architettura, crowdfunding) uniti da progetti o idee sul potenziale della comunità (sia online che offline) per sviluppare, attuare e finanziare i progetti.
Avremo quindi la track sulla EU regulation, curata dalla European Crowdfunding Network e lo studio legale internazionale Osborne Clarke. Dopo una introduzione di Umberto Piattelli, partner a Osborne, sulla situazione della regolamentazione del crowdfunding in Europa, ci sarà un intervento di Mattia Corbetta del Ministero dello Sviluppo Economico che spiegherà la genesi del regolamento, illustrando i meta-obiettivi politici (e culturali) che hanno portato a questo provvedimento, nell’ambito della policy a sostegno dell’ecosistema startup. Seguirà un panel di dibattito, moderato da David Blair di Osborne Clarke, tra Daniela Castrataro della ICN, Kieran Garvey dellla UKCFA (associazione britannica di settore ), Luke Lang di Crowdcube, Carlo Allevi di WeAreStarting, e Lionel Slusny della ECN.
Infine, ci sarà la track sugli aspetti legali che esaminerà gli aspetti giuridici da un punto di vista nazionale. La sessione è curata dall’Università LUISS e vedrà, per iniziare, le talk di due ricercatori della prestigiosa università, Casimiro Nigro e Roberta Mangione, seguite da altri due interventi di Alessandro Portolano e Claudio di Falco, dei prestigiosi studi legali Chiomenti e CGSH. Per completare la sessione, un panel che vedrà la partecipazione di Maria Mazzarella, responsabile della divisione Strategie regolamentari della CONSOB; Leonardo Frigiolini, AD di Unicasim, intermediario finanziario che sta per lanciare una delle prime equity-based crowdfunding platform in Italia; Francesca Brunori da Confindustria; Luca Enriques della LUISS; e Salvatore Rizzo dalla Banca Interprovinciale di Modena. Il tutto coordinato dal Prof. Gian Domenico Mosco della LUISS .
Ultimo ma non per questo meno importante, Luke Lang di Crowdcube ci offrirà il keynote finale, e in quanto uno dei più esperti rappresentanti dell’equity-crowdfunding a livello globale, chi meglio di lui per chiudere con stile!
Ci auguriamo che parteciperete numerosi a Roma il 19 ottobre. I biglietti sono disponibili qui.
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crowdfuture-blog · 11 years
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Focus sulle track di #CF13: EU Regulation
L’Italia è, ad oggi, il primo paese al mondo che si è dotato di una legge e di un regolamento avente ad oggetto l’equity based crowdfunding, un modello di raccolta di fondi sotto forma di investimenti di capitale, a sostegno dello sviluppo delle startup innovative.
Ma che cosa sta succedendo negli altri paesi dell’Unione Europea? La situazione della regolamentazione è piuttosto eterogenea ed in continua evoluzione, anche se il focus regolamentare riguarda prevalentemente due fattispecie: l’equity based crowdfunding ed il lending based crowdfunding.
Il legislatore italiano, almeno per ora, ha voluto disciplinare solamente l’equity based crowdfunding, decidendo  di regolamentare  la materia e l’operato dei gestori dei portali online, in considerazione della prossimità di questo sistema di raccolta con il settore dei servizi di investimento, da sempre estremamente regolamentato.
Il regolamento CONSOB ha infatti delineato uno scenario nel quale potranno operare due attori: i portali online di diritto (banche e imprese di investimento) che possono coprire l’intero ciclo rappresentato da: offerta-investimento-sottoscrizioni-raccolta fondi e i gestori di portali online professionali che dovranno comunque rivolgersi alle banche o alle imprese di investimento per la fase relativa agli ordini di sottoscrizione e alla raccolta dei fondi.
Durante CF13 si parlerà di tutto questo e non solo!
Nella track che si occuperà della Regulation interverranno infatti l’Avv. Umberto Piattelli, Partner dello Studio Legale Osborne Clarke, che si occuperà di analizzare la normativa italiana anche attraverso un breve confronto con la regolamentazione degli altri paesi Europei ed il Dott. Mattia Corbetta del Ministero dello Sviluppo Economico, che si concentrerà invece sui meta-obiettivi politici e culturali che hanno portato all’adozione di questi provvedimenti.
Seguirà quindi una tavola rotonda, alla quale saranno presenti rappresentanti della Italian Crowdfunding Network (ICN), la European Crowdfunding Network (ECN) e l'associazione di settore britannica, la UK Crowdfunding Association (UKCFA) e di due piattaforme di equity based crowdfunding, Crowdcube e WeAreStarting, nel corso della quale si dibatterà sul bilanciamento tra gli stimoli imprenditoriali e la necessità di protezione degli investitori nell’ambito delle offerte di strumenti finanziari effettuate tramiti portali online.
Se volete approfondire l’argomento inerente la regolamentazione dell’equity based crowdfunding vi consigliamo una interessante lettura in materia: “Il crowdfunding in Italia: una regolamentazione all’avanguardia o un’occasione mancata?” edito da Giappichelli, Torino, 2013. Per i partecipanti a crowdfuture, è previsto un prezzo speciale per l'acquisto dell'e-book. Per sapere come ottenerlo scrivete a [email protected].
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crowdfuture-blog · 11 years
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Focus sulle track di CF13: Crowdfunding Civico, un’alternativa di crescita (di Alessio Barollo)
Introdurre il crowdfunding in Italia? Ci ha pensato la conferenza del 2012. Con questa nuova edizione l’obiettivo che ci siamo prefissati Tim ed io è quello di mettere insieme e far confrontare esperti provenienti da vari settori (economia, informatica, architettura, crowdfunding) accomunati da progetti o idee che riguardano le potenzialità delle communities (sia online che offline) per sviluppare, realizzare e finanziare progetti condivisi. Condivisi fra i portatori d'interesse che si occupano del futuro della città, mi riferisco a cittadini (ovviamente), amministrazioni, associazioni e imprese. Quello che mi piacerebbe ottenere dai loro contributi sono delle vision e delle prospettive per diffondere metodi di progettazione partecipata 2.0, di cui il civic crowdfunding fa parte in Italia, attraverso esempi e proposte.
Tentiamo di proiettare il metodo ad un futuro possibile per fornire un’alternativa di sviluppo e lo facciamo cercando di proporre soluzioni per sbloccare la creatività della comunità e dimostrare che l’innovazione può essere in grado di sostenerci. Ne parlerà Francesco Cingolani, architetto, blogger e tra i principali esperti e studiosi di progettazione partecipata in europa, ne è un esempio il progetto Dreamhamar.
Rimanendo nel mondo dell’architettura e della collaborazione avremo un contributo video da ZUS, che ha progettato e co-gestito uno dei più interessanti progetti di crowdfunding civico europeo o mondiale, mi riferisco alla passerella pedonale di Rotterdam e che propone il riutilizzo di edifici in disuso attraverso un’urbanistica “a tempo” (sentiremo dalle loro parole il significato), facendo aumentare così il loro valore immobiliare.
Ma il civic crowdfunding non punta esclusivamente alla realizzazione del manufatto quanto piuttosto a innescare una riqualificazione sociale tramite l’attivazione di progetti sociali e educativi. Dinamiche delle quali ci parlerà Emmanuele J. Pilia quale critico, curatore ed editore in ambito architettonico con particolare attenzione alle interazioni fra immaginario e città.
Di Angelo Rindone basta dire che è il fondatore delle prima piattaforma di crowdfunding al mondo, Produzioni dal Basso, nata ancora prima della parola “crowdfunding”, e questo basta per far capire le sue doti di innovatore a anticipatore dei tempi.
Non bisogna dimenticare l’aspetto economico, per questo abbiamo voluto la voce di Stefano Stortone che sperimenta direttamente attraverso il bilancio partecipativo l’utilizzo efficiente delle risorse ma soprattutto l’attivazione di processi di democrazia diretta/partecipativa, dove la partecipazione (attraverso il voto diretto e la delega) è rivolta a specifiche issues e/o progetti e non a persone e programmi politici.
Puntiamo sulle persone come elemento chiave di sviluppo per questo abbiamo deciso di farci raccontare il progetto Rhizomatica che mettono in condizione di poter comunicare e creare communities fornendo tecnologia mobile nei paesi in via di sviluppo.
Non vi basta? Nessun problema non è finita qui, perché per coordinare questo ricco parter ci siamo affidati alle mani esperte di Chiara Spinelli, un nome una garanzia quando si parla di crowdfunding, che metterà la sua esperienza ma soprattutto le sue idee al servizio di tutto il pubblico.
Tim, io (Alessio Barollo) e tutti i relatori siamo pronti a raccontare un nuovo modo di fare la città.
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crowdfuture-blog · 11 years
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Crowdfunding & personal fundraising: le nuove frontiere dell’online fundraising - Guest Blog di Valeria Vitali, RetedelDono
Secondo l’ultimo rapporto Vita-ContactLab - www.contactlab.com/nonprofitreport - il 44% dei donatori sostiene che una maggior trasparenza sull’utilizzo delle donazioni, maggiori informazioni sul progetto e un coinvolgimento più attivo li spronerebbero a donare di più. Stiamo dunque assistendo a quello che gli anglosassoni chiamano donor fatigue: il donatore è stanco di essere chiamato in causa solo per fare una donazione. Al contrario, vuole essere coinvolto: il sostenitore vuole diventare protagonista, capire come vengono utilizzati i fondi che ha donato e toccare con mano i risultati raggiunti.
 Per le organizzazioni non profit diventa essenziale trovare il giusto canale di comunicazione per dialogare con i propri sostenitori e condividere le proprie attività; è diventato fondamentale costruire un rapporto solido e duraturo, che si basi prima di tutto sulla fiducia ma anche sul senso di appartenenza. Sono questi gli elementi che stanno alla base del crowdfunding. Un processo di raccolta fondi che nasce nella rete e vive della rete, beneficiando della sua democraticità e forza. Crowdfunding, dunque, come raccolta dal basso, come empowerment dell’individuo.  
Per una organizzazione non profit fare crowdfunding significa proporre un progetto alla propria community chiedendo alla stessa un sostegno e invitandola a sfruttare la virilità della rete per promuoverlo, farlo conoscere e raccogliere i fondi necessari per realizzarlo. Non solo, crowdfunding come meccanismo di raccolta fondi trasparente ed efficace che beneficia dell’intelligenza intrinseca della rete a garanzia della bonta’ del progetto proposto.
Non solo. L’organizzazione può fare un passo in più e coinvolgere direttamente i suoi donatori e sostenitori, invitandoli a diventare “personal fundraiser” ovvero ad attivarsi in prima persona per raccogliere fondi. Fare personal fundraising significa a tutti gli effetti diventare ambasciatore di una buona causa, diventandone promotore e invitando la propria cerchia sociale - parenti, amici e colleghi - a donare per sostenerla. Nasce quindi un nuovo modo di fare solidarietà in cui il sostenitore non si limita a donare tempo o denaro, ma ci mette la faccia offrendo all’organizzazione l’opportunità di accedere alla propria rete sociale.
Un contributo, dunque, che va oltre la donazione e sconfina nella sensibilizzazione dei propri contatti sulla causa o sul progetto che si è deciso di sostenere.
A tal riguardo le piattaforme di crowdfunding, come Retedeldono, rivestono un ruolo cruciale mettendo a disposizione del sostenitore l’opportunita’ di creare un proprio spazio virtuale, corredabile con foto, video e un wall, dove i donatori possono lasciare i propri messaggi. Non solo. La condivisione della stessa sui social media, in particolare Facebook e Twitter, consente di sfruttare al massimo la virilità della rete con conseguente beneficio in termini di raccolta fondi e di riconoscimento sociale.
Un interessante esempio di questa dinamica è sicuramente il caso di Power Emprise, agenzia di comunicazione milanese che da anni sostiene Dottor Sorriso Onlus. In occasione di Milano City Marathon 2013 ha partecipato con una staffetta aziendale donando e invitando clienti, fornitori, partner  e amici a donare. Un approccio metodico all’utilizzo dei social media – in particolare FB – e non solo email, telefono e incontri vis-a-vis hanno garantito il successo dell’operazione.
Vi aspettiamo su Retedeldono.it per la vostro prossima sfida!
Retedeldono e Mission Continuity terranno un workshop sul donation-based crowdfunding a crowdfuture! per maggiori informazioni e per prenotare, clicca qui.
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crowdfuture-blog · 11 years
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Piattaforme Local a confronto: intervista a Finanziami il tuo Futuro, IdeaGinger e Kendoo.
Oggi abbiamo deciso di intrattenervi con un post (molto lungo) di presentazione delle tre piattaforme che parteciperanno a crowdfuture con un workshop sul crowdfunding locale (prenotazioni qui). Stiamo parlando di Finanziami il tuo Futuro (FTF), Idea Ginger e Kendoo. Prima di iniziare, una breve presentazione degli intervistati, quindi spazio all’intervista corale! Enjoy! :)
Per Finanziami il tuo Futuro, ci hanno risposto Annalisa e Vito. Annalisa Adobati. Laureata in Sociologia (specializzazione in antropologia) presso l'Università degli Studi di Milano-Bicocca, ha conseguito un Master in "Progettazione e Cooperazione per lo sviluppo", presso l'Università degli Studi di Roma - La Sapienza. Esperta in processi partecipativi inclusivi e in programmi di sviluppo locali. Dal 2009 vive e lavora in Puglia dove svolge attività di ricerca e progettazione in ambito territoriale per il terzo settore. In Finanziami il tuo futuro è project manager; si occupa del coordinamento e delle attività di animazione territoriale. Vito Perrini. Laureato in Scienze Politiche (indirizzo politico-sociale) presso l’Università degli Studi di Siena, ha conseguito un Master in "Progettazione e Cooperazione per lo Sviluppo", presso L'Università degli Studi di Roma - La Sapienza. Esperto di sviluppo locale e progettazione partecipata, si occupa dell’ideazione, della promozione e del coordinamento di progetti socio-culturali in ambito territoriale. In “Finanziami il tuo futuro” cura la gestione delle attività di animazione territoriale. 
Per GINGER rispondono le 5 gingerine, che vivono a Bologna e che da anni lavorano nell’ambito della cultura e della creatività in Italia e all’estero.
Per Kendoo, ci ha risposto Marco Sangalli, 36 anni, amministratore delegato di Mediaon (società di ricerca e sviluppo del gruppo Sesaab Spa di cui è anche consigliere di amministrazione). Concentro la sua attività imprenditoriale nel concept, design e sviluppo di prodotti di innovazione in ambiente Internet. Le piattaforme web / mobile progettate, gestiscono ad oggi in media più di 250.000 utenti al giorno. Tra i prodotti recenti in maggior crescita kauppa.it, portale di vendita deal iperlocale (oggi aperto a Bergamo, Como, Monza, Parma e a breve in altre località nazionali) con più di 70.000 clienti e kendoo.it, piattaforma crowdfunding sociale iperlocale.
La vostra è una piattaforma "local". Quali sono i vantaggi di una piattaforma focalizzata su una determinata geografia rispetto ad una piattaforma nazionale o internazionale?
FTF: La forza di Finanziami il tuo futuro si fonda sul senso di appartenenza di una comunità e sulla reciproca conoscenza fra sostenitori e creatori, infatti applicare questo strumento di finanziamento ad un territorio circoscritto può produrre notevoli risultati in termini di sviluppo socio-economico. Le reti familiari, infatti, possono rappresentare quella fiducia di base capace di favorire il moltiplicarsi dei contributi economici. Inoltre il poter conoscere direttamente i creatori di un progetto consente ai sostenitori di "credere", "fidarsi" dei giovani proponenti, e contemporaneamente di innescare meccanismi di controllo sull'operato degli stessi. L’estremo localismo di Finanziami il tuo futuro consente di creare un rapporto face to face tra “progettista e finanziatore” ma anche tra “gestore della piattaforma e progettista”. La possibilità di gestire queste relazioni offline consente di amplificare la trasparenza, il valore e il merito di ciascun progetto e soprattutto di qualsiasi transazione finanziaria. Innanzitutto poiché potendo conoscere personalmente il progettista è possibile avere feedback sulla sua professionalità e volontà di realizzare il progetto, elementi fondamentali per convincere un finanziatore; in secondo luogo poiché al termine della campagna di crowdfunding sarà possibile verificare l’impiego delle risorse ricevute e l’effettiva corrispondenza fra quanto detto in fase di raccolta fondi e quanto realizzato.  In sostanza una forma di controllo sociale dal basso, esercitato direttamente dalla comunità di riferimento. Inoltre il respiro locale dei progetti può portare nuova linfa vitale al tessuto socio economico del territorio, da qui il nome “Finanziami il tuo futuro”.
IdeaGinger: Non vogliamo parlare di vantaggi ma di differenze: per quanto riguarda il progettista, GINGER permette di interagire direttamente con lo staff della piattaforma e di poter giovare dei contatti e della rete locale che ad essa fa riferimento. Per quanto riguarda il donatore, la rete territoriale e la scelta di promuovere progetti con un forte impatto locale contribuiscono a ridurre le distanze, ad aumentare la fiducia, il coinvolgimento e la consapevolezza delle potenzialità che le idee geniali hanno per un territorio.
Kendoo: Divide et impera, è un concetto valido da sempre: più si ha la struttura di controllo e comunicazione vicina alla realtà territoriale sulla quale si vuole agire, maggiore è la capacità di comprendere le necessità e trasmettere efficacemente le proprie iniziative. Essere locali consente inoltre di attivare strategie di partnership core con altre realtà locali importanti. Parlo ad esempio de L’Eco di Bergamo (il quotidiano di Bergamo leader da più di cento anni) che è stato da subito, insieme all’editore Sesaab Spa, co-founder di questa iniziativa. Ogni nostro progetto viene pertanto sostenuto attivamente dai media locali tradizionali: stampa, televisione e radio. Piuttosto che la partnership siglata da subito con il Credito Bergamasco e la Fondazione Credito Bergamasco, realtà da sempre attente allo sviluppo economico, sociale e culturale del nostro territorio: ogni progetto che parte in kendoo.it viene sostenuto da subito con una quota pari al 10% dell’intero importo da finanziare.
Raccontaci un po' come e' nata l'idea, se vi siete ispirati a qualche esempio in particolare, da quando siete attivi e come sta procedendo questo primo anno di attività.
FTF: L’idea nasce da un’attenta analisi del mercato e del territorio di riferimento, da cui emergono due elementi fondamentali: da un lato l’effettiva difficoltà da parte dei giovani di accedere a forme di credito e di conseguenza a contrastare l'aumento della disoccupazione giovanile, dall’altro la presenza di un tessuto sociale reattivo e propositivo, grazie anche alle politiche anticicliche avviate ormai da tempo dalla Regione Puglia. Pertanto la consapevolezza di questo nuovo clima culturale, che sta lentamente diffondendo nelle nuove generazioni la propensione all’attivazione, all’autoimpiego e alla progettualità, coniugata alla volontà di favorire la crescita di un territorio ci ha portato a riflettere su quale potesse essere lo strumento più idoneo per la promozione e diffusione delle idee, e così siamo “approdati” al crowdfunding, che  ci è subito apparso uno strumento innovativo capace di promuovere nuove forme di interazione, e di favorire formule di cooperazione finanziaria tra attori pubblici e privati. Il primo riferimento per noi è stata Kickstarter, e successivamente Eppela, così nell’aprile del 2012 è nata l’idea di “Finanziami il tuo futuro”, il cui lancio è avvenuto a marzo del 2013. La nostra piattaforma prevede un sistema peculiare con delle scadenze ben precise, e quindi, benché siamo attivi da circa sei mesi, la raccolta fondi vera e propria, avviata il 2 luglio 2013, è attiva da meno di tre mesi.
IdeaGinger: L’idea di occuparci di crowdfunding è nata dall’esperienza in Irlanda di Virginia, una delle fondatrici, che ha potuto seguire da vicino il successo di Fundit.ie. Accostando un attento benchmarking della situazione del crowdfunding in Italia alle nostre esperienze nel settore delle imprese culturali e creative sul territorio, abbiamo poi intuito il valore del crowdfunding territoriale. È nato così GINGER – Gestione Idee Nuove e Geniali in Emilia Romagna. Finalmente, da giugno 2013 la nostra piattaforma www.ideaginger.it è on line e attiva; siamo partite con 6 progetti di cui 2 che si concludono proprio in questi giorni e 3 in fase di lancio. Riceviamo costantemente proposte di idee da “gingerizzare” ma una delle nostre caratteristiche è anche valutare se il progetto in questione è pronto per essere messo online, per questo a volte fungiamo anche un po’ da “incubatore” di idee.
Kendoo: La nostra piattaforma è partita a fine gennaio 2013. Innanzitutto non è la prima piattaforma online di Mediaon ma ne abbiamo create diverse, tra le quali kauppa.it, portale di deal iperlocale che sta ottenendo un importante successo commerciale (più di 70.000 iscritti, 25.000 persone in meno di due anni hanno fatto almeno un acquisto, etc.), scalando territorialmente (abbiamo aperto a Bergamo a fine 2011 e ora siamo aperti a Como, Monza, Parma e in ottobre apriremo in altre province). Sull’onda del successo della piattaforma commerciale abbiamo iniziato a pensare a come poter mettere a servizio del nostro territorio le competenze di creatori di prodotti internet acquisite: offrire la nostra capacità di creare prodotti tecnologici coniugati con la forte propensione ad una comunicazione multicanale garantita dal sostegno dell’editore locale di riferimento, Sesaab Spa. Abbiamo pertanto pensato di derivare la nostra piattaforma deal (completa di motore ecommerce solido, ampiamente testato in kauppa) per trasformarla in un portale di crowdfunding sociale iperlocale: in pochi mesi, ovvero a maggio 2012, la piattaforma era pronta per entrare in fase di test. Il nome è arrivato velocemente: “Bergamo can do it”, ci è piaciuto immediatamente ed è stato trasformato in kendoo.it, sfruttando l’estensione “.it” del dominio italiano. La piattaforma senza contenuti è inutile: era arrivato il momento di iniziare a fare un po’ di dissemination contattando alcune realtà locali per spiegare kendoo.it e valutarne il feedback. Abbiamo iniziato un tour di presentazione per raccogliere candidati alla pubblicazione: a dicembre la nostra consapevolezza del prodotto era aumentata, ma per essere definitiva...bisognava andare online al più presto. Sono sempre più convinto che solo il golive rende a pieno la reale consapevolezza del progetto, offrendone l’opportunità di iniziare a capirne profondamente le dinamiche e guidarlo, attraverso transizioni, verso il successo di mercato. In pochi mesi di online, la nostra conoscenza delle tematiche legate a crowdfunding sociale iperlocale è aumentata esponenzialmente, oggi siamo già in grado di prevedere con maggiore accuratezza alcuni elementi che possono sostenere o complicare un progetto. 
Quali sono le difficoltà maggiori che state incontrando?
FTF: I principali problemi nascono da elementi di natura prettamente socio-culturale: vi è un’assoluta mancanza di conoscenza di cosa sia il crowdfunding e di come funzioni, e quindi una conseguente diffidenza sull’utilizzo dello strumento, in quanto non sempre vengono compresi i meccanismi di funzionamento, e soprattutto manca l’abitudine a ragionare in termini partecipativi e collaborativi. Inoltre stiamo registrando un eccessivo individualismo presente sul territorio, probabilmente un retaggio culturale che limita l’apertura verso la condivisione e la cooperazione. Questo rappresenta per noi l’elemento più problematico poiché spesso le communities offline che dovrebbero essere quelle di riferimento, sono invece quelle che esercitano maggiore ostruzionismo.
IdeaGinger: Fin dall’inizio l’obiettivo più complesso di GINGER, che stiamo portando avanti con convinzione, è creare la cultura della donazione e del supporto dei settori culturali e innovativi.
Kendoo: Le difficoltà sono legate alla necessità di creare una cultura all’uso di queste nuove piattaforme principalmente nei soggetti che desiderano proporre un progetto: è un processo che richiede tempo e voglia di pensare differentemente i progetti di sostegno sociale. Non basta avere un obiettivo da raggiungere e una somma da richiedere per essere premiati dai sostenitori: bisogna dimostrare di saper dialogare costantemente con i nuovi mezzi di comunicazione social ed essere pronti a mettere maggiore creatività al servizio dell’obiettivo. E’ una questione di tempo, credo che tra qualche anno sarà “la” modalità con cui si finanzieranno progetti sociali locali. 
Qual è la cosa che vi ha dato maggiore soddisfazione finora nella gestione della vostra piattaforma?
FTF: Di sicuro il grande interesse suscitato nei media e negli utenti del web. Abbiamo infatti registrato, in questi mesi,  elevati flussi di visite da tutto il mondo, nonostante Finanziami il tuo futuro sia una piattaforma local. Inoltre, l'aver, durante le nostre attività di animazione territoriale, registrato la partecipazione attiva di una popolazione eterogenea, ha smentito il nostro errato pre-concetto per il quale la comprensione del crowdfunding dipendesse da età e background culturale.
IdeaGinger: Il grandissimo interesse dimostrato tutti i giorni. Istituzioni, enti del territorio, aziende e associazioni vogliono lavorare con noi per sviluppare questa nuova logica di partecipazione. Una gran bella sorpresa, poi, è stata la notizia della donazione di 1.000 euro in una volta per un progetto sul nostro portale.
Kendoo: La maggiore soddisfazione è emersa immediatamente, ancora prima che kendoo.it andasse online: entrare in contatto con tante realtà territoriali, spesso sconosciute, che operano con estrema passione e fatica per il proprio territorio, per la cultura  e l’arte della propria terra e per le persone in difficoltà. Tantissime realtà con molta energia e un limite altrettanto significativo: l’incapacità di emergere dal proprio perimetro di legami forti storici dai quali vengono sostenuti, creando una bolla di autosostegno che inevitabilmente limita l’aiuto da parte di un pubblico più ampio. I primi progetti andati online ci hanno confermato il superamento sistematico della bolla, non solo attraverso il finanziamento/conoscenza diretti tramite kendoo ma anche attraverso nuovi link esterni a kendoo.it, verso il proponente (contatti per fornire materiale tecnico, nuove partnership associative, sponsorizzazioni, etc). Essere il punto nevralgico di comunicazione multicanale, facilita anche il reperimento di mainsponsor, che verranno comunicati insieme al progetto e avranno una loro homepage in kendoo.it nella quale sarà possibile vedere sempre i progetti sostenuti: un blog aziendale del sostegno sociale al territorio!
Sappiamo che il crowdfunding si basa molto sul vasto potenziale della rete. La viralità del web ha spesso un forte ruolo nel determinare la riuscita di un progetto. Ha senso parlare di viralità del web quando i progetti sono fortemente legati al territorio?
FTF: La viralità del web è comunque importante, nel nostro caso sostanzialmente per due motivi. Il primo riguarda la peculiarità del territorio pugliese, ossia l’elevato tasso di emigrazione che lo caratterizza, infatti i così detti “fuorisede” (studenti e lavoratori che siano) pur vivendo, appunto, fuori dalla loro regione d’origine vi sono molto legati e sono molto attenti a quanto accade sul loro territorio, pertanto il web ci ha permesso di raggiungere questa fetta di popolazione che è risultata molto interessata e anche molto “attiva”. Il secondo motivo riguarda l’elevata presenza di testate on line e blog locali, estremamente visitati, che ci ha consentito di avere un vero e proprio effetto virale grazie alle collaborazioni siglate con queste.
IdeaGinger: Assolutamente sì. La viralità è legata a specifici interessi delle persone che spesso, oltre che on line, si proiettano off line. Per il crowdfunding territoriale è imprescindibile il potenziale delle community on line e, in aggiunta, c’è il vantaggio di incontrare in prima persona i propri sostenitori. Inoltre, si può dire che se la viralità è legata a un territorio questa ha ancora più diffusione!
Kendoo: Sappiamo che la viralità ha valore se scala su numeri importanti, pensare di agire localmente con la viralità richiede tempo: in pochi mesi abbiamo 4.500 amici su facebook. L’interazione oggi vive se sostenuta con continuità, cercando di offire più occasioni alla comprensione del progetto. Spingiamo insistentemente anche il proponente a comunicare l’iniziativa attraverso le proprie piattaforme social: generalmente una composizione di siti web e pagine facebook. In definitiva con la partenza di ogni progetto vogliamo far confluire una percentuale di utenti delle reti sociali del proponente verso la nostra piattaforma, affinché i numeri possano crescere e diventare “il” punto di riferimento per la startup di questi progetti, e aumentare l’occasione di visibilità futura per i nuovi progetti.
Quanto è importante l'"Offline" per una piattaforma local? Quali attività svolgete offline?
FTF: Sicuramente le attività offline hanno un ruolo fondamentale nel coinvolgere la cittadinanza, soprattutto in riferimento  al divario digitale che caratterizza il territorio in cui operiamo. L’obiettivo primario è quello di far conoscere la piattaforma al maggior numero possibile di cittadini, spiegarne il funzionamento e dare la possibilità di effettuare le donazioni anche offline, ovviando così alle difficoltà di effettuare pagamenti solo sulla piattaforma. Così abbiamo previsto una strategia di animazione territoriale sistematica, tarata sui diversi stakeholders, capace di mostrare i punti di forza del crowdfunding e, soprattutto, di favorire un effetto leva che non produca esclusivamente positivi risultati economici, ma che favorisca anche l'accompagnamento di un'ampia diffusione di una cultura innovativa in tema di smart communities. Pertanto il nostro team ha  sia organizzato incontri, workshop ed eventi, che partecipato a manifestazioni di interesse pubblico organizzate da Istituzioni ed enti del Terzo Settore  che hanno animato il territorio durante i mesi di luglio e agosto.
IdeaGinger: L’off line è il valore aggiunto. Dall’incontro con i progettisti, seguirli come consulenti, organizzare insieme a loro eventi, introdurli nella rete di contatti GINGER, parlare con le istituzioni e altro ancora, la piattaforma local diventa un punto di riferimento tangibile per il territorio.
L’off line è per noi un modo di diffondere la cultura del crowdfunding in Italia attraverso la partecipazione come relatrici a convegni e l’organizzazione di workshop ad hoc. Tra le nostre attività off line, è interessante il successo che sta avendo quello che noi chiamiamo crowdfunding analogico (raccolta di fondi off line, durante gli eventi).
Kendoo: Direi che ad oggi, è stata una componente determinante: (a) ha sostenuto e creato affidabilità al nuovo brand kendoo.it. L’affidabilità di un marchio è sempre un valore importante, se inoltre si parla di temi importanti e delicati come transazioni economiche a sostegno di progetti, diventa ancor più determinante. (b) La capacità di veicolare queste nuove dinamiche a persone che non sono né early adopter né addicted alle tecnologie web va nel senso di quanto dicevo in precedenza: aiuta a creare una cultura estesa e popolare fondamentale per il successo delle iniziative come le nostre. Dopotutto giornali locali come L’Eco di Bergamo hanno da sempre nel DNA il sostegno al territorio in tutte le forme possibili, hanno storicamente anticipato e sostenuto dinamiche simili con successo. (c) Ha consentito di spiegare attraverso una valutazione critica esperienze passate in relazioni a queste nuove attività. Oggi ogni nuovo progetto viene comunicato attraverso interviste e pubblicità attraverso l’intera piattaforma dell’editore: il quotidiano, la televisione, la radio e il web; raggiungendo una total audience di svariate centinaia di migliaia di persone.
Finanziami Il Tuo Futuro, IdeaGinger e Kendoo saranno presenti a crowdfuture con un workshop sul crowdfunding locale! Non mancate! 
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crowdfuture-blog · 11 years
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I protagonisti di crowdfuture: una chiacchierata con Leonardo Frigiolini, Unicasim
Oggi abbiamo intervistato Leonardo Frigiolini, Amministratore Delegato di Unicasim, che presto lancerà la propria piattaforma di Equity Crowdfunding Unicaseed. Unicasim torna anche quest'anno a sponsorizzare crowdfuture.
Anche quest'anno a crowdfuture. L'anno scorso siete stati tra i primi a credere in noi e quest'anno avete riconfermato il vostro interesse per la tematica. Cosa è cambiato?
Interessante domanda... I giovani startupper si muovono alla velocità della luce ma...anche alcuni vecchietti non scherzano...nell'autunno 2012 per la prima volta abbiamo pronunciato la parola "crowdfunding" e cercato di imparare il più possibile. Nel giro di otto mesi abbiamo dato il nostro contributo alle attività preparatorie regolamentari, progettato la nostra piattaforma e il modo di declinare l'equity crowdfunding ed oggi, siamo tra i primi portali di crowdfunding esistenti sul mercato che hanno già inoltrato a Consob l'istanza di iscrizione all'apposita sezione del nuovo Albo. Per noi è davvero un bel risultato, frutto di umiltà, ambizione, determinazione e di un costante lavoro per obiettivi...giusto alcuni tra gli ingredienti che vediamo negli startup garages...
L'anno scorso eravate appena entrati nel mondo del crowdfunding, ora verrete a crowdfuture probabilmente come una delle prime piattaforme di equity-based crowdfunding riconosciute dal regolamento in Italia. Puoi dirci qualcosa in più su questo processo, quali sono state le fasi più importanti?
Le fasi più importanti erano certamente almeno due: (1) capire come si sarebbe mosso questo mondo; (2) trovare da subito la propria identità senza scimmiottare gli altri, ma presentandosi come portatori di un certo "stile della casa". Crediamo di aver fatto un buon lavoro su entrambi i fronti..."
A proposito di regolamento, si dice che faciliti molto gli operatori finanziari tradizionali. Cosa ne pensi? E' effettivamente così facile per un operatore finanziario tradizionale essere incluso nel registro CONSOB?
Non credo si tratti di "facilità ad essere iscritto" in quanto la "notizia" che gli intermediari finanziari devono dare alla Consob è una prassi "tecnicamente" (e teoricamente) meno impegnativa rispetto ad una istanza ex novo, certamente più articolata e robusta come prevede il regolamento. Credo si tratti invece di "stile della casa" e di "robustezza del modello". Continuo a pensare che un soggetto con una decina di livelli di "controllo" già incorporati nella struttura per fare "altre cose" possa più agevolmente mettere al servizio anche del crowdfunding questo armamentario, al fine di fare un buon crowdfunding. Un buon crowdfunding è un crowdfunding che tra l'altro ghettizza il malintenzionato, aiuta lo startupper serio e protegge l'investitore. Unica cercherà di fare bene almeno queste tre cose"...
Passiamo a Unicaseed, la vostra piattaforma di crowdfunding. A chi sarà rivolta e come funzionerà?
Credo di poter dire che sarà rivolta a tutti coloro che in ottica di condivisione, consapevolezza del rischio, diversificazione degli assets "si potrà permettere" una simile tipologia di investimenti. Unicaseed cercherà di fare bene l'equity crowdfunding ma riserverà uno spazio ai più bisognosi eventualmente selezionando talune iniziative sociali meritevoli di accedere al donation crowdfunding.
A crowdfuture sarai uno dei protagonisti del panel nella track sugli aspetti legali del crowdfunding in Italia. Cosa ne pensi del regolamento, contribuirà a far crescere il crowdfunding in Italia? Cosa miglioreresti?
Il regolamento è "la regola del gioco". Una volta definito il perimetro regolamentare gli operatori cercheranno di interpretare con il proprio stile il gioco stesso. Credo assisteremo a regime a portali con tanti progetti e portali volutamente con pochi progetti selezionati; portali che entreranno nel merito del progetto inserzionato e altri che faranno scegliere al cliente, insomma molte tipologie di approccio e di business model. Noi comprendiamo bene che taluni ritengano troppo stringente il regolamento, ma senza un regolamento stringente si sarebbe aperto uno spazio troppo ampio all'arbitraggio normativo e questo non avrebbe favorito lo strumento perché all'interno di un troppo ampio perimetro di gioco avrebbero potuto trovare spazio gli accessi, che alla fine sono tra i peggiori nemici degli startupper seri e volenterosi. Potrei fare un esempio: la carta di credito è uno strumento di per sé "buono e moderno"; l'acquisto via internet è un modo di acquisto di per sé "buono e moderno". Bene, le truffe derivanti dalla clonazione delle certe di credito utilizzate per acquisti su internet non sono affatto "buone" (pur se sono moderne...). Bene: molti non acquisteranno più su internet con carte di credito (se non con quelle prepagate con margine bassissimo di truffa) e questo ha danneggiato l'e-commerce in maniera sensibile. E và detto che le carte sono uno strumento "maturo" anche se non utilizzate "a tappeto". Il crowdfunding è molto giovane e rischia di morire prima di nascere. Per questo è bene partire a maglie strette, ci sarà tempo per allargarle...
Grazie, ci vediamo presto a crowdfuture!
Potete acquistare i biglietti per la conferenza qui.
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crowdfuture-blog · 11 years
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I protagonisti di crowdfuture: una chiacchierata con Umberto Piattelli, Osborne Clarke
Oltre le track, vogliamo farvi conoscere meglio anche i protagonisti di questa edizione di crowdfuture. Partiamo oggi con una serie di interviste a speakers e curatori. Abbiamo intervistato l'Avv. Umberto Piattelli, partner presso lo Studio Legale Osborne Clarke, sponsor di crowdfuture e, insieme ad Oliver Gajda della ECN, curatore della track EU Regulation. Umberto ha maturato una significativa esperienza svolgendo la propria attività, per oltre 15 anni, in studi internazionali operando nell’ambito del diritto societario e finanziario e assistendo fondi di investimento, istituzioni finanziarie e società multinazionali nella realizzazione di operazioni di finanza straordinaria e nella compliance regolamentare. Ha recentemente pubblicato: “Il crowdfunding in Italia: una regolamentazione all’avanguardia o un’occasione mancata?” Giappichelli, Torino, 2013. 
1)     Può farci una breve descrizione del contenuto del libro che ha scritto?
L’Italia è il primo paese al mondo che si è dotato di una legge e di un regolamento per regolare l’equity based crowdfunding, un modello di raccolta di fondi, sotto forma di investimenti di capitale, a sostegno dello sviluppo delle startup innovative. Il crowdfunding è un prodotto del web 2.0 che si è autoregolato sino ad oggi e che sembra divenuto ancor più attuale e famoso dopo l’adozione di norme allo stesso specificamente dedicate, con le quali si è cercato di regolamentare l’incontro tra due mondi molto diversi tra di loro: il web 2.0 e gli investimenti finanziari.
Il libro, dopo aver brevemente descritto le diverse modalità con le quali si è sviluppata la raccolta di fondi da parte delle piattaforme online, analizza l'impatto determinato sui gestori dei portali online che intendano operare in Italia, a seguito e per effetto della pubblicazione della Legge 221 e del Regolamento Consob 18592, con il quale la stessa è stata attuata in dettaglio. Inoltre si è offerto uno spunto di riflessione di tipo comparatistico con l’ordinamento legislativo di alcuni Paesi come gli Stati Uniti (dove già esiste una legislazione di rango primario, introdotta con il JOBS Act), l’Inghilterra e la Germania, dove il fenomeno del crowdfunding si è già diffuso in maniera molto rilevante. Il volume è quindi finalizzato a stimolare una riflessione sulle problematiche connesse alla regolamentazione di questa innovativa modalità di svolgimento di un’attività tipicamente ricollegata al mondo dell'offerta di strumenti finanziari e delle attività connesse.
  2)     Il libro prende in considerazione solamente i gestori di portali online che si occupano di equity based crowdfunding?
Il libro è incentrato prevalentemente, ma non solo, sull’equity based crowdfunding. Questo perché tale attività è l’unica che il legislatore ha voluto regolamentare nell’ambito delle raccolte realizzate con il crowdfunding, in considerazione della sua vicinanza al mondo degli investimenti finanziari, da sempre estremamente regolamentato.
Tuttavia il volume fa anche una breve panoramica delle altre tipologie di raccolta e dedica un intero capitolo al lending crowdfunding, altro filone di attività che si sta sviluppando sempre di più e che, se pure in assenza di una specifica regolamentazione, potrebbe richiedere agli operatori dei relativi portali, il rispetto di numerose leggi e regolamenti.
Abbiamo quindi ritenuto utile ed opportuno rappresentare a tutti coloro che si accingono a lanciare una piattaforma di crowdfunding, qualunque sia il modello di raccolta che si intende perseguire (reward, lending o equity), quali potrebbero essere le norme (di rango primario) o i regolamenti (di rango secondario) che dovranno essere esaminate e tenute in considerazione per verificare se possano essere applicate al loro specifico caso. Ed effettivamente non sono poche!
  3)     Qual è la Sua opinione sul nuovo regolamento CONSOB in tema di equity crowdfunding, dopo averlo attentamente analizzato nel libro?
La scelta del legislatore è stata quella di consentire lo svolgimento dell’equity based crowdfunding, che è attività riconducibile nell’alveo dei servizi e delle attività di investimento, anche soggetti diversi dalle imprese a ciò tradizionalmente autorizzate (ampliando cioè la dimensione potenziale, del mercato dei gestori di portali). Consob ha quindi rilevato come tale scelta richieda una profonda attenzione nella definizione delle regole attuative più idonee a fornire un adeguato livello di tutela dell’investitore non professionale (che deve poter assumere una decisione consapevole in relazione alle caratteristiche di rischiosità dell’investimento) posto che si consente l’utilizzo di questo meccanismo di raccolta con riferimento a strumenti finanziari particolarmente rischiosi (partecipazioni al capitale di imprese neo-costituite).
Detto questo va premesso che il giudizio non è semplice, trattandosi del primo regolamento adottato da un’autorità di vigilanza al mondo e quindi non confrontabile con norme analoghe; la scelta della Consob è stata quella di disciplinare la materia e l’operato dei gestori dei portali online, in maniera analoga a quanto previsto per i soggetti che svolgono servizi ed attività di investimento. Probabilmente questa impostazione risulterà piuttosto onerosa per quei soggetti che decidano di gestire un portale di equity based crowdfunding senza rientrare nella categoria dei c.d. gestori di diritto, cioè imprese di investimento e banche autorizzate allo svolgimento di servizi di investimento, con la conseguenza che il sistema formato dagli operatori tradizionali (SIM e Banche) risulterà avvantaggiato, ove interessato a sviluppare questa attività e che invece molti nuovi gestori potrebbero essere tagliati fuori dal mercato, per l’incapacità di affrontare i costi e gli oneri connessi al rispetto della nuova normativa.
Concludendo, il Regolamento appare certamente opportuno ma risulta essere troppo invasivo per questo tipo di attività.
  4)     Ritiene che sia stato opportuno regolamentare in modo così stringente un settore ancora piccolo e giovane come quello del crowdfunding italiano?
L’eccesso di regolamentazione, se pure dovuto alla esclusiva volontà di tutelare il piccolo risparmiatore, potrebbe in effetti soffocare la nascita di un sistema di raccolta di fondi proprio nel Paese, l’Italia, che per primo lo ha regolamentato, e che, per converso, nel mondo ha ormai complessivamente raggiunto numeri di tutto rispetto e di grande interesse a livello mondiale.
Va comunque tenuto presente che l’equity based crowdfunding rappresenta ancora una parte piuttosto ridotta del totale delle raccolte di fondi realizzate con questa modalità che, continueranno ad essere svolte senza alcuna regolamentazione in Italia, oltreché nel resto del mondo.
Probabilmente si sarebbe potuto adottare un approccio meno invasivo ed oneroso, per lo meno in questa fase iniziale ed anche per verificare, come sostengono gli operatori, se il mercato del crowdfunding è in grado di autoregolamentarsi grazie alla diffusione di informazioni realizzabile tramite il web 2.0 e i social media.
Nel libro, come spunto di riflessione, si suggerisce l’opportunità che l’autorità di vigilanza richieda ai gestori l’adozione di alcune best practices, magari attraverso l’istituzione di uno specifico codice di comportamento che, pur essendo destinate ad una attuazione volontaria, potrebbero consentire lo sviluppo di modelli operativi di raccolta di fondi che siano basati, sia sulle esperienze già maturate dai portali che operano all’estero e in Italia, sia sulle indicazioni della autorità stesse ma con un impatto meno gravoso.
  5)     Il libro si occupa di analizzare anche la situazione della regolamentazione del crowdfunding presente negli altri Paesi?
Il libro dedica un intero capitolo ad una analisi comparata della situazione esistente in alcuni paese nei quali il crowdfunding risulta molto sviluppato: Stati Uniti, Inghilterra e Germania. Il confronto è particolarmente interessante nel caso degli Stati Uniti, dove una normativa esiste già anche se è ancora incompleta, essendo riconducibile al solo “Jumpstart Our Business Startups Act” o JOBS Act, approvato dal Congresso con l’appoggio bipartisan di Democratici e Repubblicani (primo intervento legislativo in materia di crowdfunding nel mondo), adottato negli Stati Uniti in data 5 aprile 2012, con una solenne cerimonia nel giardino della Casa Bianca.
La normativa USA richiede che gli emittenti utilizzino i servizi di intermediazione di un broker o un funding portal registrati presso la SEC, seguendo le formalità e le procedure da definirsi con regolamento; un funding portal viene definito come un intermediario che non presta consulenza in materia di investimenti, non sollecita l’acquisto, la vendita o l’offerta alla sottoscrizione di strumenti finanziari offerti od esposti sul proprio sito o portale; non possiede, gestisce o in qualsiasi modo detiene strumenti finanziari o fondi di proprietà di investitori.
Si rinvengono quindi alcune analogie con la Legge 221/2012 ma anche evidenti discrepanze: il JOBS Act non limita il crowdfunding a un certo tipo di società (come le startup innovative) e non richiede l’intervento nell’offerta di alcun investitore professionale.
 Grazie mille, ci vediamo a crowdfuture!
I biglietti per la conferenza e i workshop sono disponibili qui.
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crowdfuture-blog · 11 years
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Gamify your soul - Gamification & Crowdfunding a crowdfuture (di Leo Sorge)
Da oggi inizieremo ad approfondire il contenuto delle cinque track di crowdfuture, grazie ai curatori stessi, che ci racconteranno qualcosa in più su quello che stanno organizzando per noi. Il primo post è di Leo Sorge, curatore della track "Gamification". 
  Il primo evento italiano sulla gamification spiega senza tecnicismi in che modo psicologia, strumenti e business dello sviluppo di software si sposano con tecniche di motivational design. Poiché il crowdfunding non è il solo software che spinge all'azione.
Vi piacerebbe che il vostro software fosse entertaining quanto i più riusciti giochi? Che voi e i vostri dipendenti passaste sul sistema informativo aziendale lo stesso tempo che passate su giochi e social network, e con la stessa passione? O sostituire la noiosa formazione con divertenti sfide personali ed interpersonali?
Se avete risposto sì ad almeno una delle domande, è per voi il momento di entrare nel mondo della gamification. Dal punto di vista pratico si tratta di usare un nuovo straterello di software che può essere inserito sia in applicazioni ancora da scrivere, sia in applicazioni già esistenti”.
Le piattaforme di crowdfunding, che devono stimolare il visitatore a fare un'offerta, sono inerentemente gamificate. “Ci siamo detti che fosse un'occasione per portare anche in Italia i concetti che ci stanno dietro”, continua Sorge, “e grazie a Crowdfuture ecco il primo evento italiano sulla gamificazione”.
Strutturazione del servizio
La gamificazione non è una rivoluzione, né the next big thing in software development, ma un'aggiunta che può risultare molto utile oggi che in rete si raccolgono enormi quantità di dati. Per una corretta strutturazione di questi servizi è consigliabile non scrivere da soli il software ma appoggiarsi ad un fornitore esterno.
Claudio Bedino di Starteed ci racconterà come far business con le A.P.I. per il crowdfunding (un settore inerentemente gamified) della sua Starteed. Claudio toccherà anche la gamification della formazione, intesa come strategia per sostituire corsi di aggiornamento con attraenti modifiche nella comunicazione di novità sui sistemi tradizionali (help, F.A.Q., video).
A Federico Pacilli di BaasBox abbiamo chiesto di mostrare in diretta come funziona un backend per lo sviluppo di gamified e non-gamified software. Il breve talk ci dirà anche come è possibile  usare questo  A.P.I. providing per fare business.
Voglia di software
L'esecuzione di non-gaming software, a qualsiasi livello, è sequenziale e priva di interazioni di tipo sociale. Già l'aggiunta di alcune forme di adesione e confronto a gruppi sociali basterebbe a renderlo entertaining, come i giochi sono spesso. Ma poiché si tratta di software, quasi sempre c'è un obiettivo finale, sia esso personale o aziendale, che risulta più facile da raggiungere se l'intrattenimento tocca le corde delle motivazioni intrinseche del singolo.
Orbene, le molle intrinseche sono caratteristiche del giocatore d'azzardo compulsivo. Curiosamente queste molle, secondo alcuni studi, sono molto simili a quelle del crowdfunder, in particolare -strano a dirsi- nel settore degli investimenti (equity). Nella nostra traccia Marco Strano, criminologo di fama internazionale, si occuperà di questo punto, applicando a questo campo le teorie già note in altri campi.
A questo obiettivo si rivolgono motivational design e behavior change/management, delle quali la gamification è la più nota esemplificazione.
Big data e qualità dei dati
Con qualsiasi nome lo si voglia chiamare, il corpus teorico di riferimento fa parte di teorie marketing già in voga negli anni '50, ma con una forte limitazione: la ridotta quantità di dati. L'applicazione era quindi qualitativa e non quantitativa.
La prima modifica in chiave quantitativa è stata fornita dall'avvento dei giochi digitali, aprendo le porte ad un nuovo approccio. L'ambientazione dei giochi, infatti, si svolge in un mondo perfettamente definito per possibilità, percorsi, risorse e tempi. Da ciascuna partita, giocatore o singolo aspetto è possibile estrarre nuovi tipi di dato estremamente significativi (si pensi ai trigger) e per di più in enorme quantità, permettendo di accumulare rich user-data sets.
Se si raggiunge un elevato numero di partecipanti, le quantità di dati rientrano nei big data, ma molto più coerenti e rilevanti di quelli mediamente ottenuti da indagini, sensori o social network. La loro analisi permette di sintetizzare categorie di utenti e modalità per controllarne i comportamenti.
E' stato quindi semplice che la prima applicazione forte del motivational design sia stata all'interno del mondo dei giochi, prendendone il nome. Il termine gamification ha quindi una radice non semantica, bensì storica.
Per lungo tempo l'uso di rich user-data sets è stato disponibile solo nei videogiochi, con una ridotta applicabilità in altri software.
Successivamente, software di tutti i tipi ha potuto fruire dei vantaggi del motivational design: big data di ogni tipo sono raccoglibili tramite social network, reti di sensori e open data. In generale queste collezioni sono piuttosto grezze: per affrontarle correttamente, quindi, è necessario valutare ed ottenere una elevata qualità dei dati nell'ambito social, come Marcello Mari spiegherà al pubblico.
Materiali scelti sul motivational design sono disponibili sul profilo G+ di Leo Sorge: https://plus.google.com/u/0/111810555806319874345/posts
I biglietti per la conferenza e i workshop pomeridiani sono disponibili qui.
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